Il potere della preghiera

In un piccolo villaggio vivevano due poveri pundit * che non se la passavano molto bene. Dopo qualche tempo arrivò la notizia che il re del vicino regno stava organizzando un incontro di pundit. Entusiasti dell'occasione decisero di partecipare, pensando di poter ottenere in cambio qualche moneta per la loro sussistenza.

Il giorno dopo partirono di buon'ora portando con loro un fagottino con gli abiti di ricambio ed un pacchetto di cibo che loro stessi avevano preparato. Essendo
scrupolosi osservanti dei Veda, non mangiavano cibo cucinato da chiunque né quello che viene messo in vendita al mercato.

Dopo aver percorso un lungo tratto di strada, stanchi ed affamati, decisero di fermarsi a riposare sotto un grande albero di banyan, vicino al quale scorreva un piccolo ruscello. I due si lavarono e quindi si sedettero sotto l'albero per consumare il loro modesto pasto.
Dopo aver aperto l'involucro, chiusero gli occhi e recitarono, con grande fede, la preghiera del cibo, come erano abituati a fare.

All'improvviso si udì un potente suono che li scosse dalla meditazione e spaventati si guardarono attorno. Con loro grande meraviglia, videro che l'albero si era spaccato in due e da esso emergeva una figura celestiale.

Essi allora si prostrarono rendendole omaggio. Questa effulgente deità emersa dall'albero parlò e disse: "Vi ringrazio, cari pundit! Voi mi avete liberato da una
maledizione che mi teneva rinchiusa in quest'albero da anni. Un saggio mi aveva confinato qui a causa di alcuni atti sconvenienti che io avevo compiuto, ma il canto sacro che avete appena recitato con fervore, mi ha salvato e redento dalla maledizione. Ora voglio esprimervi la mia gratitudine, chiedetemi pure qualsiasi dono desiderate!"

I due pundit caddero ai suoi piedi e si affrettarono a rispondere: "Noi non desideriamo niente!
Siamo già grandemente benedetti dalla vostra presenza!"
L'essere celeste allora li assicurò: "Io so quello che desiderate e dove state andando. Quando sarà il momento, vi darò il mio aiuto. Vi benedico!" Detto questo scomparve.

I due pundit mangiarono allegramente il loro pasto e poi raggiunsero la corte del re, in tempo per la riunione. Là essi videro un gran numero di studiosi che si
accalcavano all'entrata del palazzo in attesa di essere ammessi alla presenza reale. I due pundit essendo semplici ed umili, attesero pazientemente finché tutti furono entrati, infine, anche loro vennero chiamati a prendere posto
nella grande assemblea.

Quando fu il turno dei due pundit, il re chiese loro di mostrare l'erudizione e la sapienza che li aveva portati in quel luogo. Essi allora pregarono mentalmente la deità celeste e quindi si misero a recitare uno dopo l'altro dei versi che avevano composto. Il re fu deliziato dalla loro saggezza e decise di donare loro alcuni acri di terra da poter coltivare. I pundit, al colmo della gioia, ringraziarono il re e ripresero la via del ritorno.

E' evidente che i due pundit hanno potuto ottenere credibilità presso il re solo grazie alle benedizioni dell'essere celeste. Noi possiamo anche avere meravigliosi talenti, ma senza la grazia di Dio, non saranno mai riconosciuti dal mondo; e non c'è nulla come una preghiera sincera, che può conquistare la grazia del Signore.


Preghiera del cibo:
Bhagavad Gita cap. 4 verso 24


"Brahmarpanam Brahama Havir,
Brahamagnau Brahamana Hutam
Brahamaiva Tena Gantavyam,
Brahaman Karma Samadhinaha"


L'atto di offrire è Brahman*, l'offerta è Brahman,
colui che offre è Brahaman, nel sacro fuoco che è Brahman.
Solamente colui che è pienamente assorto nella coscienza di
Brahman raggiunge Brahman.


Bhagavad Gita cap.15 verso 14

"Aham Vaishvanaro Bhutva
Praaninam Deham Aashritaha
Praanapana Samaayukthaha
Pachaamy Annam Chatur Vidham"


In ogni corpo animato io sono il fuoco della digestione
e anche l'aria vitale, inspirata ed espirata.
Assimilo così i quattro tipi di elementi.



Note:

*Brahman= Assoluto, Dio
* Pundit= erudito, studioso di testi sacri