La cosa più bianca

Un re decise di radunare una grande assemblea di personaggi per stabilire quale tra loro fosse il più intelligente.
Si rivolse alle persone riunite e pose questa domanda: "Qual è la cosa più bianca? E qual è la cosa più nera?"
Ci furono varie risposte dagli intellettuali, chi disse che era il latte, un altro il cotone, un altro ancora il riso, la farina, ecc.

Tra i tanti c'era un grande devoto che una volta interpellato dal re rispose:
"Sire, io non sono istruito e neanche tanto intelligente, ma la poca intelligenza che possiedo è un dono di Dio. L'intelligenza che ogni persona possiede proviene da Dio.
Alcuni ne abusano, altri invece, la adoperano in modo corretto."
Dopo aver detto questo, offrì una preghiera a Dio e quindi dichiarò:
"Il giorno è la più bianca tra tutte le cose, mentre la notte è la più scura. Questo è evidente a tutti. Le nostre vite trascorrono attraverso questo alternarsi di giorno e notte, bianco e nero.
Chi è l'unico che non è sottomesso a questo processo? Dio. La combinazione di alternanza tra il bianco e il nero viene chiamata " un giorno". L'unico che riesce a sconfiggere questo ciclo è Dio.
Egli infatti non ne è soggetto e solo Dio può dare all'uomo la grazia di trascendere il giorno e la notte."

Gli studiosi presenti nell'assemblea si sentirono oltraggiati dall'impudenza di questo illetterato.
L'arroganza di vario genere può essere, in molti casi, messa a tacere;
ma l'arroganza degli studiosi e dei Pundit è difficile da abbattere.
Questo è il maggior malanno degli studiosi, essi leggono un gran numero di libri e sono intrisi di conoscenza libresca, mentre non mettono in pratica nemmeno un millesimo di quello che sanno. Il risultato è che i loro studi fanno crescere solo il loro ego.

Così questi studiosi si avvicinarono al re e gli dissero:
"Sire, non potete prendere alla lettera le parole di quest'uomo ignorante. Dovete chiedergli di fornirci le prove di quanto afferma. Nel mondo, al giorno d'oggi, vengono chieste le prove in qualsiasi campo!"

Il re quindi chiese le prove delle sue asserzioni ed egli rispose che aveva bisogno di un giorno per fornirgliele.
Ma patteggiò che nel frattempo nessuno avrebbe dovuto opporsi in nessun
modo a quello che avrebbe fatto, né limitare in alcun modo i suoi movimenti.
Il re fu disposto a garantirgli la completa libertà di movimento e che nessuno avrebbe in qualche modo ostacolato le sue azioni nel palazzo o fuori di esso.

Il giorno dopo, il re stava riposando dopo la cena.
Il devoto riempì una tazza di latte e la mise davanti alla camera da letto del re.
Poi prese un bimbetto, lo colpì ed egli cominciò a strillare così forte da svegliare il re di soprassalto.
Il re si alzò infuriato per vedere chi aveva osato disturbare il suo pisolino, ma , nell'uscire dalla stanza, inciampò nella scodella di latte che si sparse sul
pavimento.
Il re, preso dall'ansia di vedere chi stava facendo quel chiasso, non si accorse del latte versato, a quel punto intervenne il devoto:
"Sire non vi siete accorto di aver versato il latte! Se il latte fosse stata la cosa più bianca come mai non l'avete visto? Voi non l'avete visto perché il latte non è
bianco come la luce del giorno e siccome questa è più bianca e luminosa del latte voi non avete potuto notarlo ed avete inciampato nella tazza. Anche le stelle sono presenti nel cielo durante il giorno, ma non possono essere viste a causa della potentissima luce, infatti, solo durante la notte divengono visibili.
Per questo Sire, dovete accettare il fatto che la luce del giorno è la cosa più bianca!"

La luminosità del giorno rappresenta "Jnana", la più alta conoscenza, mentre l'oscurità della notte rappresenta "Ajnana" ossia l'ignoranza. La Divinità le trascende entrambe. Dimenticando Dio la gente si immerge nell'esperienza delle cose che appartengono al mondo, ma il Divino può essere sperimentato solo attraverso il Divino.