Un giovane decise di arruolarsi nell'esercito senza informare la sua famiglia.
Ben presto si dimostrò così valente da accattivarsi la benevolenza degli ufficiali; infatti, era un ragazzo che lavorava sodo senza risparmiarsi, obbedendo senza riserve agli ordini. Uno di questi ufficiali, in particolare, lo prese in simpatia.
Improvvisamente arrivò al campo la notizia che la guerra era finita.
Pian piano il lavoro incominciò a diminuire, divenendo solo un impiego di routine.
Il ragazzo, abituato a lavorare molto, non riusciva a starsene in ozio, ma dal momento che non aveva nulla da fare aveva preso l'abitudine di sedersi sotto un albero e di perdersi in fantasticherie. Pensava alla sua famiglia, ai suoi genitori, ai suoi fratelli e ben presto divenne triste e assente.
L'ufficiale notò questo cambiamento e si accorse che giorno dopo giorno il ragazzo dimagriva e diveniva sempre più debole.
Prese quindi una decisione, chiamò il ragazzo nel suo ufficio e gli ordinò: "Desidero che scavi una grande fossa, larga e profonda 4 piedi. Deve essere fatta nello stesso posto dove vai a sederti ogni pomeriggio. E' necessario che tu esegua l'ordine immediatamente!"
Il giovane soldato completò l'opera in due ore e fece rapporto all'ufficiale.
Il suo superiore disse: "Benissimo ragazzo! Dopo pranzo, vai e riempi completamente la fossa che hai scavato."
Verso sera il giovane portò a termine il compito che gli era stato assegnato e lo riferì all'ufficiale. Quest'ultimo osservò il ragazzo che aveva nuovamente
ripreso il suo aspetto attivo e vigoroso e gli chiese: "Hai mangiato bene oggi?"
"Sì Signore, oggi ho veramente gustato il mio pranzo!" rispose allegro il ragazzo.
"E quante volte hai pensato alla tua famiglia, oggi? "
Il ragazzo rispose: "Non ne ho avuto il tempo Signore, sono stato troppo occupato con il lavoro che mi avete dato!"
L'ufficiale sorrise e gli diede il permesso di ritirarsi. Il ragazzo pensò a quello che era successo quel giorno e realizzò che il suo superiore gli aveva insegnato quanto fosse necessario tenere la mente occupata.
"Il cervello di un uomo ozioso è il laboratorio del diavolo".