Un allevatore portava ogni giorno il suo bestiame a pascolare nella riserva vicino al suo villaggio. Nelle vicinanze viveva un ricco proprietario terriero che
faceva condurre la sua mandria nello stesso spazio erboso.
Questo signore era un uomo molto potente ed esercitava una grande influenza in tutto il territorio grazie al fatto che possedeva molte proprietà, e veniva considerato quasi un dittatore.
Un giorno il toro del contadino e quello del proprietario terriero si azzuffarono in modo brutale.
Il contadino dovette andare dal proprietario terriero a raccontare il fatto.
Si sentiva terribilmente ansioso e spaventato all'idea, ma non aveva alcuna alternativa.
Si recò pertanto verso la magnifica abitazione del signorotto e umilmente si presentò a lui:
"Signore, oggi è accaduto un fatto insolito nella riserva..."
"Ditemi buon uomo, cos'è successo?"
Incerto il contadino azzardò: " Signore, il mio toro ed il suo si sono azzuffati."
Il proprietario terriero sorrise bonario: "Tutto qui? Mio caro anche tra persone civili capita di litigare, non è cosi?"
"Sì mio signore, ma nella zuffa il vostro toro ha ucciso il mio!"
Con indifferenza l'altro rispose:
"Beh, non c'è niente di innaturale in questo. Ogni creatura che nasce prima o poi deve morire.
Bene, potete andare."
IL contadino, arrossendo tutto in volto, si accorse del madornale errore che aveva fatto e tentò di rimediare:
"Mi scusi signore, mi sono sbagliato, quello che volevo dire è che... è
stato il mio toro ad uccidere il vostro."
"Cosa?!" ruggì il possidente "Come osi dirmi una cosa simile? Cosa facevi mentre il tuo toro stava azzannando il mio? Sarai punito a dovere per tutta questa incresciosa faccenda!"
E chiamato il suo servo fece dare al poveretto venti scudisciate sulla schiena.
Il senso del "tuo" e del "mio" acceca il giudizio e degrada il carattere.
Beati coloro che si identificano sia nella gioia che nella sofferenza degli altri.