La devozione verso il proprio Maestro

Nell'Antica India viveva un grande saggio che si chiamava Gautama e presso di lui studiavano un certo numero di discepoli .
Un giorno li chiamò a sé e con costernazione disse loro:
"Miei cari figli! La siccità in questa regione sta mettendo a dura prova il nostro bestiame e non accenna a diminuire, sono molto preoccupato per gli animali che diventano ogni giorno più magri e deboli. Non sopporto più la vista di queste povere creature sofferenti!
Penso che queste mucche dovrebbero essere portate a pascolare in un posto lontano da qui dove possano trovare ampi spazi ed avere acqua in abbondanza. Sarei molto felice se qualcuno di voi volesse prendersi questo incarico, le mucche potrebbero essere riportate qui quando questa calamità avrà fine."

Molti studenti, abbassarono la testa non desiderando mostrare i loro veri sentimenti al Guru e si nascondevano l'uno dietro l'altro nel tentativo di evitare il suo sguardo.
Solo uno, Sathyakama , si alzò, rese omaggio al maestro e disse:
" Maestro, non dovete angustiarvi, lo farò io."

Alcuni compagni tentarono di dissuaderlo dal compiere una simile impresa pericolosa: "Pensaci! Sarai solo nella foresta, non avrai il conforto di questo eremitaggio e magari non avrai neanche del cibo decente!"
Ma Sathyakama rispose: "Miei cari amici, credo fermamente che la benevolenza del nostro maestro mi procurerà sia il sostentamento che la protezione necessaria. Non sarò affatto solo, ci saranno le mucche a farmi compagnia!"

Il maestro fu estremamente felice che almeno uno degli studenti avesse volontariamente intrapreso questo lavoro come servizio al Guru.
Egli benedì Sathyakama e gli disse: "Porterai con te una mandria di 400 capi e potrai ritornare quando si saranno moltiplicati fino ad arrivare a mille."

Il giovane partì e condusse il bestiame verso un'incantevole vallata dove trovò dimora.
Ogni giorno si svegliava molto presto, faceva il bagno e le abluzioni quindi si prostrava al Dio Sole e recitava le sue preghiere. Mentre sorvegliava amorevolmente il bestiame, mentre camminava o se ne stava seduto a riposare, cantava continuamente il Nome di Dio, egli serviva questi animali con lo stesso spirito di servizio al Maestro. Non sentì mai il benché minimo senso di ansietà o preoccupazione a causa di questa sua vita solitaria.
Il tempo passava ma egli non si preoccupò mai di contare le mucche.

Un giorno, dopo le sue abluzioni, se ne stata seduto sotto un grande albero quando Indra, il più importante tra tutti gli Dei, apparve davanti a lui e gli disse:
"Mio caro figlio, non ti sei accorto che la tua mandria si è moltiplicata fino a raggiungere i mille capi? Adesso puoi ritornare dal tuo maestro all'eremitaggio. Io ti accompagnerò durante il viaggio. Mettiamoci in cammino!"

Sathyakama si prostrò davanti ad Indra e lo ringraziò per avergli ricordato che era ormai tempo di ritornare.
Passarono quattro notti in luoghi diversi ed ogni mattina Indra insegnava a Sathyakama l'essenza di uno dei Veda; in questo modo, quando raggiunsero l'eremitaggio del Guru, Sathyakama era divenuto un maestro nella conoscenza dei quattro Testi Vedici.

Al suo arrivo il suo viso brillava di uno strano splendore come il risultato dell'illuminazione Vedica di cui era stato benedetto dal Signore dei Cieli.
Dopo aver dato l'Illuminazione a Sathyakama, il Signore Indra scomparve.

Il giovane entrò nell'eremitaggio portando con sé la mandria di mille capi di bestiame, il suo Guru e tutti gli studenti gli corsero incontro per dargli il benvenuto.
Sathyakama cadde ai piedi del suo maestro e Gautama lo abbracciò commosso dicendogli:
"Io so che tu ora sei diventato un grande erudito dei quattro Veda, tu lo meriti figlio mio!"

Sathyakama ha potuto compiacere Indra, il Signore del Cielo, solo grazie all'amore ed alla devozione che egli aveva per il suo Maestro.


da: "Chinna Katha II" - Sri Sathya Sai Books and Publication Trust (A.P.) - India