Un aspirante spirituale ando' un giorno da un saggio e gli chiese se poteva dargli un Mantra da recitare. Il saggio rispose che gli avrebbe dato questo sacro messaggio solo se egli avesse acconsentito a servirlo di tutto punto per dodici anni.
Il discepolo fu d'accordo e servì il suo precettore con devozione e solerzia per tutti i dodici anni richiesti.
Alla fine di questo periodo, sentendo ormai approssimarsi l'ora della sua dipartita, il saggio chiese al discepolo di portargli una foglia di palma sulla quale avrebbe scritto il mantra. Il discepolo andò in cerca della foglia ma, prima del suo ritorno, il suo precettore morì.
Il discepolo venne però a sapere che il saggio prima di morire aveva scritto qualcosa sulla sabbia e che una donna lo copiò e ne cancellò le tracce.
Il discepolo si mise pazientemente alla ricerca della donna ed infine la trovò.
Apprese in questo modo che ella aveva trascritto il messaggio su piccole foglie di palma che aveva arrotolato ed inserito nel lobo degli orecchi, come ornamento.
Quando la donna seppe che quello era un mantra per il quale egli aveva fedelmente servito il saggio per dodici anni, gli disse che gli avrebbe dato quelle piccola foglie solo se avesse servito adeguatamente anche lei per lo stesso periodo di tempo.
Ed il discepolo, determinato com'era ad ottenere il mantra ad ogni costo, accettò.
Il giovane si prese cura dei sui asinelli e la servì per molti anni vivendo solamente del cibo che lei gli dava. Ma un giorno non ricevette la sua razione di cibo, e perciò si vide costretto a cercare il modo di procurarselo.
Seppe che il re di quella regione, aveva dato cibo ai poveri per tanti anni, e cercò di raggiungere il luogo della distribuzione.
Ma venne a sapere, con grande delusione, che proprio quel giorno il re aveva deciso di interrompere quell'abitudine poiché non aveva ottenuto il risultato previsto.
Il re, infatti, aveva iniziato a dar da mangiare ai poveri su consiglio del suo precettore, il quale gli disse che avrebbe avuto un figlio se avesse sfamato, con il cibo servito ai poveri, un uomo veramente pio.
Se ciò fosse successo, una campanella avrebbe suonato da sola e questo sarebbe stato il segno per riconoscere l'uomo buono.
Il re, seguendo il consiglio ricevuto, aveva provveduto al cibo dei poveri per molto tempo, ma la campanella non aveva mai suonato ed il re decise di interrompere di punto in bianco quest'usanza.
Questo stesso giorno il giovane discepolo arrivò al posto di distribuzione, e venendo a sapere che le vettovaglie erano state mandate al fiume a lavare, decise di recarsi là nel caso fosse avanzato un po' di cibo.
Trovò e mangiò un po' di briciole rimaste su un piatto e nello stesso momento la campanella, a palazzo, si mise a suonare.
Il re, immediatamente, mandò un messo per scoprire chi fosse colui che mangiando il suo cibo, l'aveva fatta suonare. Il messaggero trovò l'uomo e lo portò a palazzo.
Il re fu estremamente felice di incontrare il giovane devoto perché sapeva che il suo desiderio si sarebbe avverato; gli offri' perciò metà del suo regno e fin da quel momento lo accolse a palazzo perché vivesse per sempre con lui.
Il giovane, allora, raccontò al re l'intera sua storia, e gli disse che non era minimamente interessato al suo regno, ne' a qualsiasi altra cosa che non fosse il mantra che il suo maestro gli aveva dato. Gli disse anche, che lo possedeva una donna che allevava gli asini, ma che non aveva intenzione di ottenerlo con la forza.
Il re mandò a prendere la donna. Seppe che era un'acrobata e la invitò ad esibirsi sulla corda davanti alla regina che ora era in attesa del suo primogenito.
Mentre danzava sulla corda le chiese se era capace di afferrare al volo due orecchini di diamanti, di metterli e di continuare la sua danza.
Lei rispose che sicuramente poteva farlo, ed il re le lanciò
prontamente due orecchini scintillanti. La ballerina avidamente li afferrò, si tolse dai lobi le foglie di palma e le lasciò cadere, poi li infilò al loro posto.
Il giovane corse allora verso le foglie e lesse impazientemente il messaggio. Dopo aver letto il mantra, il giovane raggiunse immediatamente l'illuminazione e di conseguenza fu liberato.
L'aspirante spirituale dovrebbe avere questa determinazione ed essere preparato a qualsiasi tipo di sacrificio per raggiungere il suo obiettivo.
da: "Chinna Katha II" - Sri Sathya Sai Books and Publication Trust (A.P.) India