Nella precedente puntata vi ho parlato del viaggio a Kodaikanal insieme al Bhagavan, includendo alcune domande che gli sono state poste e le relative risposte, ed ho accennato ad alcune materializzazioni. Di queste cose parleremo ancora.
Tornando alle domande poste al Bhagavan, un'altra domanda è stata:
Perché alcuni sono pigri nel campo della spiritualità?
Esistono persone che non sono pronte ad iniziare un lavoro, sebbene siano fisicamente in forma, perché sono convinti che oziare sia molto spirituale.
Questa è vera e propria, pigrizia, pigrizia. Altre persone hanno sempre degli atteggiamenti seriosi, pensano che questo faccia parte della spiritualità. Vivekananda una volta disse: "Le facce lunghe e serie meritano un posto in ospedale, non nel campo della spiritualità." (Lo ha detto Vivekananda, quindi non prendetevela con me.) La pigrizia non è certo un segno di spiritualità. Assolutamente no! Però, sfortunatamente, ci sono molte persone che la pensano così. Essi non vanno in cerca di un lavoro, non fanno nulla e sono molto compiaciuti di sé e di questo loro comportamento.
Swami qual è la tua opinione in proposito?
La prima cosa che Baba ha detto è stata: "La pigrizia è ruggine e fuliggine (rust and dust). La realizzazione è pace e la cosa più efficace (rest and best)". Nessuno dovrebbe mai essere pigro. E' desiderio di Swami che tutti facciano un lavoro o abbiano un'occupazione comunque associata ad un preciso compito. Poi Bhagavan ha aggiunto: "Non aspettatevi alcun aiuto da Dio, se non fate il vostro dovere". Se non partecipate, se non aiutate gli altri, se non fate uso del cervello che vi è stato donato, se non esercitate il vostro senso di discriminazione per mezzo dell'intelletto con il quale siete stati benedetti, Dio non verrà mai in vostro aiuto. Dio aiuta chi s'aiuta.
Su questo tema ha successivamente dato alcuni esempi. Immaginate una scatola di fiammiferi e un fiammifero di legno. Per accenderlo che cosa dovete fare?
Prendete il fiammifero e lo strofinate sulla scatola, no? Per ottenere il fuoco dovete quindi fare qualche cosa, un piccolo sforzo. Analogamente anche per raggiungere la luce della realizzazione dovrete fare un piccolo sforzo.
Il Bhagavan è solito dire in telugu : Krushi vunte krupa vuntundi.
Krushi significa 'sforzo umano' e Krupa è la 'Grazia Divina'. Voi avrete la Grazia Divina (Krupa) se e quando farete i vostri sforzi (Krushi). Questo è l'opinione del Bhagavan a proposito della gente che è pigra in nome della spiritualità.
Successivamente Swami ha fatto un altro esempio. C'era una volta un devoto di Rama che stava viaggiando su un carro. Improvvisamente il carro si ribaltò ed egli finì per terra. Il disgraziato trovandosi in quel bel pasticcio si mise a gridare: "O Ramachandra, io sono un tuo devoto! E' questo il modo in cui mi benedici? Il carro è completamente ribaltato ed io sono finito per terra. Sono disperato! O Dio, è forse questo il dono del tuo Amore?" e continuò a piangere ed imprecare.
Dio gli apparve in sogno e gli disse: "Perché ti comporti da essere inutile?
Io ti ho dato i muscoli, ti ho dato le mani, ti ho dato intelligenza e cervello. Perché allora non provi a rialzarti invece di piangere ed imprecare? Su, forza, datti da fare, alzati! Prova a rimettere il carro nella posizione originale. Vedi bene che é ribaltato. Dai! Forza!
Alzati!
Prova a rimetterlo a posto; io ti assisterò." Quando l'uomo si alzò e provò a mettere a posto le ruote, subito vide Hanuman sull'altro lato, che lo aiutava a riportare le ruote nella posizione originale! Con questo esempio Bhagavan vuole ricordare a tutti che Dio è sempre pronto a darci il suo aiuto, purché noi facciamo i nostri sforzi in modo corretto. Questa è una vera e propria clausola.
Quando l'uomo compie i giusti sforzi, la Grazia Divina arriva sempre, questo è il punto di vista di Swami sulla pigrizia.
Che cosa dice Swami dell'ego? Sull'ego si potrebbero dire tantissime cose, visto che nessuno ne è sprovvisto. La sola differenza tra le persone sta nella quantità di ego. Ci sono persone che ne sono la personificazione o addirittura la vera e propria incarnazione; altri che ne hanno il 50% e altri il 40%, ma mai nessuno che ne sia totalmente sprovvisto.
Bhagavan ha più volte ripetuto che tutti dovrebbero dire: "Ego, vattene via!
Ego, vattene perché mi stai dando una grande quantità di problemi e mi causi dei gran mal di testa! " Swami ha detto anche: "Possiamo liberarci facilmente dell'ego. Esso sicuramente sparirà, se solo analizziamo attentamente cosa siamo in questo mondo."
In questo mondo c'è tanta, tanta gente. In passato ci sono stati molti santi e saggi. In questo momento ci sono molti Avatar e Incarnazioni, molti scienziati e grandi personaggi. Di fronte a questa considerazione, se considero tutto questo, chi sono io? Paragonato agli altri, chi sono io? Dio esisteva già prima di me, esiste adesso ed esisterà in futuro, dopo che io avrò lasciato questo mondo. Dio è infinito. Che cosa sono io? Ci sono tanti grandi esseri? Che posto occupo io?
Così, da un'attenta analisi di questo tipo, cercando di capire la nostra posizione in mezzo a tanti illustri personaggi, in compagnia di santi e Saggi, in compagnia di tanti buoni devoti, riusciremo a comprendere di non essere praticamente nulla. E' questo il modo migliore per annullare l'ego piuttosto che gonfiarsi accrescendo l'intero ego, con il risultato di riempire la nostra testa, cosa che è un chiaro segnale per una nostra futura caduta.
L'ego cresce molto in fretta prima che un uomo cada, per questo è il più grande pericolo nel cammino spirituale. In particolare Bhagavan non sopporta neanche una goccia di ego. Se sospetta che ci sia ego in qualcuno di noi, questo è causa per un trattamento di tre mesi. Scatta quello che viene detto - Il suo silenzio molto Himalayano! -
Proprio in questi giorni ho parlato con nostri ex studenti, vecchi studenti del nostro istituto. Essi mi hanno chiesto di confrontare con loro alcune mie opinioni. Abbiamo parlato e discusso ed ora sto proprio venendo da loro.
Ho detto loro: "Ehi, ragazzi, come potete pensare che Swami vi abbia perso di vista? Che Swami si disinteressi a voi. Che non vi sorrida più?"
Loro hanno replicato dicendo: "In altri tempi ci ha concesso di fare molti padnamaskar ed un certo numero di interviste. Perché oggi non è più così?
Cosa ci è successo? Siamo forse diventati stranieri? Oppure non siamo più nessuno? In quei giorni, quando eravamo all'apice della forma, Egli ci ha fatto sentire molto importanti e grandi devoti. Che cos'è successo adesso?
Perché Egli ci evita?"
Ed ecco che cosa ho risposto ai ragazzi: "Ragazzi cercate di comprendere:
Egli vi sta evitando perché vi vede prima degli altri. Se Egli vuole veramente evitare qualcuno, non potrebbe farlo senza prima guardarlo.
Così se egli sta evitando tutti noi, significa che egli ci vede primi, in ordine di priorità. Quando vorrà parlarci, ci guarderà più da vicino.
Pertanto, non pensate che Swami non ci stia guardando, perché egli ci sta volutamente ma positivamente e necessariamente evitando.
Siate certi che ci sta certamente vedendo. Altrimenti come potrebbe voltarvi le spalle come sta facendo? Egli ci ha visti per primi. Di conseguenza sta guardando lontano da noi. Perciò, ci ha voltato le spalle! Egli è come un lettera raccomandata. Se spedite qualche cosa con una raccomandata, riceverete una ricevuta di ritorno. Così quando vi volta le spalle, questa è la vostra ricevuta di ritorno. Non preoccupatevi."
Ma perché tutto questo? Quando noi chiediamo "Swami, perché non ci guardi?
Perché?" Egli risponde: "Io vi guardo sempre. Io sono qui per voi ma siete voi che non pulite voi stessi. Ci sono certe impurità, ci sono certi ostacoli tra voi e me. L'Ego è una cortina di ferro che si erge tra di noi.
Occorre farla diventare più sottile, più sottile, più sottile. Dovreste fare di tutto per eliminarla ed fare in modo così che io possa guardarvi."
Più grosso è l'ego maggiore è la distanza che ci divide da Lui. Così l'ego è una cortina molto spessa, vorrei dire di ferro, tra i devoti e Dio.
Swami sta molto attento a questa cosa. Nessuno dovrebbe avere alcun tipo di senso di proprietà, come per esempio "io ho fatto questo, io ho fatto quest'altro".
Se io gli dico "Swami, io ho organizzato questa cosa molto bene" egli prontamente risponde: "Non l'hai fatta tu, non l'hai fatta tu"... e via dicendo. Se, per esempio, vede un po' di polvere in un angolo : "Ah!
Questo è il modo come avete fatto le cose!"
Se invece dico: "Swami scusami, io avrei voluto farlo ma non ho potuto, sono un uomo inutile. E' un vero peccato che io non risponda alle tue aspettative: Swami ti prego perdonami. " Allora la sua risposta sarà:
"No, No tu hai già fatto tanto"
(Anil) "Perché dici così?"
(Swami) "No, no, no. Hai riordinato la sala, pulito il tappeto predisposto il microfono e tutto quanto serve. Appa! Hai fatto tutto con tanto Amore!"
Cercate di capire perché ora egli parla così? Il motivo è che non ho assunto il ruolo di capo in testa, non ho assunto alcun ruolo fatto di affermazioni del tipo: "IO l'ho fatto". Questo IO, l'ego, è la rovina di ognuno di noi.
E' solo una differenza di proporzioni, questo è tutto! Se capiamo di essere perduti, che non siamo capaci di fare nulla, allora Egli viene e ci benedice: "No, no, no, hai fatto abbastanza, sono contento di te."
Infatti Dio non si compiace della quantità di lavoro, ma piuttosto della qualità, non vuole che si parli del lavoro fatto, ma piuttosto del sentimento o dell'idea con cui lo abbiamo fatto. Il sentimento con cui viene fatta una cosa, è molto più importante di ciò che viene fatto. Tra le due cose c'è di mezzo l'Ego.
Il Bhagavan è il poeta dei poeti. Egli ha detto: " Voi sapete che ci sono molte cose buone in questo mondo, così come ce ne sono tante di cattive.
Cose buone e cose cattive. Ma noi perdiamo le cose buone e prendiamo quelle cattive. Perdiamo le buone e prendiamo le cattive. Questo è l'errore di tutti." (Qui Bhagavan gioca con le parole 'miss' che vuol dire perdere, 'take' che vuol dire prendere e 'mistake' che vuol dire errore. - Ovviamente la frase in Inglese è molto più efficace.) Questa è la tragedia di ogni vita. Questi sono gli errori che facciamo a causa dell'ego.
Nello stesso contesto, Egli ha narrato una storia tratta dalle nostre epiche. In poche parole la storia è la seguente: Un demone pregò Dio:
"O Dio, fammi essere molto potente. Tanto potente da ridurre in cenere tutti quelli ai quali metterò una mano sulla testa. Appa! Che bel desiderio è questo!" Sì! Se io metto la mano sulla testa di qualcuno, questo venga ridotto in cenere!" Questo era il suo desiderio, alquanto demoniaco.
Dio rispose: "OK ragazzo vai pure" Così il demonio iniziò a girare in lungo e largo mettendo la mano sulla testa di tutti che immediatamente venivano ridotti in cenere.
Ad un certo momento volle mettere alla prova Dio stesso. "Cosa succede, se metto la mano sulla tua testa?" Egli si recò dritto dritto nel Kailas "O Shiva, Tu hai accontentato la mia richiesta. Lascia che ora io metta alla prova il mio potere su di te."
Dio fingendo di essere spaventato, cominciò a scappare ed il demonio cominciò a corrergli dietro. Dio e il demonio cominciarono a correre, correre e correre. La cosa fu notata da Lakshmi. Vishnu è Colui che conserva le cose. Brahma è il Creatore, Shiva il distruttore. Così questo è il desiderio concesso da Shiva.
Allora Lakshmi, la consorte di Vishnu, accortasi di cosa stava accadendo, pensò: "Questo demone vuole mettere le sue mani su Shiva. Poi sarà il turno di mio marito. Egli pure verrà ridotto in cenere in questo modo!"
Pertanto volle prendere alcune precauzioni. Immediatamente chiamò il marito:
"Guarda Vishnu che tipo di essere sta venendo. Sii pronto. Shiva verrà annientato molto presto, ma poi sarà il tuo turno. Stai molto attento!"
Vishnu si rese conto di tutto e capì subito che cosa doveva fare. Prese il ruolo di una bella danzatrice, Mohini. Il nome del diavolo era Bhasmasura.
Bhasmasura iniziò subito a danzare con Mohini. Bhasmasura era molto felice di poter danzare con Mohini, la più bella tra tutte, e cominciò ad imitarla con i movimenti delle mani, le posizioni e i gesti, in modo da eguagliarla nella prestazione. Poi Mohini, nel fare i suoi gesti, pose la sua mano sul suo capo. Bhasmasura se ne accorse. "Oh - disse - che bella posizione!" e cosi dicendo, mise la sua mano sul suo capo. (Anil batte le mani).
Immediatamente fu ridotto in cenere.
Il senso che Swami ha dato a questa storia é: "Osservate! Dio ha creato l'uomo. L'uomo è oggi talmente egoista da credere di essere decisivo.
Egli crede di poter controllare l'intera creazione, mentre di fatto sta solo sfruttando l'intera natura. Egli è fortemente egoista. E' così pieno di sé che ha perfino cominciato a denigrare Dio. L'uomo, che è solo una delle tante creazioni di Dio, ha iniziato a discutere con il Creatore stesso, comportandosi come Bhasmasura che aveva sfidato Dio, il creatore, colui che in un primo momento aveva accontentato la sua richiesta. Cosa è successo alla fine al demone? Egli ha messo le mani sulla sua testa. Questa per lui è stata la fine! Allo stesso modo l'uomo attuale sta rovinando se stesso.
Nessun uomo in particolare è la causa, nessuno è responsabile della nostra caduta. Tutti insieme siamo responsabili per la nostra caduta a causa dei nostri ego. Questo deve essere ben chiaro a tutti ed è anche ciò che il Bhagavan ha detto.
A questo punto Swami ha fatto riferimento alla cosiddetta modernità di alcuni personaggi. Questa la domanda posta a Swami: " Bhagavan come mai certi riti e rituali sembrano sorpassati o comunque fuori moda?"
Questi rituali non sono certo molto moderni. Siamo consapevoli di appartenere all'era dei computer. Siamo coscienti di appartenere all'epoca di Internet e all'era spaziale. Perché durante la festa di Dasara si compiono ancora riti come questi (yajña e yaga)?
Durante la festività di Dasara, ci compiono yajña e yaga; c'è il fuoco e il fumo. I nostri occhi bruciano. Perché vengono ancora seguiti quei riti che sono tanto fuori moda. Perché non esistono yajña a livello di Internet.
Qualcosa tipo un package. Perché no? Visto che questi yajña e yaga, eseguiti in questo modo, sono drammaticamente ridicoli e fuori moda. Oggi é tutto all'ultima moda; perché non dovrebbero esserlo questi riti? Così come sono, appaiono abbastanza ridicoli. Alcuni preti si siedono davanti al fuoco sacrificale, e barattoli e barattoli di ghee vengono vuotati nel fuoco.
Si forma il fumo e noi esperti siamo perplessi di fronte a questo. Ah! Questo è veramente stupido. Perché? Questa è la domanda, ciò che alcuni osano chiedere ed altri no, ma è comunque il sentimento di molti dei presenti.
Swami ha dichiarato immediatamente: I rituali come yajña e yaga, i rituali spirituali, i rituali Vedici, non sono inutili. Non sono ridicoli. Non sono mai fuori moda. Sono invece molto importanti. Poi ha dato un esempio:
Un uomo fortemente istruito con il diploma in Scienza dei Computer, giunse un giorno in un villaggio. Era la prima visita ad un villaggio. Egli non era mai stato in un villaggio prima di quella volta, perché era solito vivere in mezzo all'inquinamento cittadino.
Giunse quindi nel villaggio dove incontrò un coltivatore e un agricoltore.
Il coltivatore aveva in mano delle granaglie che spargeva un po' dappertutto nel campo. Il nostro amico istruito pensò: "Questo uomo mi sembra un po' matto! Perché mai sta gettando tutto questo grano per tutto il campo?
Forse non sa che l'India è povera? Forse non sa che in questo paese c'è poco cibo?
Oppure non sa come usare il grano e per questo lo sta gettando via?"
Allora si avvicinò all'agricoltore e disse:
"Hari Ramu, scusa se te lo dico, ma tu mi sembri pazzo! Perché stai gettando via queste cose in questo modo? Questo è cibo, non lo sai?"
Il coltivatore rispose: " Signore, io non sto semplicemente gettando via il grano. Un sacco di grano, sparso in questo modo nel campo, produrrà domani 50 sacchi dello stesso grano. Non lo sai? Come puoi pensare che io stia gettando via il grano?. Questo è il modo di seminarlo. Poi il campo deve essere annaffiato e al momento giusto il seme germoglierà e noi avremo un bellissimo raccolto. Cinquanta sacchi verranno da un sacco di seme.
Domani avremo cinquanta sacchi di grano." Allora questo superlaureato in scienza del computer, comprese che il suo era un diploma anche in scempiaggine.
Non solo scienza del computer, ma anche scempiaggine.
Allo stesso modo Bhagavan ha detto che nello yajña, vicino al fuoco sacrificale, sono contenute molte cose importanti, comprese le scatole e scatole di ghee.
Non si tratta di distruzione di risorse, perché da questo sacrificio (yajña e yaga) nasce un fumo che si mischia con l'atmosfera, purificando l'aria ed eliminando l'inquinamento. L'inquinamento in questo modo viene fortemente ridotto. Yajña e yaga sono quindi una soluzione per l'inquinamento.
Molta gente oggi soffre di problemi ai bronchi e al cuore. Perché?
Perché l'aria è inquinata. Per questo motivo sacrifici come yajña e yaga, quando vengono eseguiti come riti sacri, servono anche a ridurre l'inquinamento. E' solo in nome della modernità che chiamiamo questi riti ridicoli, stupidi e privi di senso.
Questa è un'altra domanda posta a Swami. Bhagavan, io ritengo di essere sufficientemente spirituale secondo quello che posso capire. Bene. Io penso di essere spirituale, ma allora perché, nonostante questo, io soffro ancora?
Sebbene molta gente sia su un buon cammino spirituale, sebbene molti meditino, facciano nagarsankirtan, leggano libri sacri, e digiunino ogni volta che questo è possibile, sebbene seguano pratiche e discipline spirituali, essi continuano ad essere infelici. Perché? Perché continuiamo ad avere problemi? Perché siamo infelici, nonostante siamo sul cammino spirituale? Perché continuiamo ad avere problemi, di famiglia e sociali?
Perché tutto questo se siamo spirituali?
E questa è la risposta che il Bhagavan ha dato. Cerchiamo di chiarire molto bene cosa sta avvenendo nella nostra vita spirituale. Cerchiamo di essere molto chiari. Ciò che vogliamo raggiungere, quello a cui aspiriamo sono due fatti diversi. Desideriamo due cose. Una è la pace e l'altra è la serenità.
Ognuno vuole la pace, ognuno vuole la serenità. Pace e serenità sono di gran lunga le due cose più desiderate.
La gente le vuole, ma cosa fa quando comincia a pregare per ottenerle?
"O Dio, ti prego fammi avere alcune migliaia di rupie. La pace e la serenità seguiranno il denaro. Lo seguiranno molto naturalmente. Quindi, ti prego, per prima cosa dammi del denaro. Il resto verrà da sé." La gente, di fatto, vuole la pace e la serenità come cosa principale, ma quando vengono a pregare chiedono cose materiali, come denaro, nome e fama. Pertanto, qui Swami vede una sorta di dicotomia.
Desideriamo una cosa, ma preghiamo per averne un'altra. Questa è una vera e propria dicotomia. Qualcosa del tipo - io voglio andare a Madras ma salgo sul treno per Bombay! - Quindi dove vado in realtà, visto che il controllore, quando controllerà il mio biglietto, mi farà scendere tra le due destinazioni e questo sarà un bel guaio?
Noi dovremmo pregare per ciò che realmente desideriamo. Dovremmo pregare per ciò cui veramente aspiriamo, ciò che è oggetto dei nostri sogni, ciò che realmente vogliamo. Di fatto i desideri materiali, una buona posizione, i possedimenti non ci daranno mai pace e serenità. Noi lo sappiamo ed è per questo che vogliamo pace e serenità. Sì, queste sono le cose che realmente vogliamo. Questa è la ragione per cui, sebbene molti siano nel cammino spirituale, continuano ad essere infelici. Questa è la ragione per cui ancora molti sono tristi.
Inoltre, Bhagavan ha detto che noi non diamo le giuste priorità nella vita.
Le priorità che diamo non vanno bene. Che cosa volete? Se lo chiedete ad una persona qualsiasi o per esempio ad un laureato questi risponderà: "Io voglio almeno una carta verde per andare negli USA". Oh! Molto bene! Oppure qualcun altro desidera possedere un'auto "Contessa". Molto bene! Che altro volete?
Un salario molto alto? Impossibile? Ancora più alto? Oh, vedo, mi rendo conto! Quindi, queste sono le cose che desiderate. No, è assolutamente sbagliato chiedere queste cose. Non è tra le vostre priorità maggiori che dovete mettete queste cose? Che posto gli avete dato tra le vostre priorità?
Per chiarire meglio questa cosa, il Bhagavan ha fatto due esempi. Da una parte sono i Pandava e dall'altra i Karauva nell'epica del Mahabharata.
I cattivi sono i Karauva. I nobili, i pii e i virtuosi sono i Pandava.
Il virtuoso, la persona nobile dà il primo posto a Dio. La prima priorità va a Dio, poi viene tutto il resto e infine sé stesso. Dio prima, poi il resto ed infine IO per ultimo.
Questa è la priorità che le persone nobili, le persone pie, i ricercatori e gli aspiranti dovranno avere. D'altronde le persone malvagie metteranno l'IO sopra ogni cosa, poi il resto e per ultimo Dio. Una persona cattiva, nelle priorità, mette Dio nell'ultima posizione. Qui Swami dice che se mettete Dio all'ultimo posto sarete perduti (Swami gioca con le parole last che vuol dire "ultimo" e lost che vuol dire "perso"). Siete perduti, siete annullati... perché? Nell'ordine delle priorità, avete dato l'ultimo posto a Dio. Quindi, la felicità dipende solo dalle priorità che ognuno di noi dà nella vita. Siamo tristi per colpa di priorità sbagliate. Questo è la spiegazione data da Bhagavan .
Allora, Swami, cosa dovrei fare adesso? Va bene, fino ad ora ho dato delle priorità sbagliate. Ok! Ho capito che ho dato a me stesso priorità sbagliate. Che cosa dovrei fare adesso?
Per rispondere, il Bhagavan ha dato, come al solito, un piccolo esempio dicendo "Non devi fare niente di più che comprendere te stesso". - Swami, cosa significa questo? - "Ecco prendi un bicchiere di acqua e aggiungi dello zucchero. Lo zucchero andrà sul fondo; ora assaggia l'acqua nella parte alta. Non sentirai nessun gusto. Assaggia l'acqua nel mezzo; ancora insipida." - Ok. Comincio a capire.- "Dov'è lo zucchero? E' nel fondo.
A questo punto prendi un cucchiaio e mescola il tutto. Mescola lo zucchero completamente fino a che non si dissolva. Ora assaggia l'acqua alla superficie. E' dolce abbastanza? Poi assaggia l'acqua nel mezzo. E' dolce abbastanza? Infine assaggia l'acqua nel fondo. Molto dolce, vero?
Questo avviene perché lo zucchero si è mischiato e si è sciolto del tutto.
Considera adesso questa analogia: il corpo è il bicchiere, l'acqua è la vita, lo zucchero è la Divinità e il cucchiaio è l'intelletto. Adesso con il cucchiaio dell'intelletto mischia, mischia bene bene. Questo processo di mischiare è chiamato sadhana o pratica spirituale".
Questo soltanto significa che adesso tutta l'acqua è dolce. Prima era senza gusto. Eppure, sia adesso che allora c'era lo zucchero. Prima lo zucchero era là, sul fondo, poi, una volta mischiato lo zucchero con il cucchiaio, questo si è dissolto dappertutto. Lo zucchero era là fin dal principio.
Lo zucchero è la Divinità, lo zucchero della vita è Divinità. Quando, per mezzo dell'intelletto, noi mischiamo lo zucchero con tutta l'acqua della vita, presente nella coppa del corpo, tutta la vita diventerà dolce. La vita sarà dolce, la vita è importante viverla, la vita è piena di significato, la vita è piena di scopi e di frutti benefici.
Se noi mischiamo questa divinità in modo che si dissolva in tutta la struttura della nostra vita, in tutto il nostro stile di vita, in tutto il complesso della vostra vita, questo è sicuramente il modo migliore per trasformare la vostra vita nella dolcezza del nettare.
Quindi, cari amici, di tanto in tanto siamo infelici, siamo tristi?
Siamo trascinati via da alcuni incidenti che accadono nel corso della nostra vita?
Abbiamo problemi nella nostra vita individuale? Abbiamo problemi nella nostra vita ufficiale? Quando ho un problema, mi assale subito la malinconia, divento subito triste. Ogni problema é troppo grande.
In tutte queste situazioni basta mischiare lo zucchero della Divinità e pregare: "Oh Dio, fai in modo che possa farne a meno. Oh Dio, dammi la forza di sopportare questo problema. Oh Dio, dammi la forza per uscire da questa situazione. Oh Dio, suggeriscimi la soluzione per questo problema, in modo che io non debba sentirmi rattristato del tutto".
Questa è la ragione per cui il Bhagavan dice sempre: "Perché avete paura se Io sono con voi". Noi sappiamo cantare questo ritornello molto bene.
Lo sottolineiamo continuamente. Ma lo stesso abbiamo paura perché intimamente non crediamo che Lui sia veramente lì con noi. Abbiamo paura perché non riusciamo a renderci conto che Lui sia davvero qui! Noi non ci accorgiamo che Lui è qui. Dubitiamo che Lui sia qui, e così abbiamo paura. Eppure cantiamo sempre il ritornello " Perché avere Paura dal momento che io sono con voi?"
E' molto bello cantarlo ma meglio ancora sarebbe esserne convinti veramente!
Se voi foste veramente convinti che Dio è qui, non ci sarebbe spazio per la paura. Solo così potreste godervi veramente la vita. La vita è piena di sorrisi. Questa è la soluzione che il Bhagavan suggerisce a tutti coloro che sono tristi nonostante siano su un cammino spirituale.
Un'altra vota Swami ha toccato altri due punti. E' colpa di tutta questa avidità, di tutta questa ingordigia, se gli uomini vogliono sempre di più e hanno troppi desideri. E' per soddisfare tutti questi desideri che ci riempiamo di tante responsabilità. Il nostro modo di pensare funziona così:
se ho molto, posso avere tutto. Con il denaro posso avere tutto. Non sono soddisfatto. Voglio molto di più e per questo devo assumere molte più responsabilità.
Invece "Minore è il bagaglio, maggiori sono le comodità, e sarà un piacere viaggiare." Questo è il giusto slogan. Se avete meno bagaglio il vostro viaggio diventa più confortevole. Il vostro viaggio sarà felice. Se avrete molti desideri, la intera vita sarà carica del peso di questo pesante bagaglio. Per questo motivo, state veramente scomodi. Vi sentite molto insicuri e la felicità sparisce completamente dalla vostra vita.
Mettete un tetto ai desideri, tenete sotto controllo i desideri. E' importante per essere felici, ve lo dice il Bhagavan.
Un'altra cosa che il Bhagavan ha detto è: Tutta questa infelicità dipende solo da voi .
Un giorno mentre stava parlando ai ragazzi, all'improvviso ha detto:"Ehi mister, alzati!" Là a Kodaikanal ha detto: "Ehi master, alzati!" In quel momento c'erano 6 professori presenti. Io mi sono prontamente alzato.
Egli mi ha guardato e ha detto: "Perché ti sei alzato?" (Anil) "Io sono un maestro (master)" (Swami) "Tu sei un maestro?" ed io " Sì " (Swami) "No, no, no tu non sei un maestro" Allora ho chiesto: " Ma allora Swami, chi sono io?"
(Swami):" E' un maestro colui che ha il controllo dei sensi. Chi non ha il controllo dei sensi è un mister. Tu sei un signore. Tu sei un mister e non certo un master, Anil Kumar." Allora ho detto: "Swami, nel senso che tu intendi, io non sono un maestro. Ma, dal punto di vista professionale, io sono un maestro che insegna ai ragazzi."
Ma Dio non volle lasciare le cose così non chiarite e ha detto:
"D'accordo!
Tu sei un insegnante. Se tu sei un maestro per virtù della tua professione, visto che qui ci sono altri sei professori, perché non si sono alzati?
Tu sei stato l'unico ad alzarsi." Allora ho detto per scusarmi: "Io sono il più anziano, Swami ed è questo il motivo per cui mi sono alzato"
Swami allora ha chiesto: " Come?" Ed io di rimando ho spiegato: "Questo è il 37° anno del mio servizio. Pertanto questo era un buon motivo per alzarsi."
Allora Egli ha chiesto ad uno dei professori "Quale è la tua età?" E l'uomo:
"51 anni". Senza che me lo chiedesse ho subito aggiunto: "Io ho 57 anni e il prossimo anno andrò in pensione. Per tanto mi sono alzato." Allora Egli ha chiuso l'argomento dicendo: "Appa! Che bella indicazione e che risposta hai dato! Ora puoi andare!"
Allora ricapitolando, noi ci sentiamo così perché vorremmo realizzare i desideri che abbiamo. Quindi tutto dipende da noi. Come dicevo prima, Egli stava parlando ai ragazzi:
"Ehi ragazzo. Come mister sei proprio a posto. Come mister sei maestro dei sensi. Sì. Tu stai bene adesso. Tu sei un maestro e sei un signore. Sei proprio uno scapolo. Tu stai parlando ai ragazzi. Tu sei uno scapolo.
Questo è bello. Ma molto presto ti sposerai. Sei abbastanza indipendente adesso e cammini dritto con due gambe. Una volta che sarai maritato avrai quattro gambe. Dovrai camminare orizzontalmente come fossi un animale. Con un figlio avrai sei gambe come uno scorpione. Con un altro figlio, avrai 8 gambe come uno scarafaggio. Man mano che avrai più gambe, il tuo passo diverrà più lento. Chi è responsabile di questo? Chi è responsabile di questo legame?
Chi si è scelto questo tipo di legame? Chi puoi biasimare? E' tutta colpa tua."
Quindi per la vostra miseria, per la vostra infelicità, per la vostra tristezza, siete voi gli unici responsabili. Nessun altro. Quindi tutti i desideri, tutti gli attaccamenti sono vostra responsabilità. Cercate di comprendere bene questo punto. Non biasimate Dio per ogni ragione.
Il Bhagavan ha poi aggiunto che molti di noi si sentono tristi, molti di noi, la maggior parte, indipendentemente da dove sono e che momento é.
La maggior parte si sente triste. Perché? Il Bhagavan, psicologo tra gli psicologi, ha spiegato questo fatto, dicendo che esistono due ragioni:
Siamo tristi perché pensiamo sempre al passato: quindici anni fa, ho perso migliaia di rupie... e adesso piango. Dieci anni fa, non mi hai preparato una buona colazione, ed oggi ti biasimo per questo. Lo scorso anno non hai risposto alle mie domande... e per questo oggi non voglio più guardarti in faccia. Sono solo esempi, ma come questi ci sono molti problemi, molti conflitti, molte delle nostre battaglie interne, molte incomprensioni e sono tutti dovuti al continuo rinvangare il passato. State sempre pensando al passato. Questo o quello, questo o quell'altro.
Un marito rinfaccia alla moglie: "Tuo padre non mi ha dato il giusto abito per il matrimonio." E pensare che adesso ha già dei nipoti. Perché il marito sta rimproverando solo ora il povero padre morto che dovrebbe avere già trovato un posto in qualche altro piano? E allora la moglie risponde:
"Tua madre non mi ha trattato bene la prima volta che ho messo piede in casa tua, 40 anni fa, quando dovevamo sposarci". La suocera è già morta da 15 anni.
Come può il povero diavolo aiutarla in questa situazione?! Con tutti questi malintesi si combatte per il passato.
Dimenticate, vi prego, il passato. Il passato è passato. Parlando realisticamente, se Swami considerasse il passato, io sono sicuro, l'intera Prashanti Nilayam sarebbe vuota. Ma egli ci ha dato una specie di assegno in bianco. OK! Il passato è passato. OK! Non pensiamoci più. Da adesso in poi, cercate di condurre una buona vita. Ogni volta Egli ci dà un assegno in bianco, ma noi continuiamo ad essere ciò che siamo. Una volta, essendo di buon umore dissi: "Swami, è tutta una questione di competizione tra Dio e il devoto, tra Dio e l'uomo, l'uomo ha vinto su Dio. Perché? Dio ha avuto ben 10 nascite, 10 Avatar per correggere l'uomo. Ha miseramente fallito perché continuiamo ad essere messi molto male. Hai avuto ben 10 possibilità per correggerci, ma hai fallito! Hai avuto ben 10 possibilità per correggeci come Avatar, ma hai miseramente fallito!"
Così, questa è la nostra vita. La nostra vita non sta nel comprendere le ragioni, ma nel rinvangare il passato. Che possiamo fare? Siamo senza speranza. Il passato è passato. Più avanti il Bhagavan ha detto:
"Avete fatto molta strada. Avete camminato per tutta la vostra vita. Non è necessario che guardiate indietro perché avete già percorso quella via.
A che serve guardare indietro? Quel tempo non esiste più. Il passato non può essere recuperato. Non potete riviverlo di nuovo. Quindi la ragione della vostra tristezza sta nel rinvangare continuamente il passato.
La seconda ragione della nostra infelicità riguarda il futuro. Tra cinquanta anni, quando sarò vecchio e solo, che succederà? Nulla perché il mondo non avrà perso nulla. Celebrerà se avremo dato un calcio al secchio. Spreco di cibo, questo è tutto! Che cosa accadrà nel mondo se muoio? Staranno più comodi. Noi pensiamo al futuro in questi termini: che le succederà se io muoio? Essa sarà più felice perché quest'uomo, che era una noia, se n'è andato. Oggi non può dirlo ad alta voce. Più tardi se questo essere potesse sentirla dopo avere raggiunto altri piani, vedrebbe come essa è felice, com'è felice senza di lui.
In questo modo valutiamo il futuro. Cerchiamo di accumulare denaro e poi ancora denaro, pensando che possa salvarci dalla morte. Osho disse:
"L'amore per il denaro è paura della morte." Che bell'insegnamento! L'uomo pensa di potersi salvare dalla morte con il denaro. Ma il denaro serve a quelli che restano, non a chi se ne va. Per cui accumuli denaro e poi un giorno te ne vai. I suoi eredi saranno contenti. Per questi motivi quando pensiamo al futuro siamo sempre molto preoccupati. E per questo non ci godiamo adeguatamente il presente.
Allora amici miei, il Bhagavan ha detto che la maggior parte delle miserie e delle preoccupazioni e dei dispiaceri dipendono dal fatto che pensiamo al passato e ci preoccupiamo per il futuro. Cerchiamo invece di vivere il presente. Bhagavan ha detto: Nel passato c'era un albero. Nel futuro ci sarà un albero. Attualmente è un seme. Il presente seme è uscito dall'albero del passato. Il presente seme sarà un albero nel futuro. Così il passato e il futuro sono alberi, mentre nel presente c'è solo il seme. Pertanto il presente è il risultato del passato e le fondamenta del futuro. Quindi, non è un semplice presente. Esso è onnipresente come il Bhagavan spiega ripetutamente.
Tempo fa a Kodaikanal ci fu una discussione. Durante questa discussione Swami ha ricordato una storia. Il rajah di Jamnagar era un ardente devoto del Bhagavan. Egli venne a trovarLo e il Bhagavan gli disse: "Molto bene, rajah. Vai pure a casa. Torna a Jamnagar. Io verrò a trovarti."
Il rajah se n'andò, ma dopo alcuni mesi, ebbe un grave attacco di cuore.
Poiché era il rajah, re di quella zona, lo visitarono ben 13 medici.
Tutto questo è stato raccontato da Swami a Delhi. Swami stesso ha detto:
"Tredici dottori l'hanno visto e l'hanno dichiarato morto." Ma improvvisamente il corpo si alzò ed egli iniziò a parlare come se Swami fosse stato presente, seduto lì vicino a lui: "Oh Bhagavan, sei venuto? Mi avevi promesso che saresti venuto qui. Sono così felice che tu sia qui. Avevi detto: Vai pure a Jamnagar, Io verrò lì. Hai mantenuto la tua promessa."
Egli si mise a parlare in questa maniera. Forti d'animo, i medici non se la diedero a gambe. Normalmente se un morto si mette a parlare, tutti fuggirebbero. Provate ad immaginarvi nella stessa situazione. Poiché c'era una grande folla, i dottori e gli altri presenti rimasero stupefatti.
Poi improvvisamente il corpo cadde giù. In quel preciso momento al palazzo fu recapitato un telegramma del Bhagavan dove c'era scritto: "Il rajah ha raggiunto i miei piedi di loto, si è immerso in Me, è arrivato qui."
Questo è stato il telegramma di Swami.
Sinceramente parlando, disse Swami, se vuoi ridere, se hai attaccamenti, non devi lasciare liberamente questo corpo divino. Lo spirito verrà a Me, e mi circonderà.
Ancora oggi sembra che la madre di Bhagavan, Ishvaramma, visiti Prashanti Nilayam. Spesso Egli ci racconta cosa succede qualche volta e che cosa Ella Gli dice.
Una volta, abbandonandosi un poco, Swami ha raccontato quanto segue (Anil ha aggiunto di non sapere se poteva dividere con noi questa esperienza, ma che comunque se ne assumeva la responsabilità come fa molto spesso). Ecco allora quel che accadde:
Sentendosi molto libero da queste parti, indossava il suo Dhoti. (Anil mostra la sua cintura). Improvvisamente Swami ha detto ai ragazzi: "
Ragazzi, voglio una cintura. Qualcuno vuole darmi una cintura?" (per tenere il dhoti più aderente). I ragazzi lo presero alla lettera. La mattina dopo Gli sono state portate alcune cinture. Una da Singapore, una da Bombay e una da Delhi. Ma, tra la sorpresa di tutti, quella mattina Swami esclamò:
"Che disgusto! Davvero pensate che io volessi una cintura come queste? Che schifo! Portatele via!".
Quella notte la madre Ishvaramma venne a Prashanti Nilayam. Entrò direttamente nella Sua camera. I ragazzi che erano seduti fuori della stanza di Bhagavan poterono ascoltare il loro dialogo. Essi socchiusero leggermente la porta della stanza di Swami e videro Ishvaramma e Swami che conversavano tra di loro.
Madre Isvaramma diceva a Swami: "Swami una volta tu mi hai dato molti gioielli. Ho saputo che questi gioielli avrebbero dovuto esserti restituiti dopo la mia morte. In quel giorni il mio corpo è stato bruciato con tutti i gioielli. Io però ho ancora quella catena d'oro che tu, Swami, una volta mi desti. Perché vuoi altre cinture? Disgustose! Prendi questa catena e usala come cintura. Sarà abbastanza stretta."
Così dicendo ha dato la sua catena d'oro al Bhagavan. Era perfettamente della misura necessaria per Lui. Allora Egli ha dato quella catena a un ragazzo che era lì, e poi ha detto a Ishvaramma: " Perché ti sei presentata in questo modo? I ragazzi hanno paura di te! Vattene ora." Ed essa se ne andò via. Allora Swami ha chiesto: "Ragazzo porta qui quella catena" Il ragazzo gliela portò ed Egli la mostrò a tutti.
Attraverso questa storia Swami ha spiegato che, se avete un intenso Amore per la gente, anche dopo avere lasciato il corpo, lo spirito e l'anima possono ancora intrattenersi, muovendosi intorno alle persone che sono state più amate.
Ha raccontato un'altra storia che riguarda Isvaramma. Un giorno essa venne a trovarLo ed i ragazzi poterono udire la loro conversazione dopo avere socchiuso la porta: "Swami, tu hai costruito un bellissimo ospedale.
Ora però mi sembra che tu sia dimagrito un po' troppo. Perché non ti fai un bel controllo generale della salute? Perché non ti fai un bel check-up?"
"Con tutte le migliaia di persone che stanno aspettando!", disse Lui, "Easwaramma non chiedermi questa cosa. Se continui a parlarmi così, non ti permetterò più di venirmi a trovare. Niente mi può accadere. Vai!" "Non me ne andrò, Swami, se prima non mi prometti che farai il tuo controllo". Swami allora disse:" OK! Che altro debbo fare? Siamo debitori verso chi ci serve."
Tutto bene! Dopo alcuni giorni mandò a chiamare il dottore. Questi portò alcuni apparecchi e controllò Swami, per dirla con Swami. "Essi hanno tutti dichiarato che Swami è in perfetta forma fisica. Tutto normale. I dottori sono rimasti sorpresi a vedere le condizioni di Swami a 74 anni! Ma questo è il corpo Divino. Non è un corpo umano. Non è un corpo come i vostri, niente a che vedere con il vostro o con il mio corpo. No, è il corpo Divino, così forte, così forte. Questo disse Swami suscitando l'ilarità generale.
Ishvaramma si fece viva anche in un'altra occasione e disse: " Swami, ho una richiesta da farti." (Swami) "Ehi, vieni qui sempre con delle richieste.
Continui ad andare e venire." "Ti prego, Swami. Va bene. Questa sarà l'ultima volta che ti chiedo qualche cosa." "Qual è la tua richiesta?"
"Tu sei solito accettare fazzoletti da chiunque. Non farlo, ti prego, perché la gente di questo secolo, la gente dei nostri giorni, è gente cattiva, pericolosa. Possono mettere del veleno nei fazzoletti che potrebbe danneggiarti. Per favore non farlo più."
Allora Egli ha detto: "Mamma, che è questo? Nessun veleno può danneggiarmi!
Niente di niente mi accadrà. Te lo sto dicendo!" "No Swami, io non me ne andrò di qui se prima non mi prometterai di non prendere più fazzoletti da estranei." Al solo scopo di farla uscire dalla stanza, Swami disse: "Va bene; non prenderò più fazzoletti da estranei. Li accetterò solo dagli studenti".
C'è un'altra storia che Swami ha raccontato e che riguarda il Suo padre fisico e la richiesta che questi Gli aveva fatto un giorno. Egli implorò Swami: "Molto presto io morirò. Prepara qualche dolce. Ho anche portato con me cento rupie. Quando verrà il momento, cambiale e distribuisci gli spiccioli in modo che il corpo sia portato in processione. Perché?
Perché io ho un negozio di provviste qui. Quando venivano i clienti a comprare qualche provvista io potrei aver dimenticato di dare loro qualche resto. Non voglio lasciare il corpo con dei debiti. No, azzera tutti i miei debiti. Non voglio dovere niente a nessuno. Quindi, Swami, fa in modo che le monete vengano distribuite."
Questo è quanto disse il padre di Swami. Baba gli disse: "Non preoccuparti, mi occuperò io di tutto questo." Egli morì lo stesso giorno e le monete furono distribuite così come aveva richiesto e un piatto dolce fu preparato la mattina presto. Swami ha dichiarato che Suo padre poté avere una premonizione della propria morte solo perché Egli era il padre di questo Divino Corpo fisico. Per questo motivo egli poté conoscere quando la morte si stava avvicinando.
Il Bhagavan ha fatto riferimento anche a Suo nonno. Il nonno era solito andare a trovare Swami la mattina molto presto, verso le quattro. Egli giungeva con molta calma e silenziosamente prima dell'alba, verso le quattro. Swami, il povero ragazzo, il piccolo fanciullo, con il Suo lenzuolo che lo copriva dalla testa ai piedi, cercava di coprirsi sempre di più quando si accorgeva che il nonno si stava avvicinando. Si copriva per far sì che il nonno non scorgesse i suoi piedi. Ma il nonno si avvicinava lentamente e, nonostante lo sforzo di Swami per nascondere i suoi piedi, egli alzava il lenzuolo e toccava i piedi di loto. Ogni mattina, prima di andarsene, voleva fare Padnamaskara. Questa era la sua usanza.
Una volta il nonno disse: "Baba, la mia ultima preghiera: io voglio che tu esaudisca la mia ultima preghiera." Baba disse: "Che vuoi?" E il nonno:
"Vorrei che tu sia accanto al mio letto nel momento che io esalerò l'ultimo respiro. Quando verrà quel momento vorrei che tu sia vicino a me."
Un giorno Swami si mosse per andare al vecchio mandir attraversando il villaggio. Il nonno lo vide e immediatamente chiamò la madre Ishvaramma, sua nuora e disse: "Oh, Swami sta venendo, la mia fine è prossima; sto per morire." Ella allora disse: "Cosa dici mai, nonno? Tu hai 112 anni, perché mai dici che stai per morire? Tu sei così forte!" E il nonno: "No, Swami ha detto che sarebbe stato qui quando la mia fine fosse stata vicina. Ecco perché sto morendo." "Allora, che cosa devo fare?" chiese Ishvaramma. E il nonno: "Prendi un poco di acqua e una foglia di tulsi e tienile pronte."
Poi Swami si avvicinò lentamente e mise la testa di suo nonno sul suo grembo. Il nonno cominciò a guardare Swami, il quale gli fece bere alcuni cucchiai d'acqua con il tulsi. Guardando Swami e pregandolo egli esalò l'ultimo respiro. Così il Bhagavan ha raccontato la morte di suo nonno.
Questa storia ha esortato altri devoti che volevano conoscere qualcosa di più sulla vita dopo la morte a porre a Swami questa domanda: "Swami, cosa accadrà dopo la morte?" Un'altra persona ha chiesto: "Cosa accadrà allo spirito? Per quanto tempo resterà qui?"
"Io sono molto imbarazzato a dirvelo onestamente. Qui ci sono fanciulli molto giovani che hanno ancora una lunga vita davanti. Io penso che questi giovani fanciulli che hanno tanta vita davanti a loro, non avrebbero grande piacere ad ascoltare un argomento del genere.
Io dissi prontamente: "Swami, un'umile preghiera." "Che c'è?" "Non ti facciamo domande su questo punto. Che cosa dobbiamo imparare sulla morte.
Non c'è nulla da dire: se la vita dopo la morte è interessante, bene.
Io non so essere di grande aiuto nella situazione attuale, non riesco ad essere molto felice adesso. Anche se potrò essere felice nell'aldilà, i miei debiti e prestiti presenti non sono stati saldati. Il mio problema attuale non è stato risolto. E d'altronde, se io non sarò felice dopo la morte, perché dovrei incominciare a preoccuparmi da adesso? Perché? Non è necessario!
Felice o infelice che sia la vita dopo la morte, perché dovrei incominciare a preoccuparmene fin d'ora? D'altro canto, noi oggi siamo molto felici nel guardarti e nel parlarti. Siamo estremamente felici di starti vicino e di ascoltare il tuo messaggio. Poiché quindi è il momento del pranzo, andiamo!
Egli apprezzò immediatamente ciò che avevo detto: "Ciò che ha detto è vero.
Perché volete conoscere ora tutto sulla vita dopo la morte, perdendo l'attuale stato di Grazia? La possibilità che avete adesso è una possibilità d'oro. Essere in compagnia di Dio è la cosa più preziosa e veramente molto stimolante. Perché vi preoccupate della vita dopo la morte? Perché vi preoccupate di tutto ciò? Adesso è l'opportunità d'oro."
Così, miei cari amici, la tristezza è qui in noi perché ci preoccupiamo del futuro e del passato. Allora il Bhagavan ha dato un piccolo esempio.
"Quando sollevate un oggetto pesante, questo cadrà per terra. Ma se è cotone volerà in alto a causa della sua leggerezza.
Così, allo stesso modo, man mano che voi diventate più leggeri, dopo aver eseguito i vostri doveri, come vi è richiesto di tanto in tanto, azzerando tutte le responsabilità, dopo l'età di 50 anni, allora potrete godervi la vita. Se una signora vuole iniziare un nuovo lavoro all'età di 60 anni e un uomo vuole sposarsi all'età di 70, noi non possiamo farci nulla."
Ricapitolando, dopo i 50 anni, si dovrebbe essere liberi da ogni responsabilità, come suggerisce il Bhagavan. Tutta la vita dovrebbe essere leggera come un pezzo di cotone in modo da poter volare alto. Non dovreste essere un peso morto, in modo da pesare sugli altri. Questo è il segreto per essere felici.
Questa mattina voglio portare alla vostra attenzione una bella domanda posta a Swami. Mi rivolgo in particolare ai più giovani, che potranno trarre profitto ascoltandola. "Swami, molti scienziati denigrano Dio. Molti scienziati non sono per Dio o per la religione o per la spiritualità.
Essi pensano che questa vita sia l'unica realtà. La vita è così piena di comfort, cose belle e straordinarie, c'è tanto lavoro, musica e cose divertenti!
Questa è la loro idea della realtà della vita. Così essi non accettano il vero concetto di Dio. Allora, la domanda è: "La scienza e la spiritualità sono complementari o contradditorie? Sono esse il complemento l'una dell'altra oppure la negazione o l'opposto l'una dell'altra?" Questa è la domanda che Gli fu posta alla presenza di molte persone di scienze.
Ah, meravigliosa la risposta! "Ricordate, la scienza parla di questo.
La spiritualità parla di quello. La spiritualità parla di Tat, (Quello), mentre la scienza parla di Tvam (questo). La scienza parla della materia. La spiritualità parla dell'Atma, lo Spirito, lo Spirito che c'è al di là della materia. La scienza si riferisce al corpo fisico, ai 5 elementi e al mondo.
La spiritualità parla di qualcosa che è al di là, qualcosa di trascendentale. I limiti della scienza sono nel corpo e nella mente. La spiritualità trascende la mente, il corpo e l'intelletto. La scienza è sotto i sensi, la spiritualità è oltre i sensi. La scienza è una parte dell'amore, la spiritualità è lo spirito dell'amore."
Che straordinaria spiegazione! Che meravigliose frasi! Nessuna di queste è mia. Vi prego, siatene convinti, credetemi. "La scienza è parte dell'amore, mentre la spiritualità è lo spirito dell'amore. La scienza si riferisce a questo mondo, la spiritualità parla di un altro mondo. La scienza parla dei 5 elementi, mentre la spiritualità va al di là. La scienza ha un inizio, ma non sa come terminare."
Un semplice esempio. Uno scienziato può inventare una bomba atomica.
Una volta che questa è esplosa, non si può più ritirare. Quindi, la scienza sa come procedere ma non sa come cancellare. Uno scienziato (scientist) dovrebbe essere un "Saintist". Uno scienziato dovrebbe essere un santo, significando che la scienza è qualcosa come la lettera 'C' . Inizia da un punto e termina spezzandosi prima di chiudersi. Mentre la spiritualità è come la lettera "O". Parte da un punto che poi raggiunge ancora. E' olistica, è totale, completa, mentre la scienza è incompleta.
"La scienza divide mentre la spiritualità unisce. La scienza è diversità. La spiritualità è unità." In questo modo il Bhagavan ha spiegato la differenza tra la scienza e la spiritualità. Come queste ci sono ancora molte domande che sono state poste al Bhagavan, ed alle quali ha risposto.
Prossimamente ve le proporrò, ma poi molto presto verrà pubblicato il libro. Molto presto perché io desidero che le cose vengano servite fin che sono ancora calde dal forno come io faccio spesso. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione.
Anil Kumar ha chiuso la riunione cantando " Sai Narayana, Narayana" seguito dall Asatoma e Loka Samasta.