Sul Dualismo

Oggi Anil Kumar ha continuato a narrare storie relative ad incontri tra i devoti e Swami. Ha parlato di un recente episodio seguito ad una dichiarazione fatta da uno studioso sul dualismo. Nel dualismo si crede che Dio ed il devoto siano due entità ben distinte e separate. Il devoto non arriva mai ad immergersi in Dio. L'Unità tra essi non esiste. Nel Dualismo, quindi, Dio e l'individuo sono separati.

Quando lo speaker ebbe finito il suo discorso non era rimasto più il tempo necessario ad una sessione di domande e risposte atta a risolvere alcuni dubbi nati negli ascoltatori. Per questo motivo Anil Kumar pose la sua domanda a Swami durante il Darshan.

Bhagavan cominciò a fare domande sull'ospite che aveva parlato: "Chi è quel signore che ha parlato?" Noi riferimmo alcuni dei punti oggetto del discorso e Swami allora disse: "Si, si, molto bene, bene." Ma poiché alcune cose restavano poco chiare, Anil Kumar chiese a Swami alcune spiegazioni.
Swami come scherzando rispose: "Lo speaker è seduto laggiù. Vai e chiediglielo.
Perché non provi a chiedere spiegazione a lui?"

"Swami, lo speaker non ha avuto il tempo per chiarire i miei dubbi. Non ha tenuto nessun contraddittorio alla fine del discorso..... per questo mi sono rimasti dei dubbi."
Swami disse: "quali sono questi dubbi?"

"Il primo dubbio è questo: Lo speaker ha menzionato tre parole - argilla, vaso e vasaio - ma non ne ha spiegato il significato. Cos'è la creta?
Cos'è un vaso? E chi è un vasaio? Cosa c'entrano queste cose con il Vedanta del dualismo?" Questa fu la mia domanda.

Swami per tutta risposta disse: "Vieni ti porto da lui. Parlagli."
Poi Swami chiese: "Che altro non hai capito?"

"Swami, lo speaker ha detto che, secondo la filosofia dualistica, un devoto non si unirà mai con Dio. Egli sostiene che secondo questa scuola di pensiero, l'individuo non si identifica mai con Dio. Inoltre ha detto che dopo la morte, un devoto non rinascerà più."

E Swami disse: "E allora?"
"Swami, se un devoto non si unirà mai a Dio, se non rinascerà di nuovo, dove va a vivere? In sospensione? Dove si troverà? Un pò qui ed un pò la?
Veramente io non ci capisco più nula."

E Swami: " Ma tuttavia tu sei qui!"

"Il mio terzo dubbio è questo: l'oratore ha pronunciato la parola 'sakshi' che significa testimone. Egli non ha spiegato chi è il testimone. Chi è il testimone in me? Cosa si intende per testimone? - poi conclusi - Questi sono i miei tre dubbi."
Con grandissima compassione Swami ha chiarito questi dubbi, e io voglio dividere con voi le Sue risposte ma in ordine diverso da come sono state poste le domande. Bhagavan ha chiarito queste cose senza ombra di dubbio e voi non avrete più dubbi su questi argomenti. Credo che non avrete difficoltà a seguire ciò che dirò.

1. Sakshi

Swami ha spiegato il significato della parola 'Sakshi' in questa maniera:
'Sakshi' è il testimonio che si trova in ognuno di noi. Per Testimone bisogna intendere quella parte di noi che non viene influenzata dalla esperienza. Il Testimone è colui che sperimenta, fa esperienza. Ma Esperienza e Sperimentatore sono due entità ben distinte. Ciò che si vede e colui che vede sono entità completamente separate.

Analogamente, ascoltare e colui che ascolta sono separati. 'Sakshi' è quindi il Testimone che vive in Me, è colui che vede ben distinto da ciò che viene visto. Egli è colui che ascolta, ma non è la cosa ascoltata. Il Testimone è quindi Colui che fa esperienza in Me. Questo 'sperimentatore' è Divino e non viene assolutamente influenzato dagli alti e bassi della vita. Non è influenzato da nulla.

"Cosa volete dire quando dite 'Io soffro'? Perché non dite 'sperimento la sofferenza'? Mi piacciono le focacce, le ciambelle e cose simili. Mi piacciono i gelati e le bevande fresche. Come potete dire 'mi piacciono' ?
Che modo strano di esprimervi avete?"
"Queste non sono cose senza senso, ma c'è un profondo significato in tutto questo." Colui che sperimenta fa esperienza a causa della mente. In realtà é solo la mente che sperimenta.

Buone o cattive esperienze, lode o biasimo, profitto o perdite, esaltazione o frustrazione, orgoglio, ego, depressione - sono tutte esperienze della mente. Ma anche la mente funziona grazie al Testimone, Sakshi. Ci può essere una condizione nella quale la mente non funziona.

Un semplice esempio: Quando nella notte siete nel sonno profondo, quando non ci sono sogni, e niente altro, in quel momento c'è il Testimone. La mente è assente. E' uno stato di NO-MENTE. E' ciò che voi chiamate annullamento della mente o cancellazione della mente o assenza della mente.

Quindi é solo la mente che sperimenta. Quando il testimone è in compagnia di una mente che sta sperimentando, voi avete l'impressione che state sperimentando, ma in realtà il Testimone non sperimenta. E' solo il Testimone di diversi livelli di esperienza. E' la mente che è la causa di tutto, cioè la risposta ai diversi tipi di esperienza."

2. In Dio non c'é alcun Testimone. Egli è l'UNO-SENZA-SECONDO.

Poi Baba ha detto: "Io non ho testimone."
Proviamo a comprendere il senso di questa affermazione: Dio è il Testimone presente in ognuno. Il Testimone in voi, il testimone in me, il testimone in ogni individuo. Ma allora chi è il Testimone in Dio? Nessuno. Non c'è alcun 'Sakshi' nella Divinità - nessun testimone separato. Se Dio è il testimone in Me, Dio non ha altri testimoni.
Un altro punto: Dio è L'UNO-SENZA-SECONDO. Swami lo afferma spesso.
Quando Swami dice: "Dio è UNO", ed io traduco, immediatamente Swami mi corregge:
"Non due, non due. Solo UNO. Non due."

Perché egli dice: "Non due"? Egli lo sottolinea con insistenza perché noi sentiamo sempre la dualità. Ci sentiamo sempre divisi. Siamo frammentati, segmentati. .
Dio è il Testimone in ognuno di noi e non esiste altro testimone perché Egli è l'UNO-SENZA-SECONDO . Egli è il solo UNO-SENZA-SECONDO. E' un insegnamento semplice, innocente ma al tempo stesso molto profondo.

3. Argilla, vaso e vasaio

Poi guardò verso di me e riprese: "Qual è il secondo dubbio?"
Io ripetei:" Swami cos'è l'argilla, cos'è il vaso e chi è il vasaio?"

Swami disse: "L'argilla fa parte della natura o dei cinque elementi. Il vaso è l'individuo, cioè tutti noi. Noi veniamo dalla natura, il nostro corpo viene dalla terra. Dentro di esso c'è lo spazio, c'è il fuoco. Tutti e cinque gli elementi sono presenti in ognuno di noi. Pertanto noi siamo fatti anche di fango, di natura e dopo la morte ogni cosa verrà restituita alla natura.

Un vaso è fatto di argilla. Un vaso che userete per anni ed anni.
Quando il vaso cade si rompe in mille pezzi e di nuovo diventa argilla. Poi di nuovo diventa vaso e una volta rotto, ridiventa argilla...... Questo è il significato di nascita e rinascita. Nascita e ciclo della morte. Si ripete in continuazione: argilla-vaso, vaso-argilla."

"Swami, ma quando finisce tutto questo?"
E Swami: "Il vaso ha il nome di vaso. Questo vaso ha una sua forma, delle dimensioni. Questo vaso ha un tempo di vita, un periodo di esistenza che va dal momento in cui viene fatto al momento della sua rottura; qualcosa di simile alla nascita e alla morte. La vita è un intervallo di tempo tra la nascita e la morte. Quando una volta il vaso perde nome e forma, significa che ha iniziato il viaggio verso il vasaio (Il Creatore, Dio, il Divino).

Questo vuol dire che l'uomo diventa Uno con Dio, Advaita, incorporato, Moksha, Nirvana, liberato, senza più nascita o morte, immortale. Questa immortalità è possibile solo abbandonando nome e forma, in modo che il vaso divenga Uno con il vasaio. Fino a che rimane nello stato in cui ha nome e forma continuerà a ridiventare vaso. Fino a che esistono quindi 'nama e rupa' il vaso viaggia verso l'argilla, verso la natura, nel ciclo di vita e di morte.

4. Identificarsi con il Divino è necessario per diventare UNO

L'ultima domanda è stata questa:
"Bhagavan, quando non c'è unificazione con il Divino e l'individuo non è ancora rinato, cosa succede di lui, dove si trova secondo la filosofia dualistica? "

Bhagavan ha risposto: "C'è un momento in cui non c'è ancora evoluzione.
L'individuo non va verso la natura e non va verso Dio. E' indeciso. Ha ancora bisogno di consapevolezza. Deve ancora trovare questo senso di identità con il Divino. Il momento in cui avrà questa consapevolezza allora si fonderà in Dio. "

Poi ha così chiuso l'argomento: "Perché vi preoccupate di queste cose?
Perché mi fate queste domande. Lasciate che me ne occupi Io."
"Huh? Sei stato pazientemente ad ascoltarmi per tanto tempo e ora dici che sono uno sciocco per averti fatto queste domande?" ho borbottato.
Allora Swami ha detto, " Secondo la mia opinione.........."

(II) Sulla umiltà di Bhagavan

Guardate l'umiltà di Swami. Se dovete imparare l'umiltà allora dovete imparare da Bhagavan. Swami dice sempre: 'Io penso...', 'Secondo me...', 'E' mia opinione...' e questo è rispetto nei confronti dell'individuo. E' rispetto per chi Lo ascolta. Perché? Egli è presente in voi. Per cui quando dice, 'con tutto il rispetto...' Egli sta rispettando Se stesso. Se ha tanta considerazione verso di voi è perché ha considerazione di Se stesso, perché trova Se stesso in voi. Se noi non troviamo noi stessi in Lui è solo perché abbiamo le nostre personali preferenze e abbiamo fatto le nostre scelte.
Egli trova Se stesso in tutti noi. E' così premuroso!

(III) Le tre scuole di Filosofia sono tre passi complementari

"Secondo me le tre scuole di filosofia - dualismo (dvaita), non-dualismo qualificato, e non-dualismo (advaita) - sono solo tre passi obbligati, uno propedeutico all'altro." Ha dichiarato Swami.
Ma attualmente nella società, un sistema sta combattendo contro l'altro.
Questi tre sistemi non si incontreranno mai. Se un uomo guarda in faccia un altro uomo di una scuola di filosofia diversa immediatamente si insospettisce, perché non è cosa buona guardarlo in faccia! I tre si considerano separati, ma Bhagavan invece dice: "Un sistema porta all'altro.
Uno integra l'altro. Uno è il seguito dell'altro. Uno è la causa, l'altro è l'effetto .

(IV) Fiore - Frutto immaturo - Frutto maturo

Poi Swami ha voluto regalarci questo semplice esempio: "un fiore diventa un frutto immaturo, e il frutto immaturo diventa successivamente un frutto maturo. Tre passi: fiore, frutto immaturo e frutto maturo, pieno di dolce succo. Se non ci fossero i frutti immaturi, non potreste avere frutti maturi. Se non ci fosse il fiore non potreste ottenere nulla. Allo stesso modo è il dualismo che porta al non-dualismo qualificato, e questo a sua volta al non-dualismo. Tutte tre insieme sono uno.
"Swami che meravigliosa armonia c'é in tutto questo! Che integrazione!
Che meravigliosa sequenza di eventi!"
Questo è ciò che Swami ha detto: "le cose non sono confuse, le cose sono complementari e mai contraddittorie." Questo è ciò che dobbiamo comprendere.
Le cose non sono mai contraddittorie. Le cose, nell'ottica di Bhagavan sono sempre complementari.