L'attesa è un fatto spirituale

Tra tutti i mali che affliggono l'uomo, l'orgoglio è il principale.
L'orgoglio è il primo e principale nemico di ogni aspirante spirituale.
Esso porta alla rovina e alla completa disfatta qualunque ricercatore spirituale.
Tra tutti i nemici, l'orgoglio è quindi il numero uno! Gli altri nemici seguono in rapida successione, ma se noi non permettiamo di crescere al primo nemico, saremo salvi anche da tutti gli altri. Dobbiamo essere quindi estremamente prudenti riguardo a questo primo nemico, l'orgoglio.

Amici miei, un miracolo accade nella nostra vita quando entriamo nella dimora del Signore. Quando veniamo qui a conoscere Dio, a conoscere Bhagavan avviene un miracolo nella nostra vita. Quando siamo disperati, senza più speranza, quando nessuno è pronto ad aiutarci, a salvarci o a darci rifugio, in quel preciso momento accade il miracolo. Questo non avviene mai per caso, ma nasconde un preciso scopo e servirà a farci giungere nella parte più intima della Divinità.

Il miracolo è la porta di accesso, è il cancello principale. Non è l'inizio o la fine di tutto e non possiamo aspettarci che i miracoli avvengano nel corso di tutta la nostra vita. Se questo accadesse, se fossimo sempre protetti da ogni calamità, se fosse possibile prevenire la morte, e se ogni avversità potesse essere fatta scomparire, questo vorrebbe dire che la Legge di Natura non viene rispettata. Il Creatore può non seguire le regole della sua stessa creazione. Egli potrebbe intromettersi, potrebbe gestire o manipolare o interferire con la sua Divina Legge, ma non vuole farlo.

Pertanto, amici miei spero che vi sia ben chiaro che un miracolo é solo la via di accesso alla casa della Divinità. Tutte le altre cose, tutte le cose più preziose della vita accadono giorno dopo giorno, lentamente, quando seguiamo i Suoi insegnamenti. Più seguiamo i suoi insegnamenti, più la nostra vita sarà costellata di preziosi avvenimenti.

Molta gente dice spesso, lamentandosi :" Signore, all'inizio di questa storia ho avuto una meravigliosa esperienza, ma adesso non sto più avendo nulla." Ciò che accade all'inizio, accade per Sua volontà, per la Sua Grazia. Più avanti invece è necessario sforzarsi. Per questo i successivi accadimenti ed esperienze sono conseguenti solo ai vostri sforzi.

Ma il più grande dei miracoli è il nostro atteggiamento, e non qualche bene inaspettato o qualche tesoro in denaro che dovesse giungerci all'improvviso.
Questo non è un grande miracolo. C'è molta gente che riesce a ottenere un sacco di soldi, ma questo non è un miracolo. Il miracolo è il nostro atteggiamento nei confronti della vita, la nostra attitudine, il genere di relazioni che sappiamo stabilire, la nostra equanimità, il nostro rispetto per gli altri. Questo è il grande miracolo.

Noi non siamo agitati. Non siamo confusi e non siamo persi dietro a certe cose che avremmo potuto fare se non fossimo stati devoti, ma che in realtà ci avrebbero solo frustrato. Ma ogni più semplice cosa potrebbe agitarci.
Ogni situazione inaspettata potrebbe disturbare in modo del tutto naturale la pace della nostra mente. Ma essendo venuti da Bhagavan, abbiamo imparato come accettare le cose, come riceverle.
Noi non ci ribelliamo, né tanto meno ci vendichiamo. Non reagiamo e non cerchiamo alcuna rivincita- Abbiamo sviluppato giorno dopo giorno lo spirito o la attitudine all'accettazione. Questo è il più grande miracolo!
Accettare ogni situazione con gioia e felicità, con preparazione, incondizionatamente.
Questo è il grandissimo miracolo di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Prima di entrare nei dettagli dell'argomento del giorno, voglio richiamare la vostra attenzione su un altro punto. Noi non sappiamo mai con certezza se Swami ci guarda o meno. Egli potrebbe non guardarci e noi non siano mai sufficientemente sicuri se ci prenderà una lettera oppure no. Noi non siamo mai sicuri se ci chiamerà in intervista oppure no. Ma di una cosa siamo sicuri - ASPETTARE e ASPETTARE. Quando provo ad essere abbastanza svelto e faccio in modo da occupare la prima fila, oppure riesco a mettermi in un posto vantaggioso e poi provo a mostrarGli la lettera che vorrei consegnargli, il buon Signore preferisce dire: " Wait, wait "

Quando abbiamo disperatamente bisogno di Lui, quando ci serve assolutamente la Sua guida, se solo troviamo il coraggio di sollevarci per parlarGli, la Divina risposta è quasi sempre :" Wait, wait" Questo 'Wait 'è una cosa che ci aspettiamo. Ma allora cosa significa questo 'Wait"? Come vogliamo chiamare questo evento? Lasciate che io vi dica poche parole su questo argomento perché ciò che ho da dirvi è molto importante ed interessante.

Quando Swami vuole che noi aspettiamo, cosa vuole dirci con le sue parole 'Wait. Wait' ? Forse qualcosa come 'aspettare un lavoro?' Questa attesa che Swami ci chiede è forse come l'attesa in un aeroporto per prendere un volo?
Si deve sempre attendere il prossimo volo, sia che sia per Detroit o St. Louis e New York. SI! Bisogna attendere il volo quando si va all'aeroporto.
Ma l'attesa che ci chiede Baba è di ben altra natura.

Prendere il prossimo treno, aspettarlo sulla piattaforma. Si tratta forse di qualcosa del genere? Niente di questo genere. Io aspetto una promozione, aspetto un' udienza con qualcuno. Ancora niente di tutto questo. Ma allora cosa è questo 'Wait'? Cosa significa questo 'wait'? Perché Bhagavan lo usa tanto spesso e praticamente con tutti. Se a qualcuno non lo dice, significa che c'è qualche cosa che non va. Significa che c'è qualcosa che non va in quella persona, non in Swami!

Quindi dovremmo essere felici se sentiamo dirci le parole 'wait, wait'.
Dovremmo essere veramente felici Dovremmo considerare questo fatto come una cosa positiva. Di fatto 'Wait' è positivo. Non c'è niente di negativo.
Alcune volte siamo depressi, altre volte di cattivo umore. Alcune volte siamo indignati, soprattutto quando chi é vicino a noi viene chiamato in intervista! Sono più numerose le volte in cui ciò accade di quelle in cui non accade, soprattutto quando qualcuno che non ci sta troppo simpatico ottiene l'intervista e la pressione del sangue va alle stelle.

Allora questa attitudine, questo saper aspettare è un miracolo. Quando Bhagavan dice: "Wait. Wait!" è un fatto positivo. Bhagavan è sempre positivo. E' il nostro corpo ad essere negativo, i nostri sensi sono negativi. La nostra mente è negativa, come pure l'intelletto. Ma la Divinità che è dentro di noi è sempre positiva, e questa Divinità sempre positiva è lo stesso Bhagavan. Allora è quel Bhagavan, Divino, che è in me e che è tutto positivo, che mi dice di aspettare, ripetendo 'Wait, Wait".

Se le cose stanno così, come potrebbe essere negativa questa forma di attesa? Impossibile !! Ogni gioiello, ogni ornamento, fatto dall'oro è anche esso d'oro. Ogni vaso fatto dalla creta è di creta. La stessa regola si applica anche qui. Il nostro Dio, che è sempre positivo, ci dice di aspettare. Questo vuol dire che aspettare è un fatto positivo. Credo di essere stato chiaro.

Normalmente sentiamo in maniera sbagliata perché la nostra mente è negativa.
Siccome la nostra mente è negativa, essa vede l'attesa con ogni negatività e da questo nasce la paura e la sofferenza. Allora cerchiamo di apprendere da questo momento che l'attesa è un fatto positivo. Noi non vorremmo mai attendere perché siamo abituati a non aspettare. Pranzo veloce, cinque o dieci minuti al massimo. Caffè al volo! Intervista subito...liberazione istantanea (che altro si può volere al volo?). MA tutto ciò che si ottiene rapidamente, altrettanto rapidamente si perde. Tutto ciò che viene facilmente, se ne va molto più facilmente delle cose ottenute con più fatica. Quindi miei cari amici, impariamo che l'attesa ha un alto contenuto di spiritualità.

Terzo punto: L'attesa è disciplina. Molti di noi, che non sono abituati alla disciplina, si sentono irrequieti. 'Lasciatemi alzare, voglio andare a sedermi là, perché Swami probabilmente passerà da quelle parti. Oppure: 'Lasciatemi andare a parlare a una persona che ha avuto l'intervista in modo da carpirgli qualche segreto o meccanismo o qualche dinamica o tecnica su come si ottiene l'intervista.'

Noi parliamo con le altre persone o ci muoviamo continuamente perché non siamo capaci di aspettare. Quindi aspettare è una disciplina che richiede che noi stiamo seduti esattamente dove siamo, che pretende che noi restiamo li senza spostarci continuamente, indisturbati, imperturbabili.
L'attesa è positiva. L'attesa è spirituale. L'attesa è disciplina.

C'è ancora un quarto punto: Come dobbiamo attendere? Quanto a lungo dobbiamo attendere?" "Io ho atteso per circa vent' anni" "Capisco" .
Credo di avervelo detto un sacco di volte, ma non mi stanco mai di ripeterlo. Io ho atteso ben sette anni e durante questi sette anni, Bhagavan non mi ha mai rivolto neanche uno sguardo. Era come se io non esistessi, come fossi un vuoto, nulla. Questi sono i fatti! Io non sono letteralmente esistito per sette lunghissimi anni.

Ogni tanto Swami chiedeva a qualcuno vicino a me: "Tu alzati! Alzati!" come se io non esistessi assolutamente. Non mi ha mai guardato per sette anni. In più per quattro anni ha accuratamente evitato di passare vicino alla linea nella quale ero solito sedere. Tutti i miei vicini, tutti i miei amici si sono spostati perché Swami non veniva mai da quella parte. Ed è stato così per sette lunghissimi anni.

Questo genere di attesa non può essere misurata in termini di tempo.
Non dovremmo mai calcolare questo tipo di attesa in termini di tempo.
Quando qualcuno dice :" Ho atteso per sei mesi" oppure " Ho aspettato per due anni" oppure ancora " Io sono venuto qui negli ultimi sette anni, aspettando ogni volta per un mese intero. " significa che sta calcolando, sta misurando e valutando l'attesa in termini di tempo. Per questo molte volte ci prende il panico e ci sentiamo frustrati.

L'attesa non deve essere vista, misurata in termini di tempo, perché Dio è oltre il tempo. Dio è senza tempo. Il tempo è qualcosa costruito dalla mente. E' solo la mente che dice che ora sono le dieci e trenta. E' la mente che parla del tempo, di quanto resta, di quanto dura un film, di quando dovreste essere lì o di quando sarete libero. La mente è il tempo, il tempo è la mente. Ma Dio è al di là della mente. Per questo Dio è chiamato Achinthya: cinthya = pensiero, achinthya = al di là del pensiero.

Dio è Achinthya e cioè al di là del pensiero, al di là della mente.
Questo vuol dire che Dio è senza tempo. Dio è al di là del tempo. Pertanto frasi come " Sono qui che aspetto da mezzogiorno sotto il sole cocente....
Sono stato seduto fino alle sei di sera..." in questo contesto non si applicano.

Proprio come le rupie non hanno alcun valore in America dove ha corso legale il dollaro, in questo 'ufficio cambio di moneta spirituale' il tempo evolve attraverso i giorni, i mesi e gli anni. Ma questo non è valido nel mondo spirituale. Qui esistono due casse: La cassa per il mondi di tutti gli immigranti e la cassa che porta a Dio. Cancello 1 e cancello 2, potreste dire così.

Cancello 1 (il mondo) richiede l'uso del tempo, ma al cancello 2 (il Divino) non esiste più alcun fattore tempo. Siate quindi ben convinti di questo punto, che l'attesa qui non ha nulla a che vedere con il tempo.
Perché? Perché il tempo è un prodotto mentale. Dio è al di sopra del tempo.
Dio è senza tempo. Dio è il padrone del tempo.

Ma allora cosa é l'attesa? L'attesa in tutte le occasioni, dal punto di vista del mondo (cancello1) è qualcosa che viene misurato dal tempo.
Quando si prolunga è spiacevole. Supponiamo che io dica: " Vorrei incontrarti alle 10" Voi siete puntuali e cominciate ad attendere: 10,30... 11... 11,30...
State aspettando. Alle 12 dite: "Non posso attendere Anil Kumar più a lungo.
"Questo significa che da un punto di vista del mondo vi siete stancati di attendere."

Ma nella spiritualità, un prolungato periodo di attesa è alleviante, energetizzante, elevante, sublime ed estatico. Questo tipo di attesa è una danza, una musica. E' una melodia perché in questa attesa c'è gioia, beatitudine. In questa attesa c'è desiderio, languore. C'è l'aspettativa per quello che deve avvenire..... qualcosa come aspettare la persona amata.

Il marito è stato lontano dalla moglie, in qualche altro posto, per sei anni. Essa lo aspetta, lo aspetta, lo aspetta fino a quando finalmente torna. Essa non sente disgusto mentre attende. Quando una donna aspetta con disgusto, non sta aspettando. C'è qualcosa di sbagliato. Bisogna comprendere il motivo che determina quel sentimento. Chi ama aspetta il suo caro.
Noi aspettiamo con gioia chi ci sta vicino e i nostri cari. Quando Bhagavan è atteso per le 10, noi andiamo sul posto alle sei del mattino. La gente amante della luna ci va alle 5,30. Ma c'è anche gente che va in fila alle 4 o alle 4,30!!

Ma io non ho mai visto nessuno disgustato o scocciato o con una lunga faccia da olio di ricino o semplicemente stanco. No! Siamo tutti felici quando aspettiamo Bhagavan! Perché? Aspettiamo forse un volo nello stesso modo?
Via! Nessuno lo fa! Se dovete attendere anche solo un' ora, arrivate fino a sporgere querela verso qualcuno perché state perdendo il vostro tempo prezioso. Sareste anche capace di portarlo davanti al giudice!! Oppure lo denuncerete su Internet. "Quella compagnia aerea, è meglio evitarla perché è sempre in ritardo!"

Quindi in tutte queste situazioni veniamo disgustati, siamo dispiaciuti. Ci stanchiamo di aspettare. Ma aspettare Dio, è come sentire un brivido.
C'è eccitazione. Aspettare è un momento di gioia, è beatitudine, è una danza, è una musica melodiosa. Nel mondo materiale cosa facciamo per ingannare l'attesa? All'aeroporto o alla stazione cosa facciamo quando dobbiamo aspettare? Proviamo a andare alla libreria, o alla caffetteria e alla fine perfino dal lustrascarpe. Negli Usa ho visto gente che si sedeva rilassata su una sedia per far lucidare le proprie scarpe. Oh, è molto bello!
Questo è un buon modo di aspettare. Quindi si può aspettare andando alla caffetteria, chiedendo una Sprite o una 7-UP o qualunque altra cosa ci piaccia.

Ma nell'attesa spirituale, non si va in giro ovunque. Non ci si mette a chiacchierare con qualcuno. Non c'é bisogno di una bevanda fresca o calda.
Non c'é bisogno di nulla Si chiudono gli occhi e si riflette su noi stessi.
Si approfitta dell'attesa per riflettere su noi stessi. Questo significa che l'attesa è meditazione! Dopo aver chiuso gli occhi vogliamo restare soli con noi stessi. Non vogliamo più essere in mezzo alla folla.. Non vogliamo stare tra molte, molte persone. Non vogliamo essere disturbati.
Vogliamo essere soli, soli con noi stessi. Vogliamo riflettere e concentrarci su noi stessi. Vogliamo pensare a Dio. Leggere qualche libro della letteratura Sai. Questa è meditazione.

Quindi l'attesa è meditazione. L'attesa è beatitudine. L'attesa è spirituale, l'attesa è disciplina, è un momento di gioia. Dio vuole che noi siamo felici di attendere. Dio vuole che lo aspettiamo in estasi fino alla Sua apparizione. Ed Egli appare solo quando lo aspettiamo con gioia.

Una volta mi è successo di avere il muso lungo perché in quel momento ero totalmente infastidito, di pessimo umore, ed anche un po' frustrato.
Egli continuava a rivolgere la parola a tutti, meno che ad Anil Kumar, come se io fossi un pupazzo. Mi sentivo molto male, e la mia faccia mostrava tutto il mio malessere. Improvvisamente Baba si avvicina e mi chiede:"
Alzati!
Traduci ciò che sto per dire"

Molto bene. Ma cosa disse? Fece un discorso molto "sui generis". Ma con il chiaro scopo di mandare un messaggio. Cosa disse? "Dio non appare a coloro le cui facce sono molto serie. Dio non ama le facce da olio di ricino.
Dio non vuole girarsi e vedere intorno a lui facce troppo serie." Io pensai subito tra me e me: "O mio buon Signore! Potresti anche parlarmi direttamente. Perché generalizzi le cose in questo modo? Avresti potuto dirmi - Ridi, Anil -.

Poi ho pensato: "In questa sala non sono solo ma ci sono anche tanti altri e sicuramente c'è qualche altro con la faccia seria. Qualcuno può essere entrato nella zona pericolosa della serietà, della tensione e della rabbia.
E' sicuramente per prevenire queste cose che Swami ha fatto diventare pubblico il suo insegnamento."

Quindi quando noi aspettiamo senza più porre condizioni, quando aspettiamo felici, con gioia, proprio nel momento in cui non ci si rende più conto di stare aspettando, ecco che l'esperienza 'accade'! In un momento in cui non sapete più che state aspettando, quando ve lo siete scordato, in quel momento l'esperienza 'accade'. Badate bene non ho detto l'esperienza 'viene', ho detto l'esperienza 'accade'.

Tutte quelle esperienze che sono spirituali 'accadono' e non sono conseguenza di una azione. Tutte le cose umane si fanno, si realizzano attraverso delle azioni. Andare al college è una azione che io faccio.
Entrare in cucina e mangiare è un atto che si fa. Tutte le attività umane vengono fatte , sono conseguenze di nostre azioni. Ma le cose spirituali non vengono fatte, esse semplicemente 'accadono.'
Quindi l'esperienza spirituale accade quando scordiamo, quando siamo inconsapevoli, quando non ci rendiamo più conto che stiamo aspettando.
Improvvisamente ieri...... ma voglio raccontarvi l'ultima!

Uno dei miei colleghi è un ragazzo molto giovane, che è venuto al college otto anni fa. Swami per tutti questi otto anni non gli ha mai rivolto la parola e non è un periodo breve. Abbiamo comunque alcuni senior che hanno atteso anche 14 anni! Bene. Per otto anni non ha avuto la possibilità di parlare a Swami. Ma nonostante questo quell'uomo è felice.

Per qualche motivo negli ultimi due giorni si è seduto con noi. Io incoraggio sempre i giovani a venire il più vicino possibile. Io non voglio essere un ostacolo o bloccare qualcuno. Io so che pena si prova da un punto di vista materiale quando si deve aspettare tanto a lungo. L'altro giorno gli ho detto: "Coraggio, avvicinati"

Ieri, in modo del tutto inatteso Bhagavan ha detto: "Vieni, come stai?"
Il mio collega ha subito pensato: "E' proprio me che sta chiamando o qualcun altro?" perché è naturale che pensi:" O Dio, che ne è stato di Te per tutti questi otto anni?" Egli guardava a destra e sinistra non sapendo cosa fare.
"Hey! E' te che sto chiamando. Vieni, vieni qui " ha ripetuto Bhagavan.
Poi lo ha benedetto e gli ha materializzato un anello con un diamante.
Questo è solo un esempio di quanto ho raccontato prima.

L'esperienza spirituale 'accade'; la Divinità si manifesta nel momento in cui scordiamo il tempo, nel momento in cui ci scordiamo di attendere, nella situazione in cui non c'è più attesa. Allora, in quel momento ' accade '.

Un semplice esempio: tutti voi avrete sentito parlare della filosofia Zen e dei Santi Sufi. C'era una signora appartenente ad una associazione filosofica di questo tipo, una grande filosofa lei stessa. Essa era solita attingere acqua da un pozzo con due brocche. Una mattina mentre stava attingendo, con grande sfortuna le due brocche cascarono per terra e si ruppero in mille pezzi. Tutta l'acqua è finita per terra. Essa avrebbe voluto portare l'acqua a casa, ma questa era tutta per terra a causa delle due brocche rotte.

Allora la signora iniziò a cantare e danzare. Tutti pensarono che fosse diventata matta.. Le due brocche rompendosi dovevano averla fatta impazzire.
No, invece! E' questo il giusto modo di vivere. Tutti pensavano che fosse diventata matta, ma poi qualcuno osò chiedere: "Ehi tu, non si capisce perché ti sei messa a danzare. Le due brocche si sono rotte e questa sarebbe una buona ragione per essere arrabbiati. Ma perché tu invece stai danzando?
Perché stai cantando?"

Questa devota Zen, la signora, disse: "Le due brocche si sono rotte.
Questo mi fa pensare che anche il mio corpo potrebbe rompersi. Il mio corpo è come una brocca e quindi potrebbe rompersi. Quando le brocche si sono rotte l'acqua ha cominciato a fluire in ogni direzione, mentre fino a quel momento era stata condizionata dal fatto di essere nella brocca.
L'acqua era prigioniera delle brocche e doveva assumerne la forma e la misura. Ora invece sta liberamente spargendosi in ogni direzione, è libera di fluire dove meglio crede. Come nel caso della brocca, se il mio corpo si rompe, Il supremo Sé che è in me si potrà muovere liberamente in tutta l'atmosfera.
L'essere supremo potrà mescolarsi con tutto ciò che è attorno. Io ne sono felice ed é per questo sto danzando."

Essa aveva trasportato l'acqua ogni giorno, e non aveva mai avuto un'intuizione spirituale così profonda. Ma perché l'illuminazione è giunta solo in quel momento? Le cose avvengono sempre così. Un'esperienza spirituale, un risveglio spirituale, un'illuminazione spirituale non si mostreranno mai con un preavviso, non suoneranno alcun campanello. Non ci sarà una chiamata telefonica, né suonerà il campanello della stazione.
Non ci sarà alcun annuncio come quello di un aeroporto: "Il volo arriverà tra dieci minuti, scusateci per il ritardo." Niente del genere accadrà per una esperienza spirituale.. Niente annunci o bollettini. Improvvisamente l'illuminazione spirituale 'accade'. La stessa cosa accadde a Guru Nanak, al nostro Kabir, a Tulsidas. A tutti questi è accaduto quando meno se lo aspettavano.

Quindi miei cari amici, l'attesa è un processo nel quale dovremmo cercare di scordare che stiamo aspettando. Tu aspetti e scordi di stare spettando.
Questo è il punto. Perché se sei consapevole che stai aspettando, resti disgustato.

Ma come si spiega che molta gente non vuole aspettare? Perché? Cosa c'è che spaventa tanto nell'aspettare? Cerchiamo di analizzare meglio questo problema.
Come sempre è la mente che ci dice: "Hai aspettato per 4 ore, una vera perdita di tempo! Alzati." Oppure ci dice: "Hai aspettato per 4 mesi e Swami non ti ha mai guardato. Alzati e tornatene a casa."

E' la mente che si mette in agitazione, che contesta, che non accetta di aspettare. Per questo motivo la mente cerca sempre di trovare la via più facile, il metodo meno faticoso. Per esempio: come fare soldi in un mese?
Basta avere una pressa e stampare biglietti da 500 rupie e diventare subito ricco. Semplice no? Come superare facilmente un esame? Basta scrivere le risposte a casa e portarsele dietro nella stanza dell'esame per poi copiare.
Anche questo è semplice.

Si possono trovare mille scappatoie per ogni situazione della vita - il mercato nero, la corruzione, perfino in tempi di elezioni c'è il mercato dei voti. E' accaduto a me alcuni anni fa, un po' di tempo addietro, quando sono andato nella cabina elettorale. Mi fu detto: "Tu hai già votato, perché ti presenti ancora?"
"No , io sto venendo ora per la prima volta."
"No, no. Guarda, è tutto registrato qui."

Questo significa che qualche mio buon amico aveva votato per me. Se lo avessi saputo prima , sarei rimasto a casa. Allora amici, noi vogliamo vincere le elezioni, vogliamo diventare ricchi in fretta o pranzare in poco tempo. Ma questo non è niente altro che il gioco della nostra mente scimmiesca.

Parliamo ora del cuore. Questo comincia a fare sentire la sua azione quando la mente si riposa. Il cuore ha atteso pazientemente il suo turno.
Questa mente di scimmia ci sta facendo diventare tutti delle scimmie. E' in continua agitazione e spazia tutto intorno! OK, stiamo a vedere come andrà a finire. Arriva un certo momento in cui si è talmente stanchi, esausti che la mente non ce la fa più ad agitarsi come una scimmia. E' quello il momento in cui ci si siede e la mente si quieta, si siede anche essa. Non si impone più in nessun modo perché è veramente molto stanca. E' in quel momento che il cuore si prende carico di tutte le attività.

Quando il presidente è fuori città, il vice presidente prende l'incarico.
Accade proprio così. Quando il principale manca, il vice lo sostituisce. E qualche volta il vice gestisce le cose in modo migliore del principale.
Alcuni principali sono aiutati dalla loro stessa assenza!
E' proprio questo che accade. Quando la scimmia non ce la fa più, si ferma e diviene quieta; questa è una manna del cielo, il più grande aiuto che potremmo desiderare. Quando il cuore prende il sopravvento e si prende in carico la gestione di noi stessi, quello é il più grande aiuto che possiamo aspettarci. Quando il cuore comanda, aspettare (wait) non ci pesa più e siamo veramente felici di aspettare. La mente non è capace di aspettare e soprattutto non ci aiuta facendo di tutto per scoraggiarci. Il cuore invece non ha alcuna difficoltà e ci spinge ad aspettare sempre più.

La mente è estroversa, coinvolta nelle cose del mondo. Il cuore è rivolto all'interno, (Nivritthi). Il cuore è rivolto all'interno, la mente all'esterno verso le cose del mondo che sono in continua evoluzione.
Per questo la mente esteriore è sempre di fretta, ha sempre urgenza, mentre il cuore che è rivolto all'interno, è felice di attendere. Non ha fretta perché gioisce della sua stessa compagnia e non desidera niente altro. Mentre la mente cerca solo compagnie, il cuore vuole stare da solo, desidera la solitudine, l'isolamento. In altre parole il cuore preferisce stare solo. La mente ha invece bisogno continuamente di avere intorno a sé una folla.
Quando la mente si ferma, il cuore gioisce del suo isolamento, che è solitudine, che è meditazione e questo ci porta ad uno stato di Samadhi.

Il Samadhi diventa possibile solo quando il cuore subentra alla mente.
Non può esistere alcun Samadhi fino a che comanda la mente. Nessuno può sperimentare il Samadhi con la mente, perché la mente per sua natura è duale. La mente è divisione. La mente è condizionamento. La mente è pregiudizio. La mente è influenzata. La mente è egoista.

Qualcuno potrebbe obbiettare: "Anil Kumar, stai dicendo solo cose negative sulla mente. Ma allora io dovrei essere un uomo senza mente?" No, No, no.
Io non sono contro la mente. La filosofia non è contro la mente. A condizione però che usiate la mente per ciò che vi è stata data.

Un semplice esempio. Un elettrocardiogramma (ECG) è molto utile per conoscere il battito e le condizioni del cuore. Non potete usarlo per conoscere la temperatura del corpo. Ho ragione? In questi casi occorre usare un termometro. Ma il termometro non vi dirà nulla sui battiti del cuore.
Quindi ogni strumento ha un suo scopo ben preciso. Nessuno strumento può essere multifunzionale o multidimensionale.

Quindi la mente è lo strumento perfetto per tutto ciò che riguarda la nostra vita materiale. Per la vita di ogni giorno, per imparare, per la scienza e la tecnologia, per gli affari la mente sarà utilissima. Per la politica poi la mente diventa un eroe. Ma per la compassione, per la verità, la giustizia, il sacrificio, la beatitudine, l'Amore, la Divinità, la mente è del tutto inutile. Il cuore si deve prendere in carico il tutto. Per il fatto invece che noi vorremmo usare sempre la mente, perdiamo la seconda metà della vita.

Bhagavan fa questo bellissimo esempio: pensate ad un topo che entra in un tamburo a due facce. Se il suonatore batte da una parte il topo scapperà dall'altra e quando il suonatore suona dall'altra parte il topo si sposterà dalla parte opposta. Ma se il suonatore suona in fretta il topo si muoverà rapidamente da una parte all'altra, avanti ed indietro, senza più capire cosa fare.

Questo è esattamente ciò che anche noi facciamo. La nostra vita è paragonabile al tamburo. Da una parte c'è la spiritualità, dall'altra il mondo materiale. Quando ci troviamo dalla parte del mondo si potranno verificare alcuni incidenti, come ad esempio perdite negli affari o radicali cambiamenti nel nostro lavoro, ritardi nella promozione o alcune spiacevoli malattie. Questi determineranno un 'da-da-da' dalla parte del tamburo dov'è la vita materiale. Se poi nascono alcuni grossi problemi di famiglia il "da.da" potrà diventare ancora più intenso e frequente. Quando questo 'Da-da-da-da' diventa insopportabile allora il 'topo' si sposta dalla parte del tamburo più tranquilla.

Ma quando finalmente va verso la parte di Dio, Lui non Vi guarda. Non prende le vostre lettere! E questo determina un 'da-da-da' che di nuovo infastidisce il povero topo che decide di ritornare dall'altra parte.
E' la mente che dice "torniamo a casa!"
In conclusione noi siamo come il povero topo, sballottato da una parte all'altra. "da-da-da-da-da". Non esiste un posto dove vivere in pace!

In conclusione, amici miei cerchiamo di usare una parte sola del tamburo alla volta. Facciamo uso della mente quando affrontiamo il mondo e del cuore per vivere i nostri momenti spirituali e per essere vicini a Dio.

Il livello superiore è oltre il cuore e si chiama Atma, Sé, Anima, Consapevolezza, Spirito. I nomi sono tanti ma voi potete usare quello che preferite.. Quando arrivate a questo terzo livello in cui il controllo passa alla Consapevolezza, allora non c'è più cuore, non c'è più mente, perché è subentrato il Supremo Comandante. Una volta che il Supremo Comandante prende il comando, cuore e mente devono per forza stare tranquilli, perché sono due elementi di rango inferiore. Possono solo dire "OK facciamo ciò che tu vuoi".

Il cuore alza gli occhi: "Oh Coscienza, dimmi cosa devo fare? " La mente è messa a tacere dal cuore. La mente é come l'ufficiale più giovane e tiene la bocca chiusa perché in quel momento sta comandando il cuore. Ma quando poi la Consapevolezza prende il sopravvento anche il cuore dovrà tacere per lasciare subentrare l'Atma. Allora la Consapevolezza prende il controllo.
Vediamo che succede.

Quando comanda la mente, felicità e infelicità, profitti e perdite, ogni cosa, si riempie di interessi personali. Ogni cosa è finalizzata al nostro egoismo. Il nostro interesse, questo è il solo obbiettivo. Questo fatto rende la nostra esistenza miserabile, perché non esiste più alcuna certezza.
Per esempio la mattina sono felice, mentre la sera sono infelice. La mattina sono felice perché ho ottenuto l'intervista. La sera sono infelice perché l'hai ottenuta tu. La mente si comporta così e ci mette in serie difficoltà.

Ma parliamo ora del cuore. Cosa ci fa sentire più a nostro agio? Il cuore mi rende disponibili certi valori come Verità, Sacrificio, disciplina spirituale, compassione e Amore. Con questi valori io posso essere felice.
Ma alcune volte mi rendo conto di essere sull'orlo di un baratro. Ho fatto tanti sacrifici, ma cosa ne ho avuto in cambio? Sono stato veramente sincero, ma in cosa sono superiore a coloro che non lo sono stati?. Amo e sto amando tutti. Ma in cosa sono migliore delle persone che non conoscono l'Amore? Quindi il cuore ad un certo momento porrà delle domande, e questo indipendentemente che si sia tratto vantaggio o no dalla sua azione.

Ma quando alla fine arriva il comandante in capo, il Maggiore Generale, l'Atma, la Conasapevolezza, questi due ufficiali di più basso grado (il cuore e la mente), non parlano più perché ora il controllo è in mano alla coscienza. Quando la Consapevolezza prende il controllo, si determina un cambio totale. Essa comincia ad emettere ordini. Ma cosa dice?
"Lo stesso spirito è presente in tutti. Comprendi questo fatto."
Oh mi rendo conto...
La mente mi diceva che queste erano MIE persone che appartenevano al MIO gruppo, che parlano la MIA stessa lingua. Chi!! (Espressione di disgusto in Telegu). La MIA mente sa dire solo cose piccole - la gente del MIO distretto, la MIA gente, la MIA famiglia, MIO, MIO, MIO.... Swami ha più volte detto: "Se continuate a ripetere MIO, MIO, MIO (MY, MY, MY) diverrà ILLUSIONE ( MAYA). Quindi MIO (MY) e ILLUSINOE (MAYA) sono sinonimi.

Ma l'Atma dice: " Mente, basta con queste sciocchezze!! Non esiste il Mio e il Tuo. Stai quieta. E tu Cuore smettila di dubitare. Ora ti spiego io come stanno le cose: Lo stesso Spirito è presente in tutti. Io sono il seme della intera creazione. Io sono il seme dell'intero albero della Creazione.
Tu sei 'di Me'. Tu sei 'Da Me'. Tu sei 'in Me'." Questo è tutto. Questo è il sapore dell'Atma. La mente non dice certo le stesse cose.

Pertanto amici miei, quando è attivo il livello dell'Atma, non esiste più né mente né cuore. C'è solo la Super Mente o la Ultra Mente. Questo è ciò che Bhagavan ha spiegato nei discorsi fatti in occasione del suo compleanno. La Consapevolezza è al comando.

Una volta a Bhagavan è stata fatta questa domanda:
"Dove si trova la Consapevolezza?"
"La Consapevolezza è presente ovunque."
"Perché allora non posso vederla?"
"Anche l'aria è dovunque. Forse potete vederla? Io non la vedo."
"Ma allora dove è l'aria?"
"Dovunque."
"Come posso esserne certo?"
"Perché stai vivendo. Tu sei vivo, respiri e quindi l'aria è ovunque.
La presenza ovunque dell'aria è provata dal processo di respirazione. Il fatto che io viva è sufficiente a spiegare che l'aria è ovunque, sebbene io non possa vederla. Analogamente, la Consapevolezza non può essere vista. Ma il solo fatto che ogni cosa funzioni, che ogni cosa agisca, che in ogni cosa ci sia energia, che tutte le cose mostrino una vibrazione dimostra la esistenza della Consapevolezza in ogni cosa."

A questo proposito Swami dà un semplice esempio: Tutto il corpo è materializzazione. In altre parole è fatto di materia. E' costituito dai cinque elementi. E' inerte, passivo. Il corpo agisce: le mani si stringono, la testa pensa, le gambe camminano. Perché? Come è possibile? E' a causa della vibrazione. Quando manca la vibrazione il corpo non agisce.

Per esempio: la paralisi. Quando il corpo è paralizzato, non esiste vibrazione e non siamo più capaci di muovere il corpo liberamente.
Quindi affinché la Materia inerte che costituisce il corpo possa agire, funzionare, muoversi, lavorare è assolutamente necessaria la vibrazione. Questa vibrazione è una conseguenza della Consapevolezza che è quindi una radiazione. La consapevolezza è Illuminazione. La consapevolezza è il risveglio. La Consapevolezza è Spirito, Atma, Beatitudine. La Consapevolezza (che è una radiazione) nasce dalla vibrazione, facendo si che questo corpo (che è materia) agisca.

Bhagavan Baba, in che modo meraviglioso, matematico e sequenziale ci hai spiegato queste cose!! I Discorsi di Bhagavan non lasciano mai dubbi aperti.
La spiegazione è chiarissima: la Consapevolezza è una radiazione, che attraversa il nostro corpo (come vibrazione) e fa sì che il corpo possa agire e funzionare (come materia). Radiazione - Vibrazione - Materia.
Credo che più chiaro di così non potrebbe essere.

E' a causa di questa vibrazione che il corpo diventa cosciente.
Cosciente si riferisce al corpo, alla materia. La parola 'cosciente' viene usata in molte accezioni. Quando uno si pettina o si mette il rossetto o quando più semplicemente ci guardiamo allo specchio, è come se facessimo un check up per controllare la nostra bellezza (anche se siamo orribili!) e siamo coscienti (conscious) della nostra personalità.

Se per esempio io improvvisamente vi guardo, voi penserete: 'C'è qualcosa che non va? Perché mi sta osservando?' Subito diventate auto-coscienti (self-conscious). Se vi guardo fissamente, diventate auto-coscienti (self-conscious). Quindi la parola Cosciente (conscious) si riferisce al corpo, alla materia.

Lo stato successivo è la coscienza. La coscienza è lo stato più elevato, che è vibrazione.
La coscienza è vibrazione. Ed al di sopra della coscienza c'è la Consapevolezza (consciousness) che è ancora radiazione. Quindi radiazione, Consapevolezza, Spirito, Sé o Atma sono i livelli più grandi.

Non è fuori tema se io vi dico qual'è la mia preghiera al Signore. Vi prego credetemi perché vi sto parlando dal profondo del mio cuore. Quando Swami mi chiede: "Cosa vuoi?" Io non gli chiedo nulla perché in realtà c'è una sola cosa che desidero sopra tutto. Ed è nascere e rinascere e rinascere e poter parlare del Suo messaggio esattamente come sto facendo ora. Questo è tutto ciò che io desidero.

Nascere e rinascere ancora, parlare in questo modo, essere felice di parlare, sentire un brivido di eccitazione e di estasi mentre danzo al tempo della melodia del messaggio dell'Avatar. Questo è ciò che voglio.
Niente altro. E questo perché so cosa significa. Perché conosco il gusto di gioire insieme.

Quindi partendo dal livello più elevato dell'Atma, Spirito, Anima, Consapevolezza, radiazione, scendiamo ai livelli inferiori di Coscienza vibrazione e ancora al livello più basso della materia.

Tutte queste cose di cui abbiamo parlato sono riflesse nel processo di 'attesa'. Se abbiamo fretta, non potremo parlare di coscienza. Se abbiamo premura, non pensiamo alla Consapevolezza. Durante l'attesa ci muoviamo verso l'interno, dalla materia alla Consapevolezza. Durante l'attesa ci muoviamo verso la radiazione. Possiamo passare dalla Consapevolezza alla Coscienza e poi allo stato conscio allo stesso modo in cui ci muoviamo da NY a Chicago, da S. Francisco a Indianapolis. Possiamo muoverci in ogni direzione.

Pertanto muoversi dall'interno all'esterno è un segno di fretta.
Significa che abbiamo fretta. Andare dal Conscio alla Consapevolezza è un processo che accade in questa sacra, santa esperienza spirituale di 'Attesa'. Quindi attendere significa Meditare. Attendere significa ardore. Attesa significa solitudine. Attesa significa pregare, riempirsi di preghiere e poi....attendere Lui.

Quindi amici miei il periodo di attesa diventa breve quando aspettiamo con felicità, con gioia. Quando siamo felici di attendere, il periodo per il quale attendiamo diventa breve. Invece più siamo disgustati, più l'attesa sembrerà lunga. E' qualcosa di simile ad un nodo stretto stretto. Se dovete scioglierlo e avete fretta il nodo diverrà sempre più stretto e impiegherete molto tempo. Se lo affrontate con calma, lentamente impiegherete sicuramente meno tempo.
Questa attesa è ciò che viene chiamato 'penitenza'. Perché? Gli Yoghi e i Saggi, aspettavano e aspettavano che il Signore si manifestasse loro e che li benedicesse. Questa è 'penitenza'. Attesa è 'Tapas' (penitenza).
Attesa è Dhyana (meditazione). L'attesa a livello materiale è totalmente negativa, nello spirito è invece totalmente positiva.

Un uomo che abbia ego e orgoglio non aspetterà. Un semplice esempio: un Ministro Centrale è venuto al Darshan di Bhagavan. Quando è giunto, Swami se ne era appena andato. Era salito di sopra nella sua casa di Brindavan.
Essendo un Ministro Centrale, era accompagnato da altri Vip.

Il Ministro guardava da ogni parte, poi chiese a qualcuno: "Dove è Swami?"
La risposta fu: "E' salito in casa."
"Posso salire?" insistette il Ministro.
"No, mi dispiace, non potete andare."
"Quando tornerà?"
"Non so".

Egli cominciò a smaniare chiedendo a destra e a manca: "A che ora abbiamo l'aereo. Voglio assolutamente vedere Baba"
A tutti veniva chiesto: "Dov' è Baba? Quando tornerà?"
La risposta standard era sempre ." Non lo sappiamo".

Io mi divertivo a guardare l'intera scena, sebbene fosse l'ora in cui avrei dovuto essere al college. Il tempo era ormai passato, ma io ero ancora lì, nascosto dietro un albero. Brindavan fornisce certi alberi per nascondersi e poter osservare senza essere visti. Cerchiamo di prendere vantaggio da ogni cosa!

Swami non si è presentato. Il Ministro si è ancora guardato intorno nervosamente per una decina di minuti e poi se ne è andato via. Tutto il suo seguito è andato via con lui.
La sera quando ci siamo riuniti per i Bhajans, Swami mi chiese: "Perché sei arrivato in ritardo al college?"
Io dissi, fingendo di non capire: " Chi, Io? Tardi al college?"
"Sì, tu, proprio tu. Te ne sei stato tutto il tempo nascosto dietro a un albero! Per questo sei arrivato in ritardo!"

Oh! Oh! La frittata era fatta.
"Perché eri là?"
"Swami, è venuto il Ministro Centrale"
"Lo so, ma non è venuto certo per te. Non è venuto certo a trovare te!
Perché allora stavi lì nascosto?"
"Swami, volevo vedere cosa succedeva"
"Che è successo? Che è successo?"
"Swami, non è successo nulla e questo é ciò che mi ha stupito. Non è successo nulla. Se fosse successo qualcosa ne sarei stato felice."

Swami disse :"Perché?"
"Swami, io mi aspettavo che Tu saresti sceso. Io mi aspettavo che Tu avresti parlato al Ministro del Governo Centrale."
"Tutti devono sapermi attendere. Io non aspetto nessuno, ma (e questo è importante) tutti, anche i più grandi personaggi devono aspettarmi. Io aspetto solo i miei Devoti. Solo i miei devoti! Chi ha fretta può anche andarsene. Io non mi preoccupo."
Poi ha aggiunto: "Io non sono sceso per lui. Io non sono venuto per queste persone."

Cosa intendeva dire? "Io non scendo per tutti. Solo i devoti possono farmi scendere in ogni momento! Esattamente come le formiche che si uniscono per raccogliere e trasportare lo Jaggery da un posto all'altro. Io sono il Dolce e i miei Devoti sono le formiche. Solo essi possono portarmi ovunque!"

Questo è Bhagavan Sri Sathya SAI BABA

E allora , amici miei, concludendo voglio dirvi che questa 'attesa' è essenzialmente Divina. Io ho voluto parlarvi così a lungo di questa attesa affinché voi possiate gioire aspettando Dio. Siamo felici di aspettare il Signore perché quando lo facciamo entriamo nel campo della Beatitudine Infinita. Può succedere all'improvviso, in modo del tutto inatteso!

Possa Sai benedirvi.
Sai Ram