Recentemente ho passato un pò di tempo con i miei amici ed ero così felice di stare con loro dopo un bel po' di tempo che non li vedevo.
Ho potuto trascorrere dei bei momenti anche con i miei parenti che sono venuti a trovarmi qui, ero molto contento di rivederli, mi da sempre una gran gioia quando posso stare insieme a loro.
Capita la stessa cosa quando in inverno mi siedo vicino al focolare per scaldarmi, specialmente se fa molto freddo. Stare vicino al fuoco, ti fa sentire il tepore e ti rende felice. La vicinanza ci dà gioia, ci dà felicità. La vicinanza costruisce l'amore, poichè tu sei sempre vicino a coloro che ami, ai tuoi nipotini, per esempio, ai tuoi figli. Ed é questa vicinanza che desideriamo tanto. Come ho detto una volta, nel cerchio della famiglia la vicinanza significa affetto, significa amore, è una sorta di espressione del tuo interesse, un gran desiderio di coloro che ami.
Questo è ciò che si intende per vicinanza.
Se stai accanto al ventilatore, per sentire aria fresca, o al riscaldamento d'inverno, per stare al caldo, in questi casi la vicinanza significa senso di benessere.
Se ti siedi sul sedile posteriore di una "Contessa" o di una " Toyota" o se sei seduto sulle poltroncine della prima classe sul volo dell'Air India o della British Airways, vicino alla cabina del pilota, ti senti felice, eccitato, emozionato.
Percio' la vicinanza agli oggetti materiali quali il ventilatore, il termosifone, le file o i posti davanti, ci dà piacere. Più vicino è il posto, più grande è il piacere, l'eccitazione!
Vicinanza è godimento. Vicinanza è benessere.
E' comodo poter aver vicino oggetti materiali, mentre essere vicino agli amici, ai coetanei significa produrre amicizia, creare associazione.
Ho incontrato un compagno di scuola del liceo, e quando sto con lui sviluppo amicizia. Così, cari amici, la vicinanza può significare molte cose. Si può essere vicini ad una persona, ad un oggetto, ai nostri simili.
Ma per quanto riguarda Dio, la cosa è diversa.
Se qualcuno dice: "Io sono vicino a Dio, sono vicino a Baba", beh, mi dispiace dirvelo, ma costui non ha minimamente idea di cosa sia Baba.
Non può essere vicino a Dio. E' impossibile!
Essere vicini a Dio è solo un'immaginazione. Essere vicini a Dio è solo un'espressione dell'orgoglio, solo una manifestazione dell'ego. Non si può essere vicini a Dio. Perché? Perché Dio non è una persona. Si può essere vicini ad una persona, ma Dio non è una persona, è un fenomeno. Io posso essere vicino a questo microfono, al tavolo ma non posso essere vicino a Dio, perché Dio non è un oggetto. Dio non è un oggetto ma è il soggetto. E' un fenomeno non una persona.
Così miei cari amici, queste false dichiarazioni del tipo: "Io sono vicino a Dio" sono solo espressioni della più totale ignoranza. Perché bisogna sentirsi vicino a Dio? Perché desideriamo essere vicini a lui? Che vantaggio c'è ad essergli vicino?
Voglio attirare la vostra attenzione su qualche anedoto che vi può illustrare la cosa e che proviene dal meglio della mia conoscenza ed esperienza.
Una volta accadde che Swami improvvisamente chiamò una persona, un dottore, che era arrivato per la prima volta. Si avvicinò a lui e gli disse: "Fai padnamascar!"
Il dottore ne fu felice perché non se lo aspettava. Aveva sessant'anni.
I suoi amici sono qui e sono i cosiddetti "vecchi devoti", i devoti confermati.
Ma ecco che Bhagavan andò vicino a questo dottore arrivato qui per la prima volta e gli disse: "Coraggio, fai il padnamascar!", e gli altri non hanno potuto comprendere il mistero che stava nascosto dietro a questo gesto.
Più tardi si venne a sapere che questo dottore era un medico specialista degli occhi che organizzò un certo numero di cliniche oculistiche. Si occupava e gestiva un orfanotrofio e serviva diversi ospedali cristiani. Era membro di parecchie associazioni caritatevoli.
Un uomo dedicato unicamente al servizio. Non un uomo di affari né un uomo che si cura di socializzazioni come il Rotary Club o il Lions Club. Non e' uno a cui interessa la socializzazione, è un uomo di servizio. Il punto è che sebbene costui fosse qui per la prima volta, Bhagavan è andato diretto verso di lui e gli ha parlato.
La vicinanza spirituale è differente dalla vicinanza fisica.
Vicinanza fisica significa prossimità, contiguità, mentre la vicinanza spirituale è affetto. La vicinanza spirituale è
Ecco perchè molti di noi falliscono. Perché? Perché vogliamo la vicinanza fisica.
Se siamo veramente vicini spiritualmente, Lui stesso verrà camminando da noi!
Lui stesso manderà un messaggio, un messaggero per chiamarvi, per parlare con voi. Così, amici miei, la vicinanza è veramente qualcosa che dovete ben ponderare, che dovete affrontare, qualcosa di molto profondo.
Dio è un Fenomeno sorprendente. Poiché naturalmente non possiamo pensare e discutere dell'Infinito, noi diciamo che e' Astratto. Egli è l'Essere Infinito che non possiamo afferrare poiché si trova al di là della nostra mente e non riusciamo a comprenderlo. E se la mente non può comprenderlo il mondo non può esprimerlo. Dunque come possiamo essere vicini a ciò che va oltre ogni espressione, al di là dell'immaginazione, della comprensione, dell'intendimento, della valutazione, di ogni misura...!
E' forse possibile? E' impossibile!!
Il Bhagavan stesso ci ha dato qualche esempio dicendo questo:
"Mia madre mi ama, come qualsiasi madre ed io amo lei. Ogni madre ama suo figlio, ogni figlio ama la propria madre. Va bene, adesso esprimete la quantità di amore che lei ha per voi. Quanti chili? Quanti litri?
Quanti gradi? Potete dirlo? Potete esprimere l'amore che ha vostra madre per voi e viceversa in termini di peso, gradi o qualsiasi altro sistema di misura?
Non è possibile!"
Il motivo è che Egli si trova oltre ogni sistema di misurazione, secondo a nessuno. E' nascosto e non può essere espresso dal momento che va oltre la comprensione e l'intendimento. Non può essere pensato, creato o manifestato ma solamente sperimentato.
Così la vicinanza significa esperienza e non espressione (manifestazione).
Se qualcuno si trova vicino a Bhagavan, dovrebbe sperimentarlo, non esprimersi nei suoi confronti. Eppure questa espressione non è inutile, non è da condannare, da abbandonare rinunciandovi poiché vi conduce verso l'esperienza. Sono i gradini che vi conducono alla terrazza, alla casa.
L'espressione è il corridoio che percorrete per arrivare alla Durbar Hall, il libro aperto dell'esperienza.
Vi posso dare anche un altro esempio.
Bhagavan tanto tempo fa visitò Hyderabad. C'erano molte persone riunite per parlare, Presidenti di distretto, i Seva Dal convocati del distretto, qualche personaggio importante dell'esercito, Presidenti e Vice-Presidenti e quant'altro nella gerarchia . Erano tutti seduti là. Ma il nostro buon Dio stava cercando qualcuno che non c'era!
"Oh Swami, non sei molto gentile nè caritatevole. Mi sono alzato alle quattro del mattino, vestito dei miei abiti migliori, ho chiamato un taxi per venire qui, convocato, in qualità di Presidente; nessuno poteva fermarmi né avere una posizione migliore della mia. Sono stato sufficientemente forte da spingere da parte un paio di persone e da prendere la prima fila! Ma tu non mi guardi! Perché? Cosa ti succede? Non vedi quelli che ti stanno davanti ? Sono un batterio, un virus che non mi puoi vedere? Cosa c'è che non va in Te o in me?"
Questo poteva essere il pensiero di qualcuno. Ma il buon Dio chiese improvvisamente di qualcuno: "Dov'e' Akshi Raju?" Akshi Raju era un operaio, un membro dell'Organizzazione Sai, non un Presidente ne' un Segretario, niente di tutto questo: "Dov'e' Akshi Raju?" chiese. Con aria innocente il Presidente della fila di fronte gli disse: "Eh?" Apparentemente innocente ma profondamente egoista ed ignorante disse:
" Akshi Raju non e' un Presidente ne' un convocato, questo è un incontro riservato ai Presidenti ed ai convocati , perchè ti aspetti che lui sia qui?
Non e' venuto!"
Volete sapere cosa rispose Dio?
"Se non è il Presidente, chi altro può essere il Presidente? Se non è un convocato, chi altro lo sarà? Dov'è? Portatelo qui!" E tutto fu sospeso finché qualcuno andò correndo a chiamarlo e lo portò là. Questa è vicinanza!
L'affermazione "Sono vicino a Dio. Sono vicino a Swami" non dovrebbe significare una mera vicinanza fisica. Dovremmo avere un riconoscimento da Lui, dovremmo ricevere un'indicazione da Lui, dovremmo avere un segno da Lui. Per lo meno dovremmo ottenere una richiesta di informazione da parte Sua e non dovrebbe mai essere una via a senso unico. Questa e' la vicinanza.
Pertanto vicinanza spirituale non significa necessariamente essere vicini fisicamente. Non significa parlare di come uno sia vicino o in quale grazioso modo occupa la prima fila dove Bhagavan passa. Questa non é vicinanza, amici miei!
La vicinanza spirituale richiede uno stadio in cui Dio stesso risponde, quando Dio stesso viene presso di te, ti mette in guardia, ti apprezza, e... sì, ti esalta!
Penso che Lui trova Se Stesso in te, questo è ciò che voi chiamate vicinanza spirituale.
Una volta Bhagavan fece un bellissimo esempio:
un fiume vuole fondersi nell'oceano, unirsi a lui e si dirige in quella direzione.
Ma il mare si ribella, combatte , non ne vuole sapere e lo rigetta. Il potente mare lo rifiuta, l'oceano lo rifiuta e dice: "No!" ma il fiume prega e supplica e si precipita verso di lui. Avviene un grande urto, ma il fiume non riesce subito a fondersi nell'oceano, è un continuo sbattere e scontrarsi, un continuo affrontarsi. Alla fine il mare straripa ed il fiume lentamente, silenziosamente, maestosamente in tutta la sua solennità e dignità fluisce dentro il mare che lo ricopre. Il mare trabocca ed il fiume silenziosamente vi passa sotto, in tutta la sua dignità e con totale spirito di resa, avendo fino ad ora sofferto del rifiuto, della non accettazione e dell'assoluto abbandono da parte del mare.
Se vogliamo essere vicini, fisicamente vicini a Lui, non saremo accettati.
Non avremo alcuna approvazione, né riceveremo alcuna indicazione, segno o riconoscimento; se il fiume vuole fondersi nell'oceano non è un lavoro facile. A meno che il fiume non impari ad essere umile, fluendo verso il basso, permettendo al mare di scorrere sopra e di traboccare, la fusione non è possibile. Perciò questa vicinanza fisica è un punto d'incontro, un punto di sfida per verificare se il fiume è pronto a perdere il suo nome, se è pronto a perdere il suo stato, la sua identità; ed a meno che questo non si verifichi, a meno che il fiume non perda nome, forma, sapore non può fondersi nell'oceano. Questo è il punto di scontro.
Ma quando il fiume è nell'oceano diviene oceano e non è più un fiume.
Tutti i fiumi si fondono nell'oceano e quando questo avviene non esiste più separazione. Allora non c'è più identità, nessuna brama, niente di cui vantarsi o di cui essere orgogliosi poiché il fiume è divenuto parte ed insieme dell'oceano stesso; sia l'uno che l'altro. Mentre si sta fondendo è solo una parte ma quando la fusione è completa diviene l'insieme.
Vicinanza significa essere uno con l'insieme, divenire l'insieme e non essere più una parte. Vicinanza è la vera vita dell'essere, l'esistenza reale e non la personalità.
Perciò a meno che non siate pronti a dimenticare la vostra identità, tutto il vostro ego, il vostro orgoglio e la vostra così chiamata "personalità", il mare non vi accetterà.
Il fiume può scorrere accanto all'oceano. Sì, siete liberi di stargli vicino, ma l'oceano non vi accetterà. L'essere vicini fisicamente può costituire un tentativo, ma ciò che richiede la vicinanza spirituale è di divenire un essere senza identità, dimenticandola per divenire parte del tutto. Una goccia diviene oceano, questo è tutto. La goccia non esisterà più poiché diviene spirito in uno stato di resa totale.
Qualcuno mi chiese: "Può esserci uno stato di resa totale e uno parziale?"
Me lo chiese perché è stato stampato un libro in Telegu intitolato:
"Resa totale"
E perciò mi disse: "Come giustificate questo titolo: 'Resa Totale'?"
Gli risposi: "Per quanto ne so, la resa è totale e non parziale ed a meno che non sia totale, non può chiamarsi resa. Non può esservi una resa part-time o al 50%, oppure una resa al mattino, e libertà dai legami nel pomeriggio! Non è possibile!"
Perciò la resa è totale, completa e mai parziale. Quindi vicinanza spirituale significa resa totale.
La vicinanza fisica appartiene al mondo. Dal punto di vista del mondo possiamo essere molto vicini. Infatti molti, non dico tutti, più che essere vicini a Swami desiderano che gli altri sappiano che sono vicini a Swami!
Essere riconosciuti dagli altri è più importante che essere e basta.
Mi ricordo che nella "Dodicesima Notte", commedia di Shakespeare, il Duca amava l'eroina Viola, ma era molto più felice all'idea di essere innamorato che di amare Viola. Così più che essere vicini, alcuni vogliono che si sappia che sono vicini! E questo non è altro che ego, pompa, teatro, è solamente un crearsi prestigio, pubblicità. E' tutto un fatto di vanità. Ma la vicinanza spirituale invece è umiltà. E' ciò che noi chiamiamo adorazione, rispetto, riverenza, amicizia, amorevolezza, ma non l'essere meramente un amico.
Per favore cercate di capire: la vicinanza fisica può farvi diventare un amico, mentre la vicinanza spirituale sviluppa la qualità dell'amicizia.
Amico ed amicizia sono due cose differenti. Potete essere amico di una o due persone, se siete un politico potete essere amico di molti, ma questo avviene per interesse. Potete essere amico di un limitato numero di persone, ma potete esprimervi amichevolmente con chiunque. Potete esprimere amicizia alle piante, ai cani ai gatti. Potete essere amichevoli con tutta la Natura dal momento che essa è il riflesso di Dio.
L'intero mondo, il cosmo e l'universo sono riflessi di Dio. Chi condanna il mondo condanna se stesso. Non potete condannare questo mondo. Qualcuno dice: "Questo mondo mi disgusta!" Ma il mondo non ti ha fatto niente!
La brezza non ti ha fatto niente, le montagne non ti hanno fatto niente, gli alberi giganteschi non ti hanno fatto niente, le onde del mare, le valli meravigliose non ti hanno fatto niente, il bellissimo e spettacolare scenario del sole che sorge, la meravigliosa goccia di rugiada che cade sul petalo della rosa, brillando come una perla ed il cuculo, l'usignolo e gli uccelli che cantano al mattino, non ti hanno fatto niente...
Se dici di essere disgustato del mondo, ebbene noi siamo disgustati di te, Dio sarà disgustato di te dal momento che il mondo è stupendo e Lui lo ha reso tanto bello per te e per me. Non possiamo condannare il mondo.
Quando il pavone con i suoi bellissimi colori inizia la sua danza del mattino, il tuo cuore salta di gioia e balla insieme a lui. Il pavone non ti ha fatto nulla. Come puoi essere disgustato, frustrato o deluso da questo mondo?
Come puoi sentirti senza aiuto, triste e miserabile in questo mondo?
"Mi sento triste. Sono interessato solo agli affari e non alle bellezze di questo mondo. E' il denaro che conta, non considero prezioso lo splendore della natura. Per me non ha alcun valore la musica dell'usignolo o del cuculo, sono interessato ai conti in banca, alle azioni, al mercato. Si può brevettare ogni cosa, sono pronto a brevettare anche l'ossigeno o la luce del sole!"
Il più grande egoismo, la più totale bramosia di possesso, la debolezza dell'uomo e la sua irrazionalità negli affari sono le cose che adesso fanno ingrassare il mondo. Non c'è un paradiso separato dal mondo in cui viviamo, poiché il paradiso non è un posto che si trova da qualche altra parte, ma è proprio qui. Ed è prodotto dai momenti di gioia e di felicità che ci vengono regalati dalla musica, dalla sensibilità che abbiamo verso la Natura, dall'amicizia verso il mondo e verso tutte le creature viventi che lo rendono tanto affascinante!
Ma noi non abbiamo tempo di godere della natura e, se ne avessimo, saremo disposti ad usare anche la notte per i nostri affari! E' solamente perché il corpo si ribella che ce ne andiamo a letto, ma se non fosse così saremo sempre a fare affari ad ammassare denaro che porteremo insieme al nostro corpo nella tomba!
Non godiamo della natura né delle bellezze del mondo perché i nostri valori sono diversi.
Ecco la ragione per cui Bhagavan dice: "La Natura è il nostro miglior maestro. La vita è il miglior predicatore." Essere vicini a Dio significa essere vicini alla Natura, essere vicini all'amicizia, all'amorevolezza, rispettando la Natura, pieni di gratitudine nei suoi confronti, godendo della sua bellezza, della musica e della danza della vita. Questo vuol dire essere vicini a Dio.
Vogliamo essere vicini a Dio. Ma perché? Per dare un nome al nipotino.
Ma sia che Dio gli dia un nome oppure no, il nipote crescendo può cambiare il suo nome con uno più affascinante, un nome che viene da Hollywood...
Perché no? Ecco perché vogliamo essere vicini a Swami, per motivi egoistici, personali, individuali e così perdiamo la vera bellezza di questa vicinanza.
Vi racconterò la mia amara esperienza, che potete anche non voler sentire, ma è una realtà. La mia vita non è stata una sequenza di momenti felici, né una sequenza di successi ! Ho avuto anch'io molte esperienze infelici, ma naturalmente non vi specificherò i dettagli, non ne vale la pena. Però il modo in cui perdiamo il fascino e la bellezza del significato delle cose è qualcosa che vi voglio raccontare.
Erano i primi tempi in cui mi trovavo a Brindavan, Bangalore. A quell'epoca non conoscevo le tradizioni, gli usi, le abitudini. Era il giorno di capodanno. Alcuni anziani si fermarono (per anziani intendo Presidenti e convocati di quel livello); essi tenevano in mano dei fiori ed io ignoravo il motivo per cui li tenevano in mano.
"Perché strappare i fiori - pensavo - la pianta può sentirsi orgogliosa in tutta la sua bellezza e fascino se ha un fiore da mostrare, invece noi lo uccidiamo, gli facciamo del male, deturpiamo la sua bellezza e disperdiamo tutto il fascino della sua fragranza. Che gioco crudele, non ne capisco il senso!"
Qualcuno disse: "Ne dovresti avere uno!" "Ma se non sopporto l'idea che ce l'abbia tu, come potrei averne uno io?" - "Questa è l'abitudine"
Avevo paura di perdere il mio lavoro se non seguivo questo esercito.
Qualcuno si lamentava: "Non ho il fiore. Cosa faccio, Swami sta per arrivare" Alla fine mi diedero un fiore e lo tenevo in mano.
Il nostro buon Dio arrivò ,aprì la porta e scese piano gradino dopo gradino con un bellissimo sorriso dipinto sul volto che irradiava gioia, i ciuffi di capelli che danzavano nella brezza mattutina e catturava l'attenzione di tutti. Indossava un vestito rosso magnifico, (una sfida ai colori dei petali di rosa!)
Vide le due persone sedute di fronte, sorrise prese i fiori e dette la sua benedizione mentre dall'altra parte io ero graziosamente e convenientemente ignorato! Non ero nella lista! Come se fossi una non-entità, senza una forma fisica, fatto di etere! Swami continuò il suo percorso per dare il Darshan.
Cosa dovevo fare con questo fiore? Buttarlo? Tenerlo? E per cosa, ormai Dio se ne era andato. Lo tenevo così (A. Kumar mostra le braccia aperte).
Dentro di me pensavo: "Oh Signore, quando sei venuto qui per il darshan, e tutti guardavano il tuo volto meraviglioso, come si guarda il sorgere del sole al Kanya Kumari o a Cape Cameron (all'estremo sud dove la gente va per vedere l'alba perché si tratta di uno spettacolo incredibile), mentre la gente era ansiosa di avere il Tuo darshan del mattino, io ero concentrato su questo stupido fiore, che non è neanche mio.
Swami girò intorno ai devoti e lentamente ritornava dalla mia parte. La mano mi faceva male, avevo ancora il fiore! Mi guardava, bene! Devo andare e porgerglielo? Non ne ho il coraggio. Sarebbe venuto a prenderlo? Non ne ero sicuro. Devo gettarlo ai suoi Piedi? Non ho il fegato per farlo!
Intanto tendevo il fiore senza poter fare niente!
Dio mi guardò, si diresse verso il Mandir e chiuse la porta! Dovremo stare qui fino al Darshan della sera?
Il fiore potrebbe appassire e perdere la sua bellezza, e se i petali cascano e rimango con lo stelo in mano potrebbe ridere alla situazione, potrebbe maledirmi per essere finito nelle mani sbagliate! Mi sentivo veramente male.
Ma, improvvisamente, la porta si aprì; Swami apparve e disse:
"Oh, oh, oh, dov'è il tuo fiore?" e se lo prese!
In quel giorno promisi a me stesso di non prendere mai più un fiore in vita mia!
Perché la mia attenzione era tutta rivolta verso il fiore invece che essere fissa su Swami, il fiore era divenuto il punto della mia concentrazione, ed in questo modo non stavo meditando su Swami ma sul fiore!
Amici miei, noi perdiamo il fascino del Bhagavan; perdiamo la sua bellezza, perdiamo l'opportunità d'oro di essere con Lui ogni volta che teniamo in mano cose come lettere, fiori, richieste. Via! Così facendo abbiamo rovinato la nostra relazione con la Natura, perdendo l'opportunità di goderne e siamo diventati indifferenti verso di essa a causa della nostra incredibile negligenza e mancanza di rispetto. La cosa è evidente nell'inquinamento dell'aria, dell'acqua, della terra, del suono per non parlare poi dell'inquinamento mentale! E tutto questo si riflette a livello mondiale in quello che viene chiamato 'buco dell'ozono'.
Sebbene l'uomo viva nella Natura, ha tagliato le relazioni con essa, ne ha abusato l'ha resa brutta. Amici miei, non commettiamo lo stesso errore con il Creatore!
La gente dice: "Non possiamo più godere della creazione perché ne abbiamo abusato, non ripetiamo lo stesso errore con il Creatore! Con Lui non sarà così! Voglio poter essere felice quando lo guardo in viso, quando, ovviamente, non ho nient'altro da fare!!..."
Fintanto che la nostra mente è affollata - e la nostra mente è sempre affollata- non c'è spazio per Dio. La mente non ha posto per i pensieri divini, né per sentimenti spirituali perché è sovraffollata.
Permettetemi di raccontare la semplice esperienza di molte persone.
Molti osservano il silenzio. Amano il silenzio. Impongono il silenzio a tutti. Ma cos'è il silenzio? Hanno solamente la bocca chiusa, non parlano, vogliono stare da soli eppure si trovano in mezzo alla folla! Ma la mente è piena di pensieri che vanno alla famiglia, alle cose.. perché c'è un fatto da dire - la verità è sempre amara - si corre più per andare ai negozi che per arrivare al Darshan!
Per favore pensate a questo! Ogni partita di merce che arriva ai negozi si esaurisce in un ora! E' una corsa ben faticosa!! Così me ne sto in silenzio, ma penso alla barretta di cioccolato e al gelato alla vaniglia! Il mio cervello è affollato con i pensieri che girano per i negozi, ma sto in silenzio con le labbra sigillate. Così sebbene uno sia solo, è nella folla perché il suo cervello è nella folla. Non sono le persone fisiche intorno a noi che contano, è la mente che è importante.
Silenzio significa mente vuota.
Silenzio significa assenza di pensieri.
Silenzio significa assenza della mente.
Silenzio significa assenza di desideri.
Silenzio significa non aver alcun altro motivo.
Silenzio significa assenza di egoismo e di interesse personale.
Silenzio significa assenza di ego, orgoglio e gelosia.
Silenzio significa assenza di individualità o di personalità.
Assenza di pensiero, vuoto assoluto, questo è Silenzio e questo è il vero silenzio che vi aiuta ad essere spiritualmente vicini a Dio. Chi desidera essere vicino a Dio deve svuotare se stesso. Se sono pieno di desideri e programmi non c'è tempo né posto per lasciar entrare Dio. Dobbiamo solo svuotarci.
Perciò amici, dobbiamo capire chiaramente cosa significa essere vicini.
Ma sebbene possa parlarvi di questo argomento per lungo tempo, non perderò l'opportunità di sedermi molto vicino a Lui. Pensate che sia ipocrisia?
No amici.
Lasciate che vi spieghi con le parole di Swami riportate nei Discorsi, che cos'è la vera vicinanza. Non commetterò l'errore di interpretarle a modo mio, non l'ho mai fatto e non lo farò in futuro. Prendo i Discorsi di Swami come un aiuto per spiegare meglio le cose.
Qual è la vera vicinanza? Qual è il beneficio che deriva dall'essere vicini a Bhagavan?
Swami ci ha dato un bellissimo esempio.
Abbiamo una sbarra di ferro ed abbiamo il fuoco, se teniamo la sbarra vicino al fuoco cosa succede? Diventa incandescente. Quella che prima era una sbarra polverosa, sporca, arrugginita, ora è diventata rosso-incandescente.
Questa è vicinanza. Cioè una volta che la sbarra diventa una con il fuoco, ne acquisisce le qualità divenendo rossa, calda ed ha in sé la capacità di bruciare. Ciò significa che tutte le qualità e gli attributi del fuoco vengono trasmessi alla sbarra di ferro grazie alla sua vicinanza.
Perciò quando dico: "Sono vicino a Dio" significa che necessariamente dovrei essere una persona piena di sentimenti divini, che dovrei avere devozione.
Ma è tanto difficile essere così vicini? In effetti la parola "vicinanza" ha diversi significati.
Può essere che si tratti di un'opportunità che sfugge dovuta al fatto che c'è qualcosa che non va nel ferro; può essere che sia stato manipolato chimicamente perciò non può diventare ardente, oppure manca addirittura il fuoco. Ebbene se non possediamo sentimenti divini la vicinanza perde il suo scopo ed il suo proposito e diventa inutile.
Se sei vicino a Dio e non possiedi sentimenti divini è come fare cattivi affari e questa perdita ti renderà povero.
Perché vi parlo di questo amici? Perché essere vicino a Bhagavan, stare nello stesso posto, e vederlo ogni giorno, spesso ascoltarlo; noi tutti (cominciando da me, perché non intendo assolutamente escludermi, anzi forse io sono proprio l'ultimo tra di voi, non sono niente accanto a voi e sono perfettamente consapevole di questo) noi tutti, dicevo, dovremmo conoscere lo scopo di questa vicinanza che è essere pieni di sentimenti divini, amichevoli, amabili.
E quando tu sei spiritualmente vicino a Dio anche se ti trovi nella ventesima fila o nella cinquantesima o se ti trovi a S. Jose' in California, a Los Angeles o a Tokyo in Giappone sei lo stesso vicino a Lui. L'Air India può portarti a destinazione in due ore, la Lufthansa ti può promettere di arrivare in orario, ma la vicinanza spirituale ti porterà da Swami immediatamente.
Se mettete il pulsante da qualche parte e l'amplicatore là, quando lo accenderete il microfono davanti a me comincierà a funzionare. Il ventilatore funziona qui sebbene il pulsante si trovi là in fondo.
Noi possiamo essere ovunque ma il lavoro inizia subito perché questa e' la consapevolezza spirituale. La vicinanza fisica può aver bisogno di un po' di tempo.
I miei figli sono lontani da me e stare con loro diventa una questione di tempo e di spazio, perché e' questo che richiede l'essere vicini fisicamente; il Darshan è alle 7 del mattino ed alle 15,30 del pomeriggio.
C'è un tempo per il Darshan e c'è un luogo dove esso è tenuto che è la Kulwant Hall. Ma per la vicinanza spirituale non c'è nessun bisogno di tempo e spazio, Dio mostra se stesso ogni volta che lo vuoi, ogni qualvolta lo chiami; è sempre ai tuoi ordini, davanti alla porta della tua casa perché il pulsante è nelle tue mani!
Significa che tu sei in uno stato di unione con il Signore, vicino a lui, in Sua compagnia e godi del nettare divino, poiché la vicinanza spirituale è psicologica e non materiale.
Come ho detto all'inizio, Dio non è una persona, non è un oggetto, è il Soggetto.
La nostra relazione con lui è soggettività non oggettività, pertanto se Lui non è una persona la nostra personalità non potrà aiutarci ad essergli più vicino.
Dio è un Fenomeno e sarà la nostra attitudine ad attirarlo, dal momento che non essendo un oggetto non possiamo approssimarci in termini di tempo o di spazio. Egli non è condizionato dalla natura quindi noi non possiamo riflettere su di Lui, possiamo solo sperimentarlo.
E così, amici miei, cogliamo ogni opportunità per stabilire un rapporto con Bhagavan, un contatto, sia esso psicologico, mentale, intellettuale.
Cerchiamo di sperimentarLo dentro, questa è la cosa più importante.
Questa è la ragione per cui quando il Bhagavan passa per il Darshan e la gente gli chiede il Padnamascar, Lui risponde in telegu: "Fallo dentro di te! Dentro di te!"
"Perché? Perché Signore ad alcuni tu concedi un Padnamascar esteriore ed io invece devo farlo dentro di me, mentalmente? Cosa vuol dire questo? Sei forse un Dio imparziale?"
Cari amici, tutto dipende dal nostro samskara (predisposizioni prodotte dal karma accumulato- ntd), dalla nostra consapevolezza, dalla nostra comprensione della Divinità.
A coloro che possono sperimentarLo ovunque, a coloro che Lo percepiscono in qualsiasi momento, il Bhagavan dice: "Fallo dentro di te!"
A coloro che hanno bisogno del tocco esteriore, coloro che necessitano del Padnamascar fisico, di questa sorta di contatto esteriore, Lui dirà:
"Va bene puoi farlo".
Ma per colui che puo percepirLo non e' necessario, dove sono infatti i Piedi di Dio?
Se i Suoi piedi sono qui, posso fare il Padnamascar, ma se sono ovunque dove vado a fare il Padnamascar, dove?
Dove vai a respirare l'aria? "Voglio respirare a Delhi" mentre qui a Puttaparti cosa fai, non respiri? Dal momento che l'aria è ovunque puoi respirare dappertutto. Per bere devo andare al fiume? Ma l'acqua c'è anche qui, puoi bere ovunque. La sola cosa di cui hai veramente bisogno è la fame per mangiare e la sete per bere. Dovreste avere questo intenso desiderio di sperimentare, dovreste pregare, anelare, bramare fortemente di sperimentarLo.
Non è semplice. "Il cibo c'è, posso mangiare" ma se mangi senza appetito non digerisci, non puoi assimilare il cibo, puoi anche mangiare ma non puoi godere del cibo.
E così ci sono alcuni che non possono godere di Lui, alcuni che non sono pieni di estasi o di gioia. Perché ? Perché non hanno appetito.
Mentre si cantano i Bhajans guardate le facce della gente, osservate se veramente sono felici di cantare o no, dico ai miei studenti; se le loro facce sono scolorite, sbiadite, senza sapore come ossigeno, idrogeno, e azoto, quando non c'è sorriso sui loro volti, quando non cantano con tutto il fiato che hanno in gola, allora sono solo tronchi di legno! Come gettare le perle ai porci!
Se vi dico: "Qui c'è del gelato, del formaggio" vi viene l'acquolina in bocca;
"Qui c'è una torta, una ciambella... un milkshake!" Ahhh!
Ma "Rama" o " Krishna"... non hanno lo stesso effetto. La gente non mostra alcun interesse a cantare i Nomi Divini con tutto il cuore.
Così, molti di noi sono privi di questa fame, di questa sete di Dio, e questo ci mantiene a distanza. Eppure anche questo in realtà non è vero, poiché Dio è vicino a me com'è vicino a chiunque. Solo che noi non avendo questo appetito non sentiamo il gusto del canto del Nome di Dio. Dio è veramente vicino ma noi diciamo: "Non ho sete!" e quindi non ci guadagniamo l'ambrosia, il nettare, la fresca bevanda di Dio. Solo perché non abbiamo sete. Amici cari, abbiate fame e sete di beatitudine, di divenire uno con Lui.
La madre non è felice di guardare il figlio a distanza, perché desidera abbracciarlo ed il bambino è felice solo se può abbracciare la madre, mettere le sue piccole braccia intorno al suo collo. E questo avviene solo quando c'è amore.
Molti di noi uniscono le loro mani in segno di saluto (Namascar), quando Swami esce sulla veranda, qualcosa come un saluto militare: "Oh Swami sta arrivando!" Mani congiunte per il namascar." Se n'é andato" Bene, le mani ritornano in grembo. E' diventata una cosa meccanica ed inoltre priva di estetica.
Non comprendiamo la bellezza dell'incontro, siamo divenuti indifferenti, abbiamo perso il vero gusto della vita. Perciò amici, la vicinanza spirituale è più importante di quella fisica.
Questo è l'argomento che abbiamo trattato oggi.
Possa Bhagavan aiutarci a sviluppare maggior interesse in Lui così che possiamo aver fame di Lui. Dovremmo cercarLo con tale intensità da farlo diventare il nostro banchetto, in modo che la vita diventi una festa.
Amici miei, non diciamo che la vita è noiosa, no, no no no! La vita è musica, la vita è danza, la vita è una festa, una celebrazione, questa è la vita con Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.
Possa Baba essere con voi per sempre!