Una volta un re andò a caccia nella foresta, alla sera si sentì stanco e cercò un riparo per riposare. Nelle vicinanze vide un eremitaggio e vi si recò. Gli abitanti lo accolsero con tutti gli onori e gli offrirono frutta ed acqua fresca.
Il saggio, che era il capo dell'eremitaggio, uscì dalla stanza delle preghiere e benedicendo il re disse: "Spero che tutto vada per il meglio per voi ed i vostri sudditi!"
Il re rispose: "Con la grazia di Dio e le benedizioni delle anime sante come la vostra, siamo tutti felici. Ma ho un favore personale da chiedervi.
Desidero avere un messaggio che serva non solo per il mio benessere ma per il benessere di tutto il mio popolo."
Il saggio scrisse poche parole su un foglio di pergamena, lo piegò e lo diede al re, dicendo: "Figlio mio, leggi ciò che è scritto,comprendilo e mettilo in pratica. Tutto andrà bene. Ti benedico."
Il re si prostrò davanti al saggio, mise il foglio nel fodero e partì.
Nel frattempo, al palazzo del re, il servo incaricato stava preparando la camera reale. Spolverò, cambiò le lenzuola e cosparse un soave profumo.
Fu molto soddisfatto del suo lavoro e restò in contemplazione del letto preparato con arte, dei soffici cuscini e delle coperte calde che lo ricoprivano; infine si sedette sul letto e pensò: "prima che arrivi il re ci vogliono alcune ore, ho il tempo di farmi un pisolino, dopo, posso sistemare il letto in un minuto!"
Si stese, appoggiando il capo sul cuscino morbido, si coperse interamente e si addormentò. Dopo un po' di tempo, la regina, entrò nella camera reale, vide che il letto era occupato e pensò che il re fosse troppo stanco per la cena e si fosse subito messo a dormire.
"Perché disturbarlo" pensò "parlerò con lui domani". Così si sdraiò nel letto e subito si addormentò.
Il re, al ritorno dalla caccia, entrò nella camera nuziale e vide che qualcuno stava dormendo nel letto accanto alla regina. Divenne furioso ed estrasse immediatamente la spada per uccidere colui che osava occupare il letto reale. In quell'istante, il pezzo di pergamena conservato nel fodero cadde per terra.
Il re lo raccolse e lesse il contenuto : "La fretta crea spreco. Non avere fretta!" così, rimise la spada nel fodero.
Improvvisamente la regina si svegliò e vide il re in piedi davanti a lei, si girò allora verso l'occupante del letto reale e fu presa dalla paura.
Il re tolse la coperta dalla faccia di colui che occupava il letto ed anche il servo si svegliò. Il poveretto vide il re e la regina e non credette ai propri occhi, sconvolto si prostrò ai loro piedi implorando perdono per la sua audacia.
Egli confessò con semplicità l'accaduto, preparato ad accettare qualsiasi punizione.
Anche la regina, allora, raccontò di come aveva scambiato il servitore per il re e presumendo che fosse troppo stanco per la cena, aveva deciso di non disturbarlo.
Il re in piena calma disse: "Non sono arrabbiato con voi, ma devo dire che vi avrei uccisi entrambi se non fosse stato per questo pezzo di pergamena."
E raccontò dell'incontro che aveva avuto con il saggio e del suo ammonimento: " La fretta crea spreco. Non avere fretta"
"Sono sorpreso di vedere l'efficacia e l'importanza di questo messaggio.
Voglio considerarlo come un mantra sacro. Cerchiamo di comprenderlo, di ricordarlo e di praticarlo durante tutta la vita. "
Il giorno successivo il re fece incidere il messaggio sulle più importanti colonne che si ergevano nella capitale del suo regno.
da: "Chinna Katha II" - Sri Sathya Sai Books and Publication Trust (A.P.) India