La Kaivalya Upanishad dichiara: “Non per mezzo del lavoro, non per mezzo del potere umano né con la ricchezza si può ottenere l’immortalità: solamente tramite la rinuncia”. Il “lavoro” a cui si riferisce sono i rituali come i sacrifici, i voti, la carità, le donazioni, i pellegrinaggi ecc.; la liberazione non può essere raggiunta grazie a queste attività che è come dire che non si può eliminare il velo dell’ignoranza. Il “potere umano” è costituito dalle acquisizioni di autorità, di capacità e intelligenza che possono manipolare persone e cose, di fama e supremazia, di avvenenza personale, di salute e felicità o di famiglia numerosa; neppur questi possono dare la liberazione. I “lavori” e le acquisizioni menzionate sopra possono materializzarsi solamente quando si possiede “ricchezza” ma la Upanishad annuncia che la saggezza spirituale non è patrimonio dei ricchi quindi la liberazione non può essere guadagnata per mezzo degli averi; solamente la rinuncia può dare l’immortalità.
Sutra Vahini “Fiume di aforismi di Brahman”-
Tutto il lavoro è di Dio: Egli aiuta, esegue, apprezza e si compiace.
-Baba
Sai Baba