Il Signore non risiede solamente nei cuori dei devoti ma anche in quelli dei malvagi. Una volta, Prahlada bambino andò dalla madre e le disse: “Madre, tra me che sono un devoto di Hari e mio padre che Lo odia c’è una sola differenza: io sono immerso nella beatitudine dell’amore per il Signore, sono sempre in contemplazione della Sua dolcezza nettarea, ripeto il Suo nome e Lo ricordo costantemente come un intossicato; mio padre, nel suo odio per Narayana, ha trasformato il suo cuore in una pietra e in essa Lo ha installato”. Il Signore che risiedeva nel cuore di Prahlada che l’amava e il Signore che si trovava in quello di Hiranyakasipu che Lo odiava erano Lo Stesso esattamente. Per sperimentare la felicità, bisogna vivere nella fede; avendo compreso che il Divino è onnipresente, i devoti rendono sublimi le loro vite cantando le glorie del Signore e rimanendo sempre in compagnia del Suo Nome.
Sai Baba