Arjuna entrò nel campo di battaglia, completamente equipaggiato e fanaticamente determinato a distruggere i suoi nemici. Ma, quando si trovò sul campo di battaglia nel carro guidato dal Signore Krishna, vide "i miei insegnanti", "mio nonno", "i miei parenti"' e " i miei cugini". Era colpito così tanto da questo senso di "io" e "mio", che abbandonò l'arco desiderando ritirarsi, meschino e sconfitto. Il senso di "io" non ha davvero nulla a che fare con i beni mondani, ma ingannandosi egli, Arjuna, identificò se stesso con le relazioni mondane. Questa è l'illusione (moha) da cui fu salvato dalla Bhagavad Gita. Siate impassibili di fronte alla dualità; questa è la lezione. Fate che la sconfitta o il successo non influenzino la vostra calma interiore. Vedete voi stessi come il vostro Sé: non in relazione agli altri o al mondo oggettivo. Quando conoscete il vostro vero Sé, voi siete liberati: questa è Moksha.
Discorso Divino del 6 ottobre 1970
Moha Kshayam is Moksham (il distacco totale è liberazione). L'attaccamento porta alle sofferenze. Così, prima di tutto rinunciate all'attaccamento.
Sai Baba