25/06/2012

La lingua può pronunciare il Nome del Signore, l’orecchio può essere ben aperto quando si recita la Gloria del Signore e la mano può spargere fiori sull’immagine di Dio ma tutto questo non serve a niente si compiuto meccanicamente, in modo privo di desiderio interiore. Leggere le scritture o compiere l’adorazione rituale senza goderne la dolcezza è come essere il cucchiaio che si immerge nel dolce e nell’agro con uguale fervore e prontezza; esso non rifiuta né preferisce alcun gusto. La gioia vera si può provare solamente quando il cuore del devoto è consapevole del Supremo, quando la mente è eccitata dal ricordo della Gloria di Dio o dallo studio delle scritture.

Sai Baba