20/12/2005

La felicità che deriva dagli oggetti dei sensi col tempo svanisce.
Per esempio, quando la fame viene soddisfatta, in quel momento ci si
sente appagati, ma è un genere di felicità che dura poco. Questo è
valido per tutti gli oggetti del mondo: la gioia che deriva da essi è
evanescente. L'uomo, invece, persegue
l'eterna Beatitudine ('Ananda'). Egli è infatti l'incarnazione della
Beatitudine. La Beatitudine costituisce la vera e propria natura
dell'uomo, è la sua essenza. Perché, allora, non ne ha l'esperienza?
Questo accade in quanto egli, inconsapevole della propria vera
natura, è ossessionato dal mondo esterno e non riesce a sperimentare
la Beatitudine che si trova dentro di lui. Erroneamente egli crede
che la fonte della gioia risieda nel mondo fenomenico.

Sai Baba