16/08/2004

Nella convinzione che il mondo, così come viene percepito nello stato
di veglia, sia reale, e che l'acquisizione della felicità sia la meta
più alta possibile in questo mondo, l'uomo accumula gli strumenti ed
i simboli di tale felicità e forgia - secondo il suo gusto e le sue
inclinazioni - le leggi, gli ideali, le istituzioni ed i princìpi che
sostengono questa felicità. Ma è mai possibile che la meta della vita
sia solo questa - dibattersi fra le onde della gioia e della
sofferenza, che si alzano e ricadono in questo mondo oggettivo e
visibile - ed essere trasportati dalla corrente del desiderio, alla
continua ricerca di cibo, riparo e comodità, per dibattersi infine
nelle fauci della morte? Se l'uomo vive in questo modo, in verità non
è migliore di una bestia.

Sai Baba