16/12/2001

Al momento della morte la gente normale non riesce facilmente a fissare la
mente su Dio (Madhava). Questa è una cosa che presuppone un lungo
allenamento e l' avvenuto compimento di particolari atti purificatori, i
"Purva Samskara"(1). La mente deve aver attraversato un certo percorso di
disciplina e deve aver raggiunto lo stato in cui è "posseduta dallo Yoga" (2)(Yogayuktha).
Ma neanche questo è sufficiente. La mente deve scartare ogni pensiero diverso da Dio,
classificandolo come "basso" o "inferiore", o addirittura "contaminante".
Questo disgusto verso ogni altro oggetto che non sia il Divino deve fortificarsi al massimo.
Quando queste due cose sono presenti, il pensiero di Dio emergerà certamente
e resterà stabile negli ultimi istanti della vita.


Note:

(1) Le "Purva Samskara" sono le quarantotto tecniche di purificazione descritte dai Veda, sedici delle quali sono considerate essenziali, atte a rimuovere i desideri ed i vizi, al fine di sostituirli con "Sathya" (verità), "Dharma" (retta condotta), "Shanti" (pace) e "Prema" (Amore).

(2) Lo Yoga è il sentiero che porta all' unione fra il particolare e l'universale, fra il limitato e l'illimitato, fra l'anima individuale e Dio; esso conduce allo stato in cui sparisce ogni nozione di dualismo e separazione. Qui ci si riferisce al metodo atto a calmare le agitazioni della mente e a renderla stabile; è il metodo basato sulla rinuncia, sull'autocontrollo, sulla riforma degli impulsi della mente, sul controllo delle sue agitazioni, desideri, passioni, paure ed ansietà; l'adozione di un modo di vivere che aiuti ad affrontare con equanimità e distacco tutte le difficoltà proprie della vita.

Sai Baba