SATYOPANISHAD

29 febbraio 2004

D. 261 - Swami! Noi assumiamo pasti sontuosi due volte al giorno, facciamo delle consistenti colazioni, merende pomeridiane, e prendiamo anche diverse tazze di caffè, di tanto in tanto, nel corso della giornata. Eppure ci sentiamo deboli, stanchi. Tu non mangi nulla, tranne uno o due cucchiai di cibo e, tuttavia, lavori e fai fronte a così tanta fatica; inoltre ogni giorno cammini per vari chilometri. Come fai ad avere tanta energia?

Bhagavan: è la Divinità. Voi traete energia dal cibo che mangiate; se assumete meno cibo, diventate deboli ma l’energia di Swami non deriva dal cibo. Io non faccio mai colazione: bevo solo un bicchier d’acqua alle 10 del mattino e mangio pochissimo. Non prendo yogurt, burro, dolci, gelati, cose piccanti, grasse e roba simile. Il Mio cibo è quello di un povero: ‘ragi’, miglio. Avrete notato che non ho mai preso nulla di sera in tutto lo scorso anno. Svolgo una gran quantità di lavoro, curo personalmente ogni minimo dettaglio di queste istituzioni scolastiche, degli ospedali, del mandir, oltre al progetto acqua potabile attualmente in esecuzione. Inoltre tengo un contatto diretto con ogni devoto, non c’è nessuno di mezzo e quindi, non essendoci segreti, non ho alcun segretario. È unicamente un rapporto di “amore ad amore” e “cuore a cuore”. Per il lavoro che svolgo, si può pensare che mi occorrano 1500 calorie, ma il cibo che assumo contiene a malapena 200 calorie. Dove trovo allora l’energia che mi serve? Non dal cibo. Sappiate che Io sono energia, anzi, la sua autentica fonte.
Fisicamente, ho 70 anni. Tuttavia, so distinguere una formica anche da lontano e non porto occhiali mentre voi cominciate a portarli già a 40 anni. Sono in grado di udire qualsiasi suono, anche il più flebile, ed i miei denti sono molto forti ed affilati. Non ho un solo capello grigio. Cammino volentieri ma questo vi metterebbe tutti in difficoltà, perché ovunque vada sono in tanti a seguirmi. Infine, svolgo tutto il mio lavoro personale. Vi domanderete come mai i miei sensi siano così acuti.
Qual è la vostra preghiera prima di assumere il cibo? Pregate Dio, che è (presente) nella forma di Vaishvanara ed al quale il cibo viene offerto, poiché Egli digerisce, assimila e fornisce l’essenza alle diverse parti del corpo. Pertanto, il cibo che tutti voi mangiate arriva a Me, ed Io sono in voi. Chiedetevi, invece, perché i vostri sensi siano così deboli. La risposta è semplice: cattivo uso dei sensi, egoismo e ristrettezza mentale. In Me, da capo a piedi, non c’è la minima traccia d’egoismo. Voi siete miei. Il mio unico pensiero è il vostro benessere ed il vostro progresso spirituale.




D. 262 - Swami! Ti chiedo scusa per questa domanda. Ho timore di chiedere, ma ho anche un gran desiderio di ricevere la risposta da Te. Poiché Tu sei il nostro Dio più misericordioso, mi sono fatto coraggio nel porti questa domanda. Swami! Con alcuni devoti Tu parli non appena essi arrivano qua, mentre non parli con altri che sono qui da tanto tempo. Com’è possibile non notare una contraddizione tra questi due fatti?

Bhagavan: non c’è nulla di sbagliato nel fare una domanda pertinente alla vostra ricerca della verità. Non è bene intrattenere dubbi, tanto più in merito a Dio.
Dovete sempre credere che, qualsiasi cosa vi accada, è per il vostro bene. Solo Dio sa “che cosa, quando, come, perché” ed a chi vada fatta. Voi non lo capite. Ogni azione di Swami vi sarà di aiuto. Swami può parlare con alcuni immediatamente, e non parlare con altri per molto tempo. Secondo voi è una questione di tempo, ma Swami è al di là del tempo e dello spazio. Vi faccio un esempio facile: supponiamo che un autobus sia in partenza da qui, ed i passeggeri comincino a salire. Cosa vedete? Il passeggero che sale per primo sull’autobus va davanti ed occupa il posto a fianco del guidatore. L’ultimo passeggero deve restare vicino alla porta. Poi, quando l’autobus giunge a destinazione ed i passeggeri cominciano a scendere, cosa succede? L’ultimo passeggero che stava vicino alla porta scende per primo, mentre quello che sedeva vicino al conducente scende per ultimo. Non è così? Dunque, il primo diventa l’ultimo e l’ultimo il primo. La stessa cosa accade con i devoti di Swami.
Il Santo Mrikanda pose una domanda simile al saggio Narada: “Oh Narada! Perché un ragazzo così giovane come Prahlada ha visto la manifestazione Divina in tenera età, mentre noi che abbiamo fatto penitenza per centinaia d’anni, non abbiamo conseguito lo stesso risultato? Perché succede questo?” Narada replicò: “Oh Santo! Prahlada è molto giovane, nessun dubbio, ma il suo anelito per Dio dura da numerose vite. Questo è il risultato dell’effetto cumulativo delle sue precedenti vite di devota aspirazione per Dio. Tu puoi pensare di aver fatto penitenza per lunghi anni, ma l’hai fatto solo durante questa vita. Il corpo di Prahlada è giovane, ma la sua anima ha anelato Dio sin dalle sue prime nascite. Tu sei ora vecchio quanto ad età, ma il tuo impegno è stato breve.” Vi faccio un altro esempio. Un giovane voleva spaccare una pietra con un martello. Nonostante i venti colpi inferti, la pietra non si rompeva. Un vecchio che passava di lì colpì la stessa pietra due volte, e quella si spaccò! Vi chiederete come ciò sia potuto accadere. Il vecchio riuscì a rompere la pietra, mentre il giovane non fu in grado di farlo. Sapete perché? La pietra aveva già ricevuto venti colpi di martello da parte del giovane. Perciò, con i due dati dal vecchio, il totale era di ventidue colpi. Analogamente, la venuta della realizzazione di Dio può sembrare che accada presto o tardi dal vostro punto di vista, ma la realtà è differente.


D. 263 - Swami! Noi non vediamo i nostri difetti. Anche se li riconosciamo, li giustifichiamo, ed a causa della nostra ristrettezza mentale non comprendiamo il Tuo infinito Amore, anzi dubitiamo e limitiamo il Tuo Amore. Disgraziatamente, pare che Tu non guardi i nostri volti quando siamo nelle file per il darshan, e talvolta sembra che Tu ci eviti. Allora siamo depressi perché non ci rivolgi la parola. Come dobbiamo comportarci in questa triste situazione?

Bhagavan: Che ci crediate o no, da capo a piedi non c’è traccia d’egoismo in Swami! Qualsiasi cosa Io faccio e dico è per il vostro bene. Perché sono aspro con voi in certi casi? È il Mio amore per voi, ed al fine di verificarvi e di trasformarvi mi comporto in modo aspro e serio. Se Io non sentissi che siete miei, perché dovrei darmi da fare a correggervi? Il Mio dovere è questo: riformarvi quando siete in errore, perché siete Miei. Voi siete tristi quando non vi parlo perché tenete in conto le Mie parole. La vostra mente instabile e la vostra fede vacillante vi fanno ascoltare e seguire le parole di certe persone irresponsabili. Vi lasciate fuorviare da loro. Così sorgono dei pensieri indesiderabili nella vostra mente e dei tratti sconvenienti nel vostro comportamento. Di conseguenza, Io mi comporto come se vi volessi tenere a distanza da Me. Perché? La Mia intenzione è di correggervi alla svelta. Considerate un esempio. Quando una strada è in riparazione, cosa fate? Prendete una deviazione e passate da un’altra strada, vero? Analogamente, per indurre in voi un cambiamento, molto spesso faccio finta di evitarvi e di non guardarvi.
Il giorno in cui cambiate, tutto ridiventa normale, proprio come il traffico che subito riprende dopo che la strada è stata riparata. Dio, nel Suo immenso ed infinito amore per voi, si incarna solo per correggervi e guidarvi. Perciò, nel mio ‘ospedale’ di Prashanti Nilayam, tratto in questo modo la gente che segue una strada sbagliata. Appena essi sono guariti e la loro salute ripristinata, li dimetto, e quindi riprendo con loro la stessa vecchia e consueta relazione.
Devo riaffermare, ristabilire e rinnovare la vostra fede, e gettare fondamenta opportune e forti, affinché voi possiate condurre una vita felice e retta, in conformità al Dharma. Devo infondere fiducia in voi stessi, in modo che non siate preda dei piaceri sensuali e mondani.
È possibile che la vostra preghiera non determini la pace nel mondo. Fate in modo di eliminare le cattive qualità come l’avidità e la violenza. Questa è una via dura, aspra e difficile da seguire, ma dovete seguirla; non indugiate ulteriormente e non permettete alle cattive qualità, che avete da tanto tempo adottato ed alimentato, di avere il controllo su di voi e sulla vostra vita. Abbandonatele immediatamente. Ai vecchi tempi a Puttaparti, quando qualcuno si ammalava, lo mettevano nelle mani di un dottore fasullo, illetterato, incapace ed inesperto. Di conseguenza, la malattia del paziente diventava spesso molto grave. Dopo, per salvarlo cominciavano a correre in posti come Anantapur, Chickballapur, Vellore ed altri, ma se gli avessero procurato subito una cura adeguata, con un dottore qualificato ed esperto, questa situazione sarebbe stata evitata. Non è così? Alcuni Guru autodidatti, che non sono riusciti a risolvere i loro problemi, circolano come accattoni e voi li seguite. Cosa vi attendete da loro? Non lasciate spazio all’ego ed all’orgoglio in voi; accettate Dio come vostra guida e direttore della vostra vita e seguitelo strettamente.


D. 264 - Swami! Nel corso degli anni, noi leggiamo migliaia di libri ed ascoltiamo molti discorsi; ma i discorsi del nostro Swami sono unici, incomparabili, deliziosamente dolci, sempre nuovi e commuovono i nostri cuori. Qual è il segreto?

Bhagavan: Ciò che è naturale è necessariamente bello; ciò che viene dal cuore è sempre fresco. La saggezza della conoscenza non è qualcosa che si apprende dai libri, ma un’esperienza da godere, come quella di un delizioso profumo. Voi siete considerati degli individui, membri di una società. L’individualità sboccia solo attraverso gli insegnamenti, freschi, veri ed eterni. Un individuo è più che una forma, una sembianza; quando manifesta le qualità del Sé interiore, egli diventa vyakti, una persona,. Sono gli insegnamenti del Satya Guru, del vero Maestro, quelli che vi conferiscono la Divinità e vi rendono capaci di riconoscerla.


D. 265 - Swami! I Tuoi discorsi e le Tue conversazioni sono pieni di illustrazioni e storielle piacevoli. Sono semplici e facili da comprendere, rispecchiano le situazioni della nostra vita di tutti i giorni. Essi ci danno immensa gioia. Qual è il segreto?

Bhagavan: Oggi sono pochissimi gli insegnanti che, a prescindere dalla loro esperienza, conoscono ed espongono chiaramente argomenti spirituali; perciò, il loro senso reale e l’autentico significato non vengono trasmessi adeguatamente. Versioni distorte, visioni falsate, interpretazioni errate sono spesso trasmesse alla gente comune. Di conseguenza, la realtà non è mai compresa e vissuta, al punto che la spiritualità, per molta gente moderna, non è altro che una fastidiosa confusione, piena di contraddizioni. Io vi faccio tanti piccoli esempi tratti dalle vostre esperienze di vita quotidiana. Per vincere una causa in tribunale, non dovete avere dei testimoni adatti? Questi esempi sono portati a supporto dell’argomento per farvelo capire e ricordare facilmente.


D. 266 - Swami! Per favore, non fraintenderci. Per favore, perdonaci un sentimento che spesso ci coglie. Ascoltando i Tuoi discorsi, troviamo molte ripetizioni. Noi abbiamo la sensazione che le cose che abbiamo udito e già compreso siano semplicemente ripetute. Cosa dobbiamo fare?

Bhagavan: Siete completamente fuori strada; questo è un sentimento egoico, generato dall’ignoranza. Non dovreste mai pensare così, particolarmente quando siete sul sentiero spirituale. Ogni religione ha un testo sacro come la Bibbia, il Corano eccetera. I seguaci dell’Induismo - come disciplina spirituale - leggono la Bhagavad Gita, il Sundarakanda del Ramayana, ecc. Le scritture ci rammentano i nostri doveri, le responsabilità, gli obblighi ed i propositi, oltre a farci trascorrere il tempo in modo sacro. Per i ricercatori spirituali e gli aspiranti, le scritture sono le luci della saggezza. Per questo i teisti venerano e leggono i testi sacri. A voi pare di udire i soliti vecchi messaggi, ma ne avete fatto esperienza? Li avete messi in pratica tutti? Invero, tali argomenti spirituali vanno ripetuti e ripetuti finché siano effettivamente praticati.
Scritture come i Veda, le Upanishad e la Bhagavad Gita, illustrano ripetutamente ed enfaticamente importanti concetti spirituali come la devozione, l’azione, il distacco o rinuncia e la saggezza. Ai ricercatori le scritture insegnano a coltivare sane abitudini spirituali e virtù per ottenere la Liberazione, enfatizzando e ripetendo, in parecchi punti, concetti come quelli di devozione, azione e saggezza. Come la madre fisica fa ripetere al bambino parole Telugu come amma, madre, mama, zio, atta, zia, tata, nonno, eccetera, e gli insegna a parlare, così questa Sai Lokamata, la Madre Sai dell’Universo, è anche Vedamata, la madre dei Veda. Sai Mata, la Madre Sai, ripete ancora questi elementi fondamentali per il bene del bambino. Spesso indossate gli stessi vestiti, mangiate ogni giorno, bevete caffè diverse volte al giorno. Nonostante queste ripetizioni, mantenete le vecchie abitudini e non siete stufi o annoiati. Analogamente, dovete ascoltare questi argomenti spirituali più volte per non dimenticarli. In nessuna occasione dovete sentire avversione o ripugnanza per cose che riguardino la spiritualità. Ancor peggio sono quelli cui viene il mal di testa o si addormentano quando si parla di questioni spirituali mentre sono pronti a mostrare un vivo interesse ed a seguire ogni parola, con rapita attenzione, se si parla di cose mondane o di pettegolezzi. Costoro devono sapere che, qualsiasi disciplina spirituale seguano, è solo uno spreco. Un uccello cakora può stancarsi di attendere il chiaro di luna; un koel, noto per le sue melodie, può sentirsi esausto mentre canta; voi potete anche non apprezzare l’amrita, il nettare celeste, ma per quanto riguarda Dio, nessuno deve sentirsi disgustato, stanco o annoiato. Questo è importante per un devoto. Uno sciocco come voi chiese ad un prete durante il matrimonio della sua seconda figlia: “Ma come! Tu stai ripetendo gli stessi mantra che hai recitato all’epoca del matrimonio della mia prima figlia!” I mantra non cambiano da un matrimonio all’altro: questo è il colmo della stupidità. Si può leggere una quantità di libri, ascoltare il contenuto delle Sacre Scritture, dare lezioni su argomenti spirituali ma, finché non si mette in pratica ciò in cui si crede, ogni iniziativa è inutile. C’è una storiella che vi illustrerà questo: C’era una volta un pandit , esperto della Bhagavad Gita; era molto povero e faceva fatica a mantenere la sua famiglia. Così decise di recarsi dal re per tenere dei discorsi sulla Gita ed ottenere il suo favore; infatti, si aspettava dal re un generoso compenso per la sua dotta esposizione. In realtà, il re stesso era un grande studioso della Gita ed aveva anche fatto esperienza delle verità in essa menzionate ma nessuno ne era a conoscenza.Il pandit chiese al ministro di comunicare al re che intendeva tenere delle conferenze sulla Gita in sua presenza. Udendo ciò, il re gli mandò un messaggio affermando che il pandit non aveva ancora conosciuto l’essenza della Gita. Dopo circa quindici giorni, il pandit si rivolse nuovamente al re, tramite il ministro, ma ancora il re respinse la sua richiesta affermando che il pandit doveva ancora sondare le profondità della Gita.
Irritato e deluso, il pandit tornò a casa e neppure rispose alla moglie quando questa gli domandò il motivo della sua tristezza. Più tardi ella gli servì uno spuntino e del te e dolcemente lo sollecitò a spiegarle la ragione della sua frustrazione. Il pandit disse alla moglie: “Tu sai che sono un esperto della Gita; nessuno mi può uguagliare nell’esporre questo sacro testo. Ho ricevuto parecchi titoli e riconoscimenti anche dal pubblico per le mie esposizioni ed interpretazioni della Gita. Ebbene, per la prima volta, mi sento umiliato poiché il re mi ha rifiutato il permesso di entrare a corte e di parlarne. Fosse stato chiunque altro, gli avrei dato il fatto suo!” Allora la moglie gli disse: “Signore! Mi sembra che quanto abbia asserito il re sia vero”. Il pandit, sentendo tale commento, andò su tutte le furie. “Che sciocchezze vai dicendo? Sei matta? Non conosco forse la Gita? Non sono forse un dotto? Cosa intendi dire che l’osservazione del re è vera?”La moglie rispettosamente rispose: “Signore! Mi ritengo fortunata di aver potuto ascoltare i tuoi preziosi discorsi in tutti questi anni. Ricordo molto bene le tue parole quando nella Gita Dio ha dato assicurazioni al suo devoto:
ananyas'cin tayanto mam, se il devoto è concentrato su di Lui completamente,
yogaksemam vahamyaham, Dio si prenderà cura di lui in ogni modo.
Tu hai detto anche che Dio ha aggiunto:
moksayisyamima sucah, Dio gli concederà perfino la Liberazione.
Sono sorpresa nel vedere che tu cerchi di rivolgerti al re invece che a Dio! Forse pensi che Dio possa non mantenere la Sua promessa; non è vero?” Analogamente, oggi ci sono numerosi dotti che sanno parlare in modo eccellente della Gita ma che non hanno fede in ciò che dicono. Essi si limitano a recitare, a ripetere parola per parola ed a predicare agli altri; questo non è importante. Si deve invece mettere in pratica almeno uno o due principi tra tutti quelli studiati, appresi e declamati.


D. 267 - Swami! Come sarebbe bello se noi potessimo seguire le Tue azioni esemplari, prendessimo la Tua vita come messaggio, facessimo le cose al momento opportuno! Noi ti vediamo distribuire doni come e quando Tu decidi. Gentilmente, indicaci i modi e i metodi per emularti.

Bhagavan: Non rinviate mai le buone azioni; ci deve essere perfetta armonia nei vostri pensieri, parole ed azioni: questo è il vero valore umano. Ecco un semplice esempio: quando sparate con un fucile, cosa succede? Il lancio del proiettile ed il rumore dello sparo avvengono nello stesso istante. Allo stesso modo, la vostra decisione e l’azione devono avvenire insieme, simultaneamente. C’è un piccolo episodio nel Mahabharata: una volta, un povero vecchio bramino si rivolse a Dharmaja chiedendogli di aiutarlo poiché era in assoluta povertà. Dharmaja considerò favorevolmente la cosa ma chiese al bramino di tornare da lui il giorno seguente. Bhima, che si trovava lì vicino, udì la loro conversazione. La notte stessa egli fece tutti i preparativi per decorare la città: vennero erette grandi piattaforme e si approntarono numerosi doni da distribuire ai poveri ed ai bisognosi. Il mattino seguente, Dharmaja si alzò come di solito e fu sorpreso nel vedere l’attività frenetica che si svolgeva nella città. Allora domandò a Bhima cosa stesse accadendo e quale fosse il motivo di tutto ciò.
Bhima rispose: “Fratello! Ieri ti ho sentito dire al povero vecchio bramino, che era venuto a chiederti aiuto, di ritornare da te oggi. Ero così felice nel constatare che ti sentivi così sicuro della tua vita! La vita è incerta, ma tu ne eri proprio sicuro. Questo mi ha reso felice e mi ha spinto a celebrare in modo così grandioso la tua certezza della vita”. In tal modo egli fece capire indirettamente a suo fratello che le cose buone vanno fatte immediatamente.
C’è un’altra breve storia: un giorno Karna stava facendo delle frizioni con dell’olio; un servitore massaggiava il suo corpo con l’olio contenuto in una tazza d’oro. Un povero venne a domandare aiuto a Karna. Egli immediatamente gli diede la tazza che teneva nella mano sinistra.
Il povero osservò: “Oh Re! Ti sembra una cosa ben fatta porgere un dono con la mano sinistra? Perché l’hai fatto ?” Karna rispose: “È vero che ti ho presentato la tazza d’oro con la mano sinistra ma, se avessi preso tempo per passarla nella mano destra, avrei potuto cambiare idea e prendere una decisione opposta. Pertanto, senza concedere spazio ad altri pensieri, te l’ho data immediatamente anche se la tazza era nella mano sinistra.” Questo è esattamente ciò che dovete fare: nel momento in cui pensate di fare una buona azione, fatela senza perdere tempo; non rimandate mai a domani.


D. 268 - Swami! Il Tuo Amore è incomparabile, secondo a nessuno: è più grande del cielo e dell’oceano per vastità e profondità. Tu sei l’autentica personificazione del sacrificio. Perché non siamo in grado di comprenderlo?

Bhagavan: Potete prendere acqua dal mare ma solo quanta ne può contenere il recipiente che avete con voi. Non è vero? Il vostro cuore è un piccolo bicchiere: come fate a raccogliere l’amore di Swami che è un oceano? Come potete valutarlo? Dopo tutto, voi vi trovate al livello fisico, quindi paragonate il vostro corpo al Mio. Ed il cuore, allora? Voi avete una mente molto ristretta ma il Cuore di Swami è vasto quanto il cielo infinito. Voi potete conoscere, al massimo, il presente ma Swami conosce il passato, il presente ed il futuro. La Mia automobile ha la marcia avanti ma anche la marcia indietro.
Fate attenzione: Dio ha tre qualità, akarshana (potere d’attrazione), sankarshana (potere di rimuovere l’infelicità donando gioia) e prakarshana . Se siedo sulla poltrona, nel Mandir, voi mi venite vicino, avete il darshan e poi andate via ma Io non faccio così: cammino più e più volte lungo le file in mezzo a voi e voi siete molto felici quando vi cammino intorno. Questo rende felice anche Swami; la gioia è il Mio cibo. Migliaia di devoti vengono qui per il darshan; Io mi prendo cura di loro e provvedo all’alloggio ed al cibo. Essi ritornano a casa colmi di soddisfazione e di gioia. Essi hanno un immenso amore per Swami.
Se avete il controllo dei sensi, otterrete la grazia. Considerate un piccolo esempio: quando andate dall’orefice, cosa fate? Gli portate dell’oro, gli spiegate la forma dei gioielli di vostra scelta e prendete nota del peso esatto dell’oro che gli date; non è così? Non gli dite: “Non scaldare l’oro che ti ho dato; non voglio che lo tagli né che lo pesti col martello”. Ciò che volete, e vi aspettate da lui, è il gioiello secondo la forma ed il peso che gli avete dato. Io faccio la stessa cosa qui: vi insegno le buone maniere, a sviluppare un buon comportamento e ad agire con disciplina; vi trasformo in gioielli più preziosi.
Ricordatevi sempre che un ragazzo deve avere un buon comportamento, un uomo delle buone maniere ed un devoto la disciplina.
Voi tutti conoscete la ditta Godrej. Non è Godrej l’importante; l’importante è che “Dio eleva”, cioè che Dio v’innalzi ad un livello più alto, ad una vita di qualità. Dovete essere pronti e preparati a questo. In Telugu, essere umano si dice manisi; se leggete le sillabe al contrario, diventa ’cinema’. La vita non deve essere artificiale come un film; se conducete una vita artificiale, come potete attendervi di conoscerMi e fare esperienza di Me?


D. 269 - Swami! Tu sei l’incarnazione dell’Amore. I Tuoi discorsi divini sono sempre permeati d’Amore. Se ne comprendiamo anche una briciola, ne siamo benedetti. Per favore, illuminaci e spiegaci quale posto occupa l’Amore, in termini spirituali.

Bhagavan: Non c’è nulla di più grande dell’Amore; solo l’Amore è vita, solo l’Amore è il supporto di ogni cosa. Non c’è pratica spirituale più grande dell’Amore. L’Amore soltanto è la meta; soltanto l’Amore è la chiave per conseguire la beatitudine. “Amore è Dio, Dio è Amore”: di queste due, l’espressione “Amore è Dio” è corretta, mentre per quanto riguarda la natura e l’esistenza di Dio non ne avete conoscenza né esperienza. Pertanto, asserire “Dio è amore” è qualcosa che va oltre la vostra conoscenza ed esperienza, ed è quindi privo di senso. Ma non esiste nessuno al mondo che sia privo di amore. L’uomo può non possedere una cosa o l’altra, può avere o non avere istruzione, ricchezza o autorità, ma non c’è nessun uomo o luogo privo di amore. L’amore è il fondamento dell’edificio detto ‘Dio’; l’Amore di Dio è affermato, riconosciuto e provato da tutta l’umanità. Da dove è arrivato questo Amore? È venuto dall’esterno? No, no. È venuto dal Sé. L’Amore è proprio dentro di voi. L’Amore è la chiave di tutte le pratiche spirituali. Voi cantate il Nome di Dio: lo recitate senza Amore? Potete eseguirne la recitazione senza Amore? Voi intraprendete solo le pratiche spirituali che amate. L’Amore è di primaria importanza nella vostra disciplina. Adi Shankara è il re dell’advaita, il non dualismo, e propagò tale dottrina; egli compose anche il famoso canto “Adora Govinda” e mise in guardia "Govindam bhaja mudhamate – Oh! Sciocco! Adora Govinda!” Egli indicò così in quale modo fare esperienza dell’Amore di Dio. In altre parole, l’Amore supera anche le più alte vette della saggezza.
L’uomo fa esperienza dell’Amore in molti modi: diventa schiavo dell’attaccamento a causa dell’amore per le cose mondane, sviluppa affetto per figli e nipoti, desiderio per la moglie, orgoglio per i propri amici e parenti e compagnia per i colleghi e per la gente della sua età. Ma al di sopra di tutto, c’è l’Amore per Dio, la devozione. L’Amore puro, disinteressato e costante è devozione ideale, trascendentale. Essendo Egli stesso Amore, Dio può essere realizzato solo tramite l’Amore. Riempite il vostro cuore di Amore. La vita è Amore: condividetelo e gioitene.


D. 270 - Swami! Ascoltare le Tue conversazioni, gli insegnamenti ed i discorsi è vera Saggezza. Quando tutto ciò è messo in pratica, diventa saggezza ottenuta tramite la nostra esperienza, e splende come saggezza pratica. Quando sarà dissolta la nostra ignoranza? I Tuoi profondi discorsi divini sono una gioia per le nostre orecchie, ci entusiasmano e ci ispirano.

Bhagavan: A cosa serve il semplice ascoltare? Basta forse solo guardarlo, il cibo cucinato? La conoscenza conseguita deve essere tramutata in esperienza. Questo gioiello di saggezza deve essere acquisito con infinita cura, amore e devozione. Eccovi un esempio: un frutto acerbo può essere gettato via senza inconvenienti per sé e per voi ma cosa succede se gettate via o lasciate cadere un mango dolce e maturo? Il frutto scoppia ed il succo dolce si spande a terra, non è vero? Ecco perché dovete tenere il frutto maturo con ambo le mani, in modo delicato e sicuro. Similmente, il frutto della Saggezza va protetto senza lasciargli alcuna possibilità di cadere a terra.
L’ignoranza, indipendentemente dalla sua durata e vastità, svanisce nel momento in cui la saggezza albeggia. Anche se l’ignoranza ha continuato a persistere per molte vite, la luce della saggezza ne disperde istantaneamente l’oscurità.
Eccovi un esempio: supponiamo che voi chiudiate la vostra casa ed andiate a vivere in un’altra città. Più esattamente, chiudete la vostra casa a Guntur e diciamo che siete venuti a stare a Puttaparti per sei mesi. Appena Swami va a Bangalore, voi partite per Guntur e tornate a casa vostra. Aprite la porta e all’interno trovate il buio.
Questa oscurità è stata lì per sei mesi. Ora accendete la luce; quanto tempo occorre perché l’oscurità sparisca? Ha bisogno di sei mesi? C’è subito luce. Analogamente, l’oscurità dell’ignoranza, non importa per quanto tempo sia durata, viene dispersa immediatamente.
Ora state bene attenti: un albero può essere diventato molto alto ed essere esistito a lungo ma quanto tempo ci vuole per abbatterlo con una scure? Il fuoco della conoscenza e la spada della saggezza in un istante pongono fine ad un’ignoranza di lunghissima durata.
Questa ajnana è davvero oscurità, ignoranza, illusione ed inganno.
Potete farvi forare i lobi delle orecchie per portare gli orecchini, potete avere bracciali alle mani o una collana intorno al collo. Ora, la consapevolezza che tutte queste cose siano fatte d’oro è jnana, saggezza. Vederle come gioielli, notare i loro nomi, le forme, la loro diversità, è un’illusione, un inganno.
Gustare gulabjamun, basundi, jangri, laddu come fossero dolci è ajnana, ignoranza; considerarli tutti come zucchero è jnana, saggezza. Ricordate una cosa: il bestiame si nutre d’erba ma voi mangiate riso.
Essere uomini consiste nel non permettere l’ingresso al male, quando è stato riconosciuto come tale. Il riconoscimento fondamentale che la fame e la sete sono comuni a tutta l’umanità è Divino. Pertanto la saggezza, essendo Divina, integra tutte le cose. Diversamente maya, con qualsiasi nome sia chiamata, illusione, inganno, ignoranza, è comunque la forza che si trova dietro e che distrugge e frantuma; è la forza della disintegrazione.
L’uomo che possiede la saggezza si comporta in privato così come fa in pubblico; egli non ha motivo di manifestare ostentazione, esibizione, o ipocrisia.