Più dolce dello zucchero, più gustoso del curd (latte fatto coagulare con il limone o con il caglio e poi filtrato; N.d.T.), più dolce persino del miele è il Nome di Rama! La ripetizione costante del Suo dolcissimo Nome ha lo stesso gusto del Nettare Divino. Perciò contemplate incessantemente il Nome di Rama!
[Poesia Telugu]
Bharat è la madreterra di molte anime nobili che si guadagnarono gran nome e fama i tutti i continenti del mondo, è la madreterra di molta gente valorosa che sconfisse i dominatori stranieri ottenendo l'indipendenza. Questa è la Terra che eccelse nella musica, nella letteratura ed in altre belle arti. Essendo nati in questa grande Terra di Bharat, oh ragazzi e ragazze, è un vostro sacro dovere proteggerne il ricco retaggio culturale.
[Poesia Telugu]
La grandezza dei Bharatiya
Gli indiani (Bharatiya) di oggi non conoscono la loro grandezza, esattamente come un elefante non conosce la propria forza; esso obbedisce ai comandi del suo mahout (addestratore di elefanti) e si siede quando gli viene rischiesto di farlo. Allo stesso modo, i Bharatiya, sotto l'influenza dell'educazione occidentale, stanno imitando la cultura di quei paesi. I Bharatiya sono dotati di grandi potenzialità ed i loro cuori sono colmi di devozione. Non c'è nessuno fra di loro che non canti il Nome Divino sin dal momento della nascita. Essi impongono ai loro figli vari nomi di Dio ricordandoLo così tutto il tempo. Non c'è un singolo villaggio in tutta Bharat che non abbia un tempio di Rama. Persino gli abitanti di tutte le più piccole frazioni allestiscono, in una piccola capanna o in una costruzione rustica, un altare per Rama, Lakshmana e Sita per poterli adorare regolarmente. Fin dall'inizio, i Bharatiya assegnarono più valore alla spiritualità che ai conseguimenti materiali. Il fattore più importante, responsabile della Pace e del progresso di Bharat, è la devozione dei suoi abitanti per Dio. Al momento, molti Paesi del mondo sono alle prese con grandi problemi e difficoltà dai quali l'India è rimasta praticamente indenne. La gente di Bharat potrà anche avere qualche problema finanziario ma conduce felicemente la propria vita in totale abbandono alla volontà di Dio. I Bharatiya pongono come base della loro vita la loro fiducia nel Sé, invece che nei beni materiali, nelle proprietà e nella ricchezza. Di fatto, tutta la loro vita si basa su questa fiducia ed essi hanno fatto progressi nonostante le molte difficoltà e privazioni. Avendo basato la loro vita sulla fiducia nel Sé, come possono dare una qualsiasi importanza ai perseguimenti materiali? Persino nelle loro conversazioni giornaliere essi, riferendosi al proprio Sé, dicono: "Solo il mio Atmarama lo sa". Non limitate Rama o Krishna ad un nome o ad una forma particolari; Essi non nacquero con questi nomi, li ricevettero dopo la nascita. Gli indiani hanno realizzato la verità che Dio è l'Abitante del cuore dell'uomo; questo è il motivo per cui riescono a superare tutte le difficoltà e le sofferenze e a condurre le loro vite felicemente. "Si deve rimanere equanimi nella felicità e nel dolore, nella vittoria e nella sconfitta" (Sukhadukhe samekruthva labhalabhau jayajayau), dice la Gita. Il piacere e il dolore fanno parte della vita umana. Ogniqualvolta i Bharatiya devono affrontare sofferenze e difficoltà, le considerano messaggere di felicità e, per merito di questi nobili sentimenti, hanno ottenuto posizioni elevate. La loro fede in Dio è irremovibile persino davanti a disastri come l'esplosione di bombe, alluvioni, aerei che precipitano. Coloro che basano la propria vita sulla fede in Dio non incontreranno mai dolore, sofferenza o difficoltà; le loro difficoltà si dilegueranno come nuvole di passaggio. Chi nasce in questo mondo è sicuro di morire un giorno o l'altro. Niente è permanente a questo mondo; solo una cosa lo è e questa è l'Atma o Sé. La gente aspira alla liberazione, al cielo e a Vaikunta ma persino essi sono impermanenti. L'unica cosa permanente è l'Atma e questa è l'unica Verità. Potete vedere tantissime forme nel mondo ma, fatta eccezione per l'Atma, sono tutte passeggere.
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Il Ramayana
Occupiamoci ora del Ramayana. Dasaratha aveva tre mogli: Kausalya, Sumitra e Kaikeyi. Kausalya partorì presto una bambina che venne chiamata Santha e che Dasaratha dette ad un suo amico, che l'adottò come figlia. Ella [in seguito] venne data in moglie al Saggio Rishyasringa che la portò al Putrakameshti Yajna (rito propiziatore per la nascita dei figli; N.d.T.) di Dasaratha. Quando vennero fatte le offerte al fuoco sacrificale e cantati i mantra relativi allo Yajna, un' Essere luminoso emerse dal fuoco e porse a Dasaratha un vaso contenente un budino dolce (payasam), ordinandogli di dividerne il contenuto in parti uguali fra le regine. Di conseguenza Dasaratha lo distribuì equamente fra Kausalya, Sumitra e Kaikeyi. Kausalya e Kaikeyi portarono le loro parti di budino nelle rispettive stanze della puja. Erano felici perché ognuna era convinta che il proprio figlio sarebbe stato il futuro re di Ayodhya. Sumitra invece non aveva pretese di questo genere; ella era un esempio di virtù, il suo nome stesso, Sumitra, significa "buona amica di tutti". Ella portò la sua tazza di budino sulla terrazza e la posò sul davanzale mentre si asciugava i capelli al sole. All'improvviso un'aquila piombò giù e si portò via la tazza. Sumitra corse dabbasso ad informare Kausalya e Kaikeyi dell'accaduto e queste vennero in suo aiuto dividendo le loro parti di budino con lei. Kausalya le donò metà della sua parte e Kaikeyi fece lo stesso. Al tempo dovuto, Kausalya dette i natali a Rama, Kaikeyi a Bharata e Sumitra a Lakshmana e Satrughna. Kausalya e Kaikeyi ebbero un solo figlio ciascuna mentre Sumitra ne partorì due. I figli di Kausalya e Kaikeyi giocavano felici nelle loro culle mentre quelli di Sumitra piangevano continuamente e non prendevano il latte. Sumitra non riusciva a capire la ragione di tanto piangere; per questo motivo alla fine si recò dal Saggio Vasishtha e lo mise al corrente della sua triste situazione. Il Saggio chiuse gli occhi in meditazione. La sua visione yogica gli permise di capire la verità e disse a Sumitra: "Essendoti cibata del budino sacro che ti ha dato Kausalya, hai messo al mondo Lakshmana che è una parte (amsa) di Rama. Allo stesso modo, Satrughna è nato dalla parte di budino che ti è stato data da Kaikeyi e quindi egli è una parte di Bharata. Metti Lakshmana accanto a Rama e Satrughna accanto a Bharata e riposeranno tranquilli". Sumitra fece quanto ordinatole da Vasishtha. Sia Lakshmana che Satrughna smisero di piangere e cominciarono a giocare beatamente nelle loro culle. Questa era la base della relazione intima fra Rama e Lakshmana e fra Bharata e Satrughna. Entrambi i figli di Sumitra, cioè Lakshmana e Satrughna, erano sempre insieme a Rama e a Bharata. In questo modo i quattro figli di Dasaratha crebbero in un ambiente d'amore e felicità. Sumitra era molto felice perché pensava che, quando fossero cresciuti, Lakshmana avrebbe servito Rama e Satrughna avrebbe servito Bharata. Dove nacque Rama? Molti nutrono grandi dubbi sul Suo luogo di nascita. Egli nacque ad Ayodhya. La città di Ayodhya era stata costruita da un comune mortale? No, no. L'aveva costruita Visvakarma stesso (l'architetto divino) ed in un modo tale che nessun nemico poteva penetrarvi. Quando Rama ottenne la mano di Sita tirando l'arco di Shiva alla corte di Janaka, il Suo matrimonio con Lei venne celebrato a Mithila con grande sfarzo. La gente era fuori di sé dalla gioia e cantò molte canzoni di giubilo:
Siate tutti benvenuti al matrimonio d Rama; insieme saremo testimoni delle scene gioiose. Molti sono già arrivati vestiti al meglio. Le signore indossano collane e gioielli puri e splendenti. Rama oggi legherà il nodo alla bella Sita. Oh, che bella coppia sono quei due! Il padre Dasaratha ha preparato sontuosi festeggiamenti. Tutti i Saggi sono riuniti sotto la direzione di Vasishtha. Oh, quanti sono qui riuniti per divertirsi con i cuori stracolmi di felicità! Le nozze della coppia santa, Rama e Sita, sono una visione quanto mai rara che conferisce grandi meriti. Rama sembra la fresca luna piena e Sita è così simile a Lui. Rama il compassionevole, che ama tutti, conferirà la Grazia a tutti noi. Presto, venite ad assistere alle nozze sacre di Rama e Sita!
[Canzone Telugu]
Sembrava che tutta la popolazione di Ayodhya fosse convenuta a Mithila per assistere al matrimonio di Sita e Rama. Dasaratha, tutti i suoi ministri e tutti i membri della famiglia parteciparono sontuosamente al matrimonio e, dopo la cerimonia, si diressero verso Ayodhya. Durante il tragitto udirono un suono assordante. Si guardarono intorno per individuarne la fonte e si trovarono davanti Parasurama, che aveva un aspetto feroce. Tutti ne rimasero turbati e si chiesero: "Che cosa significa questo grande ostacolo dopo il matrimonio?" Il bene ed il male si alternano sempre: dopo aver sperimentato la grande gioia a Mithila ora, mentre erano in cammino per Ayodhya, si trovavano a fronteggiare una situazione difficile. Dasaratha e gli altri erano terrorizzati. Parasurama si fece avanti e chiese: "Chi ha rotto l'arco di Shiva?" "Sono stato Io" rispose Rama. Parasurama mise allora il suo arco nelle mani di Rama dicendo: "Se è così, vediamo se riesci a piegare il mio". Con la mano sinistra Rama lo tese e poi lo armò con una freccia. A quella vista, Parasurama Gli offrì le proprie salutazioni e se ne andò. Gioiosi per la vittoria, raggiunsero tutti Ayodhya dove parteciparono ai festeggiamenti con grande felicità ed entusiasmo. La gente di Ayodhya infatti stava celebrando gioiosamente l'evento. Anche la moglie di Lakshmana, Urmila, era una donna di grande virtù, proprio come sua madre Sumitra. Quando Lakshmana andò a dirle che avrebbe fatto compagnia a Rama nella foresta per quattordici anni, ella rispose: "È la tua più grande fortuna. Considera Sita e Rama come tua madre e tuo padre e servili. Ad Ayodhya hai Kausalya, Sumitra e Kaikeyi ma nella foresta hai solo una madre e quella è Sita. Dimenticami e servi Sita e Rama con totale abnegazione". Lakshmana fu felice di sentire questa parole e si disse: "Com'è virtuosa mia moglie!" Dopo la partenza di Rama, Lakshmana e Sita per la foresta e dopo la morte di Dasaratha, Bharata tornò ad Ayodhya. Quando gli venne offerta la corona egli rifiutò di accettarla dicendo che era un diritto del solo figlio maggiore ed aggiunse che si sarebbe recato nella foresta per pregare Rama di tornare e governare Ayodhya. Quando egli giunse nella foresta, Rama gli disse "Dobbiamo eseguire gli ordini di nostro padre; se non lo facciamo, la nostra stessa vita sarà uno zero" e gli promise che, trascorsi i quattordici anni di esilio, sarebbe sicuramente tornato ad Ayodhya. Bharata Gli chiese allora di dargli i Suoi sandali, che avrebbe messo sul trono e adorato. Ritornato che fu ad Ayodhya, Bharata non entrò nel Palazzo, visse in una piccola capanna e condusse una vita da rinunciante proprio come quella che Rama conduceva nella foresta. Mentre Rama, Lakshmana e Sita vivevano a Panchavati, Ravana vi andò sotto la forma di un mendicante e rapì Sita. Rama dovette affrontare molte difficoltà ma lo fece sorridendo. Hanuman si recò a Lanka in cerca di Sita riuscendo ad attraversare l'oceano con il potere del Nome Divino di Rama. Infatti, contemplando il Nome di Rama si può compiere qualsiasi fantastica impresa. Fu per mezzo del potere del Nome di Rama che le scimmie costruirono il ponte sopra l'oceano affinché Rama e la Sua armata potessero raggiungere Lanka. Rama dovette combattere con Ravana, il re dei demoni. Nel corso della battaglia Lakshmana venne colpito da un missile e perse i sensi. Rama era disperato e si lamentò: "Posso anche trovare un'altra moglie come Sita ma non posso riavere un fratello come Lakshmana". Allora Hanuman fece venire Sushena, l'esperto in arti mediche di Lanka, che disse: "Esiste un'erba chiamata Sanjivini sulle montagne della regione dell' Himalaya; se portate quell'erba, Lakshmana può essere riportato in vita". Hanuman venne mandato a prendere l'erba Sanjivini per ridare la vita a Lakshmana. Egli non sapeva come fare a riconoscere quella particolare erba perciò sollevò tutta la montagna su cui essa si trovava e la mise davanti Rama. Fu per merito di quell'erba che Lakshmana resuscitò. Rama lo abbracciò e gli disse: "Lakshmana, la Mia vita non ha senso senza di te. Sei stato sempre con Me e Mi hai protetto in ogni modo, non c'è niente che Mi sia più caro di Te a questo mondo. In effetti, tu sei la mia stessa vita". Rama infine uccise Ravana e liberò Sita dalla sua prigione. Intanto il periodo di quattordici anni dell'esilio volgeva al termine ma Bharata non vedeva alcun segno che facesse presagire il ritorno di Rama; per questo motivo era pronto a togliersi la vita immolandosi su una pira. Rama aveva presagito la situazione e mandò avanti Hanuman a informare Bharata che Egli era sulla via del ritorno. All'udire la buona notizia Bharata fu pervaso da un gioia incontenibile. Tutta la gente di Ayodhya, Bharata e l'intera famiglia ne aspettavano ansiosi l'arrivo. Quando Rama, Lakshmana e Sita sbucarono dalla Pushpaka Vimana (veicolo volante 'della forma di una nuvola'; N.d.T.), Bharata e tutto il popolo offrirono loro un caloroso benvenuto. Poco dopo l'arrivo di Rama ad Ayodhya cominciarono i preparativi per la Sua incoronazione. Il popolo era colmo di entusiasmo alla prospettiva che Rama stava per diventare il loro Re.
Gli studenti hanno appena cantato la canzone,
Kausalyatmaja Rama Charan, Vaidehi Priya Rama Charan,
Hanumatsevita Rama Charan, Bharatarchita Sri Rama Charan,
Ahalyoddharaka Rama Charan, Lakshmana Sevita Rama Charan,
Prasanthi Niketana Rama Charan
(Adorate sempre i Piedi di Loto di Rama figlio di Kausalya, cari a Sita, adorati da Bharata, serviti da Lakshmana e da Hanuman nella dimora di Prasanthi e che redensero Ahalya.
[Forte applauso]
Al sentire le gentili parole di Rama, Lakshmana venne sopraffatto dalla gioia. Per lui Rama provava un grande amore, più che per chiunque altro. Allo stesso modo Lakshmana amava Rama con tutto il cuore. Egli non disobbedì mai ai Suoi ordini. In realtà tutti i fratelli, Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna, si amavano l'un l'altro moltissimo; essi governarono Ayodhya con grande unità. Non fu Rama da solo ad amministrare l'intero Regno; tutti i suoi fratelli Lo aiutarono a condurre gli affari del Paese. Il Ramayana ci insegna molte lezioni di moralità e di etica. Effettivamente tutti i personaggi di questa grande epica stabilirono per l'umanità grandi ideali da emulare. Più dolce dello zucchero, più gustoso del curd, più dolce persino del miele è il Nome di Rama. C'è qualcosa di più grande della ripetizione del Nome di Rama? Dovete capire questa verità e contemplare il Suo Nome ogni giorno! Le grandi epiche come il Ramayana ed il Mahabharata ci insegnano molti valori morali ed etici. La Verità è il più alto dei valori. Sathyannasti paro dharma (Non esiste dharma più elevato dell'aderenza alla Verità). Il dharma (rettitudine/dovere) nasce dalla Verità (Satya), dal dharma emerge la Pace e dalla Pace emerge l'Amore. Dove c'è Amore non può esistere l'odio. Chi ha l'Amore aderirà alla Non Violenza. Satya, Dharma, Santhi, Prema ed Ahimsa (la Verità, la Rettitudine, la Pace, l'Amore e la Non Violenza) sono i cinque valori umani cardinali. Chi pratica i valori umani è un essere umano nel vero senso del termine. Colui a cui fa difetto anche uno solo di essi non può essere definito un essere umano perfetto. Perciò sviluppate tutti e cinque i valori umani. Sfortunatamente, se guardiamo lo scenario attuale, non vediamo da nessuna parte la Verità e la parola dharma non la sentiamo neppure. L'uomo oggi è posseduto dall'irrequietezza; a causa della mancanza di pace, in lui l'amore è diventato inesistente. Quindi dovete sviluppare la Pace; solo allora l'Amore si svilupperà in voi. Quando l'Amore metterà radici in voi, non avrete nemici, tutti diventeranno vostri amici. L'uomo deve pertanto sviluppare l'Amore e considerare tutti fratelli e sorelle. Questa è l'essenza principale del Ramayana.
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Amiamoci ed aiutiamoci vicendevolmente
È solo per dimostrare il Principio dell'Amore che ho dato inizio a questo progetto abitativo ad Orissa. Dobbiamo amarci ed aiutarci vicendevolmente. La calamità che ha colpito loro può abbattersi su chiunque. Se li rendete felici sarete felici anche voi. Dobbiamo essere tutti uniti.
Muoviamoci insieme, cresciamo insieme, restiamo uniti e acquisiamo insieme l'intelligenza. Viviamo insieme in amicizia ed armonia.
[Canzone Telugu]
Solo quando cresciamo insieme in intelligenza può esserci unità. Nessuno deve odiare un altro; se per un istante vi viene un pensiero di odio, spazzatelo via e sviluppate subito dopo il sentimento di unità. Solo l'Amore unisce tutti!
(Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con il bhajan "Prema mudita manase kaho Rama Rama Ram".)
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[Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba pronunciato il 3 Aprile 2009 nella Sai Kulwant Hall, a Prasanthi Nilayam, in occasione della celebrazione di Sri Rama Navami]