Indice paragrafi:
La Verità è sostenuta dal Dharma
Seguite gli ideali elevati stabiliti da Rama
Il Ramayana enfatizza il valore di un carattere nobile
Dio è dentro di voi nella forma dell'Atma
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Incarnazioni dell'Amore!
La gente di Bharat ha la grande fortuna di appartenere ad un Paese che ha una cultura molto ricca: è la Terra del merito (Punya), del sacrificio (Thyaga) e dell'azione (Karma). Sfortunamente, però, oggi la gente di Bharat non è consapevole della grandezza del proprio Paese.
La Verità è sostenuta dal Dharma
Gli abitanti di Bharat non sono consci del loro grande potere proprio come un elefante non è consapevole della propria forza. Un elefante è dotato di una forza tale che può tramortire una persona e gettarla da parte con un solo rapido movimento della coda; eppure un siffatto potente elefante viene tenuto sotto controllo da un guardiano, con l'aiuto di un bastone appuntito. L'elefante, incapace di prendere coscienza della propria forza, si sottomette ai suoi comandi. Allo stesso modo, oggi gli abitanti di Bharat non riescono a rendersi conto della loro forza innata perché hanno messo il corpo ed una condizione limitante (Upadhi) alla base della propria vita. Il corpo è formato da cinque elementi, ed è destinato a perire prima o poi, ma l'Abitante Interiore non ha né nascita né morte, non ha attaccamenti di alcun genere ed è il Testimone Eterno. Il potere di cui l'uomo è dotato non si trova in alcun altro essere. È il potere della Verità, che può smuovere persino Dio altrimenti indescrivibile ed imperscrutabile. Questa Verità dev'essere capita. Infatti essa è la Verità delle Verità. Nessuno può stimare il potere della Verità né la mente umana può raggiungerne il limite; essa può solo essere sperimentata, non descritta. La Verità è, in verità, Dio. Ecco perché si dice Sathyam Jnanam Anantham Brahma (Brahman è l'incarnazione della Verità, della Saggezza e dell'Eternità ).
La Creazione emerge dalla Verità e si unisce alla Verità.
Esiste un luogo nel cosmo in cui la Verità non esista?
Visualizzate questa Verità pura ed immacolata.
[Poesia Telugu]
A questo mondo, ovunque guardiate, troverete solo la Verità (Sathya), la "non-verità" (Mithya) assolutamente non esiste. L'uomo comunque fa affidamento sul corpo irreale e lo considera reale. Innanzitutto egli deve realizzare la Verità, pregare la Verità ed attenersi ad Essa. Sathyannasti Paro Dharma (non esiste un Dharma più grande dell'aderenza alla Verità). Senza Verità, non c'è alcun Dharma! L'edificio del Dharma poggia solo sulle fondamenta della Verità; dovete sforzarvi di realizzarla. Incapaci di controllare i vostri sensi, non riuscite a liberarvi dell'illusione causata dall'attaccamento al corpo e perseguite l'istruzione secolare dimenticando il Principio dell'Atma che è stato definito Nirgunam, Niranjanam, Sanathana, Niketanam, Nitya, Shuddha , Buddha, Mukta e Nirmala Svarupinam (senza attributi, immacolato, dimora finale, eterno, puro, illuminato, libero ed incarnazione della Sacralità). Dimenticando questa verità interiore voi seguite i sensi e la mente che sono irreali e transitori! Conoscete la natura della mente? Essa corre qui e là, arbitrariamente e senza alcun controllo, come una mosca che si appoggia su un fiore profumato per un momento per spostarsi, l'attimo successivo, su un cassonetto della spazzatura che odora di marcio. Come potete fidarvi di questa mente incostante? La mente è come una scimmia pazza ed il corpo come una bolla nell'acqua. Oggi, sfortunatamente, viviamo riponendo la nostra fede in un corpo ed una mente siffatti. Il giorno in cui rinuncerete all'attaccamento al corpo, dimenticando i sensi e contemplando l'Atma Tattva (il Principio del Sé) diventerete voi stessi l'incarnazione del Principio Divino. Voi non siete solo degli esseri umani, voi stessi siete Dio ma vivete nell'illusione e vi considerate esseri umani. Voi avete indossato l'uniforme dell'essere umano per vivere in questo mondo; questa forma umana è solo un abito e, finché reciterete sul palcoscenico di questo mondo, dovrete portare questo vestito. Nel momento in cui lo lascerete, ve lo leverete di dosso. Lo state indossando solo per impersonare un ruolo ma dovete sempre ricordare la vera forma
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Seguite gli ideali elevati stabiliti da Rama
L'umanità è sacra e divina ma oggi l'uomo la sta consegnando alla polvere mentre dovrebbe santificarla riconoscendone il valore. Tutta l'istruzione ed il potere mondani che acquisite sono temporanei ed hanno vita breve. Invece, dovete desiderare intensamente l' Atma Tattva, che è eterno. Voi non siete il corpo. Se qualcuno vi chiede "Chi sei?" voi rispondete "Io sono... ", cioè vi presentate prendendo in considerazione il vostro corpo fisico, il vostro lavoro, il luogo in cui abitate etc. Voi dite "Io sono Ramadas"; questo è il nome datovi dai vostri genitori. Se qualcuno chiede "Chi è Ramadas?" voi rispondete "Sono io". Il nome Ramadas si riferisce al corpo; il vostro vero nome è "IO" che è reale ed eterno. Il significato letterale della parola Ramadas è 'servo di Rama', il figlio di Dasaratha, ma il nome Dasaratha qui non si riferisce al re di Ayodhya. Il corpo umano con i Dasendriya (i dieci sensi) rappresenta Dasaratha ed Ayodhya è il luogo in cui nessun nemico armato riesce ad entrare. Dasaratha aveva tre mogli, cioè Kausalya, Sumitra e Kaikeyi, che rappresentano i tre Guna (Sattva, Rajas e Tamas). Usando la visione interiore dobbiamo cercare di conoscere la Verità che è immanente in noi. I grandi Saggi e Veggenti dell'antichità realizzarono questa Verità, la misero in pratica nelle loro vite e la insegnarono agli altri. Essi non vivevano nell'illusione come gli esseri umani dei tempi odierni. La tolleranza è la qualità naturale degli abitanti di Bharat e chi ne è privo non è affatto un essere umano! Nei costumi culturali indiani la madre occupa il posto più alto. I Veda dichiarano: 'Venerate vostra madre e vostro padre come [se fossero] Dio'. Tutti voi avete familiarità con i versi (sloka) del Suprabhatam (versi che vengono cantati di primo mattino) a Rama: Kausalya Supraja Rama ... (Oh Rama! Nobile figlio di
Kausalya!). La madre è la prima Divinità dell'uomo ma quanti rispettano la propria madre oggi? Quando Rama si prostrò ai piedi di Sua madre Kausalya, prima di accompagnare il Saggio
Visvamitra nella foresta per proteggere il suo Yajna,
ella Lo benedisse a questo modo: "Figlio! Che il Signore Supremo che protesse Prahlada, l'abitante interiore di Vaikuntha che prese il bambino Dhruva sotto la sua protezione, Colui che viene lodato dagli dei immortali (Amara) ed il Signore che è il rifugio dei derelitti, possano conferirTi la vittoria!" Fu solo grazie alle benedizioni di Sua madre che Rama poté sconfiggere i demoni e proteggere lo Yajna di Vishvamitra. Ed ancora, fu il potere delle parole di benedizione di Sua madre a garantirGli il successo nella cerimonia (Svayamvara) della scelta di un pretendente da parte della sposa alla corte di re Janaka, quando Egli spezzò l'arco del Signore Shiva. Il re Janaka, che era un Karma Yogi (chi compie azioni disinteressate) ed un essere dalla Saggezza Suprema (Maha Jnani), disse a Rama "Figlio! Non c'è nessuno più grande di Te! Eccoti mia figlia Sita: te la offro in matrimonio". Ma egli non accettò la proposta di matrimonio senza il permesso dei genitori e chiese che queste notizie venissero loro trasmesse immediatamente. La gioventù moderna invece fa stampare costose carte d'invito alle nozze e, non appena la data di queste viene fissata, le fa recapitare a tutti. Questo non era il modo di agire di Rama. Egli pensò: "Noi quattro fratelli siamo nati nello stesso momento per cui sia la cerimonia della corda (Upanayanam) che quella del matrimonio (Vivaha) devono riguardare tutti". Fino alla celebrazione del matrimonio Rama non rivolse a Sita neppure uno sguardo ma i giovani d'oggi sono diversi: non appena finisce la festa di fidanzamento, vanno subito al cinema insieme. Questa non è una cosa ben fatta. Rama dette il Proprio consenso al matrimonio solo dopo che i Suoi genitori vennero a Mithila e Visvamitra li ebbe informati del proposito del re Janaka di darGli in sposa sua figlia Sita.
Il Ramayana enfatizza il valore di un carattere nobile
Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna si misero in fila in piedi per farsi mettere [al collo] la ghirlanda dalle loro spose, cosa che faceva parte della cerimonia nuziale. Dato che Rama era il maggiore tra i fratelli, doveva essere il primo a farsi mettere la ghirlanda da Sita e le altre spose dovevano poi cingere i loro promessi. Sebbene Sita si trovasse in piedi davanti a Lui, tenendo in mano la ghirlanda, Egli non la guardò, perché la cerimonia del matrimonio non era stata ancora completata. Fino a quel momento lei era una Para Stri ('un'altra donna') e non Sua moglie. Guardare una donna che non sia la propria moglie è un grande peccato. Povera Sita! Ella aspettò a lungo, ma Rama non piegava la testa per permetterle di metterGli al collo la ghirlanda. Allora Lakshmana mise in atto un piano: all'improvviso cadde ai piedi di Rama e, come questi si piegò per sollevarlo, in quell'esatto momento Sita gli mise al collo la ghirlanda! Vedete! Come era sacra e nobile la gente di quei tempi! Quanto erano puri e sinceri i loro cuori! La gente del Treta Yuga
e del Dvapara Yuga dava al carattere un' importanza immensa. Questo è il motivo per cui quegli Yuga divennero talmente famosi. Come Rama, anche voi dovete obbedire ai comandi dei vostri genitori in qualsiasi occasione. Dovete rispettarli e venerarli. Solo obbedendo ai loro comandi con amore e senza riserve di alcun genere sperimenterete la pace nella vita.
Il Ramayana descrive molti eventi peculiari. A seguito di un repentino capovolgimento degli eventi, Rama dovette trascorrere quattordici anni in esilio nella foresta, in accordo con la promessa fatta dal Re Dasaratha alla moglie Kaikeyi. Sebbene ella fosse una regina, era stata influenzata dalle parole della propria serva, Manthara. Si dovrebbe dar valore alle parole del padrone, non [a quelle] del servo. Avendo dato retta ai consigli della sua serva, Kaikeyi ebbe a subire grandi sofferenze. Sita seguì Rama nella foresta e Lo pregò a questo modo: "Oh Signore! Per una moglie il marito è Dio; lei dev'essere ovunque egli sia." Anche Lakshmana accompagnò Rama nella foresta dicendo: "Caro fratello maggiore! Non posso vivere senza di te, neppure per un momento." Lakshmana e Satrughna erano nati da Sumitra la quale, fedele al suo nome [il nome Sumitra significa 'buon amico', N.d.T.], era donna di nobili qualità ed amichevole con tutti. Ella dedicò entrambi i suoi figli al servizio dei loro fratelli maggiori; per suo stesso desiderio Lakshmana doveva servire Rama e Satrughna Bharata. Lakshmana era dotato di qualità nobilissime. È ben noto a tutti che Sita, Rama e Lakshmana dovettero affrontare molte difficoltà durante il loro esilio nella foresta. Una volta, mentre Lakshmana stava camminando nella foresta con Rama, un cambiamento improvviso avvenne nella sua mente ed egli disse: "Caro fratello maggiore! Perché questo esilio nella foresta per noi? Perché dobbiamo attraversare tante prove? Perché Madre Sita, che non è mai stata esposta al sole ed alla pioggia in vita sua, deve incontrare così tante difficoltà? Inoltre, è molto difficile per noi proteggerla dai demoni in questa foresta. Venite! Torniamo ad Ayodhya a vivere una vita confortevole." Rama sapeva che il fatto che egli avesse cominciato a parlare in tal modo era dovuto all'effetto esercitato dal luogo (Sthala). Sorridendo, lo prese per mano, lo portò ad una certa distanza da quel posto e poi gli disse: "Lakshmana! Ora, dimmi: dobbiamo tornare ad Ayodhya?" Lakshmana allora capì il proprio errore, ne fu dispiaciuto e rispose: "Caro fratello! Non abbiamo bisogno di tornare ad Ayodhya; dobbiamo vivere qui nella foresta, per quattordici anni, secondo il comando di nostro padre. Finora non ho mai agito in opposizione ai Tuoi desideri; non so perché ho parlato a quel modo. Non riesco a capire per quale motivo la mia mente abbia subito un tale cambiamento." Rama allora gli spiegò: "Lakshmana! Questa non è una tua qualità naturale, ma è l'effetto del luogo che abbiamo attraversato ora: vi si aggirano molti demoni. Dato che sei entrato in un luogo abitato dai demoni, le qualità demoniache sono entrate in te." Così dicendo, Rama lo aiutò a riprendere la sua compostezza. Quindi dobbiamo prendere in considerazione la situazione, il momento ed il luogo e comportarci di conseguenza. Nessun altro testo insegna in modo così vigoroso il significato del buon carattere come fa il Ramayana. Sfortunatamente molte persone oggi non ne comprendono la grandezza mentre il cuore vero e proprio degli abitanti di Bharat risiede proprio nel Ramayana. La causa fondamentale delle loro difficoltà è la mancanza di comprensione di questa Verità e la sua assenza nella loro condotta. In qualsiasi luogo si risieda, non si può sfuggire alle difficoltà. Esse vanno comunque fronteggiate con pazienza, riponendo fede in Dio.
Dio è il vostro unico rifugio ovunque voi siate: in una foresta, nel cielo, in una città o in un villaggio, sulla cima di un monte o in mezzo ad un mare profondo. [Poesia Telugu]
Dio è dentro di voi nella forma dell'Atma
Questa Verità viene rivelata solo a coloro che sono capaci di realizzare il principio della Divinità. Innanzitutto, oggi la gioventù deve coltivare buone qualità. Voi tutti siete tutti i figli di Dio! Nella Bhagavad Gita, Krishna ha dichiarato "L'Atma eterno in tutti gli esseri è una parte del Mio Essere" (Mamaivamsho Jivaloke Jivabhuta Sanathana). Perciò dobbiamo emulare le qualità del Signore e vivere conformemente le nostre vite. È solo quando Vi considerate Amsa (parte) di Dio che diventate buoni. Invece, se siete orgogliosi di dire "Io sono così e così, sono il fratello di ... oppure il cognato di... etc", rimarrete tali. Il Principio del Sé vi verrà rivelato solo quando comprenderete profondamente di essere l' Amsa di Dio.
Incarnazioni dell'Amore!
Voi siete tutti bravi ragazzi, siete tutti pepite d'oro! Ma l'ambiente in cui vivete ed il cibo che mangiate possono influire in modo infausto su di voi. Se gli amici con cui vi associate sono buoni, vi parleranno di cose buone ma, se non lo sono, vi coinvolgeranno in discorsi cattivi e susciteranno pensieri malvagi nelle vostre menti. Ecco perché dovete avere dei buoni amici.
Satsangatve Nissangatvam,
Nissangatve Nirmohatvam,
Nirmohatve Nischalatattvam,
Nischalatattve Jivanmukti
(La buona compagnia porta al distacco, il distacco libera dall'illusione, la libertà dall'illusione porta alla stabilità della mente, la stabilità della mente conferisce la liberazione)
[Verso Sanscrito]
Non prestate attenzione a tutte le cose noiose dette dagli altri, altrimenti la vostra stessa vita diventerà una seccatura. Associatevi alle buone compagnie e guadagnatevi un buon nome, siate buoni, fate del bene, vedete il bene. Questa è la via [che conduce] al Signore.
Incarnazioni dell'Amore!
Vivete prendendo la vita di Rama come vostro ideale. Se qualcuno vi chiede "Dov'è Dio?" la vostra risposta spontanea dev'essere "Dio è dentro di me nella forma dell'Atma." Voi siete l'Atma. Non c'è niente che sia più grande dell'Atma. All'Atma ci si riferisce anche come coscienza. Un vero essere umano è uno che ha una coscienza pura. Perciò, purificate la vostra coscienza. Tenete i cattivi pensieri lontani da voi. Non preoccupatevi quando vi vengono tali pensieri. Dato che vedete ed udite molte cose mentre vivete nel mondo oggettivo è piuttosto normale che possiate avere alcuni pensieri cattivi. Ci sono sei nemici dell'uomo, nelle forme del desiderio (Kama), della rabbia (Krodha), dell'avidità (Lobha), dell'illusione (Moha), della superbia (Mada) e della gelosia (Matsarya), che lo conducono sul sentiero del male. D'altra parte, i cinque valori umani della Verità (Sathya), della rettitudine (Dharma), della pace (Santhi), dell'Amore (Prema) e della non violenza (Ahimsa) sono i vostri buoni amici; rendete più intima la vostra amicizia con essi. Se fate amicizia con della gente buona diventerete bravi ragazzi, altrimenti vi trasformerete in ragazzi cattivi. Guadagnate un buon nome per voi stessi e per i vostri genitori, che certamente hanno delle grandi aspettative nei vostri confronti; perciò, rendeteli felici. Obbedite ai loro comandi. Allora acquisirete uno stato di Grazia e guadagnerete grandi meriti.
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[Dal Discorso Divino di Bhagavân Sri Sathya Sai Baba pronunciato nella Sai Kulwant Hall a Prashânti Nilayam il 14 Agosto 2006, in occasione della Celebrazione dell' Ati Rudra Maha Yajna - discorso n. 6]
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[Tradotto in italiano dalla versione inglese pubblicata sul Sanathana Sarathi del luglio 2007]