DISCORSO DIVINO

C'è solo un Guru

8 luglio 2006

Indice paragrafi:

Ricordate il Guru Primevo
Purnima significa Illuminazione
Guadagnatevi la Grazia del Guru


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Questo giorno è profondamente sacro. Questo è il giorno in cui venne accesa la prima luce, la Luce che da allora non ha mai tremolato e che mai vacillerà, sebbene i mondi possano cambiare e le ere possano aver termine e ricominciare di nuovo: si tratta della Luce della Saggezza che distrugge la notte dell'ignoranza. Quindi, questo è il giorno della celebrazione eterna in tutta la terra di Bharat, è il giorno della gioia per tutta la gente pia. Gli altri, naturalmente, non sono interessati a questa festa della Beatitudine.


Ricordate il Guru Primevo
Vyasa è il benefattore artefice di tutta questa gioia. Senza dubbio, egli è il Guru Primevo di tutti coloro che camminano sul sentiero di Dio. Vyasa ha piantato e nutrito il seme del Teismo attraverso i Testi Rivelati (Sruti), i trattati religiosi (Shastra) ed i Testi scritti dai Saggi (Smriti): i Veda, il Mahabharata e la Gita. Egli dette al mondo la filosofia del Lila Divino, l'idea dell'Atma fondamentale immanente ovunque ed il segreto di questa Creazione mutevole. La Letteratura Sacra sorta dai suoi sforzi è la vera e propria testa nonché corona del teismo per cui egli è l'insegnante universale dell'umanità. Vyasa Purnima è, quindi, il giorno in cui l'uomo lo deve ricordare con gratitudine. Vyasa visse all'incirca intorno al 3800 a.C. Egli era nipote di Vasishtha, figlio di Parashara e padre di quella gemma celebre fra i Rishi, il famoso Suka; si dice che sia stato una parte (Amsa) dello stesso Vasudeva venuto in forma umana per insegnare le vie del Signore all'uomo. Dato che raccolse i Veda e ne elaborò gli insegnamenti in molte opere, egli è conosciuto come Vedavyasa. Il suo nome, rispettato e ricordato dai discepoli, ci rammenta anche la sua relazione con Vasudeva. La storia della sua vita è una serie di strani miracoli. Sebbene essa possa apparire mediocre, e persino strana ad un comune osservatore, per coloro che indagano più a fondo è dolce e significativa perché così era stata progettata dal Signore. Le azioni vengono dettate dalle esigenze derivanti dalle necessità, dalla natura e dal cambiamento e per questo motivo hanno forme svariate ma si deve cercare di afferrare lo scopo ed il principio che sta dietro di esse. Vyasa nacque da Parashara e Sathyavati, la figlia di un barcaiolo del Gange. Il bambino crebbe col padre. Iniziato alla missione per cui era venuto, si riunì alla madre, recitò la sua parte nella crescita del lignaggio dei Pandava ed infine raggiunse il Vasudeva da cui proveniva. Egli era venuto da Vasudeva, annunciò al mondo i Lila [giochi divini; N.d.T.] di Vasudeva e si unì a Vasudeva... questo fu il lavoro della sua vita. Ma ci si può chiedere: qual è la connessione fra questo giorno e la vita ed il lavoro di Vyasa, il Saggio dei Saggi? Per coloro che cercano di attraversare il Bhavasagar (l'oceano del Samsara), il Guru è la vera e propria nave. Chi è il Guru allora? Non ogni persona che istruisce, non ogni studioso che abbia dimestichezza con gli Shastra. Privo di qualsiasi traccia di lussuria, avidità o rabbia, e pieno di tutti i tratti della retta condotta, il Guru deve percorrere il sentiero dello Shastra. Solo una persona siffatta merita di essere accettata come Guru. Inoltre egli deve avere la capacità di suscitare nel discepolo la fiamma della Conoscenza (Jnana) per dissolvere l'oscurità della sua ignoranza e deve evitare di trascinarlo giù nel Samsara con qualche parola detta senza pensare. Il Guru è conforme al suo ruolo solo se dà al discepolo il Mantra ed il suo significato e lo istruisce sulla Realtà Fondamentale. Alla comunità umana che lottava nell'oscurità , inconsapevole del Divino, Vyasa portò il messaggio risplendente del Signore, che disperse la notte ed accese la lampada della saggezza nel cuore dell'uomo. Esso stabilì l'era del Namaparayana (recitazione del Nome di Dio), dell'elevazione dell'uomo tramite la ripetizione costante del Nome del Signore. Egli è quindi il Guru per eccellenza di ogni uomo.


Purnima significa Illuminazione
Oggi, inoltre, è il giorno di luna piena (Purnima); la luna (la mente) che viaggia nel firmamento del cuore risplende oggi in piena gloria non offuscata dai desideri dei sensi e libera dai segni dell'impulso e della passione. In questo giorno la luna ricorda quella del Paramatma che è piena, limpida e senza macchie. Vyasa per primo rivelò il segreto che bisogna conoscere per rendere la mente (Manas) chiara e piena in tutti come la luna in un giorno di luna piena. Per questo motivo, qualsiasi teista (Astika) deve rifiutare di sentirsi appagato da una festa e da una fugace commemorazione di Vyasa; egli deve invece sforzarsi di portare l'insegnamento nel campo della propria esperienza ed impiantare nel terreno del proprio cuore il seme del Nome (Namabija) concessogli dal Guru, annaffiarlo con l'Amore (Prema), recintare il germoglio per mezzo di una fede stabile (Sraddha), nutrirlo con il fertilizzante della contemplazione (Smarana) e, quando l'albero del Mantra è cresciuto, cogliere il frutto della Beatitudine Divina (Ananda) e gustarne la dolcezza. Che egli possa avere successo in questa impresa! Non abbiate dubbi sul fatto che oggi tali Guru siano disponibili: il Guru è uno, non molti. Essi possono sembrare molti, ma traggono il loro potere da un'unica fonte. Fare distinzioni fra il 'mio Guru' ed il 'tuo Guru' significa sostenere le fazioni. Il coltivare l'armonia e l'unità è alla base della Beatitudine (Ananda); la fazione produce l'inquietudine. Solo coloro che sono liberi dalle faziosità ed hanno mutuo rispetto e tolleranza possono fregiarsi dell'appellativo di Sishya. Questi soltanto meritano la Grazia del Guru.

Guadagnatevi la Grazia del Guru
La Grazia del Guru può essere ottenuta solo mediante l'acquisizione di determinate virtù. Ci si deve liberare della lussuria, della rabbia e dell'invidia, si deve avere Amore (Prema) per tutti, piena fede nel Mantra a cui si è stati iniziati dal Guru ed un ardente desiderio di realizzarne in pieno il significato. Si deve avere inoltre fermezza nella disciplina necessaria per averlo, disciplina che va mantenuta persino nell'afflizione estrema. Queste sono le virtù che devono essere coltivate o almeno si deve fare un tentativo sincero per progredire in questa direzione; questo è il marchio del vero aspirante spirituale (sadhaka). Molti aspiranti, nella loro ansietà di ottenere risultati veloci, hanno cercato un Guru in tutta fretta e, avendone scoperto in seguito i difetti, stanno lottando e soffrendo perché non possono né rinunciare al Guru né gettar via il Mantra. Il loro destino è simile a quello della rana che non può essere ingoiata dal serpente né sfuggire alla sua presa. Ma le persone in tali condizioni non hanno bisogno di disperarsi: quale che sia il Guru, il Mantra che Egli ha dato è relativo al Signore, non è vero? Approfondite la vostra fede nel Nama, rispettatelo in quanto dono del Signore e andate avanti; così dimenticherete molto presto i difetti del Guru. Neanche coloro che non incontrano il Guru giusto devono sentirsi depressi; fate che abbiano fede nel fatto che il Signore è il loro Guru, la loro madre, il loro padre, il loro Dio. Adottando il Nome e la Forma che maggiormente vi ispira, praticate la sadhana con intento puro e privo di egoismo.


Aspiranti spirituali (sadhaka) ed incarnazioni dell'Atma!

Non sprecate il tempo a voi concesso! Offritelo a Keshava (un nome di Krishna) che è l'incarnazione del tempo (Kalasvarupa). Sappiate che lo svegliarsi dal sonno ogni mattina non è che un'altra nascita e andare a dormire la sera non è che un altro nome per la morte. Nello svegliarvi dal sonno al mattino, pregate:


"Oh, Signore! Io sono nato ora dal grembo del sonno. Sto decidendo di svolgere tutti i miei compiti di oggi come offerte a Te e avendo Te sempre presente nella mia mente. Rendi sacri e puri i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni, fa' che io non causi dolore e sofferenza a nessuno e che anch'io non ne abbia, guidami in questa direzione"


e alla sera, quando entrate nei cancelli del sonno, pregate:


"Oh Signore! I compiti di questa giornata, il peso che io ho posto su di Te, sono passati; Tu mi hai fatto camminare come ho fatto, Tu mi hai fatto parlare come ho fatto, Tu mi hai fatto pensare come ho fatto. Perciò, eccoli qui, tutti i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni, posti ai Tuoi Piedi come offerte. Il mio compito è svolto, sto tornando di nuovo a Te."


Adottatele come preghiere giornaliere. Questo è il [Mio] regalo per il Guru Purnima a tutti voi.



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[Dal Discorso di Sri Sathya Sai Baba pronunciato in occasione del Guru Purnima a Prasanthi Nilayam l' 8 luglio 1960]

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[Tradotto in italiano dalla versione inglese pubblicata sul Sanathana Sarathi del luglio 2007]