DISCORSO DIVINO

L’immenso potere dell’amore materno

6 maggio 2006

“Quando l’uomo nasce dal ventre della madre,

non ha ghirlande attorno al collo,

non presenta gioielli fatti di perle né scintillanti ornamenti d’oro

e neppure collane tempestate di gemme preziose come smeraldi e diamanti.

C’è però una pesante ghirlanda attorno al suo collo:

quella che Brahmâ crea, infilando tutte le conseguenze delle sue azioni passate,

e gli impone al momento della nascita.”



Incarnazioni dell’Amore!

Ciò che oggi dobbiamo comprendere è che nasciamo con una ghirlanda karmica attorno al collo. Brahmâ infila ogni nostra azione, buona o cattiva che sia, per farne una pesante ghirlanda; pertanto, prima di compiere qualunque atto, dobbiamo chiederci se sia buono o cattivo.



Usare i sensi in modo sacro

Per le nostre buone azioni c’è sempre una ricompensa, che vi aspiriamo o no. Allo stesso modo, non possiamo sfuggire alle perniciose conseguenze che sorgono da tutto ciò che di male vediamo, pensiamo, udiamo, esprimiamo e compiamo.



Conoscete lo scopo per il quale

vi sono stati dati gli occhi?

Forse per guardare tutto ciò che incontrate?

No, no! Siete dotati di occhi per poter avere

la visione del Signore del Kailâsa.

Sapete perché vi è stata concessa la mente?

Per gironzolare per stradine e vicoli?

No, no! La mente vi è stata donata

per sperimentare la beatitudine

meditando sulla bellissima Forma e sul Nome di Dio.



Dovete quindi fare una profonda riflessione su che cosa sia bene o male e agire coerentemente. Nessuno può sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni; chiunque sia nato in questo mondo deve sperimentare sia il bene che il male. Alcune anime nobili comprendono questa verità, sperimentano la beatitudine di conservare ciò che è buono nella loro mente, come un tesoro, e ignorano tutto quanto non lo è. Talvolta, guardando cose o persone negative, la vostra visione si inquina; in situazioni simili, dovreste immediatamente mettervi in guardia e rammentarvi che gli occhi vi sono stati concessi per avere la visione delle anime nobili e non già per guardare ogni genere di persone attorno a voi. Alcuni indulgono in conversazioni malevole e criticano gli altri ma criticare il prossimo è il peggiore dei peccati; invece di giudicare gli altri, deplorate le vostre qualità negative. Come potete acquistare merito se criticate gli altri? Otterrete, al contrario, solo peccato.

Il mondo ha acquistato il nome di prapañcha poiché è la manifestazione dei pañchabhûta (i cinque elementi) che oggi l’uomo sta usando in maniera distorta pensando che sfruttarli a suo massimo vantaggio sia del tutto naturale. Questo è invece totalmente innaturale ed empio; potrebbe sembrare cosa buona e naturale in un primo momento ma, in seguito, egli dovrà affrontare difficoltà insormontabili. Questi cinque elementi sono presenti in ogni essere umano sotto forma delle qualità sensoriali di shabda, sparsha, rûpa, rasa, e gandha (il suono, il tatto, la forma, il sapore e l’odore). La vostra vita sarà redenta solo quando farete uso adeguato dei cinque sensi e dei cinque elementi. Non usate mai i sensi in modo sacrilego. Oggi le persone si dilettano ad assistere a cose empie, sono tutt’orecchi quando qualcuno indulge in vani pettegolezzi e discorsi malevoli; non tendete mai l’orecchio a discorsi negativi né lasciate che vi trascinino. Dio vi ha benedetto con due occhi e due orecchie affinché possiate vedere la Sua bellissima Forma e ascoltare il Suo Nome dolce e sacro; solo quando aderite a questi princìpi potete vivere come veri esseri umani. La nascita umana è altamente sacra.



Jantunâm nara

janma durlabham

Fra tutti gli esseri viventi,

la nascita come esseri umani è la più rara.



Tale nascita è stata definita rara e preziosa perché vi permette di compiere azioni sacre. Se però non santificate i vostri cinque sensi e non fate uso adeguato dei cinque elementi, la vostra vita come esseri umani mancherà di sacralità e sarà priva di senso. A che serve una vita simile? È una morte vivente. Per i ragazzi e le ragazze, ed anche per le persone adulte, seguire il retto sentiero e far buon uso dei cinque sensi è dunque davvero essenziale. La vita umana è sommamente sacra. Che significato ha il termine mânava (essere umano)? Mâ significa “mâyâ”(illusione), na “senza”, va “vartinchuta” (comportarsi). Pertanto, la vera Umanità consiste nel trascendere mâyâ e seguire il retto sentiero. L’uomo non è nuovo a questo mondo: egli è antico, vi è giunto molte volte in precedenza, ed è una sventura che debba ancora comprendere il vero senso della vita umana nonostante abbia sperimentato un gran numero di nascite. Egli passa tutta la vita a mangiare, bere, dormire e godersi i piaceri mondani: è forse questo lo scopo della vita? Anche gli uccelli e le altre bestie fanno la stessa cosa. Su quali basi può l’uomo dunque considerarsi superiore agli animali? Se combattete i vostri simili e fate loro del male, il vostro comportamento non sarà migliore di quello degli animali selvatici; ciò non può definirsi comportamento umano. Non ritenete gli altri responsabili delle vostre sofferenze puntando un dito accusatore contro di loro.



Gli studenti e i nobili ideali della cultura indiana

Incarnazione dell’Amore!

Quando nascete dal ventre di vostra madre siete liberi dall’illusione ma, una volta cresciuti, ne siete sopraffatti. Anche i vostri desideri aumentano e voi dovreste esercitare controllo su di essi; nella vita, infatti, dovrebbe esserci un limite a tutto. Invece l’uomo moderno vive la propria esistenza senza porsi alcuna limitazione. Per rendere la vita più confortevole, il mondo odierno gli ha fornito numerosi nuovi sistemi che lo hanno sicuramente facilitato garantendogli più agi ma, al tempo stesso, tutto ciò lo sta avviando verso un sentiero profano e sacrilego. Vi sarete certamente accorti che possedere un telefono cellulare è diventata una vera ossessione per i giovani.” Dato che viene ritenuto il mezzo di comunicazione più conveniente, persino il governo incoraggia l’uso di questi “telefonini ma nessuno indaga circa gli effetti negativi che essi esercitano sugli studenti. Una volta in possesso di un cellulare, si può parlare con chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. Quando ai giovani viene data questa libertà, essi tendono a farne cattivo uso rovinando se stessi; anche dei bravi ragazzi vengono attratti sulla strada sbagliata a causa dell’uso del cellulare. Se non indirizzerete gli studenti verso il giusto cammino e non inculcherete in essi le virtù, questi strumenti e mezzi di “comfort” rovineranno sicuramente la loro mente ed essi commetteranno gravi errori. Ci vorrà poi un bel po’ di tempo perché possano correggerli e incamminarsi sul sentiero che porta a Dio. Gli studenti odierni sono molto intelligenti e questa loro intelligenza dovrebbe essere adeguatamente canalizzata; essi dovrebbero comprendere a fondo che cosa è importante per loro nella vita: è questo il genere di educazione che dobbiamo impartire. Tuttavia, a causa dell’influenza della cultura occidentale, gli studenti ricevono un’educazione non adeguata alla loro vita. Influenzati come sono da questa cultura, in loro si stanno facendo strada desideri illimitati, relazioni inutili ed i limiti della decenza vengono travalicati. La cultura indiana è sommamente sacra e nobile; essa ha palesato alti ideali che il resto del mondo deve emulare. Purtroppo gli Indiani hanno dimenticato la propria cultura e sono diventati succubi di quella occidentale. Le differenze da rispettare fra uomo e donna, per quanto riguarda i rispettivi comportamenti, sono cadute completamente nell’oblio. La storia di Bhârat (l’India) è zeppa di esempi di donne che hanno dato prova di grandi ideali.

Da tempo immemorabile, la cultura di Bhârat si è stagliata come la luce di un faro che ha illuminato il sentiero della redenzione per le genti del mondo. Di questi tempi, però, gli stessi dirigenti non conoscono la nostra gloriosa cultura. Bhârat è la terra natale di uomini e donne assai virtuosi che compirono grandi sacrifici per tenere alta tale cultura antica. Questa è la terra in cui regnò il nobile re Harishchandra che considerò la verità alla stregua del proprio respiro vitale. Questa è la terra in cui nacque Sîtâ che dette prova della propria castità uscendo illesa da un fuoco divampante. La gente d’oggi ha dimenticato gli ideali esemplificati da donne nobili e virtuose come Draupadî, Sâvitrî e Damayantî le quali dimostrarono che le donne non sono in alcun modo inferiori agli uomini in termini di coraggio, determinazione e forza. Non si dovrebbero dunque mai disprezzare le donne; esse sono dotate di infinito potere divino.



In questo sacro Paese di Bhârat,

la vera bellezza è la tolleranza.

Il dolcissimo sentimento di questo Paese

è quello d’amore verso la propria madre.



A questo mondo, non esiste amore più grande di quello materno: esso è intriso d’immenso potere. Tuttavia, tale sacro principio viene oggi trascurato e le madri vengono trattate come serve. Quando i genitori diventano vecchi, dovrebbero essere accuditi con amore e premura; invece vengono mandati in case per anziani. Chi tratta male i propri genitori è destinato a subire lo stesso destino per mano dei suoi figli.



Yad bhavam tad bhavati

Come è il sentimento, così è il risultato.



Quali che siano le azioni che compite, esse vi torneranno indietro come reazione, riflesso e risonanza.

Amate vostra madre: sarete allora amati da tutti. Come è il seme, così sarà la pianta. Quindi, per prima cosa, alimentate amore sacro e altruistico. Quando ci sarà amore fra le persone, tutto il mondo si riempirà d’amore ma non macchiate il vostro amore di egoismo e interesse personale.



L’Amore, qualità suprema dell’essere umano

A questo mondo tutto è soggetto al cambiamento eccetto la Verità; nulla al mondo può cambiarla. L’Umanità autentica è sorretta dai due princìpi gemelli dell’Amore e della Verità; entrambi sono indispensabili a farla fiorire. Le persone devono aprire gli occhi e prendere atto di questo fatto ma oggi esse patiscono di ristrettezza mentale mentre dovrebbero aprire la mente e darsi da fare per il bene della società e della nazione nel suo insieme. Le lampadine possono avere misure e forme diverse ma la corrente elettrica che le attraversa è la medesima. I corpi fisici sono paragonabili ad esse ed il potere atmico alla corrente che le illumina. Ci sono diverse lampadine che illuminano questo luogo ma, se si spenge l’interruttore centrale, la luce scompare da tutte; allo stesso modo, se si recedesse dal Principio Divino, tutti gli esseri si svuoterebbero di vita.

Krishna, nella Bhagavad Gîtâ dichiara la stessa Verità:



Mamaivâmsho jîvaloke jîvabhûta sanâtanah

“Tutti gli esseri della creazione

sono manifestazioni di un frammento di Me Stesso.”



La medesima Scintilla Divina è presente in tutti. Dal momento che Dio afferma che voi siete parte del Suo Essere, non dovreste forse coltivare qualità divine? Non dovreste comportarvi come esseri divini? Tutti coloro che sono nati in questo mondo sono aspetti del Divino. Offrite ad ogni essere la vostra sentita deferenza considerando divino; in ciò non vi è nulla di sbagliato. Se volete avere il rispetto degli altri, dovrete rispettarli voi per primi. Dovreste amare tutti: solo in questo modo la vostra vita diventerà un fulgido esempio da emulare. La vita umana è sommamente sacra. Il Principio dell’Amore, immanente nell’uomo, è infinito. Nessuno può descrivere il potere dell’Amore: è impossibile. L’amore terreno è invece limitato e decresce col passare del tempo. Prendete ad esempio il caso di una coppia sposata da poco: durante la prima settimana di matrimonio, il marito non riesce a sopportare di separarsi dalla moglie neppure per un istante. Se capita che egli scorga una spina per strada, per paura che ella possa pungersi un piede, subito la toglierà, trepidante. A un mese dal matrimonio, se vedrà una spina, dirà semplicemente alla moglie di fare attenzione e, sei mesi dopo il matrimonio, se si presenterà la stessa situazione, le griderà: “Sei cieca? Non vedi che c’è una spina?”

È così che l’amore terreno subisce dei cambiamenti. A causa dell’influenza dei tempi moderni, la situazione è diventata tale che le coppie sposate ricorrono anche al divorzio. In passato le persone non possedevano una mente tanto volubile: l’amore reciproco era saldo dall’inizio alla fine. L’Amore stabile e immutabile è vero Âtma Prema (Amore Divino) mentre l’amore terreno è solo deha prema (amore fisico) ed è macchiato dai desideri e dall’attaccamento corporeo. L’amore legato ai desideri è simile a una nuvola passeggera; solo l’Amore Divino è eterno. Perché rinunciare all’Amore eterno e spasimare per il fugace amore fisico? Neanche gli anziani e i genitori riescono a guidare i bambini sul retto sentiero; di fatto, loro stessi subiscono l’influenza dei tempi moderni più dei giovani e non riescono ad offrire loro degli ideali. I giovani non si danno da fare per ottenere una trasformazione.

Affermano i Veda:



Mâtru devo bhava

pitru devo bhava

âchârya devo bhava

atithi devo bhava

“Considera la madre come Dio,

considera il padre come Dio,

considera il maestro come Dio,

considera l’ospite come Dio.”



Oggi, non c’è, verso i genitori, tale rispetto ed amore da parte dei figli; così facendo, questi perdono anche la loro umanità. L’uomo è dotato di puro intelletto e di senso della discriminazione. Chi usa il proprio intelletto nel modo giusto è un vero essere umano. Farsi trascinare dalle tendenze del tempo in nome del modernismo è segno di stoltezza. Solo quando c’è trasformazione a livello individuale può avvenire una trasformazione a livello nazionale; il progresso di una nazione dipende dal carattere dei suoi uomini e delle sue donne. Oggi, tuttavia, voi Bhâratîya (gli Indiani) avete dimenticato l’Umanità e state provando ad imitare la cultura occidentale; questa non è la cosa giusta da fare. Voi avete una cultura che vi appartiene ed essi hanno la loro: non imitate la cultura altrui, aderite alla vostra e alle vostre tradizioni. Non cambiate la vostra cultura per assecondare capricci e fantasie.

Incarnazioni del Divino Âtma! Incarnazioni dell’Amore!

L’Amore è la vera qualità umana: consideratelo come il vostro stesso respiro vitale. Non nutrire amore equivale a non avere vita. Considerate l’amore come il fondamento della vostra vita e seguite il sentiero della verità: allora, non solo la vostra esistenza troverà compimento ma raggiungerete anche la purezza e in ultimo la Divinità. Ovunque siate, in qualunque situazione vi troviate, non deviate mai dal sentiero dell’amore e della verità; evitate di falsare la verità per soddisfare i vostri desideri. Quando dite “Voglio questo”, date espressione a dei desideri coercitivi. Troverete soddisfazione nella vita se accetterete tutto ciò che la natura ha da offrirvi. Per contro, se trasgredirete le leggi della natura per assecondare i vostri desideri, sarete fautori della vostra rovina. Accantonate antipatie e simpatie.



Assecondare i nobili desideri della propria madre

Voi nascete dal ventre di vostra madre per cui dovreste esprimerle gratitudine e farvi un buon nome per lei.

In un villaggio, nei pressi della città di Kolkata, una nobile anima di nome Îshvarachandra Vidyâsâgar viveva assieme alla madre. Essi erano molto poveri e non avevano neppure cibo sufficiente. La donna era solita fare lavori occasionali per ottenere magri introiti, cucinava un roti (pane) e ne dava metà al figlio consumando il resto. Talvolta pativa la fame dando al figlio tutto il poco cibo che riusciva a preparare. La notte, Vidyâsâgar studiava alla luce dei lampioni di strada dato che in casa non potevano neppure permettersi una lampada. Lavorando alacremente giorno e notte, egli riuscì a superare gli esami ottenendo quindi un lavoretto; lo stipendio che guadagnava fu sufficiente per farli vivere entrambi dignitosamente. Un giorno la madre si stava preparando per andare a una fiera e Vidyâsâgar si rammaricò nel vederla indossare un vecchio sari per cui le disse: “Madre, oggi è un giorno di festa e tutti indossano abiti nuovi; perché non dovresti metterne uno nuovo anche tu?” Ciò detto, andò al bazar, comprò un sari bianco e le chiese di indossarlo ma lei disse: “Figliolo! Io ho tre desideri e metterò questo nuovo sari solo dopo che saranno stati esauditi”. Dopo qualche tempo, Vidyâsâgar ottenne una promozione e il suo stipendio aumentò. Un giorno, avvicinatosi alla madre, le chiese di esprimere i suoi desideri ed ella rispose: “Figliolo, i bambini del nostro villaggio si recano nella città vicina per frequentare la scuola; io soffro nel vederli percorrere distanze tanto lunghe portando in spalla pesanti carichi di libri. Ti prego, fai costruire una piccola scuola nel nostro villaggio!” Così, per accontentarla, Vidyâsâgar fondò una scuola nel villaggio dopodiché le chiese: “Madre, sei contenta ora?” Ella rispose: “Figliolo, ho altri due desideri. Mi addolora vedere le donne coprire lunghe distanze per andare a prendere l’acqua: sarei felice se tu facessi scavare un pozzo nel nostro villaggio.” Immediatamente Vidyâsâgar fece scavare un pozzo esaudendo il desiderio della madre. Dopo qualche tempo, ella gli disse ancora: “Figliolo, hai fornito acqua al villaggio e anche fatto costruire una scuola per i bambini ma la mancanza di strutture mediche mi procura angoscia. Ti prego, fai edificare qui anche un piccolo ospedale!” Così, per soddisfare quest’ultimo desiderio, egli fece costruire l’ospedale. La madre ne fu pienamente appagata e solo allora indossò il sari bianco che il figlio le aveva comprato.

Poco per volta, il nome e la fama di Vidyâsâgar si diffusero in lungo e in largo e migliaia di persone cominciarono a riunirsi per ascoltare i suoi discorsi.

(Swami a questo punto ha narrato un famoso episodio, relativo alla vita di Vidyâsâgar, in cui si racconta come egli avesse trasportato la valigia di un funzionario del Servizio Civile Indiano, fino al luogo in cui lo stesso Vidyâsâgar doveva tenere una conferenza, impartendo a quell’uomo una lezione di fiducia in sé e umiltà – N.d.T.).

Vidyâsâgar realizzò tutti e tre i desideri di sua madre. Anche Sathya Sai esaudì i desideri di Sua madre. (Applausi scroscianti). Una volta sorpresi madre Îshvarâmmâ in atteggiamento alquanto pensoso e gliene chiesi ragione. Ella rispose: “Swami, mi addolora vedere i bimbetti del nostro villaggio percorrere a piedi tutta la strada fino a Bukkapatnam per raggiungere la scuola. Ti prego, fai costruire una piccola scuola nel nostro villaggio!” Per esaudire il suo desiderio Io feci costruire una piccola scuola a Puttaparthi. Dopo qualche tempo, ella disse: “Swami, le persone del nostro villaggio sono assai povere e non possono pagare le spese sanitarie ai medici di Bukkapatnam dove sono costrette a recarsi anche per lievi malanni. Perciò, Ti prego, fai costruire nel nostro villaggio un piccolo ospedale!” Così, lo feci costruire. Il suo terzo desiderio riguardava la fornitura di acqua potabile al villaggio. Ella rimarcò che le donne dovevano sopportare gravi disagi per andare ad attingere acqua dal fiume Citrâvatî che era quasi in secca. Per esaudire il suo desiderio, fornii di acqua potabile non solo Puttaparthi ma anche i villaggi vicini. La piccola scuola che fondai è ora una grande università e il piccolo ospedale che feci costruire è diventato un ospedale di alta specializzazione. Madre Îshvarâmmâ versò lacrime di gioia quando vide che i suoi desideri avevano trovato una superba realizzazione. Ella visse in letizia e in modo semplice ed esalò serenamente l’ultimo respiro. È dovere primario dei figli esaudire i desideri della propria madre e renderla felice.

Servite gli altri per quanto vi è possibile. Non dovete intraprendere attività di servizio che oltrepassino i vostri mezzi e le vostre capacità. Se vi accorgete che il vostro prossimo soffre, dategli conforto, aiutatelo per quanto vi è possibile e fatelo felice. Questo è quanto Mi aspetto che oggi impariate. In occasione del “Giorno di Îshvarâmmâ”, esorto tutti voi a mettere in pratica questi tre princìpi di servizio, a sperimentare la beatitudine ed a dividerla con tutti.



(Baba ha concluso il Suo Divino Discorso con il bhajan: “Hari bhajana binâ sukha shânti nahî…”).



Brindavan, Whitefield, 6 maggio 2006,

Sai Kulwant Hall,

Giorno di Îshvarâmmâ



(Tratto e tradotto da Sanâtana Sârathi, giugno 2006)