“Durante la fanciullezza, l’uomo ha interesse solo
a giocare con gli altri bambini.
Nella giovane e media età, è intrappolato nelle cose del mondo
e profondamente impegnato a guadagnar denaro.
Infine, nella maturità, egli desidera questo e quello
senza contemplare Dio neanche quando è vecchio
sprecando così la sua preziosa nascita umana.”
Una Conoscenza latente in ognuno
A questo mondo ci sono milioni di persone istruite. Dal bambino all’esperto uomo maturo, tutti sono interessati a leggere libri e ad accumulare conoscenza ma quali benefici traggono dall’aver acquisito una conoscenza libresca? Un’istruzione del genere può aiutarvi solo a guadagnare di che vivere. Dal povero al milionario, tutti vogliono che i propri figli siano ben istruiti. Per provvedere a un’istruzione qualificata per i loro figli, i genitori sono pronti a spendere qualsiasi somma di denaro ed a contrarre debiti persino oltre le loro possibilità. Nonostante il fatto che essi debbano affrontare numerose difficoltà nell’istruzione dei figli, questi non nutrono alcuna gratitudine nei confronti dei loro benefattori né si chiedono: “A chi devo tutto il mio sviluppo? Chi mi ha permesso di essere ciò che sono oggi?”
A questo punto, dovremmo cercare il vero scopo dell’educazione. Si possono studiare quantità di libri e padroneggiare svariate branche della conoscenza ma si può in tal modo ottenere pace e tranquillità? Tutta la conoscenza che acquisiamo dai libri può soddisfare solo i nostri bisogni materiali. Di fatto, la vera conoscenza è latente in ognuno. La donna non è indietro rispetto all’uomo nel profitto accademico. Le persone pensano che l’istruzione conferisca loro rispetto e stima ma mancano di vera saggezza nonostante i loro elevati risultati negli studi. Attualmente, i genitori vogliono che i figli ottengano un’istruzione orientata esclusivamente al lavoro; a che serve una simile educazione se non apporta una trasformazione nei giovani? Essi non ne traggono benefìci né riescono a dare alcun aiuto ai propri genitori. L’uomo moderno sviluppa l’ego a causa dei suoi risultati nel campo dell’istruzione.
Umiltà, vero scopo del processo educativo
L’umiltà è la caratteristica della vera educazione. Se un uomo manca di viveka (discriminazione) e di vinaya (umiltà), tutta la sua educazione non ha alcun valore. Dovreste comprendere che la vostra istruzione ha per scopo il benessere e il progresso della società. In qual modo la società trae beneficio dalle persone istruite? In effetti, voi imparate molte cose dalla società e ne traete benefìcio ma il potere della discriminazione, che si trova persino nelle persone illetterate, non si riscontra oggi nelle cosiddette persone erudite. Visto che questo è lo stato effettivo delle cose, perché le persone istruite dovrebbero gonfiarsi di ego? Tra gli studenti non c’è oggi quasi nessuna umiltà; essi non mostrano alcun rispetto verso gli anziani e non comprendono le loro responsabilità verso la società. A che serve la mera acquisizione di conoscenza libresca se non si rispettano gli anziani né si serve la società? Chi conduce una vita simile non è coerente con la sua natura; il suo camminare, parlare, leggere, scrivere, ed ogni altra cosa, diventano una posa. Se questo è il risultato dell’istruzione accademica, perché mai uno dovrebbe andare all’università? Ogni studente deve chiedersi: “Che cosa sto facendo al college? Che cosa dovrei fare?” Egli potrà comprendere il vero significato dell’educazione solo quando metterà in atto questa autoanalisi. La semplice conoscenza acquisita dai libri non è vera educazione ma soltanto il trasferimento del contenuto di pustaka (il libro) dentro mastaka (la testa) e viceversa. In tal modo, la gente è intrappolata fra il libro e la testa senza comprensione del vero significato del processo educativo. Le persone sprecano il loro tempo nel maturare una conoscenza teorica invece di acquisirne una pratica. Senza dubbio nei libri c’è molta informazione ma a che cosa serve se la testa è piena di sporcizia? Con una simile istruzione non potrete mai raggiungere i risultati desiderati. La stessa cosa è stata illustrata dall’ospite principale nel suo discorso; egli ha chiesto: “Tutti studiano e imparano ma qual è il risultato finale?”
I risultati dell’educazione moderna
La gente spende migliaia di rupie per acquisire un’istruzione accademica; qual è il ruolo che le persone istruite svolgono oggi nella società? Contribuiscono alla pace sociale? Cercano di favorire la trasformazione degli individui? No. In effetti esse sono incapaci di insegnare la disciplina ai loro stessi figli i quali, in maggioranza, si atteggiano a ben educati e umili in presenza dei loro genitori ma si comportano da teppisti appena escono di casa. Gli studenti dovrebbero impegnarsi a ottenere un buon nome nella società; l’educazione attuale li rende materialisti e non li prepara a volgersi all’interno per ascoltare la voce che viene da lì. Si dovrebbe acquisire l’Âtma Prabodha (la Conoscenza Atmica); questa è vera educazione. In mancanza di consapevolezza del Sé tutta l’altra conoscenza è inutile. Perché si dovrebbe cercare una simile istruzione? Le persone sono interessate a esercitare la loro influenza ed il loro potere; non fanno alcuno sforzo per purificare la mente e il cuore. Questo è il risultato dell’istruzione moderna: la gente ha imparato a parlare dolcemente ma non traduce le proprie parole in azioni.
Incarnazioni dell’Amore!
Imparare semplicemente a memoria il contenuto dei libri non è importante. Dovreste assorbire gandha (l’essenza) di tutti i grantha (testi); questa è vera educazione. Si leggono un mucchio di libri; ma a che scopo? Le persone citano solo ciò che altri hanno detto. È questo che dovete imparare? Dovreste dare ascolto ai suggerimenti, alle parole della vostra voce interiore e dividerle con gli altri ma oggi ben pochi la pensano così.
Come riso cotto a metà
Incarnazioni dell’Amore!
Dovete mettere in pratica almeno uno o due princìpi di ciò che avete imparato e servire da esempio agli altri. Ci sono molti colti studiosi; mettono in pratica ciò che hanno imparato? Sembrano persone eminenti ma, nel comportamento, sono dappoco. Il fine dell’educazione è il carattere; dovremmo considerarlo come il nostro vero e proprio alito di vita. Senza il carattere l’educazione è inutile come riso cotto a metà. Dovremmo mettere in pratica almeno uno o due princìpi e solo allora azzardarci a esortare gli altri. In ogni essere umano ci sono tre princìpi importanti: manas (la mente), buddhi (l’intelletto) e Âtma (il Sé). Qual è la natura del Sé? Esso è onnipervadente. La vera educazione è quella che sprigiona dal cuore; in questo contesto ci si riferisce al cuore spirituale e non a quello fisico. Ci sono molte anime nobili che propongono ideali alla società traducendo la loro conoscenza in azione. Se voi non agite coerentemente ai princìpi, tutta la vostra educazione diventa inutile. È importante quello che fate e non quello che dite. Il vostro comportamento dovrebbe essere esemplare ovunque andiate: questo è ciò che Mi fa piacere.
Mantenere puro il cuore spirituale
La felicità è l’unione con Dio. Voi non siete dei semplici mortali: tutti sono essenzialmente divini. Al fine di realizzare la vostra vera natura mettete in pratica ciò che predicate; solo allora potrete sperimentare la beatitudine che è, in verità, la vera natura dell’uomo. Perché dovreste abbandonare ciò che vi è naturale e condurre una vita artificiale? Ovunque si guardi, nei college e nelle scuole, gli studenti mancano di conoscenza pratica; essi danno importanza soltanto alla conoscenza tratta dai libri e diventano “libri” essi stessi. La vera educazione è quella che origina dal cuore; esso è molto importante per l’esistenza umana. Alla nascita di un bambino, la prima cosa che si controlla è il battito del cuore. Dovreste fare assegnamento più sul cuore spirituale che su quello fisico. “Coscienza” è un altro nome per il cuore spirituale; dovete mantenerlo puro e questo dovrebbe essere il vostro impegno principale. Qualunque cosa fatta con amore e purezza di cuore vi darà beatitudine; essa è, in effetti, latente in ognuno ma l’uomo non ha coscienza di questa verità. Tutti dovrebbero fare ogni sforzo per manifestare la propria Beatitudine innata.
Qual è la natura di questa Beatitudine?
Nityânandam parama sukhadam kevalam jñânamûrtim dvandvâtîtam
Dio è l’Incarnazione della Beatitudine eterna.
Egli è Saggezza assoluta al di là delle coppie di opposti.
La Beatitudine trascende la dualità. Fino a quando si è immersi nella dualità non la si può sperimentare. Prima di tutto, si dovrebbe comprendere il principio di unità. L’unità porta alla purezza e la purezza conduce alla Divinità. Un vero essere umano è quello che persegue l’unità, la purezza e la divinità; in caso contrario, non è migliore degli uccelli e delle bestie. In primo luogo purificate i vostri sensi e sviluppate unità. Considerate tutti come vostri fratelli e sorelle, e vivete in armonia.
La Felicità si trova nell’Unità
Negli incontri pubblici udiamo gli oratori rivolgersi alle persone come “fratelli e sorelle”: ma pensano davvero quello che dicono? Trovate forse unità, oggi, tra fratelli e sorelle? No. La vera Felicità si trova nell’Unità. La vita umana può esser paragonata a un albero: le nostre relazioni sono come i rami e ramoscelli e la contemplazione di Dio è come un fiore da cui otterrete il frutto della beatitudine.
Studenti!
Potete sicuramente acquisire la conoscenza profana ma non dovreste accontentarvene. Volgetevi all’interno e acquisite anche la Conoscenza spirituale. Solo allora potrete raggiungere la Pace.
Incarnazioni dell’Amore!
L’amore è l’essenza dell’educazione; senza di esso l’educazione è artificiosa. Sviluppate quindi l’amore prima di tutto. Comprendete che l’Abitante Interiore è unico nonostante i corpi siano diversi. Attenetevi a questo principio fondamentale e sperimentate Ânanda (la Beatitudine). Vi siete qui riuniti così numerosi e l’attenzione di ognuno è focalizzata su Swami; allo stesso modo, fate che le vostre menti siano sempre focalizzate sulla Divinità, contemplate Dio e servite gli altri. Potete ben immaginare la gioia che sperimenta una persona che, avendo sofferto la fame per dieci giorni, venga servita di un pranzo sontuoso; potete immaginare la gioia che porta un bell’acquazzone quando in tutti i depositi e i laghi è rimasto solo un filo d’acqua. Servite in questo modo coloro che hanno disperato bisogno del vostro aiuto; date loro felicità. Potrete raggiungere la Divinità solo attraverso il servizio. La vita umana è preziosissima ma l’uomo si comporta come un animale e quindi la spreca.
Studenti!
Essendo dei vidyârthin, dovreste sforzarvi di ottenere la vera Vidyâ (Conoscenza); non ha senso leggere semplicemente dei libri senza comprendere il vero significato della Conoscenza. Riflettete sempre sul principio fondamentale della vita “gli esseri sono molti, ma il Principio Divino è unico”, e riconoscete così che Esso è presente in tutti in forma di Âtma. L’Âtma è Âdhâra (il sostegno) e il corpo è adheya (il sostenuto). Considerate l’Âtma come base della vostra vita e ogni altra cosa si sistemerà. Tutti possono avere la visione dell’Âtma, tutti sono dotati di questo potere. Indagate dentro voi stessi: che cosa avete raggiunto studiando una quantità di testi voluminosi? Siete diventati duri di cuore. Se questo è il risultato della vostra educazione, perché mai dovreste studiare? Prima di tutto sviluppate l’amore; quando avrete l’amore in voi, tutti diventeranno vostri amici. Se il vostro cuore non è colmo d’amore, la vita diviene artificiosa; senza l’amore essa non ha significato. Se ognuno divide il proprio amore con il prossimo non c’è alcuno spazio per l’odio; date il vostro amore a tutti e vivete come fratelli e sorelle. Oggi, persino tra questi ci sono conflitti e differenze perché essi mancano della giusta comprensione. Gli individui non comprendono il vero significato dell’amore; il loro amore è intriso di fisicità e sentimenti terreni. Quando comprenderete il principio dell’amore e svilupperete relazioni d’amore tutti diverranno uno. I Veda affermano: “Sahasrashîrshâ purushah” che significa che tutte le teste, tutti gli occhi e tutti i piedi sono Suoi. Una volta compreso il principio di unità, che è presente in tutti, potrete vivere in armonia, nel vero spirito di fratellanza.
Il più grande di tutti
La nostra mano ha cinque dita; ogni dito ha un dovere specifico ma tutte e cinque lavorano all’unisono e in armonia nell’assolvere un compito. Una volta presero a discutere circa quale di loro fosse più importante. Il pollice disse: “Senza di me non si può affrontare alcun lavoro per cui sono io il più grande.” Allora l’indice sorrise e replicò: “Guarda, pollice! Come puoi fare un qualunque lavoro senza il mio aiuto? Inoltre io vengo usato come indicatore per identificare le persone e quindi io sono più grande di te.” Il medio intervenne dicendo: “Ciò che dite non ha significato. Io sono il più alto e voi mi servite, due da una parte e due dall’altra. Per questo il più grande sono io.” A quel punto parlò l’anulare: “La vostra ignoranza mi fa ridere; non sapete che le persone mi adornano di anelli d’oro con pietre preziose come diamanti, smeraldi, topazi ecc.? Quindi, io sono il vostro re.” Da ultimo il mignolo disse: “Io sono sempre davanti a voi, quando c’è da insegnare una lezione a qualcuno o punire un colpevole, per cui io sono il vostro capo e voi dovete seguirmi.” Mentre le dita stavano discutendo tra loro in tal modo, il cuore si fece sentire: “O ignoranti! Ognuno di voi è importante come gli altri; senza unità e armonia fra di voi non potete affrontare alcun compito. In effetti, voi rappresentate i cinque Valori Umani che sono come i cinque aliti vitali dell’essere umano.” All’udire queste parole di saggezza, le cinque dita compresero il loro errore e chinarono, vergognosi, la testa. Una profonda indagine rivela che il cuore è più grande di tutti; il corpo, la mente e l’intelletto sono semplici strumenti per cui, in ogni tentativo, si dovrebbe seguire il suo consiglio. Comprendete che tutti sono uno e hanno uguale importanza; non diventate egoici pensando di essere i soli veramente importanti. Non sciupate il vostro prezioso tempo in vane argomentazioni. Siate amichevoli con tutti e affrontate le sfide della vita in unità e armonia.
Eliminare l’ego per conoscere la Realtà
Studenti!
Dovete condurre la vostra vita in modo esemplare. In effetti, tutti gli ideali sono latenti in voi; essi non possono essere appresi dai libri. Il principio dell’Io è comune a tutti. Se qualcuno chiede “Chi è Sai Baba?” Io rispondo “Io”. Se qualcuno chiede “Chi è il vicerettore?” egli risponde “Io”. La singola lettera “I” (che in inglese significa “io” – N.d.T.) rappresenta il principio dell’Âtma. I Veda dichiarano:
Ekam evâdvitîyam brahma
“Dio è Uno senza secondo.”
La vera spiritualità consiste nel conoscere il proprio vero Sé ma voi siete incapaci di conoscerLo in quanto vi identificate col corpo; questo fa nascere l’ego e chi ha ego non può conoscere la Realtà. Il vostro benessere e quello degli altri sarà assicurato quando avrete la ferma convinzione che tutti sono uno; sviluppate tale spirito di unità. Non vi potete aspettare che la Divinità si manifesti in voi se non coltivate una simile unità. I Veda hanno ammonito:
“Procediamo tutti insieme, cresciamo tutti insieme,
stiamo uniti e condividiamo la nostra conoscenza.
Viviamo insieme in amicizia e armonia.”
Alcuni studenti non mettono in comune con gli altri neanche i loro libri di testo; come possono ottenere la felicità se sono così egocentrici e gretti? Dovreste stare tutti uniti: dove c’è Unità c’è Beatitudine.
“Io vedo solo Amore negli altri”
Incarnazioni dell’Amore!
C’è una sola cosa che dovete imparare: sviluppate l’Amore! Lo stesso principio d’Amore è presente in voi, in Me e in ognuno. Io vedo solo Amore negli altri: quindi, per Me, tutti sono uno. Anche voi dovreste sviluppare simili sentimenti di amore e uguaglianza. Tutti sono uno; siate perciò equanimi con tutti. Questo è ciò che dovete imparare oggi.
Incarnazioni dell’Amore!
Oltre ad acquisire la conoscenza profana, dovete sforzarvi di comprendere il principio di unità; soltanto allora potrete ottenere l’accordo e l’armonia. Prendete, per esempio, questa rosa: essa è fatta di molti petali. In egual modo il nostro cuore può essere paragonato a un fiore e le virtù ai petali; i petali di una rosa possono appassire e cadere il giorno dopo ma il fiore del cuore rimane sempre fresco. Esso è simbolo del principio di unità.
La gente adora i navagrahâ (i nove pianeti) per invocare le loro benedizioni; voi potete aver osservato che c’è perfetta unità e armonia tra i nove pianeti. (Con un movimento della mano, Baba materializza un anello d’oro incastonato con nove tipi di gemme – N.d.T.). Qui potete vedere un navaratna (anello composto di nove gemme); chiunque lo indossi sarà protetto dai navagrahâ ovunque vada. Sviluppate l’unità, siate coraggiosi e maturate la forza necessaria ad affrontare gli eventi.
Non voglio sottrarvi ancora molto tempo. Fate sì che qualunque cosa abbiate imparato qui si imprima nel vostro cuore: solo allora potrete avere la Pace e la vostra educazione avrà un significato.
Incarnazioni dell’Amore!
Io riverso il Mio Amore e le Mie Benedizioni su tutti voi. Siate sempre uniti e trascorrete il vostro tempo in beatitudine. Fate contenti i vostri genitori: sono loro che vi hanno dato il corpo per cui, prima di tutto, esprimete loro gratitudine per questo dono. Solo allora potrete provare soddisfazione nella vita.
(Baba conclude il Discorso con il bhajan: “Prema mudita manase kaho...”).
Prashânti Nilayam, 17 agosto 2005,
Sai Kulwant Hall,
Congresso sul tema: Educazione a “Educare”