'Più dolce dello zucchero, più gustoso del 'curd', più dolce persino del miele è il Nome di Rama. La costante ripetizione del dolce Nome trasmette il gusto dello stesso nettare Divino. Quindi, contemplate incessantemente il Nome di Rama'
(Poesia Telugu)
I Veda sono la quintessenza di una Saggezza profonda, non misurabile ed infinita. Nel Treta Yuga i quattro Veda assunsero una forma fisica, incarnandosi come Rama, Lakshmana. Bharata e Satrughna. I Rig Veda assunsero la forma di Rama, mentre gli Yajur Veda, i Sama Veda e gli Atharvana Veda si manifestarono rispettivamente nelle forme di Lakshmana, Bharata e Satrughna.
Il Potere Divino dei Mantra
Rama simboleggia i Rig Veda. Egli era l'incarnazione dei mantra (Mantraswarupa). Lakshmana era 'Colui che contempla i mantra' (Mantradrasta), e mise in pratica gli insegnamenti di Rama. Seguì Rama fedelmente e Lo considerò il 'mantra che libera' (Taraka Mantra). In effetti, egli vedeva nel Nome di Rama (Rama Nama) 'tutto': Lo vedeva come madre, come padre, come Guru e come Dio. Bharata era l'incarnazione dei Sama Veda e ripeteva incessantemente il Nome di Rama, con sentimento (Bhava), intonazione (Raga) e ritmo (Tala). Mentre Bharata adorava Dio senza attribuirGli una forma (Nirguna) Lakshmana si allietava immergendosi nell'adorazione di un Dio con forma (Saguna). Gli Atharvana Veda si manifestarono in Satrughna, che seguì i tre fratelli maggiori e conquistò non solo il mondo secolare ma anche il mondo dei sensi. I Veda si incarnarono nel Treta Yuga allo scopo di trasmettere preziosissimi messaggi all'Umanità. I due grandi Saggi Vasishta e Viswamithra dichiararono al mondo che i quattro Veda erano nati in forma umana nelle sembianze di Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna. Come effetto dei meriti accumulati da Dasaratha, i quattro Veda si incarnarono come suoi figli. Se qualcuno poneva al saggio Viswamitra una qualsiasi domanda sui Veda, egli rispondeva: "Tutti e quattro i Veda si sono incarnati nei quattro figli di Dasaratha per stabilire un ideale per il mondo." Perciò, i Veda non sono senza forma. Essi hanno una forma. I mantra contenuti nei Veda hanno un immenso significato. Quando il Saggio Viswamitra capì che i demoni (Rakshasa) intendevano porre fine al canto dei mantra vedici e distruggere la rettitudine e la verità sulla Terra, egli chiese aiuto a Rama e a Lakshmana, che erano il simbolo delle forze divine scese sulla Terrra per distruggere le forze demoniache e stabilire la pace nel mondo. Con il potere dei mantra, loro insegnato dal Saggio Viswamitra, Rama e Lakshmana distrussero i demoni. Questo episodio vuole significare che con il potere dei mantra vedici l'uomo può distruggere le qualità demoniache. Quando nel Treta Yuga la gente si impegnava nel canto dei mantra, questi ne distruggevano le qualità demoniache. Simboleggiando i poteri divini dei Veda, i quattro fratelli Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna distrussero le forze demoniache presenti nel mondo e stabilirono così la supremazia dei Veda come manifestazione dell'aspetto del 'Dio con forma'. Ciascun mantra ha una forma ed un suo specifico significato intrinseco.Se viene cantato durante la contemplazione della forma, esso conduce al sentiero dell'autorealizzazione. I veggenti vedici dichiararono: "Ho visto l'Essere Divino, che risplende con il fulgore di un bilione di soli al di là del regno dell'oscurità" (Vedahametam Purusham Mahantam Aditya Varnam Tamasah Parastat).I veggenti ed i saggi trascesero il buio dell'ignoranza e visualizzarono lo splendore del Divino. Essi cantarono i mantra, contemplarono la forma del Divino, officiarono i riti sacrificali (yajna) ed acquisirono la pace e la beatitudine. Mentre officiavano questi riti, essi fecero uso dei mantra, del tantra e dello yantra, che assicurarono pace e prosperità alla gente del Treta Yuga. Con l'aiuto dei mantra, essi sterminarono i demoni e stabilirono il regno degli dei.
'Namasmarana' per la liberazione dell'uomo
Ma questi Mantra sono stati dimenticati dalla gente del Kali Yuga, con il risultato che il Kali Yuga è diventato il 'Kalaha Yuga' (l'era della discordia e dei conflitti). Persino i fratelli litigano l'uno con l'altro: vivono e mangiano insieme nella stessa famiglia, ma sono divisi dall'odio e dai conflitti. In ciascuno dei quattro Yuga, per la liberazione dell'uomo sono stati prescritti mezzi diversi. La meditazione venne indicata come mezzo primario nel Krita Yuga, mentre i riti sacrificali ed il canto dei mantra furono il mezzo del Treta Yuga. Nel Dwapara Yuga l'adorazione di Dio fu il mezzo principale di liberazione. Dato che nel Kali Yuga le persone non hanno né la forza né la capacità di portare avanti delle pratiche spirituali (sadhana) rigorose, è stato loro consigliato di praticare il Namasmarana (ripetizione del Nome di Dio).
'Nel Kali Yuga per ottenere la liberazione non esiste un mezzo più efficace della ripetizione del Nome Divino'
(Harernama Harernama Harernamaiva Kevalam; Kalau Nastyeva Nastyeva Nastyeva Gatiranyatha)
Il Ramayana non è una storia comune. Essa contiene il messaggio diretto dei Veda. Rama simboleggia la saggezza vedica. Egli sposò Sita, che rappresenta la conoscenza di Brahma (Brahma Jnana). Quando Sita viene rapita dalle forze demoniache, Rama e Lakshmana la cercano disperatamente. Il Ramayana contiene migliaia di sloka (versi). Dato che non era possibile ricordarsi tutti gli sloka del Ramayana, i Saggi raccomandarono di ripetere il Nome di Rama. Quando i discepoli di Vasishta gli chiesero 'quale' Nome Supremo ripetere, il Saggio rispose: "È sufficiente che ripetiate il Nome 'Rama'. Il Nome di Rama vi renderà liberi dall'attaccamento (Raga) e dalla malattia (Roga). Come dico spesso agli studenti, il nome 'Rama' ha due sillabe: 'Ra' e 'ma'. Queste due potenti sillabe derivano dai nomi di Vishnu e Shiva. La sillaba 'Ra' deriva dall' Ashtakshari Mantra (mantra di otto sillabe) 'Om Namo Narayanaya'. Esso è il respiro vitale dell' Ashtakshari Mantra. 'Ma' è la vera e propria anima del mantra di cinque lettere (Panchakshari) 'Om Namah Shivaya'. L' Astakshari Mantra (Om NamoNarayanaya') ed il Panchakshari Mantra ('Om Namah Shivaya') perdono di significato quando le sillabe 'ra' e 'ma' vengono rispettivamente rimosse dalle parole di questi mantra.Senza 'ra', l' Astakshari Mantra diventa 'Om Namo Nayanaya ', che non ha un senso compiuto. Il Panchakshari Mantra senza 'ma' diventa 'Om Nah Shivaya', che è di cattivo auspicio. Il Nome Rama è il respiro vitale sia dei Vishnaviti che degli Shivaiti (coloro che adorano, rispettivamente, Vishnu e Shiva). Nel Treta Yuga, quando i saggi ed i veggenti si dedicavano alla ripetizione del Nome Divino di Rama, i demoni Ravana, Kumbhakarna, ed altri ancora, cercarono di disseminare ostacoli sul loro percorso. Essi credevano che, se avessero rapito Sita, che era il simbolo della Conoscenza di Brahma (Brahma Jnana), Rama avrebbe perso il Suo potere: il Nome avrebbe perso la sua potenza senza 'Jnana', proprio come lo zucchero di canna perde la sua dolcezza senza Rasa. Hanuman decise di riportare questo 'Rasa' (dolcezza) a Rama e provò gioia nel bere il nettare del Nome di Rama (Ramarasa). La gente del Treta- e del Dwapara Yuga considerò il Nome di Rama l'essenza di tutta la dolcezza, e godette del suo gusto nettareo. Invece di gustare la deliziosa dolcezza spirituale del Nome di Rama, oggi la gente si espone al rischio di diventare diabetica. I dolciumi del mondo sono causa di malattia, mentre la deliziosa dolcezza di Rama libera da tutte le malattie. Nell'India antica, persino iguardiani delle mandrie ed i pastori ripetevano il Nome Supremo mentre governavano il bestiame o le pecore.Non c'erano molte malattie, ai tempi antichi. Rama, Lakshmana, Bharata e Satrughna propagarono il potere glorioso dei mantra vedici per liberare il mondo dalle malattie e dalla sofferenza.
Mai dimenticare gli insegnamenti dei Veda
Mondodari, la regina moglie di Ravana, fece di tutto per salvare il marito. Gli dette dei saggi consigli, ma Ravana non le prestò ascolto. Quando un marito segue un sentiero sbagliato, una moglie virtuosa agisce da saggio consigliere, e cerca di riportarlo sulla retta via. Mondodari era una moglie di tal genere. Una [vera] moglie (bharya) non è colei che provvede a fornire al marito piaceri mondani, ma colei che gli fa davvero del bene, conducendolo sulla via della saggezza e della rettitudine. Mondodari era una vera moglie (Sati) che cercava di correggere il comportamento del marito (Pati). Anche Sita consigliò saggiamente Rama, quando gli disse di non distruggere tutti i demoni. Suggerì che solo i demoni che avevano compiuto azioni malvagie dovevano essere puniti. La giustizia non risiede nella distruzione di un intero gruppo. Le donne sono nobili perché indicano agli uomini la retta via. Esse sono, infatti, la luce della saggezza nel mondo, e meritano pertanto protezione e rispetto. Sita simboleggia il principio della saggezza (Jnana Tattwa). Sita disse a Rama che la saggezza è universale, che prescinde dalle caste, dai credo e dalle comunità. È per merito delle donne come Sita che gli uomini hanno progredito nella vita. A questo mondo sono presenti innumerevoli specie. Ognuna di esse ha uno scopo ben definito da raggiungere nella Creazione di Dio. Alcune di esse possono sembrare più belle di altre. Come si può dire se una mucca è più bella di un toro? Le virtù sono più importanti della bellezza fisica. Osservando il bene ed il male nel mondo, gli studenti devono sviluppare la discriminazione e scegliere il bene. Devono sforzarsi strenuamente di coltivare le virtù. Sin dalla più tenera età le buone qualità devono essere inculcate in essi, e devono sviluppare un buon carattere. Ovunque andiate, il carattere ha la massima importanza. Quando gli studenti sviluppano un buon carattere, l'intero paese diventa buono e nobile. Le virtù conferiscono la [qualità della] grandezza a tutti. Nel Ramayana, Rama rifulge per le Sue virtù, che hanno la caratteristica della purezza. Le virtù sono più importanti di ciò che si può apprendere dai libri.
Nonostante la sua educazione e la sua intelligenza, l'uomo non rinuncia alle sue qualità malvagie e alla sua meschinità. Non conosce il Sé. L'educazione moderna porta verso la discussione, non alla saggezza totale
(Poesia Telugu)
Studenti! Ragazzi e ragazze!
Dovete cercare di ottenere la saggezza totale . Dovete fare un corretto uso degli occhi, delle orecchie e della lingua, che Dio vi donato. Chiunque sappia controllarli, acquisirà nobiltà d'animo. Pertanto, si devono coltivare la buona visione e il retto ascolto e si deve parlare in modo retto. Parlate sempre con dolcezza e a bassa voce. In verità, chi coltiva queste tre virtù diventerà divino. Questo è l'obiettivo principale dell'istruzione, ne è la base fondamentale. Coloro che sono privi di queste virtù sono virtualmente dei demoni. Questa è l'essenza, il messaggio del Ramayana. I quattro Veda e le altre Scritture esortano l'uomo a seguire questi principi. Cari studenti! Non dimenticate mai gli insegnamenti dei Veda. Essi sono intesi per l'emancipazione e la redenzione dell'umanità. Metteteli in pratica nelle vostre vite.
(Bhagavan ha concluso il Suo Discorso Divino con il Bhajan 'Rama Rama Rama Sita...')
Prasanthi Nilayam, Sai Kulwanth Hall, 30 marzo 2004
(Testo del Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Baba tenuto il 30 marzo 2004 e tratto dal testo reso disponibile dallo 'Sri Sathya Sai Central Trust' di P.N.)