"Coloro il cui cuore è colmo di compassione, le cui parole sono
contrassegnate dalla Verità, il cui
tempo è impiegato nel servizio agli altri, non saranno afflitti
dall'influenza dell'era del Kali
Yuga (1)".
Incarnazioni dell'Amore!
Oggi, il potere di Kali influenza tutti, senza eccezioni. Rendendosi conto che Ravana avrebbe lasciato il corpo entro pochi minuti, molti saggi, studiosi e uomini nobili si precipitarono da lui, e gli chiesero: "Ravana! Nella tua vita hai compiuto moltissime azioni, sia buone che cattive.
Qual è stata la più grande lezione che hai imparato?" Ravana rispose:
"Signori! Non rimandate mai le buone azioni che intendete compiere. Mettete in pratica qualsiasi pensiero o sentimento nobile nell'istante stesso in cui nasce nel cuore. Procrastinare significa rubare il tempo. Una volta pensai di connettere la terra col cielo mediante una scala. Desiderai di convertire in acqua dolce
l'acqua salata intorno a Lanka, nonchè di portare sollievo e consolazione agli abitanti dell'inferno. Sebbene avessi deciso di fare queste cose, rimandai
l'azione, e dopo non riuscii mai a metterle in pratica. Traducete immediatamente in azione qualsiasi buon proposito venga emanato dalla vostra mente. Dobbiamo sempre essere pronti a mettere in pratica tutti i buoni pensieri che
sorgono nella nostra mente". Questo fu il nobile consiglio che Ravana dette alle persone che si riunirono intorno a lui nei momenti finali della sua vita. Il fatto di
aver rimandato la messa in azione dei buoni propositi aveva provocato un disastro nella sua vita.
Mentre Rama e Lakshmana avanzavano nella foresta in cerca di Sita,
incontrarono una strana persona che aveva la faccia all'altezza dello stomaco. Alla vista di queste sue fattezze, essi conclusero che doveva trattarsi di un demone. Rama e Lakshmana andarono dal demone e gli chiesero: "Chi sei?
Non hai la testa. Come vivi? Perché non hai il collo, come tutti gli altri?" La strana creatura rispose: "Signore! Il mio nome è Kabanda. Posso estendere le mani per circa sedici chilometri, ed esse possono afferrare ogni preda che io desideri mangiare. Mi riempio lo stomaco senza dovermi muovere granché. Ma voi chi siete? Perché siete entrati in questa foresta, folta e terribile? Avete
un aspetto tenero, sembrate principi. A quale regno appartenete?" Rama,
che diceva sempre la verità, disse: "Siamo venuti qui per obbedire ad un comando di nostro padre. Io soffro per la separazione da mia moglie. Qualcuno l'ha rapita. Ti prego, dicci dove si trova e che cosa le è successo!" "Signore! Innanzitutto bruciate il mio corpo; poi vi darò tutte le informazioni che desiderate". Lo uccisero e bruciarono il suo corpo. Un essere bellissimo sorse dalle ceneri e disse loro: "Fui obbligato ad assumere questa forma mostruosa a seguito della maledizione di alcuni Saggi. Mi fu detto che colui che mi avrebbe ridotto in cenere sarebbe stato Dio in persona".
Lakshmana gli rispose: "È Rama, il mio fratello maggiore". Kabandha
allora disse: "Rama! La tua Sita è a Lanka. È una donna di provata castità. Chiunque oserà toccarla verrà ridotto in cenere.
Molto presto vedrai Sita a Lanka e tornerai ad Ayodhya. Le mie parole non falliscono mai. Che tu possa godere di ogni agio e consolazione a cominciare da questo stesso istante!". Dopo aver pronunciato queste parole, Kabandha svanì.
Vali e Sugriva erano due fratelli che regnavano su due regni. Erano entrambi uomini di grande valore e coraggio. Vali decise di sottrarre il regno al fratello.
Voleva mettere Sugriva nei guai per poterlo scacciare dal regno di Kishkinda. Rama divenne amico di Sugriva, di Hanuman e di altri guerrieri Vanara. Sugriva fornì tutto l'aiuto possibile per la ricerca di Sita. Radunò le sue forze e raggiunse la riva del mare. Doveva affrontare il problema di attraversare l'oceano per raggiungere Lanka. Gli esperti gli dissero che non aveva forza
sufficiente per farlo. Nessuno c'era mai riuscito. Hanuman si offrì volontario per la traversata e per portare a termine la missione di Rama. Era sempre pronto a fare qualsiasi cosa per il Signore.
Ma ora vediamo che era Vali:
Vali era un re Vanara, forte e potente; ma era perverso, ed indulgeva in azioni malvagie. Una volta, Vali combattè contro un demone potentissimo, Dundhubi. Durante la battaglia Vali lo uccise, e poi lanciò la sua carcassa molto lontano. Il corpo finì sulle montagne Rishyamukha, dove il saggio Matanga stava facendo penitenza. Il sangue che colava dal cadavere del demone cadde sul Saggio Matanga e lo disturbò. Infuriato, lanciò una maledizione contro il responsabile
dell'uccisione di Dundhubi: la sua testa si sarebbe rotta in mille pezzi se mai avesse messo piede su quella montagna.
Vali litigò con Sugriva, il suo stesso fratello, e lo cacciò dal regno.
Sugriva andò a vivere sulle montagne Rishyamukha, pensando che Vali, a causa della maledizione del Saggio Matanga, non lo avrebbe seguito fin là. Fu così che Sugriva, accompagnato da Hanuman ed altri buoni amici, si stabilì sulle montagne Rishyamukha. Intanto ragionava sul modo in cui avrebbe potuto distruggere Vali.
Un giorno Sugriva e Hanuman da lontano notarono nella foresta due ragazzi bellissimi. Si chiesero chi potessero essere. Sugriva mandò Hanuman ad informarsi sui due fratelli. Hanuman si travestì da Bramino ed incontrò Rama e Lakshmana. Il modo di parlare di Hanuman era cortese e pacato. Si presentò, dicendo di essere un ministro di Sugriva, e offrì loro di caricarseli in spalla e di
portarli da Sugriva.
Arrivati che furono, ebbe luogo una bellissima conversazione fra Rama e
Sugriva, a seguito della quale Rama comprese che Vali era stato ingiusto con Sugriva. Vali si era appropriato del regno di Sugriva e poi lo aveva scacciato dal suo stesso regno. Aveva accusato Sugriva di condotta criminale, ma Sugriva non aveva mai compiuto un simile crimine. Sugriva aveva bisogno di un alleato
che fosse più forte di Vali. Doveva quindi mettere alla prova la forza di Rama: avrebbe sigillato un patto di amicizia con Rama solo se avesse provato di essere più forte di Vali. Sugriva disse a Rama: "Rama, mio fratello è molto forte e molto potente; ha molte virtù. Devo scoprire se tu sei più forte di lui". Quando Rama acconsentì a sottoporsi alla prova, Sugriva continuò: "Una volta mio fratello lanciò una freccia attraverso gli alberi di Sal. La freccia passò attraverso cinque alberi di fila, ed emerse dall'ultimo di essi. È molto difficile far penetrare una freccia in un albero di Sal, perché sono di un legno molto duro. Lancia una freccia e fa' che attraversi almeno cinque alberi". Rama sorrise, quindi scoccò la freccia. Questa penetrò moltissimi alberi e li attraversò.
Sugriva rimase molto impresso dalla forza di Rama, e chiese il suo aiuto per distruggere Vali. In cambio promise di aiutare Rama a cercare Sita. Rama chiese a Sugriva di sfidare il fratello in battaglia, facendo sì che la battaglia si svolgesse a non più di sedici chilometri da Kishkindha.
Rama dovette fare questa richiesta perchè le regole del suo esilio gli imponevano di entrare nelle città e nei villaggi. Era a causa di queste regole che si era dovuto confinare nella foresta. Per questo voleva che Sugriva chiamasse Vali fuori del suo regno: solo così Rama poteva aiutare Sugriva.
Come consigliato da Rama, Sugriva sfidò Vali in battaglia. Tara era la moglie fedele di Vali.
Voleva cercare di convincerlo a non combattere contro Sugriva. Gli prese la mano: "Non devi andare a combattere in questo momento. Ho sentito che Sugriva si è alleato con dei principi potenti, che lo aiuteranno. Non avere fretta. Avere fretta è pericoloso. La gente saggia fa una pausa e pondera
ogni possibilitá prima di agire. La fretta può far danno. Può essere pericoloso". Tara con queste parole dapprima riuscì a trattenerlo. Tara era una moglie casta, e aveva molte virtù. Era molto intelligente e buona. Ma quando Sugriva insistette nella sua sfida,Vali si precipitò a combattere.
Sugriva combattè valorosamente, ma poi Vali prevalse, e Sugriva venne
messo a terra.
Sugriva era molto irritato per il fatto che Rama non fosse intervenuto in suo soccorso. Manifestò il suo disappunto al Signore Rama, che rispose che non era stato in grado di distinguere fra i due fratelli, perchè erano assolutamente uguali fra di loro. Rama gli parlò dolcemente e lo consolò.
Gli infuse coraggio e lo rassicurò che alla battaglia successiva Egli avrebbe ucciso Vali. Ma chiese a Sugriva di cingersi il collo con una ghirlanda, affinché Rama potesse distinguerlo da suo fratello Vali. Chiese a Lakshmana di cogliere dei fiori nella foresta e di farne una ghirlanda.
Sugriva se la mise al collo e sfidò Vali a combattere per la seconda volta.
Una fiera battaglia ebbe luogo fra i due fratelli. Rama, nascosto dietro un albero, lanciò una freccia a Vali, il quale, colpito, cadde. Sebbene fosse stato colpito, però, in lui c'era ancora vita. Il Signore Rama andò da Vali e gli disse: "Hai peccato contro tuo fratello Sugriva, e ti sei appropriato di sua moglie. Questo é un grave peccato, perché la moglie di un fratello dev'essere
vista come una madre. Ti sei appropriato del suo regno, lo hai mandato in esilio e ti sei preso sua moglie. Lo hai accusato di crimini che non ha mai commesso. Dato che lui si è arreso a Me, io ho promesso di aiutarlo". Vali rispose: "Rama! Sei venuto nella foresta per mantenere la parola di tuo padre, ma ti sei intromesso fra me e mio fratello. È una cosa indegna del tuo sentiero uccidere una persona stando nascosto dietro un albero". Il Signore Rama replicò:
"Vali! Ciò che hai detto è corretto. Io non vivo più ad Ayodhya. Io sono come un cacciatore che si muove nella foresta. Io sono in esilio, e tu appartieni alla razza degli animali. Un cacciatore uccide un animale nascondendosi dietro un albero. Non si mette mai faccia a faccia con un animale per ucciderlo. Ecco
perché io ho dovuto ucciderti nascondendomi dietro un albero". Vali ascoltò, e poi replicò: "Rama, tu hai grande potere e grande forza, avresti potuto affrontarmi faccia a faccia". Il Signore Rama gli rispose: "Vali, tu hai ricevuto dagli dei il dono per cui chiunque combatte faccia a faccia con te ti passa metà della sua forza. Conosco questo segreto". Vali discusse a lungo con Rama, ma Rama lo convinse della sua follia. Infine Vali chiamò Rama e gli disse:
"Rama! Mia moglie si sta spegnendo. Promettimi che che farai in modo che mio figlio Angada venga incoronato principe ereditario di Kishkinda!" Rama promise, e adempì anche alla promessa fatta a Sugriva.
Incoronò Sugriva Re, ed Angada principe ereditario.
Il poema epico Ramayana contiene la narrazione di tre battaglie tra fratelli:
1) La battaglia fra Vali e Sugriva
2) La battaglia fra Vibhishana e Ravana.
3) La "battaglia" fra Bharatha e Rama.
Vibhishana protestò contro le azioni malvagie di suo fratello Ravana e incorse nella sua ira.
Ravana esiliò Vibhishana, che cercò rifugio ai piedi di Rama.
Vibhishana aiutò Rama contro Ravana.
E Rama lo incoronò Re di Lanka alla morte di Ravana. Sugriva cercò l'aiuto di Rama per uccidere Vali e poi divenne il Re di Kishkinda.
Nei primi due casi un fratello divenne Re combattendo contro l'altro fratello. Ma la "battaglia" fra Rama e Bharata fu di tutt'altro genere! Nessuno dei due ratelli
voleva diventare Re di Ayodhya! Bharata disse a Rama: "Rama, Tu sei il maggiore di noi e Tu solo hai il diritto di diventare re". Ma Rama protestò: "Non metterò piede ad Ayodhya, perché voglio mantenere la promessa fatta a mio padre. Devi essere tu a governare su questo regno, secondo il desiderio materno". Rama si rifiutò di soddisfare la richiesta di Bharata e di diventare Re.
Ognuno dei due fratelli voleva convincere l'altro a governare Ayodhya. Alla fine, il Saggio Vashishta tirò fuori la soluzione:
Bharata si sarebbe preso cura di Ayodhya tenendo i sandali di Rama sul trono, fino a quando Rama fosse tornato ad Ayodhya dopo quattordici anni di esilio. Entrambi i fratelli dovettero accettare la soluzione data da Vashishta.
Rama aderì sempre alla Verità ("Sathyam Nasthi Parodharmah"). Per Rama
l'osservanza della Verità era il massimo Dharma (retta condotta).Egli si attenne al Dharma tenacemente ed ebbe sempre fede nel fatto che la verità alla fine avrebbe trionfato. Rama era saldo e tenace nella sua osservanza della Verità (Sathya) e della retta condotta (Dharma).
Infine la battaglia fra Rama e Ravana ebbe inizio. Rama rispettava Ravana, sebbene fosse suo nemico. Ebbe anche a lodare le virtù di Ravana. Sapeva che Rama era vittima della maledizione lanciatagli da Jaya e Vijaya. Rama uccise Ravana, ma lo perdonò.
Rama doveva agire anche in conformitá all'opinione pubblica. Dato che alcuni avevano dubitato della castitá di Sita, dovette far sì che Sita si cimentasse nella prova del fuoco. Dovette farlo, per rispetto alla pubblica opinione. Il dio fuoco disse a Rama: "Sita è pura e integra".
Rama si comportò con giustizia ad ogni passo. Il Ramayana era un dramma
in cui Rama faceva da regista (sutradhari); ma ne fu anche l'attore (patradhari). Anche la gente ebbe una parte in quel dramma. Rama impersonò il suo ruolo in modo eccellente.
Rama è sopravvissuto alla prova del tempo. È sopravvissuto, sebbene siano trascorse migliaia di anni. Il Signore Rama è sempre stato caro a tutti, è un ideale che l'umanità deve emulare.
La gente di Mithila rimase affascinata dalla vista di Rama. Osservando la condotta e la bellezza di Rama tutti entrarono in estasi. Pensarono che Rama e Sita fossero una coppia eccellente. Cantarono canzoni che invitavano la gente ad assistere al matrimonio di Rama e di Sita. Una di queste canzoni fa così:
"Venite tutti a vedere il matrimonio di Rama, andiamo tutti insieme ad assistere al matrimonio di Rama, molta gente è venuta fin qui solo per questo. Le signore sono adornate di gioielli preziosi, e si sono messe ghirlande di perle e diamanti. Sono ornate da gioielli e pietre preziose, che le rendono bellissime. Oggi Rama metterà il sacro Mangalya (cordino matrimoniale) a Sita . Sono una bella coppia! Sembrano fatti l'uno per l'altra. Dasaratha ha preparato grandi festeggiamenti per il matrimonio. Ha chiamato il Saggio Vashishta ed altri Saggi. La gente è
accorsa in gran numero, per godersi il matrimonio di Rama e Sita. Guadagneremo dei meriti, se assisteremo al loro matrimonio.
Rama risplende, e così pure Sita. Rama è un nobile principe, che si preoccupa del benessere di tutti. Venite: andiamo ad assistere al matrimonio di rama e di Sita".
La gente cantava a questo modo, pregustando il matrimonio di Rama e di Sita. La gente di Ayodhya, come pure quella di Mithila, era deliziata. Erano tutti immensamente felici.
Il Ramayana è la storia (History) di Rama, è la "Sua storia" (HIS-story). (Qui Baba fa un gioco di parole in inglese. HIStory (storia) contiene la parola HIS (suo/sua-di lui). Perciò "history" (storia) può anche, scritta con una "s" in più, diventare "la SUA storia" (HIS-story); N.d.T.). Il Ramayana è pieno di personaggi nobili, spiritualmente elevati. I quattro fratelli e le loro mogli rappresentano un grande ideale per l'umanità. Anche le madri, Kausalya,
Sumitra e Kaikeyi, furono grandi donne. Erano l'incarnazione della virtù e della buona condotta.
La gente biasima Kaikeyi dicendo che fu responsabile della sofferenza di Rama e di Sita. Invece fu solo uno strumento divino nella missione di Rama. Non era il genere di donna che tentennava alle parole di un mantra. Fu solo uno strumento per fare andare Rama nella foresta, affinché Egli punisse i malvagi e proteggesse i giusti. Queste sono le grandi sottigliezze ed i segreti del Ramayana.
Cercheremo di conoscerli nei prossimi giorni.
(Testo del Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba del 21 maggio 2002, come parte dei corsi estivi di Cultura e Spiritualità Indiana tenuti al Campus di Brindavan, Bangalore)
Note:
(1): Kali Yuga (era di Kali): l'era tenebrosa, oscura, chiamata anche l'età del ferro, quarto dei quattro yuga.
L'era attuale, il cui inizio è stato determinato dall'avvento dell'Avatar Krishna