(Swami si alza dalla Sua poltrona, accompagnato dall’applauso generale e da tanti sospiri di sollievo da parte dei devoti. Ma questo Discorso non inizia ne’ con il classico canto, ne’ con l’appellativo “Incarnazioni dell’Amore”).
Oggigiorno l’uomo, il quale ha solamente l’egoismo come motivazione della vita, il quale riempie la sua mente con tutti i tipi di desiderio, il quale ha fatto della violenza il suo stile di vita, non sa cosa sta facendo, dove sta andando e dove sta mettendo i piedi.
In questo modo, egli sta buttando via la propria vita.
Ad ogni passo che ai giorni nostri l’uomo compie, si allontana dalla Via del Dharma; negli affari esteriori come in quelli interiori, l’Amore dell’uomo si sta prosciugando. Ogni desiderio, si trasforma in desiderio malvagio. Non rendendosi conto di che cosa siano le tenebre, l’uomo è a livelli selvaggi e stagna nell’ignoranza nella quale è immerso.
Già da molte decadi, da molti anni..... (Swami corregge: “60 anni!!”)
Nei passati 60 anni Io ho fatto molti Discorsi parlando di molte cose ma, di tutto ciò che Io ho insegnato durante questi 60 anni, non c’è stato sforzo da parte vostra per praticare nemmeno 6 parole di questi Insegnamenti
I ragazzi (studenti) sono ragazzi d’oro ed i loro cuori sono sacri e puri, senza dubbio. I loro pensieri sono molto amorevoli e vibranti, ma il loro comportamento si contraddice in tutto.
Quando il comportamento non è corretto, il lato umano viene rovinato. E questo non vale solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti e gli amministratori dell’istruzione poiché, anch’essi, stanno sprecando il loro tempo in questo modo.
Il desiderio per Swami è tanto; c’è un grande Amore per Swami, però essi non stanno mostrando di fare nessuno sforzo per manifestare questo desiderio nella loro sadhana (disciplina spirituale) e nemmeno stanno mostrando gratitudine. Lo sforzo e la gratitudine che andrebbero associate a quest’Amore, si stanno forse manifestando nella loro vita? NO!
E’ davvero sorprendente che, durante i giorni scorsi, non Mi venisse nemmeno in mente di parlare. Infatti avevo deciso di non parlare più per molti giorni[3]. Non provo quei sacri sentimenti che Mi spingono a parlare; non ho il sacro sentimento di parlare.
In fin dei conti ho parlato così a lungo, ma qual è stata la ricompensa di tutto ciò? A che cosa è servito? Che impatto ha avuto le Mie Parole su di voi? A che cosa servirebbero ulteriori Parole? Per questo ho deciso che, d’ora in avanti, non parlerò più molto.
Giorno dopo giorno, i cuori dei devoti si sono riempiti di ego. Lo sfoggio cresce sempre più e
L’UOMO NON E’ IN GRADO DI RICONOSCERE
CHE SARA’ IL SUO STESSO EGO A CAUSARE LA SUA CADUTA!
Quando egli riconoscerà questa Verità, allora egli stesso diventerà l’Incarnazione della Verità.
Che cosa dovrei dire? Di che cosa dovrei parlare? Che cosa rimane da insegnare? Tutto ciò che avevo da insegnare, l’ho già insegnato; non c’è niente di nuovo da insegnare. Soffro nel vedere che tutti gli Insegnamenti sono diventati un mero badha[4] e che le Mie dolci Parole sono diventate per voi senza sapore.
L’egoismo sta crescendo ogni giorno di più.
Le persone prendono in considerazione solamente ciò che per loro è più conveniente e vantaggioso. Esistono solo il loro interesse personale, lo sfarzo, l’esibizione ed il loro ego. E tutto ciò sta aumentando sempre più, giorno dopo giorno.
Esiste qualcosa nell’istruzione che queste persone hanno acquisito, nelle vite che stanno conducendo e nelle esperienze che hanno fatto, che si possa considerare utile e d’aiuto a qualcuno? ASSOLUTAMENTE NO!!
Il mondo può pensare che siate una persona davvero importante, ma nessuno può imbrogliare il mondo in questo modo. Potete pensare di essere illustri (grandi), mentre invece state solamente dando al mondo un esempio davvero brutto.
Nessuno di voi sta riconoscendo nemmeno una frazione della chance (possibilità) che Swami vi sta dando, della Beatitudine che Swami sta riversando e la qualità dell’Amore che è in Swami.
Fin dai tempi passati, i sacri Veda hanno insegnato questa Saggezza infinita.
I Veda insegnano una dottrina che fissa la società ad un solido terreno.
Essi elargiscono felicità e pace alla società. Veda è sinonimo di Saggezza (Jnana); Veda significa “esistenza”, significa “discriminazione”.
Perché i Veda, i quali insegnano i Princìpi sacri, non vengono capiti?
Le persone descrivono i Veda in molti modi. Esse cantano i Veda dall’alba al tramonto ma qual è la conseguenza di tutto ciò? Perché li studiate, allora? Perché li leggete? A cosa serve tutto ciò?
“Stiamo veramente sperimentando la Gioia e la Beatitudine che derivano da Essi?” Nessuno analizza sé stesso in questo modo!
Frequentate le lezioni di Veda, studiate i Veda, ma a quale scopo?
Date un esempio tale da far pensare agli altri che le persone che non hanno mai studiato i Veda, siano molto più sante di coloro che invece li hanno studiati. Quando è così, in cosa consiste, allora, l’unicità dei Veda?
Il fatto è che le persone lottano accanitamente solamente per guadagnare soldi; esse strisciano per ottenere fama nel mondo, nome, importanza, successo e non per sviluppare un buon carattere e delle buone qualità.
La durata della vita ai giorni nostri è minore rispetto alle ere precedenti, perciò l’uomo non ha a disposizione tutto il tempo necessario per studiare i Veda eterni.
Così, nei tempi antichi, Vyasa si mise di grande impegno per raggruppare il meglio dei Veda[5] in alcune raccolte affinché l’umanità potesse trovare facile studiarLi.
Egli raccolse tutti i Rig - adorazioni - dei Veda eterni è li raccolse in Samhita (“raccolte”) chiamandole Rig Samhita. (Rig Veda)
Poi separò tutti gli Yaju - formule rituali sacrificali - e chiamò questa raccolta Yajur Samhita il quale divenne il secondo libro. (Yajur Veda)
Egli classificò anche tutti i Sama - ordini, disposizioni - dei Veda e li chiamò Sama Samhita, il terzo libro. (Sama Veda)
Egli separò tutti gli argomenti che parlavano delle varie competenze del mondo - Atharva- e chiamò la raccolta Atharva Samhita. (Atharva Veda)
Le persone però pensano che i libri dei Veda, Rig Veda, Yajur Veda, Sama Veda ed Atharva Veda siano solo quattro. No, no!
In realtà essi sono cinque, poichè lo Yajur Veda venne suddiviso in 2 parti: Shukla Yajurveda e Krishna Yajurveda.
Inoltre, ogni Veda è formato da tre parti le quali vennero divise in due sanhita: Taittiriya Sanhita e Puru Sanhita.
Ogni singolo Sloka (mantra, versetto) citato nel Rig Veda dimostra che i Veda sono l’Incarnazione stessa di Dio.
La gente crede che tutti questi versetti (mantra) vengano utilizzati solo per l’esecuzione dei riti sacrificali (Yaga e Yagna). Invece, in realtà, i Veda sono utili in molti modi diversi come per esempio per l’adorazione di Dio, per rituali di ogni tipo ed anche per sperimentare Beatitudine. Ma la maggior parte delle persone ignorano questo tipo di utilizzo.
Ci sono 9 nomi dati ai Veda:
1) Sravanam, 2) Anushrey; 3) Trayi; 4) Chandas; 5) Swadhyaya; 6) Sruti; 7) Smriti; 8) Nigama; 9) Agama. Il Potere supremo è racchiuso in ognuno di questi nomi.
SRUTI (rivelazione) significa “imparare la corretta intonazione senza sbagliare e nello stesso identico modo nel quale è stata detta”.
Altri due nomi sono dati ai Veda: BRAHMANA e ARANYAKA.
Brahmana è quella parte dei Veda che viene usata per l’esecuzione dei rituali sacrificali (Yaga e Yagna); Aranyaka sono i mantra che vengono cantati dalle persone nello stato di Vanaprastha[6] quando vanno nella foresta per vagare liberamente.
Ogni nome dato ai Veda è eterno, puro e divino ed aiuta a far fiorire la Divinità presente all’interno dell’uomo.
Purtroppo nessuno rispetta i misteri e la pura natura dei Veda nel modo giusto e questo è il motivo per il quale la cultura di Bharata declina ogni giorno di più.
Dove si trova la cultura indiana? Noi stiamo distruggendo questa grande cultura!
Grandi uomini provenienti da terre straniere vennero in questa nazione per studiare i Veda, dopodiché Li portarono nelle loro nazioni, attraversando i mari.
Persone dal Giappone e dalla Germania presero l’Atharva Veda e, grazie ad esso, svilupparono tutti i moderni armamenti di guerra.
Perché invece gli indiani non riconoscono tutta questa potenza racchiusa nei Veda? Essi rovinano le loro vite con desideri terreni, desideri materiali e mondani.
L’uomo sarà in grado di nutrire questa grande cultura, anziché la rovinosa vita materiale, solamente quando avrà la ferma fede e l’interesse di realizzare la Divinità interiore
Ai giorni nostri, persino il sentiero spirituale viene usato in modo materiale e contaminato dai desideri terreni. L’uomo si proietta all’esterno (pravritti) dimenticandosi il sentiero interiore (nivritti). Egli non fa nessuno sforzo per realizzare la Divinità raggiungibile attraverso il sentiero interiore. Al contrario! Ogni indiano moderno ce la mette tutta per cercare di seguire solamente il sentiero facile, un facile stile di vita senza dover fare nessuno sforzo ed avendo la pretesa di non voler affrontare nessun problema. Quando la Verità viene detta, egli non è in grado di sopportarla.
Voi non accettate la Verità, ma con grande ego accettate la menzogna! Esistono in voi un grande amore ed una grande attrazione e per la menzogna!!
Questa è l’evidente situazione del mondo ai giorni nostri.
Quanto avete studiato? Cosa avete studiato? Qual è l’essenza dell’educazione che avete acquisito? Quando ci si pone questa domanda, non si trova la giusta risposta. L’uomo studia e studia e diventa molto istruito, ma non è in grado di conoscere sé stesso!
Dovete riconoscere il fatto che l’educazione serve a scoprire sé stessi e non per guadagnare soldi.
Quanto potete studiare? Non ha importanza quanto si studi perché, anche con lo studio, una persona meschina non eliminerà mai le sue qualità meschine grazie all’istruzione!
Tutto questo studio vi conduce solamente ad inutili argomentazioni, ma con esso non potrete mai ottenere la vera Saggezza.
Non siete capaci di capire che cosa siano i Comandi divini e non capite che cosa Dio voglia. Come può, allora, capire il Divino una persona che non capisce la Natura dei Desideri e degli Ordini di Dio?
Ed in che modo gli adulti possono essere di aiuto ai bambini, quando essi stessi percorrono il sentiero sbagliato? Quando gli stessi adulti seguono la via sbagliata, che cosa possiamo rimproverare agli studenti?
Oggigiorno il mondo è diventato completamente artificiale.
Quale tipo di vita dobbiamo condurre? Che cosa s’intende per discriminazione nell’istruzione?
Qual è l’unicità dell’istruzione? Voi non siete in grado di riconoscere questa unicità!
L’uomo può illudersi di essere molto istruito mentre non è istruito per niente! Egli sta usando la sua istruzione solamente per riempirsi la pancia senza riconoscere il potere dell’istruzione ed usarlo. Una persona che si comporta così, non è certo il tipo di persona che riconosce il vero potere dell’istruzione!
Dovremmo anche cercare di capire la Divinità.
Ci sono molte persone che hanno fondato molte organizzazioni ma tutti coloro che si associano, regrediscono giorno dopo giorno, ogni giorno di più. Essi non s’innalzano allo stadio massimo della sacralità e della divinità ma, anzi, scendono. Essi non lottano per raggiungere un posto (consapevolezza) migliore e più sacro.
Essi non fanno nessuno sforzo per cercare di riconoscere almeno una frazione dei segreti spirituali, della sacralità e dei misteri delle Scritture e di metterli in pratica.
Anzi: essi prendono questi misteri e li usano nel verso contrario, sul sentiero sbagliato. Non esiste peccato più grande di questo!!
Non è considerato “peccato” se una persona commette un errore senza saperlo, ma se l’errore viene compiuto con consapevolezza, allora è da considerarsi un gravissimo peccato. Questa è la ragione principale per la quale non siamo in grado di progredire nel sentiero spirituale.
Persino dopo aver saputo così tanto, vi comportate come degli stupidi che non sanno niente!! Fintanto che una stoltezza simile continua ad esserci, il lato umano non potrà fiorire. La vostra Divinità è tanto sacra!
Dobbiamo riconoscere la divinità dei Veda, in ogni atomo, in ogni istante, in ogni più piccola parte.
Al “Veda Purusha Saptha Jnana Yagna”[7], è stata data una grande importanza fin dai tempi antichi. Yagna significa “sacrificio”. Che cosa dobbiamo sacrificare?
Eliminate le qualità meschine, le qualità negative; sacrificate i pensieri negativi; sacrificate il pensare male; sacrificate i cattivi comportamenti e sviluppate buoni pensieri.
Voi invece non state facendo nessuno sforzo per praticare questi Princìpi!
Per ogni cosa, nei Veda, c’è un significato celato.
Prima di iniziare il rito deve essere acceso il fuoco. Per farlo si usano due pezzi di legno: uno in basso come base messo orizzontalmente ed uno posizionato verticalmente sul primo. Il pezzo di legno verticale viene ruotato vigorosamente grazie ad una corda con la quale viene avvolto e questo produce una frizione fra i legni.
Il pezzo di legno inferiore è la “madre” mentre il pezzo di legno superiore è il “padre”: dalla loro frizione, nasce il fuoco, il figlio. Il fuoco, nato dal padre e dalla madre, brucia i suoi stessi genitori.
E’ necessario sapere riconoscere il mistero di questo Principio mentre, invece, ai giorni nostri non siamo in grado di capire questi significati sacri!
Ogni singola parola, anche la più piccola, è in sé stessa unica; lo studio di questi sacri Veda ai giorni nostri sta cambiando un po’ per volta, di giorno in giorno.
Studenti!
Molti di voi si sentono molto tristi pensando: “Swami non ci parla, Swami non vuole dirci più niente; forse è arrabbiato con noi”. Ma Io non provo nessuna traccia di rabbia o gelosia o disapprovazione verso nessuno, siano essi studenti o adulti.
I RAGAZZI SONO IL MIO STESSO RESPIRO VITALE!
State interpretando tutta questa situazione in modo sbagliato.
“Perché Swami non ci parla?”, vi chiedete.
Non vi voglio più parlare. Perché?
Sento che sia meglio che Io non parli del tutto, piuttosto che parlare e vedere che il valore della Mie Parole viene perso. Non Mi piace che non diate valore a ciò che dico; Io non voglio sminuire la Mie Parole.
SOLAMENTE QUANDO RICONOSCERETE IL VALORE DELLE MIE PAROLE,
ALLORA IO VI PARLERO’[8].
Quando voi non date il giusto valore alle Mie Parole, a cosa serve che Io vi parli?
Perciò, non state male per il fatto che non vi parlo ma, piuttosto, fate uno sforzo per cercare di meritarvelo e per farMi riprendere a parlare.
La Mia Opinione è che non Mi piace parlare troppo con nessuno.
Finora ho tenuto così tanti Discorsi: avete mai praticato almeno una sola cosa contenuta in Essi? C’è invece così tanto odio fra di voi!
Odio: vi odiate l’un l’altro. Gelosia, sfarzo. Quando avete tali cattive qualità, a cosa servirebbe anche se ascoltaste Discorsi all’infinito?
Perché c’è questo odio? Non c’è bisogno di sviluppare quest’odio! L’odio è il più grande nemico dell’uomo e noi stessi stiamo alimentando questo nemico.
Perché abbiamo bisogno di tutto questo sfoggio e tutto questo mettersi in mostra? A causa di questa esibizione l’ego si alimenta e, con la crescita dell’ego, le qualità umane declinano.
Sviluppate Amore: questa è la proprietà che tutti hanno in comune. Grazie all’Amore potete ottenere Pace e felicità smisurate. Ma questo Amore non si trova da nessuna parte! Se per un momento c’è, l’attimo dopo è già tramutato in odio.
L’odio si trova persino fra i componenti della stessa casa, nello stesso collegio fra studenti residenti; nell’ostello provate odio uno per l’altro; nell’ashram, nello stesso ashram, le persone si odiano l’un l’altra. Perché sviluppate un simile odio?
Che cosa significa la parola ASHRAM?
A (senza) - SHRAM (difficoltà) è un posto dove non esistono shram (difficoltà). Il luogo nel quale non esistono difficoltà, è un ashram.
Mentre invece voi avete trasformato questo ashram in un luogo pieno di difficoltà e fardelli!!
Perché siete venuti in questo ashram? Perché vivete in questo ashram? A cosa serve che siate qui?
Potete stare in questo ashram solo se siete disposti (in grado) a seguire bene gli ordini di Swami, ad essere nell’Amore di Swami e vivere nella Natura divina di Swami.
Ma voi non mettete in pratica nessuna di queste cose: allora a cosa serve che stiate qui? Perciò, poiché c’è qui gente come voi (anche se continuate a stare qua), è meglio che Io non parli più.
Ci sono così tanti stranieri che vengono qui considerando Swami la loro stessa vita, il loro stesso respiro e che vanno in estasi al pensiero che Swami parli loro anche solo una volta. Per loro anche solo una volta sarebbe sufficiente, mentre voi siete ciechi all’Amore ed alla Grazia che vi vengono riversati giorno e notte!
Siete solamente pieni di gelosia verso quella persona o quell’altra; criticate ciò che fa quello e ciò che fa quell’altro. Voi alimentate gli scandali, alimentate la calunnia contro il prossimo e, così facendo, non fate altro che aumentare i vostri stessi peccati.
Non dovremmo mai accusare nessuno; non dovremmo criticare nessuno; non dovremmo mai parlare male di nessuno; non dovremmo odiare nessuno. Dovremmo invece fare in modo di non dare opportunità alla rabbia di alimentarsi.
“Umano”, come detto nelle Upanishad, significa: “colui che ha valore”.
Invece questo inestimabile uomo ha perso il suo valore. Perché?
Perché abbiamo rovinato e perso il nostro rispetto ed il nostro onore; stiamo rovinando il nostro onore; stiamo rovinando la nostra buona reputazione. L’uomo dovrebbe essere buono con tutti, senza odiare nessuno.
Ecco un piccolo esempio:
voi Mi adorate. Che cosa significa quando si dice che voi Mi adorate? Chi c’è in voi e chi c’è in Me? Lo stesso Atma che è presente in Me, è presente anche in voi. E’ l’Atma che adora l’Atma e non un individuo che adora un altro individuo.
Quando un individuo sta criticando un altro individuo, che cosa avviene? Pensate che ci sia una persona che ne critica un’altra. Ma questo è un grosso errore!
Lo stesso Atma è presente in una persona così come nell’altra. L’Atma non può criticare l’Atma. Pensando che gli altri siano degli individui separati, pensando che gli altri siano diversi da noi, si viene a creare dushana (critica), bushana (elogio) e tiraskaram (repulsione).
Perciò, se vogliamo essere molto vicino a Swami, come prima cosa dobbiamo praticare il Principio dell’Amore. Non dobbiamo dare spazio all’odio, gelosia, esibizionismo ed ostentazione.
Se continuate a tenere questi sentimenti negativi dentro di voi, non importa quanti mantra recitiate, non importa quanti rituali facciate, saranno solo cose inutili.
Incarnazioni dell’Amore!
Dovreste amare gli altri nello stesso modo nel quale amate Swami. Infatti, un solo Swami risiede in ognuno.
ISHWARA SARVA BHUTANAM
Ishwara (Dio) dimora in tutti gli esseri
E’ solo uno l’Essere supremo presente in ogni essere. A colui che comprende questa Verità, è possibile ottenere qualsiasi cosa.
Alla corte del re Janaka, si stava compiendo un grande rituale.
Per l’occasione, tutti i più grandi eruditi erano riuniti là. Ma non solo uomini: erano presenti anche molte donne. Fra i presenti c’erano Yagnavalkya, Gargi, Narada, Samitra e molti altri saggi.
Quando tutti si furono accomodati, il re annunciò che ognuno avrebbe potuto fare qualunque domanda.
Gargi, essendo una donna, chiese: “Io sono una donna. Posso fare domande anch’io?”
Il re Janaka era molto saggio e rispose: “Advaita Dharshanam Jnanam: la conoscenza della Non-dualità è vera saggezza. C’è forse differenza fra uomo o donna? Di conseguenza, chiunque può porre domande”.
Gargi, allora, si rivolse a Yagnavalkya: “Yagnavalkya: tu vuoi lasciare il palazzo portandoti a casa tutte le mucche che il re ti ha offerto, ma potrai farlo solamente dopo aver risposto alle mie domande.
Prima domanda: vediamo molti oggetti materiali che formano il mondo, ma qual è la base fondamentale che li compone?”
Tutti gli eruditi rimasero sbalorditi dal fatto che una donna avesse posto al grande Yagnavalkya una simile domanda. Com’era possibile?
Yagnavalkya rispose: “Madre, l’Akasha è la base di ogni materia”.
Gargi disse: “Puoi vedere la terra in basso ed in alto il cielo, ma che cosa esiste nel mezzo, fra i due?”
Ma prima che Yagnavalkya potesse parlare, fu Gargi stessa a dare la risposta: “E’ sempre l’Akasha. Ciò che esiste fra la terra ed il cielo, è l’Akasha. Ciò che si trova sotto la terra è sempre l’Akasha; ciò che si trova sopra la terra è sempre l’Akasha. Tutto è Akasha”
A questo punto tutti cominciarono a provare rispetto per Gargi. Essi dissero. “Che grande saggezza possiede! Che grande erudita è. Dove ha imparato tanta Conoscenza?”.
Come voi sapete, Narada ha la natura dell’attaccabrighe ed ama le dispute.
In quell’occasione, si alzò e disse: “Madre Gargi: qual è l’obbiettivo della tua vita?”
Gargi rispose: “Lo scopo della mia vita è realizzare Dio”.
“E’ impossibile!” disse Narada.
“Perché?”
Una donna non possiede nessuna autorità, perciò è impossibile per lei ottenere la Liberazione o realizzare la Divinità.” disse Narada.
Gargi rispose: “L’unica differenza nella Divinità fra uomo e donna risiede nella mente e nel corpo, ma non nello Spirito”
Narada disse: “Posso dirti solo questo: potrai ottenere la Realizzazione non appena ti sposerai”
Gargi rispose: “E’ assolutamente impossibile! Come può essere? La mia unica ambizione ed aspirazione è Dio ed a Lui io ho offerto tutta la mia vita: non sono queste condizioni sufficienti per ottenere la Liberazione?”
Janaka intervenne: “Madre, puoi anche sposarti: che cosa avresti da perdere?”
Gargi citò brani dalle sacre Scritture, dalle Upanishad, dalle Shastra i quali giustificavano le sue scelte. Nonostante ciò rispose: “Va bene, mi sposerò. Ma sarà un matrimonio di un giorno solamente. Mi sposerò solo per un giorno”.
Narada divenne molto confuso: “Come può sposarsi solo per un giorno?”, pensò.
Gargi rispose: “Che sia lungo cento anni o solo un giorno, un matrimonio è sempre un matrimonio. Io sono pronta per un matrimonio di un giorno”.
Il saggio Sringu, presente in quel luogo, si prestò per il matrimonio.
Il sacerdote pronunciò il mantra del matrimonio: “Tadeva Lagnam Sudinam Tadeva, Tarabalam Chandra Balam Tadeva, Vidya Balam Daiva Balam Tadeva......”
Mentre cantava il mantra, il sacerdote legò i due promessi sposi con il sacro cordone cerimoniale ma Gargi, prontamente, spezzò il cordone e lo buttò via: in quel preciso momento, Gargi raggiunse la Realizzazione.
Che cosa significa tutto ciò?
In questo modo Gargi raggiunse lo scopo della sua vita senza trasgredire ai voti fatti e senza andare contro le ingiunzioni delle sacre Scritture. Solo Gargi avrebbe potuto fare una cosa simile!
Re Janaka disse: “Tu hai offerto tutte le tue azioni ai Piedi di Dio perciò: che altro avresti potuto fare di più? Tu sei un grande saggio. Se fossi stato incoronato oggi, avrei chiesto di esserlo dalle tue mani”.
Dopo un po’, Narada pose un’altra domanda “Gargi: Yagnavalkya è un grande saggio. Perché non sposi lui?”
Gargi rispose: “Narada, tu sei figlio di Brahma stesso e conosci tutti i dharma, ma come sai Yagnavalkya ha già Kachaini come moglie. Siccome lui ha già una moglie, io non posso divenire la seconda!”
Solo Gargi avrebbe potuto spiegare così bene tutti i doveri che i capofamiglia e le persone sposate devono seguire. In quell’occasione fu Gargi a splendere alla corte di Janaka!
Desideroso di darla in moglie, anche re Janaka la incoraggiò in molti modi, ma lei categoricamente rifiutò!
Yagnavalkya era già sposato con Kachaini.
Gargi disse: “Yagnavalkya, io ho una sorella che si chiama Maitreyi: la offro a te”.
Essendo una donna di grande sacrificio e di grande carattere, Gargi non accettò la via del matrimonio.
Gargi fu una grande donna che riconobbe il fatto che non esistono ostacoli sulla via verso la Realizzazione. Tutte queste relazioni materiali sono solo momentanee e non eterne.
“L’Akasha è la base di ogni cosa. Il sole è la base dell’Akasha mentre Prakriti (la natura) è la base persino del sole....”
Elencando una dopo l’altra le basi che sostengono il tutto, l’assemblea alla corte di re Janaka continuò la discussione a proposito dell’Akasha.
Akasha non è ciò che noi vediamo.
Akasha è il suono Sabda Brahman. Questo suono possiede otto tipi di ricchezza:
Sabda Brahmamayi - la potenza del Suono primordiale;
Caracaramayi - la causa del movimento;
Jyotirmayi - la luce;
Vangmayi - la facoltà del linguaggio:
Nityanandamayi - la Beatitudine;
Paratparamayi - la trascendenza;
Mayamayi - il potere velante
Shrimayi - la Fonte di tutte le prosperità.
Fu Gargi a spiegare i differenti tipi di suono.
Ella santificò tutta la sua vita essendo sposata solo per un giorno. Gargi trovò la Realizzazione della sua vita, ottenendo la Liberazione. Ella poté persino insegnare a re Janaka.
E come Gargi, da quella volta fino ai giorni nostri, quante altre donne, quante altre grandi, grandi donne, donne caste, pure, sono nate in Bharata!
Per questo Io non riesco a capire perché, invece, ogni uomo nato in questa terra ai giorni nostri, si degradi in questo modo, cadendo a livelli tanto pietosi!
Giorno dopo giorno l’intelligenza viene rovinata.
Sono l’ego e l’attaccamento ad essere i responsabili di questa regressione, poichè essi crescono sempre più. L’aumento di ego e di attaccamenti vi conduce alla caduta, facendovi distruggere la vostra Divinità interiore.
Perciò, anche quando ho intenzione di parlare con qualcuno, sono molto apprensivo riguardo il fatto che nessun valore potrebbe venire attribuito alle Mie Parole.
Questo è il motivo per il quale non voglio più parlare. Io aspiro al fatto che darete il giusto valore alle Mie parole.
Qualunque cosa Swami vi dica è per il vostro bene, non per il Mio; qualunque cosa Io faccia, anche la più piccola, o qualunque cosa dica, è solamente per il vostro vantaggio. Ma moltissima gente non è in grado di capire questo e l’ignoranza ne è la causa principale.
Credere di essere un’importante persona istruita, è in sé stessa ignoranza e questa ignoranza è in aumento giorno dopo giorno; in questo modo, la vera istruzione è diventata uno “zero”.
Le persone istruite dovrebbero avere umiltà e senso dell’ubbidienza. L’istruzione vi conferirà l’umiltà, l’umiltà vi dona il merito, il merito vi elargisce soldi, i soldi vi portano il Dharma ed, il Dharma, vi dà pace e felicità. Attraverso Dhana (ricchezza) ottenete Dharma. Attraverso tutto ciò, potete realizzare la Meta in questo mondo e nel prossimo.
Studenti!
Prima di tutto, come cosa più importante, conquistate l’ego; sviluppate obbedienza ed umiltà. Rispettate gli anziani ed i superiori. Parlate molto dolcemente; parlate piano e dolcemente e non mancate di rispetto a nessuno. Quando vi comporterete così, Io sarò sempre con voi, in voi ed intorno a voi.
Voi non lo sapete ancora, ma
RIGUARDO A SWAMI,
IN FUTURO VEDRETE GRANDI COSE!!
Le cose che potete vedere con gli occhi, ciò che ascoltate con le orecchie, ciò che pensate con la mente, ciò che è delizia per il cuore...
...tutto si trasformerà in Divinità!!
Tutto questo sta per succedere, nel giro di breve tempo.
Per questo, non rovinate il tempo prezioso che vi è rimasto, perché non avrete più una tale opportunità. Potrete ottenere qualunque altra cosa, ma mai questo stato. Una volta che lo avrete ottenuto, sarà vostro per l’eternità!
Io spero che gli studenti sviluppino nei loro cuori sentimenti divini come questi e diano Pace ai loro genitori, felicità ai superiori e santifichino la loro vita. Questa è la Mia Benedizione per voi, oggi. E con questa Benedizione, concludo il Mio Discorso
Swami conclude cantando
“Hari Bhajana Bina Sukha Shanti Nahi”
(Traduzione da audiocassetta, con revisione letterale direttamente dal telugu; versione integrale)
Appendice:
Introduzione alla Festa di Navaratri
Le feste religiose, l’adorazione tradizionale ed i rituali, hanno più di un significato.
Oltre ad essere parte dell’adorazione del Divino, essi commemorano eventi ed allegorie che vanno interpretate dal punto di vista occulto e che sono punti di riferimento significativi che guidano il Jiva (Anima individuale) nel suo sentiero verso la Realizzazione.
Da un punto di vista esteriore, i nove giorni di adorazione della Devi (Madre divina) conosciuti con il nome di Navaratri Puja, commemorano la Sua vittoriosa lotta contro il battaglione dei demoni guidati da Sumbha e Nisumbha;[9] ma al Sadhaka (praticante spirituale), questi nove giorni di Navaratri hanno un significato sottile ed una Verità più profonda da rivelare.
Nel suo aspetto cosmico, questa festa simbolizza gli stadi dell’evoluzione dell’essere umano da uomo a Dio, dallo stato di Anima individuale allo stato di Divinità; essa mostra al Sadhaka l’itinerario che la sua Sadhana (disciplina spirituale) dovrebbe seguire.
Infatti lo scopo principale della nostra esistenza è quello di riconoscere la nostra Identità eterna con lo Spirito Supremo. Per poter far questo, come passo iniziale il Sadhaka deve innanzitutto liberarsi delle innumerevoli impurità. Una volta reso puro, egli deve lavorare al fine di acquisire virtù e qualità divine. Così purificato e pieno di satva, egli vede crescere in sé la Conoscenza, come i brillanti raggi del sole si riflettono sulle acque cristalline di un lago perfettamente calmo.
1°, 2° e 3° giorno:
ADORAZIONE DI DURGA
Sradicare i vizi
Questo processo della Sadhana richiede una volontà risoluta ed uno sforzo determinato.
In questi tre giorni, la Madre divina è adorata nel Suo Aspetto di Forza e Potere distruttivo: Durga, la terribile.
Bisogna pregare Madre Durga che distrugga tutte le nostre impurità, i nostri vizi, le nostre debolezze e difetti.
Come fece con i demoni Sumbha e Nisumbha, noi Le chiediamo di lottare contro le forze demoniache che risiedono in noi sottoforma di cattive qualità e di negatività.
Durga è inoltre la Forza che protegge la nostra Sadhana da ogni caduta o trabocchetto.
Così questi primi tre giorni di Navaratri sono dedicati alla distruzione delle impurità, lotta che si combatte con una grande volontà di voler sradicare tutte le tendenze negative che risiedono nella nostra mente. Questo è lo scopo dell’adorazione di questi giorni rivolto a Durga, l’Aspetto distruttivo della Madre divina.
4°, 5° e 6° giorno:
ADORAZIONE DI LAKSHMI
Coltivare le Virtù
Una volta che ci siamo purificati dagli aspetti negativi e dalle cattive abitudini, il passo successivo è quello di costruire una sublime personalità spirituale acquisendo qualità divine, le stesse che il Signore Krishna descrive nella Bhagavad Gita.
Questa parte della festa è perciò dedicata alla preghiera della Madre divina nel Suo Aspetto di Lakshmi, Colei che conferisce, si, la ricchezza ma in questo caso ricchezza di virtù e abbondanza di buone qualità. Lakshmi, infatti, conferisce al Sadhaka le qualità divine necessarie. Questi giorni, con l’aiuto di Lakshmi, sono dedicati allo sviluppo della Purezza, poiché Lakshmi stessa è l’Incarnazione della Purezza.
7°, 8° e 9° giorno:
ADORAZIONE DI SARASVATI
L’Ascesa della Saggezza Suprema
Dopo aver sradicato le tendenze demoniache ed aver coltivato le qualità divine, l’aspirante sta per ricevere la Luce della Suprema Saggezza. Egli è pronto per ottenere la Conoscenza divina. Questo è perciò il momento di adorare devotamente Sarasvati che è la Personificazione della Conoscenza divina, l’Incarnazione stessa di Brahmajnana (Conoscenza del Brahma).
Il Suono della Sua Vina celeste risveglia le Note del Sublime Pranava (OM).
Sarasvati impartisce la Conoscenza del Suono Supremo Primordiale.
Perciò l’adorazione della Madre nel Suo Aspetto di Sarasvati, è il terzo stadio di questi nove giorni di festa.
10° giorno:
LA VITTORIA!
Il decimo giorno, Vijaya Dasami, segna la trionfante ascesa del Sadhaka.
L’aspirante risiede ora nel suo divino Sé che è Sat - Chit - Ananda (Esistenza, Consapevolezza, Beatitudine). Questo giorno festeggia la Vittoria, il raggiungimento dello Scopo.
Questo cammino di 10 giorni simbolizza gli stadi dell’evoluzione che sono indispensabili per ogni Sadhaka, attraverso i quali ognuno deve passare.
Ogni passo conduce naturalmente al passo successivo ma il voler accorciare i tempi o saltare le tappe rende i risultati degli sforzi dei veri fallimenti.
Infatti, ai giorni nostri, molti Sadhaka ignoranti puntano dritti verso l’acquisizione della Conoscenza senza i dovuti preliminari di purificazione e lo sviluppo delle qualità morali e divine, lamentandosi poi di non riuscire ad avere nessun progresso sul sentiero spirituale.
Come potrebbero? La Conoscenza (del Sé) non discenderà fintanto che non si sarà lavata ogni impurità e non si sarà sviluppata la Purezza.
La pianta satvica non può crescere su un terreno impuro!
Seguite questo sentiero ed i vostri sforzi saranno premiati con successo sicuro.
Distruggete le cattive qualità e sviluppate le qualità divine: questo vi condurrà a quella perfezione che culmina con l’Identificazione con il Brahman, la Meta finale.
Gloria alla Madre divina!
Lasciate che Ella vi guidi, passo dopo passo, all’apice del Sentiero spirituale e vi conduca all’Unione con Dio!!
(Tradotto da: “Tutto sull’induismo”
di Swami Shivananda)
[1]Traduzione da audiocassetta, con revisione letterale direttamente dal telugu; versione integrale.
[2]Navaratri, chiamata anche “Dassara”, è la festa che dura 9 giorni in onore della Madre divina. Infatti Nava = nove; Ratri = notti. (vedi anche appendice a fine Discorso).
[3] Il giorno prima, il 13.10.99, mentre tutti i devoti si aspettavano il primo dei sette Discorsi di Baba per la festa di Navaratri, Swami ha chiesto al signor Narashimamurthi, direttore dell’università di “Scienze ed Arte” di Whitefield, di annunciare che, d’ora in avanti, non avrebbe più tenuto Discorsi. Così, invece di fare il Discorso, Swami si è alzato e se ne è andato, fra la costernazione di tutti i presenti. Il giorno seguente, il 14.10.99, il signor Narashimamurthi, in presenza di Baba stesso, ha raccontato pubblicamente che la sera prima, subito dopo l’annuncio, era stato fermato da tantissime persone, tutte con le stesse domande: “Perché? Per quanto tempo? Solo per questa occasione o per sempre?”
“Non sentiremo più il suono della Tua Voce - ha detto a Swami il signor Narashimamurthi - quella Melodia che fa impallidire persino la Vina di Saraswati” ed ha fatto appello al Cuore compassionevole di Dio. Ha chiesto la collaborazione di tutti i devoti per convincere Swami a parlarci almeno ancora una volta anche per capire bene, dalle Sue dirette Parole, il perché della Sua Decisione. E così, accompagnato da moltissimi applausi, Swami ci ha parlato.
[4] Badha: Sofferenza, tormento, lamento.
[5]Veda: dalla radice sanscrita “Vid”, conoscere. I Veda sono dunque la “Conoscenza divina”. Essi sono i libri sacri più antichi dell’induismo e costituiscono le fondamenta della religione induista. Essi sono composti da inni stilati in vedico, cioè in un’antica forma di sanscrito preclassico e non ci sono prove che indichino la loro epoca. Alcuni eruditi e studiosi pensano che il più vecchio degli inni risalga a migliaia di anni fa (1200/1500 o, addirittura, 2500 a.C.). Ci sono molte supposizioni sulla loro origine ed una di esse è che i Veda vennero emanati dal respiro di Brahma, l’Anima dell’universo. E’ opinione comune che essi vennero rivelati oralmente ai rishi, o saggi; per questo motivo l’intero corpo dei Veda viene definito con il nome di Sruti, ossia “ciò che venne udito”, oppure “ciò che venne rivelato”.
I Veda sono 4: 1) Rig Veda o Veda dei versi; 2) Yajur Veda o Veda delle formule sacrificali; 3) Sama Veda o Veda dei canti (o melodia); 4) Atharva Veda. L’Atharva Veda (tradizionalmente fatto risalire ad un asceta di nome Atharvan), non è antico come gli altri tre Veda, ma risale a tempi più recenti. Il Rig Veda è il primo lavoro, il Veda originale, quello dal quale sono derivati, poi, lo Yajur Veda ed il Sama Veda.
Ogni Veda è diviso in due parti: 1) Mantra; 2) Brahmana (che sono, anch’essi, una categoria di mantra e come i mantra vengono recitati). I Mantra costituiscono preghiere ed adorazioni scritte con struttura metrica. La parte Brahmana, invece, è scritta in prosa e riguarda la liturgia sacrificale e ritualistica. Le Upanishad e le Aranyaka (foresta), i quali sono trattati mistici scritti in prosa o in versi e che indagano sulla natura dello Spirito e di Dio, derivano dalla parte Brahmana dei Veda. La parte dei Mantra è più antica rispetto alla parte Brahmana ed i libri nei quali gli inni sono raccolti si chiamano Samhita (raccolta). Il Rig Veda ed il Sama Veda hanno, ognuno, un solo Samhita, mentre lo Yajur Veda ne ha due. Lo Yajur Veda è il “libro d’ufficio” dei sacerdoti: è scritto in forma appropriata per l’esecuzione dei rituali (Yaja, dal sanscrito, significa “sacrificio”).
I suoi due Samhita sono comunemente conosciuti come “Yajur bianco” e “Yajur nero”.
Tutti gli scritti vedici vengono classificati in due grandi categorie: 1) Karmakanda, il dipartimento dei cerimoniali dei quali fanno parte i Samhita; 2) Jnanakanda, dipartimento della conoscenza del quale fanno parte Brahmana, Aranyaka e le Upanishad. Come già detto, il Rig Veda è il Veda originale dal quale, poi, sono derivati il Sama Veda e lo Yajur Veda. Esso è composto da più di mille inni raccolti in 10 libri. Alcuni inni del Rig Veda contengono vagamente la descrizione delle Figura di un Essere Supremo; nel suo insieme, invece, principalmente tutti gli altri inni si riferiscono alla personificazione dei poteri della natura, le quali personificazioni vengono adorate come “divinità”. Fra questi elementi naturali qui adorati e pregati, ci sono principalmente Agni, Indra (atmosfera, pioggia) e Surya (sole). La maggior parte degli inni sono dedicati ad Agni, il fuoco, soprattutto nella sua forma sacrificale (ecco cos’è il Rituale vedico del Fuoco). Ogni inno del Rig Veda, viene associato al nome del Rishi al quale quell’inno venne rivelato, come per esempio Vashista, Vishwamitra, Bharadwaja etc... Questi Rishi vengono frequentemente definiti gli autori degli inni che portano il loro nome. I Veda vennero tramandati oralmente di generazione in generazione e questa tradizione continua ancora fino ai giorni nostri, anche se oggi è possibile trovarli pubblicati. L’insegnamento orale dei Veda ha dato origine a quelle che vengono chiamate “Sakha” (branchie), ossia scuole di Veda.
Esistono diverse categorie di preti per ognuno dei tre Veda (Rig, Sama, Yajur Veda). Coloro che hanno il compito di recitare il Rig Veda, si chiamano Hotri oppure Bahvricha e ad essi è richiesta la conoscenza di tutti i Veda. I preti dello Yajur Veda, i quali mormorano nei sacrifici le formule in modo particolare, sono chiamati Adhwaryu, mentre coloro che cantano il Sama Veda, si chiamano Udgatri. (Questa classificazione dei preti spiega la presenza dei vari gruppi di sacerdoti che si trovavano sul palco del Poornachandra durante il Sacrificio vedico del Fuoco, tenuto a Prashanti Nilayam, ognuno dei quali cantava mantra differenti). (tradotto da “Dizionario della mitologia e della religione induista”).
(Questa classificazione dei preti spiega la presenza dei vari gruppi di sacerdoti che si trovavano sul palco del Poornachandra durante il Sacrificio vedico del Fuoco, tenuto a Prashanti Nilayam, ognuno dei quali cantava mantra differenti).
[6] Vanaprastha. Secondo la tradizione induista, 4 sono gli stadi della vita di un uomo della casta brahmana, la casta sacerdotale considerata la più nobile fra le 4 casta induiste: 1) Brahmachari: lo stadio di studente con il dovere di trascorrere i suoi giorni in umile ed obbediente servizio del suo guru (precettore) e lo studio dei Veda. 2) Grihastha: stadio del capofamiglia durante il quale l’uomo, insieme a sua moglie, è impegnato nei doveri ordinari di un sacerdote quali leggere ed insegnare i Veda, fare rituali, sacrifici ed elemosine. 3)Vanaprastha: stadio dell’anacoreta. “Abitante dei boschi”. L’uomo ha adempiuto a tutti i suoi doveri come uomo nel mondo, perciò adesso è libero di ritirarsi nella foresta per dedicare sé stesso completamente alla vita spirituale, di rinuncia, contemplazione ed adorazione di Dio. Questo terzo stadio è una preparazione allo stadio finale: 4) Sannyasi. Ultimo stadio della vita. Un sannyasi è un “mendicante” religioso il quale, libero da tutte le regole e doveri, vaga di posto in posto vivendo di elemosine; questo stato di privazione e totale distacco da tutto, serve per rendere la mente libera dagli opposti quali piacere e dolore, per distaccarsi dalla preoccupazione del corpo fisico ed essere così immersi, senza nessuna distrazione e preoccupazione, solamente nel pensiero e la contemplazione di Dio e raggiungere così la Liberazione e Realizzazione finali.
[7] E’ il rituale vedico del fuoco che si è tenuto nel Poornachandra, a Prashanti Nilayam, durante i giorni di festività di Navaratri. Saptha significa “sette”, Yagna è il rituale del “sacrificio”. I rituali sono infatti durati sette giorni, iniziando il giorno 13 e terminando il giorno 19 ottobre.
[8]A proposito del fatto che alle Parole di Swami non viene dato valore: lo stesso fratello di Sai Baba, riguardo l’annuncio fatto da Swami di non voler più parlare, avrebbe dichiarato alla stampa: “(...) Non bisognerebbe dare importanza alla dichiarazione”. (Vedi Discorso del 15.10.99).
[9] Due demoni, fratelli, che vennero uccisi da Durga. La loro storia è raccontata nel Markandeya Purana: i due fratelli si votarono a Shiva e fecero 5.000 anni di penitenze al fine di ottenere l’Immortalità. Ma Shiva si rifiutò di concedere loro questa Grazia, così essi continuarono le loro pratiche ascetiche per altri 800 anni. I deva cominciarono ad aver paura del potere che i due fratelli stavano acquisendo così, su suggerimento di Indra, Kama il Dio dell’Amore, mandò loro due ninfe celesti, Rambha e Tilottama, che riuscirono a sedurre i due fratelli, distraendoli dalle loro penitenze per 5.000 anni. Realizzato l’inganno, Sumbha e Nisumbha rimandarono le due ninfe in Paradiso e ripresero i loro sacrifici. Alla fine di 1.000 anni, Shiva li benedisse: “Che siate più ricchi e più forti degli dei”. I due fratelli, allora, combatterono e sconfissero i deva che, disperati, chiesero aiuto prima a Brahma, poi a Vishnu e poi a Shiva stesso ma senza risultato. Shiva, però, suggerì loro di chiedere aiuto a Durga. E così fecero. Durga dichiarò guerra ai due demoni ed alle loro armate. Fu così che i due demoni vennero sconfitti.
[1] Swami, quella mattina, ha incontrato il Primo Ministro dell’Andhra Pradesh.