DISCORSO DIVINO

Lavorate con discriminazione, adorate con consapevolezza

22 agosto 1996

Perché cercate Dio qua e là quando Egli è presente nel vostro cuore?
Date servizio e ricevete amore: così potete conoscere il Principio della Divinità.
COSIDERATE OGNI LAVORO COME UN’OFFERTA A DIO

Studenti!
L’educazione conferisce l’umiltà che ne è il segno e la meta effettiva. Umiltà non significa semplicemente chinare la testa e stare a braccia conserte: umiltà significa agire senza ego. La persona che agisce nella vita di tutti i giorni senza ego né attaccamento è educata davvero; non diventate egoisti perché siete educati, non siate orgogliosi della vostra intelligenza. Nonostante la sua educazione e intelligenza, una persona sciocca non conoscerà il suo Se vero e una persona meschina non abbandonerà le sue qualità malvagie. L’educazione moderna porta solamente ad argomentare e non alla saggezza totale; a cosa serve l’educazione che non può portarvi all’immortalità? Acquisite la conoscenza che vi renderà immortali.
Il desiderio e l’odio nascondono la vostra Divinità innata.
Il Signore Krshna dichiara nella Bhagavad Gita “L’educazione spirituale è l’educazione vera” “Tra tutti i tipi di conoscenza, Io sono la Conoscenza Spirituale”. Non c’è educazione superiore a questa; l’educazione moderna porta alla conoscenza delle cose del mondo e a quella teorica mentre l’educazione spirituale comunica la conoscenza pratica. L’educazione atttuale si occupa solamente della conoscenza moderna, fisica, effimera e transitoria: è persino scorretto chiamarla “educazione”. “Educazione” è ciò che porta alla conoscenza vera di cui Dio è l’incarnazione. Voi dite di aver bisogno di Dio; Io vi chiedo “Perché avete bisogno di voi stessi?” Voi stessi siete Dio; Egli non è separato da voi, è in voi, con voi, intorno a voi, sopra di voi e sotto di voi. La conoscenza spirituale è quella che vi mette in grado di comprendere questa verità.
Studenti!
Come cresce la spiritualità? Un seme posto in un vaso pieno d’acqua marcisce e non fa nascere nessuna pianta; affinché il seme germini, c’è bisogno del terreno. In modo simile, il seme della spiritualità diverrà un albero grande e darà il frutto della beatitudine se lo seminate nel terreno dell’amore; esso non crescerà in un cuore privo d’amore. Con la pratica, si può fare qualunque lavoro; nella vita, la pratica è necessaria sia per camminare, per parlare, mangiare, leggere o scrivere. Quando siete bambini, la mamma vi insegna le parole “mamma” e “babbo”. Tutto questo viene solamente con la pratica. Voi dite che volete la pace; anche per questo bisogna che facciate uno sforzo. Tutti voi state seduti per terra: senza pratica, non potete neppure sedere con le gambe incrociate. Se volete recitare una commediola, cominciate a provare almeno dieci giorni prima; il mondo è come un palcoscenico, tutti sono attori e Dio è il Direttore. In questa commedia della vita, voi avete bisogno di fare esercizio per ogni cosa. La Divinità si può raggiungere solamente seguendo il sentiero spirituale. Il fuoco della saggezza è in ogni essere umano; se lo ignorate, si copre della cenere dell’ego, dell’attaccamento e dell’odio. Da dove viene questa cenere? Viene soltanto dal fuoco e infine lo ricopre. Similmente, in ogni essere umano c’è la Divinità. La stessa cosa fu descritta da Platone con tre parole: Verità, Bontà e Bellezza. In India, gli antichi dicevano “Sathyam, Sivam, Sundaram”. Tutti sono dotati di bontà che è l’attributo della Divinità; non c’è nessuno nel mondo che sia privo di bontà ma essa è coperta dal desiderio e dall’odio. Se volete vedere la vostra Divinità innata, dovete, prima di tutto, eliminare questa cenere dell’ego, dell’attaccamento e dell’odio.
Studenti!
Non c’è cammino più facile della spiritualità; nel mondo non c’è niente di più facile di questo. Può esser necessario un po’ di sforzo per rompere un petalo di rosa ma la spiritualità è molto più facile di questo. Per quale ragione? La ragione è che la Divinità è in voi. In effetti, Essa non è diversa da voi per cui non c’è alcun bisogno di cercare la Divinità.
Studenti!
Voi cercate voi stessi da qualche parte? Nessuno cercherebbe se stesso: chi dicesse “Sto cercando me stesso” sarebbe considerato un folle. Voi stessi siete Dio. Il Vicerettore ha citato Ramakrishna Paramahmsa spiegando il principio del Jivatma e del Paramatma (anima individuata e anima universale). Io vorrei porre la questione in un altro modo. Per giungere alla Divinità ci sono tre passi: Io sono il corpo, Io sono l’anima individuata, Io sono il Se universale. Dire “Io sono il corpo (Dehatma)” è caratteristico dell’ignoranza, è dualismo. Dire “Io sono l’anima individuata (Jivatma)” è affermare il non-dualismo qualificato. Dire “Io sono l’Anima Universale (Paramatma)” è non-dualismo (Advaita). Voi non siete uno ma tre: quello che pensate di essere, quello che gli altri pensano che siate e quello che siete veramente.
L’Atma è comune ai tre termini Dehatma, Jivatma e Paramatma. Per comprendere la Divinità, si deve conoscere la differenza tra questi tre. I termini Bhur, Bhuvah, Suvah nel Mantra della Gayatri comunicano lo stesso significato: Bhur si riferisce al Bhuloka che consiste della materia del mondo e lo si può descrivere come la materializzazione che è rappresentata dal corpo umano. Bhuvah rappresenta il principio che fa muovere il corpo per cui si può descrivere come vibrazione. Il corpo può muoversi grazie alla presenza della vibrazione interiore quindi il corpo è materializzazione, il principio vitale è vibrazione e l’Atma è radiazione. Tutti e tre sono molto presenti in voi; allora dove andate cercando la Divinità? Perché dovreste cercarla? Quando comprenderete questa verità, comprenderete di essere tutto.
Ognuno ha Dio come Maestro
Kabir era un povero tessitore; il denaro che guadagnava tessendo stoffa lo usava per nutrire i poveri, non lavorò mai per ottenere un profitto. Egli vendeva le sue stoffe a un prezzo molto basso senza alcuna considerazione per il profitto; se un povero andava da lui per comprare della stoffa, egli gliela dava senza chiedere alcun prezzo e quel giorno digiunava. Mentre tesseva, cantava continuamente il Nome di Rama e, per questo, la stoffa tessuta da lui acquisiva un valore grande.
Oggi sono arrivati alcuni devoti dalla Grecia; son venuti volando dalla Grecia a Bengaluru e da lì hanno raggiunto Puttaparthi a piedi con i bagagli sulle spalle cantando Om Sri Sathya Sai Babaya Namah a ogni passo. Io li ho ricevuti nel Mandir, ho chiesto se avessero mal di piedi ed essi hanno detto “No Svami, siamo molto contenti, per noi è una grande opportunità. Possiamo camminare anche altre dieci miglia. Se fossimo venuti in automobile non avremmo avuto l’occasione di cantare il Tuo Nome per tutto il tempo”. Questo è ciò che i nostri antenati dicevano: “ Il lavoro duro produce un premio ricco”. Solamente quando mettete in atto un lavoro duro potete goderne il frutto.
Kabir soleva recitare il Nome di Rama continuamente mentre andava in altri luoghi a piedi ed è così che tutto il paese seppe della sua devozione per il Signore Rama. Anche un re venne a saperlo; egli udì che Kabir era molto povero e che non aveva niente su cui contare per sopravvivere per cui, considerandolo un derelitto, gli mandò del denaro, delle vesti e delle provviste su una portantina. Quando Kabir tornò a casa dopo essersi bagnato nel fiume, vide quattro persone che andavano a casa sua con una portantina, ne fu molto sorpreso e chiese ai portatori: “Perché recate questa portantina che deve essere sostenuta da quattro persone? Noi stiamo benissimo”. Cos’è che viene portato da quattro persone? E’ un morto. Ciò che Kabir intendeva far sapere al re è che non aveva bisogno di una portantina con quattro portatori perché era in buona salute. I portatori dissero “Signore, il re ha stabilito che vi portassimo tutte queste cose dato che siete un povero Anata” e Kabir replicò: “Oh, il re ha detto questo?! Ha detto che queste cose mi devono esser date perché io sono un Anata? Bene, io non sono un Anata dato che ho il Signore Rama come mio Natha (padrone). In effetti, Rama è Anatha perché non ha padroni sopra di Se quindi offrite queste cose al Signore Rama”.
Guardate che significato profondo c’è in questa affermazione di Kabir! Nel mondo non c’è nessuno che sia Anatha perché tutti hanno Dio come padrone; se c’è un Anatha, questi è solamente Dio in quanto non ha padroni sopra di Se. In effetti, Dio non è un padrone né un re: Egli è Colui che fa i re. Molti devoti pregano “Swami, non fare di me un Anatha” e Io dico loro “Mio caro, tu non sei un Anatha, Io sono Anatha”. Incapaci di comprendere la natura di Dio e la Sua Realtà, i devoti Lo fraintendono e si formano concetti errati. Chi ha fede totale in Dio non manca di niente.
Diventate privi di ego come Me.
Per accendere la lampada della Divinità in voi, dovete liberarvi dell’ego, dell’attaccamento e dell’odio e generare amore. Io sono l’esempio ideale a questo proposito. Come? Durante il Darshan, voi rimanete seduti dove siete e Io Stesso vengo da voi, piego la schiena e allungo la mano per prendere le vostre lettere; invece, per ego, potrei altrettanto star seduto da qualche parte e dirvi di venire a darMele. Voi lo fareste certamente ma Io non Mi comporto così perché non ho neppure una traccia di ego. Come Io vengo da voi e vi servo, voi dovreste andare dagli altri e servirli senza ego; questo è l’ideale che voglio dimostrare. Tutti voi venite a Prasanthi Nilayam da luoghi lontani; vi sarebbe difficile fare pochi passi e darmi le vostre lettere se Io sedessi in un punto? Potete farlo benissimo ma Io agisco in un modo così privo di ego per affermare un ideale davanti a voi. Io non concepisco alcuna differenza come “tizio è Mio e gli altri no”; tutti sono miei e Io sono vostro. Ogni devoto e ogni studente dovrebbero riconoscere questa verità.
“Io sono presente in tutti gli esseri come Atma” Lo stesso Principio Atmico è presente in tutti; perché allora non è visibile a tutti? Voi pensate che alcuni Mi siano vicini e altri no; Dio non è la causa di questo: dato che siete sopraffatti dalle tendenze e dagli attaccamenti terreni, vi allontanate da Lui. Inoltre, i giovani moderni sono sempre in stato di eccitazione, vanno pazzi per ogni sorta di parole, di canti e balli volgari; essi non sono interessati ai Bhajan, ai Discorsi e al parlare di Dio. Ad alcuni che vengono qui, le parole di Swami entrano da un orecchio ed escono dall’altro.
Assimilate ciò che udite o leggete.
Una volta, uno scultore portò tre statue alla corte del Re Bhoja, tutte e tre simili e bellissime. L’imperatore convocò il Primo Ministro e gli chiese di decidere quale di esse fosse migliore. Il Primo Ministro prese un filo di ferro e lo infilò nell’orecchio di una di esse; il filo uscì dall’altro orecchio ed egli disse “Questa è la peggiore”. Poi mise il filo nell’orecchio della seconda e quello uscì dalla bocca per cui egli disse “A questa si può dare il secondo premio”. Infine mise il filo nell’orecchio della terza e, questa volta, esso non venne fuori. Il Primo Ministro affermò: “Questa merita il primo premio”. Cosa significa? Il significato è che la persona che assimila ciò che ode è la migliore. In questa era moderna, alcuni ascoltano gli insegnamenti sacri con un orecchio e quelli escono immediatamente dall’altro, altri ripetono come pappagalli ciò che leggono nelle scritture e ciò che odono da Swami ma solamente pochi assimilano e mettono in pratica. Per quale ragione? Dov’è la differenza? La differenza si trova nel gradimento o ripulsa degli individui. Da dove vengono questo gradire e non gradire? Vengono dalla compagnia con cui vi associate.
Voi sarete felici quando tutti lo saranno.
Le persone vogliono soltanto il loro benessere e quello della loro famiglia: com’è sciocco pensare in questo modo! Oh sempliciotti! Voi aspirate al vostro benessere e a quello della vostra famiglia! Ma dove vivete? Da chi dipendete? Voi dipendete dalla vostra famiglia e questa dipende dalla società per cui, quando la società sarà sana e sicura, la vostra famiglia lo sarà altrettanto e quando la vostra famiglia sarà sana e sicura vi assicurerà il benessere e la sicurezza. Bisogna quindi che vi impegnate prima di tutto per il benessere della società. Questo è ciò che insegna la preghiera vedica “Possano tutti gli esseri di tutti i mondi essere felici! ( Samasta Lokah Sukhino Bhavantu)”. Quando tutti saranno contenti, anche voi lo sarete. Il Vedanta propone le verità sacre e fondamentali in questo modo. Per sfortuna, oggi ci sono pochi insegnanti che possono comunicare tali insegnamenti sacri; il risultato è che la gente non se ne interessa più. Dove c’è “in fede” c’è interesse; oggi voi avete bisogno di “in fede” ma solamente “in pausa” prevale il che significa che le persone sono diventate pigre e questo non è un buon segno.
Considerate ogni lavoro come il lavoro di Dio.
Frequentate sempre buone compagnie: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
La buona compagnia porta al distacco,
il distacco libera dall’illusione,
la libertà dall’illusione conduce alla fermezza mentale,
la fermezza mentale dona la liberazione.
Cosa significa “buona compagnia”? La compagnia buona è quella che vi fa pensare più a Dio che al mondo. Cosa significa il mondo? Significa andare e venire, andare e venire.
Oh Signore! Io sono prigioniero di questo ciclo di nascite e morti,
sperimento ancora e ancora l’agonia di stare nel ventre della madre.
Attraversare questo oceano della vita materiale è molto difficile:
Ti prego di portarmi al di là di questo oceano e concedermi la liberazione.
Il termine Jagat (mondo) è composto di due sillabe Ja e Gat ovvero ciò che viene e va. In esso non c’è niente di reale per cui è un grande zero. Si dice che ogni buon lavoro è lavoro di Dio. Come diventa lavoro di Dio? Nella parola “good” ci sono quattro lettere; se le togliete uno zero essa diventa “God”. Se abbandonate l’attaccamento al mondo, voi diventate divini ma non c’è bisogno che rinunciate al mondo: potete aver cura della famiglia, assolvere i vostri doveri in ufficio ma fare tutto come un’offerta a Dio. Considerate ogni lavoro come lavoro di Dio e il vostro lavoro sarà trasformato in adorazione; voi non potete compiere correttamente neppure qualcosa di ordinario se non lo fate con un senso di adorazione. Voi avete il lavoro di ufficio: se non lo fate con spirito di dedizione, ve ne stancherete. L’adorazione non è limitata a Dio: considerate ogni compito che affrontate, ogni faccenda con cui avete a che fare come una adorazione. Se lo fate con questo spirito, otterrete il risultato desiderato mentre se non focalizzate la mente al lavoro che avete sottomano, lo rovinerete solamente. Ogni lavoro che fate da mane a sera è, in effetti, un’adorazione di Dio. Voi mangiate per saziare la fame: anche questo è un atto di adorazione perché qualunque cosa mangiate raggiunge Dio all’interno; come potrebbe esser digerito altrimenti? Prima di mangiare recitate questa preghiera:
Brahmarpanam Brahma Havir
Brahmagnou Brahmanahutam
Brahmaiva Thena Ganthavyam
Brahma Karma Samadhina.
(Brahman è il mestolo e anche l’offerta, è il fuoco sacro e il sacrificio; infine Brahman è la meta di chi è impegnato nell’atto sacrificale).
Quando pregate così prima di consumare il cibo, Dio risponde immediatamente:
Aham Vaishvanaro Bhutva
Praninam Dehamasrita
Pranapana Samayukta
Pachamyannam Chaturvidham.
(Io sono in tutti gli esseri nella forma del fuoco digestivo. Insieme all’espirazione e all’inspirazione, sono Io che consumo i quattro tipi di cibo. )
Dio dice: “Mio caro, Io sono presente nel tuo stomaco nella forma di Vaishvanara (nome di Agni, Dio del Fuoco). Io digerisco il cibo che mangi e distribuisco la sua essenza a tutte le membra del tuo corpo cosicché tu possa vivere contento e in salute”.
Chi è disgrega il cibo che voi mangiate e ne distribuisce l’essenza a tutte le parti del corpo? Che sforzo fate per questo? Assolutamente nessuno. Che sforzo fate per far battere il vostro cuore? E’ solamente il potere di Dio che lo fa battere. A causa dell’ego, alcuni pensano di essere coloro che fanno tutto; che sforzo fate per far circolare il sangue e battere il polso? E’ tutto fatto da Dio. E’ Dio che fa battere il vostro cuore e il polso, che vi riempie i polmoni di ossigeno e lo distribuisce a tutte le membra del corpo. Tutto il meccanismo e il funzionamento del corpo sono stabiliti da Dio; senza la presenza della Divinità interiore, non potreste eseguire alcun compito quindi, prima di tutto, voi dovreste cercar di conoscere la Divinità innata in voi. Che lo crediate o meno, Dio fa tutto il lavoro e voi sperimenterete la beatitudine solamente quando acquisirete fede in Dio. Lavorate con discriminazione, adorate con consapevolezza. Qualunque cosa facciate, dovreste farla con comprensione e consapevolezza totali. Quando sapete che c’è del fuoco, non ci porrete la mano dentro; altrimenti, ponendo la mano nel fuoco senza saperlo, vi brucerete. Per questo Thyagaraja cantava: “Oh mente, medita sulla Gloria di Rama con consapevolezza piena. Dio pervade tutto, niente accade se Egli non vuole. Oh Rama! Nella Tua forma d’Amore pura e immacolata, Tu pervadi tutti gli esseri da una formica a Brahma, a Siva e Keshava. Ti prego, sii anche il mio protettore. Sita Rama! Questo Thyagaraja che Ti prega, non si è dedicato ad azioni malvagie per essere acclamato né ha dimenticato le sue origini per orgoglio presuntuoso”.
Acquisite la visione interiore.
Se pensate a Dio costantemente, qualunque cosa facciate sarà perfetta. Per acquisire questa conoscenza serve l’educazione. Io vi sto dicendo tutto questo molto dettagliatamente soltanto per inculcarvi il significato vero dell’educazione. Vid + Ya = Vidya. Ciò che conferisce la conoscenza è l’educazione. Qual tipo di conoscenza? E’ la conoscenza materiale? La conoscenza materiale è associata alla reazione, al riflesso e alla risonanza. Ecco un tavolo: è un oggetto materiale, se lo colpite forte con la mano, anch’essa sarà colpita duramente. Voi dite di aver colpito il tavolo con forza ma questo non è tutta la verità: anche il tavolo vi ha colpiti con la stessa forza. Quindi c’è reazione, riflesso e risonanza in questo mondo oggettivo per cui qualunque cosa facciate vi tornerà indietro come reazione, riflesso e risonanza. Per questo è necessario che pensiate il bene, diciate il bene, vediate il bene, facciate il bene e sperimentiate il bene. Lo scopo della vita umana è fare il bene; a cosa serve l’esser nati come esseri umani dotati di grande intelligenza e educazione e aver raggiunto una posizione elevata se vi comportate come gli animali? Persino una formica ha fame e paura come voi, anche animali come i cani, le scimmie, le volpi, gli uccelli come i corvi e le aquile hanno desideri come voi; se vi comportate come loro, in qual modo siete superiori? Una volta, Re Janaka convocò un’assemblea di studiosi e poeti insigni. Uomini colti e famosi vennero da tutto il reame. L’assemblea era composta da giganti tali che non v’era alcuno spazio per la gente comune. Gli incontri giornalieri erano presieduti dal Re Janaka stesso; solamente agli studiosi più preminenti ed esperti era dato di parlare e presentare i loro punti di vista.
Una persona con un corpo deforme intervenne a questa assemblea magnifica e nobile di studiosi. Il suo nome era Ashtavakra. Nel vedere la sua forma strana, la maggioranza dei grandi studiosi lì riuniti prese a ridere. Ashtavakra si guardò intorno attentamente e, del tutto inesplicabilmente, si mise a ridere ancor più forte di loro. Questo suo scoppio di risa sorprese molto sia gli studiosi che Re Janaka per cui questi gli chiese: “Gli studiosi hanno riso vedendo il tuo corpo strano ma tu perché ridi?” “Orbene signore, io mi sono unito a questo gruppo pensando che si trattasse di una assemblea sacra riunita da voi per discutere delle scritture sacre; se soltanto avessi avuto notizia di qual tipo di persone partecipavano, non mi sarei preso la briga di venire. Io mi prefiggevo di stare in compagnia di grandi studiosi ma, oimè, qui io trovo solamente dei ciabattini, degli scarpai che rammendano le fessure e lavorano col cuoio. Questa è la ragione della mia risata”. Poi, rivolto agli studiosi, disse: “Tutti voi ridete della mia pelle e avete evidentemente deciso che non valga molto ma neppure uno di voi ha fatto un sforzo anche piccolo per sondare la mia conoscenza. I Pandit dovrebbero maturare la capacità di vedere l’interiore ma voi sembrate considerare solamente l’involucro esterno. Se non avete maturato la visione interiore e siete interessati solamente a quella superficiale ed esteriore, non potete esser considerati affatto studiosi quindi siete dei ciabattini, degli scarpai, rammendatori e specialisti in pellami”.
Gli studiosi chinarono la testa vergognandosi nel sentire queste parole profondamente sagge. Re Janaka, che comprese benissimo ciò che Ashtavakra stava dicendo, lo invitò a sedersi in un posto elevato nell’assemblea in seguito concedendogli molti onori.
Come accadde allora, così accade oggi in tutto il mondo: per quando grandi possiate essere, voi avete maturato solamente la visione esteriore, non vi premurate di acquisire la visione interiore. Quando osservate una persona, prestate attenzione solamente alle sue caratteristiche fisiche, alla ricchezza, allo stato sociale, all’istruzione, ai diplomi e così via. Diversamente, Dio osserva una persona considerando la purezza del suo cuore; Egli fa caso alla pace che c’è dentro di quell’individuo. E’ questo tipo di visione interiore che dovete acquisire. Qualunque circostanza dobbiate affrontare, non dovete agitarvi né emozionarvi, dovete dare tempo ai sentimenti più nobili di venire alla luce da dentro e manifestarli. Praticando la pazienza e la tolleranza, potrete acquisire tutte le altre qualità spirituali importanti come il controllo della mente, la fede, la rinuncia, la resistenza e la concentrazione; questo porterà uno stato di purezza interiore e vi colmerà di pace durevole. La purezza interiore è molto più importante di quella esteriore. Il Signore è sempre presente sia dentro che fuori quindi l’interno e l’esterno, tutto lo spazio in cui il Signore si può trovare, devono essere purificati e santificati. Allora il Dio interiore vi proteggerà dovunque andiate.
Ottenete la vicinanza con il Divino
Ognuno vede le cose a modo suo, “Le opinioni variano da persona a persona”. Oggi l’uomo ha corrotto i pensieri per cui, prima di tutto, deve purificare il cuore. Alcuni si considerano grandi studiosi e poeti ma Dio non vede la vostra istruzione e il talento poetico, Dio vede ciò che sentite all’interno e non la commedia esteriore. Certe persone sono orgogliose di aver offerto cibo e indumenti a migliaia di bisognosi: vergogna! E’ qualcosa di cui vantarsi? Se avete offerto cibo e vesti a migliaia si persone, potete comunicare questo dato alle autorità tributarie. Dio vede, non c’è bisogno che Gli diciate tutti questi dettagli; ciò che Io vedo è la purezza del vostro cuore: è sufficiente che sia puro.
Questo è ciò che Ashtavakra disse a quegli studiosi convenuti a corte: “Non guardate l’involucro fisico, considerate la conoscenza che ho”.
Chi è uno studioso vero? “Chi ha equanimità mentale è un Pandit”, studioso vero è chi ha una mente equanime; voi possedete la caratteristica dell’equanimità? Ci si può adornare di grossi braccialetti d’oro, si possono indossare scialli costosi e sedere impettiti come si posasse per una fotografia ma questo non è il segno della conoscenza vera; aprite il cuore, comprendete la natura del mondo e diffondete gli insegnamenti eterni della Divinità: questo è la prova della conoscenza vera, questa è la conoscenza che dovete acquisire, incrementare e propagare.
Studenti!
Io sono contento che voi studiate bene, che prendiate i voti più alti e vinciate una medaglia d’oro ma, insieme a tutto questo, dovete maturare la fede in Dio senza la quale non potete ottenere niente di proficuo nella vita. A cosa servono tutti i vostri averi terreni? Oltre a ciò, cercate di ottenere la Grazia Divina; solamente allora troverete appagamento nella vita. Se manca la Grazia Divina, tutti i conseguimenti terreni sono privi di significato.
Quando l’essere umano emerge dal ventre della madre non ha alcuna ghirlanda al collo, non gioielli di perle né ornamenti d’oro scintillanti, non ci sono collane tempestate di pietre preziose come smeraldi e diamanti; intorno al suo collo c’è una cosa sola: Brahma unisce con un filo le conseguenze delle azioni passate, una collana pesante che vi fa indossare al momento della nascita.
Questa ghirlanda invisibile di Karma (azioni) è lì, al collo di ognuno di voi appena nato. Dovreste far in modo di indossare una ghirlanda buona e profumata e non una maleodorante, quindi tenete sotto controllo il più possibile i desideri delle cose del mondo, acquisite il senso del distacco. Com’è possibile? Molti dei nostri ragazzi dicono: “Svami, nella nostra mente c’è sempre un desiderio di possedere questo e quello; come controllarla?” Per questo bisogna acquisire lo spirito del distacco che può nascere in voi soltanto quando avete la conoscenza reale, il senso di umanità e la devozione a Dio. Qual è il significato vero di “distacco”? Vi va di mangiare il cibo che avete vomitato? Come scartate il cibo che avete vomitato, dovete abbandonare i desideri del mondo; come un desiderio di questo tipo si manifesta, dovete scartarlo immediatamente dicendo a voi stessi: “Questo è il cibo che ho vomitato”. Non gradite neppure guardare quel cibo: come potreste mangiarlo di nuovo? Il distacco vero si trova nel rifiutare i pensieri e i sentimenti malvagi proprio come rifiutate il cibo che avete rimesso. Quando il desiderio di cose del mondo si presenta alla mente, dovete stare attenti: a questa età, gli studenti tendono a interessarsi alle cose cattive e ad albergare cattivi pensieri. Quando uno di questi si manifesta, dovete ricordarvi: “Questo è il cibo che ho vomitato, non lo voglio più, è puzzolente, è molto cattivo”. Quando lo stomaco rifiuta, voi vomitate: come potete desiderare ancora quella cosa? L’aver preso tale decisione irremovibile di scartare i desideri del mondo è il segno del distacco vero. Soltanto allora sarete in grado di prendere la via sacra e diventare cari a Dio. Egli sarà molto contento di voi e vi farà sedere accanto a Lui. Non esiste ricchezza più grande della vicinanza a Dio; infatti, la meta della vita umana è quella. Essendo venuti in questo mondo, voi dovreste ottenere la vicinanza di Dio e guadagnarvi un buon nome.

Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con il Bhajan “ Govinda Krsna jai Gopala Krsna jai……”