"La Forma dell’Amore è Brahman.
Il Divino è pieno d’Amore.
L’Amore è legato solo all’Amore.
Quando vi riempirete d’Amore,sarete pronti per unirvi a Dio".
"La Liberazione, dice la Shruti,non giunge dal cielo,
dal mondo inferiore e dalla terra.
Potrete ottenerLa solo sciogliendo, nel vostro cuore, il nodo d’ignoranza".
Incarnazioni d’Amore,
la Liberazione non pioverà dal cielo. Non può venire dal mondo inferiore, né può trovarsi sulla terra. Essa può essere ottenuta solamente fugando l’ignoranza. In questo universo, ogni creatura vive in armonia con la legge relativa alla propria condizione (dharma). L’uomo, unico a possedere il dono inestimabile di una nascita umana, trascura invece i suoi doveri e non riesce a comprendere lo scopo della sua esistenza. Immerso nei piaceri del mondo sensoriale, egli dimentica il proprio destino spirituale. Se non si realizza il Sé, tutta l’erudizione non ha alcun valore.
Râvana, Bhasmasura e Kamsa non mancavano certo di erudizione, né ignoravano le pratiche religiose. Tuttavia, tali discipline erano solo rivolte al mondo esterno e non al culto dello Spirito interiore. Pertanto, le loro qualità demoniache non subirono mai una trasformazione. I sentimenti sacri entreranno nella mente solo quando avrete rinunciato a quelli impuri e profani.
Dovete santificare il cuore colmandolo d’amore, se volete sperimentare la beatitudine permanente. La Suprema Saggezza (Jnâna) si conquista con l’Amore. Il primo scopo della vita dei giovani d’oggi dovrebbe essere quello di spargere i semi dell’amore, curare la pianta della tolleranza e distribuire nella società i frutti della pace, per mezzo del servizio altruistico.
Il segreto della pace non si trova all’esterno, ma dentro ogni individuo. Ognuno dovrebbe comprendere che tutto l’universo è permeato del Divino. Il mondo è sconvolto dai conflitti. È impossibile fare una distinzione tra l’essere umano e il demone. L’uomo, evolutosi dallo stadio animale, invece di elevarsi al livello divino, sta ora regredendo. Il suo primo dovere è invece di sostenere i valori della Verità, della Rettitudine, della Pace e dell’Amore. Oggi, l’uomo è travolto dagli attaccamenti e dall’odio; quando se ne sarà liberato, realizzerà la propria divinità.
Studenti,
cercate di comprendere che la via spirituale è più facile degli studi accademici. L’educazione deve servire ad affinare il cuore, non a riempire la mente di futili cianfrusaglie. Oggigiorno non esiste più il senso dei valori etici e spirituali. Il Paese pullula di malvagità. L’egoismo sfrenato e i desideri insaziabili sono la causa prima di tutti i mali attuali. Inseguire gli oggetti del mondo conferisce forse felicità duratura? Tutt’altro! Anche quando è ormai vecchio ed ha vissuto tutte le esperienze dell’esistenza, l’uomo continua a cercare una felicità effimera.
Dove si trova la vera felicità? Thyâgarâja fornì la risposta, cantando che essa non è un beneficio derivante dalla ricchezza, ma dalla venerazione di Sri Râma. Non dovete rifiutare gli agi della vita, ma tenete sempre bene in mente la meta spirituale. Datevi un limite nel godimento dei piaceri legati ai sensi. Usate il denaro guadagnato per il bene della comunità. La cultura indiana ha sempre magnificato la qualità della rinuncia. Le Scritture affermano che si raggiunge l’immortalità solo tramite la rinuncia. Gli studenti dovrebbero capire che solo l’Amore di Dio è assolutamente puro e privo di ego. Perfino quello dei genitori e dei figli è un amore basato sull’egoismo. L’Amore divino è invece illimitato. Dedicate a Dio ogni vostra azione ed offriteGli le vostre cattive qualità. Dio vi darà ciò che è bene per voi.
(Per illustrare la natura dell’amore umano, Swami narra la storia di uno studente che era solito recarsi a studiare nell’eremitaggio di un precettore). Il guru insegnava allo studente che a nulla serve dipendere dai genitori, dai fratelli, dai parenti, dalle ricchezze e dai possedimenti. Gli diceva di stare attento, perché tutto e tutti sono solo di passaggio. "Pertanto, svegliatevi!" La vita è piena di sofferenze fino al termine; perciò è bene essere vigili. Il ragazzo gli rispose che questo insegnamento poteva forse essere valido per i rinuncianti come lui, ma che non era di alcuna utilità per le persone comuni. Poi aggiunse: "I miei genitori sono eccezionali. Mia moglie è così buona che, senza di me, non riuscirebbe neanche più a mangiare. Tutti loro mi amano. Come potrei rifiutarli?" Il guru, allora, rispose: "Ti proverò la verità del mio insegnamento!" Diede una pillola al ragazzo e gli disse che, ingerendola, sarebbe entrato in uno stato fisico simile alla morte, ma che sarebbe rimasto perfettamente cosciente. "Così conoscerai la verità", egli aggiunse.
Il ragazzo tornò a casa, ingerì la pillola e cadde al suolo, come morto. Appena sua madre lo vide, chiamò il padre e cominciò a disperarsi per la morte del figlio. La moglie del giovane, attratta dalle grida, accorse e, vedendo il corpo del marito, si mise a singhiozzare, dicendo: "Sono l’unica figlia di mio padre! Che cosa sarà di me se mio marito mi lascia?" Tutti piangevano sopra il corpo, dicendo: "Che cosa ci accadrà?" Giunsero anche gli altri parenti e piansero di dolore per la perdita del giovane. Il ritornello era lo stesso per tutti: "Che ne sarà di me?"
Ad un tratto, arrivò il guru e tutti si fecero da parte per lasciarlo passare. Egli domandò a tutti perché stessero piangendo ed essi risposero che non riuscivano a tollerare la perdita del giovane. Allora il guru chiese alla madre di portargli un bicchiere d’acqua, chiuse gli occhi come se fosse raccolto in preghiera, poi disse: "Chi beve quest’acqua perderà la propria vita in cambio di quella del giovane!"
Prima offrì il bicchiere alla moglie, essendo quest’ultima la persona più cara al ragazzo ed ella rispose: "Sono l’unica figlia dei miei genitori. Se muoio io, non sopravviveranno". A queste parole, il guru soggiunse: "Ma tuo marito tornerà a vivere; perché dunque non offri la tua vita?"
"Un morto è un morto in ogni caso – rispose la donna – perché dovrei fare la sua stessa fine?"
Il guru, allora, si rivolse alla madre del ragazzo, la quale si scusò in tal modo: "Ho una figlia sola e disperata ed altre due ancora da sposare. Come posso lasciarle?"
Poi toccò al padre, che si giustificò così: "Sono il capofamiglia. Se me ne vado io, resteranno a casa due donne sole: mia nuora e mia moglie. Inoltre, mia moglie resterà vedova. Senza un uomo, non avranno speranze. Come posso dare la mia vita?"
Tutti e tre rifiutarono, dunque, di bere l’acqua. Poi uscirono a parlare tra di loro. Dopo un po’ rientrarono ed esclamarono: "Swami, tu sei immensamente compassionevole. Non hai alcun attaccamento: per favore, bevi tu l’acqua e riporta in vita nostro figlio! Ti dedicheremo una tomba di marmo". A quel punto, il guru spruzzò l’acqua sul corpo del ragazzo, il quale subito si ridestò.
Il guru allora gli chiese: "Che cosa hanno detto tua moglie ed i tuoi genitori?" Il giovane rispose:" Hanno detto tutti di lasciarmi pur morire". Il guru recitò allora alcuni versi: "Il mondo è impermanente. La nascita è infelicità, la vecchiaia è sofferenza. Ci sono problemi con la moglie. Tutta la vita è intrisa di sofferenza. Perciò, siate vigili!"
Finché c’è vita, sembra che tutti amino il corpo. Anche questo amore si basa su motivi puramente egoistici. Soltanto Dio è completamente privo d’egoismo. Se amate Dio, potete condurre una vita normale: non c’è nulla di errato in ciò. Ogni azione deve essere dedicata a Dio. Cercate di vedere il Divino in tutti. Non coltivate una cattiva disposizione d’animo verso nessuno. Non dovete avere un attaccamento eccessivo per alcuno: riservate gli attaccamenti per Dio soltanto.
Amate tutti, ma non affidatevi a nessuno fuorché a Dio. Comprendete l’impermanenza del corpo e riponete la vostra fede solamente nel Signore. Cercate rifugio in Lui. Nell’era di Kali, questo tipo di fede è fondamentale. La mancanza di fede è la causa principale delle lotte e del caos nella nazione.
Cari studenti, siete vittime di una cultura materialistica, che non affonda le proprie radici nella spiritualità. Tutte le volte che vi è possibile, meditate su Dio. Ciò vi assicurerà un buon futuro. Guadagnatevi la stima della società tramite il servizio.
Swami ha concluso il Discorso cantando: "Hari Bhajana Bina...."
Prasanthi Nilayam, Sai Kulvant Hall, 16 agosto 1996
da: Mother Sai n° 3/1997