DISCORSO DIVINO

La pazienza è una virtù suprema

24 giugno 1996

Per avere successo in campo spirituale, bisogna sviluppare tre virtù: Purezza, Pazienza e Perseveranza. Quale valore hanno un figlio senza virtù, un’educazione senza scopo, una vita senza pace ed una nazione senza moralità? La virtù è importantissima. Quando un uomo perde la virtù, egli non è più un essere umano. Il fine della vita è possedere un carattere virtuoso. Questa è la dote più grande di un uomo; senza di essa, di umano egli ha solo l’aspetto.

Per quanto sia ricco, istruito o potente, un uomo privo di un buon carattere non verrà rispettato. Purtroppo, il sistema educativo odierno non insegna agli studenti i valori morali e spirituali. La vera educazione è quella che guida l’uomo ad avere buone abitudini, buoni pensieri, amore per la verità, devozione, disciplina e senso del dovere.

Queste virtù devono essere stimolate tramite l’educazione. La mera conoscenza libresca non conferisce Saggezza (Vidya). Occorre esprimere la propria personalità per mezzo di queste virtù, mettendole, al contempo, al servizio della società.

L’uomo si distingue da tutte le altre specie perché è dotato di saggezza. Purtroppo, però, non segue neppure le regole basilari a cui obbediscono tutte le altre specie.

Nonostante tutta l’educazione ricevuta, egli non giunge alla comprensione di se stesso, né riesce ad affrancarsi dalla sua natura inferiore. Analizzando bene il problema, ci accorgiamo che l’educazione moderna sfocia in una sterile argomentazione, incapace di conferire saggezza. Se essa non è in grado di condurci all’immortalità, a che cosa serve?

Chi muore veramente? Soltanto il corpo. Lo Spirito è immortale. Ecco perché Shankara cantava: “Il ciclo di nascite e morti si ripete continuamente...”. Nel mondo, assistiamo ad uno sviluppo prettamente materiale, mentre la spiritualità va affievolendosi sempre più. Per quale motivo? Perché l’uomo, in ogni azione che compie, è guidato dall’interesse e dall’egoismo. È diventato un burattino nelle mani dell’egoismo. È indispensabile comprendere le proprie responsabilità sociali ed agire di conseguenza, sviluppando pensieri sacri e mantenendo stabile la mente.

Un ricco va in pellegrinaggio, mettendo tutte le cose che gli occorrono dentro un sacco a pelo arrotolato; visita i templi sacri, presta servizio, eppure è incapace di dormire quando viene notte. Come mai? Perché il suo giaciglio è pieno di insetti. Tutti vagano, cercando all’esterno e non all’interno di sé, la pace. Una volta eliminati gli insetti dei cattivi pensieri, essa giungerà in maniera automatica. Non c’è bisogno di cercarla in alcun luogo.

Voi siete incarnazioni di Pace, di Verità, di Dio. Per quanti soldi ed amici possiate avere, potrete trovare la pace soltanto in voi stessi. Finché ci sarà illusione (bhrama), non si potrà raggiungere Dio (Brahma). Egli risiede in voi nella forma dell’Amore. Tutti dovrebbero credere a ciò!

La giovinezza è una fase di passaggio: non sprecate la vita, che è così preziosa, per rincorrere effimeri piaceri. Da giovani, si cede facilmente alle inquietudini ed alle tentazioni. In simili casi, cantate il nome di Dio. Il vostro cuore è il cielo, la mente è la luna, il sole è l’intelletto e le nuvole sono i cattivi pensieri che devono essere spazzati via dal vento dell’Amore divino. Nei momenti di dubbio, tenetevi stretti alla fede. La pazienza è una virtù suprema. Non abbiate mai fretta! Tyâgarâja cantava: Shântamu leka... ossia: “Non può esservi felicità senza pace”. La pace interiore viene dal controllo di pensieri. Questo è yoga dell’azione. Esso non è altro che controllo dei sensi e dei cattivi pensieri.

Gli studenti dovrebbero cercare di essere ragazzi ideali. Nella società odierna regnano la confusione e l’inquietudine. Ciò è dovuto al fatto che tutti hanno la tendenza ad imitare gli altri. Ragazzi, non lottate e non soffrite per trovare un lavoro: il vostro vero lavoro è cercare l’unione con Dio (Yoga). Il servizio alla società è un mezzo per eliminare il proprio ego. Il mondo intero è dentro di voi; tutto ciò che dovete fare è rivolgere lo sguardo all’interno. Oggi l’uomo viaggia nello spazio per milioni di miglia, ma è incapace di viaggiare, anche per poco, dentro se stesso. Siete l’incarnazione del tutto: andate al di là del sogno diurno e notturno. Allora, realizzerete di essere Amore.



Baba ha concluso il Discorso col bhajan: "Prema muditha mana se kaho..."





Corso Estivo 1996

Estratto del Discorso del 24 Giugno 1996



da: Mother Sai - Supplemento 1996