I Bramini che diffondono la verità affermata nei Veda e nelle Sastra,
i re che sono preparati a sacrificare il loro corpo per la salvezza e la sicurezza della nazione,
gli uomini d'affari che negoziano con etica e moralità,
i contadini nobili che conducono una vita serena lavorando i campi per far crescere il raccolto,
dovrebbero meditare sul Nome Divino senza sprecare tempo e santificare così le loro vite.
Tutto è emerso dall'oceano di Satcidananda
Studenti!
Come Tarakam, Sankhyam e Amanaskam costituiscono i tre tipi principali di yoga come afferma il Vedanta, ci sono tre concetti principali relativi a ciò che costituisce la Verità cioè l'assolutamente reale, l'empirico e l'illusorio; l'assolutamente reale si può paragonare a un oceano, l'empirico alle onde e l'illusorio alla schiuma che esse generano. Senza l'oceano, non possono esserci le onde e, senza queste, non c'è alcuna schiuma. L'analisi finale mostra che l'acqua costituisce la base per tutti e tre, l'oceano, le onde e la schiuma, per cui voi non dovete considerare l'assolutamente reale, l'empirico e l'illusorio separati; essi sono uniti l'uno all'altro come la Trinità Divina, come i tre attributi Sattva, Rajas e Tamas e i tre periodi di tempo.
Una foglia di Bilva e tre petali
offerti al Signore Siva dai tre occhi,
che è l'incarnazione dei tre Guna e ha il tridente in mano,
distrugge i peccati accumulati in tre incarnazioni.
Brahman è immanente in tutta la Creazione.
Braman esprime l'unità di questi tre principi. Paramathica (la Realtà assolutamente reale) indica l'Atma e Vyavaharika (realtà empirica/fenomenica) indica l'Aham. Per ignoranza, alcuni pensano che l'Atma e Aham siano separati ma, in effetti, l'Atma è come l'oceano e Aham è come le onde; se rivolgete la visione all'interno e indagate, comprenderete che essi sono una cosa sola: le onde non sono differenti dall'oceano. Come c'è il fuoco nel legno, l'olio nel seme di Sesamo, lo zucchero nella canna, Vyavaharika è parte di Paramarthika. Senza l'oceno non possono esserci onde e senza un padre non possono esserci figli; nello stesso modo, senza Paramarthika non può esserci Vyavaharika. Dio è lodato come Bhavaya Namah; cosa significa Bhava nel linguaggio vedantico? Bhava significa l'Essere Supremo che la cui forma effettiva è questo mondo visibile. Il Signore Vishnu è la Causa e il mondo è l'effetto; tutta la creazione è il gioco della causa e dell'effetto. Dio si incarna in forme diverse in questo mondo per dimostrare l'unità di tutti i nomi e di tutte le forme. Come il pavone appare così bello per il suo piumaggio colorato, il Principio Divino di Vishnu appare bellissimo per le miriadi di forme in tutta la creazione. Questo è affermato dal detto vedico "L'Essere Cosmico ha migliaia di teste, occhi e piedi" che significa che ognuno è l'incarnazione di Vishnu. Dio ha anche il nome Kutashta che significa che Egli permea ogni essere della creazione. Come le onde, la schiuma e l'oceano sono la stessa cosa, la creazione, la conservazione e la dissoluzione sono tre aspetti inseparabili della Divinità. Tutto è emerso dall'oceano di Satchidananda; quando comprenderete questa verità, la fonte della beatitudine zampillerà dal lago della vostra mente (Manasarovar).
La beatitudine si manifesta quando Sat e Cit si uniscono. Sat significa Verità e Cit significa Conoscenza; quando si combinano, danno l'esperienza della beatitudine. Sat è come lo zucchero che indolcisce qualunque cosa con cui lo si mischi; il caffé diventa dolce se ve lo aggiungete, il té altrettanto e l'acqua diventa sciroppo quindi la dolcezza è permanente. Per questo è definito Sat, o Essere, che significa immutabile ed eterno. Chit significa Prajnana o Consapevolezza Costante Integrata che nel Vedanta è descritta con "Brahman è Consapevolezza Suprema". Prajnana è la vita di ogni essere e l'acqua è la base della vita quindi Chit viene paragonato all'acqua. Quando lo zucchero e l'acqua sono separati, lo zucchero è zucchero e l'acqua è acqua; se li mischiate, ottenete lo sciroppo. In modo simile, quando Sat e Chit si uniscono, il risultato è la beatitudine. La beatitudine è la vostra forma reale. Sat non è altro che il Principio dell'Atma che è eterno; senza di esso, il mondo non esiste.
La fede ha un grande significato nel Vedanta.
Voi scrivete una poesia piacevole con grafia molto bella e su carta speciale, la mettete in una busta e la impostate. La carta è di grande valore, i caratteri sono bellissimi, la poesia sublime, la busta è molto bella e l'indirizzo è scritto correttamente ma la lettera non raggiunge il destinatario; perché? La ragione è che non l'avete affrancata. Voi cantate i Bhajan con tonalità e ritmo; la tonalità e la musica possono essere piacevoli ma essi non raggiungono Dio né Lo compiacciono se mancate di fiducia in voi stessi. Fiducia in voi stessi, fiducia in Dio; questo è il segreto della grandezza. Questo è ciò che dovete sapere oggi. A cosa serve spedire una busta con una poesia bellissima scritta con caratteri splendidi se non vi appiccicate il francobollo della auto-fiducia? Per questo il Vedanta da l'importanza massima a Visvas (fede) e a Sraddha (fede nelle scritture); l'amore è la base di ambedue: se avete amore avete Sraddha, se avete Sraddha avete Visvas. Come la schiuma, le onde e l'oceano non differiscono l'uno dall'altro, Sraddha, Visva e Prema sono inseparabili e interdipendenti; essi costituiscono la base fondamentale del Vedanta. Il Vedanta parla anche dei tre principi: Svechchha, Parechchha e Daivechchha. Cosa significa Svechchha? Gli studenti pensano che significhi parlare, muoversi e comportarsi in modo abitrario ma questo non è il significato interiore del termine. Sva + Ichchha forma Svechchha; Sva significa Se' (Atma) e Ichchha indica il desiderio. Il vero Svechchha consiste nel seguire i comandi del Se. Anche la Bhagavad Gita spiega due tipi di Dharma: lo Svadharma e il Paradharma. Cos'è lo Svadharma? Le persone pensano che sia relativo alla loro casta o religione come i Dharma dello Kshatriya, il Dharma del Bramino, il Dharma del Vaisya, ecc. ma questo non è il significato reale di Svadharma. Sva significa Atma quindi l'Atmadharma è Svadharma e il Dehadharma è Paradharma. In modo simile, c'è la lettera singola I e il termine di tre lettere eye: la lettera singola I rappresenta l'Atma e il termine di tre lettere eye si riferisce al corpo. Senza il corpo non si può portare a manifestazione l'Atma e senza l'Atma il corpo non può esistere quindi l'unità di Atma, anima individuale e corpo è difinita Triputi o Trikuta (l'unione di tre aspetti). In questo modo, il Vedanta spiega le verità più profonde in termini semplici e sottili. Svechchha significa pensare, decidere e fare un'azione con fiducia piena, da soli, ed essere preparati ad affrontarne le conseguenze di buon grado sia che diano piacere, felicità o rammarico. Parechchha significa fare un'azione con l'incoraggiamento o dietro la costrizione di altri; questo non è qualcosa che fate per iniziativa vostra, lo fate influenzati da altri ma, quando dovete affrontarne le conseguenze, non dovete rammaricarvi dicendo "Questo non l'ho fatto volutamente, ero forzato a farlo". Gli altri non possono forzarvi a fare qualcosa se non siete voi stessi inclini a farlo. Come possono gli altri influenzarvi, incoraggiarvi o forzarvi a farlo? Il loro incoraggiamento non fa altro che rinforzare la vostra propensione quindi voi dovete essere preparati ad affrontarne le conseguenza senza rammaricarvi e senza incolpare gli altri.
Il terzo è Daivechchha che significa l'affidamento alla volontà di Dio e l'esecuzione di azioni lodevoli senza alcuna aspettativa dei loro frutti. Questo non è il risultato delle azioni che avete fatto di vostra iniziativa o dovute all'incoraggiamento o sotto l'influenza degli altri. Voi dovreste accettare qulunque cosa accada come Volontà Divina; infatti, tutto ciò che accade in armonia con la Volontà Divina vi fa solamente del bene. Ogni azione che fate affidandovi alla Volontà Divina vi dà pace, felicità, appagamento e vittoria ma oggi l'uomo non comprende il significato dell'affidamento alla Volontà Divina.
Le persone non vogliono fare azioni meritorie
ma vogliono goderne i frutti,
indulgono in attività disoneste
ma vogliono evitarne le conseguenze.
L'uomo è l'incarnazione di Satchidananda
Le persone non sono preparate ad affrontare le conseguenze delle loro azioni deplorevoli ma sono sempre in prima linea per farne; perché fare azioni malvage se non volete subirne le conseguenze? Non c'è alcun dubbio sul fatto che, se fate azioni malvage, il loro risultato non potrà che essere cattivo. La gente vuol godere i frutti delle azioni meritorie ma non è pronta a farle, vuole una cosa e agisce esattamente al contrario. Tutte le vostre azioni dovrebbero essere in armonia con ciò che desiderate; avendo fatto un'azione malvagia, dovreste essere preparati ad affrontarne le conseguenze. Il fuoco vi brucia che lo tocchiate consapevolmente o meno; può accadere che lo tocchiate involontariamente ma non per questo esso ha pietà di voi o vi risparmia. Similmente, che vi piaccia o no, dovete raccogliere le conseguenze delle vostre azioni; questa è verità Vyavaharika. Quella Paramarthika è diversa: quando si raggiunge il livello Paramarthika, non si viene bruciati neppure toccando il fuoco. Come può essere? Accade per grazia di Dio. A volte, Dio Stesso vi avverte e vi impedisce di toccare il fuoco. Il fuoco è uno dei cinque elementi ed è un aspetto della Divinità. Ognuno usa il termine Aham (io) riferendosi a se stesso; voi dovreste cercar di scoprire da dove origini questo Aham. Aham nasce dall'Atma, il pensiero da Aham e la parola da dal pensiero quindi l'Atma, il pensiero e la parola appartengono alla stessa famiglia per cui Aham, il pensiero e la parola hanno gli stessi diritti sulla proprietà dell'Atma. Cos'è questa proprietà? Questa proprietà è Sat Chit Ananda che è ugualmente accessibile al figlio, al nipote e al bisnipote; in effetti, permea completamente tutti e tre. L'uomo non può mai dire di essere privo di beatitudine, in verità essa è suo diritto. L'uomo desidera essere permanente e eterno: questa è la natura di Chit che è presente in lui per cui egli non ha bisogno di andar cercando Satchidananda altrove, egli stesso è l'incarnazione di Satchidananda ma soffre perché ignora questa verità.
Studenti!
Acquisite la conoscenza pratica e disperdete Maya.
Ecco una storiella per illustrare questo. Supponete che si stia celebrando un matrimonio. La festa della sposa e quella dello sposo avvengono in due case differenti e un intruso comincia ad agire da intermediario tra le due feste. Egli va alla festa della sposa e comincia a rimproverare tutti: "Cos'è questo? Non state neppure servendo caffè e tiffin di quando in quando. Pensavamo che voleste celebrare questo matrimonio in grande stile ma ci state deludendo, non mostrate il rispetto dovuto agli invitati". Dopo un po', va alla festa dello sposo e comincia a chiedere: "Cos'è questo? Non state venendo a prendere il cibo a dispetto delle nostre sollecitazioni; il cibo si sta freddando, venite subito". Il gruppo dello sposo pensa che sia qualche persona anziana del gruppo della sposa mentre questi pensano che sia un parente stretto dello sposo. Ambedue i gruppi sopportano il suo comportamento scorretto per un po' ma, quando la cosa passa il limite, cominciano a chiedersi a vicenda chi sia questa persona. Quando qualcuno del gruppo dello sposo va alla festa della sposa e chiede la sua identità si sente rispondere che non lo conoscono; lo stesso accade se una persona del gruppo della sposa va a chiedere alla festa dello sposo. Come questo accade, l'intruso comprende di essere scoperto e se ne va alla chetichella.
Similmente, Maya sta a volte dalla parte dell'Atma e a volte con la Natura confondendo così l'uomo. Se voi cominciate ad indagare sulla relazione tra l'Atma e l'Anatma usando il potere della discriminazione, l'illusione provocata da Maya scompare. L'uomo oggi non si chiede cosa sia l'Atma, cosa l'Anatma, cosa appartenga al mondo e cosa all'altro mondo; ecco perché egli è vittima dell'illusione. Per condurre questa indagine, bisogna avere il tipo giusto di conoscenza. La conoscenza è di quattro tipi. Tutte le persone istruite sanno che ciò che si ottiene dallo studio dei libri è solamente conoscenza teorica che, col tempo, diventa conoscenza superficiale. Insieme alla conoscenza teorica, voi dovreste acquisire quella pratica e quella della discriminazione. Inoltre, non dovreste limitarvi alla discriminazione individuale, dovreste applicare la discriminazione fondamentale. Solamente se avete la conoscenza della discriminazione avete la conoscenza pratica e questa è la conoscenza vera. Voi dovreste impegnarvi ad acquisire questa conoscenza vera. Se continuate ad indagare in questo modo, giungerete infine alla verità. Il Vedanta parla di due tipi di liberazione: la Jivan Mukti e la Videha Mukti. Un Jivan Mukti è uno che considera tutto come manifesatazione di Dio e sperimenta l'unità di passato, presente e futuro. Il passato è l'albero da cui otteniamo il seme del presente che, a sua volta, diventa poi l'albero del futuro quindi il passato è l'albero, il futuro è l'albero, il presente è il seme. In effetti, i tre sono la stessa cosa. Senza l'albero del passato, voi non potete ottenere il seme del presente e, senza di questo, non potete avere l'albero del futuro. Chi realizza l'unità dei tre periodi di tempo è un Jivan Mukta; egli è equanime nella felicità e nel dolore, nella lode e nella riprovazione, nella prosperità e nell'avversità, sa che tutto è temporaneo come nuvole passeggere e che niente è permanente, non ha assolutamente alcuna preoccupazione perché la sua mente è focalizzata sul princpio dell'unità. Solamente una persona simile è considerata un Jivan Mukta. Allora chi è un Videha Mukta? Tutte le qualità presenti nel Jivan Mukta sono anche nel Videha Mukta; qual è la differenza? Il Jivan Mukta ha la consapevolezza del corpo mentre il Videha Mukta non ne ha. Egli non sente i morsi della fame o della sete. Re Janaka non aveva consapevolezza del corpo per cui era chiamato anche Videha. Finché si ha la consapevolezza del corpo si sperimenta ancora la contentezza e la mestizia; colui che non ha attaccamento al corpo è libero da tutti i tipi di attaccamento. Quello è lo stato di Amanaska, uno stato di assenza della mente; come possono esservi dei pensieri quando non c'è mente? Ecco un pezzo di stoffa; è fatto di fili di cotone. Senza cotone, non possono esserci fili e, senza di essi, non può esserci alcuna stoffa. Così, i pensieri sono come il cotone, i desideri sono i fili e la mente è la stoffa. La mente non è altro che un fascio di desideri; se non ci sono desideri, non può esserci mente. Quello è lo stato di Amanaska.
L'uomo è diventato vittima di Maya che consiste di venticinque aspetti;
quando scoprirete il mistero di questi venticinque aspetti, Maya sparirà.
Quali sono questi aspetti? I cinque organi di percezione, i cinque organi di azione, i cinque principi vitali e i cinque involucri dell'Atma fanno venti aspetti; se vi aggiungete Manas, Buddhi, Chitta, Ahamkara e l'anima individuata, il totale arriva a venticinque. Ciò che è costituito da questi venticinque è chiamato Pinda; cosa significa Pinda? Questo corpo stesso è Pinda. Il Vedanta parla di Anda, Pinda e Brahmanda. Gli esseri che nascono dall'uovo sono detti Andaja e quelli che nascono dal ventre della madre sono chiamati Pindaja; il Cosmo che pervade ogni luogo è chiamato Brahmanda ma, tra Anda, Pinda e Brahmanda, c'è un'unità di base. Similmente, c'è unità tra l'anima individuale, Dio e la Natura.
Immergete la mente nell'Atma.
Anche il Principio di Rama significa questa unità. Ra significa Atma e Ma indica Maya; quando Maya e Atma si combinano, formano il Principio di Rama. La gente ripete il nome di Rama dicendo Ram, Ram, Ram ma non si dovrebbe farlo meccanicamente, la mente dovrebbe essere assorbita nella contemplazione di Rama. Questo significa che la mente dovrebbe essere immersa nel Principio dell'Atma. Questa è la vera ripetizione del Nome di Rama, questo è il principio reale del Takaram.
Senza cadere sotto il velo della dimenticanza,
negli stati di veglia, di sogno e di sonno profondo,
si dovrebbe essere sempre consapevoli del Mantra Soham.
Questo permette di realizzare l'Atma Tattva.
Takaram significa l'unità dei tre stati cioè la veglia, il sogno e il sonno profondo; cantare semplicemente Ram, Ram, Ram senza comprendere il principio di Tarakam non è sufficiente. Voi dovreste immergere la mente nell'Atma. Nel bicchiere c'è l'acqua e voi avete dello zucchero in mano; mettetelo nell'acqua e mischiate bene: lo zucchero scompare. Lo zucchero che avete portato con la vostra stessa mano non è più lì, lo zucchero che avete visto con i vostri stessi occhi è diventato invisibile; dov'è andato? Se mettete una goccia sulla lingua sapete che lo zucchero è presente in ogni goccia di quell'acqua. Gli studenti conoscono questa: qui c'è una tazza e voi ci avete messo del succo di frutta. La tazza è piena di succo fino all'orlo ma non conosce il suo sapore; solamente quando il succo raggiunge la lingua noi possiamo conoscerne il sapore. Il corpo è la tazza, la Divinità è il succo che essa contiene. Dio è in forma di essenza. Dio permea il corpo in forma di essenza ma il corpo non ne è consapevole. I sensi sono come la cannuccia: anch'essa non può sperimentare la Divinità. La Buddhi è come la lingua che Ne sperimenta il sapore; essa gode del sapore del succo ma non lo tiene per sé, lo invia al sistema digestivo. Neppure questo ne sperimenta la dolcezza, separa i rifiuti dal succo e distribuisce la sua essenza sacra a tutte le parti del corpo. Prima di consumare il cibo, voi lo offrite a Dio cantando il Brahmarpanam ed Egli risponde da dentro:
Aham Vaishvanaro Bhutva
Praninam Dehamasrita
Pranapana Samayukta
Pachamyannam Chaturvidham.
Io sono presente in tutti gli esseri nella forma del fuoco digestivo. Insieme con il Prana e l'Apana (inalazione ed esalazione), sono Io che consumo i quattro tipi di cibo.
Dio è uno, la Meta è una.
Dio dice "Oh sempliciotto! Io sono nel tuo stomaco nella forma di Vaishvanara a digerire il cibo che mangi e a distribuirne l'essenza a tutto il corpo". Se esaminate gli insegnamenti del Vedanta, comprenderete che nella creazione intera c'è solamente unità: Dio è uno senza un secondo. Il Vedanta afferma con enfasi che la Divinità è una e non due, non dice blandamente che la Divinità è una, dice con enfasi che la Divinità è solamente una e non due; esso predica e propaga questa verità al mondo intero in termini inequivocabili. Dio, Allah, Gesù, Rama, Isvara, Visnu sono tutti uno. I Persiani dicono che Zaratustra è il supremo, i Sikh danno il primo posto a Guru Nanak, i devoti di Rama e di Krsna li esaltano come i più grandi; in questo modo, i devoti attribuiscono forme e nomi vari a Dio secondo i loro gusti e sentimenti ma Dio è uno. A seconda dei loro gusti, le persone desiderano il Burfi, il Jilebi o il Mysore Pak; in tutte queste forme di dolci, lo zucchero è lo stesso. "La Verità è una ma i saggi le si riferiscono con nomi vari". Voi potete attribuire qualunque nome a Dio ma Egli è uno; soltanto quando comprendete questa unità nella diversità, potete sperimentare la beatitudine.
Gli esseri sono molti, il respiro è uno.
Le stelle sono molte, il cielo è uno.
Le nazioni sono molte, la terra è una.
I gioielli sono molti, l'oro è uno.
Voi dovreste comprendere questa verità chiaramente. Non provocate divisioni basate sulle vostre simpatie e antipatie per una religione particolare; se riconoscete l'unità e la mettete in pratica, sperimenterete l'unità certamente. Se fate ogni lavoro con il sentimento "Io sono Dio, io sono Dio", diverrete alla fine Dio. Voi diventate ciò che pensate quindi non date albergo a pensieri non necessari e non indulgete in chiacchere non desiderabili. Non ferite i sentimenti degli altri, non siate causa di difficoltà per nessuno.
Studenti!
Dal cinque avete gli esami; Io voglio interrompere questi Discorsi quotidiani per un po' di tempo in modo da darvi maggior libertà per prepararvi. Lo scopo effettivo della vostra venuta qui è lo studio, non siete venuti per imparare il Vedanta quindi concentratevi sullo studio; solamente allora potrete portare a termine il compito per cui siete venuti. I vostri genitori vi hanno mandati qui con grandi aspettative per cui è vostro dovere soddisfarli. Essi sono la forma effettiva di Dio. "Onora la madre e il padre come Dio". Concentrate la mente sullo scopo del vostro stare qui; se studiate bene, anche Svami ne sarà contento. Non andate nelle stanze degli altri a chiaccherare inutilmente, concentratevi sullo studio e ottenete dei voti ottimi; portate un buon nome all'Istituto e fate contenti i vostri genitori. Portate a buon fine il compito per cui siete venuti e tornate a casa felicemente.
Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con il Bhajan "Hari Bhajan Bina Sukha Santhi Nahi…"
Dal Discorso di Bhagavan del 1 Agosto 1996 nella Sai Kulvant Hall.