Il Cosmo è governato dalla Volontà Divina,
il Divino è espressione della Verità,
la Verità è patrimonio degli esseri nobili;
costoro, dunque, altro non sono che il Divino Stesso.
Incarnazioni dell'Amore Divino,
l'intero universo visibile è retto dalla Volontà Divina, il Divino è espressione della Verità e la Verità è patrimonio degli esseri nobili. Essi, pertanto, sono l'incarnazione di Dio Stesso. Il corpo umano, costituito dei cinque elementi fondamentali e dotato dei cinque organi di senso, non differisce dalla mente. Essa si riveste del corpo come se fosse un abito e se ne fa strumento per soddisfare i propri piaceri.
La mente è all'origine di ogni esperienza ed un corpo senza mente è tanto illusorio quanto lo sarebbe pretendere di ottenere, da un terreno arido, un buon raccolto.
Molta gente ritiene che il corpo sia imperituro e, per poterne soddisfare le esigenze, lo ricopre di mille attenzioni. Questo è un segno di ignoranza. Un corpo senza mente sarebbe tanto inutile quanto una scuola senza insegnante o un tempio senza la vibrante percezione del Divino. Il corpo dovrebbe essere guardato come lo strumento atto a realizzare una retta condotta di vita. L’uomo coltiva il proprio potenziale intellettivo, ma poi lo impiega per raggiungere obiettivi non giusti. La conoscenza senza retta azione è inutile e l'azione senza conoscenza è follia. E’ pertanto necessario che conoscenza e carattere si sviluppino armonicamente all'unisono.
Nell'uomo, il potere della Conoscenza Suprema (Prajna Shakti) è di fondamentale importanza; è da esso che derivano tutti gli altri poteri: quello della volontà (ichcha shakti), quello dell'intelligenza (medha shakti), quello della parola (vák shakti) e quello della discriminazione (vicharana shakti). Tale Conoscenza Suprema è sostenuta dal potere del pensiero.
E’ della massima importanza per l'uomo che la Verità trovi fondamento nel pensiero. I pensieri che si basano sulla Verità costituiscono la vera ricchezza dell'uomo. L’uomo moderno, tuttavia, non fa alcuno sforzo per coltivare pensieri elevati e questo porta ad un indebolimento della volontà. Se essa è quindi incerta e debole non si potranno neppure compiere le azioni più semplici. Se nella vita si vogliono dunque raggiungere degli obiettivi, bisogna irrobustire la forza della volontà.
Buone compagnie e buoni pensieri
E’ noto come l'unico mezzo per poter divenire esseri umani autentici sia quello di frequentare buone compagnie ed alimentare sani pensieri. Quali traguardi questi ultimi possano far raggiungere lo dimostra il racconto della vita di Muthuswami lyengar, un ragazzo povero del Tamil Nadu. Il padre morì in ancor giovane età e toccò quindi alla madre prendersene cura. Ella lo sensibilizzò sul fatto che molte persone al mondo vivono
in condizioni misere poiché sono incapaci di ottenere giustizia.
"Cerca di portare a compimento i tuoi studi - ella gli disse - in modo che, un giorno, potrai aiutare queste persone disgraziate".
Le parole materne stimolarono la volontà del giovane, tanto che egli proseguì negli studi con profitto, pur privo dei mezzi necessari. Non avendo infatti luce in casa, egli era solito studiare al chiarore delle lampade di strada. Solo i saggi consigli materni erano riusciti a spronarlo in maniera così decisa. Come risultato di un lavoro tanto duro, egli si laureò e cominciò poi a dedicarsi ai poveri ed ai deboli. Il suo spirito di sacrificio ed il suo zelo lo portarono, in seguito, a conseguire la carica di giudice presso la Corte Suprema di Madras. Pensate da dove era partito e dove era riuscito ad arrivare: questo, grazie ai pensieri nobili che aveva sempre alimentato ed alla sua forza di volontà.
In molti Paesi, diversi giovani che avevano cominciato a guadagnarsi la vita lavorando come lavapiatti, venditori di giornali o lustrascarpe, raggiunsero le massime vette, ad esempio come scrittori, grazie al proprio duro lavoro ed a nobili aspirazioni. Le mete da essi raggiunte furono solo risultato di pensieri elevati che infusero vigore alla volontà e fecero loro guadagnare credibilità e stima da parte degli altri.
In Inghilterra viveva un giovane povero, di nome Jones Mac Donald, che era solito aiutare i compagni di scuola scrivendo per essi gli indirizzi sulle buste delle lettere. Ad ogni indirizzo che scriveva, il ragazzo, rivolgendosi all'amico a cui stava dando una mano, aggiungeva qualche frase come "Che Dio ti Benedica!", oppure: "Dio è grande!". Era tanto povero che, spesso, rimaneva senza mangiare, ma il suo cuore era colmo di sentimenti nobili. Le cose andarono in modo tale che egli, un giorno, divenne Primo Ministro inglese. Solo il potere che nasce da pensieri elevati fu all'origine della sua riuscita nella vita, trasformandolo da ragazzo povero e indigente, a Primo Ministro inglese.
Pensieri e destino
La buona o la cattiva sorte, per l'uomo, dipendono dai suoi pensieri. Piantando il seme del pensiero, egli raccoglie il frutto dell'azione (karma); piantando il seme dell'azione, raccoglie il frutto della pratica, cioè dell'esercizio continuo (abhyasa): piantando il seme della pratica, raccoglie il frutto del carattere (sila); dal seme del carattere, raccoglie il frutto della propria sorte (adrishtam).
La buona o la cattiva sorte, pertanto, si basano sul carattere, il quale nasce dalla pratica che è collegata con l'azione. Questa, a sua volta, è in stretta correlazione con il pensiero. Ciò che di bene o di male accade all'uomo, dipende quindi dalla natura dei suoi pensieri. Oggi, purtroppo, l'uomo è vittima di pensieri negativi che lo inducono anche a compiere azioni malvagie. Egli ama frequentare cattive compagnie e questo porta a conseguenze disastrose. Ognuno di voi dovrebbe provare ad eliminare gradualmente i cattivi pensieri e scoprirebbe come, facendo ciò, la forza di volontà diverrebbe pian piano più forte.
L'uomo ha dimenticato che solo il cammino spirituale potrà salvarlo dalla schiavitù dei desideri insaziabili, delle preoccupazioni continue e degli infiniti problemi. Egli continua ad assecondare azioni negative di varia natura e, man mano che i desideri aumentano, automaticamente diminuisce la forza di volontà. Potrete sperimentare da voi come, diminuendo la quantità di caffè, tè e fumo, la vostra forza di volontà si rafforzerà: potrete constatare i risultati già dopo una sola settimana di prova. Allorché l'uomo è vittima di abitudini nocive di varia natura, la forza di volontà decresce assieme con altre buone qualità che egli possiede. Egli dovrebbe invece cercare di rafforzarle rinunciando alle abitudini negative e dedicandosi al servizio sociale.
Gesù ed il servizio sociale
Gesù fu un esempio di dedizione al servizio sociale ed ebbe, in questo, Sua Madre come ispiratrice. Fin dall'infanzia, Maria educò il Figlio alla verità, alla gentilezza, alla compassione ed alla giustizia. Quando aveva dodici anni, un giorno Gesù si recò con i genitori a Gerusalemme per partecipare ad una festività. Nella confusione della folla, essi Lo persero di vista e cominciarono quindi a cercarlo ovunque. Non riuscirono però a trovarlo e Maria, ad un certo punto, si sedette sotto ad un albero e cominciò a pregare Dio di aiutarli.
Ad un tratto, Ella ebbe l'intuizione che Gesù potesse essersi recato nel tempio vicino. Così, essi si recarono in quel luogo e videro il Figlio, seduto in un angolo, intento ad ascoltare la parola del sacerdote. Maria allora si precipitò verso di Lui e, abbracciandolo, Gli disse: "Figlio, sono stata tanto in pena per Te!".
A queste parole, Gesù rispose: "Madre, perché hai avuto paura? La paura è di coloro che credono in questo mondo. Perché dunque chi crede in Dio dovrebbe temere? lo mi trovo nella dimora di Mio Padre. Perché dunque aver paura? Tu mi hai insegnato che Dio è ovunque: perché allora ti sei tanto preoccupata?"
L’insegnamento di Gesù
Gesù apprese gli insegnamenti della Madre e, in base ad essi, impostò il proprio cammino spirituale. Dopo esser tornato con i genitori a Gerusalemme, Egli senti che il servizio verso di essi era il Suo dovere più importante, sapendo di dover tutto ai genitori. Con tale spirito, cominciò allora ad aiutare Suo padre nel lavoro di falegname. Giuseppe morì quando Gesù aveva trent'anni. Dopo aver ottenuto il consenso della Madre, Egli cominciò allora a dedicarsi ai bisognosi e ai derelitti. Dopo aver lasciato la propria casa, Gesù si fece battezzare da Giovanni ed in seguito si ritirò nel deserto per quaranta giorni senza mangiare né bere. Dapprincipio, Egli si considerò "Messaggero di Dio"; dopo il periodo di penitenza passato nel deserto, comprese di essere "Figlio di Dio".
Cominciò poi la predicazione, seguito da un gruppo di pescatori che furono i Suoi primi discepoli. Gesù insegnò loro a cercare il Regno dei Cieli, per entrare nel quale avrebbero dovuto coltivare nel cuore l'amore. Ciò facendo, essi avrebbero potuto constatare che il Regno dei Cieli altro non era che il loro stesso cuore. In seguito, Gesù disse ai discepoli: "lo e il Padre Mio siamo Uno".
Alimentate l'Amore
A che dovrebbe aspirare l'uomo, oggigiorno, per raggiungere il Regno dei Cieli? Sempre e solo ad espandere il cuore, in modo tale da colmarlo di amore omnicomprensivo. Solo allora si potrà sperimentare il senso di unità con gli altri esseri umani che porterà all'amore per Dio. Questo amore farà nascere nel cuore la pura beatitudine, la quale è illimitata, indescrivibile ed eterna. L’amore è la sorgente di ogni beatitudine ed un cuore senza amore è come una terra arida. Cercate di alimentare l'amore nel cuore, poiché, così facendo, purificherete la vostra vita.
Senza amore, erudizione o ricchezza non hanno valore alcuno; senza devozione, non esiste opera che possa condurre a realizzare il Divino. L’uomo aspira a raggiungere la liberazione, ma che significa veramente liberazione? Significa affrancarsi dai desideri.
Oggigiorno, è difficile per l'uomo ritirarsi in una foresta per far penitenza, oppure dedicarsi alla meditazione o ad altre pratiche spirituali. Il cammino spirituale più semplice, per tutti, è dedicare ogni azione al Signore.
Unità con Dio
Oggi si celebra la nascita di Gesù. Nella Bibbia si narra che Gesù nacque in una stalla, fu posto in una mangiatoia e che tre re, guidati da una stella, giunsero in quel luogo per adorarlo. In realtà, essi non erano re, bensì pastori. Uno di essi, osservando il Bambino, esclamò: "Questo Bambino amerà Dio"; un altro, invece, dichiarò: "Dio amerà questo Bambino"; il terzo infine affermò: "In verità, questo Bambino, è Dio Stesso!"
Il significato di queste tre affermazioni è che amare Dio equivale ad essere Suo messaggero, essere amati da Dio vuol dire esserne figlio, essere Dio Stesso significa aver raggiunto l'unione con il Divino.
Anche Gesù, infatti, quando la Sua evoluzione spirituale fu compiuta, esclamò: "lo e Mio Padre siamo Uno".
Ogni uomo, pertanto, può essere messaggero del Divino e suo intento dovrebbe essere quello di raggiungere con Esso la fusione totale. Quand'è che l'uomo può definirsi, a buon diritto, "Figlio di Dio"?
Imparate a comprendere come ogni azione divina sia pura, non rechi traccia alcuna di egoismo, ma venga invece compiuta per il bene di tutti. Qualunque cosa Dio faccia è solo ed esclusivamente per Amore, per altruismo. Al contrario, qualunque cosa l'uomo compia, dica o pensi nasce dall'interesse personale ed egli diventa in tal modo un burattino nelle mani dell'egoismo. Solo quando se ne sarà liberato completamente egli potrà raggiungere la santità e definire se stesso "Figlio di Dio".
Ma, per ottenere ciò, egli dovrà rispecchiare le qualità del Padre.
(Swami, a questo punto, ha fatto riferimento alla storia di Prahlada e del padre Hiranyakashipu. Quest'ultimo metteva in dubbio l'esistenza di Dio, mentre Prahlada sosteneva che Dio esistesse ovunque, anche nelle cose. Incredulo ed irritato per le affermazioni del figlio, Hiranyakashipu ruppe una colonna in mille pezzi e, improvvisamente, da essa fuoriuscì il Divino. Con questo episodio, Swami ha inteso sottolineare come il Divino sia presente ovunque Lo si cerchi e che il corpo è come la colonna del racconto. Allorché se ne distrugge l'illusione, da esso emerge l'Essenza Suprema, cioè Dio).
Il corpo è necessario fintantoché l'uomo non abbia portato a compimento il suo compito. Esso gli è stato donato affinché egli possa compiere azioni sacre. Il corpo (káya) serve dunque ad eseguire l'azione (karma), l'azione serve a svelare il segreto (marman) dello Spirito Supremo e, allorché il segreto si rende manifesto, si arriva al compimento della Giustizia Suprema (Dharma).
Arrivare a questo, significa raggiungere lo scopo della nascita come esseri umani. Oggigiorno, l'uomo non conosce il significato dell'azione e che cosa significhi Rettitudine. A che serve dunque la sua esistenza terrena?
La strada spirituale è stretta
Non date spazio ai capricci della mente, ma purificatela e indirizzatela verso la strada della Rettitudine. Tale strada è alquanto stretta, poiché nel cammino spirituale non esistono vie ampie e confortevoli; ma ciò è del tutto naturale, in quanto l'obiettivo da raggiungere è infinitamente prezioso.
Numerosissime persone affluiscono al mercato del pesce, mentre in un negozio che vende diamanti ve ne andranno solo alcune. La strada che conduce a Dio è per quei pochi che sono fermamente decisi a raggiungere, attraverso la disciplina spirituale, la realizzazione perfetta.
Nel mondo si celebrano, con divertimento e banchetti, varie ricorrenze legate alla vita dei santi e dei profeti. Non è tuttavia questo il modo migliore per festeggiare persone tanto elevate spiritualmente: si dovrebbe invece seguirne gli insegnamenti e l'esempio.
Il carattere di unicità del Natale a Prashanti Nilayam
Il Natale viene celebrato in moltissimi Paesi del mondo. In alcuni luoghi la gente va a messa, ascolta il discorso natalizio, poi se ne ritorna a casa; in altri, si mangia, si beve e ci si diverte. In nessun posto al mondo, tuttavia, il Natale viene celebrato con la stessa solennità e sacralità che si avverte a Prashanti Nilayam. (Applausi).
Qui si raccolgono uomini e donne provenienti da tutti i Paesi del mondo. La religione cristiana, sul pianeta, è molto diffusa e ad essa appartengono varie Chiese, i cui fedeli celebrano il Natale con rituali diversi. Solo a Prashanti Nilayam i cristiani delle diverse Chiese ed i seguaci di altre religioni si radunano per celebrare, uniti e con il medesimo rito, il Natale. Qui accorrono persone provenienti dalla Germania, dalla Russia, dall'Argentina, dall'America e da molti altri Paesi e, ovviamente, essi parlano linguaggi differenti.
Prashanti Nilayam è come un mondo in miniatura. Nonostante le differenze linguistiche, culturali e religiose, tuttavia, queste persone operano in uno spirito di unità. (Applausi).
La scorsa notte, ad esempio, avete potuto assistere alla bella recita effettuata da bambini provenienti da diverse parti del mondo. Essi hanno trasmesso il Messaggio Divino con grande efficacia ed hanno dato un esempio concreto della fratellanza umana e della paternità di Dio. La gente parla di fratellanza ma questa, talvolta, non esiste neppure nell'ambito familiare.
A Prashanti Nilayam questo non avviene: la fratellanza qui è in piena azione, poiché l'amore si manifesta in un mutuo rapporto cuore a cuore. Solo a Prashanti Nilayam la celebrazione delle festività religiose evidenzia in maniera totale la propria sacralità. L'esempio di fratellanza e di unità che offre questo luogo sacro dovrebbe trovare rispondenza in tutto il mondo.
"Messaggere di Sathya Sai"
Le ex-studentesse dell'Università di Anantapur, che hanno fondato un’associazione denominata "Messaggere di Sathya Sai", celebrano il giorno di Natale come festa del regno di Madre Sai. Esse si dedicano con passione al servizio e mettono in pratica fino in fondo gli insegnamenti di Swami. Provengono da diversi Paesi del mondo come la Svizzera, l'Australia, il Canada, la Germania, il Giappone, ecc. e giungono a Prashanti Nilayam, per partecipare alla festa, solo per pura devozione verso Swami. Quelle sposate portano con sé marito e figli pur di poter vedere Sai.
Esse vanno in giro per i villaggi ove prestano diversi tipi di servizio: si dedicano, ad esempio, ai bambini ciechi ed a quelli sordomuti, aiutandoli a conquistare fiducia in sé e a divenire cittadini utili alla società. Queste ragazze stanno, insomma, compiendo il proprio servizio con grande generosità. Al fine di essere in grado di pagarsi il viaggio per giungere a Prashanti Nilayam, quelle che abitano in Paesi lontani risparmiano, giorno dopo giorno, qualche soldo senza chiedere nulla al mariti. Questo è un segno di totale dedizione al Signore. Agendo con tale spirito di abnegazione, queste ex-studentesse dell'Università di Anantapur si dimostrano donne ideali e costituiscono ovunque un esempio da imitare. Quindi, oltre a svolgere i propri molteplici lavori familiari, esse compiono, in ambito sociale, un'opera di grande utilità.
Il messaggio di unità
Nell'Università del Cosmo, tutti sono studenti e ognuno, in base alle proprie capacità ed ai propri talenti, dovrebbe servire la società mettendo in pratica gli insegnamenti di Swami. Il messaggio di Sai non reca traccia di egoismo, ragion per cui se il vostro agire vorrà conformarsi ad esso, dovrà rivelarsi assolutamente altruistico. Fate germinare il seme dell'amore nel vostro cuore. Esso, a tempo debito, diverrà un albero grande e robusto. Dio è Uno. Non fate distinzioni di casta o di credo, ma diffondete ovunque il messagio di unità.
Incarnazioni dell'Amore,
considerate l'Amore come il vostro respiro e come l'unico scopo della vita.
(Swami ha concluso il Discorso con il bhajan: ‘Prema muditha manase kaho. Rama, Rama, Ram….)
Prasanthi Nilayam, Purnachandra Auditorium, 25 dicembre 1994
Natale del Signore Gesù
da: Mother Sai n° 2/1995