La carità è l'ornamento della mano, La verità è l'ornamento della lingua, Le scritture sono l'ornamento delle orecchie. A che servono tutti gli altri ornamenti?
Incarnazioni dell'Amore,
Il Brahmani è pieno d'amore ed è, infatti, l'incarnazione dell'Amore. Il vostro amore dovrebbe fondersi con Esso. Egli è Uno senza secondo; è lo stato non-duale. La natura intima dell'amore è il sacrificio, e, in qualunque circostanza, non da spazio all'odio.
È sempre l'amore che può far avvicinare a voi una persona molto lontana e farla diventare vostra intima. È ancora l'amore che allontana il sentimento di divisione ed incoraggia, invece, quello di unità. L'amore può anche elevare una persona dallo stato animale a quello umano.
L'Amore (Prema) è la Forza Vitale (Prana) dell'uomo e la Forza Vitale stessa è l'Amore
L'uomo senza amore è come un freddo cadavere. L'amore si mostra solo alle persone vive: nessuno amerà mai un cadavere. L'amore e la vita sono, infatti, interdipendenti e intimamente uniti.
I tre aspetti dell'amore costituiscono l'abbandono (prapatti).
Nella vita di tutti i giorni, l'amore si manifesta in diverse forme, come tra madre e figlio, marito e moglie, o come tra parenti. Questo tipo d'amore è basato su rapporti fisici e nasce da scopi egoistici ed interessi personali. Ma l'amore del Divino è privo di qualsiasi traccia di interesse egoistico. È solo amore per amor dell'amore. Questa si chiama bhakti o devozione.
La prima caratteristica di questo amore è quella di dare e mai prendere. La seconda è che l'amore non conosce la paura. La terza è che esso esiste unicamente amor dell'amore e mai per motivi egoistici. Questi tre aspetti, insieme, costituiscono la prapatti o abbandono. Solo quando si possiede questa disposizione all'abbandono si esperimenta la beatitudine del Divino. Per questo il primo requisito è il perdono (kshama).
Kshama, il perdono, è la virtù più grande
Solo la persona che possiede kshama (la disposizione al perdono) si può considerare piena di amore sacro. Kshama non si impara dai libri e nemmeno può essere insegnata dai maestri, ma va coltivata in se stessi nei momenti difficili, quando si è costretti ad affrontare prove e sofferenze. Le qualità della pazienza e del perdono trovano ragione d'essere solo quando dobbiamo fronteggiare problemi e difficoltà che causano sofferenza e tormento. Quando vi confrontate con problemi e difficoltà, non dovete mai lasciarvi turbare e diventare vittima di depressioni che sono segno di debolezza. In quei momenti, dovete dar prova di tolleranza e avere una disposizione d'animo incline al perdono, non lasciandovi mai prendere dall'ansia che dà vita a sentimenti d'ira, odio e vendetta.
Voi siete incarnazioni di forza e non di debolezza. Perciò, nei momenti di disperazione, dovrete avere sentimenti di pazienza ed essere pronti a perdonare e dimenticare. La qualità di kshama, o perdono, è la forza più grande dell'essere umano: se si perde questa qualità si diventa esseri demoniaci
Il perdono è Verità (Satyam). Il perdono è Rettitudine (Dharma). Il perdono è Non-violenza (Ahimsa). Il perdono è Sacrificio (Yajna). Il perdono è Gioia (Santhosha). Il perdono è Compassione (Daya). Il perdono è ogni cosa al mondo.
Nel momento in cui si abbandona questa grande qualità, le caratteristiche malvagie di rabbia, odio e gelosia si insinuano lentamente, facendo perdere all'uomo la natura umana che gli è propria e conducendolo ad assecondare azioni di natura demoniaca o, addirittura, a degradarsi allo stato animale.
L'essere umano dovrebbe risplendere di qualità umane. Oggi, invece, vediamo che gelosia e odio danzano come demoni in tutto il mondo. La gente che nutre sentimenti di odio e gelosia sta percorrendo una pessima strada e, prima o poi, andrà inevitabilmente alla rovina. L'esempio migliore ci è dato dai Kaurava del Mahabharata. I fratelli Duryodhana e Dussasana erano le incarnazioni dei peccati dell'odio e della gelosia.
Un giorno, Krhisna disse a Dharmaraja, il più vecchio dei Pandava, che i Kaurava, i quali erano sovraccarichi di qualità demoniache, non avrebbero mai potuto migliorare e acquisire le qualità umane. Karna, che era l'incarnazione dell'ego, li spingeva a frequentare Sakuni, malvagio consigliere ed era come gettare benzina sul fuoco.
Nonostante Duryodhana e Dussasana fossero nati in un'illustre famiglia reale, essi abbandonarono tutte le qualità umane a causa della gelosia e dell'odio, e portarono alla rovina la famiglia e tutta la stirpe.
Krishna aggiunse che la gelosia è un cancro pericoloso che mangia la radice dell'albero della vita, mentre l'odio è un micidiale insetto che ne divora il tronco. L'albero della vita viene perciò completamente distrutto da questi due flagelli. I Kaurava ne furono vittime e crearono la propria rovina.
L'armonia negli organi di senso
Qualcuno potrebbe sollevare la questione di come si possa riuscire a non essere sopraffatti da quei flagelli pericolosissimi che sono gelosia e odio. Questo sarà possibile solo quando farete in modo che gli organi di senso agiscano all'unisono. Se osservate le funzioni degli organi di senso, noterete che, anche se un organo smette di funzionare bene, la vita continua ugualmente pur con qualche difficoltà. Quando nella mente si forma un pensiero, tutti gli organi si coordinano per metterlo in pratica. Se invece i sensi non lavorano in armonia con i pensieri, l'esistenza diventa insopportabile. Quando esiste tolleranza, tutti gli organi entrano in armoniosa collaborazione e lavorano all'unisono. Se organi del corpo come occhi, orecchie ed arti diventassero gelosi della lingua, lamentando che sono loro che faticano per procurare il cibo, mentre è solo la lingua che lo gusta, essi smetterebbero di agire e non vi sarebbe più cibo. La lingua è, infatti, l'unica che gusta gli alimenti ed accetta solo cibi gustosi. Essi, tuttavia, vengono poi trasformati dagli organi interni in sangue che dona energia al corpo. La lingua, dunque, non trattiene il cibo; se non ci fosse questo ruolo vitale che essa svolge, gli altri organi non sarebbero in grado di funzionare. Se gli altri organi diventassero gelosi della lingua e smettessero di fornirle cibo, allo scopo di arrecarle danno, arriverebbero alla rovina, poiché essi non avrebbero più quella energia data dal cibo stesso. Allo stesso modo, la persona che nutre gelosia arriverà all'autodistruzione.
Gelosia significa autodistruzione
Gli studenti dovrebbero aver studiato quel dramma di Shakespeare in cui, un certo personaggio, era sempre pieno di gelosia e andò incontro alla propria fine giacché tale gelosia l'aveva reso debole e solo. Basmasura, a seguito di durissime penitenze, ricevette dal Signore Shiva la facoltà di ridurre in cenere la persona sulla cui testa avesse posato la mano. Alla fine, si distrusse da sé quando, un giorno, si porto la mano sulla testa. Buddha, una volta, fu affrontato da una donna che era piena di invidia per la grande celebrità di cui Egli godeva. Quando Buddha le si avvicinò, ella Gli disse che voleva colpirLo con un pugnale per ucciderLo, ma Buddha sorridendo le disse: "Io amo anche te, demone". Questo stupì la donna, la quale pensava che nessuno le volesse bene, e, immediatamente ella cambiò i propri sentimenti. Diventò una colomba e si arrese ai Suoi Piedi.
L'ira genera ira e la gelosia genera gelosia. Il solo modo per vincerle è il senso di unita e di amore. Bisogna sperimentare felicita e dolore nella vita quotidiana, poiché essi sono inevitabili come l'alba e il tramonto. Voi credete che sarà il nuovo anno ad arrecarvi esperienze migliori, ma questo non è esatto.
È la mente la sola responsabile del piacere e del dolore. Se la vostra mente è buona, troverete il bene in ogni cosa. Voi siete l'incarnazione del Divino, il quale non è altro che beatitudine. Non è, perciò, pura follia credere che stiate soffrendo a causa del dolore e dei dispiaceri?
Quando i devoti (bhakta) pregano Dio con cuore sincero, offrendogli le proprie azioni, certamente riceveranno dal Divino la grazia che si sono meritati.
Esistono nove tipi di devozione: Sravanam (ascolto della gloria del Signore), Kirthanam (canto delle glorie del Signore), Vishnosmaranam (ripetizione del nome di Vishnu), Padasevanam (servizio reso ai piedi del Signore), Vandhanam (lode del Signore), Archanam (culto rituale), Dasyam (mettersi al servizio di Dio), Sneham (amicizia e affetto verso il Signore) e Atmanivedhanam (totale resa a Dio). Dio vi risponde nella stessa misura in cui voi Gli offrite la vostra devozione. L'uomo però, per convenienza, si dimentica di ciò che possiede: senza la Grazia di Dio anche la vita stessa sarebbe impossibile per il genere umano. Anche i problemi che a volte incontrate sono doni del Divino. Quando Gli affiderete tutte le vostre azioni, sicuramente riceverete la Sua Grazia. Questo è il significato del versetto della Gita: Sarvadharman Parityajya Mamekam Satyanam Vraja.
Alcune persone vogliono avere una felicità ininterrotta. Quando voi mangiate alle 10 del mattino, non tornate poi a mangiare ogni ora senza fare una sosta. Dovete infatti lasciare un po' di tempo al cibo perché sia digerito. E così anche per la felicità: quando assaporate il piacere dovete aspettare un po' per "digerirlo" prima di ripetere l'esperienza. Perciò, così come vi serve un po' di esercizio per aiutare la digestione, allo stesso modo dovrete fare l'esercizio di confrontarvi col dolore dopo aver provato il piacere.
Dovrete quindi accettare sempre qualunque cosa Dio vi offra, perché sarà per il vostro bene.
La mamma prova sempre un grandissimo piacere quando il bambino esce da una brutta malattia. Se rimanete in una stanza con l'aria condizionata, per tutte le 24 ore della giornata, non potrete più sentire il suo refrigerio. Solo quando vi entrate dopo essere stati sotto il sole cocente potrete gustare la sua frescura. All'indomani della fine della guerra del Mahabharata, Krishna chiese a Kunthi, la madre dei Pandava, che cosa desiderasse. Ella Gli disse che avrebbe voluto la benedizione di avere dei problemi, poiché essi l'avrebbero spinta a ricordarsi costantemente di Dio, come avevano fatto i suoi figli durante l'esilio di 12 anni nella foresta. Aggiunse che mai aveva pensato a Dio, quando era regina, durante la vita di palazzo.
Gioia e dolore vanno di pari passo
Voi gustate la dolcezza del canto del nome del Signore solo quando siete tristi e depressi. La vita è un alternarsi di gioie e dolori, come si alternano il giorno e la notte. Se non esistesse la notte, non si riuscirebbe a fare un meritato sonno dopo una giornata di duro lavoro. All'interno dell'arancia c'è il succo dolce, ma la buccia che la ricopre è amara; questo significa che è la buccia amara che protegge il succo dolce. Allo stesso modo anche noi dovremmo sopportare amare difficoltà per gustare la vera dolcezza. L'uomo è l'incarnazione della qualità di kshama, il perdono. Non esiste niente al mondo che non possiate ottenere con questa qualità.
Noi oggi diciamo addio al 1993 e diamo il benvenuto al 1994. Esiste un'intima relazione tra i due anni. Allo stesso modo, dovremmo dire addio alle cattive qualità e dare il benvenuto a quelle buone che hanno natura divina. Potete offrire a Dio le vostre cattive qualità; non c'è nulla di male in questo, poiché è solo Dio che può eliminarle e concedervi la Sua Grazia, affinché possiate coltivare quelle buone.
Supponete, ad esempio, di avere una banconota da 100 rupie tutta sporca e rotta. Sicuramente nessuno ve l'accetterà. Ma se la cifra è integra, la banca ve l'accetterà e vi darà in cambio una banconota nuova dello stesso valore. Allo stesso modo, Dio accetterà solo le cattive qualità che Gli saranno offerte con sincera devozione e pentimento, e riverserà la Sua Grazia su di voi. Basandosi su questa verità, i fedeli cantano il Mantra Papoham, Prapakarmoham, Papathmaham, ecc., cioè: ''Affidiamo i peccati commessi al Signore e preghiamo per il Suo Perdono e la Sua Grazia". Anche i cristiani seguono il principio dell'abbandono a Dio dicendo "Io confesso i miei peccati e prego per la mia redenzione". In questo modo la gente offre tutte le cattive qualità a Dio e riceve da Lui il bene.
Secondo le nostre tradizioni Upavasa significa: "vivere vicino a Dio" e Upasana, "sedere vicino a Dio", anche se si è sempre erroneamente ritenuto che Upavasa significhi solo mangiare di meno e fare un pasto leggero, con un po' di chapathi, di idli, ecc.. Ma ciò non è esatto. Quando vivrete vicino a Dio non avrete mai fame, proprio come quando, sedendo vicino ad un condizionatore d'aria e godendone il refrigerio, non sentirete mai caldo. Quando sedete vicino a Dio, le vostre cattive qualità vengono eliminate ed emergeranno in voi solo buoni pensieri e qualità divine. Questo è il vero significato di Upasana, che la gente interpreta sempre in maniera distorta.
L'anno 1993 è stato veramente un anno pieno di eventi nefasti in tutto il mondo, e, di conseguenza, la gente oggi ha paura di ciò che potrebbe succedere nel 1994 e non sa se veramente sarà un anno migliore. Ma non è l'anno in sé ad avere conseguenze. Coltivate pensieri buoni, abbiate parole buone e compite azioni buone con la chiara convinzione che tutti al mondo ne sarebbero felici. Abbandonate pensieri negativi e cattive qualità, poiché sono essi la vera causa di tutte le sofferenze del mondo. Il nuovo anno e iniziato in un momento propizio, in quanto oggi e Savithi (il quarto giorno dei primi 15 giorni del ciclo lunare). Questo potrebbe causare un po' di sofferenza, simile a quella provata da un bambino affidato ad una matrigna, ma, in una prospettiva più ampia, ciò significa che il chiaro di luna sta crescendo e questo indica una bellissima fioritura della mente, in quanto e la luna a comandarla.
A giudicare dal giorno lunare (thithi) possiamo aspettarci un anno migliore di quello appena trascorso.
Potranno ancora esserci incidenti e conflitti nel mondo, ma possiamo ben sperare che, gradatamente, le qualità umane risorgeranno e sarà giorno di letizia quando, avendo completamente trasformato la mente, tutti sapranno d'essere figli di Dio. Bisogna sviluppare questo tipo di pensiero per poter credere nella fratellanza dell'uomo e nella paternità di Dio. I corpi possono anche essere diversi, ma l'anima e una sola e non può essere divisa.
Prendete Dio come guida
La stessa luna si riflette in centinaia di migliaia di vasi. Ekoham Bahusyam e Ekam Eva advithiyam ("Il Brahman è solo Uno e non ha secondo" e "Io sono Uno, sarò i molti", NdT). Esiste un solo Brahman che si riflette nei milioni e nei bilioni di esseri. Non esiste il secondo. Se mettete l'uno prima dello zero, lo zero assume valore. Il mondo è lo zero, il sole è lo zero, la luna è lo zero: sono tutti rotondi come lo zero, e hanno valore solo perché dietro hanno l'uno, Dio. Dio è l'uno e tutti gli altri sono zeri.
Tenendo Dio come guida e salvatore, qualsiasi cosa facciate otterrà sicuro successo. Dio è il vostro unico vero Amico. Tutti gli altri amici vi cercheranno solo finché avrete benessere economico, ma quando perderete tutto essi vi abbandoneranno. Dio è invece l'unico Amico che starà con voi per sempre; Egli è sempre con voi, in voi e vicino a voi. Perciò l'unico modo per ottenere prosperità è di sviluppare l'amicizia con il Signore. Poiché siete esseri umani, dovreste rendere felici gli altri: questo è vero amore. Il vostro cuore è pieno d'amore; dovreste condividerlo con gli altri. Quando avete del cibo, dovete mangiarlo e darne anche agli altri, altrimenti andrà a male. Dovete distribuire il vostro amore, ogni giorno, ad almeno cinque persone. Dovreste mettere in pratica, sperimentare e condividere con gli altri questo amore divino.
In questo giorno di capodanno, dovreste prendere la decisione di iniziare la giornata con amore, vivere la giornata con amore, riempire la giornata con amore e finire la giornata con amore.
Non dovrebbe esistere alcuna differenza di casta, credo, colore, religione e nazionalità. L'amore non conosce distinzioni di sorta. Dovete desiderare la felicita di tutti. Riempite il vostro cuore d'amore: il paese prospererà, il mondo prospererà e tutti saranno felici.
Swami ha concluso col Bhajan Prema Mudita Manase Kaho, Rama Rama Ram.
(Dai Discorsi Divini tenuti nell'auditorium Purnachandra l'1/1/1994)