(Cantando)
Molte vite si sono spese e consumate nella ripetizione del Nome di Dio e nella celebrazione di sacrifici. Ma se l'uomo non è riuscito a fermare e a dare stabilità alla sua mente, raggiungerà lo scopo della vita con la semplice ripetizione del Nome e con i sacrifici? Se non si rende stabile la mente, non è assolutamente possibile raggiungere il fine ultimo della vita. O stolto! Conosci questa verità!
Incarnazioni del Divino Spirito,
si è parlato proprio ora del Treta-yuga, un'era in cui furono compiute varie discipline come sacrifici, offerte, opere di carità, ripetizione del Nome, eccetera.
La grande assemblea di Janaka
In quel tempo, l'imperatore Janaka compì un grande sacrificio per far conoscere al mondo la loro validità e l'importanza dell'austerità nella disciplina e per far sorgere negli uomini la coscienza della loro divinità. A tal fine invitò i più celebri asceti, yogi, rajayogi e brahmayogi insieme ai più rinomati studiosi. In questo modo riuscì a celebrare con pieno successo e con grande solennità quella cerimonia sacrificale. L'ultimo giorno del sacrificio, Janaka organizzò un'immensa assemblea di saggi e sapienti, ai quali rivolse l'espresso invito a farsi avanti nel caso fra loro ci fosse stato qualcuno che potesse dichiarare di aver conosciuto Dio.
A quella proposta, nella mente di tutte le persone si accavallarono dubbi d'ogni genere. Soltanto Yajnavalkya si fece avanti senza alcuna esitazione e con una mente sgombra da dubbi. Il re Janaka pregò allora questo "Conoscitore di Dio" di accettare in dono mille mucche decorate e selezionate per l'occasione. A questa offerta, Yajnavalkya diede disposizione ai suoi discepoli perché conducessero le mucche al suo eremitaggio. A questo punto, il sommo sacerdote che celebrava il sacrificio, Aswala, si alzò e disse: "Yajnavalkya! Avrai diritto a portarti le mucche nel tuo Ashram soltanto quando avrai dato dimostrazione di essere un vero "Conoscitore di Dio".
Raccolta quella singolare sfida, Yajnavalkya alle persone là convenute incominciò a porre una raffica di domande, alle quali nessuno era in grado di dare risposte esaurienti. Quando l'assemblea fu ridotta al silenzio, Aswala si alzò di nuovo e chiese a Yajnavalkya: "In qual modo si può vincere la morte?"
E Yajnavalkya rispose: "Con la parola." La parola, infatti, è fuoco; perciò egli affermò che per mezzo di questo fuoco è possibile sottomettere la morte e che in questa liberazione consiste la suprema liberazione. Aswala chiese ulteriori spiegazioni. Allora Yajnavalkya disse che, quando nasce una persona, il grembo di sua madre è un luogo infuocato. In quel luogo si vengono a formare tutte le membra del corpo e quel seno materno è fuoco. Alla sua morte sarà ancora il fuoco che consumerà quel corpo nato dal fuoco e verrà ridotto in cenere, Così Yajnavalkya dichiarò che al mondo non esiste nulla di più potente del fuoco. Allora nell'assemblea si alzarono parecchie persone che volevano porre delle domande per verificare se davvero Yajnavalkya fosse un "Conoscitore di Dio".
Alla fine si alzò Uddalaka, il quale domandò: "Sai forse quanti pianeti ci sono?" Noi oggi abbiamo dato dei nomi ai pianeti, come Rahu, Kethu, ecc., ma a quel tempo non esistevano questi nomi. Yajnavalkya rispose dicendo che ci sono questi otto pianeti: il soffio vitale, la parola, la lingua, l'occhio, l'orecchio, le mani, la mente e la pelle. Uddalaka si sedette sconfitto.
Quanti dei?
Alla corte di Janaka c'era in quei giorni Gargi, una donna molto colta e rinomata, appartenente ad una nobile casta. Con voce dolcissima e suadente costei chiese a Yajnavalkya: "Potresti dirmi quanti dei ci sono?" Il saggio rispose sui due piedi: "Ci sono 33O6 dei. " La donna chiese: "Li puoi ridurre a 33?" E Yajnavalkya rispose che ci sono 8 Vasu, 11 Rudra, 12 Aditya, Indra e Prajapati, per un totale di 33. Ma gli fu chiesto se poteva scalare ulteriormente quel numero a 6. Ed il saggio rispose: "Il dio Fuoco, il dio Vento, il dio Sole e gli dei dei tre mondi".
Non ancora contenta della risposta, Gargi chiese di nuovo: "Puoi portare questi 6 a 3?" Yajnavalkya rispose: "I tre mondi: quello di Dio, quello dell'uomo e quello del demonio. Nel mondo di Dio è importante il controllo dei sensi (Dama), nel mondo dell'uomo la rettitudine (Dharma) e nel mondo dei demoni la compassione (Daya). Sono queste le tre divinità relative ai tre mondi."
Gargi chiese ancora: "Puoi ridurli a due?" E fu risposto: "Principio della vita è il cibo". Infine, tra la sorpresa generale, ella pose una domanda - tranello: "Da due puoi ridurli ad uno e mezzo?" Tutti si chiedevano come fosse possibile avere una frazione di Dio. Potevano essere 3 - 30 o qualunque altro numero intero, ma non poteva certo esserci un mezzo Dio.
Ma Yajnavalkya, che era saggio e conoscitore di Dio, disse: "È il dio Vento". Ma gli fu chiesto come potesse essere considerato un dio e mezzo una singola deità. Il saggio rispose: "Il vento è presente in tutte le sostanze e gli è stato dato il nome di "Adhyardham", che significa anche "Uno e mezzo". Gli fu chiesto ancora: "Puoi ora ridurlo ad uno?" Yajnavalkya rispose. "Si. Il Principio vitale (Prana). C'è un solo Dio, che Si è manifestato in molteplici forme. C'è un solo Dio, che i Brahmini hanno descritto in differenti modi. C'è un solo Dio, una sola Verità, che viene percepita dai diversi popoli in modi differenti e che si esprime in svariate maniere".
Gargi fu estremamente soddisfatta della risposta fornitagli da Yajnavalkya e intercedette presso il re Janaka affinché lo ammettesse alla corte. Ma Yajnavalkya, non pago delle risposte già fornite, volle tenere un breve discorso sulla comprensione di Dio.
Il fondamento dell'amore
"La madre ama i propri figli ed i figli amano la propria madre. La moglie ama il marito e il marito ama la moglie. Il fratello maggiore ama quello minore ed il fratello minore ama quello maggiore. Alcuni amano la ricchezza, altri amano i possedimenti, altri ancora la conoscenza. Per il bene di chi amano? Chi amano veramente? Il marito non ama la moglie per amore di lei. Ognuno ama altri non per loro, ma per se stesso. Tutte queste espressioni d'amore sono radicate nell'Atma e non hanno nulla a che fare col corpo fisico.
Se amo un particolare oggetto, lo amo per il suo bene oppure per il mio bene? Così, quando la gente si affeziona alle cose del mondo, non è per amore degli oggetti che ama, ma per amore verso di sé. Questo significa che, quando si ama, il vero oggetto del proprio amore è l'Atma, la propria essenza Divina."
L'Atma: tre in uno
Che cos'è questo Atma? L'Atma consiste nell'unità di parola, mente e forza vitale. Da dove proviene questa forza vitale? Qual è l'origine della mente?
Yajnavalkya spiegò che il cibo ingerito dall'uomo nel suo aspetto grossolano si trasforma in escrementi mentre nel suo aspetto sottile si traduce in attitudini mentali. L'aspetto grossolano dell'acqua che si beve è la sua alterazione in orina, mentre il suo aspetto sottile è l'energia vitale cui da origine. "Vac", ossia la parola nell'uomo si trasforma in splendore. Lo splendore originato dalla parola trova espressione nella mente ed allo stesso modo nella forza vitale.
Gargi, udendo questa spiegazione, chiese ancora come potesse l'Atma, che è unico, essere formato da tre elementi, come la parola (Vac), la mente (Manas) e il principio vitale (Prana).
Yajnavalkya rispose che il bianco, il rosso ed il nero sono i colori del fuoco. Non si tratta di tre elementi diversi. Il fuoco sembra rosso, poi si fa chiaro come bianco, ed infine, quando si estingue, diventa nero. Il nero è simbolo della notte, il rosso del giorno. Il sole è l'elemento comune a tutti e tre i colori. Allo stesso modo l'Atma non è altro che un'unica entità vista sotto tre differenti forme. Yajnavalkya dichiarò con decisione che nessuno ha l'autorità di fornire una descrizione specifica dell'Atma, poiché è indescrivibile.
Quattro tipi d'uomo
Non ancora soddisfatta da queste risposte, Gargi chiese al saggio quanti tipi di persone popolano il mondo. Yajnavalkya le rispose che ne esistono quattro. Il primo è l'uomo - Dio, il secondo è l'uomo - umano, il terzo è l'uomo - demone ed il quarto l'uomo - animale. AI mondo esistono questi quattro tipi di esseri umani,
1) I Brahmajnanin, ovvero i Conoscitori del Brahman, sono gli uomini di tipo divino. Il tipo umano è colui che si è dedicato totalmente alla Verità e alla Rettitudine. Coloro che si abbandonano al bere appartengono alla categoria demoniaca. Le persone che mancano di saggezza appartengono al tipo animale. Il Brahmajnanin, l'uomo divino, è colui che rimane sempre immerso nella contemplazione dell'Unico Supremo, accantonando ogni esperienza che lo porti a contatto coi nomi e le forme. Costui è completamente libero da egoismo ed è consapevole della presenza del Divino in ciascun essere.
2) L'uomo umano è colui che aderisce alla Verità e alla Giustizia, rispetta i valori umani, conduce una vita santa, compie i suoi doveri, si dedica volentieri ad opere caritatevoli e vive in armonia con i suoi simili, evitando di provocare danni ad altri e dispensando amore a tutti.
3) L'uomo demoniaco è colui che è follemente dedito a bevande alcoliche, tratta male chiunque gli capiti a tiro, non ha alcun autocontrollo, parla male degli altri danneggiandoli ed è sempre intento ad eseguire propositi egoistici.
4) Da ultimo, l'uomo animalesco è colui che passa la vita pensando solo a mangiare, bere e dormire, non ha alcun interesse per le questioni del mondo, non compie alcun gesto caritativo, è privo di discernimento e si immerge nei piaceri sensuali.
Con questa splendida e persuasiva analisi, Yajnavalkya espose a quell'assemblea le verità inerenti alla nascita umana ed al suo potere divino.
Lo spirito di sacrificio
Indagate nell'intima essenza di tutte le cose. Potrete scoprire che lo scopo dei vari sacrifici che si compiono consiste nell'offrire all'umanità il modo di riconoscere la Divinità inerente in ogni essere umano e di dimenticare la propria natura umana per comprendere la più alta meta della vita. La finalità dei sacrifici è proprio nel consentire la fusione dell'umano nel Divino. Ai nostri giorni, purtroppo, non si celebrano più sacrifici e, col passare del tempo, si perde tutto questo sacro patrimonio. Gli interessi personali sono al centro di ogni azione e si è perso ogni spirito di sacrificio.
Il termine "sacrificio" è il nome più adatto per indicare una vita di sacrificio. La vita stessa è un grosso sacrificio. Tutte le azioni compiute dall'uomo rappresentano un sacrificio ed ognuno deve elevare a sacrificio ogni gesto che compie, in modo che qualunque azione compiuta diventi un motivo di crescita spirituale. Quando dite che ciò che fate è per il vostro bene, significa che lo fate per amore del vostro stesso Atma. È sciocco chi pensa di sacrificarsi per gli altri, perché quando uno pensa "io sto facendo questa cosa", diventa egoista.
Liberatevi dal senso di "io". Lasciate perdere i vostri attaccamenti. Quando compite il vostro dovere nello svolgimento della vostra mansione, non perdete mai di vista la Verità e la Rettitudine. Queste attività spirituali sono strumenti che vi servono a comprendere la vostra autentica natura di uomini. La gente d'oggi va dicendo che si compiono sacrifici un po' dovunque, ma non si tratta d'altro che di affari.
Molti, quando hanno bisogno di un mucchio di soldi per farsi ricchi, compiono sacrifici su procura. Molte persone semplici fanno vere opere di carità, dispensando denaro per compiere dei sacrifici. Ma coloro che li celebrano raccolgono molti soldi. Oggi tutto è diventato motivo di guadagno. Ogni buona attività dovrebbe essere scevra da egoismo. L'uomo che non ha spirito di sacrificio non può vivere in pace. Esteriormente può sembrare tranquillo, ma dentro si preoccupa. Tutto andrebbe fatto per vivere in gioia.
Incarnazioni del Divino Amore,
vi sono cose importanti a cui dovete prestare attenzione. Magari vi considerate dei grandi devoti. Per prima cosa, distruggete il vostro "ego"! Non cedete mai all'ostentazione. Sacrificatevi nel servizio: quello è un grande sacrificio e si chiama "Karma Yajna" perché si basa sull'azione. Ciò che viene fatto interiormente invece si chiama "Brahma Yajna".
Il Karma Yajna è un riflesso del Brahma Yajna. Il vero sacrificio non è quello che dapprincipio è sacro, ma poi si perde in parole. Sfortunatamente i Veda, che sono l'incarnazione di Brahman, sono stati attualmente ridotti a semplici espressioni verbali. La gente si riempie la bocca di parole che non traduce in pratica. Grande è colui che sa armonizzare pensieri, parole ed azioni. Se una persona ha pensieri, parole e azioni che vanno ognuno per conto proprio, se dentro è in un modo e fuori in un altro, è peggiore del demonio.
Qualunque cosa dobbiate fare consideratela un comando del Signore da eseguire assolutamente. Il Divino è totalmente libero da interessi egoistici. Qualunque cosa Dio faccia, la fa per il benessere del mondo. Non fa nulla che non abbia una ragione. Quando vi comporterete sulla base di questa verità, santificherete la vostra vita.
Sviluppate l'abitudine al sacrificio. È un grande errore credere di amare qualcun altro, poiché è per amore della propria gioia che si amano gli altri. Considerate l'amore verso qualcuno come l'amore verso l'Atma. È da ignoranti ritenere che si ami qualcuno o qualcosa. Quando dite "Ho sete: bevo dell'acqua"; bevete per far piacere all'acqua o per sedare la vostra sete? E se dite "Ho fame: dunque mangio", mangiate per far piacere al cibo o per il vostro piacere?
Perché credete di essere il corpo?
Voi siete la vera incarnazione dello Spirito di Dio, che potete percepire ovunque. Mettete da parte la differenza fra un corpo e un altro, perché in realtà siamo tutti una cosa sola. Tutte le differenze si riferiscono soltanto al corpo fisico. Cercate di comprendere l'intimo significato delle parole Satyam, Jnanam, Anantam: Verità, Saggezza, Immortalità. Controllate la mente, aumentate la vostra fede, abbiate fiducia in voi stessi. Senza quest'ultima, qualunque cosa facciate, sarà solo una perdita di tempo. Con la fiducia in se stessi, anche un piccolo atto può diventare un sacrificio. Dio guarda soltanto alla qualità e non alla quantità del vostro lavoro. Anche una sola goccia di nettare è preziosa. Così, anche una piccola azione svolta col cuore e senza egoismo, diventa un grande sacrificio.
Il sacrificio del distacco
Incarnazioni del Divino Amore!
Per quanti discorsi abbiate sentito non dovete accontentarvi di un semplice ascolto per poi dimenticare tutto una volta lontani da qui. Non è un comportamento da devoti questo. Mettete in pratica almeno una o due cose fra quelle che avete sentito. Staccatevi gradualmente dalle cose che appartengono alla natura e fate il vostro viaggio verso il Divino. In modo naturale e spontaneo la Divinità sboccia in voi, ma se continuate a consolidare i vostri attaccamenti alle cose del mondo e ad allargare troppo i vostri desideri, perderete l'umanità che è in voi e tenderete a diventare animali.
Partite dall'umanità per arrivare alla Divinità. Non screditatevi. Sono i desideri che tendono ad abbassare il vostro livello. Al termine del suo discorso, Anil Kumar disse: "Tutto quanto mi hai dato è più che sufficiente. Mi basta avere la Tua Grazia". Abbiate questo solo desiderio. Accontentatevi di ciò che avete e non siate tristi o preoccupati per ciò che non avete. Quando subite qualche perdita, consideratela una forma di sacrificio.
Perché l'uomo moderno è senza pace? Perché non valuta ciò che ha, mentre aspira continuamente ad avere ciò che non ha. Così non ha pace. Siate felici di ciò che avete. Voi ignorate la fortuna che avete e continuate a volere le cose che vi mancano. Che stupidità! Perché non godete ciò che è già vostro? È da stolti anelare a ciò che non si ha. Denaro, nome e fama un giorno o l'altro se ne andranno.
L'altro ieri Swami vi ha chiesto: "Che cosa vi siete portati appresso nel momento della nascita? Che cosa vi porterete dietro nel momento della morte? Dove andranno i vostri soldi? Dove andrete voi? Fatevi avanti, datemi una risposta. C'è qualcuno fra voi che può dire "Sono pronto"? Sappiamo molto bene che non è affatto così. Perché dovreste giocarvi la vita correndo dietro ad un mucchio di cose che non avete?
Siate felici, mentre siete in vita e, secondo le vostre possibilità, fate delle opere di carità. Se non fate altro che accumulare ogni giorno sempre più, come farete ad arrivare al distacco? Lasciare la moglie, gli averi e la casa per andare nella foresta non è distacco. Vero sacrificio e yoga è la rinuncia alle tendenze cattive dei vostri pensieri e del vostro comportamento.
Non siate avidi. La cupidigia vi frutterà soltanto miseria. Accontentatevi di ciò che avete e fatene buon uso. Aumentate il vostro spirito di sacrificio e la vostra fede nel Signore. Ecco il vero "Yajna". I sacrifici compiuti da governanti come Janaka avevano lo scopo di promuovere il benessere della popolazione e di orientare la mente di tutti alle realtà più elevate.
Che differenza fra i sacrifici di una volta e quelli di adesso! I sacrifici d'oggi sono pieni di ostentazione, mentre quelli di un tempo riempivano di beatitudine. Inoltre i sacrifici un tempo venivano compiuti non solo per coloro che li celebravano, bensì per tutti quelli che vi assistevano e ne apprendevano la lezione. Offrite il cuore al Signore e purificatelo. Vera preghiera è quella che invoca purezza. Date il vostro cuore a Dio che ve lo restituirà purificato.
(Alla fine Swami intonò il canto: "Citta Chora Yasoda Ke-Bal")
Prashanti Nilayam, 07 ottobre 1989
Festa di Dasara
da: Mother Sai n. 2/90