Se persino lo stesso Brahma,
il Creatore,
si muovesse e si comportasse
senza regole di condotta
e senza moralità,
Lui stesso non sfuggirebbe
all'ignoranza,
alla mancanza di conoscenza.
Senza luce,
- persino nelle cose del mondo è ovvio! -
ci sarà il buio.
* * *
Cari studenti,
Una musica, tante melodie
[1] La musica, anche se non si può vedere, esiste ed è uniforme sebbene abbia molte melodie. Ogni melodia è a sé stante. Così, la musica nella sua essenza è una, ma si manifesta in diverse forme: nella musica indiana sono 64. Quando una musica insiste su uno stesso tono, non è più gradevole per chi l'ascolta, anche se si trattasse dell'esecuzione di un provetto musicista o di Narada in persona. È questa la ragione per la quale Dio, che è l'essenza di ogni cosa, Si manifesta in tante forme.
La linfa
[2] Le Upanishad hanno definito Dio come la vera incarnazione della linfa: "Egli è la stessa dolcezza", dicono. La natura, formata dalla combinazione di tre qualità - Sattva, Rajas e Tamas - è riconducibile ad una sola essenza. Tuttavia, nella natura stessa, esistono gusti, profumi, colori, sapori e suoni diversi, tutti prodotti da essa sola: com'è possibile dare una descrizione adeguata di Dio, che Si esprime veramente in quei sapori e in quei gusti? Le Sacre Scritture sostengono che Dio è uno e che non può essere descritto dalle parole, n‚ immaginato dalla mente.
Il Nome non basta
[3] Se volete raggiungere un tale principio trascendente, soltanto il Nome potrà servirvi da battello. Molti grandi uomini hanno fatto ricorso a questo mezzo. Ma tanti altri, pur avendo ripetuto il Nome per un lungo periodo e per un considerevole numero di volte, non ne hanno ottenuto alcun beneficio. Demoni come Ravana e Kamsa, nonostante ripetessero il Nome per tanto tempo, non persero la loro natura diabolica e questo fu dovuto al fatto che la loro mente era dominata dalla convinzione di essere il corpo. Per anni si dedicarono a penitenze e alla ripetizione del Nome, ma le loro discipline erano inficiate dal continuo pensiero di essere nient'altro che corpo. Anche se ripeteste il Nome per tanto tempo, ma pienamente convinti di essere il corpo, non avreste da quella pratica il suo vero beneficio.
Cambiare mente, non religione
[4] Molti, a seconda della loro estrazione religiosa e della loro indole, si dedicheranno a vari tipi di discipline spirituali, ma, qualsiasi durata abbiano queste pratiche, non noterete in essi alcun cambiamento. Costoro, scoraggiati e frustrati per gli scarsi risultati ottenuti, finiscono per cambiare non solo il nome, ma persino la religione. Non otterrete la grazia di Dio con un mero cambiamento di religione. Dovete cambiare nella mente, nel modo di pensare. Non avrete le qualità di Dio, limitandovi a cambiare il vestito, ma dovrete cambiare le vostre stesse qualità. Soltanto chi cambia la mente ottiene in sé qualità umane.
Ruoli diversi per un solo attore
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[5] Un piccolo esempio. Un attore nella prima scena di un dramma interpreta la parte di un mendicante; poi, in un'altra scena, entra nel ruolo di un re; in un altro momento appare sulla scena nella parte di un ministro. Il pubblico crederà che il mendicante sia una persona, il re un'altra ed il ministro un'altra ancora. A che cosa è dovuto questo? Al tipo di abbigliamento indossato. Gli spettatori infatti sono attratti dagli indumenti usati e sono intenti a seguire le varie azioni che si svolgono sulla scena.
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Il discernimento del cane
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[6] Oppure, guardate come il cane sa riconoscere il padrone nella sua casa. Qualunque abbigliamento porti il padrone, il cane lo riconosce dalla sua voce e non si fa condizionare dalla foggia del vestito. Pare che oggi un cane sappia far meglio di un uomo. Questo perché il cane riconosce il suono di Dio, mentre l'uomo d'oggi sembra prestare attenzione soltanto ai nomi e alle forme.
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Nomi e forme
[7] I nomi e le forme non hanno un'origine spontanea, vengono creati artificialmente, mentre il suono è permanente. Chi, nella ripetizione del nome, presta la dovuta attenzione al suono, sarà in grado di sperimentarne la dimensione reale di Pura Coscienza, mentre chi si ferma ad una fede che considera il nome da un punto di vista naturale, ne vedrà soltanto l'aspetto esteriore.
La Pura Coscienza
[8] L'uomo è l'incarnazione della Pura Coscienza: soltanto chi è puro la può sperimentare. La mente dell'impuro vive nel fango. Bisogna saper riconoscere la differenza fra chi vive nella Pura Coscienza e chi vive nel fango. Anche nell'uomo vive questa Divinità, ma nonostante ciò egli si fa condizionare dal tipo di rapporto che ha instaurato con la natura.
La corda dell'Amore
[9] Egli sa che Dio si esprime veramente nell'amore. Potete legare Dio con la corda dell'amore e Lo potete avvicinare per legarLo solo esprimendo amore. Se vi servite dell'amore per qualche scopo personale o materiale, non riuscirete a legarLo. L'amore lega solo con l'Amore ed è fatto solo per l'Amore. Fate in modo che tutto ciò che vi viene ordinato si trasformi in null'altro che in manifestazioni d'amore.
L'amore in tutto
[10] Chi ama può amare solo una persona. Se vi trasformerete in amore, saprete amare l'universo intero. Perciò, ammettete la verità che in ogni essere vivente esiste la stessa Divinità. Una volta, quando Krishna era bambino, corse a casa dalla mamma e le disse: "Mamma, vorrei andare nella foresta coi pastori". E la madre: "Mio caro figliolo, credi che la foresta sia un posto tanto bello? È pieno di scorpioni, insetti, ciottoli, spine e ogni genere di guai. Ti cucirò un paio di scarpe e domani di manderò a pascolare le mucche." A quei tempi non c'erano scarpe già confezionate. Bisognava chiamare il calzolaio e fargli confezionare le calzature su misura. Krishna disse prontamente: "Mamma, le mucche non hanno scarpe". E la madre gli rispose: "Mio caro, loro sono animali, mentre noi siamo esseri umani". Allora Krishna soggiunse: "Mamma, non vederle come animali. Le mucche trasformano il loro sangue in latte utile alle famiglie, dopo averlo sottratto ai loro stessi vitellini. Da un pasto a base di erba che non serve a nessuno, ricavano utilissimo latte. Persino dopo che sono morte continuano ad essere utili, offrendo la loro pelle per vari usi. Gli esseri umani hanno forse quel tipo di gratitudine, di rispetto e di amore verso i propri simili? A volte ho notato che, se non le vedo per un sol giorno, piangono con le lacrime agli occhi. Appena sentono la mia voce, alzano la coda in segno di gioia. Ma non solo le mucche; persino i vitelli smettono di succhiare il latte per sentire la mia voce, ed esprimono una gran gioia. Nemmeno tu, mamma, mi ami tanto quanto mi amano le mucche ed i vitelli".
L'esempio viene dall'alto
[11] Gopala era a capo delle mucche e le governava, mentre voi potete essere a capo di una classe, degli assistenti, dei direttori di coro, dei leader nella società. Krishna fece cambiare il modo di pensare di sua madre Yashoda, dicendole che chi sta a capo deve sempre essere un modello, un esempio ideale. Ogni essere umano dovrebbe potersi definire un ideale. Questa è l'unica strada che porterà beneficio al mondo e a voi stessi.
La vita è preziosa
[12] Una vita umana non viene concessa per spasso o perché sia sprecata. Sappiate che la vita è preziosissima. Non dovreste mai sprecare n‚ il corpo n‚ il tempo. In realtà, come potreste definirvi uomini se, dopo aver fruito di questo corpo fisico e aver ricevuto una vita così preziosa, non viveste da veri esseri umani? Che cosa si deve fare per esaltare la natura di uomo?
Il campo del cuore
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[13] Un agricoltore che desidera far crescere un raccolto nel campo ha dei passi preliminari da compiere: irrigare, concimare, arare, dissodare il terreno, seminare. Nel terreno ci vanno semi o germogli. Quando i semi germogliano, si devono estirpare le erbacce e seguire con cura le pianticelle. L'agricoltore ha saputo far crescere il raccolto, dopo aver seguito tutte queste fasi.
Lo stesso andrebbe fatto anche in rapporto alla coltivazione del vostro cuore. Il cuore è il campo: dovete coltivarlo in modo appropriato. Dovete irrigarlo con l'acqua dell'amore, ararlo con la ricerca spirituale che funge da aratro, piantarvi i semi del Nome del Signore, sorvegliarlo continuamente con attenzione e cura che sono come raggi di sole. E tutto questo va fatto senza sentimenti egoistici, senza ego. Allora soltanto si potranno cogliere i frutti dell'amore.
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Il frutto dell'amore
[14] Cari studenti, da ogni albero della vita umana potete cogliere il frutto dell'amore. Se volete davvero assaggiare questo frutto in tutta la sua dolcezza, dovete prima sbucciarlo.
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Prendete ad esempio un'arancia. La gustate solo dopo che le avete tolto la buccia amara. Poi dovete eliminare anche i semi dagli spicchi e c'è anche una parte fibrosa che va scartata. Alla fine non rimane altro da fare che gustare la dolcezza del succo. Per arrivare al succo si deve prima ammettere che Dio ha donato il frutto della vita. Liberatevi dalla tendenza a far mostra di sé, dalla vanagloria e dal senso di ego; gettate via tutti i pensieri e le azioni cattive, paragonabili ai semi; eliminate la fibra del senso di "mio" ed allora soltanto giungerete al succo dell'amore. Ecco il tipo di coltivazione a cui dovreste dedicarvi.
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Un terreno prezioso
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[15] Ogni essere umano è un coltivatore, ogni cuore è un campo. Non sciupate questo terreno prezioso. A che vi serve possedere un campo se non lo fate fruttare nel modo giusto? Questo è il campo più prezioso che esista; se l'avete trascurato, è diventato sterile. In un terreno così devastato, ogni seme che gettaste sarebbe seminato invano. Per giunta, questo è un terreno molto esteso. Impossibile sapere di quanti acri sia fatto. Ma a che serve un terreno di tanti acri se non siete stati capaci di coltivarlo come avreste dovuto?
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Fedeli nel poco
[16] Qualunque istruzione abbiate ricevuto, qualunque contegno abbiate, chi è malvagio rimane malvagio. Se non avete saputo coltivare il vostro campo nel modo giusto, perché vi si dovrebbe dare un altro terreno di dieci acri da coltivare? Anche un fazzoletto di terra, se è buona, va bene. Anche se riuscite a mietere una piccola quantità di amore, purché sia puro, non egoistico, sacro e divino, è quanto basta. Anche se avete un pochino di gratitudine, pur avendo raccolto tanto in benefici ed in gioia, è quanto basta. Ma se non aveste per nulla gratitudine, se foste privi di quest'amore, quel cuore sarebbe un arido deserto.
Fiducia in se stessi
[17] Che sforzo dovete fare, dunque? Dovete impegnarvi a coltivare questo terreno prezioso. Voi ne avete la forza e le capacità. In ogni discorso degli studenti è emerso questo aspetto: "Swami - han detto - dammi la capacità di gustare questa esperienza; dammi la capacità di gioire degli ordini di Swami". Siccome credono di non avere quella capacità, la invocano. Non si può dare qualcosa che già si possiede. Non siete stati in grado di scorgere ciò che veramente c'è in voi e, quand'anche lo scorgeste, non ne fate buon uso.
La ricerca prima
[18] Perché questo? La ragione è che non avete saputo mantenere la vostra attenzione su ciò. Se foste concentrati in questo, ne sarebbe scaturito uno sforzo per farne buon uso. Eccovi un piccolo esempio: cercate di capire correttamente una cosa o una persona se volete trarne il massimo beneficio. Per prima cosa, dunque, farete una ricerca e poi ne farete esperienza.
Sapere ciò che si chiede
[19] Anticamente, Tanishka era re della città di Delhi. Egli chiamò a corte Nannaya e Ramaraju per i loro insegnamenti: infatti, Ramaraju leggeva la Mahabharata e Nannaya spiegava le Upanishàd. Furono essi a presentare la Mahabharata come il quinto Veda. Per gli Indiani la Mahabharata è una Sacra Scrittura e fin dall'antichità era considerata dolce come il laddu; ma oggi, a causa di un'educazione inadeguata, si preferiscono i laddu ai Veda. Allora, questo re offrì ai due istruttori sontuosi regali e li rivestì di scialli di gran valore. Li condusse a palazzo e, insieme ad essi, c'era anche Ramakrishna, un generale di corte. Tanishka li fece accomodare e pose loro questa domanda: "Bene, signori, non fermatevi a questo Mahabharata. C'è una sola grande opera che è il Corano. Scrivete un'opera che mi descriva come l'eroe della Mahabharata. Dovreste dipingermi come un Dharmaraja, il più vecchio e notabile dei Pandava. Dovreste paragonare tutti i miei ministri a Bhima, Arjuna, Nakula e Sahadeva, e accostare ai Kaurava tutti i miei re nemici. Così, con me come eroe, scrivereste una grande Mahabharata". Nannaya e Ramaraju erano atterriti al solo pensiero di scrivere un'opera simile. "Com'è possibile - si dicevano - paragonare Tanishka a Dharmaraja?". Ma non sapevano cosa rispondere al re.
Frattanto si fece avanti Ramakrishna per rassicurarli: "Non temete. Ci penso io". Si rivolse quindi al re: "Tanishka, sono disposto io a scrivere la Mahabharata, ma ho dei dubbi. Se me li chiarirete, mi metterò a scrivere". Tanishka rispose: "Sono pronto a risolvere tutti i tuoi dubbi e a darti ogni spiegazione". "Voi fate Dharmaraja - disse Ramakrishna - e sono disposto anche a mettere i vostri ministri al posto di Yudhishthira, Bhima, Arjuna, Nakula, Sahadeva e Shrutakirti. Metto anche i vostri nemici al posto dei Kaurava, ma mi resta un grosso dubbio. Ho bisogno di una Draupadi che verrebbe sostituita da vostra moglie e che, come vuole la storia, dovrebbe diventare la moglie di tutti quei Pandava...". A questo punto Tanishka intervenne dicendo: "Ebbene, se queste sono le condizioni, non voglio più quella Mahabharata!".
La stessa cosa capiterà a voi, se non sapete bene a cosa aspirate.
Prima discernere, poi decidere
[20] Ci sono numerose storie con una morale simile a quella impartita da quell'ufficiale Ramakrishna. Durante il regno di Krishnadevaraja, nel Distretto di Shri Gokulam, scoppiò una pestilenza. La morte di molti topi diffuse ancor più questa malattia, che mietè numerose vittime fra gli abitanti. Furono proprio i topi a spargere rapidamente il contagio. Che fece dunque il re? Emise un'ordinanza, per la quale si faceva obbligo ad ogni famiglia di allevare un gatto. "Mi assumerò io tutto l'onere per il mantenimento dei gatti - promise il re - e questi gatti dovranno essere ben pasciuti. Il cibo che fornirò sarà solo per i gatti. Ogni settimana porterete qui il vostro gatto per mostrarmelo. A coloro che avranno allevato bene i gatti e li avranno fatti crescere sani e forti, darò un premio."
Anche Ramakrishna portò un gatto; il re aveva dato un mucchio di soldi, affinché il gatto fosse cresciuto a latte e yogurt. Ma Ramakrishna si rifiutò di seguire quelle indicazioni. Intanto nelle case il numero dei topi aumentò considerevolmente nel giro di una settimana. L'epidemia continuò a diffondersi rapidamente. La gente portava i gatti dal re, secondo il suo ordine, ed erano gatti molto grassi; ma quando Ramakrishna portò il suo, che era stecchito ed affamato, il re gli chiese perché non gli avesse dato da mangiare. Ramakrishna rispose: "Sire, potrei avere un'udienza privata con voi?". Il re condusse in una stanza Ramakrishna, il quale gli disse: "Voi siete un grande re, mio signore, ma prima di dare un ordine, prima di prendere una decisione, dovreste discuterla nei minimi particolari. Non dovreste impartire ordini ciecamente, senza averli prima vagliati accuratamente alla luce della discriminazione. Perché avete assegnato al popolo dei gatti? Perché uccidessero i topi, no? Ma se sovralimentate i gatti, essi non piglieranno i topi. Per questo i topi si sono moltiplicati in tutte le case. Venite a vedere a casa mia. Quando il gatto ha fame, insegue i topi finché li uccide. Ma se il gatto è ben nutrito dalla famiglia, che voglia avrà di rincorrere i topi? Con che coraggio ricoprite la carica di sovrano, se persino i topi hanno discriminazione e buon senso?"
Dalla fatica il risultato
[21] Così, anche oggi, ci si comporta allo stesso modo: si vuole ad ogni costo un'istruzione, una laurea, dei bei voti, senza approfondire le materie, senza sapere la lezione, eludendo la disciplina. Come fate ad ottenere il massimo dei voti, se non siete disposti ad ascoltare. Non c'è uno studente su cento qui che faccia uno sforzo. Volete essere promossi senza aprire i libri. Quella promozione servirebbe solo a mettervi in mostra.
Cultura e buon senso
[22] Se vi limitate a ripetere tutto quanto avete imparato a memoria, siete come dei registratori. Di che utilità potrà essere per il mondo una cultura meccanica? Non servirà n‚ a voi n‚ al mondo. Finite per dimenticare tutto ciò che avete appreso e non esiste alcun collegamento fra lavoro e cultura. Perciò, apritevi ad una conoscenza generale ed imparate il buon senso, che sono alla base della vita di ogni giorno e della vita in se stessa. Il buon senso non si apprende dai libri. Ho voluto instaurare questi discorsi per darvi quella conoscenza generale e quel buon senso, così necessari per la vostra vita. Ai fini professionali, qualunque istruzione può bastarvi, ma sappiate che per la vita di ogni giorno è quel tipo di educazione che vi serve.
Sapienza e saggezza
[23] Cari studenti, pensate un po' e riflettete attentamente: voi andate alla biblioteca o altrove, fate esperimenti nel laboratorio di chimica, dove imparate a riconoscere e ad amalgamare i vari elementi per ottenere reazioni, colori diversi, e così via. Ma, come saprete, ciò è applicabile soltanto al laboratorio. Come fate ad imparare ciò che è giusto o sbagliato nella vita di ogni giorno? Non fate alcun sforzo per questo. Dovete avere la giusta considerazione per tutto ciò che importa veramente nella vita.
I vari tipi di conoscenza
[24] Tra la conoscenza libresca e le necessità quotidiane c'è un'enorme differenza. Vi ho già parlato dei cinque tipi di conoscenza. La conoscenza libresca è un sapere che vale solo per oggi e domani. La conoscenza basata solamente sui libri è superficiale e per questa conoscenza superficiale perderà ogni valore anche la conoscenza generale. Senza conoscenza generale, il discernimento è nullo e, senza discernimento, viene a mancare la conoscenza pratica, di cui il mondo ha bisogno. Voi spiegate che due molecole di idrogeno con una di ossigeno formano l'acqua: lo sapete perché l'avete studiato ed è un principio che rimane entro i confini di un laboratorio. Ma, quando siete seduti a tavola, prendete questi due elementi per mescolarli ed avere acqua? Ci vuole senso pratico. Se volete acqua pura o volete rendere pura dell'acqua, dovrete usare un metodo più razionale, appropriato e nel momento giusto.
Molto più di un piatto di lenticchie
[25] La vita è altamente pregiata. Eccovi un piccolo esempio.
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Siete seduti per la cena e il passato di lenticchie è salatissimo. Vi disgustate per l'eccessiva dose di sale; eppure, quel cibo non durerà più di due ore nel vostro sistema digestivo. Se dunque vi ripugna tanto il dal troppo salato che dura così poco, perché non sviluppare il senso del gusto per una vita che dura da 80 a 100 anni? La vita non dovrebbe valere di più?
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Riflettere prima di criticare
[26] Se non avete disciplina, chissà quanto verrete criticati dal mondo! Non lo capite? Ciò vale anche nella vita di ogni giorno, e dovete rendervene conto. Se, dopo aver fatto le valigie siete andati alla fermata dell'autobus perché pensate che arrivi alle 17, e alle 21 non è ancora arrivato, cosa pensate? Incominciate a criticare l'autista, il ministero dei trasporti, il governo; mormorate contro tutto e contro tutti; dite che non c'è rispetto per la puntualità, che non va bene niente,... Ma se continuate a criticare il mondo, il mondo vi criticherà come uomo. Siete disciplinati voi nella vostra vita? Che autorità avete per biasimare e sputare sentenze sui servizi pubblici, quando neppure voi siete in regola?
Disciplina innanzitutto
[27] La prima cosa, dunque, che serve per far andar bene le cose è la disciplina. Ci si dovrebbe applicare a qualunque tipo di attività lavorativa. Mai essere pigri. Rispettate con sollecitudine ed estremo scrupolo la disciplina, sia nelle vostre camerate, sia a scuola, sia all'università. Siate puntuali sin dal primo mattino, prima di colazione, al canto dell'Omkara e del Suprabhatam. Se non osservate queste norme, sarete degli smidollati.
La ruggine
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[28] Cari studenti, voi sapete che una macchina, se non viene usata continuamente, arrugginisce. E se fa ruggine una macchina che è inerte, che cosa sarà di un essere vivente? La ruggine si forma col depositarsi della polvere. Se si vogliono migliorare le condizioni di quella macchina, bisogna prima spolverarla ed eliminarne la ruggine. E voi, che dovete fare se volete migliorare? Dovete rimuovere la polvere dei cattivi pensieri e della mente che fluttua; e, per essere liberi da tutti questi depositi, non dovete far altro che offrire ogni cosa a Dio. Solo dopo aver eliminato la ruggine sarete migliori. In caso contrario, diventereste i peggiori ragazzi.
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Ognuno può decidere per sé se migliorare o peggiorare. Abbiamo fondato questi istituti, nell'intento di restituire al mondo dei ragazzi ideali.
Un luogo per saggi
[29] Questo non è un Gurukulashram (= luogo di ritiro per una comunità di istruttori, NdR), bensì un Rishikulashram (= luogo di ritiro per una comunità di saggi, NdR). La lettera Ru è caduta per lasciare la parola ishikulam (= comunità di persone piene di vigore, NdR). Ishikulam si è oggi ridotto a kulam (ishì = essere vigorosi; kulam = collettività, NdR). Così la vostra vita sta diventando una terra sabbiosa e desolata. Dobbiamo ripristinare gli antichi tempi del Rishikulam. Rutam significa "verità mentale, verità praticata a livello di mente", a differenza della verità che riguarda il mondo fisico. Oggi, dunque, si è perso il senso della verità a livello mentale e noi dobbiamo ristabilirla. Questo è quanto dobbiamo fare ora.
Le materie scolastiche
[30] Cari studenti, non vi sto dicendo di non applicarvi alle materie scolastiche. Anzi, dovete riuscire anche in quel campo. Anche lì dovete raggiungere il massimo profitto. Dovete essere efficienti sia nell'una che nell'altra cosa.
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Infatti a che serve pulire le lampadine e i ventilatori se manca la corrente? Le vostre materie potrebbero essere paragonate alle lampadine. Funzioneranno solo quando avrete innestato in esse la corrente della conoscenza spirituale. La conoscenza senza azione è una follia e l'azione senza conoscenza è inutile. Dovete mettere entrambi in equilibrio. La conoscenza del mondo vi sarà di aiuto soltanto quando svilupperete sentimenti spirituali in voi.
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Preparàti per il mondo
[31] Quando uscirete da qui per andare nel mondo e vi imbatterete con esso e con la vita, vi accorgerete come sia andata persa tutta la natura umana. Cari studenti, siate dei veri uomini, in modo che entrando nel mondo esterno lo illuminiate e lo purifichiate. Andateci con coraggio e buon senso. Qui vi addestrate e vi allenate, poi, una volta raggiunta la giusta preparazione, potrete agire perfettamente nel mondo. Che cosa potreste fare senza preparazione?
Allenamento
[32] In ogni campo, la pratica è la parola chiave. C'era un sacerdote che era solito celebrare dei culti nel tempio: offriva l'arati.(63) La campanella in una mano e la fiamma di canfora nell'altra, lo sapeva fare con estrema abilità. Ma venne un giorno in cui quel sacerdote esalò l'ultimo respiro. Venne un altro prete, che non era pratico di quel rito, sicché, quando suonava la campanella con una mano, gli si bloccava l'altra con la quale reggeva la fiamma. Anche per una piccola cosa come questa, si richiede molto allenamento e, se ce ne vuole tanto per un semplice arati, a maggior ragione per la vita divina.
Gli istituti SAI
[33] Solo nei nostri istituti e nella nostra organizzazione potete fruire di questo allenamento, non altrove. Perciò, è necessario acquisire i giusti valori. Nessuno vi dirà se vi serve quella dote particolare, e, in realtà, non c'è nessuno che ve lo dica. I genitori non vi sanno consigliare nel modo giusto.
Insegnare valori
[34] Gli stessi insegnanti che ignorano quei valori non vi dicono nulla. Il loro insegnamento si limita alle materie di scuola, ma tutto ciò che riguarda questa disciplina, la devozione e tutto il resto non rientra nelle loro lezioni. Se arrivate a scuola con dieci minuti di ritardo vi diranno: "Sedetevi. Perché siete in ritardo?". E finisce lì, mentre il problema della perdita dell'autobus o del treno meriterebbe maggiore attenzione dagli insegnanti, che dovrebbero servirsene come argomento di lezione. Per questo abbiamo fondato la nostra organizzazione, la cui mira è l'insegnamento dei valori spirituali.
Cari studenti, capite veramente questo concetto e mettetelo in pratica. Santificate la vostra vita. Così, vi benedico e concludo il discorso.
(Prashanti Nilayam, 21 Giugno 1989
Agli studenti raccolti nel Mandir)
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(63) L'arati è una cerimonia con la quale si offrono a Dio, per Sua gloria, vari oggetti, come incensi profumati, fiamme di canfora, acqua pura, fiori, cibi prelibati, ecc. È una delle nove forme di devozione fondate su una manifestazione del creato (archana). Il rito più noto dell'arati è quello compiuto con l'offerta di una fiamma di canfora, che non lascia residui. Simboleggia una completa purificazione nell'offerta totale di sé al Signore, senza alcun attaccamento residuo. Durante questa offerta, i devoti cantano un inno che esalta (Om Jai...) le qualità redentrici dell'avatar: Egli viene definito "Signore del mondo" (Jagadisha), "Colui che distrugge l'afflizione" (Hari), "Colui che dà sicura protezione ed usa misericordia" (Samrakshaka), "Colui che propizia ogni felicità" (Shrikara), "Soddisfazione della divina pianta rampicante, i devoti che si sono avvinghiati a Lui" (Kalpalatika), ecc. (torna al testo)