È più fulgido del Sole,
più bianco della candidissima neve,
più sottile del sottilissimo etere,
immanente in tutti gli esseri viventi:
nulla nel Cosmo è senza Dio.
In ogni atomo ed in tutto,
immutabile c'è il sommo Atma,
quella Coscienza Universale,
che illumina e sostiene i tre mondi,
riempiendo di Sé ogni cosa nel Creato.
Voi siete quel Dio
e Dio è in voi.
Tra voi e Dio non ci sono differenze.
Quale verità più eccelsa di questa
potrei rivelarvi, Miei cari
che siete qui riuniti?
"Io sono nella Luce:
io sono la Luce.
La Luce è in me:
La Luce sono io."
Colui che è consapevole di questo
è Dio in persona e Dio è lui.
* * *
Incarnazioni del Divino Spirito!
Dio in forma umana
[1] Soltanto un essere umano e nessun altro è in grado di comprendere Dio che prende una forma umana. Perciò, la stessa forma umana va rispettata e onorata. Dio scende tra voi per renderSi disponibile a tutti, per riversare amore in tutti e per benedirli con la Sua Grazia.
La natura è energia
[2] Tutta la natura è formata da una massa di energia in combustione. All'interno e all'esterno di questa massa c'è il fuoco. Allo stesso modo il principio dell'Essenza Divina, l'Atman è onnipresente. Dio è riconoscibile sotto forma di questa potente energia in tutti gli oggetti della creazione, dal più piccolo atomo alla stella più imponente, e soltanto all'uomo è dato di riconoscere questo potere; ma il suo tentativo può sfociare in forme primitive che, per effetto dell'illusione, egli considera divine.
Vanità della speculazione su Dio
[3] Oggigiorno è possibile affrontare la natura, il mondo, la società e qualsiasi altra cosa secondo criteri scientifici, la cui logica è apparentemente persuasiva. Si possono anche formulare teorie diverse circa la natura del Divino che assume forma umana. Naturalmente, tutti questi discorsi non sono altro che un prodotto dell'immaginazione e non contengono nulla di vero. Un teologo eloquente o un pandit (44) potrà arrischiare una descrizione del Divino, ma senza conoscerLo o senza essere in grado di conoscerne la natura in tutta la Sua pienezza. Soltanto all'uomo è dato di conoscere il Divino in forma umana. Non c'è nessun altro che possa vederLo o spiegarLo in altre forme. Tutte le speculazioni o le varie presentazioni che riguardano Dio sono frutto di pura fantasia.
Un Dio a misura d'uomo
[4] Un elefante nell'ipotesi che abbia il desiderio di adorare Dio, essendo condizionato dalla sua natura, potrebbe avere un concetto del Divino che non si scosterebbe dall'immagine di una possente forma d'Elefante, n‚ potrebbe averne un'idea differente. Così pure un topo, se concepisse un'idea di Dio, potrebbe immaginarLo solo nelle sembianze di un ciclopico Topo. Allo stesso modo, l'uomo può concepire Dio solo in forma umana, n‚ potrà mai concepirLo in termini trascendenti, finché continuerà ad avere di se stesso una visione esclusivamente umana.
Sperimentare l'Ineffabile
[5] Uno studioso colto e dotato di dialettica può dare di Dio molte descrizioni. Alcuni pensatori Lo descrivono come Imperscrutabile, Ineffabile, Indescrivibile, Trascendente e Senza-attributi. Tutti questi termini altisonanti, però, in sostanza non sono altro che ciance. Si possono attribuire dei significati a queste parole e se ne possono dedurre delle spiegazioni, che però, se non provengono da un'esperienza personale, sono prive di valore e insidiose, in quanto non rappresentano la Realtà.
Le dotte definizioni
[6] Ogniqualvolta si presentasse l'occasione, ponete questa domanda ad un pandit: "Che significa Apramanya?" E la sua risposta sarà: qualcosa che non va soggetto ad alcuna prova logica. Similmente, vi spiegherà che il termine Avangmanasa-gochara si riferisce a Colui che non può essere distinto n‚ dalla mente n‚ dalla parola. Ma, con queste spiegazioni, vi ha forse mostrato la forma di Dio?
Meglio tacere
[7] Secondo Me, il concetto di Dio offerto da un profano è migliore di tutte le descrizioni di questi pandit, perché preferisce rimanere in silenzio, pur potendo usare la stessa terminologia. Ed il risultato di quel silenzio è la pace comune. Infatti, le varie interpretazioni prodotte dai teologi fanno sorgere divisioni e portano confusione nella società, turbando la coscienza della gente. Sarebbe meglio che questi teologi tacessero, piuttosto che provocare inquietudine e gettare nello scompiglio.
Dio è latente
[8] Dall'antichità ai giorni nostri sono stati usati tutti i tipi di parole per descrivere il Divino, ma nessuno è riuscito a far luce sulla reale verità di Dio. Il Divino è presente in tutto ed ogni forma Gli appartiene. Come descrivere o dimostrare una tale onnipresenza divina? C'è qualcuno che possa dichiarare che una cosa è divina e un'altra invece no? Certo, lo potrebbe affermare, ma non sarebbe che un illuso o un debole. La Divinità è presente nell'uomo: anche se non si vede, è latente come la fragranza di un fiore, come il fuoco nella legna e l'olio nel sesamo.
Incongruenze
[9] Inconsapevoli di questa verità interiore, gli uomini si fanno trascinare dalle apparenze esterne, considerandole reali. Fin dai primordi, gli uomini sono stati influenzati da questo modo di pensare e si sono imbevuti di ignoranza. Si ripone del latte nei formicai, per nutrire i cobra che si sospetta vi dimorino, ma, non appena si fanno vedere, vengono ammazzati. Si percuotono le bestie da soma impiegate per la coltivazione, ma poi si va a venerare l'effigie in pietra di un toro (45), che rappresenta il sacro veicolo di Shiva. Ecco il tipo di filosofia praticata dalla gente fin dall'antichità. Gli Indiani hanno conservato questa incongruenza nel far del male agli esseri viventi, mentre adorano oggetti senza vita. Chi non offre nemmeno un boccone all'affamato, va poi a presentare ogni genere di leccornìe come offerta sacra all'immagine di una divinità. C'è chi fa cadere una manciata di monete nell'elemosiniere del Signore Venkatesvara e poi nega due spiccioli ad un mendicante. E tutto questo viene considerato come parte della nostra antica tradizione! Ma in qual modo si farà santo chi nega il cibo all'affamato?
Causa sostanziale
[10] L'essenziale è comprendere la verità fondamentale che Dio è presente sotto la forma di ogni essere umano e seguire il comportamento che ne consegue. Si compie forse il proprio dovere facendo soffrire un'anima e recandosi poi al tempio per gli atti di culto a Dio? In tutti gli esseri umani ci sono anime divine, proprio come l'aria pervade ogni punto dello spazio eterico. Per l'aria il supporto è il cielo: esso ne è come il rifugio. La Causa sostanziale sta alla base della Creazione, senza però essere a sua volta creata. Tra l'aria e la sua dimora, il cielo, esiste un rapporto reciproco di interdipendenza. Ed è lo stesso tipo di relazione che intercorre fra Dio e l'uomo. Soltanto quando l'uomo si riconosce come Essenza Divina e come tale si comporta, la sua vita acquista significato.
5 tipi di Avatara
[11] Dio ha preso nel mondo sembianze umane secondo cinque tipi di forma, che trovano spiegazione nei differenti aspetti del Divino:
1) Nityavatara,
2) Viseshavatara,
3) Aviseshavatara,
4) Lilavatara o Amshavatara e
5) Purnavatara (46).
I primi tre hanno solo da 5 a 9 attributi del Signore, mentre soltanto nel Purnavatara si compendiano tutti i 16 aspetti del Divino. Gli antichi consideravano il Purnavatara come l'unica manifestazione che esprime in pienezza il Divino.
L'avatar-uomo
[12] In definitiva, ogni essere umano deve considerarsi avatara, cioè come colui che possiede attributi divini: è la sua origine divina che gli conferisce questo titolo. Dio non può fornire all'uomo altra visione del Divino all'infuori di quella rappresentata dall'Avatar.
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L'elefante, il topo e l'uomo possono immergersi nell'oceano di Grazia, per colmare la loro coppa. Un elefante, un topo ed un uomo si possono paragonare a recipienti, la cui cavità viene colmata della Grazia del Signore. Potranno esserci differenze nel contenitore, ma il contenuto è sempre identico.
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Ecco perché si dice che in tutti gli esseri umani si trova lo stesso Dio. Ognuno esprime un aspetto dell'Avatar.
Non siamo corpo
[13] Rispettate ed amate ogni essere umano. Dimostrate amore verso tutti. L'amore non è un raccolto che si possa coltivare o una merce da comprare in un negozio. Sia il potente che la persona ordinaria vedranno sbocciare l'amore nel cuore solo nella rinuncia all'amor proprio e nella disponibilità al sacrificio. Fin quando vi identificherete con il vostro corpo, non sarete voi stessi. Così pure, finché vi riterrete separati dallo Spirito, non c'è posto per voi in Me.
Non siamo due
[14] Esiste un solo cuore: in esso non c'è spazio per due persone. Non è un divano a due posti e nemmeno un gioco delle sedie. Il vero principio è il vostro stesso cuore, il quale è unico, non duplice. Abbandonate il sentimento che voi ed Io siamo due entità separate ed amate ciò che è Divino ed Unico. Quando sperimenterete la Divinità, diverrete degli Avatara Purusha (47), sarete cioè il Supremo Sé che ha preso forma umana.
Incarnazioni del Divino Amore,
Ignoranza
[15] non lasciatevi opprimere dalla sensazione che sia normale per l'uomo essere debole e soggetto ad illusione ed ignoranza. Non è facile nascere nella condizione di uomini e ignorare la vostra autentica natura, immaginando che Dio sia in un mondo esterno a voi, sarebbe un segno di ignoranza assoluta. Dunque, non perdete tempo. Santificatelo. Impegnate il corpo per adempiere il vostro dovere ed incamminatevi verso la realizzazione divina, intravvedendo Dio in ognuno. Se volete adorare Dio, lo potete fare solo nella forma umana. Ogni altra forma sarebbe artificiale e frutto di fantasia, un prodotto di illusioni e di karma (48). Finché permane bhrama o l'illusione, non è possibile sperimentare Brahman o Dio.
L'uomo, forma di Dio
[16] Vi sono molti che descrivono Dio in svariati modi. Anche le Scritture ne danno differenti descrizioni. Gli esegeti si accontentano di citare versetti, ma non cercano l'esperienza del Divino. Qual è la Sua forma? Se volete avere la visione del Divino, la forma che vi siete immaginata risulterà essere solo una caricatura. Considerate, invece, come divina la vostra stessa forma. Abbiate stima di voi stessi, quali esseri divini e abbiate rispetto per gli altri. Amate voi stessi e amate gli altri. Questa è la vera devozione.
La bolla d'acqua
[17] L'uomo è vittima di ogni genere di ignoranza, perché da tempo immemorabile gli manca quest'ampia visuale. Non esiste un Dio che discenda sulla terra e si diparta da essa.
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Il corpo umano è come una bollicina d'acqua che nasce, cresce e svanisce nell'acqua stessa. L'uomo si può paragonare a questa bollicina e Dio all'acqua. La parola di Sai è Verità. Come la bolla d'acqua nasce, si sviluppa e si scioglie nell'acqua, così l'uomo nasce, vive e si fonde in Dio.
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Che cosa significa Brahman? Brahman vuol dire libertà da bhrama, ossia dall'illusione. È a causa dell'illusione che non si sperimenta il Divino. La vita è tutta un'illusione di ego e di possesso.
Molte forme, un solo Dio
[18] Come puoi costruire un tempio a Dio
che è presente in tutto il Cosmo?
Cosa puoi offrire a Colui
che risplende come la Luce di mille Soli?
Chi potrà darNe una descrizione
o attribuirGli una forma,
se non sa riconoscere in se stesso
il Creatore e il Dissolutore?
Che nome potete darGli
se Lo trovate in tutte le forme?
Come potrete offrirGli del cibo
se nel Suo stomaco c'è l'Universo intero?
Il mondo Lo adora in Sai Baba,
in Shri Krishna, in Buddha, in Gesù,
in Allah o in Zoroastro.
In tutte queste forme non dimora altro
che l'Unica Essenza Divina.
Il vero culto consiste nel considerare tutte le forme sotto un'unica forma e nell'adorare il Divino nella forma dell'Amore e della Verità. È più sottile di una particella subatomica. Ecco perché è stato affermato che "la Verità è più elementare dell'atomo".
Incarnazioni del Divino Amore,
Rettitudine e coscienza
[19] non ha senso adorare Dio come incarnazione di Verità, se poi si trascura la verità nella vita quotidiana. Dalla Verità nasce la Retta Azione: questa sgorga dal cuore, infonde una soddisfazione interiore ed è un'espressione della consapevolezza del proprio stato. Fidatevi di ciò che vi suggerisce la coscienza divina. Nessuno agisca contro i dettami della propria coscienza. È sbagliato. Agite sempre secondo coscienza: questa è la strada giusta. Il vero culto, dunque, sta nel compiere secondo la propria coscienza ciò che è giusto. Voi pensate una cosa e ne dite un'altra: questo non vi avvicina certo a Dio. Fra pensiero, parola ed azione dev'esserci completa coerenza. Inoltre, sprecate troppo tempo per procurarvi di che vivere.
Un solo Dio, un solo amore.
[20] Vi è un solo Dio. Le vostre forme di culto, i vostri rituali e le vostre fedi sono puramente soggettive e non hanno relazione con l'Universale. Che cosa significa Divinità? Vuol dire l'intero, la totalità, l'Onnicomprensivo. Nella forma dell'Uno c'è Dio, e l'Unico Divino è presente in tutti gli esseri. Ogni essere è pieno di Verità e di Amore. Non c'è nessuno che sia privo d'amore. L'amore può trovare diversi modi di espressione, ma essenzialmente è uno. E quell'amore è Dio. Non opponetevi a quell'Amore.
L'illusione della forma
[21] Quantunque si possa adorare Dio in svariate forme, è indispensabile riconoscere l'unità che le riepiloga. Liberatevi dall'illusione che in qualche luogo fuori di voi si possa trovare Dio. Voi stessi siete Dio: professate questa fede. Consideratevi divini, così non potrete più camminare su strade sbagliate. Dio percorre sempre la strada giusta. Siate fermamente convinti che Dio è presente in ogni essere umano, come viene dichiarato dai Veda e dalle Upanishad.
Erudizione e pratica
[22] Le semplice erudizione non fa di un uomo un sapiente, un pandit, ossia, uno che vede tutto con occhio equanime. Un pandit va giudicato dalle sue azioni e non dai suoi ciondoli esteriori o da ciò che predica o scrive. Se scrivete o leggete dei libri, innanzitutto formatevi la convinzione che Dio è unico, poi intraprendete quell'attività. Invece di raccontare ad altri una gran quantità di cose, sarebbe meglio che ne metteste in pratica almeno una. La pratica è sicuramente più importante del predicare e del fare dichiarazioni. Voi leggete dei libri, predicate agli altri e poi vi comportate in modo diverso da quello che avete letto o predicato. Questo è un grave smacco.
Uomini e Avatar
[23] Consideratevi come figli di Dio. In verità, fra voi e gli Avatar non ci sono differenze se non per il numero delle caratteristiche divine presenti in ciascuno. Tali caratteristiche possono essere consolidate grazie ad una retta condotta ed alla coltivazione di un amore divino.
Amore inamovibile
[24] Non è vero amore quello che cresce e diminuisce a seconda dei momenti. Solo l'amore, che non ha nascita né morte, che è immutabile e risplende sempre più nei cuori, è vero amore. L'amore non viene turbato n‚ da gioia n‚ da dolore, né da elogio né da disprezzo. Un amore siffatto è devozione autentica. Un amore che oscilla fra le varie circostanze, non è affatto genuino. Quando dalle vostre preghiere ricavate grandi vantaggi, riempite le pareti di immagini sacre da adorare, ma se i vostri desideri non vengono assecondati, andate a staccarle...
Lo studente vendicativo
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[25] Uno studente che doveva sostenere degli esami si mise ad offrire fiori e preghiere in adorazione a Sarasvati. Quando giunse il giorno temuto, gli esami andarono male. Tornato a casa, prese l'immagine di Sarasvati e la rinchiuse nel comodino. Poi si mise a pregare davanti all'effigie della Gayatri, l'incarnazione di ogni forma divina. Ma anche quel giorno gli esami fallirono e così egli andò a riporre nel comodino anche quell'immagine. Il terzo giorno aveva l'esame di matematica, materia per lui piuttosto ostica ma, poiché era deciso a superarlo, si mise ad adorare Rama. Disgraziatamente, anche quel giorno non riuscì a rispondere ad una sola domanda. Allora, andò a mettere via anche quel simulacro. Il quarto giorno tirò fuori la foto di Sai Baba, pensando che sono in molti ad amare quella figura. "Se tanti vanno da Lui, Lo adorano e Gli cantano bhajan, - pensava - anch'io farò lo stesso". Davanti alla foto mise una bellissima pianta e vi accese un bastoncino d'incenso di sandalo. Il fumo di quell'incenso, però, si dirigeva verso le foto riposte nel comodino. Il ragazzo si adirò non poco, dal momento che quelle immagini non erano servite ad ottenergli quanto desiderava e non gli sembrava giusto che l'incenso andasse verso di loro. Prese della stoffa, con la quale turò le narici a tutte quelle divinità; poi, richiuse bene il cassetto del comodino. Nella stanza si diffuse un particolare profumo ed apparvero davanti a lui Gayatri, Sarasvati e Shri Rama. Ne fu alquanto sorpreso, e pensò: "Quando le adoravo con amore e devozione, non mi sono mai apparse. Dal momento che mi son messo a punirle, mi sono apparse". Allora le interpellò: "Swami, perché mai non mi sono apparse prima?"
"Fino ad oggi - fu la risposta - tu hai pensato a noi e ci hai adorato come fossimo degli esseri senza vita. Oggi, invece, ci hai ritenuti vivi, tant'è vero che hai occluso le nostre narici con della stoffa, per non farci sentire il profumo dell'incenso. Per questo ti siamo apparsi."
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Divinità della forma umana
[26] Morale di questo episodio è che Dio è presente in ogni essere umano e in ogni oggetto. Dal momento che Lo potete riconoscere in ogni vostro simile, dovreste offrire devozione e rispetto ad ogni forma umana. Soltanto comprendendo questa verità di base, la devozione potrà ritenersi autentica. Adorate la Divinità immanente in ogni essere umano. Rama e Krishna presero una forma umana. Tutte le forme adorate sin dall'antichità sono umane. Considerate ogni forma umana come la vera forma di Dio. Offrendo Namaskar (49), ossia rivolgendo il saluto ad ogni essere umano come ad una divinità vivente, raggiungerete il Signore Krishna, a cui si dà anche il titolo di Keshava.
Keshava
[27] Cosa significa Keshava? La creazione, il sostentamento e la dissoluzione di tutto quanto si trova nell'Universo. Nella parola Keshava ci sono tre lettere: K, Sh, V. "K" si riferisce a Brahma; "Sh" si riferisce a Isha e "V" a Vishnu. Dunque, Keshava è la reale incarnazione di Brahma, Vishnu e Ishvara. Nell'uomo esistono tutti e tre questi divini principi: i suoi pensieri rappresentano il principio di Brahma, che è il principio della Creazione. Isha (Shiva) è rappresentato dal cuore. L'intelletto (Buddhi) rappresenta il principio onnipervadente di Vishnu.
Yantra, mantra, tantra
[28] Così pure, il corpo umano racchiude tre energie essenziali: yantra, mantra e tantra. Yantra è il congegno corporeo e gli arti ne sono come gli elementi che lo compongono. Il respiro si può paragonare ad un mantra che inspiriamo ed espiriamo: SO-HAM - che significa "Quello sono io" - è il suono prodotto dalla respirazione. Il cuore si può paragonare ad una energia motrice, che è il tantra (50).
Valori umani
[29] Abbiate ferma fiducia nella Divinità presente sotto le sembianze umane. Compite le giuste azioni che si addicono ad esseri umani. Qual è il significato dei valori umani? Gli stessi valori divini sono, in verità, dei valori umani. Li dovreste riconoscere. C'è stato un momento in cui hanno fatto la loro comparsa sulla terra, esattamente come il nostro corpo. Purtroppo, vi sono alcune circostanze che frequentemente li sopprimono. L'egoismo ne è il maggiore responsabile. Da questo tipo di dualismo nascono l'attaccamento e l'odio, le simpatie e le antipatie. Per superare l'egoismo, il modo migliore è l'adorazione di Dio.
(Prashanti Nilayam, 23 Novembre 1988
Nel LXIII° Genetliaco del Signore Satya Sai Baba)
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(44) Il pandit o pandita è lo studioso degli shastra, ossia delle Scritture. È un sapiente, un erudito nel campo della Teologia. Noi diremmo un dottore in teologia.(torna al testo)
(45) Il toro viene considerato il veicolo di Shiva, che è uno dei tre aspetti della Trinità indù. Il toro di Shiva si chiama Nandin, "il Felice" e nei templi dell'India meridionale viene rappresentato dall'animale sdraiato, posto di fronte al santuario principale, o appena fuori dell'atrio.(torna al testo)
(46) Cf. Discorsi 88/89, XV, 26. V anche nota 10.(torna al testo)
(47) Purusha è l'"uomo", la "persona", ma ha diversi significati. Nella filosofia Samkhya rappresenta il principio positivo, in correlazione a Prakriti, il polo o principio negativo. Purusha è la causa delle attività di Prakriti. Purusha indica anche il Sé Supremo, il Paramatman, ossia il Principio spirituale che c'è in ogni essere umano.(torna al testo)
(48) Karma letteralmente significa "azione", "attività" e si riferisce al principio di causalità, ossia agli effetti risultanti da un'azione. In particolare sta ad indicare la serie causale che ci farà raccogliere nel corso delle vite successive il risultato di ciò che abbiamo fatto e pensato. Il karma è il frutto dell'azione, il quale determina l'individuazione di un soggetto agente; karma è l'inerzialità della massa mentale del soggetto, ed è ciò che lo spinge ad agire, pensare, identificarsi, esistere in una data condizione. Il karma può considerarsi come "causa ed effetto" dell'azione, tale da coinvolgere e costringere l'essere nel perenne ciclo del divenire (samsara), della trasmigrazione da una condizione di coscienza-esistenza all'altra. (Raphael, Ashram Vidya). (torna al testo)
(49) V. nota 36. (torna al testo)
(50) V. nota 40. (torna al testo)