DISCORSO DIVINO

Discorso Divino di Mahashivarathri Febbraio 1969

1 febbraio 1969

Negli Shastra vengono raccontate molte storie, per spiegare l'origine ed il significato di Mahashivarathri. Bharat, il nome di questo Paese usato fin dai tempi antichi, significa 'la terra di coloro che hanno rathi (Amore) per Bha (Luce o Bhagavan). Quindi, per la gente di questo Paese tutti i giorni sono sacri ed ogni momento è prezioso. Il Gange è tutto sacro, dalla sorgente al mare, ma sulle sue rive ci sono alcuni luoghi, associati a qualche Saggio, a qualche Tempio, alla confluenza di un tributario o ad un episodio storico, che vengono maggiormente venerati da generazioni. Questi posti sono Hardwar, Varanasi, Prayag, Rishikesh. Allo stesso modo, fra tutti i giorni dell'anno alcuni vengono considerati più sacri, quelli in cui gli aspiranti spirituali fanno uno sforzo maggiore per prendere contatto con la Sorgente ed il Mare, la Realtà al di là di tutto questo spettacolo transitorio. Alcuni momenti, come quello in cui il Lingam (la rappresentazione di Shiva sotto forma di una pietra a forma di uovo) emerge dall'Avatar, sono considerati paricolarmente significativi per gli individui che vi assistono e per il mondo, che ne viene benedetto. Alcuni attribuiscono la santità del giorno al fatto che è il compleanno di Shiva, come se Shiva avesse nascita e morte come un comune mortale. La storia secondo la quale Shivarathri sarebbe la commemorazione della salvezza ottenuta da un cacciatore che stava seduto su un albero di bilva, in attesa di animali da uccidere e che senza averne l'intenzione lasciò cadere alcune delle foglie di quest'albero su un Lingam che era là sotto, non chiarisce il motivo per cui questo giorno dev'essere sacro in modo particolare. Un'altra storia è che questo è il giorno in cui Shiva eseguì con tutti gli Dei ed i Saggi la Danza Cosmica (Thandava) nell'estasi innata propria della Sua natura, condividendo la Consumazione Cosmica ed essendone testimone. Quando Egli mangiò il veleno Halahala emerso dalla zangolatura [il processo di fare il burro con la zangola; N.d.T.] e che minacciava di distruggere l'Universo a causa del calore dei fumi che non era sopportabile neppure per Lui, il Gange fluì ininterrottamente sui Suoi riccioli arruffati, ma Gli dette solo un parziale sollievo. La Luna Gli venne posta sulla testa e questo fu di grande aiuto. Poi Shiva eseguì la danza Thandava, con tutti gli Dei ed i Saggi. Si dice che tutto questo sia avvenuto in uno stesso giorno e Shivarathri venga festeggiato per commemorare questa occasione. Lo scopo di tutte le Sadhana è l'eliminazione della mente. Non abbiamo solo il Mahashivarathri una volta all'anno, ma uno Shivarathri ogni mese, dedicato all'adorazione di Shiva. Perché la Notte (rathri) è così importante? La notte è dominata dalla Luna. La Luna ha 16 kala (frazioni di Gloria Divina) e ad ogni giorno, o meglio ad ogni notte che passa durante le due settimane oscure, una di queste frazioni sparisce, fino a quando tutta la Luna si annulla, nella notte di Luna Nuova. Da allora in poi una frazione si aggiunge ogni notte fino a quando la Luna è un cerchio intero nella Notte di Luna Piena. La Luna (Chandra) è la Divinità che presiede alla mente. La mente cresce e decresce, come la Luna.

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La Luna nacque dalla mente dell' Essere Supremo (Purusha)


[Chandrama-manaso jathah]


Si deve ricordare che lo scopo principale di tutte le Sadhana (pratiche spirituali) è quello di eliminare la mente, di diventare Senza-Mente (A-manaska). Solo allora il velo dell'illusione (Maya) verrà fatto a pezzi e la Realtà rivelata. Durante le due settimane buie del mese la Sadhana dev'essere eseguita al fine di eliminare ogni giorno una frazione della mente perché anche una frazione della Luna viene eliminata dalla consapevolezza. Nella notte di Chathurdhasi, il 14o giorno, la notte di Shiva, ne rimane solo una frazione. Se quella notte si fa uno sforzo speciale, per mezzo di una Sadhana più intensa e vigile [adorazione rituale (puja), ripetizione focalizzata dei Nomi Sacri (japa) e meditazione] , il successo è assicurato. In quella notte si deve meditare solo su Shiva, senza che la mente pensi al sonno o al cibo. Questo dev'essere fatto ogni mese ed una volta l'anno, a Maha-Shivarathri, si raccomanda uno slancio speciale di attività spirituale, affinché il cadavere (shavam) possa diventare Shivam (Dio), tramite la perpetua consapevolezza del suo Abitante Divino. Il Lingam è il simbolo della Forma di Dio. Questo è un giorno dedicato a Shiva, che è in ognuno di voi. Dalle catene dell'Himalaya a Capo Kanyakumarioggi tutto il Paese risuona dell'autentica dichiarazione "Shivoham" e dell'adorazione "Om Namah Shivaya". Come effetto del fatto che qui le persone pregano a migliaia, e altrove a milioni, il Lingam emana da Me affinché possiate trarne la Beatitudine che pervade il mondo a causa dell' emergere del Lingam (Lingodhbhava) stesso. La manifestazione del Lingam è una parte della Mia Natura. Questi Pandit (studiosi della spiritualità) parlano di un evento epocale in cui Shiva sfidò Brahma e Vishnu a misurare l'altezza e la profondità della forma del Lingam da Lui assunta. Essi fallirono e dovettero accettare la sconfitta ma il Lingam emerse, come risultato della preghiera e della Grazia. Dovete riconoscere in questo evento un bagliore della Divinità, un segno di Grazia infinita. Proprio come la OM è il suono simbolo di Dio, il Lingam è la Forma simbolo o segno visibile di Dio, il più significativo, il più semplice e quello che ha meno appendici ed attributi. Lingam significa 'Ciò in cui il mondo del divenire (jagath) ottiene la fusione (laya) o dissoluzione (liyathe)'. Alla fine tutte le Forme si uniscono al Senza Forma. Shiva è il Principio della Distruzione di tutti i Nomi e le Forme, di tutte le entità e di tutti gli individui. Perciò il Lingam è il segno più semplice di emersione e di fusione. Vivete nella costante Presenza di Shiva. Ogni forma concepita nelle Scritture e negli Shastra ha un profondo significato. Shiva non cavalca un animale che in lingua umana viene definito 'toro'. Il toro è il simbolo della stabilità che sta in piedi su quattro zampe: Sathya, Dharma, Shanthi e Prema (Verità, Virtù, Pace ed Amore). Shiva viene descritto con tre occhi, occhi che vedono il passato, il presente ed il futuro. La pelle d'elefante che forma il Suo mantello è un simbolo dei primitivi tratti bestiali che la Sua Grazia distrugge. Infatti Egli li fa a pezzi, li scuoia ed essi diventano totalmente inoffensivi. I Suoi quattro volti simboleggiano l'equanimità (Shantha), il terrore (Roudhram), la Grazia (Mangalam), e l'Energia elevatrice (Uthsaaham). Mentre adorate il Lingam, in questo giorno Lingodhbhava, dovete meditare su queste verità che il Lingam rappresenta. Non dovreste trascorrere solo questa notte nel pensiero di Shiva; dovete vivere tutta la vostra vita alla costante Presenza del Signore. La sforzo è la cosa più importante nonché consumazione inevitabile per tutti i mortali. Persino coloro che rinnegano Dio dovranno percorrere la strada del pellegrino, sciogliendo i propri cuori nelle lacrime del travaglio.

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Se fate il minimo sforzo di muovervi sul sentiero della vostra stessa liberazione il Signore vi aiuterà cento volte.



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Se fate il minimo sforzo di muovervi sul sentiero della vostra stessa liberazione il Signore vi aiuterà cento volte. Questa è la speranza che Mahashivarathri convoglia su di voi. L'uomo [in inglese: man; N.d.T.] si chiama così perché ha il compito di fare man-ana, che è la meditazione interiore sul significato di ciò che si è udito. Ma voi non siete ancora emersi dallo stato dell'ascolto (Shraoanam)! Tutta la gioia che desiderate così ardentemente è in voi ma, come l'uomo che tiene grandi ricchezze in un cofano di ferro di cui non sa dove siano le chiavi, voi soffrite. Ascoltate appropriatamente le istruzioni, rimuginate su di esse nel silenzio della meditazione, mettete in pratica ciò che dopo vi risulterà chiaro; poi potrete mettere al sicuro la chiave, aprire la cassa ed essere ricchi di Gioia. Visualizzate Shiva come la Forza Interiore di tutti. Avete smesso di fare persino la piccola Sadhana imposta da Shivarathri. Ai vecchi tempi la gente in questo giorno non si metteva neppure una goccia d'acqua sulla lingua. Oggi quel rigore se n'è andato. La gente restava sveglia durante la notte, tutta la notte, senza un accenno di sonno, ripetendo Om Namah Shivaaya senza interruzione. Oggi il Nome Shiva non è sulla lingua di nessuno. Ma chi rinnega Dio sta solo rinnegando Se Stesso e la propria Gloria. Tutti hanno l'Amore in Se Stessi, in una forma o in un'altra, amore verso qualcuno o verso il proprio lavoro o per una meta. Quell'Amore è Dio, una scintilla del Dio in essi. Tutti hanno la Beatitudine, per quanto poca o temporanea, e quella è un'altra scintilla della Divinità. Essi hanno pace interiore, distacco, discriminazione, solidarietà, spirito di servizio: tutto questo è il Divino nello specchio delle loro menti. Prendete la decisione, in questo sacro Shivarathri, alla Presenza del Signore Shiva Sai, di visualizzare Shiva come l'Energia Interiore di tutti. Persino in questo istante con ogni respiro state affermando 'Soham' (Io sono Lui), e non [lo fate] solo voi, ma ogni essere che respira, ogni essere che vive, ogni cosa che esiste. È un fatto che fino ad oggi avete ignorato. Credeteci da ora in poi. Quando osservate il vostro respiro e meditate sulla magnifica Verità, lentamente l' IO ed il LUI (Sah ed Aham) si avvicineranno sempre più, fino a quando il sentimento di separazione scomparirà, ed il Soham si traformerà in OM, il Pranava, il Suono Primordiale, la Formula Fondamentale della Divinità. Quella OM è lo Svasvarupa, la Realtà dietro questa realtà relativa.

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La rabbia trasforma l'uomo in un bruto ubriaco. Gli altri impulsi sono egualmente viziosi. Cercate solo le azioni salutari, mangiate solo cibo sattvico, cibo che non disturbi l'equanimità che vi guadagnate mediante la Sadhana. Non rompete il tenore della vostra pratica spirituale. Ricordate come Ramadas non abbandonò mai la sua Nama-Sadhana (ripetizione del Nome Divino) nonostante gli insulti e la prigione.


Sathya Sai Baba

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[Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba pronunciato nella Sai Kulwant Hall a Prasanthi Nilayam, in occasione della celebrazione di Mahashivaratri, Febbraio 1969]



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© Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam

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