Nel Garuda purana, Sri Hari istruisce Garuda sul declino quotidiano della vita umana e sugli attacchi che la morte porta all'uomo con le armi delle malattie, degli incidenti e delle calamità naturali. Voi avete ottenuto questo corpo umano per i meriti accumulati in molte vite come esseri inferiori ed è veramente molto sciocco gettar via questa opportunità preziosa in attività che sono connaturate solamente ad essi. La vita si muove talmente in fretta che le persone si chiedono spesso come siano diventate vecchie così presto; sembra che soltanto ieri fossero a scuola o a giocare per strada ma hanno dei nipoti che giocano con loro! Mentre la vita porta le persone verso la morte così velocemente, l'orgoglio le porta ad obbligare altri ad inchinarsi davanti a loro e l'umiltà non le induce ad inchinarsi davanti all'Onnipotente! Fin dalla luna nuova, la nazione intera sta celebrando la festa del compleanno di Rama (Ramajananam) ed oggi è l'effettivo Rama Navami, il giorno in cui Rama nacque.
Rama è il Dharma, il Dharma è Rama
I quattro scopi dell'uomo, come li elencano i Veda, sono il Dharma, l'Artha, il Kama e Moksha. Il Dharma è proprio la base e, se esso viene abbandonato o ignorato, il dolore continuerà. Rama considerava il Dharma importante sopra tutto; quando Suo fratello Bharata, vinto dal dolore della morte del padre, dell'avidità di Sua madre e dell'esilio del fratello, Lo cercò nella foresta e si gettò ai Suoi piedi in preda alla disperazione, Rama lo sollevò dolcemente e gli chiese.........Che cosa pensate che gli abbia chiesto? Egli gli chiese: "Stai mantenendo il Dharma nel regno di Ayodya rispettando i sudditi, i poveri, gli anziani, gli studiosi, i santi e i saggi?" L'uomo, anche quando è colpito dalla peggiore calamità, non deve deviare dal cammino della moralità e della giustizia. Rama stava svegliando Bharata dal sonno dell'ignoranza; il poveretto era sopraffatto dalla sua stessa disperazione come se suo padre, la madre, i fratelli, il regno, il potere e la posizione contassero, come se fossero reali, eterni. Rama gli ricordò che non sono altro che strumenti da utilizzare per l'esercizio del Dharma.
Nelle materie spirituali, la fede è l'essenza fondamentale
Come l'elefante selvaggio, che si muove nella foresta a capo della mandria, viene catturato e addestrato a sedersi su uno sgabello a tre zampe nel cerchio del circo, la mente dell'uomo deve essere educata con un processo sistematico di disciplina, controllo del pensiero e dei sensi, limitazione del godimento delle cose del mondo, resistenza, fede incrollabile e concentrazione profonda (Shama, Dama, Uparati, Titiksha, Sraddha e Samadhana), in modo che possa servire all'interesse più elevato dell'uomo. Per andare davanti al magistrato e patrocinare una causa, bisogna aver passato l'esame di laurea di giurisprudenza; per essere capaci di prescrivere un rimedio a un malato, dovete aver ottenuto la laurea in medicina ed essere iscritti all'albo dei medici. Dovunque, per qualunque professione, vi viene chiesta una qualifica; quanto più grande è la necessità di una qualifica adatta in campo spirituale per ottenere la Grazia di Dio? Voi puntate in alto ma non fate alcuno sforzo per arrivarci. Nelle materie spirituali, la fede è l'essenza fondamentale. Il dubbio scuote le fondamenta della Sadhana e per questo va evitato; abbiate fede nella saggezza degli anziani, non lanciate il vostro piccolo cervello contro l'intuizione dei santi e delle loro scoperte. Prendete, ad esempio, l'abitudine di offrire del cibo al fuoco nella ricorrenza della morte dei genitori, ciò che è chiamato Pinda Pradan. Oggi, si ride di scherno quando qualcuno parla di riti simili: "Come può arrivare là del cibo messo qui? Il morto è nato da qualche parte molto tempo addietro e non si conosce neppure il suo indirizzo. Può un pasto servito un giorno dell'anno soddisfare la fame accumulata in trecentosessantacinque giorni?" domandano. "Mettete del cibo sul pavimento davanti a vostro padre seduto sulla terrazza di casa: può egli raccoglierlo o il cibo stesso sollevarsi fino a lui per quanti mantra ripetiate?" dicono ridendo. "Perché dare del cibo ai morti mentre i vivi soffrono?" essi argomentano.
Scienza dello Spirito
Voi ponete una lettera nella cassetta della posta ed essa va diretta a destinazione dovunque e per quanto distante sia; significa forse che il direttore delle poste è vostro amico o che comprende il vostro desiderio di corrispondere con il destinatario? Se l'indirizzo è corretto e chiaro e il francobollo adatto c'è, la lettera viene trasportata a mano, con la macchina o l'autobus, col treno o l'aeroplano proprio fino alla soglia di casa di colui il cui nome è su di essa. Il fuoco rituale è la cassetta delle lettere, la fiamma è il personale delle poste e i mantra sono l'affrancatura; c'è una scienza dello spirito, come ce n'è una della materia, che ha le sue categorie, il suo modus operandi, i suoi esperti e dirigenti. I segreti della materia o della mente si possono apprendere, afferrare ed usare a proprio vantaggio soltanto con la disciplina spirituale; Shankara dice: "Se si vuol tirar fuori il tesoro (Nikshepa) nascosto nelle viscere della terra, chiamarlo per nome non serve; bisogna chiedere il parere degli esperti per sapere dove si trovi esattamente, si deve scavare in quel punto, togliere i sassi, le rocce e la terra, prenderlo e sollevarlo fino al livello del suolo". Anche la realtà del Sé deve essere dapprima appresa attraverso l'insegnamento di un conoscitore di Brahman, poi bisogna mettere in atto il processo dell'ascolto, della riflessione e della contemplazione (Sravana, Manana, Nididhyasana) e infine, quando in un lampo la Verità si rivela, il Sé deve essere del tutto ancorato alla Beatitudine di quel momento.
Lasciate prevalere la Sua Volontà
Il Brahma Sutra comincia con l'affermazione "Dopo questo, il desiderio di comprendere Brahman (Athato Brahmajijnasa)". Dopo cosa? Quali sono i passi preliminari? Che cosa dà a una persona il diritto di partecipare alla discussione e studio su Brahman? Abbiamo due altri testi che devono essere studiati prima, uno che dice "Dopo questo, il desiderio di comprendere il Karma, l'azione (Athato Karmajijnasa)" e l'altro che comincia con "Dopo questo, il desiderio di conoscere il Dharma o rettitudine (Athato Dharmajijnasa)". Così l'uomo acquisisce il diritto alla conoscenza del principio universale, che è la sostanza effettiva di ogni cosa dall'eternità, soltanto dopo che la mente è stata purificata dal Karma e dal Dharma. E' soltanto dopo aver messo un pezzetto di cibo sulla lingua che scoprite se è stato salato o meno; pappu (legume) ha bisogno di uppu (sale), cioè i legumi bolliti vanno salati affinché abbiano sapore. In modo simile, solamente quando siete andati nel mondo e avete preso parte alle sue attività secondo il codice morale, scoprite che senza il sale della saggezza esso non ha un buon sapore. Prendetelo con un pizzico di sale di Jnana, la conoscenza del fatto che voi non siete il corpo ma il residente del corpo, che non siete altro che il testimone del panorama della Natura in mutamento perenne e siete sempre placidi e contenti. Lentamente, passo dopo passo, stabilitevi nel pensiero dell'unità del mondo in Brahman dopodiché, anche senza pregare e implorare, ogni cosa utile vi sarà elargita. E' per questo che Thyagaraja canta "Adhikamulevvaru Anubhavinchiri? (Chi ha sperimentato più di questo?)". Affidate tutto a Lui, lasciate prevalere la Sua Volontà, non chiedete questa o quella cosa; Egli sa ciò che per voi è migliore. Sabari pregò per qualcosa? Jatayu implorò la Sua presenza? Guha chiese a Rama di andare da lui?
Seguite il codice di condotta della vostra professione
Ognuno di voi deve seguire il codice morale prescritto per la professione in cui è impegnato e per l'età e la condizione che ha raggiunto. Una volta, il re di un regno grande chiese ad un asceta se fosse possibile per un uomo vivere secondo il più alto livello del codice morale ed egli gli rispose affermativamente. Più tardi il re morì e, in ossequio alla tradizione, fu inviato l'elefante reale in giro con una ghirlanda per scegliere il successore. Il pachiderma la pose al collo dell'asceta che però resistette all'insistenza della gente e fuggì nella foresta, ne raggiunse il punto più interno e si rallegrò di aver scampato la disgrazia che gli era capitata! In questo modo, egli dette prova di essere un rinunciante vero. Questi codici morali vengono dati nelle Scritture. La Prasanthi Vidvan Mahasabha (assemblea degli studiosi) è stata istituita perché, in parole semplici, indichi alle persone i loro doveri principali; non si tratta di un gruppo ristretto di studiosi con un ambito limitato, ognuno ha il diritto di rivolgersi a loro e conoscerne le conclusioni per quanto lo concerne. Dietro l'istituzione della Mahasabha non c'è altro motivo, è per tutti voi dovunque siate; è stato in connessione con le sue attività che Io sono andato recentemente in vari luoghi dei distretti del Godavari Est e Ovest e in altre zone. E' stata una marcia trionfale risonante della devozione, della fede e Beatitudine di decine di migliaia di persone che aspettavano; l'entusiasmo della gente nell'ascoltare il messaggio del Sanathana Dharma che portavo è stato una grandissima ispirazione per coloro che venivano con Me. Le scene ricordavano il Krita, il Treta e il Dvapar Yuga, non il Kali Yuga, le pagine del Bhagavata diventavano vive davanti a noi; uno spazio di dodici acri si è rivelato troppo piccolo per la gente che si era riunita e in un altro posto ogni albero si vide scalato da molti uomini avventurosi, anche il fragile "drumstick tree!" Questi sono tutti segni del fatto che il ristabilimento del Dharma è vicino.
Accogliete le difficoltà per raggiungere il Signore
Tocca soltanto a voi avere la ferma determinazione di approfittare in pieno di questa occasione. Voi siete vicini e coloro che sono lontani lo sono solamente in relazione allo spazio non al Mio Amore. Per raggiungere Dio, dovete accogliere di buon grado le difficoltà, le prove e le sofferenze, dovete rimanere con il Nome e la Forma sempre e con fede, bisogna che scartiate tutte le fonti inferiori di gioia. Quando un figlio nasce, nascono anche le preoccupazioni; ci si preoccupa che cresca sano e puro, sapiente e buono, famoso ma umile, che porti un buon nome ai genitori e ai più anziani. In effetti, Io vi consiglierei di rimandare la celebrazione della nascita di un figlio al giorno in cui egli procuri un buon nome (satkirti) alla stirpe e al paese; anche la celebrazione della ricchezza ottenuta avvenga quando sia stata spesa con giustizia e amore per scopi benefici e meritevoli. Un albero viene giustificato dai fiori profumati che producono frutti dolci; se invece le foglie diventano secche, i fiori appassiscono e i frutti rifiutano di crescere, un agronomo esaminerà le radici e scoprirà che vengono mangiate dai parassiti o dalle formiche bianche. Anche le radici del senso di umanità devono essere state distrutte o danneggiate se le virtù di un uomo non fioriscono e non producono frutti dolci; l'invidia, l'avidità e la malizia sono parassiti che le distruggono velocemente. Moderando e regolando l'assunzione di cibi e bevande, si può gettare il fondamento della vita spirituale; bisogna preferire il cibo satvico a quello ragiasico. Bevendo cose che ubriacano si perde il controllo delle emozioni e delle passioni, di impulsi ed istinti, della parola e del movimento e si scende perfino al livello delle bestie. Mangiando carne, si generano tendenze violente e malattie animali; quando si indulge in cibi ragiasici, la mente diventa più intrattabile e, se si consuma con piacere il cibo tamasico, non può mai essere rimodellata. Per stabilirsi nel Principio di Rama (Rama Tattva) bisogna stare attenti a quel che si assume con il corpo e la mente. Il Rama Tattva è essenzialmente Ananda Tattva. Rama significa "Colui che piace, Colui che colma di Beatitudine, Colui che è la fonte della Beatitudine in ogni cuore" per cui, ripetendo il Nome di Rama, entrate in contatto con la Sorgente effettiva della Beatitudine, con Dio come Sé. Proprio come voi siete venuti per strade diverse da vari villaggi e città, tutte le persone devono raggiungere quella Sorgente perché soltanto là possono attingere la Beatitudine senza cui non c'è pace.
Prashanti Nilayam, 19 Aprile 1965
Navami
(Dal Sanathana Sarathi, Aprile 2010)