Il Mukkoti Ekadhashi, che ricorre oggi, è conosciuto anche come Vaikuntha Ekadhashi (giorno consacrato al Signore Vishnu). I due oratori che si sono rivolti a voi hanno raccontato la leggenda tradizionale del Samudramanthana (zangolatura dell'oceano) con tutti i dettagli che si trovano nel Bhagavata, quello del Kshirasagara (oceano di latte), del Kurma avatara (incarnazione di Vishnu come tartaruga), del monte Mandara, del Vasuki (serpente velenoso), degli asura e sura (demoni ed esseri celesti) e degli individui e delle cose che apparvero dall'oceano culminando con l'amrita (il nettare che da l'immortalità)! Quella leggenda ha un valore grande perché anche voi dovete zangolare l'oceano del vostro cuore ed ottenerne il nettare; essa è soltanto un richiamo alla memoria, un suggerimento, una chiamata. Il cuore colmo di satvaguna (qualità della purezza e dell'equilibrio) è l'oceano di latte, la contemplazione costante del Divino, sia come vostra realtà che come ideale da raggiungere), è la montagna Mandara immersa in esso come una zangola. Vasuki, il serpente che era attorcigliato alla zangola come una fune, è il gruppo dei sensi che emettono vapori velenosi durante la zangolatura che quasi spaventò gli Asura che ne tenevano la testa. La corda è retta dagli impulsi buoni e cattivi che si impegnano nella zangolatura desiderosi dei risultati che ognuno ha a cuore.
La lezione della leggenda
La Grazia di Dio è l'incarnazione come Tartaruga perché il Signore Stesso viene in aiuto quando sa che voi siete sinceramente in cerca del segreto dell'Immortalità; Egli viene silenzioso e inosservato, come fece la tartaruga, favorendo il processo impareggiabile della riflessione e servendo da base sicura di tutta la pratica spirituale. Molte cose emergono dalla mente che viene zangolata ma il saggio aspetta con pazienza l'apparire di ciò che garantisce l'Immortalità e l'afferra con avidità. Questa è la lezione della leggenda, è un riassunto di Atmavidya (scienza del Sé). La canzone che il dottore ha cantato all'inizio dell'incontro, Bhajagopalam (afferrati a Krishna, il mandriano Divino), trasmette lo stesso messaggio in forma forse più semplice e facile. Il ricordare il Nome del Signore è il modo per attraversare l'oceano della vita terrena in questa era; ricordare il Signore per mezzo del Suo Nome è sufficiente per salvare l'uomo. Dio è della stessa natura della Beatitudine (Anandamaya); anch'Egli è Beatitudine (Ananda) che deve essere provata per mezzo del Nome, è Esistenza-Consapevolezza-Beatitudine Assoluta (Sat-Cit-Ananda). Voi potete dubitare che parole così piccole come Rama o Sai o Krishna possano portarvi al di là dell'oceano infinito della vita terrena. Le persone attraversano i grandi oceani su zattere minute, sono capaci di camminare attraverso foreste oscure con in mano una piccola lampada. Il Nome e persino la OM, che è più piccola, hanno delle potenzialità enormi; non c'è bisogno che la zattera sia grande come l'oceano. La recitazione del Nome è come la trivella per trovare l'acqua sotterranea, è come il cesello che libera l'immagine di Dio imprigionata nel marmo; rompete l'involucro e il Signore apparirà, spezzate la colonna, come Prahlada (devoto del Signore Vishnu)chiese a suo padre di fare, e il Signore Onnipresente si manifesterà. Zangolate e farete comparire il burro latente nel latte; questa è l'esperienza di ogni madre che ogni figlia impara. Nel campo spirituale, si apprende questa pratica spirituale dagli yogi che hanno offerto quel burro fresco (navanitam) a Krishna.
Curare l'infezione del Samsara
Molti deridono questi yogi (uomini concentrati su Dio) e si fanno beffe di loro, dicono che sono degli egoisti, asociali, egocentrici fannulloni che si sottraggono ai loro doveri e cercano asilo nella solitudine e nel silenzio; stare vicino non assicura però l'essere utili né star lontano implica l'odio, la paura della compagnia o l'inutilità. I virus entrano proprio nella corrente sanguigna, e certamente niente può esservi più vicino, eppure sono nemici mortali; membri della stessa famiglia sono invidiosi e sospettosi l'uno dell'altro, quelli nati come fratelli o sorelle si azzuffano nei tribunali e riempiono le tasche agli avvocati. Anche i gemelli di rado si amano l'un l'altro. Non è l'esser vicini che conta. Questi yogi si sono ritirati in angoli appartati ed hanno cercato degli insegnanti del sentiero interiore come i giovani tecnici fanno oggi andando in Giappone o in America o in Russia per acquisire abilità che aiuteranno a costruire un'India migliore; essi non abbandonano amici e parenti e tutte le possibilità di far fortuna perché hanno paura di affrontare la realtà dura della vita, non sfuggono la perdita o la sconfitta, vanno a cercare il segreto della gioia eterna, lo conquistano e, tramite le loro vite, ispirano altri a raggiungere quel segreto prezioso seguendo il cammino che hanno trovato utile. Nessuno definisce egoista chi è andato all'estero, come un ingegnere o un medico, per acquisire maggior conoscenza specifica; perché dunque dovrebbe essere tacciato di egocentrismo colui che si sottopone a privazioni maggiori per equipaggiarsi meglio come ingegnere della mente utilizzando i suoi indubbi poteri e non per legarsi ma per ottenere la liberazione? Questo indicherebbe soltanto ignoranza dei valori veri. Ci sono ospedali di isolamento in cui i pazienti, che soffrono di malattie infettive croniche, vengono accuditi e curati; gli eremitaggi nelle foreste sono ospedali simili in cui le persone che vogliono essere curate dall'infezione della vita mondana possono sottomettersi alla terapia e uscirne liberi al fine di servire altri pazienti.
Un Saggio (Jnani) vede lo stesso Sé in tutti
Oggi ricorre il giorno il cui, durante la zangolatura dell'oceano (Sagaramathana) il nettare (Amrita) emerse e fu distribuito agli Dei che erano caduti nella disgrazia di aver perduto l'immortalità! Anche l'uomo è figlio dell'immortalità ed è per questo che non può costringersi a credere che morirà; egli vede morire il vicino ma crede di evitare quella sorte in qualche modo. L'uomo sulla via della realizzazione (jnani) è sempre pronto a mettere da parte questo ostacolo ed evadere dalla prigione del nome e della forma. L'imperatore Janaka era una persona ralizzata; egli non perse mai la consapevolezza dell'Unicità. Una volta, Sulabha, la famosa donna esperta in dialettica, andò a corte e, durante la conversazione, disse a Janaka che avrebbe dovuto trattare anche lei come sua regina in quanto "come jnani, non dovresti fare differenze tra le persone", dato che il realizzato vede lo stesso Sé in tutti, ma Janaka rispose: "Dal punto di vista del Saggio, dovresti riconoscere l'Unità; non ha scopo parlare di uomini e donne come diversi". Così egli le insegnò la conoscenza vera, la saggezza più elevata. Bere semplicemente il Nettare che Io creo non vi darà l'immortalità: tutto ciò che nasce deve morire, tutto quello che si costruisce si disintegrerà ma voi potete sfuggire alla morte non nascendo di nuovo. Quando sapete di essere l'Atman infinito non siete più soggetti alle limitazioni della nascita; questo è il segreto. Come conoscerlo? Esso è il risultato di un lungo processo di affinamento dell'intelletto e di purificazione delle emozioni e degli impulsi. Voi potete eseguire il japa (ripetizione del Nome) più rigoroso o praticare la più terribile delle austerità ma, se non siete virtuosi, tutto questo è spreco assoluto.
Voi siete l'Atman infinito
Si possono avere le verdure migliori ed essere il cuoco più capace ma, se il recipiente di rame in cui cucinate non è stagnato, la pietanza che preparate sarà molto velenosa! Quindi "stagnate" il vostro cuore con la verità, la rettitudine, la pace e l'amore ed esso diverrà un recipiente adatto alla ripetizione del Nome o dei simboli, alla meditazione, ai voti religiosi, al pellegrinaggio, all'adorazione rituale e agli altri piatti che vi preparate. Si tratta di un impegno in salita: la trasformazione delle proprie tendenze e del carattere. Un uomo può studiare tutti i testi, tutte le pratiche spirituali e tutte le scritture, e può persino fare conferenze su di essi, ma cadrà in errore quando la tentazione lo assalirà. Come la terra bruciata, il cuore può sembrare libero dai cespugli della malvagità ma i semi e le radici sotterranee cambiano il deserto in un tappeto di verde appena cade la prima pioggia. C'era una volta un mendicante che rifiutava di rivelare la sua casta o il credo, l'origine o la destinazione ma una padrona di casa scorbutica lo scoprì facilmente: lo servì in abbondanza e, quando fu addormentato profondamente, gli ustionò la pianta di un piede con un ferro rovente e quegli urlò "Allah!". Il nucleo effettivo non può mai essere cambiato, nascosto o cancellato; ma qual è il nucleo reale? Non è il particolare credo religioso né il nome o la lingua che uno ha appreso dalle labbra della madre, è la Realtà Assoluta che voi siete. Nel profondo del vostro essere, voi sapete che "siete e sarete" e questa è la caratteristica dell'Essere (Sat); tutti gli esseri la posseggono. Voi avete anche l'anelito a "conoscere", ad "espandervi tramite la conoscenza", a "raggiungere"; tutti gli esseri hanno questa spinta ad esprimersi e questa è la caratteristica della Consapevolezza (Cit). Voi cercate la gioia; tutti gli esseri lo fanno e questa è la caratteristica della Beatitudine Divina (Ananda). L'Ananda in voi cerca la sua parentela dovunque e in tutto; è per questo che si dice che Sat-Cit-Ananda è la congiunzione tra Tat e tvam, l'Universale e il particolare. Ogni cosa ha l'esistenza (asti) perché è Sat, si esprime (bhati) perché è Cit e piacevole (priya) perché è Ananda. Se voi siete capaci di equipaggiare la mente con questa consapevolezza, siete una persona in via di Realizzazione altrimenti siete una maschera. Ci sono tre tipi di menti: quelle simili al cotone sgranato pronte a ricevere la scintilla della saggezza più elevata e ad abbandonare, in una fiammata istantanea, le debolezze e i pregiudizi di ere; quelle simili al legno secco che ci riescono ma soltanto dopo un po' di tempo e quelle che sono come tronchi verdi e resistono all'assalto del fuoco della Conoscenza/Saggezza (Jnana) con tutti i suoi poteri.
Il gioco del Signore
Mandrie di bovini corrono verso un miraggio per acquietare la sete ma voi dovete essere più saggi; voi avete la discriminazione (viveka) e la rinuncia (vairagya), potete distaccarvi consapevolmente dal perseguire ciò che riconoscete deleterio. Sedete quietamente per qualche minuto e riflettete sul destino di coloro che corrono verso il miraggio: sono felici? Hanno la forza di sopportare il dolore e la diversità con equanimità? Colgono un barlume della Bellezza, della Verità, della Grandezza dell'Universo, il Manufatto di Dio? Hanno la visione di se stessi come centro dell'Universo? Voi avete letto che il Signore si scioglie e si commuove quando qualcuno mostra una sofferenza acuta e viene a chiedere pacatamente e dolcemente "Figlio Mio caro! Di cosa hai bisogno?" Egli ha manifestato Se Stesso per dare ma considerate la Grazia che Lo induce a chiedere "Che cosa ti necessita?" Egli vuole che esprimiate in parole quello che desiderate e lo chiediate al Signore che avete portato davanti a voi con l'esercizio del silenzio. Questo è il gioco che Egli mette in scena e, a volte, vuole che la domanda sia soddisfatta come il Suo piano richiede!
Il fratello di Ravana, Kumbhakarna, fu benedetto con un nodo temporaneo alla lingua cosicché chiese il potere di dormire (nidra) invece di quello di massacrare (nigraha)! Colui che osserva non dovrebbe attaccarsi a ciò che vede; questo è il modo per liberarsi. Il contatto dei sensi con gli oggetti fa nascere il desiderio e l'attaccamento; questo porta allo sforzo e all'esaltazione o alla frustrazione seguite dalla paura della perdita o dal dolore per il fallimento e il treno delle reazioni si allunga. Con molte porte e finestre aperte a tutti i venti che soffiano, come può sopravvivere la fiamma della lampada che è dentro? La lampada è la mente che deve bruciare stabilmente non disturbata dalle pretese duali del mondo esterno. L'affidamento totale al Signore è un modo per chiudere le finestre e le porte perché così, in quella stanza del Sharanagathi (abbandono completo a Dio), voi siete privi di ego e quindi non sballottati dalla gioia e dal dolore. L'affidamento totale vi fa attingere la Grazia del Signore per affrontare tutte le crisi della carriera per cui vi rende più eroici, più forti e preparati alla battaglia. In questo giorno fausto, decidete di iniziare la ricerca della Verità. Uttarayana è il tempo migliore (Uttama kala) perché al mattino di questo giorno il grande Bishma attese a lungo sul suo letto di frecce, al mattino in cui il Sole gira verso il Nord, la direzione degli Dei, in cui Shiva risiede. Il Sole è la deità che controlla l'occhio, la visione dell'uomo, e quindi questi sei mesi, in cui il Sole si muove verso Shiva, sono molto propizi per fare la stessa cosa.
Il vero Nettare Celeste
Qui nel distretto del Godavari Est, ci sono dei commercianti di legname; essi sanno che i tronchi vengono avviati per galleggiamento sul Godavari durante le grandi piogge e poi tratti dall'acqua, dopo un viaggio di miglia e miglia, a Rajahmundry o da qualche altra parte. Le traversine ferroviarie vengono fatte scendere sul Gange dalle foreste imalaiane e raccolte a migliaia a Haridwar. Seguite la piena, la corrente che scorre, e il viaggio diverrà più facile. Anche se seguite una disciplina spirituale per raggiungere il Signore, quando la Deità della Vista va verso la Regione Divina, voi ricevete il beneficio dello slancio. Oggi è anche Vaikunta Evadasi e molti di voi si aspettano che Io vada sulla riva del Citravati a creare il nettare da dare a tutti; bene, andando al fiume, si incontrano mandrie di bovini che vanno e vengono da là. Voi avete ottenuto questo nettare del mondo (Vagamritam) da questo discorso di cui potete far tesoro nella mente ed agire in conseguenza. Questo è il vero Nettare Celeste; apprezzate il suo valore, non lasciate che vada sprecato, immagazzinatelo per diventare Divini.
Prasanthi Nilayam, 13 Gennaio 1965
Il supari è marrone, il pan è verde, il chunam è bianco ma, quando vengono masticati insieme, il colore che ne risulta è rosso; quando i tre guna, Satva, Rajas e Tamas, vengono bilanciati nella Sadhana, il risultato è Shanti.
SHRI SATHYA SAI