Dio è Suprema Energia ('Mahashakthi'), mentre l'anima individualizzata ('Jiva') rappresenta la Forza dell'Illusione ('Mayashakthi'). Egli è il Vero, mentre l'individuo è solo ombra, apparenza ed illusione. Persino Io devo mettermi addosso 'Mayashakthi', per poter venire tra di voi, come il poliziotto che si deve travestire da ladro per entrare a far parte della banda e catturarla! Il Signore non può discendere con tutta la Sua 'Mahashakthi'. Deve venire con uno splendore ridotto, con un fulgore limitato, per poter diventare oggetto di devozione e di culto. In questo mondo effimero ed in continua trasformazione, l'Energia Immanente del Signore è l'unica Entità fissa e permanente. Per realizzare ciò che è eterno e vero, ci si deve necessariamente attaccare a quella Forza, a quel Sostentamento. Non c'è modo di sfuggire a questo sentiero. Esso rappresenta il destino di tutti, a prescindere dall'età o dalla cultura, dal luogo di origine o dalla casta, dal sesso o dalla condizione sociale. Quando camminate sulla strada, potete osservare la vostra ombra che cade sul fango o sulla sporcizia, nelle rientranze o sui dossi, sulle spine, sulla sabbia, sul terreno bagnato o asciutto. Non vi sentite scossi dal destino della vostra ombra, non è vero? Né l'ombra si sporca. Essa non si preoccupa minimamente di dove cade o di cosa deve attraversare fra mille difficoltà. Noi sappiamo che le esperienze dell'ombra non sono né eterne, né vere. Allo stesso modo, dovete convincervi che 'voi' altro non siete che l'ombra dell'Assoluto e che essenzialmente non siete questo 'voi', ma l'Assoluto stesso. Questo è il rimedio contro il dolore, le angustie e la sofferenza.
Il primo passo della disciplina spirituale
Naturalmente, è solo alla fine di un lungo e sistematico processo di 'Sadhana' (disciplina spirituale) che diventerete stabili nella Verità. Fino ad allora, sarete soggetti ad identificarvi con questo corpo e a dimenticare che il corpo, che pur proietta un'ombra, è un'ombra esso stesso. Il primo passo della 'Sadhana' è l'aderenza al 'Dharma' in tutte le azioni sociali ed individuali. Se il 'Dharma', o retta condotta, viene seguito in relazione al mondo oggettivo ('Prakrithi'), porta automaticamente al 'Dharma' anche in campo spirituale. Però dovete aderire ad esso in ogni circostanza, nella buona come nella cattiva sorte. Quando Aswathama, nella cecità del suo furore, trucidò i figli dei Pandava, Arjuna, che lo aveva fatto prigioniero, minacciò di tagliargli la testa. Ma Draupadi, la madre dolente, intercesse per salvarlo! Ella disse che non sarebbe stato 'dharmico' (retto) rispondere ad un assassinio con un altro assassinio, uccidendo il figlio del proprio Guru. Questo è il tipo di fermezza richiesta sul sentiero della virtù, l'unico segno della resa di sé: "Lasciate che la Volontà del Signore prevalga; il dovere di ciascuno consiste solo nel connettersi alla corrente della Sua Grazia". Proprio come in carcere un prigioniero non può dir suoi neppure gli abiti che indossa, anche voi, mentre siete in questa prigione a scontare la vostra pena, che cosa potete definire 'vostro'? È Lui a darvi di che cibarvi e coprirvi. Egli vi lascia liberi quando la condanna giunge a termine, o forse anche prima, se è soddisfatto della vostra condotta.
Mantenete intatta la fede nel Signore
I maggiori ostacoli sul sentiero della resa sono l'egoismo ('Ahamkara') ed il senso del mio, o possessività ('Mamakara'), che sono inerenti alla vostra personalità da epoche e che, man mano che le vite si succedono, tendono i loro tentacoli sempre più profondamente. Essi possono venir rimossi soltanto dai detergenti gemelli della discriminazione e della rinuncia. La devozione ('Bhakti') è l'acqua con cui lavare via questa sporcizia vecchia di epoche, mentre i saponi della ripetizione del Nome di Dio ('Japa'), della meditazione ('Dhyana') e dell' unione ('Yoga') vi aiuteranno a liberarvene più velocemente ed efficacemente. Chi è lento e costante vincerà sicuramente questa corsa: andare a piedi è il mezzo più sicuro per viaggiare, sebbene venga dichiarato 'lento'. Modi di viaggiare più veloci implicano la possibilità di disastri, in quanto più sono veloci i mezzi, maggiore diventa il rischio di incidenti. Dovete mangiare solo quel tanto che è sufficiente a sedare la fame, perché una maggiore quantità causa disturbi; allo stesso modo, nella vostra disciplina spirituale ('sadhana') dovete procedere passo dopo passo, tastando il terreno prima di fare il passo successivo. Non scivolate indietro di tre passi dopo averne fatto uno in avanti. Ma se non avete fede, anche il primo passo non sarà sicuro. Perciò, coltivate la fede. Una volta Sathyabhama chiese a Krishna: "Perché agisci come un uomo qualsiasi? Yudhishthira, il maggiore dei Pandava, è il migliore dei fratelli, ma tu frequenti Arjuna, che non ha una reputazione adamantina." La sua fede non era salda! Che cosa può saperne la gente dei motivi che spingono il Signore, e che sono alla base delle Sue azioni? Alcuni trovarono da ridire sul fatto che Narada ripetesse incessantemente il Nome del Signore. Ma, fino a quando non si arriva a fondersi con l'Assoluto ('Sayujyam'), il Nome del Signore va ripetuto. L'idea di separazione finirà solo con la fusione, non prima. Una volta che siete convinti, non tentennate e non dubitate, ma cercate invece di capire e soddisfare voi stessi. E non fatevi fuorviare. Quando il sole si trova sopra la vostra testa, non proietta ombre. Allo stesso modo, quando la fede è salda nella vostra testa, essa non provoca alcuna ombra di dubbio. Quando gli uomini perdono la strada e vagano per le foreste selvagge, credendo di essere il corpo, le qualità ('Guna') o l'oggetto, l'Avatar viene a metterli in guardia e a guidarli. Mantenete intatta la fede nel Signore e potrete muovervi sicuri nel mondo. Non vi succederà niente di male! Siate come le donne del villaggio, che trasportano i vasi sulla testa uno sopra l'altro, mantenendo l'equilibrio anche mentre parlano e camminano lungo un sentiero tortuoso. Esse non dimenticano od ignorano il loro carico, né la meta che devono raggiungere. Esse sono vigili e consapevoli delle difficoltà che si trovano sulla via, dei sassi e delle buche. È la loro concentrazione interiore a determinarne il successo.
Si deve lasciare questo mondo con un sorriso
Un giorno o l'altro tutti devono uscire di scena. Quel momento non dev' essere un momento di angoscia. Si deve andar via con grazia, con un sorriso ed un inchino. Per poterci riuscire è necessaria una lunga preparazione. Andarsene, lasciando tutto ciò che si è accumulato durante una vita intera, è un compito arduo. Perciò, preparatevi a quel momento, rinunciando d'ora in poi all'attaccamento ad una cosa dopo l'altra. Nei sogni voi vedete molte cose e ne acquisite molte altre: potere, denaro, condizione sociale e reputazione, ma quando vi svegliate non piangete per la perdita, sebbene per la durata del sogno fosse tutto molto reale e vi desse vera soddisfazione e gioia. 'Si trattava di un sogno', dite a voi stessi. Che cosa vi vieta di trattare con simile noncuranza i beni che avete accumulato durante lo stato di veglia della vostra vita? Coltivate questa attitudine e potrete andarvene con un sorriso quando il sipario calerà sul palcoscenico di questa terra di sogni.
Pregate il Signore affinché vi indichi la via
Per convincere voi stessi di tutto questo, la cosa migliore è avvicinare un precettore spirituale ('Guru') che conosca la Verità per averla sperimentata e le cui attività giornaliere riflettano questa realizzazione. Il Guru è così chiamato perché la sillaba 'GU' significa 'Gunathitha', cioè 'Colui che ha trasceso i tre 'Guna' ('qualità')' - 'Thamas', 'Rajas' e persino 'Sattva' (ignoranza, passione e virtù) - mentre la sillaba 'RU' si riferisce a 'Rupa Varjitha' ('Colui che ha afferrato l'aspetto senza forma di Dio'). Naturalmente, si può arrivare a questo stadio solo attraverso la sublimazione delle qualitá più basse in quelle più alte, ignorando stabilmente e coscientemente la parte svolta dal Nome e dalla Forma. Negli stadi preliminari della disciplina spirituale ('sadhana') il Nome, la Forma e le Qualità hanno tutti un ruolo nel plasmare lo spirito. Il Guru distrugge l'illusione e diffonde la Luce. La sua presenza calma e conforta. Questo è il motivo per cui questo giorno, che è un giorno di luna piena ('Purnima') è consacrato al Guru, che dev'essere convenientemente onorato. Inoltre, la Luna è la Divinità che presiede alla mente, e 'Pournami' è il giorno in cui la mente diventa pienamente benefica. Naturalmente, dovete sapere che cos'è che avete perso, per poter cominciare la ricerca e ritrovarlo! Il Guru molto spesso deve dirvi che avete dimenticato il vostro vero nome, o che, senza esservene accorti, avete perso la parte più preziosa di voi stessi. Il Guru è il medico per la malattia che provoca la sofferenza dell'alternarsi delle nascite e delle morti. Egli è uno specialista del trattamento necessario per curarla. Se non trovate un tale Guru, pregate il Signore Stesso di mostrarvi la strada, ed Egli sicuramente verrà in vostro aiuto.
Prasanthi Nilayam, Guru Purnima, 1.08.1956.
(da: 'Sathya Sai Speaks' vol. 1/n.3 - 1953/60)