PERLE DI SAGGEZZA SAI

7 febbraio 2003

Cari Fratelli e Sorelle! Cari Amici,
v'informo che abbiamo completato le conversazioni del 2002 ed abbiamo iniziato quelle tenute nel 2001. Oggi riprenderemo le conversazioni che Bhagavan ha tenuto agli studenti nel maggio 2001. Vi ringrazio per il vivo interesse che dimostrate nell'ascoltare le parole di Swami, ed apprezzo il servizio spirituale da voi reso nel condividerle con gli altri.


SE SEGUITE IL MIO COMANDO SARETE LIBERATI DA OGNI DIFFICOLTA'

Bhagavan ha fatto un commento che è d'immenso valore per tutti noi: "Se agite secondo le Mie parole, se seguite il Mio comando, sarete liberati da ogni difficoltà e da tutti i problemi".
In una seconda dichiarazione ha affermato: "Dio è come una calamita e con la Sua attrazione magnetica attira tutti a Sé. La calamita non ha alcun difetto, è
perfetta ed attira tutti".

Lasciate che vi spieghi le due affermazioni di Bhagavan. Nel Ramayana c'è un personaggio molto importante di nome Hanuman, il quale scrupolosamente seguì i comandi del Signore Rama, tanto da essere venerato ed adorato da tutti.
Ubbidire agli ordini di Dio renderà idonei a ricevere la venerazione della comunità, e la società guarderà a voi come ad un ideale, ad un modello da seguire. A questo proposito posso anche ricordarvi che nel Mahabharata i fratelli Pandava seguirono Krishna rigorosamente e furono quindi ricompensati; alla fine essi uscirono vittoriosi e furono acclamati da tutti fino ai giorni nostri.


SE SEGUITE LE ORME DI DIO, LO RAGGIUNGERETE

Desidero condividere con voi un semplice aneddoto menzionato da Bhagavan nel Suo discorso. Avrete sentito parlare del Signore Krishna; quando era bambino era solito rubare latte e yogurt dalle case dei vicini. Chi ha qualche conoscenza del Maha Bhagavata ne comprenderà il significato. Non è
questione di rubare, quest'azione ha un significato interiore; ma il fatto è che il Signore Krishna andava nelle case vicine, beveva latte e mangiava burro senza farsi vedere da nessuno.
Qui, il burro rappresenta il cuore umano, il latte è la devozione ed il recipiente che lo contiene è il corpo umano. L'atto del rubare significa che Dio cattura il cuore umano segretamente, senza che nessuno se ne accorga. Ecco qual è il significato interiore.

Un giorno Krishna bevve del latte, ma come? Egli tenne i piedi sull'orlo del recipiente del latte che stava più in basso, e cominciò a bere il latte dal contenitore più alto, inclinandolo all'ingiù.
Sua madre, Yashoda, che era in cerca di Krishna, alla fine lo trovò.
Krishna saltò giù immediatamente e scappò via di corsa, tanto che Yashoda poi non riuscì a trovarlo da nessuna parte.
Alla fine, ella scorse le impronte che Krishna aveva lasciato dietro di sé, perché i Suoi piedi erano inzuppati di latte. Così, seguendo le orme bagnate di latte,
Yashoda alla fine riuscì a scovarlo.
Questo episodio tratto dal Maha Bhagavata ci dimostra che se seguite le impronte di Dio, lo raggiungerete. Seguendo le orme di Krishna (Dio), Sua madre (il devoto) riuscì ad afferrarlo.
Analogamente, noi devoti dobbiamo seguire le Sue impronte per raggiungerlo. Questo è l'aneddoto menzionato da Bhagavan.


DIO E' LA CALAMITA

C'è da fare anche un'altra considerazione. Alcuni di noi pensano di non essere attratti da Baba o che Baba non si avvicini loro. Siamo tuttavia in errore, perché? Dio è la calamita e noi siamo i pezzi di ferro. Non ci sono difetti nel magnete, mentre il pezzo di ferro, pieno di polvere e di ruggine, non verrà attratto dalla calamita. Pertanto, il difetto è nel ferro e non nel magnete; il
ferro deve essere puro e pulito per essere attratto dalla calamita.
Dio è la calamita ed il devoto è il ferro, che deve essere ripulito dalla polvere dell'attaccamento e dalla ruggine dell'ego. Se questi sono rimossi, il magnete
automaticamente attirerà il ferro.
Ecco che cosa ha detto Bhagavan.


NON CI SONO OSTACOLI SUL SENTIERO SPIRITUALE

Considerando la situazione e visto che Bhagavan era di buon umore, ho osato fare una domanda:
"Bhagavan, perché incontriamo tanti ostacoli sul sentiero spirituale?
Perché ci sono problemi lungo il percorso della nostra vita spirituale?" - Swami diede una risposta diretta: "Non ci sono ostacoli sul sentiero spirituale, proprio per niente. La vostra debolezza e la mancanza di fede sono la causa delle vostre difficoltà; in realtà, il cammino spirituale è diritto, senza ostacoli".
Swami ha affermato che due sono le cause: mancanza di fede e le conseguenze, o reazioni, della vita precedente; questi sono i fattori che non ci consentono di camminare lungo il sentiero spirituale senza problemi.


DOVE C'E' UNA FORTE FEDE, SARA' POSSIBILE AFFRONTARE OGNI PROBLEMA

Poi Bhagavan ha aggiunto un punto molto importante per tutti noi. Noi pensiamo di essere sulla via spirituale, ma in realtà non lo siamo. Perché? Il nostro obiettivo è puramente materiale - la nostra meta è terrena e fisica. Ecco qui un esempio: voglio passare un esame, perciò mi reco al tempio, rompo una noce di cocco e faccio alcune offerte a Dio. È devozione questa? No! Vado al tempio solo perché voglio superare l'esame. L'obiettivo è terreno, il proposito è un conseguimento materiale, egoista: questa non può certo essere chiamata devozione in senso stretto.

Infatti, Baba ha dichiarato: "Tutto quello che fate per egoismo e per interesse personale non è per niente spirituale".
La via spirituale richiede amore incondizionato per Dio, senza alcun obiettivo secolare o perseguimento materiale.

Nella mitologia trovate due tipi di persone: i deva, gli angeli ed i rakshasa, i demoni. Gli angeli avevano una devozione completamente spirituale, priva di egoismo, e furono quindi adorati; i demoni, invece, pur facendo penitenze per anni ed anni e seguendo tutte le pratiche spirituali, furono condannati perché i loro propositi erano materiali ed i loro motivi egoistici: essi erano completamente egoisti; perciò Bhagavan esorta: "La vostra devozione deve essere disinteressata, scevra d'egoismo".

Swami fa inoltre un'altra asserzione, molto incoraggiante per tutti noi: "Se avete una fede ferma e la rafforzate, se la renderete sempre più forte e stabile, sarete in grado di superare qualsiasi ostacolo lungo il cammino". Ciò è vero per tutti noi. Non penso che siamo comodi qui, anzi credo proprio di no, ma sappiamo superare tutti i problemi ed ostacoli, grazie alla nostra forte fede in Dio. Dove c'è una fede forte, non ci sarà mai la paura e si saprà affrontare ogni difficoltà. Ecco quello che Bhagavan ha detto.


NON CI SONO LIVELLI DI SPIRITUALITA'

Allora io intervenni: "Swami, scusa se ti faccio una domanda. Come faccio a sapere se ho raggiunto uno stato elevato, un livello molto alto nella spiritualità?" La risposta arrivò subito: "Non ci sono livelli nella spiritualità - niente è basso, niente è alto. Tutti sono uguali nella spiritualità". Poi ha aggiunto: "C'è un sistema di caste, c'è una struttura di classi - ricchi e poveri - ma questi sono livelli sociali, sono i livelli della comunità.
Nel campo spirituale, invece, non ci sono livelli, non ci sono altezze, tutti sono uguali, perché Dio è Uno senza un secondo. Dio è Uno senza un secondo. Non si pone quindi la questione che uno sia più in alto di un altro".


PERCHE' NON TI SEGUIAMO?

"Swami, so che sto superando i limiti, Ti prego di scusarmi, ma ho un dubbio. Tutti noi sappiamo che Tu sei Dio, perché allora non siamo capaci di seguirti? Perché non Ti seguiamo? Sappiamo che sei Dio, ma non Ti seguiamo". Queste sono domande che richiedono coraggio per sottoporle, e la Sua Grazia e compassione per tollerarle: sono veramente rischiose.

Baba replicò: "A casa c'è la madre che cucina, prepara i biscotti, i dolci e tante cose deliziose, ma il figlio vuole andare a mangiare al ristorante, non ha voglia di sedersi a tavola e mangiare quello che sua madre gli ha preparato a casa. Egli vuole le cose del ristorante. Tale è il destino.
Analogamente, sebbene Dio sia qui con tutto il Suo Amore, voi non capite, non capite".

Poi aggiunse: "Una madre non dà i pasticcini ad un figlio, ma li serve ad un altro figlio. Il figlio che non ha ricevuto i dolci, non deve rimanerci male. La madre
non gli ha dato i pasticcini, perché è diabetico e non gli è consentito mangiare dolciumi. Allo stesso modo, Dio esaudisce i desideri di alcuni e non esaudisce i desideri di altri. Perché? Tutto è per il vostro bene: Egli sa quello che è meglio per voi". Quindi Baba osservò: "Alcune persone non mi seguono perché i loro
desideri non vengono esauditi".


SWAMI SI RECA ALL'OSTELLO

All'improvviso, gli studenti in coro cominciarono a supplicare Bhagavan, dicendo ad alta voce:
"Swami, vieni all'ostello, Swami vieni all'ostello" - Swami rispose:
"Va bene, verrò. Aspettate".
Poi disse: "Ragazzi, voglio che tutti voi viviate insieme come fratelli, ci deve essere unità fra di voi. Vivete insieme, imparate insieme e crescete insieme in
fraternità ed amore. Questo è molto, molto importante. L'India ha raggiunto l'indipendenza, ma non ha ancora conseguito l'unità, ancor oggi non c'è unità. L'unità è la cosa più importante". Poi fece un esempio: "Un filo può essere
spezzato con due dita, ma una stoffa non può essere spezzata con le dita, perché tutti i fili sono tessuti insieme; se i fili vengono tessuti insieme, la stoffa diventa forte e non riuscirete a romperla. Invece, se i fili sono individuali, è facile spezzarli. Allo stesso modo, se voi rimanete uniti, nessuno potrà sconfiggervi, nessuno potrà attaccarvi. L'unità è molto importante".

Bhagavan usò poi tre parole: rakti che significa conseguimento - bhakti che vuol dire devozione - mukti che significa liberazione. Quando c'è unità, c'è conseguimento.
Unità è devozione; l'unità porta alla Liberazione.
Poi Bhagavan si recò all'ostello e passò là un po' di tempo, dando un'immensa gioia a tutti gli studenti.


DESIDERI ED IDEALI

Il giorno dopo Swami parlò del terremoto avvenuto in India nell'anno 2001 nello Stato del Gujarat, dove ci fu una gran distruzione ed una grave perdita di vite. Swami fece il seguente commento:
"Perché avvengono le calamità naturali?" Swami diede una risposta molto bella per tutti i devoti:
"Se siete schiavi dei vostri sensi, sarete schiavi del mondo intero. Se conquisterete i vostri sensi, tutti diventeranno vostri schiavi. Siate quindi padroni dei vostri sensi, non permettete mai a voi stessi di diventare schiavi dei sensi.
Oggi la gente ha innumerevoli desideri e costruisce castelli in aria, ma non ha ideali. Ecco com'è la società moderna!"
Allora io gli chiesi: "Swami qual è la differenza fra desideri ed ideali?" (Se ci lasciamo sfuggire l'opportunità di chiedere ora, non l'avremo mai più. Penso che
un'occasione persa ora, lo sia per sempre). Bhagavan rispose: "Il desiderio è individuale, l'ideale è fondamentale. Abbiamo dimenticato l'ideale fondamentale e continuiamo a nutrire in noi desideri individuali. Facendo così, voi rovinate voi stessi".


SPIRITO DI SACRIFICIO

Bhagavan cominciò a spiegare la necessità di avere spirito di sacrificio. Il sacrificio è veramente indispensabile. Egli disse: "Quello che fate per il vostro nome e la vostra fama non è sacrificio.
Se vi prodigate a donare agli altri, voi riceverete sempre di più da Dio. Imparate a dare, così Dio darà a voi; ma se non date, se ammassate, se nascondete, se ve lo tenete per voi stessi, niente crescerà, niente crescerà. Se, invece, cominciate a distribuire ed a condividere, tutto crescerà".
Swami continuò dicendo: " Essendo nati come esseri umani, dovete vivere in modo tale da essere definiti uomini buoni. Vivete per essere buoni, vivete per ottenere un buon nome nella società. Ma oggi come vanno le cose? Molte persone davanti vi dicono che siete buoni, ma dietro le spalle non mantengono lo stesso sentimento. La gente deve asserire che siete buoni sia davanti sia dietro; ciò significa che dovete essere perfetti in tutti i modi".


LA VITA E' COSI' ARTIFICIALE?

"Swami, la vita è così artificiale?" - gli chiesi. Egli replicò: "Sì!"
- "Si può avere successo
conducendo una vita artificiale?" - Bhagavan rispose: "No! Perché quest'aspetto artificiale non può continuare ed, un giorno o l'altro, la vostra qualità naturale verrà alla luce. Quando una persona si trova in una situazione triste o in una condizione precaria, dirà la verità. Se la sua vita è in pericolo, la verità verrà fuori". Qui Bhagavan raccontò una piccola storia per illustrare questo punto. "C'era un grande studioso che sapeva parlare eccellentemente del Signore Narayana e del Signore Shiva, tanto che - ascoltando le sue parole - non si riusciva a capire se era devoto dell'uno o dell'altro. Se avesse parlato in modo così straordinario sia di Cristo sia del Signore Rama, come avreste potuto stabilire se era un cristiano o un indù? Sarebbe stato impossibile! Pertanto, questo studioso parlava in modo eccellente sia di Narayana sia del Signore Shiva. C'era tuttavia una donna molto intelligente, la quale prese un pezzo di ferro, lo mise nel fuoco, lo riscaldò e con il ferro rovente marchiò l'uomo sulla schiena. Egli gridò:
"Narayana, Narayana, Narayana".
Allora tutti capirono che era un devoto di Narayana! Perciò la verità verrà fuori se la vita è in pericolo o se siete in difficoltà".


COME SONO I RAGAZZI?

Swami s'informò dei ragazzi, chiamò vicino a Sé il direttore dell'ostello e gli chiese: "Come stanno i ragazzi?" - "Swami, stanno bene" - "Com'è il cibo?"
"Molto buono, Swami".
"Humm, bene. Come stanno? Com'è il cibo?"
Il direttore disse: "Swami, i ragazzi mangiano bene".
Swami ribadì: "Vivere è importante, non mangiare. Dimmi piuttosto che sono molto buoni, non che mangiano bene. Voglio che tu mi relazioni assicurandomi che gli studenti siano molto buoni".
Qui ci sono due parole 'mangiare' e 'vivere'. Perciò, essi devono vivere bene, e non semplicemente mangiare bene. Ecco il commento di Swami, ma noi ci siamo fatti un sacco di risate.


NESSUNA LINGUA GLI E' SCONOSCIUTA

Poi, improvvisamente Swami cominciò a parlare in italiano e disse "amore" o qualcosa del genere.

Swami precisò: "Italiano, italiano"
Io lo guardai ed egli mi chiese: "Cosa vuol dire amore?"
"Non lo so, Swami".
"Significa che ti piace"
"Oh, capisco, Swami!"

Così compresi che non esiste lingua che gli sia sconosciuta, Egli conosce tutte le lingue. Noi ne fummo molto sorpresi.
Poi Swami si mise a scherzare con un ragazzo del Bihar, che non sa il Telugu, e lo chiamò: "Hei ragazzo! Sai cosa significa kaanthi?"
Kaanthi è una parola Telugu, ma quel ragazzo non sapeva il Telugu.
Qualcuno disse: "Hei!"
Swami disse: "Dillo, dillo".
Il ragazzo rispose: Swami, Kaanthi è la luce".
"Risposta esatta, Oh-Oh!"
Swami continuò: "Sai cosa vuol dire Kaantha? Chi è kaantha?
Il ragazzo non seppe rispondere, ma poi esclamò: "Swami, colui che dà luce è kaantha".
Tutti risero: "Kaantha significa donna". Ecco che Swami fa dei giochi e si diverte a far ridere tutti noi.


SONO PRONTO A DARVI L'INFINITO

Po il direttore dell'ostello osservò: "Swami, il Tuo amore è infinito, il Tuo Amore è profondo come l'oceano ed è così vasto".
Sapete cosa ha risposto Baba?
"Sì! Io sono pronto a darvi quell'Amore infinito, ma non c'è nessuno a riceverlo. Non c'è nessuno disposto a ricevere dalle mie mani quell'Amore infinito. Che cosa posso farci? Io sono disposto a donarlo".


PERCHE' NON SIAMO LIBERATI?

"Swami, avrei una domanda" - "Ah, sì, quale domanda?"
"Swami, oggi se Dio è presente nella forma dell'Avatar, l'Incarnazione Divina, perché non siamo capaci di comprendere e lavorare per la liberazione? Noi siamo contemporanei dell'Avatar, ma non siamo liberati, perché? La Liberazione non viene conferita a tutti, perché?"
Baba rispose: "Molti partecipano ad una gara di corsa, ma solo uno arriva primo. Voi potete essere Miei contemporanei, ma solo uno può conseguire la liberazione, non tutti, come in una gara di corsa. Questo è quanto afferma la Bhagavad Gita".

Swami fece un esempio: "Molto tempo fa la Bhagavad Gita dichiarò che di tutti i milioni o miliardi di persone, solo alcuni sono interessati a Dio. Fra questi, pochi sono interessati alla liberazione. Di questi pochi interessati alla liberazione, chi la consegue si conta sulla punta delle dita".

Siamo contenti di essere contemporanei dell'Avatar, ma dobbiamo chiederci se meritiamo la liberazione o no. Vi racconterò ora un esempio fatto da Shirdi Sai.
Egli affermò: "Una pianta di mango ha molti fiori, ma ogni singolo fiore non diventerà un frutto; molti fiori cadono dall'albero e solo pochi fiori si sviluppano sino a diventare frutti. Analogamente, molti di voi vengono qui, ma solo pochi otterranno la liberazione".


GIUGNO 2001

Abbiamo così terminato di raccontare quello che è successo nel maggio 2001, ed ora passiamo al mese di giugno 2001.


QUAL E' LA DIFFERENZA FRA MENTE E CUORE?

Questa era la domanda: "Swami, qual è la differenza fra mente e cuore?"
Bhagavan rispose: "Non il cuore fisico, ma quello spirituale è importante. La differenza fra il cuore spirituale e la mente è che quest'ultima oscilla e vacilla, mentre il cuore spirituale è fermo e stabile. Il cuore fisico è sul lato sinistro, mentre il cuore spirituale è presente in tutto il corpo". Bhagavan aggiunse: "il
cuore spirituale è fermo, ma la mente umana si muove, oscilla".

Allora io dissi: "Swami, non capisco quando affermi che il cuore spirituale è stabile e si trova sul lato destro, mentre quello fisico si trova a sinistra. Non
capisco!" - Swami replicò: "Valori come la verità, l'amore, il sacrificio, la tolleranza, la pazienza nascono dal vostro cuore. L'intelligenza, la logica, le scienze, sono conoscenze secolari contenute nella mente".
"Swami, va bene, però io prego con la mia mente. Cosa devo fare?" Penso che voi riusciate a capire quale fosse il mio pensiero: "Il cuore è importante, ma noi preghiamo con la mente, e allora cosa dobbiamo fare?"

Bhagavan ha dato la seguente risposta che vi prego di considerare attentamente, perché è molto importante per tutti i devoti Sai, o per i devoti di ogni religione.
"Quello che voi fate con la mente vi darà soddisfazione temporanea. La soddisfazione è il risultato di tutti gli sforzi fatti con la mente; ma se fate qualcosa di cuore, in modo totale ed incondizionato, se pregate con tutto il cuore senza riserve e condizioni, voi otterrete il successo:
conseguirete la beatitudine permanente, non la felicità e la soddisfazione mentale che sono solo temporanee".
La mia mente non era, tuttavia, ancora libera dai dubbi, non riusciva a digerire tutto quello che Bhagavan aveva detto.


DIFFERENZA FRA UNA MENTE BUONA E UNA CATTIVA

Allora dissi: "Swami, permettimi di fare un'altra domanda. Spesso diciamo: 'quello ha una mente buona e l'altro ha una mente cattiva'. Qual è la differenza fra le due?"
Bhagavan diede una bellissima risposta: "La mente è come l'acqua che è ferma. Sulla superficie dell'acqua potrete scorgere onde ed increspature, che rappresentano i vostri sentimenti. I sentimenti stabiliscono se si tratta di una mente buona o cattiva. Se i sentimenti sono cattivi, è una mente cattiva; se sono buoni anche la mente è buona".


DOV'E' LA MENTE NEL SONNO PROFONDO?

"Swami, ho un'altra domanda" - "Sì, di che cosa si tratta?"
"Swami, nel sonno profondo, dov'è la mente?"
Baba affermò: "La mente è nella quiete, nel silenzio, nell'immobilità, nell'equanimità. Nello stato di sonno profondo essa diventa passiva e silenziosa. Non è assente, non è scappata via, no! È semplicemente passiva, silenziosa, in una condizione neutrale".
Non avevo mai sentito prima quest'interpretazione ed ero molto soddisfatto!


NON SEGUITE LA MENTE

"Swami, che la mente sia artificiale o naturale, buona o cattiva, passiva nel sonno profondo o attiva nello stato di veglia - comunque essa fa di me una scimmia. La mente corre ovunque, oscilla, che cosa devo fare?"
Baba replicò: "Lascia correre la tua mente, ma tu non correrle dietro"
- "Ah capisco! Ma come?"
Allora Swami osservò: "Un bambino giocherà in tutti i posti, ma alla fine ritornerà da sua madre.
Analogamente, la mente è come quel bambino. Lascia che la mente vada a
giocare, poi ritornerà da te; ma se anche tu le corri dietro, allora sarai perso per sempre".
Questo è il bell'esempio fatto da Bhagavan.


LA MENTE NON E' INDIPENDENTE

Egli continuò, dicendo: "La mente non è indipendente" - "Oh, non lo sapevo; pensavo di essere controllato dalla mia mente".
Swami disse: "La mente non è indipendente, tu sei il suo padrone. Tu sei il padrone della tua mente; essa è solo uno strumento e tu sei il padrone. Dipende da te se vuoi controllarla. La stessa mente può essere usata per ottenere la liberazione o per renderti schiavo".

"Swami, la medesima mente mi può portare su una via o sull'altra?" -
"Sì" - "Ma in quale modo?"
Baba rispose: "Se tu giri la chiave a sinistra, la serratura si chiude.
Se giri la chiave a destra, si apre. La stessa chiave può dare risultati diversi, secondo il modo in cui viene girata.
Pertanto, se la mente è girata verso il mondo, è in schiavitù - chiusa.
Se la chiave, o la mente, si gira verso Dio, la serratura si apre, ed è la Liberazione. È sempre la stessa chiave, l'unica differenza sta nel girarla. È girata verso il mondo o verso Dio? Ma la mente è sempre la stessa".

Swami che bell'esempio, ora capisco. Tu hai asserito che non devo seguire la mente, ma è la mente che deve seguire me, ma allora chi sono io?"
Baba disse: "Al di sopra della mente, c'è Buddhi, l'intelletto; l'intelletto è la parte della personalità umana che prende le decisioni; esso giudica, valuta e
poi decide. L'intelletto ha perciò il potere di discriminare. Allora che fare? Lascia che sia l'intelletto a decidere. Quello che viene deciso dall'intelletto, sarà
pensato dalla mente. Quello che viene pensato dalla mente, sarà messo in atto dai sensi".

È chiaro? Ciò che il padre asserisce, è seguito dalla madre, ed i figli seguono quello che dice la madre. Il padre è l'intelletto, la madre è la mente, ed i figli sono i sensi. Sto parlando, ovviamente, di una famiglia ideale e non della famiglia moderna, in cui la madre dice "grazie" al padre, mentre il padre non lo dirà mai alla madre, ed i figli sono assenti perché affaccendati fuori.
Io mi riferisco ad una famiglia buona, tradizionale, dove i figli obbediscono alla madre e la madre obbedisce al padre: una famiglia ideale.
Allo stesso modo, l'intelletto, dopo aver discriminato, decide e la mente prende istruzioni dall'intelletto, poi la mente pensa e trasmette ai sensi, affinché essi
mettano in atto. Ecco cosa ha detto Bhagavan.


L'INTELLETTO, LA MENTE ED I SENSI

"Swami, a volte mi sento perso perché non so cosa fare, o non fare; essere o non essere, ecco il problema. La maggior parte delle volte mi sento a posto, ma a volte mi chiedo - 'Humm, devo farlo o no? Cosa fare?' - e sono quindi molto confuso. Come devo comportarmi in questi casi?"
A questo punto, Baba osservò: "Questa confusione nasce dal fatto che, quando la mente non agisce in sintonia con l'intelletto, sorgono i conflitti. Se la mente segue l'intelletto, non c'è conflitto, c'è accordo totale. La completa sintonia esiste solo se la mente segue l'intelletto, perché quello che stabilisce l'intelletto è la decisione finale, è per il vostro stesso bene; ma la mente non lo
segue, poiché ha le sue stranezze, i capricci e le sue fantasie.
Pertanto, quando la mente e l'intelletto non sono in sintonia, sorge conflitto e confusione".


NON SI DEVE ESSERE IN SOVRAPPESO

Mentre parlava, Swami si voltò e vide arrivare un uomo così grosso che quattro persone insieme non avrebbero raggiunto la sua stazza, il quale si diresse verso la veranda per prendere posto. Swami lo osservò e disse: "Guardatelo, il suo stomaco è come un grosso punto interrogativo. Non dovete superare il giusto peso, perché il sovrappeso causa disturbi cardiaci, il cuore ne soffre. Dovete controllare il vostro corpo". Poi Bhagavan aggiunse: "Mentre camminate
non dovete respirare con affanno; se sentite affanno, significa che avete disturbi cardiaci.
State attenti alle vostre abitudini alimentari, alla fretta, alla preoccupazione ed al cibo troppo grasso e piccante. La fretta - noi siamo sempre di fretta. Preoccupazione - siamo costantemente preoccupati. Di solito mangiamo cibo piccante e grasso; tutto ciò causa problemi al cuore".


COSA FARE PER NON ESSERE PREOCCUPATI

"Swami, ti prego di scusarmi, sii comprensivo con me, ho un'altra domanda". - "Humm, quale domanda?" - "Tu dici di non preoccuparmi, ma come faccio? Noi qui siamo tutti sposati, abbiamo figli ed una moglie. Mia moglie è l'origine delle mie preoccupazioni, io sono la causa delle sue preoccupazioni, ed i figli lo sono per entrambi, mentre noi causiamo preoccupazioni ai nostri figli. Allora ognuno di noi causa preoccupazioni alla persona che gli è più vicina. Come possiamo
liberarci della preoccupazione? Noi, uomini sposati, invidiamo i rinuncianti e gli asceti e pensiamo che siano veramente buoni e contenti. Li invidiamo, ma è
troppo tardi per imitarli. Un padre di famiglia cosa deve fare per essere senza preoccupazioni?"

Baba rispose: "La preoccupazione non è certo la soluzione ai tuoi problemi. No! Se la preoccupazione risolvesse i problemi, sarebbe la benvenuta: 'oh vieni,
vieni preoccupazione!' Ma non è così. Ricordati sempre che quello che è destinato a succedere, accadrà. Quello che non è destinato ad accadere, non accadrà. Le cose capitano nel modo in cui devono capitare. Non devi preoccupartene, lascia che tutto accada!"

Allora, rimasi quieto in silenzio senza fare altre domande, perché se Baba dice "non preoccuparti", per quale motivo dovrei preoccuparmi di chiedere cosa fare per non preoccuparsi?
"Swami, nella pratica, è possibile non preoccuparsi?" - Egli rispose:
"Sì, certamente" - "In che modo, Swami?" - "Guarda me. Io ho tanti progetti e grandi responsabilità, eppure non sono mai preoccupato".
Allora dissi: "Swami, Tu non sei preoccupato perché sei Dio" - "Taci!"
- Egli mi zittì.


UN LUNGO DARSHAN

Poi Swami ci lasciò, ma ritornò dopo un po' e disse: "Oggi vi ho parlato a lungo; vedete, tutta quella gente che è seduta là non riesce a sentirmi. Ah, che peccato!"
Non sapevo come rispondere. Se avessi detto "sì", all'indomani avrebbe
potuto non venire a parlarci; ma non potevo dire "no" perché la Sua affermazione era vera, infatti tutti i devoti presenti non potevano udire le Sue parole. Allora che dire? Decisi quindi di rispondere: "Swami, tutti i devoti sono felici di avere un Darshan prolungato, sono molto felici. Non possono sentirti,
ma, anche se a distanza, possono vederti a lungo".
"Humm. Molto bene, se essi sono felici va bene, bene, bene!"


DOLORE E PIACERE

Il giorno successivo ci fu una discussione sul dolore e sul piacere. Io dissi: "Swami, io voglio il piacere, non voglio alcun dolore. Cosa devo fare?"
È una domanda semplice. Voi volete il dolore? No, nessuno lo vuole, tutti vogliono la gioia.
Swami rispose: "È impossibile. I piedi e la testa appartengono allo stesso corpo; tu non puoi dire 'voglio solo la testa, non voglio i piedi'. Entrambi sono necessari; la testa rappresenta il piacere ed i piedi rappresentano il dolore. Essi vanno insieme, non ci può essere dolore senza piacere, come non c'è piacere senza dolore. Il piacere è un intervallo fra due dolori, non puoi evitarlo".

"Swami, ma io Ti vedo nella Forma fisica e quindi non mi aspetto alcun dolore; Ti vedo qui e desidero solo il piacere".

Baba rise ed esclamò: "Quando sei nel tempio poni forse questa domanda a Dio? Quando vai in chiesa, chiedi a Cristo 'Oh Gesù, perché soffro?' Gli chiedi così? Se tu vai nel tempio di Rama o di Krishna, chiedi a Rama: 'Perché il dolore, perché non il piacere?' Gli chiedi così? No, ma tu oggi vedi Dio in forma umana, che parla davanti a te, e gli fai questa domanda; se invece Dio è nella forma di un idolo, tu non fai alcuna domanda".
"Devi quindi capire una cosa: tutto quello che accade nella vita è per il tuo bene. Non si pone, quindi, la questione di piacere o dolore. Persino il dolore diventa piacere. Se tu comprendi che tutto quello che ti succede è per il tuo stesso bene, tu cercherai di riconciliare ogni situazione".


QUALI SONO I VALORI?

Poi Baba disse: "Cos'è accaduto questa mattina al college? Che programma c'era?" - io risposi:
"Swami, un americano ha parlato dei valori e della loro gestione".
Swami, contento di ciò, chiese:
"Cosa sono i valori?"
Noi tutti avevamo ascoltato quella conferenza per un'ora, ma nessuno riuscì a rispondere alla domanda di Swami. Allora Bhagavan osservò: "I valori sono di due tipi:
i valori che cambiano di volta in volta, secondo la circostanza, la civiltà, l'ordine sociale e le regole sociali: questi sono i valori individuali; ma i valori che non mutano - come la verità, la pace, l'amore - sono fondamentali. Perciò, i valori sono di due tipi: individuali e fondamentali".


IL MIO POSTO

Allora io chiesi: "Bhagavan, ho una domanda. Sappiamo che i templi sono gestiti dai fiduciari. I fiduciari sono quelli che noi chiamiamo devasthana. Swami fece un gioco di parole: "Non è devasthanam, è naa sthanam, il Mio posto. Naa sthanam, è il Mio posto, e non devasthanam".
Dobbiamo capire che la parola "tempio" non significa l'edificio ed il terreno circostante. No, no!
"Il tempio è il luogo dove è Dio". Quando Swami dice: "Non è devasthanam, non è un semplice tempio, ma è naa sthanam - è il Mio posto". Quella è la differenza. Preghiamo quindi in quel tempio, dove sentiamo la Divinità!


IL POETA POTHANA

Era una domenica; di solito, Swami parla ai ragazzi di pomeriggio, ma quella particolare domenica - non so perché - voleva parlare agli studenti di mattina, prima dei bhajan. Swami uscì dopo le interviste verso le 8.15 e poiché c'erano ancora 45 minuti (i bhajan iniziano alle 9), Swami ci parlò in quell'intervallo.
C'è un famoso poeta di nome Pothana - tre sillabe Po-tha-na - il quale scrisse il Bhagavatam.
Swami ci parlò di lui.
State a sentire che gran poeta è Baba! 'Po' significa 'andare' e 'thana' vuol dire il Sé. Il nome Pothana significa che tutto il male deve andarsene, in modo che rimanga 'thana' il Sé. Questo è il significato di Pothana ed è quello che Bhagavan ci ha spiegato. Che magnifica interpretazione!
Pothana, questo illustre poeta, visse poveramente, la sua fu una vita di povertà e di elemosine.
Non aveva denaro a sufficienza, ma nonostante ciò era un grande devoto.
Suo cognato, il cui nome era Srinatha, era un uomo molto ricco ed era anche lui un famoso poeta.
Pothana, che era un devoto ed un poeta, era invece molto povero.

A quel punto dissi: "Swami, ma cos'è questo paradosso? Uno è ricco, l'altro è povero, entrambi sono poeti. Cosa significa tutto ciò?"
Allora Baba replicò: "Quell'uomo era ricco dal punto di vista delle proprietà, mentre l'altro era ricco dal punto di vista della devozione. Il cosiddetto uomo ricco lo era soltanto per il mondo e per i soldi, ma era povero di devozione; Pothana, invece, era povero di ricchezze materiali.
Entrambi erano sia ricchi sia poveri. Pothana era ricco di devozione, ma povero di ricchezze, mentre Srinatha era ricco di ricchezze, ma povero di devozione".

"Oh Swami, solo Tu riesci a dire certe cose. Noi non sappiamo farlo!"
Poi dissi: "Swami, molti affermano che Pothana fosse uno Yogi, un uomo
spiritualmente realizzato; la mia domanda è la seguente - può un'anima realizzata essere un poeta?"
Spero che comprendiate la mia domanda. Può un'anima realizzata essere un poeta? Nella realizzazione si è uno con Dio; perciò come si pone la questione di comporre poesie?
Bhagavan allora osservò: "Chi consegue la realizzazione può eseguire qualsiasi cosa nella totale consapevolezza. Poiché Pothana era un'anima realizzata, le sue composizioni erano colme di devozione. È quello che viene definito 'Yoga'. Yoga è perfezione, lo Yoga vi porta alla perfezione.
Pothana è uno Yogi che ha ottenuto lo stato di perfezione nel campo della letteratura. Ecco quello che ha detto Bhagavan. Perciò, uno diventa esperto ed ha piena consapevolezza spirituale.

A quel punto volevo, però, qualche informazione in più: "Swami, ci sono altri personaggi di questo genere, oppure Pothana è l'unico esempio?" - Egli affermò che ci sono molte persone, come Annamacharya, Tulsidas, Thyagaraj - tutti Yogi, Anime realizzate che erano cantori, artisti nelle belle arti. Perché no?"


COME FARE ESPERIENZA DELLA BEATITUDINE?

Uno dei presenti chiese: "Swami, come si fa a sperimentare la beatitudine?"
Bhagavan rispose: "Con i sensi non potrete esperire la beatitudine, neppure con la mente sarà possibile. La beatitudine non è un'esperienza, beatitudine è colui che fa l'esperienza."
Vi prego di prestare attenzione - la beatitudine è colui che fa l'esperienza, non è un'sperienza. - "Oh Swami, chi è l'uno e cos'è l'altra?"
Egli rispose: "Tu esisti nello stato di veglia, tu ci sei nello stato di sogno, tu esisti nel sonno profondo. Tu sei. Quel vero "Tu" è beatitudine, non è semplicemente lo stato di veglia, di sogno o di sonno profondo".

Poi Bhagavan aggiunse: "Colui che esperisce, il vero Te stesso nei tre stati di coscienza - veglia, sogno e sonno profondo - quel vero 'IO', quello Spirito, l'Atma, è beatitudine, non è esperienza".
"Oh Swami, che meraviglia, ora capisco!"

Bene, ma in quale forma è? Io volevo mettere a fuoco il problema ed avere la risposta, dato che Swami era così gentile da rispondere; la situazione era favorevole, perché non avremmo dovuto trarne il meglio?
Allora io gli chiesi: "Swami, in quale forma è?"
Egli rispose: "In una forma fisica, in un corpo fisico, la beatitudine è in forma sottile. In un corpo sottile, la beatitudine è in forma densa".
Oh, che confusione! - "In un corpo fisico, la beatitudine è in forma sottile. In un corpo sottile, la beatitudine è in forma densa".

"Swami, non capisco, ti prego di scusarmi, ma come può essere densa qui e sottile là? Non afferro".
Allora Bhagavan diede la seguente spiegazione: "Qui c'è un seme di mango. Se piantate questo seme di mango, nasce un albero di mango. Giusto? Allora dov'è l'albero del mango? Esso è insito nel seme! Il seme è sottile e l'albero è fisico, il denso che è presente nel sottile. Dentro il seme, che è in forma sottile, che è il corpo sottile, è contenuto l'albero fisico, denso. Capisci? È l'albero contenuto nel seme quello che nasce e diventa albero. È chiaro?"
"Il grande albero di mango avrà dei frutti, nei quali ci sono i semi.
L'albero fisico, denso, ha in sé il seme sottile. Il seme sottile ha in sé la pianta fisica. Perciò, la beatitudine è presente in forma sottile in un corpo fisico, mentre è in forma densa in un corpo sottile".
"Ora penso di capire, Swami, ora mi è entrato in testa".


CHI VUOLE QUESTE COSE?

Poi, pieno di gratitudine, io esclamai: "Bhagavan, chi ci dirà tutte queste cose?" - Baba rispose:
"Chi vuole queste cose? Tutti vogliono soltanto i loro vantaggi personali, il progresso materiale, soldi, la posizione e la famiglia. Io sono disposto a dire queste cose, ma chi le vuole? Nessuno, nessuno! Perciò non chiedere 'Chi dirà queste cose?' - Io sono qui per dirvele, ma chi è disposto ad ascoltarmi? Tutti hanno i loro desideri ed i loro problemi. Poiché non c'è nessuno che vuole
queste cose, che può capire queste cose, Io non ne parlo; ma in realtà, Io vorrei parlare di questi argomenti". Ecco quello che Bhagavan ha detto.


SWAMI, NON PRENDERE SOFFERENZE SU DI TE

Quell'anno, dopo la festività di Shivaratri, Swami fece qualche dichiarazione molto interessante.
Durante la celebrazione di Shivaratri, Egli chiese ad uno studente di parlare prima del Suo Discorso Divino. Durante il suo breve discorso quel ragazzo disse:
Swami, noi non vogliamo vedere il Lingam oggi, perché tu devi penare e soffrire così tanto per farlo uscire. Non vogliamo vederti soffrire così. Swami, non addossarti questa pena, noi non vogliamo".
Nonostante ciò, Swami materializzò il Lingam per tutti noi. Il giorno dopo Swami chiamò quel ragazzo: "Hei ragazzo, vieni qui. Che cosa hai detto ieri?"
"Swami, ho solo detto: "Non sforzarti e non sottoporti a sofferenze; noi non vogliamo. Niente Shiva Linga oggi, Swami, perché non vogliamo vederti soffrire così!"

Quindi Baba osservò: "No, no, no! Per rendervi felici, Io sono disposto a soffrire. Sono pronto a soffrire per rendervi felici - per darvi un senso di soddisfazione. Non importa quello che accade a Me". Poi mi guardò e disse: "Ieri quel ragazzo ha detto 'Non materializzare il Lingam, Swami, non possiamo vederti soffrire così'. Ora dimmi se ha perso o vinto, se ha fallito o se è riuscito. Egli non voleva che Swami materializzasse lo Shiva Lingam, ma Swami lo ha
materializzato lo stesso.
Questo ragazzo ha dunque vinto o perso?"
Io risposi: "Swami, penso che sia riuscito ad esprimere dal profondo del cuore i suoi sentimenti per Te, nel non volere la Tua sofferenza nel far emergere il Lingam; tuttavia, Tu non lo hai ascoltato e hai materializzato il Lingam, per cui il ragazzo ha anche perso. Egli ha ottenuto sia il successo sia il fallimento".

Vedete, di tanto in tanto anche noi impariamo qualcosa dall'arte Divina, passando tutto il tempo con Lui, anche noi impariamo!
Ma Baba osservò: "No, no! Egli ha vinto in entrambi i campi".
Poiché l'ultima parola è sempre la Sua, non accetterà la risposta di qualcun altro. La Sua è l'ultima, quella finale.
"No, no. Perché dici che egli ha vinto e ha perso? Ha vinto comunque".
"In che modo, Swami?"

Bhagavan disse: "Nell'esprimere una preghiera con tutto il cuore, egli ha avuto successo. Molto bene! Ma se avessi ascoltato la sua preghiera e non avessi
materializzato il Lingam, tutta la gente qui riunita lo avrebbe biasimato. Poiché il ragazzo aveva detto 'Non vogliamo il Lingam', se Swami non l'avesse fatto, la gente lo avrebbe criticato e biasimato, mentre così non ne hanno parlato male. Quindi, anche in quel modo egli ha avuto successo, non ha ricevuto il biasimo pubblico, ed è riuscito ad offrirmi la sua preghiera; perciò, ha avuto successo in
entrambi i campi!"
Poi Egli aggiunse: "Io non ho nessun tipo di dolore. Tutto è perfetto.
Qualsiasi cosa Io faccia è corretta".


NON MI LASCERO' TRASCINARE DALLE LODI

Quindi aggiunsi: "Swami, voglio ringraziarti di una cosa" - "Che cosa?"
"Quando sei seduto e materializzi il Lingam, non tutti sono in grado di vederti. Dentro di me pregavo: "Bhagavan, perché non metti qualche apparecchio TV in modo che tutti possano vedere l'emissione dello Shiva Lingam; ma Tu sei stato così gentile, senza dover collocare degli apparecchi televisivi, ti sei alzato in piedi quando lo Shiva Lingam è emerso dalla Tua bocca, così tutti noi abbiamo potuto vederlo. Swami, sei stato molto gentile! A causa della gran folla non tutti
avrebbero potuto vedere il Lingam emergere dalla bocca, ma Tu per compassione ti sei alzato in piedi, per rendere tutti felici, molto felici".
Poi Swami disse "Non mi lascerò trasportare dalle tue lodi, non sarò influenzato dalle lodi o dal biasimo. Lo faccio per la Mia felicità, per la Mia beatitudine. Che
cos'è questa beatitudine? La beatitudine di tutti i Miei devoti mi rende felice. Ecco tutto; non certo le tue lodi".


COSA DEVO FARE PER LIBERARMI DALL'ILLUSIONE?

Poi gli feci una domanda: "Swami, durante Shivaratri di quest'anno, durante il tuo discorso, Tu hai menzionato maya, l'illusione. Cosa devo fare per liberarmi di maya? - Egli rispose: "Non fare, non devi fare niente, è sufficiente che tu sappia che cosa sia l'illusione.
Allora se ne andrà da sola" - "Se io so, essa andrà via?" - "Sì" - "Ed io non devo fare niente?" - "Quello che dici è esatto" - "Swami, ti prego, non capisco". Allora Egli fece un esempio, l'esempio classico che fa ogni volta. "È sera e tu stai camminando, mentre cammini vedi un serpente sulla via e ne sei spaventato. Allora accendi una pila e ti accorgi che non è un serpente:
è solo una corda che hai preso per un serpente. Appena sai che non è un serpente, ma è soltanto una corda, sarai libero dalla paura. Sarai libero da ogni paura. Se tu sai che è illusione, essa svanirà, come la paura se ne va quando conosci la verità. Allo stesso modo, quando ti renderai conto che è illusione, essa svanirà con il sorgere di quella stessa consapevolezza".


ELIMINANDO LA COPERTURA C'E' LA CONSAPEVOLEZZA DEL SE'

Swami fece qualche esempio. A volte intorno ai quaranta o cinquanta anni si può sviluppare una cataratta, un disturbo dell'occhio che riduce la visibilità. Oggi, persino i giovani l'hanno.
Questa velatura che ricopre l'occhio proviene dall'occhio stesso, non dall'esterno. Non è un velo che proviene dalla casa del mio vicino ed entra nel mio occhio, ma nel mio stesso occhio si forma un velo che ne ricopre la pupilla. In uno stagno c'è dell'acqua che è ricoperta dalle alghe. L'acqua forma le alghe e le stesse ricoprono l'acqua. Qui c'è un fuoco; dal fuoco si origina la cenere, e quest'ultima copre il fuoco. Il sole è la causa della nube, e la nube copre il sole.
Analogamente, l'illusione sorge dall'interno di voi stessi, nessuno vi ha messo nell'illusione; essa è nata da voi stessi, perciò dovete rimuoverla. È vostro dovere liberarvi di maya, poiché essa è lì dentro di voi. Non è arrivata dal di fuori". È chiaro? Questi sono gli esempi fatti da Bhagavan.
"Allora, che cosa devo fare adesso, Swami? Essa è sorta da me, va bene, ma cosa devo fare?"

Egli replicò: "Qui c'è il fuoco coperto dalla cenere. Cosa devi fare?
(Anil Kumar soffia alcune volte, come per soffiare via la cenere dal fuoco) Soffiala via, la cenere se n'andrà e tu vedrai il fuoco. Qui c'è dell'acqua coperta dalle alghe. Cosa devi fare? Togli le alghe e potrai vedere l'acqua. Le nuvole coprono il sole. Cosa devi fare? Aspettare, il vento porterà via tutte le nubi,
così il sole potrà diffondere la sua luce e tu potrai vederla".
"Pertanto, soffiare via la cenere, togliere le alghe, il vento che spazza via le nubi - tutto ciò è paragonabile alla consapevolezza o conoscenza del Sé. Se hai la conoscenza del Sé, la realtà di 'Chi sono io', la copertura dell'illusione se ne andrà da sola". Che splendida risposta! È ciò che viene chiamato Consapevolezza, Conoscenza del Sé, che solo Bhagavan può spiegare. Nessun altro lo può spiegare in un modo così semplice. Ma, poiché sono un uomo debole, c'è ancora qualche domanda in un angolino della mia testa.


L'ILLUSIONE RITORNERA'?

"Swami!" - "Ah, sì.... cosa?" - "Maya è così scomparsa, c'è tuttavia qualche pericolo che ritorni?
L'illusione è andata; può ritornare, oppure è scomparsa definitivamente?"
Baba rise e disse: "Ricorda questi tre aspetti: primo, se viene, non se ne andrà mai. Secondo, se va, non tornerà mai. Terzo, non viene e non va".
Oh, tre cose! Io avevo fatto una domanda e Swami mi ha fornito ben tre
risposte!
"Che cosa sono, Swami?" - "Se viene, non andrà più via - è la conoscenza o consapevolezza. Secondo, se va, non ritornerà più - quella è l'ignoranza. Terzo, ciò che non va e non viene - è il tuo vero Sé, l'Atma, lo Spirito o la Consapevolezza".


CHE COS'E' RAHUKALA

Bene, a quel punto volevo rendere la discussione un po' più leggera, quindi chiesi: "Swami, che cos'è Rahukala?"
Voi avrete sentito i devoti dire che Rahukala è dalle 3 alle 4,30 del mattino; oppure che dalle 5 alle 6.30 è Rahukala. Ancora oggi non ne capisco niente e non ci credo, per essere proprio sincero; infatti, se Baba ne parla o se i devoti ne parlano, per cortesia e decenza io tengo la bocca chiusa, ma non ne so niente. Avevo posto la domanda per rendere la discussione un po' più leggera,
perché sino a quel momento era molto ponderosa. Perciò, chiesi a Swami:
"Che cos'è Rahukala?"
(anche se personalmente non ci credo).

"Rahukala è il periodo che non è propizio, e sta ad indicare la congiunzione planetaria e la posizione del pianeta Terra nel piano dell'orbita mentre gira intorno al sole. Ciò è chiamato Rahukala".
"Oh, Swami, che cosa ha a che fare con me? Se il pianeta ruota così, se la posizione del sole è così, cosa centro io?"
Allora Egli aggiunse: "Durante quel periodo, ci sono degli elementi venefici nei raggi del sole, e uno deve stare attento. Tutto quello che farete durante quel periodo non sarà proficuo e non darà successo. Perciò, Rahukala viene osservato scrupolosamente". Ecco cosa disse Bhagavan al proposito.
In ogni caso, non proseguii oltre, perché, primo, non sono tanto interessato all'argomento, e secondo, non volevo porre altre domande perché avrei dovuto esibire la mia ignoranza in materia e non volevo correre quel rischio; perciò rimasi in silenzio con le mani giunte.


NON VOGLIO POLITICA INTORNO A ME

Quel giorno arrivò anche un uomo politico molto importante che era anche un ministro e disse:
"Swami, Tu sei unico. Perché non gestisci Tu tutti gli istituti scolastici e le università di questo paese! È la preghiera di tutti i ministri, è la preghiera di
tutti. Gestisci gli ospedali e dirigi le università! Sarebbe una cosa eccellente!"
Ma Baba è Baba, e quindi rispose: "La Mia amministrazione non ha niente a che fare con la politica.
Voi politici andate e venite, cambiate partito, ma Io non vado e vengo, non cambio. Io sono solo l'Uno senza secondo. Io continuo a fare, ecco tutto. Io tengo sempre la politica ben lontano da Me, non voglio nessuna politica intorno a Me. Voi politici sapete torcere la vostra lingua: oggi dite 'sì', e domani dite 'no'. Io non sono di quello stampo, qualsiasi cosa dica è soltanto una ed unica, e la mantengo, vi aderisco e la attuo".

IL LINGAM D'ORO

Poi, non volendo concludere la sessione pomeridiana con questa osservazione dura e grave, volevo dare un benevolo saluto.
"Swami, Il Lingam che hai materializzato è d'oro. È davvero d'oro? Il Lingam che si manifestò, uscendo dal Tuo corpo, è davvero d'oro?" Egli rispose: "Sì, certamente.
Tutti i metalli sono presenti nel vostro corpo. Nel corpo umano ci sono tutti i metalli, compreso l'oro. A causa di un calore molto intenso, questo oro presente nel corpo assume una forma particolare. Questo Lingam fuoriesce con una forza terribile. Ecco perché, e voi l'avrete notato, esso uscì dalla bocca con
una forza incredibile e cadde per terra. Perciò, a causa dell'enorme calore generato, l'oro assume la forma di un Lingam e viene liberato improvvisamente con gran forza.
Questo è l'Hiranyagarbha Lingam".
Ecco ciò che ha detto Bhagavan.
"Oh, Swami!"
"Questo è presente anche in voi, ma Io riesco a portarlo fuori, mentre voi non potete".


LE LOCALITA' DI MADRAS

Il giorno successivo, Bhagavan ci parlò dei vecchi tempi, delle sue visite a Madras e Delhi, e nominò le vie e le località di Madras.
Allora io osservai: "Swami, Tu conosci i nomi di tutti i posti di Madras?" - "Eh! Ho cominciato a visitare Madras all'età di undici anni. Avevo solo undici anni quando andai a Madras; conosco ogni angolo di Madras". Poi citò i nomi di innumerevoli ministri, personaggi importanti, primi ministri, artisti, maharaja, giudici - tutti coloro che erano andati a rendergli visita quando Bhagavan era a
Madras. Swami continuò a raccontarci di questi eminenti personaggi che si erano recati a trovarlo.
Poi Egli osservò: "Guardate, la gente è attratta da questo luogo proprio come le api lo sono dal fiore di loto per suggere il nettare. Così tutta questa gente viene qui".


L'ALBERO DEVE CRESCERE DOV'E' NATO

Swami fece poi una dichiarazione, con cui concludiamo questa sessione.
Vi prego di prestare attenzione, è molto importante.
"Molte persone hanno visitato questo posto e mi hanno chiesto di trasferirmi in qualche città, perché Puttaparthi è un piccolo villaggio. A quei tempi non esistevano strade di collegamento e non c'erano autobus, la gente doveva arrivare fin qui su un carro tirato dai buoi. Lo sapete? Avevano grosse difficoltà a venire qui".
Perciò, la gente che abitava in città pregò Bhagavan: "Swami, per favore trasferisciti a Bangalore, dove ci sono treni, pullman e aerei. Perché non vieni?" - Ma Baba rispose: "No. L'albero deve crescere nello stesso luogo in cui è seminato il seme, dove esso è piantato. L'albero deve crescere dove è nato, e da nessun'altra parte". Questa è la risposta che diede.

Oggi comprendiamo l'importanza di questo luogo - un minuscolo villaggio ha raggiunto la statura di un villaggio globale, attraendo persone di ogni nazione, donando pace, consolazione e beatitudine a tutti coloro che provengono da ogni parte del mondo.
Questo è il Piano Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.