PERLE DI SAGGEZZA SAI

"NON DOVETE DIPENDERE DAGLI ALTRI"

15 gennaio 2003

Ecco la prima cosa detta da Swami: "Ai Giochi Sportivi come in qualsiasi altro caso, non si deve dipendere dagli altri. Non dobbiamo chiedere a prestito niente a nessuno, né assoldare gente di nessuna provenienza e perciò non si deve tirare in causa nessuna agenzia. Dovete essere autosufficienti e contare solo su voi stessi". Egli ha definito ciò swasakthi. Questo è un bellissimo messaggio per tutti noi, che ci aiuterà a stare in piedi per conto nostro e a non
dipendere dai nostri vicini.

Questo mi ha indotto a porre una domanda: "Swami, è possibile contare su di sé tutta la vita? È sbagliato cercare aiuto presso un agente esterno? Perché?"
Swami ha risposto: "Anche se interviene qualcuno e cerca di aiutarti, è solo lo spirito in te che deve rispondere, null'altro. Un agente esterno costituirà uno stimolo, ma lo spirito vero in te deve rispondere a quello stimolo."
Che splendida risposta! Ora capisco che tutta la gente con cui mi associo è lì solo per aiutarmi a costruire il mio spirito. Quando non stiamo bene o siamo di cattivo umore, gli altri possono pronunciare qualche parola di conforto e sostegno, ma alla fine è lo spirito che deve emerge in noi. In altri termini, l'agente esterno stimola il tuo spirito a sorgere dall'interno. Questo è il primo punto sollevato da Swami.


DUE COSE NECESSARIE: ENERGIA ED ABILITÀ

Il secondo punto: due elementi sono essenziali per ogni uomo. Devo ricordarvi che tutti questi argomenti sono scaturiti a seguito dei Giochi Sportivi dell'11 e 12
Gennaio; ciò significa che l'avvenimento era solo una scusa od un'opportunità per portare a tutti il Divino messaggio. È in questo contesto che desidero rendervi partecipi dei Suoi commenti.
Egli ha affermato che due elementi sono necessari per tutti: il primo è shakti, che significa energia, il secondo è samardhyam, che significa abilità. Energia ed
abilità sono essenziali per ogni uomo.

Allora ho chiesto: "Bhagavan, ho l'impressione che shakti e samardhyam siano uno e la stessa cosa.
Non basta una solo delle due? È essenziale possederle entrambe?"
Bhagavan ha fatto questo esempio. Indicando il tavolo, ha detto: "Per sollevare il tavolo hai bisogno di shakti, energia. Poi ti occorre anche l'abilità per
trasportarlo. Come lo porti? Ti occorre la tecnica e la capacità per trasportarlo. Quella capacità e tecnica è samardhyam, ovvero l'abilità, mentre l'energia è shakti."
"Swami, ci hai dato uno splendido chiarimento. Avevo l'impressione che fossero due sinonimi e che potesse bastarne uno, senza bisogno dell'altro. Molto bene! Ora capisco che uno è complementare all'altro. Sono proprio contento."

Inoltre, Bhagavan ha illustrato ulteriormente samardhyam (abilità, tecnica, capacità). Ci ha fatto un altro esempio. Kalam significa penna. Kavvam è l'attrezzo per sbattere il burro. Si sbatte il burro col kavvam, il pestello.
Swami è il poeta tra i poeti. Ha composto queste due parole in modo poetico. "Kalam, la penna, si usa per scrivere. Kavvam, il pestello, si usa per sbattere il burro.
Non potete usare il pestello per scrivere, né la penna per sbattere; in questo sta l'abilità, la tecnica."
Così Egli ha illustrato le parole, shakti e samardhyam, energia ed abilità.


"DOVE SUBENTRA LA DIVINITÀ?"

"Swami, vorrei sapere questo: se io già posseggo energia ed abilità, dove subentra la Divinità? Dov'è il posto di Dio? Non sono sufficienti abilità e capacità?"
Qual è stata la risposta di Dio?
Ecco la risposta di Swami: "Okay. Dove hai seminato i semi germinano e crescono, ma come possono germinare senza il terreno? Il terreno è la Divinità che aiuta i semi a germinare."
"Oh Swami, capisco, ma ora spiegamelo, per favore, a proposito dell'energia e dell'abilità. Il seme è solo uno, ma in questo caso parliamo di due, shakti e samardhyam."
Egli era di buon umore e ha risposto immediatamente: "Vedi, questo è il seme che cresce fino a diventare un albero. Che cosa li unisce? L'acqua. L'acqua è il legame tra le radici nel terreno ed il germoglio sopra la terra. Allo stesso modo, tra energia, shakti, ed abilità, samardhyam, il legame dell'acqua è dato dalla Divinità. La Divinità è il collegamento."
Mi capite? Come l'ha rappresentato bene! Senza l'acqua, non potete attendervi che i semi germinino, e la stessa acqua entra anche nell'albero. Dunque l'acqua è il legame tra le radici ed il germoglio. Lo stesso accade tra abilità ed energia. Molto, molto bene!


"È UN SEGNO DI DEBOLEZZA"

Ho sollevato allora un'altra domanda: "Swami, mi sembra di intuire di non riuscire ad esprimere me stesso al meglio senza l'aiuto di qualcuno. Tu vuoi che io conti solo su di me, ma a me non pare di potermela cavare bene senza l'aiuto di qualcuno."
Immediatamente è arrivata la Sua risposta ferma e molto chiara: "È la tua debolezza che ti fa sentire così. È solo la tua debolezza che ti fa sentire di aver bisogno dell'aiuto di qualcuno. Di fatto, con la tua forza, la tua abilità ed energia, puoi fare benissimo tutto da solo. L'idea di non poter cavarsela da soli e di aver bisogno dell'aiuto degli altri è un segno ed un riflesso della tua stessa debolezza.
Questo è un punto fondamentale per tutti noi: affidarsi a Dio e non dipendere da nessun altro, poiché ciò costituirebbe un segno di debolezza. È chiaro? Riflettete sulla bellezza della Sua spiegazione.


ENTUSIASMO ED INCORAGGIAMENTO

Non mi bastava fermarmi a quel punto, perciò aggiunsi: "Swami, posso però aver bisogno di qualcuno che mi dia un incoraggiamento. Se anche non mi aspetto nulla da nessuno, mi serve almeno qualcuno che mi incoraggi, che mi dica qualche parola d'incoraggiamento. Perché no?"
"No, no, no, no!" ha detto Lui.
Ha usato due parole: utsaham, che significa entusiasmo, e prothasaham, che significa incoraggiamento, ed ha detto: "D'accordo, altri possono incoraggiarti,
ma lo spirito dell'incoraggiamento nasce in te. Gli altri non ti spingono in bocca
l'incoraggiamento. Tu incoraggi te stesso per mezzo delle loro parole."
L'incoraggiamento non è quindi una pillola da ingoiare, non è un'iniezione. In fin dei conti, l'entusiasmo deve nascere e trovare posto interiormente, e non provenire dall'esterno. L'entusiasmo e l'incoraggiamento che si sentono devono venire da dentro e non da fuori, non da un agente esterno.
Ecco cosa ha detto Swami.


"HAI VISTO ANIL KUMAR IERI?"

Poi ha commentato con un'altra persona seduta lì vicino: "Ieri sul palco, durante i Giochi Sportivi, hai visto Anil Kumar in giacca e cravatta?
Quell'uomo ha risposto: "Si, Swami. Stava molto bene."
Poi un altro signore, il direttore dell'ostello di Brindavan, ha aggiunto: "Swami, ho detto ad Anil Kumar: 'Sembri un atleta sportivo, con la giacca blu scuro, i pantaloni bianchi e la cravatta'.
Stava molto bene."
Perciò ho osservato: "Swami, se non faccio la mia figura qui, dove altrimenti? Se non mostro tutta la mia dignità qui, dove posso farlo? A casa, al massimo, solo la gente della strada può vedermi, ma qui sono osservato da migliaia e migliaia, Indiani e stranieri.
Perché no? Perciò, mi piace presentarmi nel miglior modo possibile, perché sono al fianco di Dio.
Perché no?"
Allora Egli ha detto: "Hmm. Cos'altro hai da dire?"


SFOGGIO E DIGNITÀ

C'è una parola, darja, che significa 'in gran pompa, sfoggio', ed una seconda parola, thivi, che significa 'con dignità.'
A quel punto ho detto: "Swami, con darja e thivi, con sfoggio e dignità, dove posso presentarmi se non qui?"
Swami mi guardava intensamente. Allora ho pensato che fosse il momento di cercare di alleggerire l'argomento, perciò ho domandato: "Swami, che differenza c'è tra darja, ostentazione, e thivi, dignità? Qual è la differenza? È la stessa cosa?"
Bhagavan ha risposto "Darja è all'esterno e riflette quello che è presente interiormente, cioè thivi. L'esibizione è esteriore, la dignità è interiore. Tutto ciò che si vede esteriormente è darja, mentre ciò che viene proiettato sulla televisione è thivi. Thivi è la TV."
Capite il bellissimo giochetto tra queste parole? Pertanto, la thivi o dignità è come la TV, mentre darja o l'esibizione è la scena percepita dall'esterno.
"Splendido, Swami. Molto bello. Sono proprio contento."


"EGLI È IL TUO PRODOTTO"

Poi Egli ha chiamato il Direttore del College di Brindavan, il più giovane direttore di tutti gli istituti scolastici, un ex-studente dell'università di Swami.
Egli mi ha chiesto: "Che tipo è?"
Ho risposto: "Swami, è un gioiello di ragazzo."
"Come fai a saperlo?"
"Per la semplice ragione che è un tuo prodotto. Io arrivai qua quando avevo 45 anni, mezzo rovinato, mentre questo ragazzo è un tuo prodotto, puro al 100
percento."
"Hmm, bene."


"TU SEI OLTRE L'ETÀ"

Poi Swami ha detto: "E di Me, cosa puoi dire?"
"Swami, Tu non hai età. Io sono arrivato qui a 45 anni, mentre questo ragazzo è venuto da Te in giovane l'età. Tu non hai età, Tu sei al di là di ogni età."
Poi il nostro buon Dio mi lanciò un bellissimo sorriso e disse: "Come fai a saperlo?"
Allora dissi: "Swami, conosco molta gente che mi ha detto, 'Swami ha celebrato il mio matrimonio' - 'Swami ha celebrato il matrimonio di mio figlio' - 'Swami ha battezzato mio nipote.' Noi invecchiamo, ma Swami è così giovane. Dunque Tu trascendi l'età."
"Okay, okay."


"IO NON HO PREOCCUPAZIONI"

Poi Bhagavan ha fatto un'osservazione molto importante: "Se anche Tu fossi come Me, potresti trascendere il tempo."
"Swami, come Te? Cosa intendi?"
Egli ha risposto: "Io non ho preoccupazioni, non ho pensieri, nulla. Io non ho preoccupazioni. Se non hai preoccupazioni, anche tu puoi essere giovane come Me."
"Swami, perché la gente diventa vecchia?"
"Le preoccupazioni ti faranno apparire vecchio. Le preoccupazioni sono responsabili della vecchiaia. Se non hai preoccupazioni, puoi apparire come Me."
Che meraviglia sarebbe se anche noi fossimo liberi dalle preoccupazioni. Più vogliamo essere liberi dalle preoccupazioni e più siamo preoccupati. Lasciamo dormire i cani che dormono, non c'è bisogno di svegliarli!


"PRASANTHI NILAYAM È IL PARADISO"

Poi c'è stata un'osservazione speciale, qualcuno ha fatto notare:
"Swami, il 14 Gennaio è la ricorrenza di Vaikuntha Ekadasi. Non solo, ma anche Shankranti cade in quello stesso giorno."
Vaikuntha Ekadasi è una ricorrenza, un'occasione nella quale si offre la nostra adorazione a tutte le deità. Dio è uno, le deità sono molte. C'è differenza tra Dio ed una deità? Lakshmi è una deità.
Sarasvati è una deità. Durga è una deità. Kali, Durga, sono delle deità; ma la Divinità è una ed unica. È chiaro? Dunque, Vaikuntha Ekadasi è una ricorrenza in cui nello stesso giorno esprimiamo la nostra sottomissione a tutte le deità. Vaikuntha significa Paradiso.
Allora io ho detto: "Swami, in tal caso, questo Prashanti Nilayam è Vaikuntha, è proprio il Paradiso."
Egli ha domandato "Come fai a saperlo?"
"Lo so perché, da quando sono qui, non ho preoccupazioni. Appena esco, le preoccupazioni mi saltano addosso e mi perseguitano. Lo stato in cui non ci sono preoccupazioni né pensieri è il Paradiso.
Io trovo quel Paradiso proprio qui. Dunque questo è il Paradiso."


IDEALE E COMANDO

Poi ho detto: "Swami, quale ideale ci hai mostrato! L'ideale di essere anche noi liberi da pensieri e preoccupazioni; quale adarsam, ideale, sei Tu!"
Bhagavan ha risposto: "Non è un semplice adarsam. È il Mio adesam, il Mio comando a voi."
Adesam è il comando, mentre adarsam significa ideale.
Questo ci fa capire che Swami, l'ideale o adarsam, contiene adesam, il comando per noi di seguire ed emulare il Suo esempio.
Alla fine Swami ha detto: "Ecco perché vi dico che la Mia vita è il Mio messaggio."
La Sua vita è l'ideale, adarsam. Il Suo messaggio è il comando, adesam.


SODDISFAZIONE DI SÉ

"Swami, noi ricaviamo soddisfazione, per lo meno psicologica, nel fare delle cose che siano apprezzate dagli altri. Quando faccio qualcosa che ottiene
l'ammirazione o l'apprezzamento di tutti, ho soddisfazione, vero? Questa è samthrupthi, soddisfazione?"
Swami ha detto: "Atma Samthrupthi, o soddisfazione di Sé, è più importante dell'apprezzamento degli altri. Atma Samthrupthi, è più importante dell'ammirazione o del plauso, da qualunque direzione provenga."
Con questo, la conversazione del 12 Gennaio 2003 si è conclusa. Ora possiamo tornare alle date precedenti come abbiamo fatto sino ad ora.


GLOBALIZZAZIONE E STANDARD DI VITA

Come il solito, quel giorno, dopo le udienze del pomeriggio, Egli è uscito lentamente, camminando maestoso, aggiustandosi i capelli in un bellissimo modo, unico ed inimitabile. Si è seduto graziosamente ed ha cominciato a parlare con noi.
Egli ha chiesto: "Avete avuto una riunione al college, oggi?"
"Si, Swami. Abbiamo avuto una riunione stamane."
"Qual era l'argomento?"
"Swami, un esperto ha parlato della globalizzazione."
"Oh, capisco. Perché globalizzazione?"
"Swami, la globalizzazione è necessaria per migliorare il nostro standard di vita."
Bhagavan ha detto: "Sbagliate. Non è necessario migliorare lo standard di vita. Pertanto, la globalizzazione non è opportuna. È la qualità della vita, è lo standard della vita , che è molto più importante."


STANDARD DI VITA E PERICOLO

Poi Egli ha usato due parole: 'pramana,' che significa standard. "Se ragionate in termini di pramana, standard di vita, incontrerete pramada. Pramada significa
pericolo. Se fate riferimento a questi standard, incontrerete dei pericoli. Cercate di non andare incontro a pericoli nella vita, evitando di inseguire standard di vita." Ecco ciò che ha detto Bhagavan.
"Swami, questo Paese è grande, quel Paese è ricco per la sua opulenza, abbondanza e prosperità. Non sta questo ad indicare il reddito pro capite di quella nazione?"
Swami ha detto: "No. Cos'è lo standard nazionale della vita? Lo standard nazionale della vita è l'integrazione di tutto il mondo animato, di tutti gli esseri, animali, piante e risorse naturali. L'integrazione di tutto ciò costituisce gli standard nazionali, e non solo quelli esteriori."

Allora ho riflettuto su quanto Egli ha detto. Il giorno d'oggi abbiamo così tanti problemi globali: l'effetto serra, il buco nell'ozono, l'inquinamento, ecc.
Tutti questi problemi esistono a causa della mancata integrazione con le risorse naturali. Uccidiamo il mondo animale, e quindi la vita selvatica ne soffre molto. Uccidiamo, sradichiamo i grandi alberi; di conseguenza, abbiamo un grave problema d'inquinamento dell'aria.
Bhagavan dice che l'integrazione di tutti gli esseri viventi, piante, animali, uccelli, in modo che tutti vivano insieme in perfetta armonia, costituisce lo standard di una nazione, e non solo in termini di economia, comodità, agio e lusso. Ecco come Egli inquadra l'argomento. Questi punti hanno costituito un problema per i biologi e gli ecologi ambientalisti di tutto il mondo.


"LA MODERNITÀ È LIMITARSI "

A quel punto ho chiesto: "Swami, se non utilizzo tutte le comodità moderne, come posso dire di essere un uomo moderno? Io penso di essere moderno, ultramoderno, facendo uso di tutte le risorse naturali. Se non sfrutto le risorse naturali, come posso essere moderno?"
Bhagavan ha detto: "No, no, no, no! Modernità non è sfruttamento, è limitarsi. La modernità consiste nel fare uso delle risorse naturali in modo limitato, senza
sfigurarle o addirittura ucciderle. Ecco cos'è la modernità."
"Swami, va bene. In questa era moderna, in un modo o nell'altro, lo standard di vita aumenterà certamente. Certo, nei tempi passati non utilizzavamo dentifricio e spazzolino. Ma l'uomo moderno usa dentifricio e spazzolino. Le cucine a gas ed altre cose simili, come le stufe, una volta non esistevano. Oggi, la gente usa tutti questi aggeggi. Perciò, lo standard di vita si eleva
spontaneamente, seguendo la modernità, senza sforzi speciali."
Dobbiamo, però, prestare attenzione a quanto segue.
Baba ha detto: "La vita moderna, o quello che tu chiami 'modernità', non è l'ultima moda nello stile di vita. Modernità consiste nel porre un tetto ai nostri
desideri. Controllo dei propri desideri è modernità, e non il condurre una vita fatta di desideri illimitati."
Che splendida definizione, che solo Egli poteva dare, e con la quale noi certamente possiamo orientarci.


"COME CONTROLLARE I DESIDERI?"

"Swami, è bello sentire da Te che dobbiamo controllare i nostri desideri. Perché? Come facciamo?
Per favore, spiegamelo. Quando vedo gente che se la passa meglio di me, mi viene voglia di stare molto, molto meglio di loro. Non ti pare? Come si controllano i desideri? So che devo controllarli, ma come? Io non lo so."
Allora Bhagavan ha risposto generosamente, con un bellissimo esempio.
"Non preoccuparti se qualcun altro possiede una casa grande. Sii contento del fatto che disponi di un riparo dove abitare. Non preoccuparti se un altro possiede un'automobile. Accontentati di avere le tue gambe. Sii felice di avere le gambe, così non hai bisogno di spendere soldi per la benzina e, quando il suo prezzo sale, non te ne importerà, perché hai le gomme che ti ha fatto Dio, le
gambe."
"Swami, va bene. Scusami per questa domanda. Un lusso oggi può diventare una necessità domani. Il telefono era un lusso; oggi è una necessità. Un frigorifero era un lusso, ma oggi è una necessità.
Swami, cosa puoi dirci di questo?"

Come sapete, l'ultima parola deve essere sempre la Sua e su questo non cede neanche di un centimetro. Quindi ha subito risposto: "Non te la sei forse sempre cavata senza telefono? O non sei mai vissuto in un'epoca senza telefoni? Non eri forse felice a quei tempi senza telefono? Non eri tranquillo senza telefono a quell'epoca? Perché pensi di non poter fare a meno di un telefono?
Tale idea è di tua propria fabbricazione. È uno dei tuoi attaccamenti.
Perché dici così? In quei giorni avevi meno spese, e stavi più comodo." Questo è quanto Egli ha risposto.
"Tu vai negli alberghi a cinque stelle, nei super alberghi. È necessario? Non è necessario. Per saziare la fame, un semplice pasto è sufficiente. Perché le bizzarrie?
Perché il lusso? Non è necessario."
Ecco cosa ha detto Bhagavan.


"I SENTIMENTI SPIRITUALI NON SONO DESIDERI"

"Swami, va bene; Io voglio vedere Te, voglio parlare con Te. Questi sono sentimenti spirituali.
Anche questi sentimenti spirituali sono desideri? Hai detto: 'Non avere desideri.' Io voglio un'udienza. Io voglio il Tuo darshan. È anche questo un desiderio?"
Cerchiamo di essere chiari. Bhagavan ha detto: "No. Tutti i sentimenti spirituali non sono desideri."
"Perché, Swami? Perché ci sei di mezzo Tu?"
"No, no, no! In pratica, cos'è un desiderio? Un desiderio è qualcosa che hai sviluppato per ottenere una cosa od un oggetto che non hai, vero? Non hai
un'automobile, e allora desideri possederne una. Non hai una casa, e allora desideri possedere una casa, vero? Dunque, un desiderio è qualcosa che si sviluppa per il possesso o l'acquisto di ciò che non hai. È chiaro?"

"Ma, nella spiritualità, non c'è approvvigionamento o acquisizione di nulla che tu già non abbia. È solo avere esperienza di ciò che tu già sei e di ciò che già possiedi:
l'Amore. L'Amore non è un desiderio. Tu sei l'incarnazione dell'Amore. Anche la Pace, non è un desiderio. Tu sei l'incarnazione della Pace. O la Verità: la Verità non è un desiderio. Tu sei l'incarnazione della Verità. E Dio: Dio non è un desiderio. Tu sei Dio. Dunque, come può essere un desiderio?"
In quel momento ho pensato che non fosse il momento giusto per continuare con questo argomento.
Improvvisamente Swami mi ha guardato e mi ha chiesto: "Hai dei desideri adesso?"
Cosa potevo rispondere?
Ho detto: "Swami, no, non ho desideri."
Pensavo che mi avrebbe fatto un complimento, ma Lui no!
"Certo, hai fatto una cena sontuosa con molti dolci e pietanze piccanti, quindi ora non hai desideri. Hai mangiato cose squisite; bene, posso capire." Ecco cosa ha detto.


MATHI, GATHI, STHITHI, SAMPATHI

In merito a ciò, Egli ha impiegato queste parole: mathi, gathi, sthithi, e sampathi, che sono interessanti. La prima parola è mathi, che significa mente. La seconda parola è gathi, che significa progresso. La terza parola è sthithi, che significa mantenimento, e la quarta è sampathi, che significa ottenere le sei qualifiche desiderabili che sono di vostra proprietà.
Quattro parole: Mathi è la mente che determina il vostro gathi o obiettivo. Tale gathi deve essere sostenuto e mantenuto. Questo mantenimento viene detto sthithi. Tale è la vostra proprietà, chiamata sampathi. È chiaro?
Dunque, mathi, gathi, sthithi e sampathi sono le quattro parole usate in sequenza da Bhagavan, che hanno anche un significato scientifico. Come è la mente, mathi, così è la vostra gathi, destinazione. Come è il vostro gathi, così è sthithi, la conduzione della vostra vita, che è la vostra autentica proprietà o sampathi. Capite? Questo è quanto ha detto in questo contesto.
Ma poi ha anche aggiunto: "È assolutamente necessario per tutti voi fare una ricerca interiore, nivritti. Voi siete sempre rivolti verso l'esteriore, pravritti. Per
questo non siete in grado di conoscere la realtà della Verità."
Questo è ciò che Bhagavan ha detto quel giorno.

Poi Swami ha fatto una bellissima osservazione, che è molto importante per tutti noi: "Se solo correggeste voi stessi in giovane età, il resto della vostra vita
sarebbe al sicuro. Avrete successo, se sarete disciplinati e saprete correggere voi stessi sin da giovani. Se seguite le Mie parole, sarete vittoriosi e trionferete nella vita."
Poi Swami ha fatto anche un'osservazione riferita ad un devoto.
"Quel devoto ha piena fiducia in Me. Egli ha seguito il Mio comando.
Sebbene soffrisse di un problema ai reni, quando gli dissi: 'Non preoccuparti, non hai bisogno di nessuna operazione', ha seguito il Mio comando. Ed oggi, senza aver subito alcuna operazione, sta bene, è in buona salute ed arzillo. Anche voi avrete simili esperienze, purché seguiate il comando di Swami."
Con questo, la conversazione serale si è conclusa.


IL SUPER SPECIALITY HOSPITAL

Quel giorno Swami ha parlato del Super Speciality Hospital. Egli ha parlato dell'ospedale a parecchi dottori provenienti da diversi luoghi e ha detto come tanta gente, bambini, giovani e vecchi, siano stati salvati, come molte vite siano state salvate da una totale tragedia, e come i fondi siano stati utilizzati nell'Ospedale Sathya Sai, con generosità e con grande successo. Egli ha spiegato tutto ciò ad un gruppo di dottori là radunati.
Io mi trovavo lì ed ho osservato: "Swami, sebbene noi viviamo qui a due passi, non siamo al corrente di quanto accade nel nostro ospedale. Io non immaginavo come Tu lo dirigessi."

Swami ha sorriso: "Fare quanto è necessario è Mio compito. Chiedermelo è tuo diritto. Puoi chiedermi, farmi delle domande; ciò è tuo diritto. E darti ciò di cui
hai bisogno è Mio compito."
Poi ha detto a tutti: "Nel nostro ospedale, lavorano tanti, tanti ragazzi molto qualificati. Lo fanno per devozione, non per tornaconto economico. Non sono dottori, ma hanno una grossa esperienza e sanno come agire. È il loro amore per Swami che li induce a stare qui."
È stata una specie di rivelazione per molta gente che si trovava radunata là.


"SOLO LA DIVINITÀ È OVUNQUE"

C'è stata un'altra occasione in cui Bhagavan ha fatto alcune osservazioni che voglio comunicarvi.
Swami ha cominciato dicendo che c'è solo Dio e nient'altro. C'è solo la Divinità ovunque, nient'altro; tutti sono i Suoi riflessi.
Allora gli ho rivolto una domanda: "Swami, perché non ne ho l'esperienza? Se la Divinità è ovunque e non c'è nient'altro, perché io non riesco ad averne l'esperienza?"
"L'attaccamento al corpo è responsabile della tua ignoranza e dell'incapacità di riconoscere la tua Realtà."

Io ho detto: "Swami, scusami. Questo bicchiere e questa penna sono inanimati, ed io non ho preferenze. Ho certe altre preferenze, mi piacciono le conserve molto piccanti. Eppure Tu affermi che ogni cosa è Divina. Allora, che differenza c'è tra me e la penna?"
Swami ha risposto: "È la mente. La tua mente nutre delle preferenze, ma il tuo spirito non ne ha.
Infatti, questo bicchiere può piacerti o non piacerti. Le repulsioni o i gradimenti sono soltanto tuoi, ma il bicchiere è lo stesso. Non ci sono mutamenti nel bicchiere.
Allo stesso modo, la Divinità presente in ognuno è la stessa. Tuttavia, i gradimenti o le repulsioni sono dovuti alla tua mente ed all'attaccamento al corpo. Senza questi, l'intero Universo è Divinità, la quale trascende tutto ciò e non ha alcuna dualità o preferenze."

"Swami, è tutto qui? Perché allora succede che non tutto mi piaccia?"
"Ci deve essere qualcosa di sbagliato in te che non ti permette di gradire qualsiasi cosa."
Sbagliato? Io? "Che cosa sbagliato, Swami?"
"Un diabetico non può mangiare dolci. Solo il fatto che un diabetico non possa mangiare dolci, non significa che ci sia qualcosa di sbagliato nei dolci. C'è un difetto nel corpo del diabetico, non nei dolci. Non puoi dare la colpa ai dolci. La colpa risiede nel diabetico. È chiaro? Tu non sei in grado di godere dei doni di Dio a causa di qualche difetto che è dentro di te; questi difetti compromettono la tua capacità di fare esperienza della Divinità che è ovunque."
"È davvero così, Swami? Allora, perché c'è il buono ed il cattivo? Ogni cosa è Divinità, vero?
Perché talvolta Tu dici: questo è buono e quello è cattivo - È un uomo buono o un uomo cattivo, una donna buona o una donna cattiva? Perché, se ogni cosa è Divinità?"
Bhagavan ha risposto: "Non c'è il buono ed il cattivo. Essi esistono insieme come positivo e negativo. Il buono ed il cattivo si basano sul tempo. Il cibo che tu mangi ora è buono. Tuttavia domattina sarà cattivo. Dunque, cosa è buono e cosa è cattivo adesso?
Quattro ore di tempo fanno la differenza; ecco tutto".
"Oh, capisco, Swami. Mi correggo."


OGNI COSA È DIVINITA'

Poi ho detto a Swami, "Qual è il vantaggio di conoscere che ogni cosa è Divinità? Qual è il vantaggio? Se non conoscessi che ogni cosa è Divinità, quale sarebbe il danno? Cosa ci rimetterei?"
"Quando tu riconosci che tutto è Divinità, avrai quello spirito di equanimità o equilibrio di ragionamento. Se c'è l'equanimità, c'è la beatitudine. Nulla al mondo
può più scuoterti."

Poi Swami ha dato un bellissimo esempio. "Quando nasce un bambino, tu sorridi. Quando un vecchio muore, tu piangi. Al momento della nascita, il bambino non dice mai:
'Avanti, avanti, sorridete!'
Il vecchio non dice mai: 'Per favore, piangete quando muoio.' Essi non fanno alcun annuncio. È solo il tuo attaccamento che ti fa sorridere o piangere. Ecco tutto. Nessuno ha chiesto nulla. È sbagliato quando tu perdi l'equanimità e la beatitudine, quando non sei consapevole della Coscienza o Divinità, che è presente ovunque."
"Swami, cos'è che mi rende separato da Dio? Cos'è che mi fa sentire separato da Dio?"
"Dio ha uttama guna, o qualità nobili. Tu hai chetta, o qualità marce.
Se ti liberi di queste qualità marce, le qualità nobili, latenti e connaturate avranno spazio.
Allora farai esperienza della Divinità interiore."
Così ho capito che era ora di comprendere i miei limiti.


DHARMA INDIVIDUALE E DHARMA SOCIALE

"Swami, cos'è il Dharma individuale e il Dharma comunitario? Sono una sola cosa? Cos'è il Dharma individuale?"
Dharma significa codice, codice di vita, la condotta di vita, il modello di vita.
Swami ha risposto: "Pace, pazienza, verità, compassione, sacrificio:
questi sono le componenti e le qualità che costituiscono il Dharma individuale o Manava Dharma, il codice dell'essere umano."
"Allora Swami, cos'è il Dharma comunitario? Se il mio Dharma è pace, può l'odio essere il Dharma della comunità? Capisci il mio punto? Qual è la differenza tra Dharma individuale e Dharma sociale?"

Può sembrare grave, ma nessuno ha trattato questi punti. Abbiamo letto un buon numero di libri, ed ascoltato i discorsi di una gran quantità di gente importante, ma queste sottigliezze non sono state spiegate da nessuno con uno stile così lucido, semplice e vivido.
Ripeto la domanda: questo è il vizio di un insegnante; ve ne chiedo scusa. "Qual è la differenza tra Dharma individuale e Dharma sociale?"
Swami ha risposto: "I valori umani sono il Dharma individuale. Il Dharma comunitario o sociale è di fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te stesso. Fa agli altri ciò che vorresti essi facessero a te. Ogni cosa buona per te è ugualmente buona per gli altri. Ogni cosa che ti fa male, farà altrettanto male agli altri. Ogni cosa che ti rende felice, renderà felici anche gli altri.
Dunque, comportarsi verso la società nello stesso modo in cui tu vorresti che la società si comportasse con te, costituisce il Dharma sociale. È chiaro?"

Va bene. Tuttavia, questo non accade. Vediamo così tante differenze tra la gente.
Allora ho detto: "Swami, che bello udire da Te queste cose, però, mentre noi siamo stati seduti tutto il tempo ad ascoltarti, mi accorgo solo ora che Tu sei in piedi.
Scusami, Swami; siediti, per favore."
Egli ha risposto: "Non sono stanco. Voi potete pensare che questo mi causi delle difficoltà; non c'è alcun problema per Me, Mi piace parlare di queste cose. Mi piace insegnare queste cose. Mi piace."
Poi ha aggiunto: "Dovete comprendere la vostra vera natura. Se comprenderete il vostro autentico Sé, automaticamente comprenderete tutto il resto; dato che non capite il vostro Sé, fraintendete anche gli altri; non conoscendo la vostra vera natura, non siete in grado di conoscere nessun altro. Questo è quanto succede oggi." Ecco ciò che Bhagavan ha affermato a quel proposito.
Penso che per oggi possiamo fermarci qui e continuare la prossima volta. Grazie molte.

(Anil Kumar chiude il satsang con il bhajan, "Sai Narayana, Narayana.")