PERLE DI SAGGEZZA SAI

11 dicembre 2002

Cari Fratelli e Sorelle. Questa sera completeremo le conversazioni che abbiamo avuto nel mese di Agosto 2002. Sono molto felice di sapere che ci sono reazioni positive a queste conversazioni, delle quali non mi prendo alcun merito personale. Sono totalmente consapevole di ciò.
Il fatto è che le persone non hanno accesso a tali conversazioni e sono perciò interessate ad ascoltare ciò che si è detto là, sotto la veranda. Per questo, senza nessuna gloria personale, ve le trasmetto e sono contento della risposta dei devoti Sai.
Una sera Swami ha iniziato a parlate di certi aspetti spirituali, aspetti filosofici. Qui, per ognuno di noi, ogni frase è importante.

La prima affermazione è stata: "Considerate il corpo come uno strumento".

Questa dichiarazione è importante per più di una ragione. Noi ci consideriamo il corpo, ci identifichiamo con il corpo, il quale non è reale poiché muta di
momento in momento, se non addirittura muore all'improvviso, senza nessun preavviso. Come posso, dunque, considerare me stesso come corpo?
Quale valore, allora, dobbiamo dargli? La risposta è semplice: il corpo è solo uno strumento. Ecco tutto. Il corpo deve essere utilizzato come strumento per la
realizzazione e lo scopo per il quale è stato creato. Il corpo è stato ottenuto attraverso il processo della nascita, tuttavia siamo nati per non rinascere più. E' verso questo fine che il corpo deve essere utilizzato, come strumento potente della missione divina.

La seconda affermazione di Baba è stata questa: "Sappiate che Dio è il Padrone di questo corpo. Dio ne è il Proprietario".

Lasciate che ve lo spieghi, perché sono necessari alcuni chiarimenti.
Le spiegazioni, infatti, ci aiutano a conoscere la profondità, l'importanza delle affermazioni di Swami. La mia spiegazione parte da quella base.
Considero veramente Dio essere il Padrone del mio corpo? Posso anche
affermarlo, ma senza sperimentarlo. Se realmente considerassi Dio come tale, tutte le mie azioni sarebbero automaticamente sacre, tutti i miei pensieri sarebbero divini, tutte le mie azioni sarebbero sante, tutte le mie parole sarebbero necessariamente piene di Verità.
Ma in realtà non è così. Le parole sono colme di menzogna, le azioni sono piene di egoismo, il pensieri sono egocentrici e, a queste condizioni, continuare a
dichiarare che Dio è il Proprietario del mio corpo, è assolutamente ridicolo.
E così dobbiamo accettare che Dio è il Padrone del nostro corpo, non solo a parole ma anche nello spirito. Questo si riflette nelle nostre parole, nei nostri pensieri e nelle nostre azioni.

Terza affermazione di Baba: "Riducete il vostro attaccamento al corpo".

Cosa significa? Che per colpa di tale attaccamento soffriamo più del dovuto. Se invece sono consapevole di non essere il corpo, l'intensità della sofferenza
diminuisce. Non è che non ci sia sofferenza, ma sarà senz'altro minore e non sarà più di quanto dovrebbe essere.
In questo modo, quando l'attaccamento al corpo diminuisce, quando non c'è identificazione con il corpo, la nostra attitudine verso la vita cambia. Questo è ciò che Bhagavan ha detto.

Perché siamo attaccati a questo corpo? Dove ci conduce tale attaccamento? Questa è stata la risposta di Bhagavan: "La causa dell'attaccamento al corpo è
l'illusione, la quale conduce alla sofferenza, alla miseria, al dolore. L'attaccamento al corpo non porta nessun beneficio, nessun vantaggio. L'identificazione ad esso non conduce da nessuna parte se non verso la sofferenza, Tutto qui". Ecco perché Bhagavan vuole che non ci si identifichi con il corpo, vuole che non ci si sbagli.

"Swami, che cos'è l'illusione?". A questo riguardo Baba ha citato un noto insegnamento tratto dalle Upanishad. Quale?

"Una corda giace per terra, ma tu la scambi per un serpente. Non è un serpente ma una semplice corda, ma la tua sbagliata identificazione, la tua errata individuazione te la fa confondere con un serpente e scatena in te la paura. Tu fuggi pensando sia un serpente mentre, in realtà, non c'è alcun serpente, ma una corda. L'illusione, dunque, è un'errata identificazione (della realtà). La realtà non è compresa. Agiamo in base a ciò che non è reale, agiamo in base ad una sovrapposizione (del non reale sul reale). Tale illusione conduce alla paura". Questo è quanto Bhagavan ha detto.

A quel punto Baba ha fatto un esempio. C'era un ragazzo in lacrime. Un Essere illuminato che stava passando per quella strada, gli chiese: "Ragazzo, perché stai piangendo? Che cosa ti rattrista?"
"Ho perso mia madre", rispose il ragazzo. "Mia madre, che mi amava così tanto, è morta. L'ho persa.
Per questo piango".
Il saggio rispose: "Dov'è andata? E' sdraiata qui. Non l'hai persa, è qui. Perché piangi?".

"Questo indica che il corpo era lì, ma non la vita. Se consideri la vita come semplice corpo, la madre non è persa, perché il corpo è ancora lì. Nonostante ciò, il ragazzo era in lacrime, perché la 'vera' madre, quella che non era il corpo, non c'era più. Perché?
Perché la vita se ne era andata. Perciò, questa errata identificazione con il corpo è chiamata illusione, la quale ti conduce alla paura ed alla sofferenza che ne consegue". Questo è ciò che Bhagavan ha detto.

Poi ha fatto un altro esempio.
"Anche pensare di essere indiano, di essere russo, di essere americano, è un'illusione. Poiché sei nato in America, sei americano. Ma non è così. Sei nato in America, sei cittadino americano, ma non sei americano. Lo dimostra il fatto che adesso sei in India. Non sei dunque il posto al quale appartieni, non sei la professione che svolgi, non sei del sesso al quale appartieni, ma sei oltre a tutto questo, perché niente di tutto ciò è realtà".

Un altro splendido esempio: "Il mondo intero è come una bellissima casa. Ogni nazione è una stanza e considerare una sola stanza essere l'intera casa, è una stupidaggine.
Questa casa è infatti formata da tantissime stanze le quali, unite insieme, compongono l'edificio. Allo stesso modo, il mondo intero è una casa e le differenti nazioni sono le varie stanze.
Che cosa le separa? Che cosa le delimita? Solo le pareti erette dalle caste, dai clan, dalle nazionalità, dai credo religiosi.
Ecco tutto. Ma una volta che questi muri vengono abbattuti, siamo tutti Uno. La casta dell'umanità, la religione dell'Amore. La realizzazione dell'unità è Verità e l'esperienza della diversità, della pluralità, non è altro che illusione".

Questo ci ha detto Bhagavan quella sera. Alla fine ha concluso dicendo:
"Ragazzi, sviluppate questa apertura mentale. La vita è espansione, mentre la contrazione è morte.
Siate aperti, abbiate uno Spirito infinito. Comprendete questo concetto. Solo così troverete la Beatitudine e non nella contrazione e nella chiusura mentale".


Ci spostiamo ora all'episodio successivo.
Questo ci dà un esempio della (integrità della) vita di Bhagavan. Quel giorno Baba si è seduto in poltrona ed ha chiamato un signore seduto fra i devoti. Era un signore anziano, vestito con il dhoti, il classico abbigliamento indiano.
Swami lo ha chiamato e ce l'ha presentato come il fondatore di una catena di scuole nello stato del Karnataka. Swami l'ha guardato molto seriamente e gli ha detto:
"Che cosa fate in quegli istituti? Avete dato loro il Mio Nome, li avete chiamati 'Istituto Sri Sathya Sai', tuttavia state raccogliendo soldi. State facendo pagare le iscrizioni, fate pagare gli esami, il materiale, i libri e tutto il resto. Malissimo!! Non potete usare il Mio nome nel nome del denaro. Soldi e Sai Baba non sono compatibili. Se vuoi raccogliere soldi in questo modo, non puoi usare il Mio Nome. Sono contrario a qualunque fondo. Devi capirlo".

L'uomo ha cominciato a tremare: "Swami, Ti chiedo scusa..."
Baba ha continuato: "Immediatamente dopo il tuo rientro, rimborsa tutti i soldi. Rimborsa tutti. E dopo averlo fatto scriviMi. Solo a queste condizioni ti permetterò di entrare ancora a Prasanthi Nilayam, altrimenti no. Non è corretto da parte tua mettere l'istruzione in vendita in questo modo, come si vendono dentifricio e fiammiferi. Non puoi mettere l'istruzione in vendita. Non Mi piace.
Non farlo".

Baba ha fatto poi un altro commento: "Alcuni offrono ai poveri abiti smessi e poi dicono: 'Stiamo facendo Servizio'. Ma cosa fate, in realtà? Semplicemente distribuite abiti vecchi. Questa non è carità, non è sacrificio. State solamente ripulendo i vostri armadi.
Ecco tutto. Se quindi volete regalare abiti, questi devono essere nuovi. Questo è Seva e non riciclare abiti vecchi chiamandola 'carità'. Questa è solo una sbruffonata. Non Mi piace".

In questo contesto, vi devo dire che nello stato del Karnataka, l'Università di Medicina costa 25 lakh (2.500.000 rupie) di 'donazione', oltre alle varie tasse di
iscrizione e tutto il resto. Oltre al regolare pagamento per frequentare l'università, all'inizio gli iscritti devono pagare 25 lakh di donazione. Solo così possono diventare medici.

Swami è scoppiato a ridere e ha detto: "Invece di studiare medicina, se investite in banca quei 25 lakh, più i 5 lakh (500.000 rupie) della tassa d'iscrizione, tassa per lo sport, tassa per la libreria etc.., più il vitto, l'alloggio... facciamo un totale di 35 lakh. Se mettete quei 35 lakh in banca, avete circa 35.000 rupie al mese d'interesse, con le quali potete godervela a braccia
conserte senza studiare! - (risate) - Potete essere dei re. Perché il college? Perché studiare?".

L'istruzione, oggi, è diventata una presa in giro. Prendete l'asilo in Bangalore, per esempio. Per mettere all'asilo il bambino di 3 anni, si deve fare una 'donazione' di 25.000 rupie. E' diventato tutto un commercio e Bhagavan ce l'ha a morte con tutto ciò.
Assolutamente non Gli va.
Baba ha concluso dicendo: "Se volete fondare istituti nel Mio nome, prendeteMi come ideale e sappiate che qualunque cosa dica, è Verità. Potete verificarlo, ovunque andate. La Mia strada è limpida, virtuosa; le Mie parole non sono altro che Verità. Sono un ideale per ognuno di voi".


Passiamo ora al successivo episodio del mese di Agosto 2002.
Dopo l'interview, come al solito Swami Si è rilassato sulla Sua poltrona, mi ha guardato e mi ha detto: "Fa qualche domanda".
Non si sa mai cosa chiedere, cosa non chiedere, di che umore è, che tipo di domande Si aspetta....
E così ho pensato fosse conveniente fare delle domande sul Ramayana,
argomento meno rischioso degli altri. (risate)
Se si fanno domande troppo filosofiche, Swami potrebbe dire: "Con tutti gli studenti che ci sono qui... Egoista! Fai domande utili ad una loro maggior comprensione". E nemmeno dire: "Swami, domani concedimi un'interview" è una domanda da fare. E così ho pensato che fosse conveniente porre domande a proposito del Ramayana.

"Swami, il Vedanta indù è pieno di tantissimi poemi epici. La Bhagavatam è la storia di Krishna; il Ramayana è la storia di Rama; il Mahabharatam è la storia dei Pandava, dei Kaurava e della battaglia del Kurukshetra. Questi sono i poemi epici principali, senza contare gli innumerevoli altri.
La mia domanda è questa: ci sono così tante versioni del Ramayana! Il grande santo Tulsidas scrisse la sua versione chiamata 'Rama Charita Manas'. Valmiki compose il Ramayana originale. Una donna di nome Molla scrisse il 'Molla Ramayana'. Anche Kambam scrisse il 'Kambam Ramayana', mentre il saggio Vyasa scrisse il suo Ramayana chiamato 'Adyatma Ramayana - Ramayana spirituale'. Quale di questi è quello vero? Perché così tanti? E perché tutte queste versioni solo in questo caso e non nel caso di altre storie? Perché non ci sono così tanti Mahabharata?
Perché non così tanti Bhagavatam? Perciò, fra tutti, qual è il Ramayana autentico? Quale di questi dovrei seguire?"

Bhagavan Si è messo a ridere - è così compassionevole! - e ha detto:
"La ragione di tutte queste versioni del Ramayana è che Rama ha un messaggio da trasmettere a livello individuale, a livello di condotta sociale, a livello etico; come marito, come fratello, come sovrano, come amico, come uomo ideale. Rama indica come ci si dovrebbe comportare in tutti questi campi. Il Ramayana descrive ognuno di questi aspetti: individuale, sociale, morale, politico e li
analizza nei dettagli. Ogni autore, dunque, si è focalizzato su un aspetto specifico, ecco perché le versioni del Ramayana sono così tante. Qualcuno si è focalizzato sull'aspetto devozionale della storia, qualcun altro ha analizzato minuziosamente l'aspetto sociale, mentre c'è chi ha raccontato l'aspetto individuale.
Tutte queste prospettive, dunque, in tempi diversi, in diverse epoche, hanno raccontato i vari aspetti multidimensionali del Ramayana. Ecco il perché delle tante versioni".

Poiché l'umore era buono, ho potuto capire che era il momento giusto di
rischiare, perciò ho chiesto: "Swami: se Krishna è Dio, come ha potuto avere preferenza per i Pandava? Può Dio essere parziale? Anche i Kaurava sono Suoi figli. Egli dovrebbe essere imparziale mentre l'intero Mahabharata parla della parzialità di Krishna. Come può essere Dio, allora? Io non posso concepire
una cosa simile, pur sapendo che Tu adesso Lo sosterrai totalmente, dato che quello stesso Krishna eri Tu nella precedente incarnazione. So bene che adesso Lo difenderai".

Baba ha risposto: "Tutti i tuoi fraintendimenti, tutti i tuoi malintesi, tutte le tue
incomprensioni, sono segni della tua totale, completa, assoluta ignoranza".
(risate) "La tua ignoranza è responsabile della tua confusione.
Oltretutto tu non credi completamente che Krishna sia Dio. Se avessi questa fede, non dubiteresti delle Sue azioni. Se dici che Egli ha preferenze e dubiti che qualcuno con le preferenze possa essere Dio, significa che non hai fede in Lui. Perciò, assenza di fede, mancanza di devozione ed ignoranza sono responsabili di questa visione sbagliata".

"Oh, capisco. Ecco che mi è tornata indietro. Va bene Swami.... Ma come
giustifichi la preferenza di Krishna nei confronti dei Pandava? - (scoppio di risate) - Sarò ignorante, non avrò fede, sono uno sciocco. Lo accetto. Ma cosa rispondi alla mia domanda?".

Swami ha detto: "Bene, ti rispondo subito: i Pandava seguivano totalmente, pienamente, incondizionatamente gli ordini di Krishna. Egli, quindi, li appoggiava.
Essi erano completamente devoti e la loro devozione non era parziale o part-time. Sia in tempo di gioia che nel dolore; sia nei momenti di sfida, che in battaglia, che nei tempi di umiliazione, i Pandava seguivano Krishna
incondizionatamente. Ecco perché Lui li appoggiava. Come fai a parlare di preferenze?".

"Swami, ho perso la causa - risate - Ora capisco che Dio non può essere di parte. Per colpa della mia ignoranza può sembrarlo, tuttavia, se vogliamo che Dio ci aiuti, ci sostenga e stia dalla nostra parte, dobbiamo seguire completamente i Suoi ordini, dobbiamo avere fede in Lui incondizionatamente".
"Se lo avessi capito prima - ha risposto Swami - non avresti fatto questa domanda! (risate)
"Swami, come hai detto prima, sono un ignorante, perciò è ovvio che abbia posto questa domanda. La mia domanda è giustificabile, ma la Tua risposta mi ha liberato dall'ignoranza". A questo punto si sono messi tutti a ridere e, con questo, si è conclusa la sessione di quella sera.


Passiamo ora al prossimo episodio.
Qualcuno ha iniziato la conversazione con un'osservazione seria su un
argomento filosofico. Quando ascoltiamo gli altri non dubitiamo mai perché, in realtà, non ascoltiamo mai attentamente. I dubbi però arrivano quando, rapiti, ascoltiamo Swami. Non si ascoltano mai gli altri completamente, ma poiché Dio mi sta parlando, sono nell'attenzione totale, cercando di assorbire ogni singola parola.
Per questo sorgono i dubbi.
Se qualcuno avesse posto quella domanda ad altri guru, forse avrebbe
ricevuto una risposta evasiva, come tipica strategia di fuga. Certe risposte non ci soddisfano, ma la cortesia ci chiede di dire:
'Grazie, bella risposta', anche quando non lo è affatto.
Nel caso di Swami, invece, è diverso. Egli risponde diretto ed in modo semplice. Egli ci riconduce dritti a casa, senza il minimo dubbio, la minima ambiguità.

Quella sera, dunque, Swami ha fatto questa citazione:

Ekam Eva Advitiyam Brahma
Dio è solo uno, non due
(sloka sanscrito)

Questa è una bellissima affermazione che tutti dovrebbero imparare e ripetere. Che cosa significa?
EKAM, uno. EVA, solo. BRAHMA, Dio. ADVITIYAM, non due. Dio è uno, solo uno. E non due.
"Swami, un dubbio. Quando dici che Dio è solo uno, non è sufficiente?
Perché specificare 'non due'?
Sono scarso in matematica, d'accordo. Ma se affermi che è uno, è sufficiente. Lo posso capire.
Perché aggiungere anche l'altra parte?"

Baba ha risposto: "Per enfatizzare, per sottolineare e non lasciare opportunità agli equivoci".
"Va bene, Swami. Puoi spiegare anche quest'altro enunciato?"

Prajnana Brahman -
Brahman è la Saggezza suprema
(sloka sanscrito)

Con tutte queste citazioni può sembrare che io sia un erudito di sanscrito, ma vi dico che non lo sono. E nemmeno voglio esserlo. Dio conosce tutte le lingue, perciò non ho bisogno d'imparare lingue difficili a questa età e complicarmi la vita. No. Me la cavo con la mia lingua, tanto da farmi capire da Dio ed avere le risposte che voglio.

Perciò:
Prajnana Brahman
Brahman è la Saggezza suprema
(sloka sanscrito)
Questo è un mahavakya, ossia un grande enunciato.

Swami ha risposto: "Tu come lo interpreti?". Voleva che fossi io a rispondere ed esporre la mia teoria davanti a tutti. - (risate) - Beh, l'ho presa bene, perché no?
Cosa voglio di più che essere oggetto d'intrattenimento per Dio ed i miei studenti?! Se vuole far ridere gli altri a mie spese, molto bene. Anzi, spero accada ogni sera. Dopotutto la risata è religione, mentre la serietà è malattia. La Beatitudine è Dio, l'infelicità è del mondo. Perché, dunque, non ridere?

Perciò, quando Baba ha detto: 'Dimmi tu come la vedi', ho risposto:
"Swami, la Conoscenza (suprema) è Dio. Prajnana significa Conoscenza; Brahman è Dio".
Come al solito Swami ha detto: "Hai completamente sbagliato". (risate)
Molto bene. Non mi sono sconvolto, perché in questi casi sbaglio sempre. Tuttavia mi congratulo con me stesso, perché le mie risposte errate Lo provocano a dare le giuste spiegazioni. E così spero di dare sempre risposte sbagliate. Ma adesso vi dico ciò che volete.

Bhagavan ha spiegato: "Ci sono diverse forme di Conoscenza:
1) Prajnana; 2) Sujnana; 3) Vijnana; 4)Jnana.
Che cos'è Jnana? Sono tutte le informazioni materiali, tutta la conoscenza secolare, tutta l'istruzione terrena. Tutti ce l'hanno. Vijnana è la conoscenza basata sull'indagine. Causa ed effetto, sperimentazione, osservazione. Sono la scienza e la tecnologia. Sujnana è la conoscenza spirituale, mentre Prajnana è il vostro stesso Essere, il vostro Sé.
Prajnana è Consapevolezza.
Consapevolezza Totale e Costante. E' il Sé supremo, la conoscenza del Sé. Perciò: Prajnana Brahman - Prajnana è il Divino. Per questo il Vedanta afferma: 'Voi siete i figli dell'Immortalità, siete i figli dell'Eternità. Voi siete l'incarnazione dell'Atma divino".

Perché? Perché nel centro sono divino, mentre alla periferia sono umano. Come il dolce succo dell'arancia all'esterno è coperto dalla buccia, così il nome e la
forma mi separano dalla mia vera realtà del Sé. E questa consapevolezza è Prajnana.
Chiudo gli occhi, mi rivolgo al mio interno, contemplo il mio Essere e mi chiedo: "Chi sono io?",
rispondendomi che non sono il corpo, non sono l'intelletto, non sono la mente, non sono i 5 sensi di azione e percezione (karmendriya e jnanendriya), non sono i 5 involucri (annamaya, pranamaya, manomaya, vijnanamaya, anandamaya), non sono i 5 elementi, ma sono l'eterno Atma, lo Spirito
supremo. Questa tecnica è chiamata "Neti, neti - non (sono) questo, non (sono) questo". Con questa tecnica di eliminazione di ciò che non sono, alla fine si arriva a ciò si è veramente, ossia il Sé supremo, la Consapevolezza, l'esperienza dello Spirito. Questa è Prajnana. Quando il piccolo sé lo sperimenta, si espande, diventa cosmico, perché il cosmo intero è divino. Ogni entità della creazione, sia nel microcosmo che nel macrocosmo, dal punto di vista del vostro Sé apparirà divino.
Attraverso gli occhi di Prajnana, avremo la visione cosmica".
Ecco ciò che ci ha spiegato Bhagavan quella sera.


Con quest'ultimo episodio arriviamo alla conclusione degli avvenimenti accaduti in Agosto 2002.
Quel pomeriggio, ho ricevuto il messaggio improvviso di recarmi immediatamente al tempio. Non ho avuto nemmeno il tempo di bere il mio bollentissimo caffè, come invece faccio di solito. Il caffè che bevo, infatti, è sempre super bollente; non ci sono compromessi per la temperatura. Quel
pomeriggio, perciò, ho semplicemente avuto il tempo di correre là, senza rischiare, perché so bene la punizione che ne sarebbe conseguita.

Quando sono arrivato, ho notato molte persone radunate nel tempio. Sono
poi venuto a sapere che erano medici venuti da Bombay. Erano circa 500: 200 donne e 300 uomini.
Erano venuti a visitare Prasanthi Nilayam e vedere Bhagavan. Il giorno prima erano andati a visitare l'ospedale Sathya Sai di Bangalore (Whitefield) mentre, quella stessa mattina, avevano visitato il Super Speciality Hospital di Prasanthi Nilayam.

Erano li ad aspettare un'interview. Swami ha dato loro un'interview collettiva ed io ero lì a tradurre, beneficiando del Suo Discorso. Nonostante tradurre sia un
compito difficile, nonostante sia una sfida, vale davvero la pena. Perché essendo uno studioso della letteratura Sai, sono estremamente interessato al Suo messaggio. Perciò, senza far caso a ciò che la gente pensa di me, voglio prendere tutte le occasioni possibili, non importa se commetto errori, non importa se abbastanza spesso non sono esatto, con vostro grande divertimento. Non importa.

A volte dimentico addirittura di tradurre per l'eccitazione causata dalla grandezza dell'affermazione fatta da Swami: "Swami, che dichiarazione!"
"Si può sapere cosa ti succede? - mi dice Swami - (risate) Sei qui per tradurre ciò che dico.
Cos'è quest'estasi?! Ricomponiti".
"Swami, non sono un traduttore meccanico, non sono un traduttore elettronico automatico. Sono anch'io un devoto e adoro il Tuo messaggio". E riprendo a tradurre.

Quel giorno Swami ha iniziato a parlare a quelle persone.
Improvvisamente si è voltato verso un medico anziano, di 70 anni circa, e gli ha detto: "Hai subito un'operazione al cuore, vero?"
"Si, Swami"
"E questa mattina ti sei fatto controllare al Super Speciality Hospital"
"Sì, Swami".
"Lo so. Sei un medico ma sei anche un paziente. I medici ti hanno detto che adesso è tutto a posto.
Vero?"
"Sì, Swami"
""Posso essere qui, ma so esattamente tutto quello che accade ovunque".

Il medico ha detto: "Swami, ho un pace-maker (stimolatore cardiaco), con il quale posso continuare a vivere. Ma è qualcosa di artificiale".
Swami ha risposto: "Tutti sono artificiali a questo mondo. Non solo tu.
L'intera vita stessa è artificiale. Non ti preoccupare, che non lo è solo il tuo pace-maker".
Poi ha continuato: "Dov'è il cuore?"
"All'interno, Swami"
"HEART (il cuore) è all'interno, ART (l'arte) è all'esterno. Quando l'ART viene dall'HEART, è interessante. Sfortunatamente ai giorni nostri, anche l'ART è
ARTIFICIALE. L'arte non viene più dal cuore. E' tutto artificiale".

A questo gioco di parole di Swami, ci sono stati scoppi di risate e di gioia. Sono tutti scoppiati a ridere.
"Oh medici! - ha detto Bhagavan - GuardateMi. Ho 77 anni e non porto occhiali. Posso vedere lontanissimo. E non soffro di alcun dolore, di nessun tipo. Non prendo ne' pillole, ne' tonici, ne' niente del genere. Mangio solo un pugnetto di semolino di raghi. Ecco tutto. Non prendo, tè, ne' caffè, ne' faccio colazione mangiando idli, vada, dosa, come invece fate voi. Solo un pugnetto di
semolino di raghi, tutti i giorni una volta al giorno. Niente altro.
Sono abbastanza forte, pieno di energia. Cercate di comprenderMi. Il Mio peso? Negli ultimi 55 anni è sempre lo stesso: 108 pounds. Non è mai cambiato. MisurateMi la pressione e scoprirete che è perfetta. Com'è possibile?
Proteste chiedervi come lo sia. La Mia dieta è completamente controllata. Non mangio i piatti piccanti, quali Kurma Barma, come invece fate voi. - Kurma è il nome del piatto, un preparato piccantissimo, mentre Barma è la località dalla quale proviene quella specialità - Che Mi crediate o no, Io non so assolutamente cosa sia l'appetito. Non so cosa sia aver fame. Non ho mai fame.
Tuttavia, se ci sono degli ospiti, faccio finta di mangiare per far loro compagnia".

Amici miei, vi prego di credermi. Mi sono seduto a tavola a mangiare con Swami migliaia di volte.
Migliaia. Vi sto parlando senza orgoglio, nel più completo rispetto ed umiltà, come Fratelli e Sorelle. E' perciò con questo sentimento di umiltà che vi dico che, se cominciassimo a mangiare tanto quanto Baba, domani saremmo già morti!! Egli mischia due chicchi di riso ad un cucchiaino di salsina.... finito. Si alza e se ne va. Non capisco, proprio non capisco.

Se la persona che Lo serve cerca di farGli magiare altro, Lui lo sgrida: "Ehi, vai via. Non lo voglio, non lo voglio!!". Swami mai dice: "Mettine ancora", mentre noi mai diciamo: "non ne voglio più." (risate) Noi andiamo esattamente nella direzione opposta. Siamo così cortesi! - risate - Diamo il benvenuto ad ogni piatto. E questo perché il cibo è Dio:
"Vieni Dio, vieni. Benvenuto!" -
risate - Il Dio vero, invece, rifiuta il cibo. Questa cosa è davvero interessante.

Un altro medico ha domandato: "Swami, ci potresti spiegare il Gayatri mantra?".

Amici miei, tutte queste affermazioni sono documentate in questi appunti; niente è inventato, niente è lasciato alla mia immaginazione. E' tutto non solo scritto qui, ma anche pubblicato nella versione telugu del Sanatana Sarati. Da 27 mesi, tutte queste cose vengono pubblicate nel Sanatana Sarati, versione telugu. Tuttavia, spinto dalla pressante richiesta dei devoti che conoscono
l'inglese, ho anche organizzato questi incontri .
Vi sto dicendo tutto questo per guadagnare credibilità, per convincervi
dell'autenticità delle risposte di Bhagavan.

"Dov'è la Gayatri?", ha domandato Swami.
Se ci viene fatta questa domanda, rispondiamo: "(La statua della Gayatri è) all'interno dell'ashram, di fronte all'ufficio postale".
"La Gayatri è ovunque - ha spiegato Swami - In voi, con voi, intorno a voi, sopra e sotto di voi.
Ovunque". Convinciamoci che Dio è onnipotente, onnisciente, onnipresente. Questo è ciò che Swami ci ha detto. Poi ha cominciato a spiegare il Gayatri mantra.

"Nel Gayatri mantra, ci sono tre aspetti importanti. Il primo ha a che fare con la salute del corpo; il secondo è relazionato alla vita e alla sua durata; il terzo è
associato allo Spirito, all'Atma.
Il primo aspetto, collegato al corpo, è chiamato Gayatri. Il secondo aspetto, collegato alla durata della vita, è chiamato Savitri. Il terzo aspetto, l'Atma, è chiamato Sarasvati. Questi sono i 3 aspetti della Gayatri: Gayatri, Savitri e Sarasvati, corpo, vita e Spirito".

- (Su invito di A. Kumar, il Gayatri mantra viene recitato per 3 volte dai presenti) -

Om Bhur Bhuvah Svah
Tat Savitur Vareniam
Bhargo Devasya Dhimahi
Diyo Yo Nat Prachodayat

Questo è il Gayatri mantra. Sono felice che lo abbiate recitato in modo così perfetto. Meglio degli indiani stessi! Questo lo considero essere un miracolo di Sai. Non sono qui ad elogiarvi o incensarvi. Il fatto è che, con la Grazia di Swami, siete capaci di ripetere la Gayatri in maniera perfetta. Benissimo.

Poi Swami ha citato un altro aspetto: Bhur, Bhuvah, Svah.
Bhur, il corpo, la materia. E' ciò che viene chiamata MATERIALIZZAZIONE, ossia l'aspetto Gayatri.
Bhuvah, la vita. E' ciò che viene chiamata VIBRAZIONE, ossia Savitri.
Svah, lo Spirito. E' ciò che viene chiamata IRRADIAZIONE, ossia Sarasvati.
Swami ha detto: "Il tessuto è formato da fili. Se i fili vengono tolti, il tessuto non esiste più.
Allo stesso modo, quando non pensate al passato, il passato non esiste;
se non pensate al futuro, il futuro non esiste. Il passato ed il futuro non sono altro che prodotti della vostra mente, come dei fili. Quando i fili del passato e del futuro sono rimossi, il tessuto della mente svanisce completamente. Vivete nel presente, pensate al presente. Il presente è divino, il presente è la
vita, mentre il passato è morte ed il futuro è incerto.
Vivendo il vostro presente, pensate che il dovere è Dio ed il lavoro è adorazione. Questo è il messaggio del presente. Il futuro è soltanto una speranza; il passato non reca nessun messaggio con sé, perché ormai è andato. Solo il presente ha un messaggio da dare: il dovere è Dio, il lavoro è
adorazione.
Sappiate inoltre chiaramente che il vostro corpo, la mente, i sensi sono negativi (di polarità negativa), mentre il Parabrahman, lo Spirito, è positivo (di polarità
positiva). Tutto a questo mondo è (polo) negativo.
I termini "io", Brahma, Dio, Atma, Spirito, Consapevolezza, sono tutti sinonimi che stanno ad indicare la stessa cosa".

Poi ha guardato i medici ed ha detto: "Questa mattina avete visitato il Super Speciality Hospital.
Dovreste allora aver incontrato quel paziente al quale abbiamo somministrato un'iniezione dal costo di 75.000 rupie, senza aspettarci niente in cambio, nemmeno 'grazie'.
E' giusto che voi medici sappiate che fra i primari del nostro ospedale, ci sono due studenti laureati provenienti dalla nostra università e ragazze provenienti
dall'Istituto Sathya Sai di Anantapur".

Poi Baba si è voltato verso una signora e ha detto: "Sapete, ho incontrato questa donna 40 anni fa, a Bombay. La sua casa è vicina al Dharmakshetra (l'ashram di Swami, a Bombay). Aveva perso il marito e voleva risposarsi. Le ho detto: 'Non risposarti. Hai un bambina piccola: prenditi cura di lei'. (Rivolto alla donna): sto dicendo bene?". La signora ha cominciato a piangere.

Baba ha continuato: "Adesso è un medico e sta facendo molto seva al
Dharmakshetra, a Bombay.
(Rivolta alla donna): se ti fossi risposata, non saresti diventata il medico che sei e non avresti potuto servire quanto servi, come stai facendo ora. Inoltre, non ti saresti presa così tanta cura di tua figlia".

E guardando una ragazza seduta vicino alla donna ha detto: "Lei è tua figlia, anche lei medico. Lo so. (Rivolto alla ragazza): anche tu fai il medico, lo so. A quel tempo eri solo un bambina". Erano tutti stupefatti.
"Tua madre si è molto sacrificata - ha detto alla ragazza - E' ora tuo dovere prenderti cura di lei. Tu sei la sua vita, perciò: servila. E' tuo dovere renderla
felice, in modo che non versi mai una lacrima. Questo è tuo dovere". A questo punto Bhagavan ha materializzato un anello di diamante per la figlia ed una catena d'oro per la madre.

La benedizione finale di Swami rivolta a tutti, è stata: "Possiate vivere una vita lunga, sana e serena". A questo punto ha distribuito prasad a tutti per poi
concludere con tantissime fotografie di gruppo.

E con questo si conclude l'ultimo episodio del mese di Agosto 2002.


Ritorniamo un momento al 29 novembre 2002, perché quel giorno è accaduto uno degli avvenimenti più importanti della mia vita, che assolutamente desidero condividere con voi.

Il 29 novembre era il giorno dell'inaugurazione dell'ospedale costato 10 milioni di rupie costruito da Bhagavan ad Alike, cittadina vicino a Mangalore (città
situata sulla costa occidentale dell'India), nello stato del Karnataka. I responsabili erano venuti qui per chiedere a Bhagavan di inaugurare l'ospedale. I lavori erano terminati ed i medici erano pronti.

Ma Bhagavan ha detto: "Sono così occupato qui, con i devoti. Per inaugurare l'ospedale, vi mando Anil Kumar".
E così sono andato ad inaugurare l'ospedale di Alike, nel Nome di Sri Sathya Sai Baba.
L'accoglienza, l'ospitalità, l'attenzione, la cortesia dimostratemi, sono state come se Swami fosse stato fisicamente presente. Tutto è stato come se fosse fatto a Bhagavan stesso.

Sono andato in aereo fino a Mangalore e, da lì, in macchina fino ad Alike. Il biglietto aereo mi era stato dato da Bhagavan stesso: "Eccoti pronto il biglietto.
Preparati a partire. Una volta là, ti verranno a ricevere con la macchina".

So che il tempo a nostra disposizione è concluso, ma lasciate che vi racconti questo evento.
Il viaggio da Mangalore ad Alike è come il nostro viaggio per raggiungere Kodaikanal. Pieno di montagne, di verde, di boschi, un'atmosfera fresca, nuvoloso....
Splendido! Un paradiso! Una cosa come i nostri viaggi a Kodaikanal. Alberi altissimi, noci, alberi di cocco, cascate... Wow! Come potevo contenermi? Scoppiavo di felicità!

Amici miei. Sono completamente consapevole della verità che condivido con voi. Durante tutto il tragitto, gli abitanti dei moltissimi villaggi che abbiamo incontrato, letterati e illetterati, ricchi e poveri, uomini e donne, giovani e vecchi, civilizzati o primitivi, impiegati o disoccupati; indù, cristiani, musulmani... Insomma, tutti coloro che abbiamo incontrato lungo il tragitto, credetemi o no, si mettevano a mani giunte e dicevano "Sai Ram, Sai Ram". Sono poi venuto
a sapere che questo è il modo nel quale si salutano sempre. Non ho visto un fumatore, un bevitore di vino, non ho sentito qualcuno litigare, non ho sentito qualcuno dire parolacce. Sono tutti felici e beati. Da non credere.
Ad Alike sono andato a visitare i 5 Istituti "Sathya Sai" di 1.500 studenti. Sono 5 Istituti costruiti in luoghi diversi, sulla cima della montagna. L'intera area
si estende per 200 acri perciò, per raggiungere le varie sedi, è necessario utilizzare l'automobile.

Anche l'ostello è costruito sulla cima della montagna e tutt'intorno la vallata, campi da gioco, lo stadio.... Quando alla mattina sono uscito sul terrazzo della mia camera, ho potuto godere di una bellissima alba e, alla sera, di un fantastico tramonto.

Montagne, boschi e alberi alle spalle; di fronte la vallata e gli Istituti Sathya Sai. Il tutto, alla mattina, abbracciato dalle nuvole. Wow! Il Kailash, il Paradiso,
non può essere più bello di così. Si. Ogni lettera che pronuncio è esattamente ciò che voglio dire.
Lo dico con intenzione, al 100%.

Una volta arrivati, alcune persone hanno cominciato a prendersi cura delle mie necessità. Era tutto preparato, pulito, perfetto. Mi hanno servito il caffè della mattina.
Ma non era bollentissimo - risate - E così mi sono seduto e l'ho lasciato sul tavolo. Dopo 10 minuti, un altro signore è arrivato con un caffè davvero bollente.

A quel punto ho cominciato ad indagare chiedendo: "Chi sono i due signori che mi stanno servendo?"
"Uno è il Preside del collegio; l'altro è il Direttore dell'ostello.
Entrambi hanno due lauree".

Amici miei. Ogni cosa che dico può benissimo essere controllata. (Negli istituti Sathya Sai) in Alike, sono tutti brahmachari (celibi, votati alla castità), come i
monaci di un monastero. Tutti indossano un lungo dhoti. Tutto qui. E' perciò davvero difficile distinguere chi è plurilaureato e chi è addetto alle pulizie. Sono tutti uguali, molto semplici, umili.

In mattinata mi hanno portato a visitare le scuole.
Che bellezza! Tutti gli studenti salutavano: "Sai Ram signor Kumar, Sai Ram". Ognuno di loro sa recitare i Veda, sa suonare uno o più strumenti e sa cantare i Bhajan in modo eccellente. Ognuno di loro è il sogno di Sai, la Sua visione, la Sua immaginazione che ha preso forma ed incarna il Suo ideale. Questo è ciò che accade ad Alike. Questa è la mia esperienza personale.

Ho assistito ad una sessione di Bhajan, ho personalmente parlato con i ragazzi e questi brahmachari mi hanno portato nel luogo in cui vivono. Sono stanze piccolissime, come celle di convento, nelle quali c'è uno stuoino, senza letto, ne' cuscino. Semplicemente si sdraiano li. Austerità estrema.
Totale semplicità. Ancora adesso non me lo riesco a togliere dalla testa. Da quando ho visitato quel luogo, non sto parlando d'altro.

Appena sono tornato, Bhagavan ha detto: "Forza Anil Kumar, avanti! Ti è
piaciuto il posto?"
"Swami! E' un campeggio spirituale e non un picnic. Questo viaggio non è stato un diversivo, un viaggio di piacere. Questo viaggio è stato un'illuminazione, una
profonda esperienza".
"Ecco perché ti ho mandato", mi ha risposto Baba.

Ho mostrato a Swami tutte le fotografie. Anche l'ospedale è situato sulla cima della montagna. E' una piccola costruzione con medici qualificati, circondata da verde e fiori. Non ci potevo credere.

Tempo fa c'era un devoto - che ora è morto - un brahmachari, un rinunciante che veniva sempre a servire come sevadal e che, ispirato dalla divinità di Bhagavan, ha donato tutta la sua proprietà, 200 acri di terreno dove ora sono situati gli Istituti di Alike. Tutti gli altri sono stati ispirati dal carattere esemplare di quest'uomo. Ecco perché oggi troviamo così tante scuole.

E con questo, per questa sera ci salutiamo. Possa Bhagavan benedirvi.