Satsang

I tre sentieri differenti che conducono alla Divinità

5 febbraio 2006

Parte 1a







Il pensiero spirituale è tridimensionale

Mi scuso con voi per la mia assenza della scorsa settimana; in effetti ero pronto per il soggetto scelto ma ero fuori sede. Volevo avere una sessione di domande e risposte senza usare i numeri; i numeri sono per le piattaforme politiche ma noi siamo qui per condividere Verità sacre e sincere. Ringrazio Swami di aver reso possibile questa sessione.

Cari amici, non mi sto vantando ma due settimane fa ho trattato un argomento che si riferiva alle partenze improvvise di Swami ed abbiamo condiviso alcune riflessioni su di esse. Questi argomenti nati spontaneamente hanno catturato l’attenzione di molti buoni amici e questo mi fa molto piacere. Coloro che desiderano avere copie di quel discorso possono rivolgersi al nostro gruppo che si trova qui. Questa mattina desidero invece dividere con voi alcuni importanti aspetti concernenti i pensieri spirituali. Il pensiero spirituale è tri-dimensionale o triangolare. Il campo dell’azione si chiama karma, il campo della devozione si chiama bhakti, il campo della saggezza si chiama jnana. Cerchiamo ora di esplorare insieme alcuni punti relativi alla visione tridimensionale di karma, bhakti e jnana nel viaggio spirituale.



Il Karma, ossia l’azione, è estremamente necessario

Per prima cosa parliamo del karma o azione. Alcune persone pensano che l’azione non sia necessaria, che il karma non sia necessario, pensano che basti leggere libri spirituali per assicurarsi l’entrata in paradiso, che parlare di argomenti spirituali sia una sufficiente garanzia per avere un posto in cielo. Amici, permettetemi di essere molto chiaro: leggere libri, argomentare, studiare testi accademici e scritture non ci porta da nessuna parte; al massimo, attraverso queste letture, potremo avere maggiori informazioni e conoscenza ma tutta la conoscenza e tutte le informazioni immagazzinate nella testa hanno la stessa valenza di una serie di libri rinchiusi in una cassa. E’ come se il menù bastasse a soddisfare la fame! L’azione è necessaria. Ecco la ragione per cui Baba non risparmia nessuno indipendentemente dall’età. Non so se ho parlato di questo prima ma, anche se l’ho già fatto, vale la pena ripeterlo. In tutti i luoghi qui all’ashram, siano essi la libreria, il Central Trust, la mensa, l’università o gli ospedali, molti dei lavoratori sono come me: giovani adulti o cittadini anziani. Swami non ci permette di essere liberi ed oziosi. Un proverbio dice “Il cervello ozioso è la fucina del diavolo”. Specialmente quando si è raggiunta l’età della pensione, non dobbiamo concederci di star seduti in ozio perché questo incrina la pace dei nostri cari: non permettiamo ai nostri figli di vivere in pace, non permettiamo loro di proseguire lungo la strada che hanno scelto e vogliamo intervenire continuamente. Noi vogliamo dettar legge e loro vogliono disobbedire, noi vogliamo comandare e loro vogliono trasgredire. Come risultato, i figli se ne vanno per la loro strada mentre la nostra strada è quella verso l’ospedale per controllare la pressione del sangue! (Risate).

Così la tecnica più efficace che ci ha dato Baba è quella di tenerci impegnati anche se siamo anziani; questa è la ragione per cui conserviamo la buona salute. Questo è ciò che stavo raccontando ai miei amici mentre arrivavo qui. Quindi, il karma è assolutamente essenziale.



Non possiamo sfuggire alle conseguenze delle nostre azioni

Qualcuno può chiedere: “Ma cosa si ottiene dall’azione? Cosa ottieni facendo qualcosa?” Le azioni sono di due tipi: azioni buone ed azioni cattive. Se compio azioni buone le conseguenze saranno buone, se sono coinvolto in azioni cattive dovrò naturalmente affrontarne le conseguenze negative. Non posso sfuggire ai risultati delle mie azioni: ho studiato molto durante l’anno (azione buona) e sono stato promosso con un voto eccellente (risultato buono); non ho mai aperto un libro, non ho mai seguito le lezioni, quindi il “buon risultato” si trasforma in una bocciatura! (Risate) Per ogni azione, c’è una reazione opposta equivalente. Questa è una delle leggi della forza gravitazionale di Isac Newton. Come mangi così è il rutto! Tale è l’azione così la sua reazione, come sono le nuvole così è la pioggia, com’è il seme così la pianta. Per questa ragione le nostre azioni devono essere buone e sacre.

Le scritture vanno un passo oltre: noi compiamo azioni cattive ma ci aspettiamo buoni risultati. Faccio ciò che è malvagio, terribile ed orribile ma mi aspetto il paradiso in cambio! Noi vogliamo fare qualsiasi cosa ci passi per la mente ma non siamo pronti ad affrontarne i risultati. Quindi le scritture ci avvertono che non possiamo sfuggire ai risultati delle nostre azioni. Una volta che abbiamo compreso questo, staremo molto attenti a come ci comportiamo.



Le scritture hanno risposte per i secoli futuri

Siamo nell’era spaziale, nell’era del computer e quindi pensiamo di aver bisogno di una ‘tariffa tutto compreso’. Ci sono alcuni aspiranti “saggi” che hanno bisogno di questo “pacco speciale” anche per la liberazione (moksha). Oggi gli uomini saggi hanno un temperamento tecnologico, hanno un pensiero razionale e chiedono: “Signore, se io faccio buone azioni avrò buoni risultati, se compio cattive azioni avrò risultati cattivi ma la spiritualità è al di là del bene e del male; pertanto io non compio alcuna azione!” (Risate) Questo ragionamento si può tradurre così: “Perché dovrei avere risultati buoni e cattivi? La spiritualità è oltre il bene ed il male! Non c’è nessun bisogno di azione”. Molto bene! Ma le scritture affermano: “Mio caro uomo, cerca di capire che io sono più intelligente di te e che conosco i capricci e le fantasie della tua mente! Comprendi che io saprò ciò che passa per la tua mente anche tra 100 anni!” Pertanto le scritture hanno risposte anche per i secoli a venire. Ecco la ragione per cui ogni scrittura, sia essa la Bibbia, la Gita, il Corano, o il Guru Granth Sahib, ha valore poiché anticipa i nostri problemi, le nostre idee, le nostre nozioni e pensieri prima che noi li formuliamo. Le scritture dicono: “Io so che tu sei saggio. Tu dici che non agisci perché la spiritualità trascende la dualità del bene e del male ma ora stai respirando ed anche questa è un’azione”. Respirare è compiere un’azione così come pensare, digerire e percepire la circolazione del sangue dentro il corpo. L’azione accade, che tu lo voglia o no, ma qualsiasi azione che tu compi nella società, nella comunità, deve essere buona, giusta e sacra.

Prima di parlarvi del prossimo punto, vorrei attrarre la vostra attenzione sui tre vantaggi prodotti dal sentiero dell’azione o karma yoga. Il sentiero dell’azione in campo spirituale ha tre conseguenze o vantaggi.



Il karma aiuta a sviluppare il controllo

Il primo vantaggio è che il sentiero dell’azione, o karma yoga, ci aiuterà a sviluppare il senso del controllo. Cosa significa questo? Significa che, ad esempio, mentre sto parlando non posso fare nient’altro, mentre sto parlando non posso pensare a nessun altro argomento. Se, per esempio, state scavando una buca, non potete pensare a nient’altro e, se lo fate, rischiate di scavarvi i piedi!! E’ necessario stare molto attenti nel fare le cose. Perciò amici, il karma, o azione, si accerta che tutti gli altri canali siano chiusi e che si segua una direzione unilaterale verso il lavoro che si sta compiendo e quindi ci aiuta a sviluppare il senso del controllo. Vivekananda raccomandava sempre ai giovani di intraprendere le attività con entusiasmo effervescente, dinamismo, supremazia e ferma determinazione. I giovani non dovrebbero mai trascorrere il tempo in ozio.



Il karma yoga affina l’intelletto

Il secondo vantaggio, dopo aver ottenuto il senso del controllo tramite l’azione o karma yoga, è lo sviluppo dell’intelletto. Cosa vuol dire? Significa che l’intelletto, come un barometro, un termometro, un microscopio, un telescopio o un periscopio, ci dirà lì per lì ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Esso non ci permetterà di pentirci più tardi, perché l’intelletto ci avvisa immediatamente, come il segnale di un telefono scarico: quando le batterie sono esaurite, si accende la luce rossa il che significa che le batterie vanno cambiate. Allo steso modo, l’intelletto vi avverte: “Amico, non fare questo, stai attento! Pensaci due volte prima di farlo!” Questo avvertimento è il secondo vantaggio.



Le buone azioni producono il merito

Il terzo vantaggio del karma yoga, o dell’azione, è il merito chiamato punya in sanscrito. Come si può spiegare? Tutti i risultati delle buone azioni sono depositati in una banca e voi potete prelevarli ogni volta che lo desiderate. Voi potete prelevare del contante se lo avete in banca ma cosa si può prelevare quando il conto è a zero? Se tentassi di entrare in banca, senza avere un conto, la guardia non me lo permetterebbe e la gente penserebbe che io sia un individuo sospetto! (Risate) Perciò amici, per condurre una vita normale, dovremmo avere un sufficiente ammontare di denaro in banca. Ugualmente, così come un deposito bancario ci garantisce sicurezza, comodità ed un soggiorno felice in questa vita, dobbiamo depositare del merito e acquisire questo credito intraprendendo buone azioni.



Il sentiero dell’azione è solo una preparazione

Quindi amici, il karma yoga, o sentiero dell’azione ha tre vantaggi:



1. controllo dei sensi

2. affinamento dell’intelletto

3. guadagno di meriti



E questo non è tutto. Il sentiero dell’azione è solo preparatorio. Quando vado al mercato, compro la verdura, faccio la spesa ed in seguito cucino il pranzo. Io sono già pronto per mangiare ma questo richiede tempo: devo tagliare le verdure, prepararle, poi cuocerle per fare gustosi manicaretti; solo dopo saremo pronti per pranzare. Giusto? Ci sono tre fasi. Non potete andare al mercato e dire: “Sono pronto per pranzare!”. Per prima cosa bisogna acquistare le verdure, poi chiedere al cuoco di cucinarle ed infine le possiamo mangiare.



Il sentiero dell’azione non è quello finale a causa dell’attaccamento

Quindi il sentiero dell’azione non è definitivo. Perché dico questo? Ci sono persone alle quali, dopo un lungo periodo di servizio, viene detto: “Amico mio, ormai sei anziano ed il tuo corpo non coopera più; prenditi il giusto riposo, sei alleggerito da tutti i tuoi compiti.” Quest’uomo si ammala subito perché ormai è diventato lavoro-dipendente. Questo è un tipo di dipendenza in cui si soffre più degli alcolisti! Gli alcolisti prendono un calcio quando bevono alcolici ma i drogati del lavoro prendono un calcio quando sono cacciati via! Se vi dicono che siete troppo vecchi per lavorare e dovete stare a riposo dovreste essere felici! Invece non è così. La gente dice: “Come? Io sono in grado di fare tante cose, posso fare la mia iniezione di insulina e compiere il mio lavoro. Forse mi manca un po’ di memoria ma credete che gli altri siano migliori di me?” La gente non è pronta ad andare in pensione. Perché non sono felici quando raggiungono questo stadio della vita? Non è per amore del lavoro ma per amore della loro autorità, della loro posizione e perché rimangono senza nessuno da comandare. Nel momento in cui suono il campanello, qualcuno deve venire ma, se lo suono quando sono in pensione, non viene nessuno e dico solo a me stesso “Eccomi signore, sono qui!” come uno che parla da solo! Dal momento che non ho più autorità o influenza, poiché non ho più nessun stipendio a parte la pensione, sviluppo questo senso di insicurezza a tal punto che penso che mia moglie adesso non mi porti più il caffè caldo al mattino! (Risate)

Il tipo dimentica che sua moglie gli serve il caffè non perché lui lavora bensì a causa del peccato che ha commesso sposandolo! (Risate) Lui pensa che lei potrebbe non cucinare più per lui i manicaretti solo perché non ha più un guadagno mensile! Questi sono i suoi pensieri mentre quelli di lei sono incentrati solo sulla sua salute! Ma la nostra mente è fatta così e, in alcuni momenti della vita, nessuno fa eccezione a questi ragionamenti. Se qualcuno dimentica di salutare, magari perché è distratto, il tipo pensa subito: “Adesso che sono in pensione non mi dicono più Sai Ram!” Questo è ego e noi ci riempiamo di tensioni. Quindi amici, molti di noi non sono pronti a lasciare il proprio lavoro sebbene sia provato che ormai non siamo più adatti ad esso e questo avviene per amore della nostra influenza ed autorità, non tanto per il lavoro in sé.

La Bhagavad Gita ci insegna chiaramente che anche il karma yoga ha i suoi limiti a causa del fatto che noi diveniamo attaccati al nostro lavoro.



Dovremmo sempre essere pronti a fermarci

Qualche tempo fa ho incontrato un signore anziano che camminava con il bastone e mi diceva che stava lavorando nella libreria. Gli ho detto: “Signore, io vi ammiro perché avete qualche anno più di me e spero di avere allora la vostra stessa intelligenza” . Si chiacchierava in questo modo. Dopo un mese è accaduto un incidente ed egli ha subito una frattura: adesso aveva bisogno di due bastoni! Ebbene questo signore mi ha detto: “Caro Anil Kumar, adesso sono davvero senza speranza: mi è stato tolto il lavoro e questo mi fa star male più ancora della mia frattura!” Io gli ho risposto: “Non so se sono abbastanza competente per parlarvi, se ne ho l’autorità o meno, ma devo dirvi che vi compiango! Vi commisero perché le cose non dovrebbero andare così; si dovrebbe essere pronti ad abbandonare tutto in ogni circostanza, perfino nel fiore della gioventù!” Sebbene si possa avere il diritto legittimo di esercitare il nostro potere, bisogna essere preparati ad abbandonarlo ed allora si sarà liberi dall’attaccamento al karma. Quindi, per essere liberi dagli aspetti ed effetti negativi del karma yoga, il primo requisito è il distacco ossia l’essere pronti a fermarsi.

Qualcuno un giorno mi ha chiesto: “Se Swami ti dicesse di andartene, che faresti?” Io gli ho dato una risposta sola e diretta: “Non si dovrebbe essere preoccupati né indugiare: è Swami che ti chiede di venire ed Egli ha lo stesso diritto di chiederti di andare. Sei venuto qui solo perché Lui ti ha chiamato e te ne andrai se Lui te lo chiederà. Perché la cosa dovrebbe colpirti? Non ci si deve preoccupare di questo”. Gli effetti negativi del sentiero karmico, o dell’azione, saranno superati nel momento in cui saremo pronti ad abbandonare tutto in qualsiasi momento, quando non vi sarà più nessun tipo di attaccamento.



Il risultato del sentiero del karma è solo temporaneo

In secondo luogo, qualsiasi risultato otterrete dal karma, per quanto elevato e sottile possa essere, sarà puramente temporaneo.

Ecco un semplice esempio: nelle scritture troviamo che “Se farete buone azioni, come avere compassione, essere caritatevoli e fare servizio, andrete in paradiso”. Molto bene! Ma il paradiso non è un indirizzo perenne, è solo un contatto. Voi avete fatto un buon lavoro e vi sarà permesso di restare in paradiso due anni. Certo, ve la spasserete per due anni ma poi dovrete usare il biglietto di ritorno che, anche se non l’avete comprato, è attaccato a quello di andata che avete !! ( Risate) Tutti i risultati del sentiero dell’azione sono temporanei e legati al tempo. Quindi non potrete aspettarvi felicità permanente.



Scopo del sentiero della saggezza: consapevolezza del Sé.

Il secondo è il sentiero della saggezza o jnana yoga. Cosa significa? Sul sentiero dell’azione, io agisco con entrambe le mani, cammino con le gambe, piego il corpo ed uso i sensi per essere competente nel lavoro ma nel jnana yoga cosa faccio? Dovrò leggere libri? No! Dovrei stabilirmi in una biblioteca? Non serve……il guardiano c’è già ( Risate). Cosa significa allora jnana yoga, amici? Il sentiero della saggezza non riguarda l’acquisizione di informazioni, non è connesso con i dati e non tratta di aver dimestichezza con le scritture; il sentiero della saggezza è la conoscenza del Sé. Jnana yoga significa conoscenza del Sé.

“Signore, so che c’è un gran numero di libri nella biblioteca! So anche come preservarli dagli insetti”. Bene! Fai domanda per diventare bibliotecario allora. Non è questo! Lo scopo del sentiero della saggezza è la consapevolezza del Sé.



La discriminazione è un requisito per il sentiero della saggezza

Due sono due requisiti per questo sentiero. Uno di essi è la discriminazione. Per raggiungere il sentiero di jnana o saggezza, si deve esercitare la disciplina della discriminazione, di cui siamo stati dotati, che dovrebbe essere usata anche nei riguardi di sé stessi, per i propri scopi personali. Noi vogliamo fare determinate cose che non sono socialmente accettate, cose che non sono giustificate, e compiamo errori che non vorremmo fossero conosciuti dagli altri. Questo ci mostra che non stiamo esercitando la nostra discriminazione. Dio ci ha dato l’intelletto che possiede il senso della discriminazione; siamo nati con questo eppure non lo coltiviamo. La discriminazione non si genera, non si può acquistare: siamo nati con essa. Qualcuno vi ha fornito la fame? No. Siete nati con l’appetito, la sete, il sonno; nessuno vi ha procurato queste sensazioni. Così è per il senso della discriminazione ed esso deve essere esercitato ampiamente sul sentiero di Jnana. Cos’è la discriminazione? La discriminazione è ciò che vi dice che questo è temporaneo e quello è permanente; la discriminazione distingue tra il transitorio e l’eterno, il reale e l’irreale, e separa ciò che perisce da ciò che è immortale.



L’auto-indagine ci aiuta a capire la nostra vera identità

Dopo avere esercitato la discriminazione, parte fondamentale, possiamo procedere al passo successivo che è quello dell’auto-indagine o atma vichara. Che cos’è l’auto indagine? Ogni ufficio postale, ogni stazione di autobus, ogni stazione ferroviaria ha un ufficio informazioni ma non sto parlando di questo tipo di informazioni. Questa è l’indagine che viene fatta nel mondo esteriore mentre noi stiamo parlando dell’indagine interiore, quella che viene compiuta senza sedia e tavolino, senza nessun aiuto esterno, che è una cosa che accade dentro. Come dovremmo investigare? Baba ha detto chiaramente: “Questo è il mio orologio; io non sono l’orologio. Questa è la mia penna; io non sono la penna. Questo è il mio tavolo ma io non sono il tavolo. Allora chi sono? Sono questo corpo? Non può essere perché anche questo è soggetto a cambiamenti”. Penso che trant’anni fa ero molto più bello, più presentabile; ora non sono più la stessa persona e posso immaginare cosa accadrà tra dieci anni. Se fossi il corpo, dovrei rimanere lo stesso ma non è così. A dispetto di tutte le creme e le chirurgie plastiche, noi diventiamo vecchi e quindi non siamo il corpo.

Se fossimo la mente, questa dovrebbe essere sempre la stessa e invece non è così. Cosa ho mangiato per colazione? Non mi ricordo. Non hai detto la stessa cosa ieri? Può darsi, non ricordo. La memoria si perde perciò non potete essere la mente.

Quindi non siete il corpo e non siete la mente. Qualcuno può dire “No Signore, io sono Indiano” pur essendosi stabilito negli Usa. Proprio ieri Bush ha annunciato che concederà più visti e quindi molti di voi si stabiliranno in America. Se vivete in India, siete Indiani ma, se vivete in America, siete Americani! Come potete quindi affermare di essere Indiani? Domani potreste essere Americani o Australiani. Oggi sono a Puttaparthi ma domani potrei essere da qualche altra parte; chi può dirlo! Dunque voi non siete il luogo in cui abitate, non siete il lavoro che fate, non siete nemmeno il nome che portate. Pensate se i miei genitori mi avessero chiamato con un nome vecchio stile come Subhaiya (risate). Veramente fuori moda! Così decido di cambiarlo e di chiamarmi Subhama o Subha: molto più moderno! Dunque io posso cambiare il mio nome. Non sono il luogo in cui vivo, non sono il mio lavoro, non sono il mio corpo, non sono la mia mente. Allora cosa sono? La realtà è l’essenza dove l’Io è la costante: ‘Io sono il corpo’, ‘ Io sono un ufficiale’ , ‘Io sono un Indiano’. Tutte queste affermazioni possono essere diverse ma l’Io’ è lo stesso. Questo ‘Io’, che è sempre lo stesso ed unico, è lo Spirito o Anima o Coscienza o Atma o Sé. Il processo dell’auto-indagine, che conduce alla comprensione della vera identità di questo ‘Io’, è chiamato il sentiero della saggezza o Jnana Yoga.



Il vantaggio dell’Jnana Yoga è la liberazione eterna

Amici miei, qualche minuto fa ho detto che i vantaggi o benefici del karma yoga sono il self-control, un intelletto acuto e il guadagno del merito. Tutti questi benefici sono temporanei. Il vantaggio dell’Jnana yoga o sentiero della saggezza è invece beatitudine o ananda sempre duratura e permanente, una liberazione senza paragoni, senza rivali, mai sconfitta, ineguagliabile ed eterna. Mentre il karma yoga vi conduce fino a certi stadi che sono temporanei, moksha, la liberazione, è permanente. Lo zucchero è sparito quando sé disciolto nell’acqua; quando il fiume arriva al mare si fonde in esso. La fusione non è mai parziale o incompleta: la fusione è totale. Sono stato chiaro? Allo stesso modo, quando si raggiunge la liberazione o moksha, l’individuo si fonde nella Divinità cosmica. E’ una Divinità olistica, tra identità ed entità non vi è separazione. Questa è la differenza tra il karma e il jnana. I risultati di jnana sono permanenti, si raggiunge la beatitudine della liberazione, mentre i risultati del karma sono temporanei anche se, comunque, esso serve per preparare il terreno dal quale prendere il volo.



Ciò che si richiede per guadagnare la grazia di Dio

Cari amici, sia che si tratti di karma yoga o di jnana yoga, del sentiero dell’azione o della saggezza, voi cosa state facendo in questo momento? Se lavoro onestamente Swami sarà contento di me, se il mio lavoro mi dà soddisfazione Swami ne sarà felice. Per far piacere a Swami io lavoro, per ricevere la Sua grazia io medito, per ricevere la Sua misericordia io canto i bhajans. Quindi, qualsiasi cosa io faccia, qualsiasi tipo di servizio, canto devozionale o meditazione, lo scopo è quello di guadagnare la Sua Divina grazia. E’ così facile? Faccio un buon lavoro e ottengo la grazia? Medito è subito ricevo la Sua grazia? Abbiamo il cibo istantaneo, il caffè istantaneo, perché non anche la Grazia istantanea? (Risate) No! In aggiunta al servizio e alla meditazione avete bisogno di altre cose. Quali?



Sii in pace con te stesso e con gli altri

Per prima cosa, per poter essere degno di ricevere la grazia di Dio, si dovrebbe essere in pace con se stessi e con gli altri; come posso ottenere questa grazia se non ho pace e non permetto nemmeno a te di vivere in pace? Se ti faccio perdere la tua pace, e la mia è ridotta in pezzi, non merito la grazia. Quindi, per prima cosa, è necessario essere in pace dentro se stessi e con gli altri.



Abbi sempre pensieri buoni

Secondo punto: la mente dovrebbe sempre albergare buoni pensieri perché il pensiero è energia. La stessa scienza moderna lo garantisce. Se i pensieri sono cattivi, pericolosi, o dannosi, voi perdete energia, potete chiedere ad un medico esperto.

Tramite pensieri buoni e sacri si può perfino curare il cancro. Lo sapete questo? E’ stato detto questa mattina in TV. Una persona ha raccontato: “Io sono malato di cancro ma sto trattando questa malattia come qualsiasi altra febbre o raffreddore. Il raffreddore viene e va ed anche il cancro viene e va; perché preoccuparsi?” Questo paziente non sembrava affatto un malato, sembrava piuttosto un vecchio scapolo romantico. Il vostro corpo può anche essere malato ma siete mentalmente molto forti ed in salute.

La nostra situazione attuale è che il corpo è sano ma, mentalmente, siamo malati. Ecco la ragione per cui, anche se siamo sani, non abbiamo un bell’aspetto ed, anche se va tutto bene, non sembra affatto che vada tutto bene! Perché? La mente deve sempre avere pensieri buoni perché il pensiero è energia. I pensieri sono forme di ioni. I pensieri puri vi danno più energia e vi fanno più puri; anche la pressione del sangue va di conseguenza. I pensieri impuri, tragici e maligni, fanno salire la pressione e lo zucchero nel sangue per cui il corpo si ammala. Dunque il secondo requisito sono i buoni pensieri.



Discrimina sempre

Il terzo requisito è essere sempre pronti a discriminare. “Sempre” è importante perché potremmo perdere questo collegamento in ogni istante. Un uomo che è perfettamente sano nel 2000 può non esserlo nel 2001; uno che è in pace nel 2002 può essere molto stressato nel 2003. Si può essere tranquilli al mattino e pieni di agitazione nel pomeriggio. Quindi, non pensate di poter sempre contare sulla pace acquisita; in futuro potreste perderla. Non affidiamoci al nostro giudizio; dobbiamo esercitare costantemente la discriminazione. Queste tre cose sono necessarie per acquisire la grazia e, se noi meritiamo di essere i contenitori dell’infinita grazia Divina, dell’infinita misericordia Divina, allora possiamo dire di essere avanzati sulla scala spirituale.



Collega il sentiero dell’azione con quello della saggezza

Adesso vorrei costruire un ponte su entrambi i sentieri karma e jnana. All’inizio abbiamo parlato del sentiero dell’azione e quindi di quello della saggezza. Permettetemi ora di differenziarli o di misurarli con i miei parametri. La mia sola comprensione potrebbe non essere sufficiente per arrivare ad una conclusione perciò farò un ponte su entrambe queste idee. Ma come collegarle? Esse sono già collegate, siamo noi a disconnetterle. Come rimetterle insieme? La Bhagavad Gita dice chiaramente: “Caro ragazzo, quando compi un’azione avrai come risultato una reazione ma non preoccupartene, concentrati sul tuo lavoro. Sia che tu lo voglia o no, che tu lo chieda o no, che tu ti aspetti questo oppure no, le conseguenze seguiranno in ogni modo; non devi concentrarti su di esse bensì sull’azione, sul tuo lavoro, sul karma. Il resto si prenderà cura di se stesso.”

Ieri ho incontrato un signore che appariva piuttosto serio. Io so che ha dei figli che si sono ben sistemati, so che ha un discreto conto in banca, eppure era molto serio per cui gli chiesto: “ Come va? Tutto bene?”

Il mio lavoro, durante tutta la vita, è stato quello di far sorridere la gente. Io rido e faccio ridere la gente perché non c’è alcun motivo di piangere; il pianto non è una soluzione per alcun problema e, se piangete, il problema diventa ancora più grande. Quindi ho chiesto: “Perché sei così serio? Qual è il problema?”

“ Sono preoccupato.”

“ Perché?”

“Perché ho un po’ di denaro ma, se tra tre anni dovessi affrontare un’operazione al cuore, mi basterà?” (Risate)

Oh certo! Tra dieci anni potresti avere un attacco di cuore e non avere denaro sufficiente per curarti e allora ti preoccupi ora!!

Gli ho risposto: “Amico, potresti non avere nessun attacco di cuore nei prossimi dieci anni ma così te lo fai venire! ( Risate) Ti stai preparando per un attacco di cuore tra tre anni ma non vedi che te lo fai venire adesso?”

Dopo una sana risata, gli ho detto: “Stai tranquillo, non avrai un attacco di cuore e non perché sei abbastanza ricco ma semplicemente perché il tuo cuore non è disposto ad avere un attacco! ( Risate) L’attacco di cuore non è un’invasione straniera, non è una guerra che sei pronto a combattere perché hai abbastanza cibo e munizioni. Può arrivare in qualsiasi momento”.

Ieri è successa una cosa davvero triste: la moglie di un nostro collega fa servizio nel Mandir. Ieri ha svolto tutti i suoi compiti ed è tornata a casa alle 6. Improvvisamente ha lamentato un dolore al petto ed è stata portata subito ,in risciò, al General Hospital dove le è stato detto che non si trattava di niente di serio ma solo di acidità di stomaco. Poi è sopraggiunto un altro medico che ha detto: “Non si tratta di acidità di stomaco ma di un attacco di cuore; non corriamo rischi portatela al Super Speciality Hospital !” Nel frattempo è arrivato il marito ed insieme sono saliti sul risciò per correre al Super Specialità Hospital ma, lungo la via verso l’ospedale specializzato, la donna è morta. Aveva 50 anni, era giovane e sana, stava benissimo fino alle 6 e mezza ed alle 7 e mezza era già dichiarata morta. L’attacco di cuore non si preoccupa del vostro conto in banca né della vostra posizione o del vostro peso; può arrivare in qualsiasi momento. Perciò amici, dovremmo imparare ad essere felici e a non preoccuparci del futuro in modo da essere sereni ed in salute oggi.



Per ottenere la saggezza sacrifica i risultati delle tue azioni

Nella Bhagavad Gita il Signore Krishna dice: “Rinuncia ai risultati delle tue azioni. Karma Phala Pari Tyaga: rinuncia ai frutti delle tue azioni. Allora otterrai saggezza o jnana”. Ecco allora che karma e jnana sono collegati, non sono più separati. Se siete attaccati alle vostre azioni, siete nel campo del karma; se invece rinunciate alle vostre azioni arrivate al campo della saggezza. Io spero e prego che Dio ci benedica con l’opportunità di altri satsang. Vorrei affrontare particolari e fondamentali tematiche quali, ad esempio: Perché non abbiamo successo nella nostra devozione? La gente dice che ascolta i bhajans religiosamente, che medita con regolarità e che fa servizio al meglio delle proprie abilità; perché dunque non ha successo? Cosa sono i legami? Come ci si può liberare dai legami? Come continuare il sentiero materiale della casalinga o della professionista che è pieno di problemi? Queste sono alcune fondamentali questioni di cui vorrei parlare con voi la prossima settimana. Vi ringrazio per la vostra gentile presenza e per la vostra partecipazione attiva. (Applauso)

Io sono grato a ciascuno di voi perché mi date l’opportunità di informarmi su questi argomenti e di preparare me stesso. Vi ringrazio perché mi date la possibilità di dividere questo con voi poiché “Il miglior modo di imparare è insegnare”. Parlare qui è un modo per preparare me stesso con lo studio e quindi imparare di più. Non ho mai pensato, nemmeno nei miei sogni, di essere più di qualcun altro, non sono così pazzo.

Vi ringrazio ancora.