Satsang

Natale 2005 (Parte prima)

11 dicembre 2005

Messaggio di Natale per i devoti Sai

Mi scuso per la mia assenza della scorsa settimana, ero fuori città per affari personali, e sono veramente felice di essere di nuovo qui tra di voi stamattina! In tutto il mondo è iniziato il periodo natalizio: illuminazioni, decorazioni, sermoni e discorsi, nuove decisioni, nuovi contatti, nuove forme di adorazione, nuovi proponimenti… tutte queste cose accadono una dopo l’altra. Il Natale è una celebrazione meravigliosa, di importanza globale; più di metà della popolazione mondiale è Cristiana. Essendo io stesso il prodotto di un collegio cristiano, in trent’anni ho acquisito un intimo legame con la Cristianità e porto con me il messaggio cristiano, lo spirito di sacrificio, la dedizione, l’impegno, lo zelo missionario e lo spirito di servizio. Mi chiedo quanti di voi siano consapevoli di un altro evento importante di oggi: questo giorno è il Bhagavad Gita Jayanthi, ossia l’anniversario delle Sacre Scritture della Bhagavad Gita, che si celebra leggendo queste scritture con profonda attenzione, comprendendole e seguendone strettamente gli insegnamenti. Questa è la vera celebrazione della Gita Jayanthi, l’anniversario delle Sacre Scritture, e del giorno in cui Bhagavan Krishna diede questo vangelo ad Arjuna. A questo proposito faremo alcune riflessioni durante il discorso di stamattina. Come ho detto, le celebrazioni di Natale sono già cominciate; i giornali parlano di varie persone e pastori, preti, vescovi di differenti confessioni, che stanno preparando questa grande festività. Anche i devoti Sai hanno molte cose da imparare dal Natale. Spero di poter parlare anche la settimana prossima di questo argomento specialmente dal punto di vista del vangelo Sai e di ciò che il Natale significa per un devoto Sai.



Gesù è venuto per aiutare i poveri di spirito

Gesù Cristo non è solamente un profeta, Gesù Cristo non è limitato alla Cristianità ed ai cristiani, Gesù Cristo non è solo una persona Sacra, un Messia: Gesù Cristo è la luminosità del Buddha. La luminosità che troviamo nel Buddha è quella di Gesù Cristo. Egli è glorificato nella vita e nella missione di Guru Nanak e risplende in Krishna; ecco come io vedo Gesù Cristo. Io trovo che la gloria di Nanak, l’illuminazione del Buddha e lo splendore di Krishna siano tutti e tre in Gesù Cristo. Questo è ciò che il Natale deve voler dire per un devoto Sai.

Krishna aveva un nome preferenziale: veniva chiamato Daridra Narayana, il Dio dei poveri. Sì, questo è il nome con cui viene lodato. Anche Gesù amava essere chiamato “povero”. Dobbiamo capire un punto importante: non povertà in termini economici ma una povertà di spirito e di consapevolezza. Noi siamo poveri di attenzione, di esperienza, di comprensione delle scritture. Gesù è venuto per aiutare tutti noi, che siamo poveri di spirito, di modo che possiamo arricchirci con la profondità della comprensione, con la profondità dell’esperienza, con la profondità della conoscenza. Gesù ha sempre vissuto tra i poveri ma non per liberarli dalle loro ristrettezze economiche bensì dalla loro povertà spirituale. Questo è ciò che io comprendo osservando la missione di Gesù ed il Suo messaggio. Gesù non ha mai detto “Condannate la povera gente” o “State lontani dalla povera gente”.



La preoccupazione di Baba per i poveri

Bhagavan Baba ama stare in mezzo ai poveri. Possiamo anche vedere gente di condizione elevata, ossia i Vip, che vengono chiamati in interview, possiamo anche vedere persone ricche intorno a Lui ma sono certo al 100%, credetemi amici, che chiede a loro che servano i poveri. Se Egli è vicino a persone influenti è perché desidera che facciano del servizio alla povera gente. La preoccupazione di Baba è per i poveri; le Sue parole, i Suoi discorsi, le Sue interview con i grandi dignitari avvengono solo per raggiungere i poveri ma gli ignoranti ed i folli non se ne rendono conto. Quando un individuo importante viene chiamato in interview e Swami gli assegna un progetto, come fornire l’acqua alla gente, migliaia di persone povere ne traggono beneficio; quando Egli chiede a qualcuno di fondare una scuola o un orfanotrofio, migliaia di bambini ne traggono beneficio. Pertanto amici la preoccupazione di Baba è principalmente per i poveri; tutti questi mezzi servono a migliorare le condizioni della povera gente.



La Vita e la Missione di Baba è al servizio dei poveri

In un altro senso, noi tutti siamo poveri, siamo poveri nel senso che non sappiamo di esserlo! (Risate) C’è una categoria di povertà ben conosciuta: quando ho il portafoglio vuoto so di essere povero! Purtroppo però, quando il cervello è vuoto non so di essere povero! (Risate) Questo è peggio di una vita da mendicante! Infatti, un bel giorno, un mendicante potrebbe anche diventare ricco ma questa povertà del cervello non può mai migliorare perché non è conosciuta. Quindi Baba vuole eliminare questa povertà, queste lacune, questo vuoto enorme dell’ignoranza dalla nostra testa, di modo che possiamo avere questa comprensione e questa visione olistica dell’esistenza. Questa è la vita di Baba e la sua Missione. Dovremmo veramente osservare l’espressione di Swami e le Sue reazioni quando vengono distribuiti cibo ed abiti ai poveri. Per favore guardate il Suo viso! Vedremmo i Suoi occhi pieni di lacrime, la sua voce rotta ed il suo corpo quasi tremante. Egli è profondamente commosso alla vista dei poveri perché Egli è vissuto tra i poveri ed è nato in una famiglia povera. Gesù è nato in una mangiatoia, in un piccolo villaggio, in una povera famiglia ed anche Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è nato in una famiglia povera ed ha speso tutta la Sua vita tra i poveri. Sono passati ottant’anni e non ha mancato nemmeno un solo momento di adoperarsi per loro; ospedali, scuole, ed altri progetti che ha realizzato, sono stati tutti per i poveri. Egli non si vergogna di parlare delle sue origini umili. Ci sono stati momenti in cui non aveva il denaro per rimpiazzare un bottone della camicia e dovette mettere una spina appuntita al suo posto! Non si vergogna di dire che non aveva abbastanza denaro per comprare del cibo. Una volta accadde che dovesse raggiungere un luogo lontano avendo con sé solo una polpetta di miglio, tanto dura che bisognava ammorbidirla con l’acqua per poterla mangiare, e mangiò questo cibo un po’ per volta, per tre o quattro giorni. Si può ben dire “Com’era povero!” parlando letteralmente.

Gesù è il Signore dei Signori, il Re dei Re, eppure nacque in una famiglia povera e visse tra i poveri. Bhagavan Baba oggi è il Supremo, conosciuto in tutto il mondo, secondo i nostri calcoli in almeno 145 paesi. Egli ha detto:

“ Sono l’uomo più ricco.”

“ Quanto sei ricco, Baba?”

“ La mia proprietà è l’amore dei miei devoti quindi sono l’uomo più ricco sulla terra” ha dichiarato Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Swami è ricco in termini di amore ma è povero perché si muove in mezzo ai poveri, si muove in mezzo a coloro che sono poveri di intendimento e di esperienza. E’ venuto per aiutare tutti i poveri a sfuggire alla loro povertà, alla mancanza di comprensione delle scritture, alla mancanza di convinzione nel vivere e seguirle. Questo è ciò che è Bhagavan Baba. Gesù ha detto: “Se veramente mi amate, amate i poveri”



L’Organizzazione Sathya Sai è al servizio dei poveri

Amici, l’Organizzazione Sathya Sai di tutto il mondo dovrebbe lavorare per i poveri. L’Organizzazione Sathya Sai non è uno status symbol, non è motivo di dignità o di prestigio ma un’opportunità per servire i poveri. L’Organizzazione Satya Sai è una benedizione perché permette di essere in mezzo ai poveri, è una benedizione perché dà la possibilità di servirli. Questo dobbiamo comprenderlo. Gesù ha vissuto sempre in mezzo ai poveri e Bhagavan Baba è tra i poveri e cerca di aiutare ciascuno di noi ad uscire da questa povertà!

Vi faccio un altro esempio: Gesù prese della sabbia con entrambe le mani; in una essa si trasformò in oro mentre nell’altra rimase sabbia. Egli domandò ai Suoi discepoli:

“ In questa mano c’è dell’oro ed in quest’altra della sabbia: quale credete che abbia più valore?”

Tutti risposero: “ Quella che contiene oro Signore!”

“Eppure per me sono uguali!” dichiarò Gesù.

Una volta Baba chiamò a colloquio un gruppo di persone molto povere. Guardandole in faccia si capiva che non facevano un bagno da molto tempo, erano vestite di cenci e puzzavano tremendamente. Bene, io non so come il mio Signore Sai Baba abbia potuto affrontare questo. Alla fine, quando Baba uscì, gli chiesi :” Swami hai dato l’interview a questo gruppo? A questi tipi?”

Baba rispose immediatamente :”Perché no?”

“ Swami a questo gruppo…” non ho aggiunto alcun aggettivo perché sarebbe stato rischioso!

Baba Rispose: “ Questo gruppo è buono quanto quello! Questo gruppo prova lo stesso amore di quell’altro! Perché no?” Poi sorrise e disse: “A me non interessano abiti e condizione sociale; Io amo la povera gente, Io servo la gente” .

Questo è ciò che disse e queste parole risuonano nelle mie orecchie ancor oggi. Pertanto il messaggio di Gesù Cristo e di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è quello di servire i poveri.



Il servizio è la sola chiave che apre il tesoro della beatitudine

Pochi giorni fa ho incontrato un signore piuttosto anziano il quale ha fatto a lungo meditazione ed ha perfino alcuni discepoli.

“Come va Signore?”

“Bene; continuo nella meditazione”.

“Che cosa insegnate?”

“Insegno appunto l’arte della meditazione”.

“Perché meditate?”

“Per godere di quel livello speciale di felicità”.

“Ma quanto dura questa felicità?”

“Fintanti che medito”.

“Capisco” (Risate)

Se la tua esperienza di felicità dura solamente per quel breve periodo di meditazione allora è una felicità temporale, come fare un’iniezione di morfina, prendere della marijuana o scolarsi una bottiglia di scotch! (Risate) Se voi sperimentate lo spirito della tranquillità, l’equanimità e la gioia soltanto durante la meditazione, come può questa essere una cosa vera? Vediamo gente nella sala dei bhajan che batte le mani con entusiasmo, che agita il corpo freneticamente al ritmo degli strumenti... (Risate) ma appena fuori dalla sala si mettono ad urlare contro qualcuno, si arrabbiano e diventano lunatici. C’è da chiedersi cosa ci sia in loro che non va…Tutto questo,amici, è artificiale. La sola chiave per essere felici e gioiosi per un prolungato periodo di tempo non è la meditazione, non è il sankirtan, non è lo studio delle scritture né la ripetizione del Nome del Signore; la gioia duratura si ottiene solo attraverso il servizio. Il servizio è la sola chiave che apre il tesoro della beatitudine. Finché non impari a servire non potrai stabilire l’unità di spirito, finché non servi non comprenderai che lo Spirito è Uno, non potrai capire che Dio è il Padre di tutti, non percepirai la fratellanza di tutti gli uomini. Il servizio è una opportunità meravigliosa per sperimentare Dio, è una grande benedizione che ci dà l’opportunità di vivere in Dio e di parlare con Dio; comprendete che quando parlate con qualcuno state parlando con Dio.



Il servizio al prossimo è servizio a Dio

Quando servite il povero, state servendo Dio. Alcuni dicono “Voglio parlare con Dio, voglio servire Dio”; ma Dio dov’è? Si trova sull’Imalaya? Si trova all’aereporto Kennedy di New York? In Argentina? Dov’è Dio? Dio è in ogni luogo. Se servi il tuo prossimo, sappi che stai servendo Dio. Questo è il messaggio del Signore Gesù Cristo e di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Gesù non si è mai sentito il Signore dei Signori o il Re dei Re, sebbene lo fosse; Egli amava essere chiamato il servitore, non ha mai voluto che la gente si rivolgesse a lui come al Signore. Delle persone vennero da Baba e dissero: “Grazie Swami per tutte le comodità che ci hai fornito, ti siamo veramente grati”.

Egli rispose: “Nessun ringraziamento; sono Io che ringrazio voi per averMi dato l’opportunità di servirvi. Grazie”.

Se qualcuno gli dice ”Grazie Swami” Egli risponde “Perché mi ringrazi? Io e te siamo uno, non sono un’altra persona” oppure “Ringrazi forse tua madre per ciò che fa per te? O tuo padre? Allora perché ringrazi Me? Non è necessario”.

Ricordo anche un altro episodio in cui qualcuno disse: “ Swami, io voglio servirti: per favore, dimmi come posso farlo!”

Egli sorrise e rispose: “Non voglio i tuoi servigi, sono Io che servo te. Tu non hai bisogno di servirMi, sono Io che sono venuto per servire te”.

Chiunque voi serviate, state servendo Dio Stesso. Questo è il messaggio di Gesù e di Baba.



Il Regno dei Cieli è dentro di voi

Vorrei portare la vostra attenzione su ciò che Gesù rappresenta. Gesù rappresenta l’amore; l’amore è sinonimo di Gesù. Baba ha detto: “Se vuoi conoscerMi, se vuoi avvicinarti a Me, se vuoi esserMi caro, il solo segreto è amare, è l’amore soltanto”. Gesù è amore e Baba è amore. Gesù ci ha parlato del Regno dei Cieli. Dove si trova il regno dei cieli? Tutti i cristiani pregano: “Santificato sia il Tuo Nome, venga il Tuo Regno”. Dove si trova questo regno? Quando verrà? Questo è stato spiegato meravigliosamente da Baba. Amici miei, voi capirete molto meglio la Cristianità dopo essere stati da Baba, potete comprendere la vostra Bhagavad Gita ampiamente dopo essere venuti da Baba ed in questo modo sarete migliori Cristiani e migliori Hindu. Ecco cos’ha detto Baba, a proposito del regno dei Cieli, citando la Bibbia: “Il regno dei cieli è dentro di te; tu non devi attendere di raggiungere questo regno né devi pregare per ottenerlo. Il regno dei cieli è dentro di te”. Cosa significa? Vuol dire che in spirito noi siamo beatitudine, siamo il paradiso; il paradosso sta nel fatto che non lo comprendiamo. L’ironia della vita sta nel fatto che non lo capiamo, il che è ridicolo. Il regno dei cieli è dentro di te. Noi diciamo: “Io voglio la liberazione, io voglio la pace, io voglio la felicità”. Baba dice: “Togli di mezzo io, togli di mezzo voglio. Io è senso il possesso, volere è desiderio. Dal momento che rinunci al possesso, ossia all’identificazione col corpo, ed al desiderio, ciò che resta è la beatitudine”.



La beatitudine è nascosta in voi

La polvere del desiderio ed il muschio dell’attaccamento coprono la beatitudine dentro di me; la beatitudine dentro di me è totalmente coperta dall’egoismo. La sola sadhana, la sola pratica spirituale è rimuovere questi detriti, rimuovere questo muschio ed aspettare che le nuvole svaniscano per poter vedere il sole. Il sole non è nato di nuovo, era solo nascosto dalle nuvole; quando le nuvole svaniscono, lo si può vedere chiaramente. Lo stesso avviene con la beatitudine dentro di voi; voi siete già liberi. La beatitudine si ottiene quando spariscono l’attaccamento e l’egoismo. E’ in questo spirito che dobbiamo comprendere il regno dei cieli dentro di noi. Questo è ciò che ha detto Gesù e ciò che ci dice Bhagavan Baba. Swami, nei suoi discorsi, ci ripete continuamente: “Voi siete l’incarnazione della Pace, della Verità e della Beatitudine”. Se sono tutto questo perché non lo so? Sono l’incarnazione della Beatitudine ma perché non c’è traccia di gioia sulla mia faccia? (Risate) Se sono l’incarnazione della Verità, perché non c’è un grammo di verità nelle mie parole? Se sono l’incarnazione della Pace, perché non si vede dalla mia espressione? Perché questo tesoro è ben nascosto dentro di noi. E’ una sfortuna che non ce ne rendiamo conto; è come se io fossi estremamente ricco, con molti soldi in banca ma l’avessi dimenticato e mi comportassi come un mendicante. Qualcuno mi chiede “Perché vai in giro a mendicare? Hai tanti soldi in banca, vai a prenderli!” ed io improvvisamente divento euforico, eccitato, entusiasta perché il mio amico mi ha ricordato del mio deposito in banca. Egli non mi ha offerto denaro, non mi ha fatto la carità; semplicemente mi ha ricordato che ho già del denaro depositato in banca. Analogamente possiamo dire che io ho dimenticato la beatitudine, la gioia e la pace dentro di me. Penso di essere in catene, penso di essere vincolato; ma non è così! Tu sei libero, tu sei moksha! Moksha significa liberazione.

Qualcuno chiese a Ramana Maharshi: “Swami, io voglio la liberazione, moksha!” Come se fosse del dentifricio da comprare! (Risate)

Ramana rise e disse: “Sei già libero! Perché chiedi la liberazione?”

Voi state solamente immaginando di essere in catene, questa schiavitù è ipotetica, immaginaria ed illusoria. Nel momento in cui questa illusione, questa immaginazione, questa esperienza allucinatoria se ne sarà andata, sapremo di essere liberi. Perciò amici, Il regno dei cieli è dentro di voi vuol dire che siete liberi, vuol dire che siete pieni di beatitudine e di pace. Questo è il messaggio di Baba.



Il Regno dei Cieli è per i poveri di spirito

Coloro che hanno letto ed ascoltato ripetutamente i discorsi di Baba avranno notato la somiglianza con ciò che ha detto Gesù. Gesù ha detto che il regno dei cieli non è per i ricchi cioè per coloro che rincorrono il potere, la posizione ed il denaro. Il regno dei cieli non si ottiene con la pubblicità e gli slogan, non si ottiene con il prestigio, il potere, l’autorità, la proprietà o la politica. Il regno dei cieli è per coloro che sono poveri di spirito. I poveri di spirito sono coloro che comprendono che ciò che vedono non è tutto, che c’è qualcosa di più da sperimentare, che la vita non è solamente cibo, abiti e riparo. Possiamo anche avere cibo, abiti e casa ma dobbiamo comprendere che c’è qualcos’altro, qualcosa di speciale, e che è essenziale coltivare un contenuto spirituale nella nostra vita. Coloro che veramente desiderano, aspirano e vogliono ardentemente questa ricchezza spirituale sono i poveri di spirito. Costoro avranno il regno dei cieli. Gesù viene sempre associato alla croce e la gente indossa una croce ma, sia che portiate una croce d’oro, di legno, d’argento o di platino, una croce è sempre una croce e bisogna attraversarla! Che simbolo è la croce? Noi dobbiamo passare attraverso il nostro ego e la vita familiare, dobbiamo attraversare il fiume degli attaccamenti. La croce sta per rinuncia e sofferenza; Gesù ha detto che avremo una vita nuova quando sopporteremo la croce della rinuncia e della sofferenza. Questo è il messaggio di Gesù Cristo. Cosa significa questo per un devoto di Sai? Bhagavan Baba dice:



“Na karmana, na prajaya, na dhanena, thyagena ekena Amrithathvam anasuh!"



Non con l’azione, non con la ricchezza né con la progenie;

solo con la rinuncia si può raggiungere la Beatitudine immortale



Nessuna punizione, nessun potere, nessuna ricchezza; nulla può conferirvi la liberazione se non thyaga ( il sacrificio o rinuncia).

Baba ci dà un’altra dimensione. Veramente amici è sorprendente pensare alle interpretazioni di Swami! Ogni letterato diventa veramente piccolo di fronte alle interpretazioni Divine che sono così nobili ed uniche!



La rinuncia all’ego è vera rinuncia

Nel dizionario la parola “rinuncia” viene interpretata come “lasciare, abbandonare” ma Baba ha detto “No!” E’ facile rinunciare al denaro. Perché non si può? E’ facile rinunciare alla famiglia e, se siete degli irresponsabili, magari è la famiglia che rinuncia a voi! (Risate) Ma cos’è che deve essere lasciato? Dobbiamo rinunciare al nostro ego! Cos’è l’ego? Cerchiamo di non sbagliarci e scambiare l’ego per orgoglio: l’ego distillato, bollito e precipitato è “orgoglio”. L’orgoglio è molto peggiore dell’ego ma non andiamo così lontano; l’orgoglio è cancro ad uno stadio avanzato oltre ogni possibilità di cura. (Risate) Si può provare nella prossima vita! Non sto parlando di orgoglio ma di ego. Cosa vuol dire dunque “ego”? Ego significa identificazione con il corpo.

“ Chi sei?”

“Sono un laureato” Ah, capisco! (Risate)

“Sono un ufficiale, sapete? Sono un VIP”

“Io sono”: questo è ego. (Risate) Tutti lo dicono, nessuna eccezione.



Il messaggio della Croce di Gesù

Qualsiasi piccola cosa ci rende egoisti; quando Swami chiede “Come stai?” ecco che andiamo a fermare il traffico per raccontarlo! (Risate)

“Sapete che Swami mi ha chiesto Come stai? Lo avete visto?” ( Risate)

Se Swami lo chiede a te perché mai dovrei saperne qualcosa io? (Risate) Quindi amici, l’ego è sempre lì, è solo una questione di percentuale differente. In alcune persone siamo al 100%, (Risate) in altre al 45% ma l’ego è sempre presente! A cosa dovremmo rinunciare se non a questo ego? Non dobbiamo rinunciare alla proprietà o alla famiglia! Quindi sopportate la croce della rinuncia, la croce dell’abbandono, la croce dell’amore e la croce delle responsabilità . Questo è il messaggio della Croce di Gesù Cristo. Come ha portato la croce Bhagavan durante la Sua vita? Fin dall’infanzia ha dovuto superare molte prove. Cos’è che non ha dovuto superare!? I problemi che dobbiamo sopportare noi non sono niente rispetto a ciò che ha sofferto Baba: è stato avvelenato ed il giaciglio dove dormiva è stato incendiato, Ne hanno sparlato tantissimo, sul Suo conto sono state scritte cose assurde. Durante tutta la Sua vita è stato messo alla prova ed è stato tradito molte volte. Egli stesso ha affermato: “Gesù è stato tradito una sola volta da Giuda Iscariota ma oggi una persona su due è un Giuda!” (Risate)



Gesù è la Verità

Al giorno d’oggi, ci sono molte persone che tradiscono e deludono Dio; chiunque deluda e tradisca Dio è un Giuda. Giuda è un titolo come un PhD (un dottorato di ricerca) (Risate). Questa è la drammaticità della vita. Baba deve sopportare la croce delle sfide, della povertà, della calunnia, della bestemmia, della diffamazione, dell’infamia! Perfino oggi deve affrontare tutto questo. Questa è la verità. Tutta Betlemme, tutta Gerusalemme, tutti quanti affermavano che Gesù era il figlio di Dio mentre Re Erode ed i suoi seguaci sostenevano che fosse un bugiardo per cui fu messo in croce ma Gesù era la Verità e la Verità ha continuato ad esistere fino ad oggi; nessun genere di tortura e di coercizione ha potuto cambiare in Lui questo fatto.

Baba ha citato anche l’esempio di un altro grande devoto che si chiamava Mansur. Mansur era mussulmano, un grande devoto della fede Islamica che ripeteva “Io sono Dio, io sono Dio, io sono Dio” ed andava avanti a dichiarando : “Anal huq, Anal huq, sono Dio.”

La cosa fu riportata al re : “Sire pensavamo che voi foste il nostro Dio ma sembra che ora ce ne sia un altro!” Sfortunatamente non c’erano elezioni in quei giorni (Risate) “Cosa dovremmo fare ora?”

Il re lo chiamò a corte: “Mansur, chi sei?”

“Anal huq. Io sono Dio.”

“Sei Dio? Bene allora metterò questo Dio in prigione!” ma, anche mentre stava dietro le sbarre, egli continuava a ripetere “Anal huq. Io sono Dio.”

“Questo Dio non ha ancora capito! Aspetta che ora gli do una bella lezione” pensò il re e lo fece portare alla sua presenza ove gli furono amputate le mani e le gambe.

“Ti piace così Dio?” chiese il re ma Mansur continuava a ripetere “Abal huq. Io sono Dio. Io sono Dio.”

Infuriato il re urlò: “Gettatelo tra le fiamme!”

Mansur fu gettato nel fuoco e il suo corpo fu ridotto in cenere che si alzò, portata in giro dal vento, e nell’aria si sentiva continuamente ripetere: “Anal huq, anal huq. Io sono Dio, io sono Dio.” Questa è la croce della vita.



Chi è il più vicino a Dio?

“Sopportare la croce” significa “Io sono il testimone di tutto ciò di cui parlo, sono testimone di tutte le mie esperienze”. Questo è ciò che significa portare la croce. Baba ha potuto sopportare la croce della sofferenza e della rinuncia così come fece Gesù Cristo. Per tutti noi, la croce ha un significato, una lezione che ci insegna a svilupparci nel campo spirituale. A Gesù è stata fatta una domanda: “Chi è il più vicino a Dio?” Chi è più vicino a Baba? Sono quelli seduti sulla veranda ( Risate). Risposta molto semplice ma sbagliata! Voto zero! ( Risate)

Gesù dunque rispose: “Colui il cui silenzio è meditazione”. Una risposta da milioni di dollari! Ecco il motivo per cui a Prashanti Nilayam si insiste sul silenzio! Ma noi lo ignoriamo! Qui si insiste sul silenzio perché il silenzio è un dovere per ogni ricercatore spirituale. Io non sono un’eccezione, mi trovo perfino noioso (Risate) e verboso!

Io sono interessato a condividere ciò che so ma la vera meditazione è silenzio. “Vedrò di fare silenzio questo pomeriggio! Farò meditazione e terrò la bocca chiusa” ma tenere la bocca chiusa non è fare meditazione quando abbiamo una mente che è un mercato! (Risate) La mente è un vero mercato: noi pensiamo a cosa ci è successo trent’anni fa e vent’anni fa, pensiamo a quello che ieri è capitato a noi e invece non è successo al nostro nemico! (Risate) “Quel tipo non dovrebbe mai avere una interview, quel tipo non avrebbe mai dovuto avere una posizione elevata, quest’altro dovrebbe andarsene da qui”. Eppure siete in silenzio; a cosa serve? Quindi amici, il silenzio è meditazione significa zittire la mente. Cosa significa “zittire la mente”? Vuol dire ritirare ogni pensiero e lasciare la mente in uno stato di assenza di pensieri. Quando non ci sono più pensieri si raggiunge lo stadio del silenzio. Chi è dunque vicino a Dio? Colui il cui silenzio è meditazione.





Colui che parla sempre di Dio

Gesù ha detto: “Si dovrebbe parlare sempre di Dio e dei suoi santi” ma non è così; di che cosa parliamo? “A che ora aprono i negozi?” “ Quando sarà disponibile la pizza?” (Risate) “Il museo a che ora apre?” “Quanto costano gli ultimi sari appena arrivati dalla città?” Come si può essere vicini a Dio? Gesù ha detto: “Coloro che pensano a Me e parlano di Me e dei santi, Mi sono vicini” Perciò per essere vicini a Dio non dobbiamo avere pensieri; al massimo, se dobbiamo averne, se dobbiamo proprio parlare, parliamo di Lui e dei suoi santi. Questo è il secondo requisito.

Qual è il terzo requisito? Gesù ha detto: “Colui il nel cui sguardo c’è una lacrima mi è caro”. Non significa che, per gelosia, “Quello è diventato qualcuno in questa vita.. questa cosa mi fa piangere…” (Risate) Non si può piangere perché qualcuno è felice! No, non lacrime di gelosia o di inimicizia ma lacrime di gratitudine di ringraziamento, di gioia e di estasi!

Supponete, per esempio, che vostro figlio sia stato negli Stati Uniti per gli ultimi dieci anni e che, a causa di problemi di “visto” non siate riusciti vederlo. Finalmente dopo tanto tempo sta tornando a casa. Qual è la prima cosa che farete al rivederlo? Non direte “Ciao, come stai stamani? Hai dormito bene?” Non direte sicuramente questo, non farete questo! La prima cosa che farete sarà piangere! Le lacrime esprimo il più alto stato di gioia e di felicità. Ecco perché dalla stanza delle interview vedete uscire le persone che si asciugano le lacrime. Non possono controllare la loro gioia, il loro cuore è troppo piccolo! Sei come un piccolo cilindro di gas e quando Baba chiede “Come stai?” tu scoppi!! (Risate) Forse pensiamo che Baba abbia picchiato qualcuno e quindi questi pianga! Dal momento che voi siete pieni di errori pensate che anche lui debba aver fatto qualche sbaglio!

Quindi il più alto stato di estasi è un test che si esprime con le lacrime: “Coloro nel cui sguardo c’è una lacrima..” disse Gesù ma si piange anche guardando la miseria e la sofferenza della povera gente e delle persone ammalate. Voi piangete anche per coloro che sono meno fortunati di voi, per coloro a cui è stato tolto il prezioso regalo della vita.



Il messaggio del Natale

Durante questa stagione natalizia, cerchiamo di comprendere che la povertà non è un fatto finanziario ma è mancanza di comprensione spirituale. In verità Dio passa il suo tempo tra i poveri, si cura di loro e chiede di portare la croce della rinuncia e della sofferenza. Cerchiamo di comprendere che noi possiamo essere vicini a Lui osservando il silenzio dei pensieri, che è vera meditazione, e che dovremmo conversare tra di noi solamente di Dio e di tutto ciò che è Divino. Dovremmo parlare di tutto ciò che è spirituale e non personale, dovremmo versare lacrime di gioia, ringraziando Dio per tutte le cose che ci ha dato; dovremmo ringraziarlo continuamente.

Vorrei dividere con voi un altro fatto; si tratta di una domanda che è stata posta a Gesù: “Attraverso quale segno possiamo riconoscere che veniamo da Te, che veniamo da Dio?”

Baba dice sempre: “Dio è in te, sopra di te, sotto di te”. Io ho tradotto questa affermazione moltissime volte senza averne fatto alcuna esperienza. Baba dice sempre che Dio è in noi, sopra di noi, intorno a noi ma noi non lo vediamo!! (Risate) Lo abbiamo sperimentato questo? E’ bello da affermare ma tradurre questo in esperienza è impossibile o per lo meno questa è la nostra attuale posizione. E’ stato dunque chiesto a Gesù:” Signore, come posso sapere che io vengo da Te?” Sapete cosa ha risposto Gesù? “C’è solo un modo: che voi vi amiate tra di voi. Se vi amerete tra di voi, saprete di provenire da Me”.

Cosa dice Baba? “Ama tutti, servi tutti. Incomincia il giorno con amore, passa il giorno con amore, termina il giorno con amore. Questa è la sola strada che porta a Dio”.

Quindi, amici, Gesù affermò che il solo modo di sapere che proveniamo da Lui è amarci gli uni con gli altri; questo è l’unico segno della nostra provenienza divina.

Vi ringrazio per il vostro ascolto paziente. Anche la prossima domenica parleremo del messaggio di Natale, di come viene visto, sperimentato, celebrato e compreso dai devoti Sai.



Molte grazie.