Satsang

La vita è una sfida: affrontala (quarta parte)

31 luglio 2005

OM…OM…OM…

Sai Ram

Con salutazioni ai Piedi di Loto di Bhagavan,


Cari fratelli e sorelle,
questa è la quarta parte dell’argomento che abbiamo posto in discussione:”La vita è una sfida: affrontala”. Abbiamo gia trattato a lungo il punto di vista di Bhagavan che è duplice cioè sociale e spirituale; poi abbiamo considerato come la vita vada vista ed accettata quale sfida ed abbiamo risposto alla domanda “Qual è la sfida nella vita e dov’è?” Il tutto si trova sul sito web. Oggi discuteremo il modo di affrontare la sfida.

La citazione “La vita è una sfida, affrontala” è stata ripetuta spesso ma ha una tale profondità ed interiorità che non possiamo semplicemente ignorarla. Quindi, come si affronta la sfida? Che cosa ne dice Bhagavan?


Sviluppate uno spirito di accettazione
Il primo punto è: sviluppate uno spirito di accettazione circa il fatto che la vita sia una sfida. Noi dobbiamo imparare ad accettare la vita come una sfida ; in tal modo niente ci scuoterà, ci preoccuperà o disturberà e noi manterremo la nostra pace sapendolo. Se io accetto questo non sarò più disturbato, non perderò l’equilibrio. Quindi si possono affrontare le sfide della vita sviluppando, per prima cosa, questo spirito di accettazione. Cerchiamo di non dire mai “Non me lo aspettavo” “Non credevo che fosse così” “Mi chiedo perché sia andata così”; questi pensieri sorgono quando io non accetto la vita come una sfida perché, quando lo faccio, niente risulta sorprendente, niente mi meraviglia, niente mi colpisce o mi sbilancia.



Teniamoci pronti ad accogliere ciò che ci accade.

Il secondo punto nell’affrontare la vita come una sfida consiste nello sviluppare la capacità di abbandono. Che cosa intendo per “abbandono”? La gente pensa che abbandonarsi ai Suoi Piedi di Loto significhi cadere ai Suoi Piedi. No! Abbandonarsi significa avere la certezza, la profonda convinzione che, qualunque cosa ci accada, mira al nostro bene. Questo è abbandono, essere preparati ad accogliere tutto ciò che ci accade senza risentimento, senza rammarico e questo significa anche non avere alcuna aspettativa, non avere preferenze né fare scelte. Se io scelgo, e non ottengo ciò che voglio, perdo la battaglia, sono un perdente; se mi aspetto qualcosa e questo non arriva io concludo che, nella sfida della vita, io sono uno sconfitto. Se invece sviluppo lo spirito di abbandono, se sono pronto ad accogliere, se sono accomodante, pronto al compromesso e ad adattarmi a qualunque cosa mi accada, comprendendo che è tutto per il mio bene, capisco che questo è il modo di affrontare la vita come una sfida.


Dobbiamo essere abili
Terzo punto: nel compiere i nostri doveri, procedendo in una direzione particolare per fare ciò che vogliamo, dobbiamo essere abili; questo significa agire con tutto il nostro cuore, tutto lo spirito e tutta l’anima. Come dice la Bibbia “Tu amerai Dio con tutto il tuo spirito e tutta la tua anima” se una persona, sia un medico, un ingegnere o un professore, fa il suo lavoro con tutto il cuore, con tutta la capacità e talento che possiede, è preparata ad affrontare la vita con una sfida. L’esecuzione capace ed attenta del nostro compito ci permette di affrontare la vita come una sfida.

Cari amici, le persone danno una propria interpretazione di questa bellissima parola: yoga. Alcuni pensano che si tratti di esercizio fisico, altri che lo yoga li porti ad altezze celesti o garantisca il paradiso. No! Yoga significa connessione tra l’anima individuale e l’anima cosmica. lo yoga non è semplicemente un esercizio fisico né dobbiamo spendere denaro per impararlo; sul giornale si legge che si può apprendere lo yoga in 20 giorni per 100 dollari! C’è davvero di che ridere! Se così fosse, perché i saggi ed i santi trascorsero la vita intera nella foresta? Se lo yoga si acquisisse con 100 dollari, perché avrebbero dovuto esercitarsi? Lo yoga non è il tipo di istruzione che si ottiene pagando; quello che si acquista così è yoga commerciale, un affare, non il vero senso dello yoga. Se ci riferiamo all’etimologia della parola “yoga” comprendiamo che si tratta della connessione tra l’anima individuale e l’Anima Cosmica. Il terzo punto da apprendere nell’affrontare la vita come una sfida è compiere il proprio dovere con abilità, al meglio della nostra capacità usando tutto il talento di cui siamo dotati.


Che cosa intendiamo con “autofiducia”?
Quarto punto:si possono affrontare le sfide della vita con la fiducia in se stessi. Un uomo sfiduciato non può mai affrontare delle sfide, è impossibile che guardi alla vita con una sfida. Bisogna essere sempre fiduciosi, non diffidenti. Il termine “autofiducia” è spesso frainteso; alcuni pensano che si tratti di potere fisico, altri credono che sia una facoltà mentale o vigilanza intellettuale ma l’autofiducia non è niente di tutto questo. Non è forza fisica altrimenti la chiameremmo fiducia fisica; se avete la capacità di ricordare, di registrare e ripetere, non potete chiamarla autofiducia ma fiducia mentale o psicologica. Alcuni dicono “Il mio intelletto è molto acuto; penso che l’acutezza e vigilanza dell’intelletto sia autofiducia” ma non è così; al massimo si tratta di fiducia intellettuale, non di autofiducia. Quindi, amici, deve essere chiaro che la fiducia fisica, psicologica, mentale ed intellettuale non ha niente a che fare con l’autofiducia.

Allora che cosa intendiamo con autofiducia? La fiducia nel Sé. Io non posso avere fiducia nel mio corpo perché nell’uscire da casa non so se vi farò ritorno, se sono in salute non posso garantire di star bene anche domani. Noi sappiamo di persone che stavano perfettamente bene e si sono ammalate improvvisamente: come possiamo avere fiducia nella condizione fisica? Il giornale riporta che qualcuno è morto all’improvviso; lo avevamo incontrato la sera prima ed è molto difficile pensare che non ci sia più. Quindi la fiducia nel fisico è follia per quanto attraenti o bellissimi si possa essere. Tutti noi siamo stati attraenti una volta ed ora è spiacevole guardarsi allo specchio ed è meglio non avere fotografie; il fotografo di ieri ci prenderebbe in giro mostrandoci come eravamo e come siamo. Quindi la fiducia fisica è pazzia.

La fiducia psicologica o mentale è ignoranza; come si può essere sicuri di pensare correttamente? Come potete essere sicuri che il vostro pensiero sia giusto, sia genuino? Potrebbe essere immaginazione, allucinazione o sogno. La gente che ama vivere in un mondo di sogno mi fa un mucchio di domande sui sogni. Come potete essere sicuri dei vostri pensieri? Potete garantire ciò che ricordate? A volte diamo la stessa risposta a domande diverse; spesso noi insegnanti lo facciamo per evitare certe questioni. Come potete fidarvi della vostra mente che è un’illusione? La mente è non esistente, è una matassa di pensieri e desideri che sono non esistenti. Come potete avere fiducia psicologica? Questo è un segno di ignoranza.

Poi c’è la fiducia intellettuale. Si può avere fiducia nell’intelletto? Nel sonno profondo, anche l’intelletto tace. L’intelletto vuol sempre difendere le vostre azioni e parole; quando io dico “Sei in errore” l’intelletto dice “No, ho ragione” ed è pronto con mille ragioni a difendersi. Io posso aver commesso un omicidio ma l’intelletto dirà “Non ho sbagliato”. Esso giustificherà qualunque azione scorretta, vi giustificherà e vi offrirà un riparo, un’armatura. E’ a causa dei vostri espedienti ed argomentazioni che non avete mai torto; c’è però una cosa che non accetterà mai l’opportunismo, la convenienza, lo svicolare, una cosa invariabile ed incrollabile che ci segue di vita in vita, una cosa immortale, immacolata, pura, cristallina e non duale: questa è lo Spirito o Consapevolezza, Anima o Atma comunque vogliate chiamarlo. Questa Consapevolezza, questo Atma è immutabile e non duale. Quindi avere fiducia nel Sé è come dire “Io non sono il corpo, io non sono la mente, io non sono l’intelletto; io sono l’Atma, lo Spirito”. Questa Consapevolezza è detta autofiducia e quindi, amici miei, per affrontare la vita come una sfida, bisogna avere questo tipo di autofiducia nel Sé.


La devozione ci aiuta ad essere umili e semplici.
Quinto punto: l’autofiducia presuppone la devozione. Io posso affrontare la vita come una sfida con la devozione; questa non significa necessariamente una sorta di sentimentalismo verso il Divino, no! “Devozione” significa impegno nel proprio lavoro o verso la propria meta con spirito di dedizione. Per affrontare la vita come una sfida bisogna avere la qualità della devozione che ci aiuta anche ad essere umili e semplici. Se affrontiamo la sfida della vita con orgoglio ed arroganza, una volta che falliamo saremo totalmente frustrati, saremo totalmente depressi, diverremo matti e finiremo in manicomio (Risate). C’è tanta gente matta. Perché? Perché non è preparata ad accettare. Mettiamo che in una famiglia la moglie non tenga in considerazione il marito e questi non dia peso alla moglie: cercheranno di vivere insieme per un po’ e poi si separeranno in quanto non possono arrivare ad un compromesso. Se devono vivere insieme per forza, uno di due preferirà il manicomio alla casa. Perché tutto questo? Se sono devoto, la devozione mi farà umile e mi farà dare una possibilità all’altro di accordarsi con me, di procedere con me e non andar via.

Bisogna andare avanti, non andar via; con la devozione è possibile. La devozione ci aiuta ad affrontare la vita come una sfida cosicché anche le forze negative siano volte in nostro favore; alla lunga anch’esse ci aiuteranno. Questa è devozione.


Siamo impavidi
Sesto punto:la prossima qualità utile ad affrontare la vita come una sfida è l’impavidità. Siate intrepidi.

Se uno è pauroso, se ha paura della gente, delle situazioni, degli eventi, cercherà di evadere; io ho chiesto ad una persona “Perché non fai qualche lavoro?” e quella mi ha risposto “Se faccio qualcosa c’è un mucchio di gente che mi critica e quindi non faccio”. (Risate) Che cosa gli posso dire? “Puoi aspettarti un miglioramento nella prossima vita, non in questa”. Che vi asteniate dal lavoro per timore delle eventuali critiche od osservazioni negative da parte di Tom, Dick e Harry è ingiustificabile in qualsiasi modo. Smetterò di frequentare la scuola, di studiare perché ho paura degli esami? Smetterò di prendere la medicina perché penso che possa non risolvere? Questo tipo di atteggiamento si definisce inerzia o pigrizia. L’impavidità è assolutamente necessaria per affrontare la vita come una sfida. Come si fa ad essere impavidi? Se la gente mi fa pressione ed un sacco di domande, ho già paura solo a vederla. Come liberarsi dalla paura quando tutti ti minacciano, gridano verso di te, ti pressano, fanno la faccia cattiva? Questa è la ragione per cui è così difficile incontrare delle facce sorridenti nell’ashram; siamo tutti tesi (Risate). Quelli che vanno al Darshan sono tesi non sapendo se avranno un buon posto, lo capisco; quelli che ottengono la prima fila sono ancora più tesi, perché non sanno se Swami passerà di lì, e quelli che vedono la Sua macchina che si avvicina si angustiano perché Egli potrebbe svoltare prima! (Risate) Quelli poi che hanno la fortuna di veder il volto di Swami sono nella tensione più grande. Perché? E’ il volto di Swami che sto vedendo o il riflesso sul vetro?” (Risate) Stavo raccontando ad alcuni amici come coloro che ricevono orologi o anelli da Baba siano rovinati dall’ego. “Swami mi ha dato questo!” E allora?! Non dovresti farne un’esibizione, si tratta di un dono di grazia, non è fatto per essere sbandierato, non deve diventare motivo di autoglorificazione, di orgoglio o pubblicità. Sono segni della Grazia Divina. Con questi regali io vengo viziato. E’ per questo che coloro che ricevono dei regali si rovinano; è l’ego, l’orgoglio. Quelli che non ne ricevono sono guastati dall’invidia e dalla gelosia! “Tu l’hai ricevuto, lui l’ha ricevuto ed anche quello là!” (Risate) Così siamo tutti ugualmente rovinati. Quindi, amici miei, siamo ragionevoli e logici nel pensare cosicché le cose da nulla non distolgano la nostra attenzione né corrompano i nostri pensieri; non dobbiamo venir deviati o corrotti e questo è possibile soltanto se siamo senza paura. Come non avere paura in mezzo a gente che ci intimorisce? Posso chiedere un altro ramaiolo di sambar in mezzo a persone che mi mettono a disagio? Non so se me lo metteranno nel piatto o in testa! (Risate) Posso chiedere a quel tipo là “Signore, posso sedere qui?” Non so che risposta mi darà; potrebbe mettersi a gridare “Lei non mi può importunare, non lo sa?” In queste situazioni, con gente che si fa temere, come non avere paura? Non avere paura in condizioni allarmanti; questa è sadhana. La vera sadhana, lasciando da parte lo sviluppo e risveglio spirituale, è mantene l’equilibrio in mezzo a gente sbilanciata. Essere tranquilli tra persone che ti minacciano o in situazioni allarmanti è sadhana; se consideriamo l’essere equilibrati una sadhana, niente ci farà temere qualcuno, niente ci farà fuggire da qualcuno.


“Perché hai paura se Io sono qui?”
Baba ha dato la soluzione, la conosciamo tutti. Egli dice: “Perché hai paura se Io sono qui” (Applauso); questa è la risposta. Vi do un esempio: una signora voleva dare una lettera a Swami ed Egli si mostrava accondiscendente; come cercò di alzarsi, tre persone le rovinarono addosso. Solo tre (Risate); con altre due, non si sarebbe più alzata per tutta la vita! (Risate) Saltavano sulle sue spalle come ranocchi; un ottimo esercizio fisico! (Risate) Io osservavo tutto questo e Nostro Signore, pieno di compassione, fece fermare la macchina e disse “Dammi la lettera”. Quindi “Perché hai paura Se io sono qui?” La gente ti può spingere o tirare ma non c’ ragione di temere se Lui è qui. È già qui.

Arrivò un gruppo dal Gujarat, gente molto povera che veniva da un villaggio remoto. Erano 25 e vennero da me dicendo: “Signore, noi non abbiamo un leader che faccia sapere a Swami che siamo qui e vorremmo mettere in scena un programma culturale, una danza alla Presenza di Divina; non abbiamo un rappresentante, cosa possiamo fare?” Io risposi “Avete interpellato la persona sbagliata perché io non sono accreditato né desidero esserlo” ma essi insistettero per una risposta. “Per quanto ne so, non ci sono persone accreditate presso Swami, non ci sono rappresentanti. Pregate sinceramente. Sono sicuro che otterrete una possibilità”.

Io non ho mai avuto un rappresentante durante la mia carriera; io viaggio da solo, per mio conto e non ho aspettative; è per questo che sono qui. Qualcuno mi ha chiesto: “Anil Kumar, perché sei sempre contento?” Perché non ho aspettative. Quei ragazzi del Gujarat, gente molto povera, cercavano dei VIP e dei V-V-VIP (Risate) ma tutti allagarono le braccia per l’impotenza dicendo “Noi non possiamo aiutarvi”; loro cominciarono ad essere tristi e mi dissero “Signore, noi dobbiamo partire domani, che cosa possiamo fare?” al che io risposi “Non vi preoccupate, quando tutte le porte sono chiuse, si apre una finestra perché possiate saltar fuori. State tranquilli”. Che mi crediate o meno, quel pomeriggio Swami dette loro una possibilità ed essi poterono eseguire la loro danza in modo eccellente. “Perché hai paura se Io sono qui?” Quindi, per affrontare la vita come una sfida, bisogna essere senza paura.



Sincerità di intenti

Il prossimo punto: nell’affrontare la vita come una sfida dobbiamo essere risoluti e sinceri. Una sincerità di intenti, il che significa che uno è sincero nel realizzare i propri sogni, è detta shraddha in Sanscrito. Egli è molto sincero nell’atto dell’adorazione, non adora al fine di avere un riconoscimento, per un favore o per paura. La sua sincerità d’animo mostra con naturalezza la profondità della sua devozione. Swami risponderà a questa sincerità. Di questo vi ho parlato tempo addietro ma è utile ricordarlo: quando Swami andò a Delhi, c’erano molti volontari che cucinavano il chapati per visitatori e devoti. Diecimila Sathya Sai Seva Dal erano in servizio in quei giorni e quelli che lavoravano in cucina non ebbero l’opportunità di vedere Swami fisicamente o ascoltare i Suoi discorsi; per loro era impossibile perché decine di migliaia di persone assistevano ai discorsi di Swami ogni giorno e la cucina non era semplicemente tale ma una grande industria che produceva chapati a decine migliaia. Swami stava andando a tenere un discorso in una scuola seguito da una fila di automobili, da un’infinità di persone e da una scorta. All’improvviso Egli disse “Non da quella parte, passiamo di qua”. Tutta la polizia ed i seva erano andati avanti; nessuno sapeva che Swami volesse fare una deviazione per cui loro andarono in una direzione e Swami in un’altra. Esattamente lo stile Divino (Risate). Egli andò diritto in cucina ad incontrare la gente che vi lavorava e disse loro: “Quando decine di migliaia di devoti sono venuti a vedere Me, io sono venuto a vedere voi!” Questo è ciò Baba disse (Applauso). Perché? Che cosa fece loro meritare questa benedizione speciale? Che cosa fece di loro delle anime benedette? Fu la loro sincerità di intenti; la sincerità, che posero nel dovere, fece andare Swami da loro. Guardate questo: i devoti a volte eguagliano Dio Stesso. Quando Swami arrivò là, nessuno Lo guardò: erano impegnati nel fare i chapati (Risate). Forse essi vedevano Swami in un chapati, un esempio di Advaita non duale! Swami disse “Swami è qui, smettete di arrotolare i chapati” ed essi si voltarono a guardarLo. Essi erano così sinceri che Swami andò da loro. Questo è ciò che ci vuole, amici miei, per affrontare la vita come una sfida: la qualità della sincerità, della fermezza o shraddha.



Coloro che dubitano periranno

La prossima qualità che ci necessita è la libertà dal dubbio; per affrontare la vita come una sfida bisogna essere liberi dal dubbio. Per esempio: alcuni pensano “ Domani voglio andare a Prashanti Nilayam; ci sarà il Darshan?” Che cos’altro trovate qui? (Risate) Altri mi chiedono “Signore, io vengo da Bangalore ed arriverò alle 3.30; ci sarà il Darshan di Swami?” Se vieni qui con questa incognita, il Darshan non ci sarà! Yadbhavam tat bhavathi : Come il sentimento così il risultato. Se pensate che ci siano degli umani, starete lì; se pensate al demonio, probabilmente fuggirete. La mente fa di questi scherzi. Per affrontare la vita come una sfida non dovete mai avere dubbi. Perché dubitare? La Bhagavad Gita dice “Samshayatma Vinashyathi” che significa “Coloro che dubitano periranno”. È una affermazione diretta, amara, senza condizioni. È una affermazione molto dura, molto difficile da accettare: “Coloro che dubitano periranno”. Sfortunatamente noi non abbiamo dubbi per quanto concerne la gente ma dubitiamo di Dio! Questa è la tragedia della vita. Quando vado dal dottore sono sicuro della cura, quando vado dal gioielliere sono certo che farà un bel gioiello, quando vado dal sarto sono sicuro della stoffa ma quando vado a Prashanti Nilayam non sono certo di avere il Darshan! Questa è la tragedia; non ci sono dubbi sulle cose effimere, passeggere e relative al mondo ma il dubbio si presenta, e solleva il suo brutto cappuccio, nel rapporto con Dio. Questa è la tragedia. Non potremo mai affrontare la vita come una sfida se alberghiamo il dubbio; dobbiamo esserne liberi. Trent’anni fa una povera signora, ignorante ed innocente, senza arroganza od orgoglio, chiese: “Parlerà Swami con me? Io sono una paesana e sono illetterata, non ho bracciali né orecchini di diamanti, non ho un costoso sari di seta e quindi………Swami parlerà con me?”. Io le chiesi “Perché ne dubiti?” e lei “Ho visto che Swami parla solo con gente così”. Oho! Questa mi giunge nuova; non l’ho mai pensato. Se non mi credete posso indicarvi quella signora perché è qui proprio ora. Quel pomeriggio Swami le si rivolse dicendo “Io parlo con la signora che veste di un sari di seta, parlo certamente con la signora che porta bracciali ed orecchini di diamante e parlo anche con te perché tutti sono uguali per Me; Io non agisco in base ad ori e diamanti. Perché ne dubiti?” Questo è ciò che disse Baba e quindi abbandoniamo il dubbio perché è qualcosa che ci allontanerà dalla meta, dal sentiero spirituale. Un San Tommaso non raggiungerà mai la liberazione. Sarò capace di acquistare qualcosa se vado al mercato non sapendo se tornerò o meno, se non so cosa comprare,? Non è possibile. Che cosa accade se dubito di chiunque venga a trovarmi, se temo che possano avere una pistola o delle bombe, se penso che possano cercare di uccidermi? Non si può dubitare di tutti in questo modo e quindi, per affrontare la vita come una sfida, bisogna essere scevri dal dubbio; questo è un requisito fondamentale.



Uno spirito di sacrificio.

Quale altra nobile qualità ci preparerà a vincere la battaglia della vita? Quale qualità dobbiamo coltivare affinché la sfida si risolva in nostro favore? E’ lo spirito di sacrificio. Nell’affrontare le sfide della vita dobbiamo avere spirito di sacrificio. La protezione dei confini dello Stato e delle sue frontiere è la vera e propria vita dei militari ed essi affrontano questa sfida con spirito di sacrificio. Per contrastare il nemico in qualsiasi momento e difendere questa nazione essi sono preparati a sacrificare la loro vita. La madre sacrifica la sua vita per il figlio, la moglie si sacrifica per il benessere del marito. La vita come sfida richiede spirito di sacrificio. Non sacrificarsi è egoismo; il sacrificio è un atto d’amore, una manifestazione d’amore. La vita è una sfida e quindi affrontiamola. La maggior parte di voi sicuramente lo sperimenta; molti di voi, adusi ad una vita confortevole, lussuosa o spendereccia, piena di comodi e di benessere, sono qui ed affrontano qui ogni tipo di sfida. La sfida attuale è rappresentata dalle punture di zanzara! (Risate) La seconda sfida è il cibo piccante, la terza è il camminare scalzi, la quarta è il sedere per ore ed ore nell’incertezza e l’ultima sfida è il fatto che non si sa dove si possa sedere e dove si possa stare in piedi! Qualcuno mi ha detto che quando sta in piedi gli dicono “Non stia lì in piedi” e quindi egli si siede ma, quando è seduto, qualcun altro gli dice “Non stia lì seduto”. Io gli ho suggerito “Vada in giro, cominci a girovagare e vagabondare”. Muoversi in modo che nessuno possa chiedervi perché siete seduti o in piedi, andare in giro: questa è un’altra sfida. Noi stiamo già affrontando tutte queste sfide con successo ma la sfida da affrontare è l’esperienza con il Divino. Quali sacrifici dobbiamo fare per sperimentare il Divino? Dobbiamo sacrificare tutto ciò che consideriamo importante perché, quando indirizziamo la nostra attenzione verso Dio, dobbiamo sacrificare alcuni dei nostri interessi. Io vorrei vedere dei film ma, quando c’è la sessione Bhajan, i film vanno sacrificati. Per il weekend vorreste andare a Las Vegas. Las Vegas! Un bel luogo per il weekend ma il Centro Sai annuncia all’improvviso un programma di sadhana e voi vi dovete sacrificare. Per affrontare la vita come una sfida, dobbiamo quindi sacrificare le nostre risorse, il tempo, le scelte ed i divertimenti. Tutto questo deve essere sacrificato per uno scopo più alto, per una meta più grande, per una migliore realizzazione ed una migliore comprensione.



Cerchiamo di essere equanimi

Il Signore Krisna dice ad Arjuna: “Combatti senza passione”. Se io metto la passione sarò coinvolto emotivamente; la passione porta verso l’emozione e questa al fallimento. Per questo Krisna dice Arjuna di combattere spassionatamente e noi, se vogliamo affrontare la vita con una sfida, dobbiamo farlo senza passione, senza emozione, senza reagire e diventare tesi, senza finire in analisi, senza essere influenzati o corrotti, senza essere unilaterali o schierati. Quindi, nell’affrontare la vita con una sfida, impariamo ad essere liberi dalla passione.



Pensiamo costantemente a Dio.

Bhagavan dice: “Affrontate la vita come una sfida pensando costantemente a Me”. Ve ne darò i riferimenti alla fine. Ciò che ho detto sino ad ora non è una mia immaginazione o uno sforzo della mia intelligenza; io ho solo raccolto dei fatti ponendoli di fronte a voi, ecco tutto. Quindi, qui è chiaramente stabilito che noi dobbiamo affrontare la vita come una sfida pensando continuamente a Lui. Perché dobbiamo fare così? Perché, quando pensiamo a Lui ed affrontiamo la vita come una sfida, portarci al successo diventa Suo dovere: se falliamo è Lui che fallisce, se riusciamo è Lui che riesce. Questa è la ragione per cui, quando preghiamo il nome del nostro Dio il Salvatore, non possiamo mai avere un merito o subire un demerito. Inoltre, recitare e cantare il Suo Nome, ci darà una spinta ulteriore, come una “iniezione di Calcio Sandoz” per citare Swami. Che cosa fece Krishna ad Arjuna? Gli tenne un discorso sul campo di battaglia e le Sue parole agirono come una sorta di iniezione di Calcio Sandoz facendo sì che questo debole individuo Arjuna diventasse forte, efficiente, intrepido e valoroso. Similmente, se noi pensiamo costantemente a Dio nell’affrontare la vita come una sfida, Egli ci porterà al successo. Voi siete destinati al successo! Questo è ciò che serve per affrontare la vita come una sfida.

Un’altra affermazione che Baba fa è: “Quando pensate a Me e agite in Mio Nome, non c’è possibilità di fallimento”. Questo significa che non ci sarà afflizione, che non ci saranno condizioni brutte e che nella vita non avremo fallimenti? No! Affrontare il fallimento con coraggio è un successo; avere successo egoisticamente è un fallimento. Definiamo quindi i concetti di successo e fallimento: successo significa essere capaci di affrontare le difficoltà con totale coraggio e fede; affrontare un fallimento con coraggio è un successo mentre sentirsi egoisticamente orgogliosi del proprio successo è un fallimento. Per questo il Signore Krisna dice: “Non ci sarà dolore o tristezza quando penserai a Me” Perché? “Io farò in modo che il tuo atteggiamento, il tuo carattere e il tuo spirito ti rendano stabile nella saggezza, sthitha pragna.”



RIFERIMENTI

Questi sono alcuni dei punti che ho pensato di dover portare alla vostra attenzione anche se ce ne sono molti altri. Qui concludo l’argomento “La vita è una sfida, affrontala”. Nella prima parte abbiamo trattato a lungo il punto di vista di Bhagavan sulla vita, poi abbiamo discusso sufficientemente il perché ed il come la vita vada considerata una sfida e stamane abbiamo citato alcune affermazioni preziose dai discorsi di Bhagavan ed i metodi e le qualità da adottare e coltivare per affrontare la vita come una sfida.

Per vostro riferimento:

Bhagavad Gita, cap. II°, 3° sloka: essere senza paura.

“ IV°, 39° sloka: sincerità nell’affrontare le sfide della vita.

“ IV°, 49° sloka: assenza di dubbio.

“ XII°, 12° sloka: sapersi sacrificare.

“ II°, 5° sloka: avere talento e capacità.

“ III°, 13° sloka: agire senza passione.

“ VIII°, 7° sloka: pensare continuamente a Dio.

“ VI°, 40° sloka: essere liberi dal dolore.



DOMANDE E RISPOSTE

Nel poco tempo rimasto io devo fare i compiti a casa, dovrete sopportarmi ancora per un po’. Ho ricevuto numerose domande via E-MAIL da tutto il globo ed alcune sono ancora da evadere. Noi abbiamo chiarito dubbi e risposto a domande già un centinaio di volte o più ma continuano ad arrivare domande simili;tutte queste domande e risposte sono disponibili sul sito per cui, se riceverò una domanda cui è già stato risposto, ve ne darò il numero di riferimento evitando ripetizioni, risparmiando tempo e raccogliendo domande nuove. Penso che siate d’accordo.



I Suoi Piedi di Loto sono dovunque.

Ecco la prima domanda fatta da un signore: “La mia coscienza mi dice che è ora che io abbandoni tutto ciò che riguarda il mondo e mi ponga ai Suoi Piedi di Loto. La mia coscienza mi chiede di lasciare tutto dietro di me….. io ho quarant’anni ed ho famiglia”.

Bomba, complimenti! (Risate) Ha quarant’anni, ha famiglia e vuole scappar via e porsi ai Suoi Piedi di Loto! La vita è una sfida, affrontala: qual è la sfida? Tu hai famiglia e vuoi metterti ai Suoi Piedi di Loto; la sfida è scappar via o rimanere qui? Dove sono i Suoi Piedi di Loto? Per favore datemene l’indirizzo, il numero di telefono o quello del cellulare (Risate). I Suoi Piedi di Loto sono in tutto il mondo, si trovano in tutto l’universo; perché pensate allora di porvi ai Suoi Piedi di Loto come se fossero in una località particolare, geograficamente limitata? No, “Sarvathaha panipadham tad sarvathochi shiro mukham” “Le Sue Teste sono dovunque, I Suoi Piedi sono dovunque e le Sue Orecchie sono dovunque” per cui non avete bisogno di fuggire perché i Suoi Piedi di Loto sono dovunque. Dove li trovate? Nell’Avatar del vostro cuore. Quei Piedi sono in voi; potete fuggire da voi stessi? Se io chiedessi a qualcuno “Signore, dov’è Anil Kumar?” questi direbbe “Ho incontrato quest’uomo mezz’ora fa e sembrava stesse bene; ora che cosa gli è successo?” e mi chiederebbe “Si sente bene?” (Risate). Io non posso andare cercando me stesso; in modo simile, pensare che porsi ai Suoi Piedi di Loto sia sadhana è ignoranza. È ignoranza, è illusione perché i Suoi Piedi sono installati proprio nel vostro cuore; per questo non dovete andar via. Potete andar via da voi stessi? Ciò che dovete fare è guardarvi dentro. Quando voi siete seduti di fronte a me, posso io voltarvi le spalle e guardare dall’altra parte? Io devo guardarvi. I Piedi di Loto sono installati nell’Avatar del vostro cuore; guardate all’interno, non potete scappar via. Egli non è lontano e non potete allontanarvi da Lui: è dentro di voi. La vostra sadhana è avere cura della famiglia. La sadhana di un medico è praticare la medicina, quella di un insegnante è l’insegnamento, quella di un uomo d’affari è fare affari. Quindi, se abbandonate la famiglia, state abbandonando la vostra sadhana il che Dio non approverà ne apprezzerà mai. Ci sono migliaia di casi in cui Bhagavan ha chiesto alla gente di tornare a casa e riunirsi alle famiglie; il Sanathana Dharma non permetterà mai ad un marito di andar via in tal modo, senza la preventiva approvazione della moglie, approvazione che ella non darà mai (Risate). Senza l’approvazione della moglie non si può diventare rinuncianti o sannyasin; perché si dice così? Perché ella non lo permetterà. Questa è la risposta che posso dare.



Una parola di incoraggiamento è già servizio

“Io non sono fisicamente adatto al servizio ma sento che Swami mi dice che servizio e Namasmarana devono andare insieme. Che strada dovrei prendere?”

Swami ci ricorda di continuo che la nostra nascita sulla terra è un peso se non ne conosciamo lo scopo. Tu dici di essere fisicamente inadatto a fare servizio; io non so cosa tu voglia dire con “inadatto”né so che cosa significhi per te “servizio”. Una parola di incoraggiamento, una parola che conforta o poche parole di consolazione è servizio. Non pensi che questi siano atti di servizio? Uno sguardo gentile, un sorriso non sono servizio? Quindi servizio non significa sforzo fisico; l’aiuto fisico non è l’unico servizio né tutto il servizio. Ogni parola, ogni gesto, ogni lettera ed ogni sguardo sono atti di servizio e quindi non pensate mai di essere fisicamente inadatti. Potete dire a qualcuno “Ragazzo, non ti preoccupare, io ho sofferto come te ma vedrai che arrivano anche i giorni buoni. Vedi che ora sono sereno?” Dire parole che tranquillizzano come queste è servizio. Quando dite “Signore, non si preoccupi se ha dei problemi; ho della vibhuti, venga a prenderla” fate del servizio, non vi sembra? Quindi la nostra idea di servizio deve essere totalmente differente. Servizio non significa cinque o seicento persone che vanno da qualche parte; quella è una attività stagionale, una attività collettiva. Come individuo, potete fare servizio alla comunità perché il servizio non è stagionale o occasionale, non è accidentale, è un fatto di continuità, fino all’eternità; noi dovremmo continuare a servire la gente per tutta la vita con i pensieri, le parole o le azioni. Loka Samastha Sukhino Bhavanthu. Pregare per la pace di tutti è servizio. Questo è ciò che amo molto dei cristiani perché essi dicono spesso “Ti prego, ricordati di noi nelle tue preghiere, prega per noi”. Bellissima idea! Idea stupenda, eccellente! Questo è già servizio.


Questo è svadharma, è il suo dovere
"Nella mia professione ho commesso dei peccati; che cosa devo fare?”
Io non so quale professione ti costringa a commettere dei peccati, non conosco professioni peccaminose o peccati professionali. Io non ne conosco ma questo fratello ha dato forza alla sua affermazione con un’immagine: un poliziotto deve usare la forza contro un altro uomo; non è questo un peccato? Un soldato deve sparare al nemico; non è questo un peccato? No, questo è svadharma, è il suo dovere. Un soldato non può invitare il nemico a cena (Risate) o a prendere un tè; un poliziotto non può abbracciare un ladro o un rapinatore, no. Il suo Dharma è punirli come uccidere il nemico è il compito di un soldato, non è peccato. Se voi uccidete un uomo o lo rapinate, quello è un peccato; se voi sapete che è colpevole, che è un ladro, e non lo punite, questo è un peccato. Quindi, il nostro processo di pensiero deve essere motivato correttamente, deve essere diretto lungo il canale giusto in modo che noi sappiamo che cos’è peccato. Un medico apre un addome: che grande peccato! Si può tagliare il mio corpo in tal modo? Il medico non è un peccatore perché la chirurgia ci salva la vita. Può un dottore mettersi a piangere? “Come posso tagliare? È peccato!” (Risate) Se pensa così è il peggiore dei peccatori. Quindi, è la motivazione che decide se qualcuno è un peccatore o no e non l’azione stessa.

Fate i riti a casa pensando a Dio
"Io non ho potuto partecipare ad un rito perché ne ero impedito; che cosa devo fare?"

Yagna significa sacrificio, cerchiamo di capirci. Yagna non significa necessariamente incenso, ghi e mantra; questa è solo la parte esteriore. Respirare è sacrificio, lavorare è sacrificio, obbedire ai comandi del guru è sacrificio, servire i propri parenti è sacrificio, seguire le prescrizioni delle scritture è sacrificio, adorare Dio è sacrificio per cui sacrificio non significa soltanto un rituale in un tempio. Se non è possibile andare al tempio fate il sacrificio a casa pensando a Dio, pregandoLo, ascoltando i Suoi discorsi. Questo equivale a fare un sacrificio.



DOMANDE SUI SOGNI

Ho tre domande sui sogni. Amici miei,posso ottenerne molte di più perché un sogno è una condizione molto conveniente in quanto tutto ciò che non posso fare qui posso farlo lì. Si, nel sogno posso abitare in un albergo a cinque stelle o a sette stelle senza dover pagare una singola rupia! Lì posso vincere tutti i miei nemici; qui io posso affrontarvi ma questa è una questione diversa e quindi sognare è conveniente.

Comunque, Swami che appare in un sogno non è un sogno, è una visione. Tempo fa ho tenuto un discorso sulle visioni e sui sogni; vi prego di leggerlo, è estratto dagli insegnamenti di Swami ed è disponibile sul sito.



Seguite le tradizioni del paese

“Noi vogliamo aprire una scuola Sai nei paesi occidentali. Il palazzo deve essere costruito rivolto ad est o ad ovest?” (Risate)

Si tratta di un paese occidentale e quindi il palazzo va rivolto ad est o ad ovest? Amici miei, questo è veramente un problema! Mi ricorda ciò che disse un mio insegnante molto tempo fa: “Che il gatto si ha fatto di fango o di legno, deve comunque acchiappare il topo” (Risate) Quindi, che il palazzo guardi ad est o ad ovest, l’importante è che un palazzo ci sia! (Risate) Prima di tutto, che una scuola Sai ci sia ma noi dobbiamo seguire la tradizione del paese. Certa gente dice: “Nel nostro paese un palazzo che guarda ad est porta bene”. Va bene! Fate così. “Signore, nel nostro paese è propizio che un palazzo guardi ad ovest”. Grazie, rivolgetelo ad ovest. La terra è rotonda per cui non c’è est né ovest e quindi questo non è importante. (Risate) La terra è rotonda e, per un cerchio, est ed ovest non ci sono ma per coloro che sono tradizionali, che sono ritualistici, noi onoriamo la giusta legge del paese. Mi viene in mente un aneddoto:

Un grande europeo, di nome Sir Arthur Cotton, viene ricordato per aver costruito un ponte sul fiume Godavari che oggi fornisce acqua a migliaia e migliaia di acri di terreno. L’India dovrebbe essere grata a questo signore il cui ponte è più solido di alcuni dei ponti costruiti oggi che crollano il giorno dopo (Risate). Il suo ponte è solido tutt’oggi. La ragione per cui voglio raccontarvi un aneddoto della sua vita è che Sir Arthur Cotton decise di costruire una diga; il lavoro iniziò e, nello stesso giorno, un uomo anziano, un bracciante, morì. Immediatamente tutti gli altri dissero “Quell’uomo è morto e quindi smettiamo di costruire la diga”. Qualcuno disse “Fino ad oggi l’acqua del Godavari è andata verso l’oceano; costruendo questa diga voi non permettete al fiume di raggiungere il mare. È per questo che quel pover’uomo è morto”. (Risate)

Sir Author Cotton dovette prendersi la briga di far visita ad ogni incompetente di questa nazione e convincerlo che l’acqua del fiume non doveva essere lasciata finire in mare; se quest’acqua fosse stata raccolta con una diga avrebbe potuto essere usata per irrigare. Egli dovete convincere un mucchio di gente. Quindi, che guardiamo ad est o ad ovest, in qualche modo dobbiamo voltarci per allontanarci da gente simile.



Swami può prendersi cura di Se Stesso

Qualcuno ha detto: “Io sono molto preoccupato per gli scandali e le cospirazioni su Swami”.

Swami può prendersi cura di Se Stesso, (Risate) state tranquilli. Preoccupatevi degli scandali che vengono diffusi su di voi e delle cospirazioni che possono sorgere in qualsiasi momento. Qualcuno ha chiesto “Swami, la gente scrive e trasmette un mucchio di cose contro di Te. Che cosa dobbiamo fare?” al che Baba ha detto “Voi udite molte cose negative perché avete le orecchie, non c’è rimedio”. Quando qualcuno continua a parlare nelle vostre orecchie non potete far altro che udire sperando che prima o poi se ne vada. Baba ha detto: “Dato che avete orecchie per udire, Io vi ho dato i piedi per allontanarvi di lì”. (Risate) Dio ci ha dato le orecchie per udire, e quindi voi vi lagnate di dover udire tutte le sciocchezze, ma sappiate che vi sono stati dati anche i piedi per allontanarvi!

Allevare un bambino
“Come possiamo allevare un bambino in modo che diventi una colonna della filosofia Sai?

Un ottima domanda……..la risposta è immediata. La Sri Sathya Sai Seva Organisation ci ha regalato i Bal Vikas per educare i bambini. Dopo averli completati, il ragazzo , man mano che cresce, passerà all’educazione sui Valori Umani e, una volta al college, sarà istruito con Educare. Questo ne farà una colonna della filosofia di Sai. Ricapitolando, Bal Vikas, Educazione ai Valori Umani ed Educare sono le tre ali della filosofia di Sathya Sai che faranno di ognuno un valido strumento nelle Mani Divine.

Viaggio astrale
“Che cosa pensa dei viaggi astrali?” (Risate)

I viaggi terreni sono già faticosi; a volte ci cancellano le prenotazioni ed in più i visti ed i passaporti sono molto costosi. Se i viaggi sono una tale noia, perché considerare anche quelli astrali? Che sia astrale o fisico, un viaggio è un viaggio. Il viaggio astrale è possibile ad alcuni durante la meditazione profonda ed a coloro che fanno penitenza. Per viaggiare non c’è bisogno di fare nessuna penitenza visto che si sono automobili ed aeroplani. Qualcuno andò da Ramakrishna Paramahamsa e disse:

“Swamiji, ho fatto penitenza per tre anni”.

“Bene, è un piacere conoscerti”.

“Swami, sai che cosa ho ottenuto dopo tre anni di penitenza? Io posso produrre il fuoco qui, posso generalo!”

Paramhamsa rise e disse: “Basta avere una scatola di fiammiferi! Perché fare tre anni di penitenza? (Risate) Usa i fiammiferi!”

In modo simile, perché viaggiare? Che siano viaggi astrali, terreni o celesti, viaggiare non serve; siedi e medita, viaggia dentro e non all’esterno. Viaggiare dentro è meditazione e viaggiare fuori è andare in giro, viaggiare dentro è spirituale e viaggiare fuori è noioso, viaggiare dentro è beatitudine e certezza mentre viaggiare fuori è pesante, viene a noia ed è incerto.





Come può Dio ingannare?

“Non ingannò tutti il Signore Krishna nel Mahabharata?”
Perfetto! E’ per questo che Egli è definito Bada Citta Chora. Quest’uomo dice che Krishna fu un ottimo imbroglione; Egli ingannò Karna e Dharmaraja chiedendo loro di fare ciò che non era vero. Come può Dio ingannare tutti? Amici, Swami dà un buon esempio nelle Satyopanishad, di cui due volumi sono disponibili in libreria, rispondendo a tutte queste domande: “Se un ladro scappa dalla porta principale dovete inseguirlo passando di lì ma, se fugge dalla porta posteriore, non potete dire “Io passerò dalla porta principale”; voi siete il padrone di casa e, se il ladro se ne va passando dalla porta sul retro, il padrone passa dalla stessa porta”. Quindi, per affrontare quella sfida, Krisna adottò questo metodo, non è un imbroglione.

Traduzioni
La prossima domanda riguarda le traduzioni disponibili in tutto il mondo. Questo fratello ha la sensazione che vi sia una deviazione dal pensiero originale. Posso dirvi che il libretto stampato che vi è stato dato due o tre giorni dopo il Discorso Divino, viene offerto in libreria solo dopo il benestare Divino ed i Discorsi di Swami che trovate in libreria hanno la preventiva approvazione di Swami. Non dobbiamo avere dubbi, c’è la firma del Tesoriere di Stato, è denaro buono e non banconote false!

Questo è tutto per oggi. Molte grazie.