Domani celebreremo lo “Sri Rama Navami”, una festività importante, cioè la celebrazione del compleanno di Sri Rama, Dio incarnato. Sri Rama ha un posto importante in questo paese e voi non troverete un singolo villaggio o città privi del tempio di Rama. L’intera Sua storia è contenuta in una epica chiamata “Ramayana” composta da un saggio di nome Valmiki. Io non credo che sia possibile trattare i vari aspetti del Ramayana in un’ora ma, come preparazione alla celebrazione di domani, vorrei attrarre la vostra attenzione su alcuni aspetti importanti della storia in modo che possiate apprezzare la funzione.
Che cos’è “Rama Rajya”
Per coloro che parlano inglese scriverò il significato dei nomi sanscriti sulla lavagna. Essendo un insegnante non trovo alcuna difficoltà nello scrivere!
Rama: Rama è il nome di Dio incarnato nel periodo storico chiamato Treta Yuga (la seconda era, dopo il Satya Yuga e prima del Dvapara Yuga e del Kali Yuga). Egli fu un Re, un Re ideale, ed il periodo in cui regnò fu chiamato “Rama Rajya”. Rajya significa regno e Rama Rajya è l’amministrazione del regno di Sri Rama durante il periodo del Treta Yuga. Vorrei fare alcune puntualizzazioni prima di scendere nei dettagli. Rama Rajya non è semplicemente un nome o una invenzione della fantasia; è stata una realtà e la gente spera e sogna che un giorno ritorni. Perché Rama Rajya è un ideale? Che cos’ha di speciale? Amici miei, non c’è bisogno di dire che questi punti sono estratti solo dai discorsi di Swami; io non ho nessun merito. In uno dei Suoi discorsi, Bhagavan ha detto che in quel periodo le donne stavano molto molto bene. Nessuna di loro era vedova, ognuna poteva vivere felicemente in compagnia del marito.
Nel Rama Rajya non avvenivano morti premature.
Non c’era gente che morisse prima del tempo. Se il frutto che cade non è maturo non può essere dolce, se cade acerbo è aspro o astringente. Quindi si dovrebbe dire ciao al Pianeta Madre al tempo giusto, completamente maturi, ma noi vediamo che ultimamente non è così, vediamo molte morti premature ma nel Rama Rajya era così come Swami ha spiegato.
Nessuna sofferenza.
Allora la gente non affrontò mai nessuna epidemia o pandemia, nessuna sofferenza dovuta a gravi malattie o infezione, niente! La gente era sana e forte.
Nessuna povertà
Il Rama Rajya non conobbe povertà! La parola “mendicante” era sconosciuta e la gente viveva felicemente.
Nessuna siccità
Non c’era niente di simile ad una siccità; le piogge erano regolari cosicché essi potevano avere ottimi raccolti ed il popolo disponeva di molti cereali. La fame era sconosciuta, nessuna penuria di cibo.
Non c’erano disordini sociali
Baba ha detto che nel Rama Rajya non c’erano tensioni, agitazioni o disordini. Parlando seriamente, un’analisi delle tensioni sociali odierne, che sono diventate più o meno all’ordine del giorno, rivelerà che alla loro origine, che dietro la violenza in tutto il mondo, c’è la povertà.
I re erano consigliati da saggi e santi
Quindi, amici miei, come Baba ha detto, nel Rama Rajya la gente non soffrì mai la povertà e condusse una vita felice e pacifica. Tutti erano molto contenti e totalmente pacifici. Bhagavan ha detto che questo era possibile. Perché quel periodo è stato un tempo di abbondanza e prosperità? Perché è stato così pacifico e senza povertà? Qual è la ragione? Bhagavan ha detto che il Rama Rajya ha avuto dei governanti con le qualità di Rama. I governanti erano ideali, esemplari, ed è per questo che quel tempo fu così piacevole. Bhagavan ha detto anche che avere un re ideale non è sufficiente; bisogna avere anche dei buoni ministri. Durante il Rama Rajya, c’erano ministri come Sumantra, che dava buoni consigli al re, non come i ministri moderni che aspettano la caduta di del primo ministro per prenderne il posto. Allora non era così; c’erano ministri ideali che speravano sempre che il re vivesse a lungo, e fosse felice e sano, e che il popolo prosperasse. Ministri come Sumantra erano sempre pronti al cenno ed alla voce del re. Il re non era semplicemente eletto da Tom, Dick e Harry; egli era guidato da grandi saggi, da veggenti, da grandi penitenti che avevano disciplina spirituale, consapevolezza e cultura come Vasistha e Visvamitra che potevano pensare al futuro, che avevano conoscenza del passato, del presente e del futuro. Per questo il Rama Rajya fu ideale come ha detto Baba.
La famiglia del re dovrebbe essere ideale
Rama ebbe tre fratelli ideali: Lakshmana, Bharata e Satrughna. Anche i fratelli del re devono essere ideali. Oggi troviamo che molte persone responsabili sono diffamate ed acquisiscono una cattiva reputazione a causa dei membri della loro famiglia; il figlio fa i soldi solo perché figlio del ministro o il cognato organizza ogni sorta di intrallazzo perché il ministro è un membro della famiglia. Non basta che il re sia ideale, anche la sua famiglia deve essere ideale. Rama è ideale ed i suoi fratelli altrettanto. Bhagavan detto che nel Rama Rajya la gente non cadeva mai nella recriminazione reciproca, nel criticismo, nel gettare fango o nella maldicenza. Sembra davvero impossibile ma, ogni volta che due persone si incontrano, parlano di qualcun altro (Risate) ed è particolarmente increscioso che dicano allegramente qual cosa di spiacevole a carico della terza persona, che questa sia malvagia o meno. Il pettegolezzo ed i pensieri inutili sono comuni oggi mentre, in quei giorni lontani, la gente era così disciplinata da non criticarsi mai a vicenda; essi vivevano in armonia, amicizia e fratellanza.
Nel Rama Rajya ogni cittadino provava gratitudine.
Bhagavan ha anche detto che allora ogni cittadino era pieno di gratitudine per la perfetta amministrazione del re, per tutto ciò cui egli provvedeva; il livello di riconoscenza era molto elevato tra la gente di quei giorni e Bhagavan ha detto anche che essi non erano soltanto riconoscenti ma anche pronti ad aiutare gli altri con totale compassione nei loro cuori. Questo era il tipo di persone che vivevano in quei giorni. In due frasi Swami ha riassunto tutto questo:
“Com’è il sovrano, così sono i ministri.
Come sono gli amministratori, così è la gente comune”.
Bhagavan ha detto inoltre che coloro che erano al timone tenevano presenti due principi importanti: Sathya e Dharma, Verità e Rettitudine; a nessun costo vennero mai a compromesso. Essi volevano che la verità fosse sempre sostenuta e che il retto comportamento fosse adottato nella vita di tutti i giorni. Nessun compromesso; essi non cedettero neanche un centimetro in questo senso. Tale era l’integrità dei sovrani e dei ministri nel Rama Rajya.
La famiglia del re era sempre interessata al benessere del popolo.
Bhagavan ha citato anche un’altra questione. I fratelli del re, Lakshmana, Barata e Satrughna, e gli altri membri della famiglia avevano l’abitudine di andare in giro per tutto il regno a scoprire di cosa la gente avesse bisogno, se vivesse in modo confortevole, che cosa desiderasse, se fosse felice e quale fosse la sua situazione. I membri della famiglia si interessavano sempre al benessere del popolo ed informavano il re di qualunque problema in modo che gli errori dell’amministrazione potessero essere rimediati e corretti.
“Rama è felice perché la Sua gente è felice” ha detto Swami e voi sapete che Egli ci dice sempre “La vostra beatitudine è il Mio cibo, la vostra felicità è il Mio cibo”. Dio non è felice per Se Stesso: Dio è felice se noi tutti siamo felici. Questa è la statura della Divinità.
Sri Rama fu un leader ideale.
Bhagavan ci dice che Rama fu un leader ideale; Egli era pronto a soffrire, pronto ad affrontare tutte le sfide della vita al fine di sostenere i valori per una società ideale. Quindi un leader deve avere valori e principi. In questo contesto voglio ricordare quanto Bhagavan ha affermato molto tempo fa circa l’attuale condizione della società:
Che cosa accade oggi?
Politica senza principi,
commercio senza moralità,
scienza senza umanità,
educazione senza carattere.
Queste sono le quattro cose che troviamo oggi.
In politica non c’è nessun principio, è solo questione di convenienza, non di convinzione.
Quindi Bhagavan ha detto che, nel Rama Rajya, ci si aspettava che i governanti praticassero i valori; il re non aveva orgoglio né ego. Rama non fu mai egoista, mai orgoglioso; Egli era in amicizia con i domestici, poteva stare tranquillamente in mezzo alle scimmie ed in compagnia degli uccelli, si comportava comunemente, era molto molto semplice, non assumeva mai l’atteggiamento del re o qualcosa di simile, non pensò mai di dover tenere a distanza dalla gente comune. Rama identificò sempre Se Stesso con tutta la creazione, con l’intero organismo che è la totalità dell’esistenza. Questo è Sri Ramachandra: Egli vedeva l’intero regno come proprio riflesso e per questo era molto amato da tutti come Swami ha attestato nei Suoi discorsi. Bhagavan ha detto anche che Rama fu un leader ideale perché poteva rinunciare alle comodità personali e questo dimostrava alla gente che le regole, i principi, i codici ed i valori sono più importanti della propria vita personale. Egli fu capace di rinunciare al regno, fu capace di lasciare il palazzo con tutte le sue comodità ed andare tranquillamente a vivere in esilio nella foresta in ossequio al comando di Suo padre. Questo è il genere di esempio che Egli dette all’intero paese elevandosi al di sopra dell’ego. Questo è il contesto su cui attraggo la vostra attenzione prima di trattare altri aspetti.
Fin qui abbiamo parlato del Rama Rajya, delle sue qualità e caratteristiche e di come Re Rama governasse il regno; il tutto spiegato da Bhagavan nei Suoi discorsi.
Bhagavan ha dimostrato di essere Sri Rama.
Amici miei, ci sono molte occasioni in cui Swami ha chiaramente dimostrato di essere proprio lo stesso Rama. Seduto proprio qui ora, abbiamo un membro della famiglia reale; nel loro palazzo, essi hanno riscontrato l’identità di Bhagavan con Ramachandra. Swami ne ha dato loro visione manifestandosi come Rama Stesso. Allora Baba apparve come Sri Ramachandra. Non dirò nomi perché non voglio imbarazzare la persona che è ora in mezzo a noi. Ci sono anche prove che Swami abbia materializzato degli idoli di Rama, Lakshmana e Sita e li abbia regalati al re a chiara evidenza del fatto di essere Rama. Posso raccontarvi anche un altro fatto: Swami ha narrato la vita di Ramachandra mostrando come Egli fosse risoluto e fermo in materia di principi, mai disposto al compromesso, ma come fosse anche dolce, tenero come il burro non potendo accettare che alcuno soffrisse. Swami ha detto: “Proprio come Me, proprio come Me”. Come è vero tutto questo quando Bhagavan sceglie di essere duro e severo! Coloro che hanno attraversato questo periodo concorderanno certamente con me su quanto fermo Egli sia; non ci sono compromessi o raccomandazioni, niente assolutamente! Molto tempo fa, uno studente inviò un messaggio a Swami dicendo di essere pronto a suicidarsi se Egli non avesse parlato con lui. Che minaccia! (Risate) Baba disse: “Lasciate che ponga termine alla sua vita; gli darò un corpo nuovo nella prossima!” Non importava neanche se si fosse suicidato. Quando Egli vuole essere deciso nessuno può smuoverLo. Impossibile! Impossibile. Molto, molto risoluto particolarmente al riguardo delle cose in cui crede fermamente. Quando Egli dice “Sarà fatto”, si, sarà fatto a qualunque costo!
Le esperienze di Anil Kumar a Kodaicanal.
Io ho avuto il privilegio di seguire Swami a Kodaicanal per ben sei volte rimanendo lì un mese ogni volta ma non ho tenuto tutto il beneficio per me perché, essendo un insegnante, considero sia mia responsabilità condividere tutte le nostre esperienze. Se le teniamo per conto nostro, siamo degli approfittatori spirituali. Bene, io non lo faccio. Condividere è nostra responsabilità e Bhagavan sa bene che io vado in giro “dando fiato alle trombe”….. naturalmente non a mio nome. Quindi io trovo molto piacevole il dividere il messaggio di Swami ed i Suoi miracoli con più gruppi di devoti, con più gente possibile e più spesso possibile.
Miracolo di Swami
Ricordo con piacere ciò che Baba disse, alcuni anni fa a Kodaicanal, un giorno in cui parlò dei bei tempi trascorsi: com’era nostalgico! Parlava della costruzione del nuovo Mandir qui a Puttaparti. Travi enormi, molto pesanti e lunghe, dovettero essere trasportate da un posto chiamato Penukonda ed, allora, non c’erano adeguate possibilità di trasporto, non c’erano strade né mezzi adatti; inoltre gli operai non potevano sollevare quelle pesanti travi di cemento senza rischiare le loro vite. Come, quindi, trasportarle a Puttaparti? Baba raccontò tutto questo, amici miei! Sembra che fosse tempo di guerra e mancavano i carburanti per cui sulla strada principale c’era gente con delle gru che cercava il gasolio; qualcuno disse “Andiamo a vedere se ne hanno a Puttaparti” e così fecero. Subito fu loro detto: “Prendete il carburante ma noi abbiamo bisogno delle vostre gru per portare qui alcune travi da Penukonda. Così, con l’aiuto delle gru e di altri macchinari il trasporto fu fatto. Ora le travi erano qui ma le gru erano andate via: come fare a sollevarle? Comprare un elefante è facile ma come mantenerlo? Impossibile! (Risate) Allora come sollevare queste travi? Baba disse, sono le Sue precise parole, “Io volli che i Seva Dal si ponessero ai lati delle travi, camminai su di esse e loro furono capaci di sollevarle facilmente (Applauso). Le travi divennero prive di peso (Applauso), i Seva potettero sollevarle e il tetto fu montato”. Amici miei, ai tempi di Rama, le scimmie costruirono un ponte dall’India all’isola di Lanca; per questo furono usati grandi massi. Com’è possibile che le scimmie lo abbiano fatto? Ogni scimmia andò davanti ad un pesantissimo masso, lo abbracciò e disse “Rama”: quello diventò leggero come una palla di cotone, e poté essere sollevato per costruire il ponte, ma come si poteva tenere legati quei massi senza cemento? Come ha detto Baba, una scimmia pose una mano su un masso e l’altra su un altro dicendo “Rama” e i due si congiunsero. Vedete!? Il Nome di Rama li rese leggeri ed il Nome di Rama li fece congiungere l’uno all’altro come se fossero solidamente cementati. Questo è ciò che Swami dice circa la costruzione dei palazzi in quei giorni.
Similitudini tra Sri Rama e Baba
Swami ha raccontato un altro episodio dei giorni del Ramayana: quando Rama lasciò la capitale del regno Ayodhya, per l’esilio nella foresta, molti Lo seguirono; non dissero “Ciao, ci vediamo” ma corsero dietro al Suo carro perché non potevano sopportare la separazione dal loro amato Re. Correvano….. uomini, donne e bambini. Vi prego di notare questo: Swami ha detto “Rama vedeva che anche le donne correvano proprio come corrono oggi dietro la macchina di Swami!” (Risate). Rama decise di riposare in un tempio quella notte; anche le donne, gli uomini ed i bambini raggiunsero il tempio e si addormentarono profondamente per la fatica. Baba ha detto “Vedendo che dormivano bene, Rama partì silenziosamente al mattino presto senza che alcuno se ne accorgesse proprio come Io parto da Prashanti Nilayam! (Risate) In quei giorni, Rama faceva come faccio Io ora”. Queste sono cose spiegate da Bhagavan.
I viaggi a Kodaicanal sono molto interessanti. Baba ricorda il Suo periodo giovanile, il Suo comportamento simile a quello di Rama o a quello di Krisna; è una riedizione in cui noi vediamo tutta la scena ripetuta di fronte a noi, in cui l’unità delle due incarnazioni è chiaramente e ripetutamente proclamata e spiegata da Bhagavan.
Episodio dell’eremitaggio dal Ramayana
Egli ci ha raccontato della volta in cui Rama, accompagnato da Sita (Sua moglie) e da Lakshmana, andò in un ashram, un eremitaggio. Essi non indossavano abiti principeschi, no, non le vesti di una famiglia reale ma quelle dei saggi e santi che vivevano nella foresta. Così arrivarono a quell’eremitaggio di santi e sedettero tra gli altri. Vi prego di notare questo punto amici miei: quando Swami parla a Kodaicanal, io credo che abbia tre scopi,o forse di più.
Uno è quello di manifestare la Sua Divinità attraverso le materializzazioni; Egli ha materializzato diamanti di questa grandezza (ne mostra la misura), anelli tra cui quelli d’oro di Rama ed anche la catena di Sita. Mamma mia! La materializzazione è una prova della Sua Divinità ed è una delle cose che ci entusiasmano durante la permanenza a Kodaicanal.
Il secondo punto: l’identificazione di Bhagavan con le incarnazioni precedenti. Man mano che la storia si palesa, Egli ci mostra i paralleli, ciò che accade ora e ciò che accadeva, la sua identificazione con l’incarnazione precedente.
Il terzo punto è dare lezioni ai giovani. Baba porta con Sé trenta o quaranta ragazzi, che vivono nelle Sue istituzioni, o giovani adulti; essi traggono insegnamento dai Suoi discorsi.
Un esempio è dato dalla storia della visita di Rama, Sita e Lakshmana all’eremitaggio. Rama e Lakshmana sedettero con gli uomini, Sita con le donne. Quando Swami dice “In quei giorni veniva adottato lo stesso sistema: gli uomini da una parte e le donne dall’altra così non c’è mescolanza né ‘ciao, ciao ciao’, niente del genere. La separazione era praticata anche allora” vuol dire “Attenzione e ragazzi, comprendete! Non potete sedere dovunque vi piaccia.” Questa è una lezione che Egli dà loro.
Lezione alla gioventù moderna.
Le donne sono curiose per natura e quelle vicino a Sita chiesero:
“Chi sei? Come ti chiami? Ti vediamo qui per la prima volta, sei così bella. Rimarrai con noi per un po’? Anche tuo marito e qui?”
Sita rispose: “Sì”
Le signore non si quietarono e presero ad indicare degli uomini dicendo:
“È quello tuo marito?”
“No”
“È quello là tuo marito?”
“Certamente no”
“È quell’altro?”
“No, no”
Infine indicarono Rama: ”È quello allora?”
Notate questo punto: Sita rimase silenziosa e chinò la testa. Qui Swami evidenzia due cose. Una lezione per i giovani: quando esse dissero “È quello tuo marito?” diversamente dalle ragazze moderne, ella non disse “Ciao Rama! Come stai?”. No, non disse così (Risate). Ella era così modesta, così semplice ed umile; si mantenne quieta. Questo è decoro, questa è cultura. Ecco una lezione per tutti. Poi c’è la filosofia dietro le sue risposte alle domande “È lui tuo marito?” “No” “E’ l’altro tuo marito?” “No”: dava una risposta ad ogni domanda ma quando la domanda toccò la realtà, quando le signore indicarono Ramachandra, la sua risposta fu il silenzio. Questo significa che finché non incontrate la realtà, finché non la vedete, finché non sperimentate la Divinità, continuate a parlare, come faccio io. Nel momento in cui ne fate l’esperienza rimanete silenziosi.
Il silenzio è eloquenza
Il silenzio è “l’eloquenza dell’anima realizzata”. Questa è chiamata la “teoria della negazione” o “neti, neti”che significa “No, non è questo”. Sita dimostrò con le sue risposte negative che “No, questa non la realtà”. Quando Rama fu indicato, ella mantenne il silenzio. Quindi, quando Baba dice “È solo nella profondità del silenzio che la voce di Dio viene udita”, quel silenzio è l’eloquenza dell’anima realizzata, è il discorso senza parole, il suono senza suono, è la pausa precisa tra due frasi, non scritta, è il battito del cuore ed il respiro della vita, non è profferita o descritta. Questa è la realtà, come Bhagavan ha spiegato. Swami sedette sulla sedia a Kodaicanal e disse “Sapete, Rama siede così”. (Risate)
“Ah, ma senti!”
Quindi Egli disse ai ragazzi: “Oh, anche voi sedete diritti! (Risate) Perché? Se voi non sedete diritti ora, domani avrete la schiena come Mandhara (la domestica gobba della moglie del padre di Rama), totalmente piegata come un arco, per cui sedete diritti. Rama sedeva sempre così”.
Episodio dal Ramayana: carattere esemplare di Lakshmana.
Ricordo il caso in cui Swami ha dato un’altra lezione; credo che tutti voi conosciate la storia di Sita e dei suoi gioielli. Mi perdonino coloro che non la conoscono. Accadde quando Ravana, re di Lanca, rapì Madre Sita: il sacchetto di gioielli, che Ella aveva quando fu rapita, cadde in cima ad una montagna mentre Lei veniva trasportata in aria. Questa è la storia che voi conoscete. Più tardi i gioielli furono recuperati e tornarono nelle mani di Rama e questa è la conversazione interessante che seguì tra Lui e Lakshmana. Rama chiese:
“Lakshmana qui ci sono dei gioielli; puoi riconoscerli come quelli di Sita, tua cognata?”
La risposta di Lakshmana fu: “No fratello, no. Io non ho visto gli orecchini di Sita, la sua catena o i suoi braccialetti, per cui non so se quei gioielli le appartengano o meno, ma conosco gli anelli che adornano i suoi alluci perché ogni mattina io faccio padanamaskar prima di cominciare a lavorare. Io posso riconoscere quegli anelli, essi appartengono a Sita”.
Baba dice: “Quello era il carattere esemplare di Lakshmana; egli non guardava Sita per il rispetto che aveva verso di lei quale moglie di suo fratello”.
Allora Lakshmana chiese a Rama: “Fratello, pensi che il resto dei gioielli appartenga a Sita?”
Guardate la reazione del marito! “Non so; può darsi e può darsi di no”. Qui Swami da la lezione: Rama non era come gli sposi ed i mariti di oggi che vogliono conoscere la documentazione dei gioielli della moglie e ne vogliono una copia per valutare e verificare (Risate). Rama non seppe mai quali gioielli Sita indossasse perché Egli non si interessava a tali cose materiali. Questo è il tipo di situazioni che Swami porta all’attenzione di tutti.
Significato spirituale del “talambralu” nel sacro matrimonio.
Verso la fine del matrimonio indù, accade una cosa molto interessante, chiamata talambralu, in cui la sposa e lo sposo siedono l’uno o di fronte all’altra; su di un piatto c’è del riso con il kumkum, la curcuma e tutto il resto. Lo sposo e la sposa mettono una manata di riso l’uno sulla testa dell’altro. Coloro che sono sposati possono ricordarlo ed i giovani se lo aspettino! (Risate) Swami cominciò a spiegare il significato di questo mettere il riso sacrificale sulla testa. Lo avrete certamente notato qui durante il Bhimarata Shanti, il matrimonio spirituale delle coppie anziane. Baba ha detto “Invece del riso venivano usate delle perle”. Perle? Noi non abbiamo osato chiedere ma le nostre facce chiedevano: perle? (Risate) Swami ha detto: “Si, perle, non riso. Dasaratha era un imperatore e Sita era la figlia del Maharaja Janaka imperatore anche lui; essi potevano permettersi le perle e quindi perché usare del riso?”
“Oh, capisco Swami: una famiglia reale. Bene”.
“Sri Ramachandra indossava uno splendente turbante bianco”.
“Alla grazia, vedo!”
“E Sita portava un sari rosso, rosso scuro”.
“Che splendore!”
“Essi sedevano l’uno di fronte all’altra; lo sposo Ramachandra prese allora delle perle a due mani per mettere sulla testa della sposa Sita”.
Swami disse che le perle rilucevano riflettendo il bianco del turbante, rilucevano come diamanti, una cascata di luce che Rama, gentilmente, lentamente e sorridendo, pose sulla testa di Sita. Poi fu Sita a prendere le perle.? Che cosa accade quando lo fece? Swami lo descrisse così: “Le sue palme erano del colore dei petali di rosa e quel colore si rifletteva nelle perle per cui esse apparivano rosse; Ella le mise sulla testa di Rama ed, in questo, alcune caddero sembrando quindi nere per il riflesso del terreno”.
Quindi le perle sono di tre colori: bianche nelle mani di Rama, rosse in quelle di Sita e nere per terra. Come ci sorprende Swami! Come spiritualizza l’intero episodio per la nostra informazione! Coloro che cercano Dio, Purusha, il Creatore, avranno qualità satviche (devote); la devozione è indicata dal colore bianco. Madre Sita portava perle rosse: Sita è simbolo del mondo, di Prakriti, la Creazione. Questa Creazione è piena di ambizione, desiderio, emozione e sentimenti: questa è la qualità rajasica (emozionale) indicata dal colore rosso. Quindi coloro che si avvicinano al Creatore saranno devoti, coloro che sono dediti al mondo saranno emozionali e coloro che non sono né l’uno né l’altro sono neri come le perle che caddero a terra. Il nero è simbolo di qualità tamasiche: ottusità, inerzia, pigrizia. È così che Swami a spiritualizzato tutto l’episodio del Sita Kalyana, il sacro matrimonio di Sita e Rama.
Swami spiegava e noi, amici miei, avevamo dimenticato dove eravamo! Aveva forse trasportato tutti noi a Mithila, regno del padre di Sita, Re Janaka? Come rapisce Swami quando spiega le storie!
Swami materializza gli anelli di Sri Rama
Il padre di Sita, Janaka, ha anche il nome di Videha che significa “libero dall’attaccamento ad alcuno”. Sita non tornò mai a casa dei suoi genitori e suo padre non volle mai saperne il perché essendo perfettamente sicuro che ella sarebbe stata del tutto felice in compagnia di Rama. Amici, a Kodaicanal Swami dette la spiegazione di questi avvenimenti ed io Lo ricordo materializzare un anello, un anello molto grande, della misura di un polso (Risate). Esso aveva una pietra verde splendente come nient’altro. Swami fece in modo che tutti lo potessero toccare; io fui l’ultimo e dovevo restituirglielo visto che ero il più vicino. Swami disse “Dammelo, dammelo” ed io “No Swami, lasciamelo guardare ancora un poco”.(Risate) Lo guardai con grande gioia e lo restituii dicendo: “Bhagavan, ho un piccolo dubbio”
“Cosa? Tu hai sempre di dubbi! Qual è questo dubbio?” (Risate)
Io dissi: “Swami, in quell’anello così grande c’entrano tre dita”. (Risate)
Swami disse: “Rama non era della tua statura (Risate); Egli era gigantesco, molto, molto alto, per cui aveva un anello di quella grandezza”.
Vedendo che Swami era di buon umore, io presi coraggio (Risate) e dissi: “Chi dette l’anello a Rama? Chi glielo regalò?”
Baba disse: “Gli fu regalato da Suo suocero, l’imperatore Janaka. Fu un regalo di matrimonio da parte del suocero”.
A questo punto io risi e Swami chiese: “Perché ridi?”
“Swami, Rama pretendeva qualcosa anche dal suocero? (Risate) È del tutto naturale che io pretenda qualcosa, tutti ci aspettiamo un regalo, ma che Rama si aspetti un dono da un suocero! (Risate) Questo significa che noi sposi non siamo in errore se ci aspettiamo un regalo? (Risate)È corretto questo? (Applauso)
Swami disse: “Sciocchezze! Stai un po’ zitto! (Risate) No, no, no! Il padre di Rama, Dasaratha, non era un poveraccio!”
Ora era diventata una questione di prestigio del Signore Rama (Risate) e questa volta Swami materializzò un altro anello della stessa misura con una pietra bianca.
“Questo fu dato a Rama dal padre mentre quest’altro (quello con la pietra verde) gli fu dato dal suocero. Sei soddisfatto ora?” (Risate)
“Ora capisco”. (Applauso)
Così erano i momenti in cui io potevo provocarLo o, piuttosto, provocare una romantica arrabbiatura….. perché ci si può arrabbiare anche essendo romantici e naturalmente accade in concomitanza col prestigio della famiglia.
“Andiamo ora, perché dici queste cose?” (Risate)
Oh! Molto bene; ho potuto vedere ambedue gli anelli.
Swami materializza la catena di Ravana
Mi sembra che fosse durante un viaggio quando chiesi: “Swami, non ci sono problemi con Rama ma la gente dice che Ravana fosse un grande. Swami, non sono stato io, l’ha detto la gente”. (Risate) Se dicessi che Ravana è un grande, potrei sentirmi dire di fare le valigie! (Risate) Io non voglio correre un simile rischio Divino (Risate) così dissi: “Swami, Ravana è un grande re ed anche un uomo molto ricco; l’epica dice che Lanka fosse piena d’oro, di palazzi dorati e quant’altro. Che cosa indossava? Fammi vedere quello che indossava”. Io non avevo diritto di chiedere questo, comunque continuai “Ho visto la catena e l’anello di Rama. Mi piacerebbe vedere anche qualche cosa appartenente a Ravana; era un bravo ragazzo, vediamo che cosa indossava”.
Swami rispose: “Oh, chiudi quella bocca!” (Risate)
Io dissi: “Swami, io sto zitto ma fammi vedere cosa aveva indosso”.
“Aaah! Stai un po’ zitto!” (Risate)
Allora io feci un cenno ai ragazzi come dire “ Avanti, chiedetelo anche voi!” (Risate) e Swami disse a loro
“Oh! Non è un buon leader per il vostro gruppo!” (Risate) ed io aggiunsi “Va bene, rimandiamo tutto a domani”.
Il giorno dopo, quando Swami si sedette, io ripresi il dialogo. Quando dico “io” non lo faccio per egoismo o per pubblicità, non fraintendetemi. È perché io sono l’unico insegnante molto “senior” del gruppo per cui Swami mi concede molte occasioni di fare queste domande per tutti; non sono speciale, no, no. Io non mi considero privilegiato o speciale, niente affatto, potete credermi. Il giorno dopo la sessione cominciò così:
“Swami, Ravana è un gran tipaccio (Risate). Ieri, quando ho detto ‘grande’ non c’è stata risposta da parte Tua (Risate) quindi mettiamola così (Risate): è proprio un poco di buono!”
Swami disse: “Perché dici questo?”
“Swami, Ravana rapì Madre Sita; quale tradimento potrebbe essere peggiore di questo?”
“No, no! Non lo dire. Ravana era un grande studioso ed un grande devoto; nonostante avesse rapito Sita, non la sfiorò neppure. Era solo per provocare Ramachandra, per farLo arrabbiare ed infuriare in modo che combattesse; Ravana pregava di morire per Sua mano. Rama non è però un uomo comune con cui discutere di argomenti futili come dispute sull’acqua o sui confini (Risate); se non ci fossero state minacce al Dharma (rettitudine), Egli non avrebbe interferito e quindi fu il rapimento di Sita che Lo costrinse a venire e far guerra. Per questo Egli uccise Ravana che era un uomo che voleva morire per mano di Rama. Perché dire quindi “Egli era un uomo cattivo”?
“Oh, capisco, ma che cosa indossava, Swami?”(risate)
“Hmmm!Così non molli, eh!?” Egli disse (Risate) “Vieni allora, guarda” e materializzò una grossa catena alta fino qui. Potete immaginare la misura del collo di Ravana. Mamma mia! Un Re dei Demoni, potremmo dire.
Molti di voi hanno visto uno Shivalinga , una pietra a forma di uovo che è simbolo della fusione della forma nel senza forma. (Anil Kumar disegna un’immagine dello Shivalngamsulla lavagna) È chiaro? Io sono un biologo; noi disegnamo diagrammi, non so fare di meglio. Swami materializzò una grossa catena con 365 linga d’oro perché Ravanasura era un grande devoto di Shiva (il Dio della distruzione e trasformazione, uno dei tre della Trinità Indù). I 365 linga d’oro brillavano ed al centro c’erano tre linga più grandi: uno era blu scuro, uno giallo scuro ed uno rosso scuro. Tre molto grandi che sembravano dei cristalli. Ci volle del tempo perché Baba li materializzasse.
“Questa è la cosa che indossava” Egli disse.
“Swami, 365 linga! Perché non 565? Perché solo 365?”
“In un anno ci sono 365 giorni e quindi 365 linga”.
Come erano belli i tre linga al centro! Non potevamo distogliere gli occhi da quella catena; se Ravana fosse stato lì vivo, gli saremmo andati dietro solo per vedere la catena se non lui! (Risate) Era incredibilmente bella, credetemi, e Swami la materializzò in modo che tutti potessimo vederla. Fratelli e sorelle, vi prego di credermi, è solo perché sappiamo che Swami sta per partire per Kodaicanal che io rammento questi giorni dal passato. Ogni giorno Baba raccontava un episodio del Ramayana; Egli sceglie un tema da trattare per ogni permanenza a Kodaicanal. Quell’anno parlava di queste cose e noi potremmo vedere che cosa indossava Rama e che cosa aveva Ravana. Come potevamo vedere quello che indossava Madre Sita? Dovevamo vedere anche questo ma come e quando chiederlo? Le mie due occasioni le avevo già usate! (Risate) Improvvisamente Baba mi chiese di sedere in macchina con lui; Egli era stato invitato a cena da un devoto e stava andando là. A Kodaicanal ci sono molti dei devoti di Bhagavan ed essi Lo invitano a pranzo ed a cena con gli studenti; chiunque Swami scelga e benedica avrà il piacere di ospitarci. Quindi eravamo in macchina ed io dissi lentamente “Swami, vorrei vedere i gioielli di Sita” (Risate).
“Tu pensi sempre ai gioielli.Ssst! Stai tranquillo! (Risate) Va già bene che tu lo abbia almeno chiesto in auto e non di fronte agli studenti. Stai tranquillo.” (Risate)
“Va bene, Swami. Starò zitto” (Risate)
Arrivammo alla casa. Il proprietario è qui con noi, è arrivato stamane; vorrà “prenotare” una visita di Bhagavan alla sua casa? (Risate) L’ho visto stamani mentre stava salutando Swami.
La cena a casa del devoto a Kodaicanal.
Così andammo là. Che banchetto! Che cosa potete dire quando partecipate ad una colazione, ad un pranzo, una cena, un tè, uno spuntino o qualunque cosa con Swami? Ci sono almeno venti o venticinque piatti e non potete rifiutare niente! (Risate) Intanto Lui non mangia niente! (Risate) Baba non mangia niente e voi dovete mangiare tutto….. e sotto stretto controllo Divino (Risate) perché Swami va in giro controllando ciò mangiate e ciò che non mangiate (Risate).Molto difficile! La loro casa, molto grande, è in cima alla montagna. A Kodaicanal si vedono le nubi e la nebbia; è bellissimo, come Kailash e in noi ne stavamo godendo. In una grande sala come questa, piena di fiori, gelsomini e rose, essi tengono un dondolo per Swami: come sono belli il cuscino ed il panno di seta! Davanti c’è una aiuola di fiori. Il tutto è magnifico. La sala intera era splendidamente adornata con decorazioni floreali; potete immaginarne il profumo! Una cosa incomparabile. Noi tutti eravamo lì e facemmo onore a tutto quello che ci fu servito (Risate). Swami mi chiamo “Vieni qui e siediti” ed io sedetti al Suo fianco; forse sospettava che io combinassi qualcosa. La cultura del Tamil Nadu ha un aspetto interessante: tutti conoscono la musica classica e mantengono la cultura indiana al 100% senza compromessi; le tradizioni ed i rituali vengono seguiti. Nel gruppo c’erano alcune signore anziane dal Tamil Nadu e Swami, che le conosceva bene, chiese loro di cantare. Furono quindi eseguiti dei canti classici di Tyagaraja e Baba era in estasi, molto contento. Egli mi guardò dicendo “Ti piace?” ed io “Swami, io voglio vedere i gioielli di Sita” (Risate ed Applauso) perché era il momento giusto che poteva anche non ripetersi. Le signore cantavano:
Sitamma Maa Amma
Sri Ramudu Maaku Thandri
Sita è mia madre
Sri Rama è mio padre
Loro cantavano così e Swami era molto contento.
“Swami, com’erano i gioielli di Sita?” (Risate)
Quando il canto finì, egli disse “Vieni qui” e materializzò la catena di Madre Sita; la vedemmo tutti. Era una bellissima catena con un medaglione al centro e diamanti tutto intorno….. tantissimi diamanti. Nel mezzo c’erano tre pietre con gli stessi tre colori: verde, giallo e rosso. Era piena di diamanti! Era incredibilmente bella!
Allora Swami disse “Alla fine il tuo desiderio si è avverato; sei soddisfatto?” “Per ora, Swami, per ora” (Risate)
A proposito del Ramayana noi tutti abbiamo visto come Sri Ramachandra vivesse allora, tutte le cose che aveva, i gioielli di Madre Sita; quello fu l’anno del Ramayana e noi vedemmo tutte queste cose. Swami le materializzò per noi e parlò del Ramayana e di come i fratelli si amassero l’uno con l’altro, del tipo di fratellanza che avevano e di che figlio ideale fosse Rama. Episodio dopo episodio, Egli parlò ogni giorno.
La Sua richiesta al professor Anil Kumar di servire nell’istituto.
Ora voglio raccontarvi un fatto personale; sono certo che non mi fraintenderete visto che ci conosciamo da un paio d’anni. Io fui portato all’istituzione di Swami nel 1989; prima ho lavorato altrove per 26 anni, in un collegio cristiano come professore di botanica. All’improvviso Swami mi pescò e volle che andassi a Brindavan come rettore. Come è successo? Io stavo servendo come presidente della Sathya Sai Organization dello Stato dell’Amdra Pradesh e, quando venni per la celebrazione dell’Anno Nuovo nel 1989, Swami semplicemente mi si avvicinò e disse: “Vieni a Kodaicanal con Me”. Io non sapevo che Egli andasse a Kodaicanal ogni anno né che avrebbe chiesto ad altri di seguirlo; non avevo mai neanche sognato che lo chiedesse a me, neanche in sogno, credetemi! Vi dico che questa è la verità dal profondo del mio cuore. Va bene! Essendo stato invitato da Lui, mi fu data una bella macchina, una Benz! A me che ho la bicicletta! (Risate) Questo è il mio stato ma quando si segue Swami, una Benz! Perché no? Con la gente al suo seguito e comando, qualunque cosa chiediate! (Risate) Ebbene, io Lo seguii là, ebbi una stanza singola col riscaldamento e tutto il resto; vedremo gli altri dettagli più tardi, tutto il trattamento regale. In quel periodo, Baba soleva rimanere là un mese intero; dopo quindici giorni, mi disse all’improvviso “Vieni a Bangalore e servi nel Mio college come rettore”. Io ebbi un temporaneo arresto cardiaco (Risate), non dissi “sì”, non dissi “no”, non fui contento, non feci salti di gioia: ero scioccato. Sapevo che lavorare negli istituti ed ospedali e vivere con Swami è vivere con il fuoco, come camminare sulla lama di un rasoio; non una cosa facile. Andare e venire con un visto da turisti è piacevole ma….. stare qui? Gli addetti al timone lo sanno bene, conoscono la responsabilità; è un lavoro molto duro ed io lo sapevo. Dopo pranzo mi ero buttato sul letto: “Perché sono venuto a Kodaicanal? (Risate) Perché mi ha chiesto di lavorare nella Sua istituzione? Perché non ho detto ‘Swami, per favore, ho bisogno di più tempo prima di venire da Te’. Perché non l’ho detto?” Ero a terra perché so di non essere del tutto adatto a stare nel Suo sistema né per virtù né per requisiti. Io sono un estroverso, un essere sociale, voglio parlare con la gente, voglio incontrarla; non posso vivere una vita isolata, solitaria. Il mio temperamento è differente, so di essere uno spostato, un disadattato. Che cos’era questa piega degli eventi? Mi sentivo proprio a terra. Nel pomeriggio Swami tenne un discorso ed io traducevo. Ho cominciato a tradurre i suoi discorsi nell’aprile 1989.
Un altro episodio del Ramayana spiegato da Swami
Baba cominciò a parlare del Ramayana dicendo che era un campo di battaglia; l’intero esercito era pronto a combattere, il battaglione delle scimmie era pronto e così tutto il popolo. Allora Rama chiese ad uno per uno “Vuoi andare a Lanka a cercare Sita?” Egli chiese ad un uomo anziano “Jambavan, te la senti di andare?” e quello rispose “Swami, io sono un vecchio ormai (Risate), sono in pensione (Risate); se Tu mi avessi posto questa domanda quando ero giovane non so cosa avrei risposto ma oggi io sono inadatto….. l’artrite, l’enfisema, la spondilite(Risate) Mi dispiace Swami, non sono sicuro delle mie forze, sono vecchio ora, in pensione, ho un piede nella fossa. Ti prego, risparmiami”. Allora Egli chiese ad un altro “ Nala, sei pronto ad andare?” e quello “Swami, il tratto di mare tra qui e Lanca è di circa 100 chilometri; io non credo di farcela. Al massimo posso fare un piccolo salto in alto ed un piccolo salto in lungo ma non così lungo (Risate)”. Ognuno prese a schermirsi così. Poi fu la volta di Hanuman “Hanuman, sei pronto a saltare al di là di questo mare ed andare a Lanka in cerca di Sita?” ed Hanuman rispose “Si Swami, sono pronto ad andare”. Fate attenzione vi prego, questo è il punto focale: Hanuman non aveva mai attraversato l’oceano prima, non sapeva niente delle eventuali difficoltà e non aveva mai visto Sita; ciononostante ora andava a cercarla. Se voi non mi aveste mai incontrato, come potreste riconoscermi in una folla? Nello stesso modo Hanuman non la aveva mai vista, eppure andava a cercarla senza neanche sapere dove fosse Lanka o quali pericoli nascondesse! A dispetto di questo disse “si”. Allora Ramachandra chiese:
“Hanuman, sei mai stato là?”
“No Swami!”
“Hai mai visto Sita?”
“No!”
“Perché hai detto che ci vuoi andare? Con che coraggio dici di esser pronto ad andare?”
“Swami, Tu me lo hai chiesto, Tu me lo hai ordinato e quindi sono certo se che mi darai le capacità, la forza e l’abilità necessarie ad attraversare l’oceano e portare a termine il compito affidatomi”. (Applauso)
È lo stesso con Swami quando Egli vi dice che vi darà la forza e la capacità necessarie per fare il lavoro. Egli mi guardò (Risate) perché ero dubbioso, “Essere o non essere”, e mi dette un messaggio indiretto: “Penserò io al tuo successo, stai tranquillo; vieni”. Questo era il messaggio che io ricevetti; nessun altro lo seppe, solo Swami ed io. È come la drammatica ironia di W. Shakespeare nota soltanto a due personaggi. Swami, sei più grande di Shakespeare in questa ironia drammatica! (Risate) Potevi dirmi direttamente “Vieni”; perché questo episodio? Ma Swami guida queste cose in un certo modo ricordandoci le nostre responsabilità e doveri; potrei continuare all’infinito. Un giorno a Kodaicanal Swami organizzò una cena per tutti, per tutti i devoti, tutti gli studenti, tutti, e disse: “Oggi ricorre il Sita Kalyana, il matrimonio sacro, per cui Io voglio che partecipiate tutti”. Quando ripenso a quei giorni ho voglia di dividere questi episodi con voi. Vi auguro buone vacanze, un periodo fruttuoso e piacevole. Speriamo e preghiamo di incontrarci di nuovo a giugno. Voglia Bhagavan spargere le sue migliori benedizioni su ognuno di voi! Sai Ram. Molte grazie. (Applauso)
OM…..OM…..OM