Satsang

Mente, Intelletto e Consapevolezza

14 aprile 2005

Il Silenzio Divino






Cari Fratelli e Sorelle,

sono davvero felice di essere di nuovo con voi. Alla luce delle cose che sappiamo, ogni giorno sembra essere un dono. C’erano molte possibilità che Swami lasciasse questo luogo e tutti pensavano che un altro incontro non sarebbe stato possibile. Eppure Egli ci ha dato un’altra grande occasione e noi dobbiamo ringraziarlo per questo! Ieri sera è stato celebrato il Nuovo Anno ed ora desidero dividere con voi alcuni pensieri che riguardano dubbi o domande che potrebbero sorgere in relazione all’apparente abbandono di Swami nei nostri confronti.

Una domanda che spesso attraversa la nostra mente, e ci spinge a far domande a Swami, è questa: “Mi sento totalmente rifiutato. Questo significa che Tu mi hai dimenticato? Che sono lontano dalla Tua vista, cancellato dal Tuo registro Divino?”.

Il primo punto della questione è che, quando ci sentiamo dimenticati da Swami, pensiamo maggiormente a Lui, Lo contempliamo interiormente e meditiamo più intensamente. Dal momento che ci sentiamo abbandonati, ci rivolgiamo dentro in cerca del perché veniamo trascurati, domandandoci:

’ Come mai non mi guarda?’. Questa riflessione ci obbliga a notare che forse abbiamo fatto qualcosa di sbagliato e, di conseguenza, creiamo l’opportunità per porre rimedio agli errori commessi. In questo modo, il Suo Divino Silenzio ci aiuta ad esaminarci. Quando dico ‘auto-indagine’ mi riferisco alla possibilità di correggerci così da poter continuare nella direzione giusta. Inoltre, il Silenzio Divino di Swami ci porta ad essere più spirituali nelle nostre intenzioni, nei pensieri e nelle azioni. Per esempio, leggiamo di più su di Lui oppure ripetiamo maggiormente il Suo Nome e tutto questo ci aiuta a prendere molto più seriamente la nostra sadhana ( esercizio spirituale).





IL DIVINO ROMANZO

Quindi, cari amici, in questo contesto ci sono quattro punti che vale la pena di menzionare e considerare:

Come e perché ci sentiamo trascurati? Perché Egli si allontana da noi? Perché ci sentiamo come se ci avesse abbandonati?

Quale potrebbe essere la ragione?

Bhagavan dice che noi troveremo un posto nel Suo cuore quando incominceremo l’introspezione e praticheremo la sadhana più intensamente. Invece noi lo cerchiamo sulle Sue labbra! Questa è solo una cosa di ordine pratico come “ Vai a prendere l’auto” “ Vai ad informare quel ragazzo” “ Distribuisci il prasad (Cibo sacro)” ma avere un posto nel Suo cuore è molto più importante che averlo sulle Sue labbra. Sebbene dobbiamo riconoscere che il potere, la ragione e l’idea nascosti dietro il silenzio di Swami non potranno mai essere conosciuti, dobbiamo comprendere che questa pretesa di abbandono, questo volgere la faccia altrove lontano da noi, è un bellissimo copione dovuto al Suo amore incredibile ed alla Sua compassione nei nostri confronti e quindi apprezzarlo. Questo è ciò che io chiamo ‘Il Divino Romanzo.’ Non vi sto dicendo questo come una sorta di incoraggiamento o di consolazione. No ! No! No! Vi invito a rivedere la letteratura dei Maestri Divini. In particolar modo, leggendo ciò che ha scritto il Divino Maestro Ramana Maharishi su questi punti, in modo del tutto convincente, si comprende quello che c’è dietro questa procedura adottata da tutti i Maestri Divini. A dispetto del fatto che i loro metodi o ideologie possano essere diversi, il trattamento ed il rapporto, che permettono al discepolo di crescere e di fiorire, sono del tutto simili.



LE MIE PREGHIERE RAGGIUNGONO SWAMI?

Un’altra domanda che sorge nella nostra mente e ci rende perplessi è questa:

“Swami, io penso a Te il più spesso possibile ma è corretto che io mi aspetti una risposta da Te? Non dovresti rispondere alle mie preghiere? Non dovrei avere la soddisfazione di ricevere una risposta? Come posso sapere che le mie preghiere ti raggiungono?”

Per chiarire questo punto, ancora una volta, possiamo fare riferimento alla nostra personale esperienza con Swami, alla letteratura Sai e/o agli insegnamenti di altri Maestri Divini. Cosa ci dicono? Amici, io ripeterò instancabilmente che la procedura adottata da tutti i Maestri è sempre la stessa. Poiché il Maestro Divino vuole portarci a divenire strumenti perfetti, i discepoli devono passare attraverso le fasi di torchiatura, frantumazione e cesellatura fine. Sebbene queste procedure

siano dolorose, tutto avviene per il nostro bene, per la nostra completa fioritura, perché diveniamo uno splendido gioiello che merita di adornare la testa del Maestro Divino. Dobbiamo allora aspettarci una risposta da Swami? Non dovremmo forse avere qualche indicazione che le nostre preghiere Lo hanno raggiunto? Swami dice: “ Figlio mio, ti sbagli! Io sono già presente, prima che tu preghi. Certamente Io non vengo a seguito della tua preghiera, sono già lì! Io ti do l’energia, l’attività, lo stimolo, e solo dopo arriva la tua preghiera. Tu preghi perché Io ti sollecito a farlo, poiché Io sono l’Uno che ti porta alla preghiera guidandoti affinché tu ti rivolga a Me. Comprendi che Io sono dietro di te, che ti sprono, e ti incoraggio a procedere lungo il sentiero spirituale. Perché ti aspetti una risposta fisica da Me?”

Swami dice anche: “Figlio Mio caro, perché pensi che Io non ti risponda? Perché ti senti trascurato? Questo tipo di sensazione viene solamente se sei tagliato fuori dal tuo vero Sé. Quando siete distanti dal vostro vero ‘Sé’, l’Atma o la Consapevolezza, vi sentite isolati, soli e lontani da Dio. “Ci sono persone che nonostante tutta la loro influenza, potere, posizione e proprietà si sentono sole. Questa solitudine intima, questa lacuna o vuoto nella loro vita è dovuta alla distanza che hanno dalla loro sorgente interna e dalla mancanza di unione con la coscienza interiore.



PERCHE’ MI SONO SEPARATO DALLA CONSAPEVOLEZZA DIVINA?

“Perché ho distanziato me stesso dalla consapevolezza Divina? L’ho fatto consapevolmente? Volontariamente? Per scelta? Oppure si tratta di una cosa accidentale?” La risposta semplice: è ego, ego ed ego! Ego è l’identificazione con il corpo e la mente, ciò che costituisce quella che noi chiamiamo ‘personalità. L’ego è veramente la più grande barriera ed il peggiore degli ostacoli, è ciò che taglia i legami tra noi e la più alta consapevolezza. Quando siamo tagliati fuori, distanziati e lontani dal nostro vero Sé, ci sentiamo soli ed abbandonati.

Invece di continuare a parlare dell’argomento, vediamo qualche esempio : Tutti noi sappiamo che essere con i nostri genitori ci appare scontato ma, quando siamo lontani da loro, ci manca il loro amore e desideriamo la loro compagnia. Ugualmente, per alcuni di noi che vivono qui da lungo tempo, vedere Swami e sedere di fronte a Lui ogni giorno mentre si cantano i bhajans programmati, può far sembrare la vita una routine. Adesso pensate di essere partiti per qualche tempo: quando ritornerete a Puttaparthi dopo sei mesi o un paio di anni, chiuderete subito gli occhi e comincerete a pregare in modo talmente sentito da far cambiare aspetto al vostro viso! Questo perché site veramente felici di rivedere Swami dopo un lungo periodo di tempo. Prima di arrivare vi sentivate lontani dal Bhagavan ed ora che siete qui pregate intensamente e seriamente, pieni di felicità, come non avete mai fatto prima. Dunque sembra che possiamo sperimentare ciò che è la separazione solo quando c’è un’interruzione.



LA DOMANDA E’ ESTERNA, LA RICERCA E’ INTERNA.

Bhagavan Sri Ramana Maharishi ci dà una risposta soddisfacente a proposito di questo dicendo: “La domanda è esterna, la ricerca è interna” (ndt. gioco di parole tra ‘question’ domanda e ‘quest’ ricerca).

Amici miei, è la più alta Consapevolezza che per prima pensa a voi e solo in seguito voi cominciate a pensare a Lei. Non crediate di essere voi a pensare al Sé, all’Atma,o alla Consapevolezza. No! E’ “Quello” che sta pensando a voi e vi commisera! “Ecco questo sprovveduto che Mi ha dimenticato, che non ha capito il segreto della felicità. Qualcuno che non ha realizzato che ‘Io’ sono la vita e lo spirito in ogni cosa.” Così, non appena la Consapevolezza incomincia a pensare a voi, voi iniziate a dirigere la vostra attenzione verso di Lei. Questo è il modo inverso di Ramana Maharashi di rispondere alle nostre domande tipiche. Quindi, quando diciamo “ Swami mi ha dimenticato” Ramana dice “ No, No! Io non ti ho dimenticato, sei tu che hai dimenticato Me”.

Quando noi diciamo “Swami non ho risposte da Te!” Ramana dice “Sono Io a fare in modo che tu pensi a Me. Perché hai bisogno di risposte? Prima ti ho provocato e poi ti sei rivolto a Me; perché mi biasimi ora che mi stai seguendo? Tu stai soffrendo perché hai tagliato il legame con il tuo Sé interiore. Perché? La risposta è :per ego.”

“ Cosa dovrei fare allora?”

Ed egli risponde: “ Il Sé, la Suprema Consapevolezza pensa a te; tu pensa a Lui.”

Shirdi sai Bhagavan ha detto anche: “Se Tu ti rivolgi a Me, Io mi rivolgo a te.”

Bhagavan Baba dice: “Se ti volti verso la macchina fotografica potrai avere delle foto bellissime ma, se le volti la schiena, non puoi aspettarti niente di bello.”



PERCHE’ NON HO PACE NEMMENO ALLA TUA PRESENZA?

Un’altra domanda nasce in sequenza ma, prima di passare a questa, rendiamoci conto che non sono solo i devoti di Baba a sentirsi così. Questioni e domande come queste sono state rivolte a tutti i Mastri Divini. Tutti gli altri Maestri hanno avuto gruppi di discepoli che hanno avuto dubbi simili. Per esempio, i discepoli di Sri Ramana Maharishi una volta gli chiesero: “Swami, perché neanche alla Tua presenza riesco a sentire pace?” Vedete com’è diretta questa domanda! “ Perché non ho pace neanche in Tua presenza! Sarebbe logico aspettarsi di provare pace qui!” Noi non abbiamo il coraggio di porre a Baba questa domanda; se voi dite “ Swami, perché non sono in pace qui?” Lui vi dirà “ E’ meglio che tu lasci l’ashram; troverai la pace fuori!” (Risate)

Quando fu posta questa domanda a Ramana Maharishi, il santo rispose:

“Ho fatto in modo che perdessi la pace affinché tu potessi capirne il valore. La pace ti è stata tolta perché non ne hai compreso il valore. Ti ho reso inquieto solo per la Mia compassione nei tuoi confronti.”

Cosa avviene a coloro che non sono in pace ma che agiscono come se lo fossero?

Alcuni cercano di nascondere la loro agitazione interiore ma non si può nascondere la faccia, essa rivela sempre il nostro stato interiore. A dispetto del fatto che sostengano di essere in pace, la faccia di certuni attesta che non potranno mai avere pace, nemmeno tra un centinaio di vite! Il volto è davvero un indice dello stato mentale. Ci sono facce molto serie , come se non avessero mai fatto un sorriso in tutta la loro vita! (Risate) Come se non avessero mai provato un momento di felicità! Come se dovessero portare l’intero pianeta sulle spalle per vite e vite!( Risate) Poveretti!



ABBIATE UN ATTITUDINE POSITIVA NEI CONFRONTI DI CIO’ CHE VI ACCADE.

Una volta Bhagavan Baba disse: “ Se vi ammalate, non vi sentite arrabbiati né maledite voi stessi. No! Siate felici. Perché questo è per voi il tempo di meditare e di rilassarvi. Siate contenti di avere tempo per riposarvi.”

Quando siamo in salute, non riposiamo mai e non permettiamo neanche agli altri di farlo! ( Risate). La seconda cosa è particolarmente vera! Un uomo attivo, anche se buono, renderà anche gli altri stanchi ed esausti. Perciò cari amici, se sono ammalato penserò “Dio mi ha dato l’opportunità di riposare e di meditare”. Dobbiamo prendere positivamente tutto ciò che accade.

Il Bhagavan dice anche: “ Voi vi ammalate così da poter apprezzare il valore della salute.” Se sei sano non comprendi quanto valore abbia la salute. Non ho mai saputo che il mio cuore battesse così bene finché il dottore non mi ha detto che perde qualche colpo! ( Risate); non mi sono mai accorto che la mia circolazione funzionasse tanto perfettamente finché il dottore non mi ha detto che ho la pressione alta! Quindi è solo quando rileviamo delle anormalità che cominciamo a notare come funziona bene il nostro corpo.

Allo stesso modo, quando accade qualcosa di negativo, comprendiamo il valore di ciò che è positivo ma, amici, facciamo in modo di non dover aspettare fino a quel punto! Non dobbiamo mettere alla prova la provvidenza e la misericordia di Dio invitando la malattia nelle nostre vite! Ringraziamo adesso Dio per tutto quello che ci ha già dato e per la salute che ci permette di avere una vita attiva; comprendiamo ora il valore della salute senza dover aspettare di ammalarci!





SEGUITE LA VOSTRA COSCIENZA

C’è un’altra domanda che è stata fatta a Ramana Maharishi: “Come distinguiamo un uomo ignorante (ajnani) e che cos’è l’ignoranza?” Potremmo semplicemente rispondere che l’ignoranza è la mancanza di conoscenza ma Ramana Maharishi disse: “No! L’ignoranza è assenza di consapevolezza.” Anche il nostro Bhagavan fa e dice le stesse cose: qualunque sia la tua risposta, Lui ti dice sempre ‘No,no, no!” I Maestri divini sono fatti tutti così! ( Risate) “Oh Swami, cos’è allora l’ignoranza?” e Ramana Maharishi rispose “Quando tu ami tutto ciò che si trova nel mondo esteriore come il riconoscimento, la pubblicità, il nome e la fama, allora sei la personificazione e l’incarnazione dell’ignoranza.” E’ solamente l’uomo ignorante che cerca il nome, la fama e la pubblicità. Perché? Ramana Maharishi va oltre: “A causa del vuoto interiore, delle lacune interne e della profonda insoddisfazione, tanto profonda quanto una valle deserta; è per questo che l’ignorante desidera con tanta intensità gli oggetti esteriori, i benefici materiali, il nome e la fama.”

Una giorno una donna ha chiesto a Ramana : “ Swami, ricevi continuamente molte visite: perché invece di questo pezzo di stoffa non ti metti un telo più grande?”

Egli si mise a ridere e rispose: Mia cara figlia, oggi vuoi che io porti un telo più grande; più tardi qualcuno mi dirà “Perché non indossi un dhoti?” ed un altro ancora mi chiederà “Perché non porti dei pantaloni?” Ci sarà anche chi mi chiederà di indossare una camicia ed una cravatta! Io seguo solamente ciò che mi dice la mia coscienza.

Anche Baba dice: “ Segui la tua coscienza.” Questo è ciò che Lui intende quando afferma : “Segui il Maestro.”



CIASCUNO E’ UNICO

Sri Ramakrishna Paramahamsa non ha mai detto apertamente la parola ’pensione’, diceva sempre ‘penna’ al posto di ‘pensione’ e quando i ragazzi intorno a lui lo correggevano dicendogli “ Swami, non è ‘penna’ ma ‘pensione’!”lui rispondeva “Voi state zitti, io dirò sempre ‘penna’ e non ‘pensione.” ( Risate) Egli raccontò allora una storia: “ Un giorno un corvo vide un cigno che camminava maestosamente, decise di imitarlo e prese a camminare graziosamente come lui. Dopo un po’ di tempo il corvo cominciò ad andare sempre più velocemente ed infine successe che dimenticò sia il modo di camminare del cigno che il suo!”

Ecco perché Swami dice: “ L’imitazione è umana. La creazione è Divina.” Così amici, cercate di essere creativi e di avere il vostro stile personale. Ognuno è unico e grande nella forma e nel modo di essere; cerchiamo di essere originali. L’imitazione è cosa povera, sciocca, infantile, un puro atto di immaturità. Ognuno di noi è unico e dovrebbe rimanere tale seguendo i dettami della sua coscienza.



NON DISCUTETE, NON NEGATE, NON SMENTITE.

Una volta Baba disse che ci sono persone che discutono sul fatto che Dio non esista ma esse non dovrebbero preoccuparsi di questo. Se tu non hai un Dio, perché rinneghi il mio? Se il tuo Dio per te non esiste, perché dovresti dire che non esiste neanche il mio Dio? Per ciò che riguarda la spiritualità, la discussione è veramente cosa bassa e meschina. Discutendo non puoi vincere nessuno, al massimo potrai godere del fatto di aver rovinato la fede di un’altra persona. La spiritualità è come un fiore che sboccia al tempo dovuto; ognuno dovrebbe crescere nel suo proprio modo. Non si può forzare un fiore a sbocciare con l’aiuto di un ago: se con un ago apri i petali di un fiore essi cadranno. Dobbiamo lasciare che il fiore sbocci da solo nel suo modo naturale. Per esempio, se noi critichiamo una persona che adora un idolo dicendole che dovrebbe rivolgersi solamente ad un Dio interiore, essa potrebbe confondersi ed abbandonare o rendere discontinua la sua adorazione per il Signore. Perfino la Bhagavad Gita afferma: “ Non discutete mai, non negate mai, non smentite mai.”La Bhagavad Gita vuole che tu rappresenti un esempio da seguire per gli altri uomini: “Ecco un uomo che è completamente felice; quale sarà la ragione? Qui c’è un uomo che pensa a Dio ventiquattro ore al giorno: com’è possibile? Questo è un uomo pieno di gioia, rispettoso, umile e dedicato alla preghiera; perché?” La gente vi seguirà. Lasciate che le persone seguano il vostro esempio anziché cercar di convincerli con discussioni odiose.



LA SPIRITUALITA’ FIORISCE NATURALMENTE

Il tipo di evoluzione e di transizione dal dualismo al non-dualismo qualificato non può essere raggiunto con la forza ma attraverso un processo di sviluppo naturale. Un semplice esempio: Sri Ramana Maharishi e Adi Sankara, i migliori Maestri nella scuola del non- dualismo, non hanno mai condannato l’idolatria; in altre parole essi non hanno mai chiesto o messo in guardia nessuno dall’andare in templi diversi o dall’adorare differenti idoli o deità.

Un giorno una donna che proveniva da Madurai, una città del Tamil Nadu dove si trova il tempio di Minakshi che è uno dei più grandi templi del Sud India, venne a fare visita a Ramana; Egli la salutò e le disse: “ Amma (Madre), dov’è il prasadam (cibo sacro) per me? “ Infatti, questo grande promulgatore del non-dualismo non ha mai detto a coloro che andavano a trovarlo: “ Chi sei tu e che cosa sono io?” Adesso vi racconto un fatto che però vi prego di prendere come uno scherzo: A Brindavan incontrai un anziano signore e lo salutai dicendo “Buongiorno, come sta?” ed egli mi rispose “ Il tu in me ed il tu in te è Lui e quindi stiamo sempre bene.” (Risate) Quindi decisi di non parlare più con questa persona, per il resto della mia vita! (Risate) Quando un ragazzo del nostro dipartimento di Inglese incontrò il medesimo strano filosofo e gli porse la stessa domanda, questi gli rispose: “ La consapevolezza dell’eucalipto e la consapevolezza dell’albero di noci di cocco sono uguali alla consapevolezza che c’è in me ed in te, e tutto questo è sempre bene.” Il ragazzo rimase svenuto per una settimana! (Risate) Imparare è un processo evolutivo di rivelazione e di graduale transizione e deve avvenire in modo del tutto naturale. Non potete forzare la madre a partorire, poiché il parto deve seguire i suoi tempi naturali; allo stesso modo lo sbocciare del fiore e la maturazione di un frutto necessitano il tempo dovuto. Non posso tenere un mango in mano e continuare a premerlo per farlo diventare più dolce. E’ impossibile!



SEGUI IL TUO MODO DI ADORARE

Il Bhagavan Ramana Maharishi diceva: “ Segui la tua coscienza.” Bhagavan sri Sathya Sai Baba dice: “ Segui il tuo metodo di adorazione.” Qualcuno mi ha chiesto: “ Signore, noi non sappiamo il Sanscrito né conosciamo i Veda; ci è dunque impossibile raggiungere Moksha, la liberazione?” La mia risposta è stata: “Moksha, o liberazione, non è un dolcetto che comprate alla North Indian canteen e che mangiate !” (Risate) Moksha non è un copyright né un diritto di nascita di chi conosce il Sanscrito ed i Veda. Voi potete leggere le vostre Sacre Scritture nella lingua che conoscete meglio: la Bibbia ha lo stesso valore dei Veda, per i Mussulmani il Corano ha lo stesso valore della Bibbia per i Cristiani e dei Veda per gli Indù.

Qualcuno mi chiese “ Signore, noi siamo di lingua Inglese, non conosciamo questi bhajans in Telegu o in Hindi. Cosa dobbiamo fare?” ed io risposi “Sapete, Dio conosce anche l’Inglese.”(Risate) Dio non ha mai detto che qui non si possono cantare bhajans in inglese; Egli apprezzerà molto i vostri canti Inglesi. Canta le canzoni nella lingua che conosci e con la quale ti senti più a tuo agio. Cosa succede se non conosco l’Hindi e voglio cantare dei bhajans in quella lingua? Ci saranno degli errori! Può darsi che il tono sia corretto ma quale sarà la comprensione e il sentimento? Non possono essere cantati in modo sentito! E se la gente di lingua Hindi mi sentirà cantare proverà pena per me! “ Oh Dio! Perché lasci che questo tipo canti così!” Seguite la vostra coscienza, seguite il vostro metodo di adorazione. Ascoltiamo gli insegnamenti di Baba che dice:” Voi non avete bisogno di scimmiottare o imitare nessuno.”



CHE COS’E’ L’ILLUSIONE?

Un giorno qualcuno chiese a Swami: “Swami, cos’è l’illusione (maya)?” La nostra conoscenza delle scritture, come lo Yoga Vashista o il Brama Sutra, ci assiste nella comprensione di questo concetto ma Baba dette una risposta molto semplice e diretta: “Non essere ciò che realmente sei è illusione. “ Tu sei la forza, la consapevolezza e l’esistenza ma non lo sai; tu sei veramente il Divino eppure non ne sei consapevole: questa è illusione.

Swami dice: “L’illusione non è altro che inconsapevolezza del vero Sé che è in te. “

Permettetemi di illustrarvi questo punto con un esempio: supponete che io abbia molto denaro in banca ma che non lo sappia. Conduco una vita da mendicante e tutti pensano che io lo sia ma in realtà non è così, sono ricchissimo.’ Illusione’ è ciò che accade all’uomo ricco che non sa di avere denaro in banca per cui si comporta come un mendicante.

Qualcun altro ha chiesto a Swami: “ Swami, cos’è la fortuna e la sfortuna?” Noi pensiamo che ‘fortuna’ voglia dire essere il primo della fila davanti al bancone del gelataio ma Bhagavan Baba rispose: “ Essere lontani dalla propria realtà e dimenticare il vero Sé è sfortuna; essere consapevoli della realtà e sperimentare la verità della propria natura è la più grande fortuna.”



SAGGEZZA VUOL DIRE ANNICHILIRE LA MENTE

Al Bhagavan fu fatta un’altra domanda: “ Cos’è la saggezza (jnana)?” Queste domande sorgono naturalmente nelle nostre menti ma, sebbene abbiamo le risposte, preferiamo ascoltare la risposta diretta e meravigliosa di Swami.

Prima di procedere oltre permettetemi di chiarire alcuni punti a questo proposito. Tutto ciò che è relativo al mondo esteriore, i cinque elementi e tutto ciò che è visto, toccato ed udito è ‘conoscenza’, non ‘saggezza’; la conoscenza è esteriore e sensoria, è un’informazione che ci viene trasmessa passando da una generazione all’altra. La conoscenza è immagazzinata nella testa così come le informazioni nel computer ma la saggezza è diversa, la saggezza è innata, latente ed è un diritto di nascita. La saggezza è discriminante, divina e spirituale, non può essere appresa né insegnata. La conoscenza viene insegnata mentre la saggezza viene colta dall’intelletto, la conoscenza è esteriore mentre la saggezza è interiore,

la conoscenza ci viene trasmessa attraverso espressioni vocali e verbali mentre la saggezza è intuitiva, è una voce interiore che chiamiamo ‘coscienza’. Molti di noi non hanno alcuna esperienza della voce interiore e non hanno mai sentito la voce della coscienza. Perché? Perché c’è troppo rumore fuori! ( Risate) La voce interiore è il silenzioso sussurrare di Dio ed è udito solo nel silenzio. Secondo Baba :” Saggezza è l’annichilimento della mente.” La saggezza nasce quando la mente viene arrestata totalmente: dove la mente finisce, comincia la saggezza.



OLTRE IL CONOSCIUTO E LO SCONOSCIUTO

“Senza la mente come posso conoscere la saggezza?” Vero! Ma come la luna scompare non appena sorge il sole, quando nasce la saggezza la mente smette di funzionare. Chandrama Manaso Jaatah. Come tutti saprete, la luna è la deità che presiede la mente; durante il giorno dove si trova la luna? Essa si vedrà solamente alla sera. Similmente, il sole rappresenta buddhi ossia l’intelletto. Quando l’intelletto è presente, la sua forza luminosa fa sparire la mente. Questo è lo stato della saggezza. La conoscenza crea ego! Una persona di conoscenza spesso diventa egotista perché dice continuamente a se stessa: “ Io so questo e so quello.”Qualsiasi cosa tu gli chieda, lui ti dice che lo sa ma noi sappiamo che non lo sa! ( Risate) Tutte queste persone che dicono di sapere, in realtà, non sanno niente. Ci sono tre categorie: ciò che è’conosciuto’, ciò che è sconosciuto e ciò che è ‘inconoscibile’. Quando conosco qualcosa, questa è ‘il conosciuto’. Quando non la conosco essa è ‘sconosciuta’, ma che cosa si può dire della terza dimensione detta ‘l’inconoscibile’? Tutto ciò che è conosciuto o sconosciuto è relativo alla mente. Se dico “ Io ti conosco” è perché la mia mente me lo dice; Se dico “ Io non ti conosco’ è ancora la mia mente che mi informa di non averti mai incontrato prima. Questo tipo di esperienze sono il diritto ed il rovescio della stessa medaglia che noi chiamiamo “mente umana”. Oltre la mente, c’è la conoscenza del Sé, ossia la ‘Consapevolezza’; poiché essa si trova al di là della mente, con quale coraggio potreste affermare ‘Io so’? Come può essere conosciuto ciò che è inconoscibile (dalla mente)?

Oh! Allora perché perdiamo tempo se non si può conoscere? (Risate) Abbiamo tanti bei negozietti qui, perché non passare un po’ di tempo in modo più utile? In realtà ciò che avviene è che noi utilizziamo il nostro tempo e la nostra energia nel tentar di cogliere ciò è invece inconoscibile, ossia oltre il conosciuto e lo sconosciuto. Un semplice esempio: la mente pensa, gli occhi guardano, le orecchie ascoltano, ma tutto ciò avviene a causa della consapevolezza e dello spirito che vi si trova dietro. Infatti è la consapevolezza che si insinua silenziosamente e fluisce nei differenti organi di senso facendoli funzionare.

La verità è che noi non siamo capaci di vedere perché possediamo degli occhi, di udire perché abbiamo orecchie o di pensare perché abbiamo una mente ma a causa della consapevolezza che è dietro a tutto questo.

E’ la ‘consapevolezza inconoscibile’ o ‘lo spirito inconoscibile’ che rende le cose conosciute o meno. Sono stato chiaro? Amici, la saggezza è estremamente preziosa, di grande valore e dovrebbe essere apprezzata. Tutta la vita è orientata verso questa saggezza che si trova oltre lo stato mentale e che non può essere espressa ma solo sperimentata.





L’AMORE, LA BELLEZZA E LA SAGGEZZA POSSONO SOLO ESSERE SPERIMENTATI.

Ramana Maharishi afferma: “ Tu puoi parlare dell’amore per tutto il tempo che vuoi, puoi leggere un’infinità di libri sull’amore ma le parole non ti daranno mai il gusto e l’esperienza dell’amore.” Come Baba disse ieri: “ A meno che tu non ami, non potrai mai conoscere l’amore.” Potrei anche fare una conferenza sull’amore, eppure essere pieno di astio dentro di me! Dunque amici, per conosce che cosa sia l’amore, lo si deve sperimentare. Solo allora si potrà comprendere ciò che realmente è.

E la bellezza? Potete descrivere la bellezza? No! Potrete dire tutt’al più che questo o quello è molto bello ma ciò che ai tuoi occhi appare così bello può essere brutto per me; così io dovrei spiegarti ciò che è ‘brutto’ per me e tu dovresti spiegarmi cosa significa ‘bello’ per te e di sicuro finiremmo per prenderci a botte! Perciò, amici, la bellezza, l’amore e la consapevolezza non possono essere spiegati, interpretati o acquisiti attraverso la lettura di libri: la bellezza deve essere sentita, percepita, sperimentata, e questo è il bello della ‘bellezza’.

Ugualmente si può dire per la verità; la verità non può essere spiegata né se ne può parlare. La verità deve essere riconosciuta così come la saggezza deve essere percepita. Si deve essere consapevoli della saggezza e non parlarne e ciò è possibile solamente quando viene ritirata la mente.

Un altro esempio: posso conoscere il mio peso mettendomi un termometro in bocca? (Risate) La gente potrebbe dire: “ Ho incontrato Anil Kumar un’ora fa e sembrava stesse bene ma adesso ha qualcosa che non va perché sta tentando di misurarsi il peso con un termometro in bocca!”(Risate) Il termometro registrerà naturalmente la vostra temperatura, non il peso. Ogni strumento ha la sua peculiare funzionalità e lo stesso avviene per la ‘mente’.



L’INTELLETTO CI PORTA A COMPRENDERE LA CONSAPEVOLEZZA

Secondo Bhagavan Baba: “ Ciascun strumento ha il suo particolare scopo. La mente, come le mani, le gambe, le orecchie e gli occhi, è anch’essa uno strumento. Gli occhi non possono udire, le orecchie non possono vedere, le mani non possono camminare, le gambe non possono prendere. Allo stesso modo la mente può solo pensare e raccogliere informazioni.” La mente è passionale, emotiva, egoista ed estroversa. Poiché l’intelletto è oltre le mente, essa non è adatta ad entrare nel reame della consapevolezza; è l’intelletto che può comprendere, percepire e rendersi conto dell’esperienza della consapevolezza più elevata.

Una volta Ramana Maharishi disse ai suoi discepoli: “ E’ possibile sperimentare la saggezza interiore solo se la mente viene totalmente ritirata e completamente annichilita.” Qualcuno chiese: “ E a cosa mi serve nella vita quotidiana avere la saggezza?” ( Risate) Sembra quasi che si stesse chiedendo se avendo la saggezza avrebbe potuto guadagnare di più o avere una promozione al lavoro!(Risate)

La conoscenza ci può aiutare ad avere un’altra laurea, ulteriore responsabilità, rispettabilità, uno stato sociale più elevato e più potere nella società, ma cosa avviene con la saggezza? Cosa ce ne facciamo di questa inutile saggezza e di questa futile voce interiore? (Risate) Sri Ramana Maharishi rispose: “Ascolta, se avrai la saggezza dopo che la mente è stata totalmente annientata, comincerai a sentire la tua voce interiore. In seguito, dopo aver percepito questa intima consapevolezza e saggezza, il mondo della dualità, così come lo percepisci ora, sparirà ed entrerai nello stato non-duale dove paradiso ed inferno, piacere e dolore, felicità o disperazione non esistono più.”



UNO STATO TRASCENDENTALE

Cos’è la non-dualità? Conosco il paradiso, quel posto dove esistono hotels a sette stelle, dove ci sono gli angeli e si possono vedere ballerine che danzano tutto il tempo bevendo tutti i barili di vino che si vogliono!( Risate) Ho anche sentito parlare dell’inferno: là sarai semplicemente arrostito di sopra e di sotto in una gigantesca padella e poi trascinato e fatto a fette sulla lama di un rasoio! La consapevolezza o saggezza non è né inferno né paradiso; è qualcosa di trascendente! L’inferno e il paradiso sono entrambi stati mentali temporali mentre la trascendenza è lo stato eterno dello spirito. Per esempio, se uno vince le elezioni sarà un membro del parlamento per cinque anni dopodiché dovrà ritornarsene alla sua città natale. Similmente si può dire che, se siete fortunati, andrete in paradiso per due o tre anni ma dopo dovrete fare retromarcia più velocemente di prima! (Risate)

Baba ha dato una magnifica interpretazione del paradiso e dell’inferno:

“Il paradiso è la tua stessa gioia, l’inferno è la tua sofferenza.” La vostra tristezza in realtà è l’inferno e la vostra felicità il paradiso. Non avete alcun bisogno di morire dal momento che li sperimentate qui entrambi! (Risate) Di giorno il paradiso e di notte l’inferno, o al contrario a seconda dei casi, (Risate) ma essi si susseguono puntualmente; la domanda che si può fare riguarda solo la durata, questo è tutto! Invece, nello stato trascendentale o di assenza del pensiero, non vi è né paradiso né inferno, non c’è merito (punyam) né peccato (papam), non c’è neanche nascita e rinascita. Questo è lo stadio finale.

Ramana Maharishi riassume i vantaggi della saggezza in tre punti: 1) La saggezza non è altro che uno stato oltre la mente. 2) Essa è sperimentata e percepita dall’intelletto. 3) E’ la consapevolezza dello stato trascendentale che fermerà il ciclo delle rinascite.



NELLO STATO DI SONNO PROFONDO LA MENTE E’ ASSENTE

Anche qualcuno che siede vicino a Swami potrebbe avere alcune domande da fare a proposito dei diversi livelli di comprensione! Quando Swami spiegò la saggezza o l’intelletto ( jnana), qualcuno Gli chiese :”Swami, che cosa puoi dirci della mente?” Swami ci stava portando in alto, ma il tipo voleva tornare giù! Ce l’hai il paracadute? (Risate) Swami rispose: “ La mente non è altro che la diversità, la pluralità e la molteplicità nel mondo. L’ego è la mente, il tempo è la mente; quando sarete oltre il tempo, sarete anche oltre la mente.”

Ma come si fa ad andare oltre il tempo? Devo buttare il mio orologio, rompere il pendolo a muro? (Risate) No amici, è l’esperienza quotidiana che deve essere oltre il tempo! Potete dirmi esattamente a che ora vi siete addormentati? Potete dire che precisamente che alle 9:32 minuti avete cominciato a russare (Risate) o l’esatto istante in cui vi siete svegliati oppure l’esatto momento in cui vi trovate nel sonno profondo? No! Nessuno lo sa.

Tutti sappiamo che non c’è una consapevolezza del tempo durante il sonno profondo. Se abbiamo mangiato a crepapelle, può darsi che ci mettiamo a russare ma l’esatto momento in cui accade non lo possiamo sapere! Perché? Perché in quel momento la mente non è attiva, è ritratta, non c’è! Supponete che ieri sera io abbia fatto un sogno bellissimo in cui mi trovavo negli Usa; voi potreste chiedermi: “Per favore dimmi il momento esatto in cui eri a Los Angeles, a Hollywood o a Disneyland?” (Risate) Perché vi interessa tanto il tempo? Può qualcuno sapere esattamente quando il sogno è iniziato, quanto è durato e quando è finito? No! Tutti sappiamo che il sogno è uno stato oltre la mente e sappiamo che anche lo stato trascendentale è oltre la mente. La differenza tra i due sta nel fatto che durante il sogno noi abbiamo una proiezione mentale mentre nello stato trascendentale siamo oltre la mente.

Supponete che io voglia prendere a pugni qualcuno ma non posso farlo perché lui è più grosso di me. (Risate) Posso metterlo al tappeto nei miei sogni! (Risate) Attenzione! Potrei anche liberarmi di lui per sempre! Ma i sogni non sono altro che proiezioni mentali, desideri non soddisfatti, pura immaginazione. Io ho un amico che temo di incontrare perché ogni volta mi racconta che ha sognato Swami che lo conduceva a fare un giro in auto

(Risate) e sono tentato di rispondergli: “Peccato che non ti abbia lasciato in mezzo alla strada!” (Risate) Lui fa sempre un sacco di sogni: “ Swami mi ha dato un’interview” “ Ieri ero a pranzo con Swami” ecc, ecc. E’ sempre nella meravigliosa terra dei sogni!

Dunque, lo stato di sogno è solamente oltre il tempo ma contiene tutte le nostre proiezioni mentali, immaginazione e desideri insoddisfatti mentre nel sonno profondo e nello stato trascendentale siamo oltre sia alla mente che al tempo. Di conseguenza, come ha affermato Adi Sankara nel Prasthana Thraya, i tre livelli di consapevolezza sono lo stato di ‘veglia’, quello di ‘sogno’ e quello di ‘sonno profondo’ ma solamente nel terzo possiamo sperimentare ciò che è oltre il tempo e la mente.



MEDITAZIONE SIGNIFICA RITIRARE LA MENTE

Secondo Bhagavan Baba “La mente è il tempo, il mondo, la diversità; sempre, dove vi è un’ associazione come quando diciamo ‘il mio gruppo, la mia casa, la mia proprietà’, ‘io e ‘mio’, si tratta di espressioni della mente.”

La mente è così, l’intelletto è cosà; sembrano sempre in disaccordo come il Pakistan e l’India (Risate), non si affrontano mai faccia a faccia. L’intelletto cerca la conoscenza interiore mentre la mente raccoglie conoscenza mondana. La mente appartiene al mondo esterno mentre l’intelletto nasce dalla voce interiore. Come si può fare un ponte tra i due? Mi aiuteranno le Nazioni unite a ricongiungere queste entità? (Risate) Potrà il Consiglio di Sicurezza garantirmi l’incolumità nella vita con queste due entità sempre in conflitto? ( Risate).

Baba suggerisce semplicemente questo:” Girate la vostra mente all’interno.” Fine. Dal momento che girate la vostra mente all’interno, essa diviene non-esistente. La mente esiste ed è potente fintanto che è rivolta all’esterno mentre è nulla, debole, passiva, vacante, quando è rivolta verso l’interno nel qual caso essa scompare : questa è l’essenza della meditazione (dhyana). Meditazione non vuol dire sedere ben diritti con la spina dorsale tesa fino al punto da sentire dolori dappertutto! (Risate) Il mal di schiena non è meditazione, è un problema di ernia a disco! (Risate) Meditazione significa ritirare la mente e rivolgerla all’interno; questa è la chiave del successo. Come ho detto prima, c’è un conflitto interno fra la mente e l’intelletto cosicché non siamo felici né qui né là. Da una parte, alcuni di noi che vivono qui da lungo tempo possono avere la sensazione di aver preso la decisione sbagliata quando hanno scelto di rimanere e possono pensare:”Sono qui da sedici anni e non sono cresciuto neanche una spanna; continuo ad essere cattivo e qualche volta lo sono anche peggio di quando sono arrivato! Ho preso la decisione sbagliata? So per certo che cosa ho perduto ma non sono per niente sicuro di ciò che ho guadagnato”. D’altra parte coloro che non vivono a Puttaparthi qualche volta potrebbero sentire di aver preso la decisione sbagliata quando hanno scelto di non restare qui e potrebbero pensare: “Avrei dovuto fermarmi a vivere qui. Come mai sono ancora nel mondo?” Quindi è interessante osservare come coloro che vivono fuori si sentano male per aver preso questa decisione e coloro che vivono dentro siano pieni di dubbi sui benefici derivanti dal vivere qui.

Perché sorgono questi problemi? In poche parole posso dire che i conflitti sorgono dal contatto bi-direzionale e dalla lotta interiore tra l’intelletto, che è rivolto all’intimo, e la mente che è rivolta all’esterno. Baba ci è venuto in aiuto con una formula che risolve il conflitto; Egli raccomanda che, invece di creare una discrepanza ed uno stato di dicotomia tra l’intelletto e la mente, rivolgiamo quest’ultima all’interno così da sprofondarla e annullarla totalmente. E’ solamente tramite il risveglio della consapevolezza che l’intelletto si potenzia e, come risultato, non si hanno più conflitti ma, al contrario, uno stato di beatitudine.

Auguriamoci che, durante il Nuovo Anno, Bhagavan Baba ci garantisca questa consapevolezza, aiutandoci a rivolgere la mente all’interno di noi stessi, affinché possiamo raggiungere quello stato trascendentale di beatitudine in cui le cose non sono né ‘fuori’ né ‘dentro’ ma tutto è Uno ed unico. Osservando da fuori esistono due parti, l’esterno e l’interno; quando ci si rivolge all’interno di noi stessi, l’esterno appare solo come il suo riflesso, non c’è più nessuna dualità.



Vi ringrazio tutti per aver ascoltato questo discorso importante con grande attenzione.



Che Dio vi benedica!