Satsang

Pasqua

27 marzo 2005

OM…OM…OM…

Sai Ram

Con salutazioni ai Divini Piedi di Loto di Bhagavan



Cari Fratelli e Sorelle,

oggi è la domenica di Pasqua. Pasqua è un’occasione importante non solo per Cristiani ma per tutti coloro che seguono un sentiero spirituale. Fu il Venerdì Santo che Gesù morì sulla Croce e fu nella Domenica di Pasqua che fu visto vivo all’esterno della Sua tomba: era risorto dalla morte. Noi chiamiamo questo “La Resurrezione”.



Il significato di “essere rinato”

C’è un termine in Sanscrito, dvjia, che significa “nato due volte”. Come è possibile rinascere? A meno che uno non muoia non è possibile che rinasca. Il punto qui è che la personalità viene trasformata. Una persona completamente realizzata condurrà una vita assolutamente differente da quella che conduceva prima di sperimentare l’illuminazione. Una vita fatta di attività mondane, di pensieri relativi al mondo e di piaceri sensuali è trasformata in una vita spirituale. Avviene una metamorfosi. Ora è una vita religiosa con incredibili livelli di spiritualità. Perciò amici miei, una vita trasformata, una vita cambiata e realizzata, è una nuova vita, una nuova nascita. Ciò è perché dvija (una seconda vita o rinascita) significa una nuova vita nello spirito. La Resurrezione di Gesù Cristo ne è un esempio.



Dobbiamo rivolgerci a Dio nei momenti di difficoltà

Gesù, che morì sulla Croce, fece alcune affermazioni che sono riportate nella Sacra Bibbia. Quando noi le analizziamo e cerchiamo di comprenderle, quelle parole hanno una grande profondità e valenza. Mentre stava soffrendo sulla croce, Gesù Cristo disse “Oh Signore, perché mi hai abbandonato?” Questa è un’affermazione su cui riflettere. La seconda affermazione, che riguardava Sua madre) fu diretta a Giovanni a cui Egli disse “Prenditi cura di Mia madre”. Gesù si era sempre preso cura di sua madre e ora voleva che lo facesse Giovanni.La terza affermazione su cui riflettere sono le parole che Gesù rivolse ad un uomo, colpevole di un delitto, anch’esso su una croce. Quell’uomo disse a Gesù “Oh Signore, Io sono un peccatore e posso comprendere perché sono stato crocifisso, ma Signore, Tu non sei un peccatore, in Te non c’è alcuna macchia. Signore, ricordaTi di me nel Regno dei Cieli.” Allora Gesù rispose, “Sì, tu ti unirai con me là, nel Regno dei Cieli”

Amici miei, sia la storia della vita di Gesù Cristo che le affermazioni fatte nella Sacra Bibbia, tutte hanno un’applicazione universale e un profondo significato. Che cosa implica la preghiera di Gesù a Dio, “Oh Signore, perché mi hai abbandonato?” Egli non stava incolpando nessuno, né il re, né il popolo che istigò il re a farLo crocifiggere. Egli non colpevolizzava Sé stesso. Questo è ciò che facciamo spesso quando siamo in difficoltà, diamo la colpa agli altri o a noi stessi. Invece Gesù invocò Dio chiedendo misericordia: “Mio Signore, Mio Padre Celeste,perché Mi hai abbandonato?” Forse questa è una lezione per tutti noi: dobbiamo rivolgerci a Dio nei momenti di difficoltà, di preoccupazione e di sfide. Nessun uomo ci può mai aiutare, nessuno è pronto ad offrirci consolazione; solo Dio può aiutarci. Perciò Pasqua è un momento di preghiera, di richiesta di aiuto a Dio e non agli uomini.



Pasqua è un’occasione per riconoscere le proprie responsabilità verso gli anziani e i genitori

Pasqua è anche un’occasione per ognuno di riconoscere le proprie responsabilità verso gli anziani e i genitori. Quando sulla croce Gesù pensò a Sua madre, volle che Giovanni si prendesse cura di lei. Era stato attraverso Sua madre Maria, il veicolo della Sua Divina nascita, che Egli era potuto venire sulla Terra come un messaggero, un Messiah. Perciò Pasqua è un’occasione per riverire, rispettare e pensare ai propri genitori come fece Cristo.



Perdono incondizionato

Poi ci sono le parole di compassione dette da Gesù quando il peccatore disse, “Oh Signore io sono un peccatore; merito di essere crocifisso. Signore, ricordati di me quando sarai nei nel Regno dei Cieli” Qui il Signore dice, “Sì, là ti unirai con me”. Chi può perdonarci? E’ Bhagawan che ha detto, “Donare e perdonare è Divino.” Questo perdono è incondizionato ed infinito, va oltre la gravità del crimine e della colpa. Chi ci può assolvere? La maggior parte delle persone vorrebbe punirci oltre misura per gli errori che commettiamo. Se non dico “Sai Ram” a un capo, quello gli è sufficiente per gettarmi fuori dall’ufficio; scoprire il più piccolo errore gli basta per urlarmi contro, ma ecco che il Signore dice “Non preoccuparti, tu sarai con Me nei Cieli”. Che grado di perdono! Se il perdono avesse dovuto prendere la forma umana, sarebbe stato Gesù Cristo e qui, nella vita di Baba, quando qualcuno viene e Gli dice “Swami perdonami. Ho fatto tantissimi errori, la mia vita non è pulita come avrebbe dovuto essere,l non sono puro come dovrei essere,mio Signore.” ecco Bhagavan che dice “Il passato è passato. Dimenticalo.” Che perdono incondizionato! Quando era sulla Croce Gesù disse “Padre, essi non sanno ciò che fanno. Perdonali.” Gesù chiede questo per le persone che lo hanno fatto soffrire, che lo hanno inchiodato alla Croce causandogli atroce dolore e perdita di sangue. Tuttavia Egli prega per coloro che sono responsabili della Sua crocifissione. Che cosa meravigliosa!



Baba dice “Io amo tutti”

Una volta Baba visitò un luogo dove c’era un gruppo antisociale che Lo contestava. Molte persone atee tennero una manifestazione con bandiere nere e cartelloni che dicevano”Baba vattene”.ma il nostro Signore mantenne il Suo sorriso. Mentre Egli sorrideva camminando tra quelli che aspettavano di vederLo nella fila del darshan, improvvisamente si diresse verso gli atei e gli agnostici che si opponevano all’intimo concetto di Dio. Dietro di Lui c’era un uomo, un giudice dallo stato del Kerala che Gli disse: “Quelli sono tutti atei, non andiamo da quella parte, andiamo di quà” ma Baba replicò “No, andrò solo da quella parte.” (Risate) e, mentre si dirigeva verso di loro, disse ”Guardate, Io faccio un cenno con la mano ed essi uniranno le loro mani in rispettoso saluto.” (Applausi). I dimostranti abbassarono i loro cartelli e le loro bandiere nere. “Swami, come è potuto accadere?”

Baba dice “Io non voglio male a nessuno, Io amo tutti. Dato che non ho alcun desiderio o ego dentro di Me, posso sorridere felicemente. Io benedico tutti. Così quando muovo la Mia mano, essi uniscono le loro in risposta a Bhagavan”. Questo è un esempio di perdono incondizionato. In seguito, Baba visitò un luogo chiamato Vijayavada nello stato dell’Andhra Pradesh. Lì c’era un gruppo di persone atee che mettevano in discussione la Sua Divinità e volevano dimostrare contro di Lui ma passarono inosservate dato che furono soverchiate dalle migliaia e migliaia là radunate. Più tardi qualcuno fece notare tutto ciò: “Swami, abbiamo visto alcune persone, ben poche, radunarsi per dimostrare il loro disappunto mettendo in dubbio la Tua Divinità.” Per favore prestate la massima attenzione a questa frase, fratelli e sorelle. Cosa disse Baba? “Dato che tutti i devoti approfittano dalla Mia visita e sono pronti ed entusiasti con un programma, anche le associazioni ateiste approfittano dalla Mia visita pronte anch’esse con il loro programma. Benedico entrambi i programmi.” (Risate)



“La vostra felicità è il mio cibo”

Una volta Swami ha detto: “Tutti quelli che mi adorano sono della dimensione di una collina e tutti quelli che mi criticano sono della dimensione di una montagna; Io sto in mezzo, tra la collina e la montagna, e benedico entrambi i gruppi. Alcuni pensano a Me e mi criticano, voi pensate a Me e Mi adorate; state tutti pensando a Me. Sì, Io sono felice; voi siete felici quando Mi glorificate e loro sono felici quando Mi criticano. La vostra felicità è il Mio cibo. Continuate, approfittatene”



Il perdono di Bhagavan

Perciò, amici miei, la Pasqua è un’occasione di perdono. Lo ritroviamo anche nella vita di Gesù Cristo. Perdono è l’altro nome di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Mi ricordo di un giornalista della rivista Takur che visitò questi luoghi circa quaranta anni fa. Durante la sua prima visita, mentre guardava Swami, pensava “Quanto è bello…come è bello! Assomiglia molto a una star di Hollywood” e, mentre Swami si dirigeva verso di lui, ancora “Non penso che i Suoi capelli siano naturali. Possono davvero essere naturali?” Questi due pensieri gli attraversavano la mente. Swami gli venne sempre più vicino, si fermò di fronte a lui e gli disse: “Assomiglio davvero a una stella del cinema?” Ebbene, quest’uomo iniziò a tremare e Bhagavan aggiunse: “Pensi che i miei capelli siano falsi? Vuoi metterli alla prova?” Questo è ciò che il corrispondente del Takur scrisse poi: “Mi ha preso dolcemente la mano e l’ha posta sulla Sua testa così che io potessi sentire la radice dei Suoi capelli. Allora mi scusai con Swami con lacrime che scendvano copiose sulle mie guance: ”Bhagavan, ti prego perdonami, scusami.” La risposta di Bhagavan fu inaspettata: “Parva nahi, parva nahi…non importa, non importa. Tu sei un sincero ricercatore della Verità. Non c’era nulla nella tua mente oltre a ciò che hai espresso; avevi solo un dubbio, tutto qui. Tu sei un vero devoto.” Quello è il perdono di Bhagavan. Durante la Sua infanzia, una signora invitò Bhagavan Baba per una merenda. Tutti dicevano: “Swami, non andare nella sua casa, è una donna davvero malvagia.” “Io ci andrò,” disse Bhagavan. Noi non possiamo imporGli nostri limiti; più noi Lo vogliamo condizionare, più Lui sarà incondizionato, più sarà determinato. Perciò disse “Ci andrò” e così fece. La signora gli servì dei vadas, un piatto del sud dell’India, mischiato con del veleno. Baba li mangiò e il Suo corpo divenne blu per un breve periodo ma, grazie alla Sua Divinità, Si riprese rapidamente. Allora tutti si riunirono per attaccare questa signora; erano pronti persino ad ucciderla ma Baba disse: “Non fatele nulla; lasciatele fare il suo lavoro, lasciatele condurre la vita come sempre. Non voglio che nessuno gridi contro di lei, Mi capite?” Baba placò tutti quelli che erano lì. In seguito, il figlio di lei fu nominato vigilante di Prashanti Nilayam, un bonus extra! Che paradosso! Come disse Gesù “Non è giusto seguire il principio occhio per occhio, dente per dente. Voi dovreste perdonare; q1uando qualcuno vi fa del male o vi ferisce, non vendicatevi, continuate ad amarli”.



Dio è in ogni forma

Mi ricordo ciò che Sri Ramakrishna Paramahamsa disse quando una persona gli pose questa domanda: "Swami, tu dici che Dio è in ognuno. Pensi che Dio sia in una tigre? Se io penso che Dio sia in una tigre, potrei venirne ucciso. Se io continuo a salutarla e a prostrarmi di fronte a lei, potrei anche trovarmi a meditare sulla tigre nello stomaco della igre! (Risate) Signore, come si spiega questa questione?” Allora Paramahansa diede questa risposta: " In un santo Dio è Yoga Narayana, Dio nella forma meditativa; nella tigre Egli è Rudra Narayana, Dio nella forma feroce. Perciò Dio è presente nella tigre nella sua forma feroce ed in un santo la forma di Dio è completa calma e serenità, Yoga Narayana."

Poi arrivò un'altra domanda: "Swami, perché è proprio così?" Paramahansa rispose: "Perché Dio non è nessuna delle due. Il Dio sempre rifulgente, senza attributi, senza forma, assume forma e nome a seconda del corpo in cui sceglie di entrare."



Bisogna sopportare la croce della sofferenza per andare oltre il corpo

Perciò amici miei, Pasqua è un'occasione per pensare a questi valori del perdono e dell’abbandono alla volontà di Dio. Gesù è assolutamente certo di essere con Dio mentre è sulla Croce, ed è assolutamente certo che sarà con Dio dopo la crocifissione. Egli lascia il suo corpo sulla Croce. La morte di Gesù sulla Croce è un messaggio per l'umanità che significa che l'dentificazione col corpo va abbandonata. Amici miei, non so se mi sto infilando in un dibattito religioso o in un pericolo spirituale (il che faccio spesso) ma oserò fare questa osservazione. Nell'attuale situazione, con Bhagavan Baba oggi, noi possiamo trovare faticoso e doloroso vedere i ragazzi che Lo aiutano a stare in piedi ed a camminare. Credo che, come Gesù sulla Croce, Egli stia dando un insegnamento all’umanità e cioè che, per poter crescere ed andare oltre il corpo, sofferenze simili si devono sopportare, la croce della sofferenza va accolta.



"Io non sono il corpo"

Sin dal principio, abbiamo ascoltato i suoi discorsi che davano il messaggio: "Io non sono il corpo, Io non sono il corpo." Io posso ripetere "Io non sono il corpo" come un pappagallo ma non sono preparato a sopportare il dolore del corpo. Ecco invece Bhagavan che va oltre l'identificazione col corpo incurante di ciò che noi possiamo pensare. Talvolta, ci da' dei lampi di Divinità dicendo "Oh sciocchi, non pensate che io stia soffrendo." Tutto ad un tratto, lo troviamo che cammina da solo, come ha fatto lo scorso pomeriggio. Noi pensiamo: "Oh Dio, è vero questo o è vero quello? Tu stai ora camminando normalmente, senza il supporto dei ragazzi, ma poi hai bisogno del loro aiuto per alzarTi. E' vero quello o è vero questo?" La verità è il messaggio, la lezione che ci viene data, di andare oltre l'identificazione col corpo. Egli compie il Suo lavoro noncurante di tutti i disagi che noi immaginiamo stia sopportando. La cosa che dobbiamo imparare è che noi dobbiamo essere felici a dispetto di tutte le afflizioni del corpo. La resurrezione di Gesù Cristo è "l'Unicità con Dio". La resurrezione di Gesù Cristo in questo giorno di Pasqua è la celebrazione della non-dualità, è l'esperienza dell'essere uno con Dio, è una dimostrazione, per qualsiasi ricercatore ed aspirante spirituale, che si deve andare oltre il corpo, oltre la mente e l'intelletto, per divenire consapevoli della Divinità immanente.



"La verità vi renderà liberi"

Si può essere consapevoli della Divinità interiore solamente se si è usciti dalla gabbia CMI. C,M,I: Corpo, Mente, Intelletto. Siamo chiusi in una prigione e non possiamo sperimentare la Divinità immanente finché non ne usciamo. La Sacra Bibbia dice: " Voi conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi". Amici miei, in Suo discorso molto recente, Baba ha recitato una poesia:



Sathyamu Nandu Sarvam Shrusthinchi.

Sathyamu Nandu Anage Sarva Shrusthi.

Shudha Sathyamaiye Chudarayya

Cercando ed investigando potrete forse trovare un posto

ove non vi sia la Verità? Esiste solo la Verità.

L'intero Cosmo emerse dalla Verità.

E' la Verità senza macchia, senza pecca, immacolata,

non inquinata, immortale e come il nettare che esiste.

Sathya Sai Baba: Sathya è la Verità e la Verità vi renderà liberi. Sathya Sai Baba ci libererà, ci libererà da tutte le difficoltà. Egli è la Verità che ci libererà dall'identificazione col corpo, ci libererà dalla mente e dall'intelletto. Noi sperimentiamo Baba dentro di noi sotto forma di consapevolezza.

"Io sono la Verità. Io sono la via. Io sono la luce"

Baba ha detto: "Tutta la vita è sprecata, l'intero esercizio della nostra vita è inutile se non conosciamo noi stessi." Se non conosco la mia reale natura, nulla serve in questo mondo. Baba ha detto: "L'occhio e l'orecchio sono vicini l'uno all'altro ma non riescono a vedersi. Similmente, Dio è vicinissimo." Egli ripete: "Io sono con voi, in voi, sopra di voi, sotto di voi, attorno a voi". Avrete sentito questa asserzione moltissime volte. Egli è con noi, in noi, sopra di noi, attorno a noi, ma eppure non riusciamo a riconoscerLo, non riusciamo a vederLo, non riusciamo a sperimentarLo. E' veramente così lontano? L'aria è sopra, sotto, attorno, dentro; non riusciamo a vederla ma non possiamo negarne la presenza ed esistenza. Non posso vivere senza perché quest'aria è il mio respiro vitale. Similmente la consapevolezza, o Divinità, è colei che ci sostiene, è colei che mantiene l'intero mondo organico. Gesù ha dichiarato, "Io sono la Verità, Io sono la Via, Io sono la luce." La Verità eterna, la retta Via, la luce dell'Amore. Perciò quando la sacra Bibbia dice, " Io sono la Verità, Io sono la Via, Io sono la Luce", intende l'eterna Verità, l'immortale Verità, la Retta via; con "Io sono la Vita” intende la vita dell'Amore. “Io sono la Verità, Io sono la luce, Io sono la Vita” intende Satya (Verità), Dharma (Rettitudine) e Prema (Amore).

Pasqua è la celebrazione dell'Immortalità

Gesù, che risorse il terzo giorno (la Domenica di Pasqua) dopo essere stato deposto dalla Croce, è il testimone del nostro detto Vedico (scritture Hindu) “Mrtyormaa Amrtam Gamaya”. Mruthi è la Morte, il Venerdì Santo, la morte sulla Croce; Amrtam è la dolcissima eternità. Pasqua è la celebrazione dell'eternità, dell'immortalità, Pasqua è l'esperienza dell'infinito, è molto importante sotto molti aspetti che diventano chiari se noi ci curiamo di esaminare attentamente le scritture e osservare la vita di Gesù.

Fu un uomo dedito al servizio, il Buon Samaritano, ad esser benedetto

Baghavan ha parlato di ciò che deve essere fatto a questo punto come ricercatore spirituale. La Bibbia parla di questo in un altro bell’episodio: benché ci fossero molti sapienti, fu solo un uomo dedito al servizio, il Buon Samaritano, ad essere benedetto. Uno potrebbe parlare dell’infinito, dell’essere, della consapevolezza, ma essere totalmente indifferente alle sofferenze dei suoi compagni. La mera conoscenza non aiuterà; al massimo sarete come dei computer. La conoscenza può portare una vita di rispetto e potere ma è solo vanità mentre la conoscenza in azione è servizio. L’Amore in azione è servizio. Perciò la Sacra Bibbia parla della vita del Buon Samaritano, uno che veniva dalla Samaria ed aiutava e serviva il prossimo. Anche Bhagavan vuole che noi serviamo e condividiamo. Amare, donare, condividere è il messaggio di Gesù Cristo ma non è solo quello.

Fede, amore e rispetto

Come detto nella nella Sacra Bibbia, le vite benedette di Maria Maddalena e Madre Maria parlano del bisogno di una totale fede in Dio. Esse ebbero una fede totale nel Signore Gesù Cristo. Baba dice: “L’uomo moderno è cieco come un ciecocce non riesce a vedere la realtà. L’uomo moderno è cieco non a causa di una vista debole ma perché ha perso la “visione della fede”. Egli ha perso la visione della fede. Perciò è totalmente cieco alla realtà. Oh uomo svegliati! Sviluppa la fede.”

Swami dice di sviluppare la fede: “Prima di tutto abbiate fede in voi stessi. Colui che non a fiducia in sé stesso non può aver fiducia in nessuno.”

“Swami, come amarTi?”

“Prima ama te stesso, poi puoi amare gli altri.”

“Come rispettare?”

“Prima rispetta te stesso. Colui che rispetta se stesso è in grado di rispettare gli altri, colui che ama se stesso può amare gli altri”

Perciò, in questa bella ricorrenza, queste cose dalla vita di Gesù Cristo sono da emulare e coltivare, sono preziose.

Il bisogno di guardarsi dentro

Vorrei portare la vostra attenzione su un fatto importante. Swami ha detto: “Quando aprite gli occhi, voi vedete ogni cosa. Bene. Una volta che aprite gli occhi, voi vedete la diversità, vedete la natura e tutti gli esseri. Chiudete gli occhi: non vedete più nulla, è tutto uniformemente scuro. Non c’è diversità.” Il problema dell’ego, il dominio dei pensieri ed il concetto di superiorità, sono tutti dovuti alla natura esteriore dell’uomo. Quando vi rivolgete all’interno, tali complicatezze non sussistono, non può esserci alcun sentimento di superiorità. Perciò tutte le religioni, tutti i saggi, i veggenti ed i profeti enfatizzano questo punto in particolare: il bisogno di volgersi all’interno.

Pensare che “DIVENTERETE” è sciocco

In oltre Baba dice, “Pensare di diventare qualcosa è sciocco.” Io mi meraviglio quando, in riferimento alla spiritualità, le persone dicono “io sono qualcosa, io sono questo o quello”. Essere nulla è spiritualità, essere qualcuno o qualcosa è la via del mondo. Per favore comprendete questo: “Diventare” non è spirituale; “essere” è spirituale. Perciò “siamo” e non “diventiamo”. Tra essere e diventare c’è differenza. Ciò che non siete ora lo sarete in seguito; quello è “diventare”. Sono un diplomato e frequento l’università, poi divento un laureato, entro a far parte del personale come insegnante, poi divento professore. “Diventare è qualcosa che accade nel corso del tempo, è ciò che non siete nel presente. Quello è “diventare”. “Essere” è invece ciò che già siete, è ciò che siete stati dall’inizio, è ciò che siete veramente. Essere è il centro della vostra vita, delle nostre vite. In effetti, alla superficie voi ed io differiamo, siamo letteralmente e oggettivamente differenti. Alcuni hanno facoltà "più ampie" a causa delle loro personalità ben strutturate! Al livello superficiale possiamo differire per colore e forma ma nel vero centro della nostra vita, nella vera essenza, noi siamo la stessa cosa. Il vostro centro è tanto quanto il mio, il vostro essere e’ tanto quanto il mio. Questo “essere” è la consapevolezza universale, il centro universale.



Essere consapevoli dell’Essere interiore è la celebrazione della Pasqua

Perciò, amici miei, dovremmo dimenticare parole come “diventare” nel nostro percorso spirituale. No, voi non state per diventare; riconoscete e siate consapevoli di ciò che già siete: “essere”. Perciò Pasqua è un’occasione per stare nell’essere, non per aspirare a diventare qualcosa o altro, perché il Regno dei Cieli è dentro di voi. Quell’“essere”, di cui non siete consapevoli o non prendete atto, è dentro di voi. La celebrazione della Pasqua è essere consapevoli del Sé interiore, essere consapevoli dell’essere interiore.



Pasqua è un’occasione per rafforzare la fede

La gente potè vedere Gesù al terzo giorno quando Egli risorse dalla Croce. C’era, naturalmente l'incredulo Tommaso, un rappresentante di tutti noi, ma anche l'incredulo Tommaso dovette pentirsi dopo aver toccato le ferite. Così, amici miei, Pasqua è un’occasione per riaffermare e rafforzare la nostra fede, non semplicemente esserne convinti ma essere pieni di convinzione. Se oggi voi siete convinti, domani potrete essere convinti diversamente da qualcun altro. Non convincete o siate convinti: sviluppate la convinzione. La convinzione non può essere scossa mentre quando una persona viene convinta può essere fatta vacillare. In maniera convincente noi possiamo convincere qualcuno ma la convinzione è priva di tentennamento e da ultimo diventa fede. La convinzione dal punto di vista mondano è come aver fede in senso religioso. Perciò Pasqua è la celebrazione della fede.



Pasqua è la celebrazione dell’abbandono a Dio

Pasqua è la celebrazione dell’abbandono a Dio. Come possiamo fare questo? Come possiamo abbandonarci a Dio? Baba dice: “Una volta che rivolgete la mente all’interno, tutti i pensieri se ne vanno, tutti gli attaccamenti mondani corrono via.”

“Swami, è davvero possibile?”

Baba dice “Perché no?” e ci dà un bell’esempio: “Che cosa accade quando il comandante di un esercito è attaccato? Il comandante scappa via ed il battaglione lo segue. Similmente, quando la mente si è ritirata, pacificata, resa inattiva e messa in silenzio, tutto il resto diventa silenzioso, tutti i pensieri, le sensazioni ed i sentimenti seguono la mente completamente ritirata.” La mente che è spessa come una cortina di ferro, mi impedisce di immergermi nella profondità, non mi è d’aiuto per andare sempre più in profondità nel mio vero essere. Bhagavan dice che la mente deve essere sottile, non come una coperta spessa. Dovrebbe essere sottile, sempre più sottile, così sottile che alla fine se n’è andata; allora si ha la visione e l’esperienza del Divino.



Il Divino messaggio di Swami è straordinariamente applicabile alle situazioni della vita

Swami è unico a Suo modo. Amici miei, non mi stanco mai di ripeterlo. La cosa che mi attrae è il Suo messaggio senza pari; il Suo messaggio Divino è senza pari, è fresco, scientifico, razionale ed applicabile a tutte le situazioni della vita. Egli non vuole che voi immaginiate, non vuole che abbiate allucinazioni, che sognate. Ci sono molte persone che vogliono vivere nel mondo di sogni e continuano a dirmi: “ Anil Kumar, ho fatto un sogno questa settimana.” Ho già abbastanza da fare, facendo i miei sogni, perché mi riempite coi vostri sogni? Quando voi, come mente/corpo, non siete la realtà, come possono i sogni essere realtà, amici miei? Pensiamo al sognatore e non al sogno, pensiamo a colui che fa l’esperienza e non all’esperienza, pensiamo a colui che vede e non a ciò che è visto. Ciò che vede, ciò che fa l’esperienza, è il Sé, Consapevolezza Suprema.



Cosa è la Sadhana (pratica spirituale)?

Qui vorrei portare la vostra attenzione a ciò che dice Baba: “Che cosa è la Sadhana (pratica spirituale)?” Solo Baba è in grado di fornirci queste definizioni uniche. Come definisce la sadhana? Molto semplicemente:

“Rimuovere tutti gli ostacoli che bloccano l’esperienza del tuo vero essere, la natura interiore, è sadhana.”

Ecco un semplice esempio: voglio conoscere cosa c’è qui dietro lo schermo bianco. Alcuni dicono che c’è una bella fotografia, altri che c’è dell’oro o un quadro. Cosa dovrei fare per vedere cosa c’è dietro questo schermo? Dovrei rimuovere lo schermo. Similmente la mente è lo schermo e dietro lo schermo, la mente, c'è il vero essere, il vero Sé. Perciò la rimozione, l’annichilimento o il ritiro della mente per poter vedere l’essere dietro la mente, è pratica spirituale. Quindi, la pratica spirituale non mira al trasporto in un mondo differente. Alcuni dicono: “Questa pratica spirituale vi porterà in Paradiso.” Questo non è necessario perché il paradiso è reale quanto l'inferno. Il paradiso, secondo le scritture , è solo per un periodo temporaneo, come un membro eletto al parlamento può sedervisi solo per cinque anni dopodiché deve ritornare al suo collegio elettorale. Similmente, il Paradiso è un periodo temporaneo di comfort, dove potete dimorare in un albergo a cinque stelle, se ve lo potete permettere. Perciò l’intenzione, l’obiettivo della pratica spirituale non è il regno dei cieli o il paradiso. La Sadhana serve a rimuovere l’ostacolo che sta tra voi e Dio, tra voi e la realtà, tra voi la totalità dell’esistenza, tra voi e il vostro essere. Il vero essere è mascherato e racchiuso, è ingabbiato da questo spesso mantello della mente.



Rimuovere l’ostacolo che sta tra voi e Dio

“Quindi, Swami, cosa dovrei fare per rimuovere l’ostacolo?”

Baba disse: “Prima rimuovi la sensazione di conoscere.”

Qui ci sono diverse persone che pensano di “sapere”. Rimuovete la sensazione che voi siete speciali. E’ molto difficile rimuovere questi sentimenti! Qualsiasi cosa diciate, qualsiasi persona incontriate,essi dicono, “lo so, lo so.” Se voi dite loro dove è la mensa, “lo so”; se gli dite che Baba sta dando un interview questo pomeriggio, “lo so, lo so.”

Prima dovremmo dimenticare questa frase “lo so”. Perché? Ve lo dirò: perché Egli non è conoscibile. Tutto ciò che è conosciuto è il mondo: vedo qui il leggio e il piedistallo, so che questo è il leggio. Perché? Lo vedo. Sento il suono e lo conosco dato che ho le orecchie. Perciò quelle cose che sono conosciute con questi sensi sono conoscenza. I sensi della percezione aggiungono alla nostra conoscenza. Qualsiasi cosa veda, io dico “la conosco”; qualsiasi cosa io senta, dico”la conosco.” Qualsiasi cosa io tocchi, “la conosco.”



Dio è oltre i sensi

I cinque sensi, cioè vista, udito, olfatto, gusto e tatto, mi danno conoscenza. Ma Dio è oltre i sensi. Quando Lui non può essere conosciuto dai sensi, come potete dire “Lo conosco”? Perciò potete dimenticare le parole “Io conosco”. A causa di una piccola realizzazione lungo il percorso spirituale, un raggio d’esperienza o un puntino d’illuminazione, potreste essere tentati di dire “lo conosco” ma se siete in questa situazione, per lo meno potete dire: ”So che non può essere conosciuto, io so che non può essere conosciuto”. Questo è ciò che tutte le scritture dicono: ciò che non può essere conosciuto è il Divino. Perché? Perché tutto ciò che è conosciuto proviene dai cinque sensi ma la divinità è oltre di essi. Perciò come potete conoscerlo? Per liberarsi da questo pantano di maya, o dell’ignoranza, dovremmo prima dimenticare questa frase, troppo spesso ripetuta, “Io conosco.” In secondo luogo, dovremmo evitare l’errore di dichiarare che siamo speciali. “Io sono speciale”.



Nella spiritualità, non c’è alcun “livello successivo”

Circa quindi anni fa, chiesi ad un amico di darmi una cassetta di bhajans di Baba dato che mi trovavo da solo a Brindavan. Brindavan senza Baba è una foresta: non c’è neanche illuminazione lungo le strade. Quando ero là, c’erano in giro solo due cani matti; quello era tutto (Risate). Nessuna luce, niente! Ora ci sono alcune case attrezzate per essere abitate. L’area è chiamata Kadugodi, che significa “foresta”. Quando Swami si trova là, è più affollata del centro di Delhi, Parigi, Madras, Londra o Hyderabad; in assenza di Swami, è isolata come la giungla in Africa, nulla di più. Io mi trovavo là in quella desolazione. Se fossi stato alloggiato in un ostello, le cose sarebbero state differenti, avrei passato un po’ di tempo in mezzo agli studenti, ma dovevo stare da solo poichè stava arrivando la mia famiglia. Perciò presi il mio amico e dissi

“Potresti darmi alcune cassette di Baba?”

e lui “Quali cassette?”

“Cassette con i bhajans di Baba,” dissi io.

“No signor Kumar, io sono al livello successivo” (della spiritualità) (Risate).

“Oh, capisco”.

Poi, dalla mia limitata sfera di conoscenza, gli dissi: “Amico mio, non credo ci siano livelli nella spiritualità. “Io sono al livello successivo”, “Io sono al primo livello”, “Io sono al livello intermedio” “Sono all’ultimo livello”…ogni livello è l’ultimo. Il “livello” nel mondo è prestigio, essere nel mondo ad un determinato livello è una questione di prestigio. Nella spiritualità non vi è nulla del tipo “mio caro amico, io sono al livello successivo”.

“No, no, no, Io sono al livello successivo; non ho cassette, ora non ascolto cassette” disse al che io replicai “Per me quello è l’ultimo livello da raggiungere. Grazie, grazie.” (Risate)

Perciò amici, sto parlando dal profondo del mio cuore. Avere la sensazione di essere speciali, di essere differenti dagli altri a causa delle mie esperienze, dato che sono molto vicino a Swami, credetemi o no, è essere uno sciocco di prim’ordine perché tutti sono vicini a Swami.



Tutti sono vicini a Swami

Noi diciamo che Swami è Dio, che accettiamo di essere Suoi figli ma solo un pazzo dirà “io sono Suo figlio.” Voi siete i Suoi figliastri o Lui è la vostra matrigna! Dio impediscilo, non farci incontrare tali folli. Per esempio: Swami vuole andare da qualche parte, e quindi chiamerà l’autista per guidare, ma l’autista non può dire: “Io sono vicino a Swami.” Per quanto riguarda la guida puoi essere vicino a Swami; per la direzione dell’istituto, per scopi amministrativi o funzionali, per dare istruzioni, Swami può parlare a qualcuno ma questo non significa che gli altri siano distanti da Lui e che quelli a cui parla Gli siano molto vicini. La persona che dichiara questo è l’ego personificato. Colui che pensa che un tale sia vicino a Lui è ignorante, metaforicamente ignorante. Perciò amici miei, rendiamoci conto che siamo tutti vicino a Dio. Dato che Egli è dentro di voi, non siete vicini a voi stessi? Se ti chiedessi “Signora, dov’è Anil Kumar?” mi diresti forse “L’ho incontrato stamani, sta perfettamente bene”? No, penseresti “Che cosa significa ‘Dov’è Anil Kumar’?” Potrei cercare me stesso? Quando io sono Anil Kumar, che significato ha dire ”sto aspettando che Anil Kumar si faccia vivo; lo sto cercando”? Il mio posto sarebbe un manicomio e dovrei consultare uno psichiatra! Perciò chi pensa di essere vicino a Swami è mentalmente disturbato, è a causa della sua ignoranza che pensa in quel modo. Ieri qualcuno mi ha detto “Signor Anil Kumar, ho detto a Swami che sarei partito il 30 e sarei ritornato il 2. Swami ha sorriso e ha detto «Bene, bene, vai.> Realmente, Anil Kumar, Swami mi ama”. (Risate) “Oh capisco” gli ho risposto. Puoi dire “Egli mi odia”? Quando vuoi partire e ti dice “Vai”, quella è un’espressione d’Amore? “Non andare, resta qui” quello è Amore? “Parti!” è un’espressione d’Amore?” (Risate) Hey! Puoi essere un folle ma non rendere folle anche me! No.”



Tutti siamo figli di Dio

Perciò amici miei, quando Dio è dentro di noi, quando non c’è alcun intervallo di spazio e tempo tra noi, come può esistere una frase come questa: “Questo è vicino, quello non lo è”? Come ha detto Baba “La sensazione “io conosco” deve essere abbandonata poiché la Divinità non può essere conosciuta”. La sensazione di essere speciali deve essere abbandonata subito. Io non sono speciale; se sono speciale, lo sono nella mia stoltaggine, nella mia ignoranza od illusione; posso essere speciale nel fare false dichiarazioni. Certamente nessuno è speciale, perché noi siamo tutti figli di Dio. Per il padre, tutti i quattro figli sono egualmente cari. Non può essergli uno più caro, no, no,no! Quindi per superare questo ego, queste idee bislacche della mente, i suoi ghiribizzi e fantasticherie, si devono abbandonare queste due idee: Primo, che io sono speciale e, secondo, che io sono unico, che io conosco.



La realtà è sperimentata quando si sono abbandonate le aspettative

Qualcuno ha chiesto a Baba, “Swami, quale e’ la fine di questo viaggio? Io continuo a piangere, mio Signore. Io Ti prego continuamente, il Tuo nome danza sulle mie labbra, caro Signore. La mia mente è piena dellaTua maestà e gloria. Se parlo con qualcuno, parlo di Te, mio Dio. Pronuncio solo il Tuo nome, Swami. Dove è la fine? Quando è la fine?”

Baba disse “In questo viaggio interminabile, in questa eterna ricerca, può arrivare un momento in cui ci sentiamo stanchi, in cui possiamo sentirci esausti. Forse è il momento di chiederci se siamo nel giusto o nell’errore nel continuare la ricerca spirituale.”

Qualcuno disse, “Anil Kumar, sono qui a Prashanti Nilayam da dieci anni. Sto facendo la cosa giusta?” Gli dissi “Se ne sono andati dieci anni; aspettane altri dieci: non ci sarai più! (Risate) Alla fine della tua vita, qual è lo scopo nel chiedersi se stai facendo la cosa giusta? Una persona consultò un astrologo che disse “Giovane uomo, avrai dieci anni di sofferenza.” “Dieci anni?” “Si, perché no?” “Signore, per favore, esaminate attentamente ancora le annotazioni. Vi pagherò con più soldi.” L’astrologo esaminò attentamente le sue carte: “Quanto in più vuoi pagare? Posso dirti che avrai da soffrire per un tempo molto lungo, dieci anni, forse venti.” “Venti anni? Signore, mi dica almeno cosa accadrà dopo venti anni di sofferenze e di condizione miserevole!” (Risate) L’astrologo disse: “Ti sarai abituato!” (Risate) Perciò, amici miei, qualche volta iniziamo a dubitare se siamo nel giusto o nell’errore. Ha un qualche valore? Questo dubbio è dovuto alla depressione ed alla frustrazione, è dovuto alle speranze ed alle aspettative. Quando queste cose se ne sono andate, la realtà è sperimentata. La Realtà (Divinità) è sperimentata quando le proprie aspettative sono abbandonate, quando non cerchiamo più dei risultati.



L’esperienza e colui che fa l’esperienza

Posso fare un'altra affermazione, amici miei: ringrazio veramente Dio molte volte, con ogni respiro vi dico, per avermi donato una riunione così bella con cui condividere insegnamenti spirituali.

A molte persone piace ascoltare storie:

“Ero in un carro che fece un incidente ma Baba mi ha salvato.”

“Perfetto, perché ti ha salvato?”

“Per uccidermi!” (Risate)

Quante volte devo ascoltare queste storie?

“Baba ha curato il mio problema agli occhi.”

“Perché? Così che tu non possa vedere la realtà?”

Continuiamo a sentire queste storie. Le esperienze sono esperienze ed io non sto sottovalutandole, amici miei, ma fare l’esperienza dovrebbe portarti a Colui che fa l'esperienza. Le esperienze cambiano ma Colui che fa l'esperienza non cambia, le esperienze sono relative ma lo Sperimentatore è assoluto. L’esperienza dipende dalla vostra fede o dall’intensità della devozione ma lo Sperimentatore non ha nulla a che fare con la vostra devozione o con la vostra fede perché, sia che lo accettiate o no, Egli è lì come esistenza, come totalità e realtà dell’esistenza. L'Essere vive nella realtà e non può essere negato.



L’abbandono dell’identificazione è la fine del Viaggio

Amici miei, dovremmo riflettere di più su queste frasi. Una volta posi questa domanda a Swami: “Swami, dove è la fine del viaggio? Quando è la fine del viaggio?”

Baba disse “Se tu smetti di identificarti, quella è la fine del viaggio.”

“Che cosa? Smettere di identificarsi?”

Baba: “Si.”

“Che cosa intendi? Puoi essere più chiaro?”

“Perché no? Io credo di essere il corpo: Io non identificherò più me stesso con il corpo. Io identifico me stesso con la mente: non identificherò più me stesso con la mente. Se non mi identifico più, dato che non sono né il corpo né la mente, quella è l’ultima fase del mio viaggio eterno.”

Che cosa accade quando smetti di identificarti? Rimani ciò che sei. Quando conosci ciò che NON sei, allora sei ciò che SEI. Quando non vi identificate con il corpo, con la mente e con l’intelletto, rimanete come consapevolezza, ciò che siete sempre stati. Quella è la fine del viaggio, non dovete più rinascere. Per tutto questo, abbiamo bisogno di una mano che ci aiuti. Baba ci porge la Sua mano, il sempre amorevole, eterno, infallibile Dio, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, che è in mezzo a noi. Egli è lì a porgerci una mano per aiutarci, a guardarci con interesse, con comprensione e compassione, e non per allontanarci. Oggi è necessario questo tipo di rapporto non solo nel campo spirituale ma anche all’interno delle nostre famiglie.

Che Bhagavan vi benedica. Sai Ram.

OM…OM…OM…