Satsang

Il dono più prezioso che Dio ci ha dato

30 gennaio 2005

OM….OM….OM


Sai Ram


Con salutazioni ai Piedi di Loto di Bhagavan.


Cari Fratelli e Sorelle,

dobbiamo essere profondamente grati a Dio per numerose ragioni; per tutti i doni della vita, per tutti i vantaggi e le comodità, per l'intera creazione che ci ha dato dobbiamo esserGli molto grati ma, amici miei, c'è un dono preziosissimo, più importante di tutti, per il quale non potremo ringraziarLo mai abbastanza e di cui non ci rendiamo conto. Alcuni di noi vivono senza neanche conoscerne l'esistenza, ignorando questo preziosissimo dono; alcuni di noi non ne fanno alcuno uso nonostante sia un dono immensamente prezioso. Che cos'è? È il dono dell'intelletto, del potere di discriminazione; questo è il dono sicuramente più prezioso fatto all'umanità. Io posso non usare la mia discriminazione, posso non conoscerne il valore ma, se voglio essere unico e specifico tra tutti i differenti esseri della creazione, come uccelli, ratti, animali e piante, io devo fare uso di questa discriminazione. Senza utilizzare questa capacità che è il potere del giudizio, la forza dell'intelletto, l'uomo perde la sua singolare qualità, perde la sua caratteristica unica. Egli si distingue solamente per il suo intelletto; tutte le altre qualità che ci sono state date le dividiamo con il resto della creazione. Non ci distinguiamo per il cibo: anche le piante assorbono i nutrienti, anche gli animali si alimentano. Il bisogno di cibo, riparo e procreazione sono caratteristiche comuni a tutti gli esseri viventi, l'uomo non fa eccezione; se egli deve essere unico, se deve vivere la vita da essere umano, è solo questo dono dell'intelletto che lo distingue dal resto della creazione. Questo dono della discriminazione, questo preziosissimo dono, è ciò che ci aiuta a conoscere il nostro vero Sé, la nostra vera identità. Un animale non sa di essere tale per cui il suo comportamento viene tollerato; gli uccelli non conoscono la loro natura per cui le loro vite possono essere accettate e considerate con comprensione.


Discriminazione tra il bene ed il male.

L'uomo può ottenere tutto nella vita ma, se non sa chi è, non può essere definito un vero essere umano perché, in tutta la creazione, è solo quest'ultimo che può conoscere la sua vera natura. Quindi, per cominciare, condividiamo quest'idea di dover essere molto grati a Dio per questa facoltà della discriminazione tra il bene ed il male, tra il giusto è l'errato. Questo è ciò che voglio significare quale più alto livello di discriminazione: è un livello superiore di vita in cui la discriminazione ci aiuta a riconoscere ciò che è transeunte e ciò che è eterno, ciò che è effimero e ciò che è immortale. È la discriminazione che ci fa a distinguere tra il temporaneo e l'eterno ed è esattamente per questo che essa deve essere usata. Per esempio: io sono un uomo ricco ed ho un grande palazzo presidenziale con dieci stanze da letto, di prima classe, con mobilio elegante ed ottimi materassi; tutte le stanze hanno l'aria condizionata! L'immobile sitrova in mezzo ad una grande tenuta e gode di un bellissimo panorama! Eppure, a cosa serve tutto questo se io non posso dormire? A cosa servono tutti quei materassi ed il condizionamento? Tutto uno spreco. Analogamente, amici miei, tutta la ricchezza del mondo non ha significato se uno non ha l'esperienza della sua vera natura, della sua vera identità. Senza questa ricchezza delle ricchezze tutto il resto non significa niente. Bhagavan ci ripete nei Suoi discorsi, sempre con enfasi , come cosa necessaria : "L'uomo deve conoscere la sua vera natura". Egli lo dice in ogni occasione; questo è lo scopo di ogni festività religiosa , non quello della manifestazione o dello spettacolo, non dell'ostentazione o della festa spensierata. Il fine fondamentale è conoscere il proprio Sé. Tutte le discipline spirituali che seguiamo, la ripetizione del Nome di Dio, la lettura delle Sacre Scritture, l'ascolto dei discorsi di anime nobili, l'esecuzione di rituali giornalieri come le preghiere o le nostre esperienze a vari livelli di meditazione, mirano tutte ad un unico punto importante, ad un solo obiettivo che è la linea del traguardo. Che cos'è? L'auto realizzazione; se non la si raggiunge, tutta l'attività spirituale non ha coronamento. Io non sto condannando o negando le nostre attività spirituali; noi dobbiamo pregare, adorare, meditare e studiare le scritture. Perché? Per lo scopo finale dell'autorealizzazione; tutto ciò che facciamo è una preparazione per questo. Il sapore del budino si prova nel mangiarlo; analogamente è l'esperienza del Sé che dovremmo mantenere in vista. Nel far questo ognuno seguirà un cammino diverso a seconda della fede o religione a cui appartiene. Qualcuno potrebbe domandare: "Una volta che ho accettato l'esistenza di Dio, perché sorgono tutte queste questioni?" Quale sarebbe la mia risposta se uno mi chiedesse se Dio esiste? Baba dà una risposta stupenda a questa domanda: " Tieni per un po' da parte la questione dell'esistenza di Dio e chiediti se tu esisti; tu esisti o no? Perché no? Si, tu esisti certamente. Come tu esisti, Dio esiste".


Le religioni offrono dimensioni diverse.

L'amico non molla e pone un'altra domanda: "Perché dovrebbe esistere? Io accetto di esistere, io so di esistere ma perché dovrebbe esistere Dio?". Il Maestro dà questa risposta: "Egli esiste per garantire che tu non possa sfuggire alle conseguenze delle tue azioni". Noi non possiamo evitare le conseguenze delle nostre azioni. Proprio come vorresti evadere le tasse sul reddito, puoi tentar di sfuggire ai risultati delle tue azioni; qualcuno può anche suggerirti il modo di non pagare le tasse ma Dio è il più grande esattore, il Testimone Eterno. A Lui, come esattore delle tasse, si potrebbe dare un nome: Yama Dharma Raja. Yama per rigoroso, Dharma per retta condotta e Raja per applicazione. Colui che applica rigorosamente il codice del Dharma è Yama Dharma Raja. Tutte le nostre dichiarazioni dei redditi vengono compilate da questo puntiglioso contabile e non potete pensare che le vostre entrate vengano dimenticate: Egli Stesso le registra, non siete voi a dichiararle. Se fosse lasciato a me, io potrei dichiararne alcune ed ometterne altre ma Egli annota sempre, è Chitra Gupta (inosservato riservato). Chitra Gupta mantiene registrazioni riservate di tutte le nostre azioni, dei crediti e debiti; un bilancio preciso e completo. C'è anche Yama Dharma Raja che controlla che non possiamo sfuggire alle conseguenze di ciò che facciamo. Non potete evitare i ritorni positivi delle vostre buone azioni anche se non li volete e non potete sfuggire alle punizioni per le vostre cattive azioni anche se non le volete; dovete affrontarle! Quindi la risposta del Maestro è: "Se tu sai di esistere, sai anche che Egli esiste. La Sua ragione di esistere è di farti passare attraverso le esperienze, attraverso i risultati delle tue azioni". Un altro Maestro dà un'altra ragione, una ulteriore risposta molto interessante! Ci sono vari Maestri, veggenti, saggi e santi che soddisfano le richieste di questa vasta umanità. I nostri temperamenti sono diversi, diversi i nostri atteggiamenti ed abitudini e non si può dare a tutti la stessa formula o la stessa risposta; questa sarebbe piuttosto una questione di scienza e tecnologia, non di filosofia. La scienza dà la stessa risposta, la matematica dà la stessa risposta come la tecnologia ma la filosofia non ha un'unica risposta. Perché? La filosofia ha una sua natura, una sua bellezza, una varietà ed adattabilità, un'utilità adatta ai nostri vari temperamenti ed atteggiamenti; essa può rappresentare tutto amabilmente. Questa è la ragione per cui abbiamo mille ed una interpretazione della Bhagavad Gita, del Ramayana e dei Brahma Sutra. Tutti i testi spirituali hanno molte interpretazioni; a meno che non siate un pazzo numero uno, non potete dire "questo è l'unico cammino, io sono il solo nel giusto"! È per questo che Baba ha detto: "Perché ci sono così tante religioni?" Perché? Dopo tutto sarebbe stato così facile se ci fosse stata una sola religione per tutta l'umanità, un solo libro sacro; sarebbe stato molto bello e facile. Da insegnanti, diciamo "Noi prepariamo per voi delle guide in modo che non dobbiate leggere tutta la scrittura; vi daremo delle note riassuntive". Si potrebbe fare ma Bhagavan dice "No". Dato che le attitudini sono diverse, i temperamenti sono diversi ed una interpretazione sarà convincente per l'uno mentre per l'altro sarà un'altra interpretazione utile a convincerlo . Quindi, la varietà delle religioni è simile alla varietà di fiori; tutto un giardino pieno degli stessi fiori sarebbe noioso, monotono. Noi non mangiamo lo stesso cibo giorno e notte, vogliamo una varietà; noi non vestiamo lo stesso abito per tutta la vita, che noia! Sì, noi vogliamo la varietà. Per questo le religioni offrono visioni differenti. La religione è un modo vario di affrontare le questioni umane; la spiritualità è una visione multidimensionale della ricerca interiore. Dobbiamo comprenderlo. Un altro Maestro dà un'altra risposta alla stessa domanda "Dio esiste?": "Ragazzo, se Dio non esiste e tu non ci credi non perdi niente ma, se Egli esiste , perdi tutto; se pensi che Egli non ci sia, fai quello che ti pare e così perdi tutto. Se Dio non esiste va bene, non perdi niente, ma, se Egli esiste e tu non ci credi, perdi tutto. Comprendi?" Il fratello ha potuto comprendere solo una parte di questo per cui il Maestro: "Guarda figlio mio, supponi di percorrere una strada difficile; i ciottoli della strada fanno del tuo viaggio una tortura ma, prendendo un buon bastone, puoi camminare molto più facilmente. Dio è quel bastone". Dio può dire: "La vita diventa pesante; in certi momenti non vale la pena di viverla. Quando sei totalmente abbattuto, scoraggiato, quando penseresti di suicidarti figlio Mio, Io sono qui per rinfrancare il tuo spirito in modo che tu possa vivere una vita di speranza; meglio vivere una vita di speranza che vivere una fine disperata! Figlio, Io sono qui perché tu possa affrontare tutte le difficoltà e tutti i problemi con coraggio, in modo che tu non subisca il tormento, l'agonia, il pungolo e superi la sofferenza".

"O Dio, si, io voglio che Tu sia qui con me; ora capisco che Tu mi sei utile nei momenti difficili ma perché ho bisogno di Te quando va tutto bene? Tu mi dici che farai sì che io non senta il peso della sofferenza nella difficoltà; va bene, allora ho bisogno di Te ma ora non ho difficoltà e quindi ciao, Ti chiamerò quando avrò bisogno di Te. Ci vediamo".


L'ego è una porta aperta per tutte le cose brutte.

Dio dirà: "No, figlio Mio caro. Nei momenti di successo, in una serie di momenti positivi della vita, c'è un gran pericolo di divenire egoisti; tu divieni egoista, diventi chiuso ed ignori i tuoi simili".

Allora l'amico nostro: "Padre, che cosa c'è di sbagliato nell'essere egoisti? Perché no? Io ho avuto successo nella vita, oggi sono qualcuno; perché non posso essere egoista? Perché no? Il mio è un ego genuino, ragionevole, razionale e scientifico; perché dovrei abbandonarlo?"

Dio risponderà: "Figlio Mio, una volta la che l'ego entra, una volta che si introduce nella tua vita, tu cominci ad agire in modo diverso, cominci a commettere ogni tipo di crimine, di errore e di ingiustizia. L'ego è una porta aperta attraverso la quale possono entrare tutte le cose brutte, è un arco di benvenuto affinché tutte le cose insensate entrino nella tua vita e, quando ciò accade, tu commetti errori su errori per cui ricominci a soffrire ed Io devo consolarti, devo di nuovo venire da te e darti la forza di affrontare le difficoltà. Figlio Mio, non essere egoista. Per garantire che tu non sia mai arrogante, mai egoista a causa del tuo successo, in seguito ai tuoi risultati nella vita, anche allora hai bisogno di Me; quindi, nei periodi di sofferenza come in quelli di gioia, tu hai bisogno di Me, ti prego di comprenderlo. Io curo che nel piacere tu non diventi egoista e faccio questo solo nel tuo interesse mentre faccio in modo che tu non ti abbatta quando sei nel dolore. Quindi, hai bisogno di Me, figlio Mio caro".

"Va bene Signore, Tu mi stai parlando. Dove sei? Voglio conoscere il Tuo numero di telefono, il Tuo indirizzo e-mail e, possibilmente, il numero del Tuo cellulare!"

Il Signore dice: "Figlio mio, tu hai una sola cellula per metterti in contatto con questo numero cellulare ma dimentichi il fatto che il tuo corpo è fatto di milioni di cellule. Il Mio Nome è in ognuna di esse, il Mio numero è lì. Il corpo è pieno di cellule e nessuna di esse sta lì per niente, facendo del rumore inutile e disturbando la tua tranquillità. Il corpo è pieno di cellule e tu puoi chiamarmi da una qualunque di esse; una qualsiasi è sufficiente figlio Mio. Se dimentichi il tuo telefono cellulare eterno, sei causa di preoccupazioni per te stesso. Il Mio numero cellulare è dentro di te; non te ne accorgi eppure non lo puoi dimenticare perché le Mie cellule sono in tutto il tuo corpo. In te ci sono milioni di cellule: puoi metterti in contatto con Me da qualunque di esse, figlio Mio".

"Oh Dio, ora Ti comprendo!"

Bhagavan Baba dice "Kana kana" ( "Kana" significa cellula) "Kana kanamu naku" ( In ogni cellula c'è il Divino) "Dio è in kana kana (ogni cellula) e in kshana kshana (ogni momento)". Che Dio meraviglioso! Come dovremmo essere felici! Questa verità non è compresa perché noi pensiamo che Egli sia lontano da noi o perché siamo convinti di avere bisogno di Lui solo in certi momenti. Noi pensiamo che Dio sia stagionale, accidentale, incidentale; non abbiamo consapevolezza del fatto che Egli è in ogni nostra cellula, non abbiamo quel contatto, quella comunione con Dio in ogni momento della vita.


Percepite Dio all'interno.

Il devoto pone un'altra questione: "Dio, io ho capito tutto ciò che hai detto sino ad ora e sono convinto di avere bisogno di Te; ho capito anche che Tu sei in me e che posso trovarTi dentro in ogni momento. Perché non l'ho saputo fino ad ora? Se Tu sei in me, perché io non lo sapevo? Mi dici che ci sono milioni di cellule e che Tu sei in ognuna di esse; perché io non lo so?"

La risposta di Dio è questa: "Io dico che sono dentro di te ma tu stai cercando all'esterno; come puoi vederMi? Io ti sto dicendo che sono dentro di te e tu guardi in giro, al di fuori di te stesso; ecco il tuo errore".

Il devoto dice: "Oh Dio, ora capisco! Tu sei dentro di me, non sei all'esterno. Bene! Ora posso starmene tranquillo all'esterno tanto Tu sei dentro, non ci sono problemi".

Dio gli risponde: " Una volta che sai che io sono all'interno Mi scopri anche all'esterno; quando sai, quando sperimenti che Io sono all'interno, Mi riconosci anche all'esterno. Se pensi che Io sia fuori, non puoi vederMi dentro ma se Mi sperimenti all'interno, Mi trovi anche all'esterno. Figlio caro, se tu Mi trovi all'esterno, puoi sperimentarMi nel mondo sempre ed ovunque". Questa è la quintessenza della filosofia Vedanta, il succo del Vedanta. Non avendo questa consapevolezza interiore ed essendo paghi del fatto che Dio sia all'esterno, noi Lo rendiamo temporaneo, Lo leghiamo ad una festa, Lo limitiamo ad un idolo confinato in un tempio. Dio confinato in un tempio! Limitato ad un idolo! Lo facciamo perché ci fa comodo: "Ci vediamo domenica Dio, d'accordo? Ora ciao", "Sai Baba, vengo a trovarti giovedì; giovedì sembra che sia molto prezioso per Te. Stesso giorno, stessa ora". Non è così, amici miei? Quindi il messaggio di Bhagavan Baba a tutti i ricercatori spirituali è: "Percepite Dio all'interno così da poterLo vedere all'esterno".

"Come sentirTi all'interno? Come conoscerTi, Signore? Perché non sono stato capace di conoscerTi in tutti questi anni? Dovevo aspettare sino ad ora perché Tu mi dicessi di che sei dentro di me? Dopo tutto, c'è bisogno che Tu mi dica che io ho una penna in tasca?"

Io sto cercando una penna e qualcuno mi dice "Signor Anil Kumar, hai una penna in tasca".


È la mente ad essere imperfetta.

Anche se non mi dite che la penna è lì, io la posso sentire nel muovermi oppure, quando passo davanti allo specchio, la vedo; prima o dopo la troverò anche se non me lo dite. Perché io non so che Dio è in me? Perché devo aspettare che un guru o un Maestro me lo dica? Perché non me ne accorgo? Perché io non Ti odo, Signore? Qualcosa che non va con il mio udito! Perché non Ti vedo? Ci deve essere qualcosa che non va nel mio apparato visivo! Perché non vedo all'interno? Che cos'è che non funziona?" Se io non vi vedo con chiarezza voi mi dite "Signor Anil Kumar vai dall'oculista, mettiti gli occhiali"; se io non vi sento mi dite "Vai dall'otorinolaringoiatra". C'è il modo di far funzionare questi organi di senso ma, se io non posso vedere dentro di me, che cosa non funziona? Qual è il mio errore? È un problema di vista? No perché è all'interno e quindi non è un problema di vista. È un problema di udito? Neanche. E allora qual è il problema? La risposta è molto semplice: la mente. È la mente ad essere difettosa, è la mente responsabile della mancata esperienza del Sé all'interno. Io non sono capace di sperimentare il Sé all'interno, non sono capace di percepire Dio dentro e la ragione è la mente; è a causa della mente che io non vado dentro di me. "Oh Dio! C'è anche un altro problema: la mente non è all'esterno, è solo all'interno. La mente che si trova all'interno del corpo non può percepire ciò che è ugualmente all'interno? Come può la mente essere colpevole? Come puoi Tu dire che la mente è un criminale? Perché accusi la mente?" La risposta è semplice: nonostante la mente sia all'interno, si interessa soltanto di argomenti esteriori. "Oh, capisco! Io mi siedo a meditare e la mia mente va subito a New York, corre alla fermata dell'autobus, alla stazione ferroviaria, alla mensa, ai negozi, agli amici, al banco prenotazione, al volo, al visto. Stanotte avrò il problema delle zanzare. E' il giorno della pizza o no?" Proprio così: sono qui seduto comodamente, la porta è chiusa dall'interno, ho gli occhi chiusi e le orecchie turate, la mente è dentro la testa ma non sono capace di acquietarla. La mente è dentro ma tutti questi pensieri sono focalizzati solo all'esterno,è un mercato all'aperto, un supermercato, il più grande viavai dell'universo!


L'intelletto correggerà la mente.

Quindi la mente è il più grande andirivieni dell'universo; qui Dio ha fatto un bellissimo viale da passeggio. Almeno i viali, i centri commerciali hanno un orario, in certe ore sono aperti ed in altre sono chiusi, ma questo vai e vieni nella mente è sempre aperto, non ha alcun limite; i suoi negozi sono sempre aperti cosicché possiamo comprare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Amici miei, ora è tutto chiaro: ciò che non mi aiuta, che è difettoso e veramente mio nemico, che non mi aiuta ad andare all'interno, non coopera, che è diventato un ostacolo ed una barriera tra me ed il mio Dio all'interno, è la mia mente per cui, indipendentemente dalla religione a cui si appartenga, questa è la sadhana, la sola sadhana che deve essere abbracciata da tutti a qualsiasi età: imparare a controllare la mente, a pacificarla, ridurla al silenzio, eliminarla ed abbattere le sue barriere. Fino a che non si fa questo, la Divinità interiore non può essere sperimentata. Dio dice: "Figlio mio, tu sei capace di vedere ogni cosa al di fuori di te stesso perché ti ho dato gli occhi ed anche le orecchie e, quando essi non funzionano, puoi correggerli, curarli e guarirli con la scienza, con gli esperti, i medici specialisti; a causa della mente difettosa che è dentro di te non sei però capace di vederMi all'interno ". Chi deve curare questa mente difettosa? Non lo psichiatra: presentando il conto gli psichiatri aggiungono un altro problema! Gli psichiatri non possono risolvere il problema. Chi può risolvere il problema della mente che si frappone tra il mio Dio e me? Questa mente è una Cortina di Ferro, una enorme barriera tra me ed il Sé. Chi può curare la mente? Qual è la terapia? La cura si chiama discriminazione o vichara. Dove si compra? Il collirio si trova in farmacia ed anche le gocce per le orecchie. Si, ci sono cose che possiamo acquistare, come gli occhiali o l'apparecchio acustico, ma l'indagine? Dove si compra la discriminazione? Dio dice: " Ti è stato dato l'intelletto : è questo che correggerà la mente". Capisco. Esiste l'intelletto? Questa è la vera tragedia: il fatto che noi non sappiamo dell'esistenza dell'intelletto per cui la mente è il nostro padrone e ci fa ballare a suo piacimento.


L'intelletto è il riflesso del Sé.

Dio dice: "C'è l'intelletto al di sopra della mente ed esso sarà capace di curarla; solo un medico può curare un paziente, solo un insegnante può istruire uno studente. Un esperto può insegnare ad una persona che vuol imparare, che vuol essere legittimata come esperta. Chi può curare la mente? L'intelletto lo può fare". Perché solo l'intelletto? Perché è il riflesso del Sé. Tutte queste affermazioni sono di Bhagavann ed io sto cercando di mettere in primo piano; è quello che fa un insegnante, ecco tutto. Quindi il Sé si riflette e questo suo riflesso è chiamato intelletto. L'intelletto è molto vicino al Sé, è direttamente esposto al Sé per cui è idoneo a correggere la mente, a raddrizzarne i difetti, a curarne la malattia.

"Capisco. Com'è che l'intelletto è capace di correggere la mente? Qual è il suo potere?" L'intelletto ha il potere della discriminazione; esso ci aiuta a discriminare, ad indagare. Per questo ha la capacità di correggere la mente. "Come la corregge? Con un bastone? Ha un programma? Di quante ore ha bisogno? Chiede duecentocinquanta dollari all'ora? Come fa a correggerla?" Semplice: esso aspetta semplicemente che la mente si volga verso di lui, ecco tutto. Un esempio: che cosa dovrei fare per avere una fotografia? Devo litigare con le lenti? Forse devo spostare il fotografo? Devo cambiare il mio abbigliamento? Devo fare delle esercitazioni? Che cosa devo fare? Rivolgiti semplicemente verso l'obiettivo ed il fotografo otterrà una buona immagine. È tutto! Non serve a niente sforzarsi in altre direzioni; volgiti verso la macchina ed ecco la tua fotografia. Analogamente, l'intelletto attende che la mente si volga verso di lui. "Ho capito. Fino ad ora non si era rivolto da quella parte?" No. "Come fai a saperlo?" Te lo dice la fotografia. Supponi che il fotografo mi mostri la mia foto; che cosa vedo? Vedo la mia schiena. Non posso citare il fotografo in giudizio; posso querelarlo? O devo prenderlo a calci? No; egli direbbe: "Non pensavo che tu fossi matto; mi dispiace. Tu non ti sei voltato verso la macchina fotografica per cui non ho potuto fare la fotografia; è colpa tua. La prossima volta comportati diversamente". In modo simile, la mente è rivolta verso l'esterno. Come lo sai? Tutte le angustie, le ansietà, i problemi, le tribolazioni, le agitazioni, i disturbi, all'irrequietezza, l'insonnia, le tensioni e le compressioni avvengono a causa della mente che è focalizzata all'esterno. Io sono ricco ma non sono felice: la causa è la mente che guarda fuori. Io sono sano ma non sono felice: la colpa è della mente. Io sono influente ma non sono felice: di nuovo la mente è responsabile. Noi abbiamo tutto nel mondo. Non siamo felici? Colpa della mente rivolta all'esterno. Quindi, non avete bisogno di nessun professore, non avete bisogno di nessun investigatore o forza di polizia per comprovare questo fatto: avete la faccia lunga fino ai piedi, avete un viso pensieroso, spaventato, impaurito. Questo è più che sufficiente per denunciare che siete completamente focalizzati sul mondo esteriore. Una mente rivolta all'intelletto, una mente che guarda all'interno è calma, pacifica, beata, equanime ed equilibrata. Una mente volta all'esterno è disturbata, agitata, piena di tensione e troppo impegnata. Una mente rivolta all'interno è pacifica, rilassata e piena di gioia. Quindi, la nostra condizione stessa ci dice se la mente si rivolge all'esterno o all'interno. Ora, se la mente è rivolta all'esterno, come la indirizziamo all'interno? Se qualcuno mi loda, io sono molto contento altrimenti aspetto che si decida e non lo mollo! (Risate) Io illustro le mie caratteristiche genetiche, racconto tutti i dettagli e tutte le conquiste della mia vita. Egli dice "Mi fa piacere vederti" ma se non dice "Non ho mai incontrato una persona come te" io non sono contento di incontrarlo . Queste sono tutte manifestazioni della mente. Come volgere all'interno una mente simile? Io conosco anche i vantaggi di una mente volta all'interno. "Come fai a saperlo se non sei rivolto all'interno? Come fai a sapere che rivolgendo la mente all'interno sarai felice? Chi te l'ha detto?" Ce lo dice la nostra esperienza giornaliera. Quando sono sveglio sono felice ed infelice, sono contento e triste; quando sono sveglio, io penso ed ho ambedue le esperienze della positività e della negatività. Mentre siete nel sonno profondo, ballate? No. Cantate? No. Siete felici? Non lo sapete. Siete infelici? No di sicuro. Cosa siete quando state dormendo? "Io sono Io". Che cosa siete? "Io sono Io". Nel sonno profondo la mente è interiorizzata, passiva, silenziosa. Un cane alsaziano, domato e ben addestrato, si siede quando il padrone glielo dice; se il padrone gli permette di saltare dappertutto, non troverà mai un posto dove farlo star fermo. Analogamente, quando la mente è silente, quando non è attiva come nel sonno profondo, noi siamo beati. Io posso piangere tutto il giorno ma, al mattino, dopo un bel sonno, mi alzo sentendomi fresco e riposato. Qualcuno può dire: "Ieri sera piangevi, com'è che sei così fresco?" Io rispondo: "Ho avuto un buon sonno ed ora mi sento bene. Ieri sera ho pianto ma, dopo un sonno profondo, mi sento rigenerato". Nello stato di sonno profondo la mente è silenziosa, è messa da parte.


Meditare significa volgere la mente all'interno.

La mente volta all'interno, la mente silenziosa ci rende felici; questa è la nostra esperienza quotidiana nello stato di sonno profondo. Ora, come indirizzare all'interno la mente che guarda fuori? Che pressione devo fare? Ho bisogno di una leva? Devo agitarla nella zangola? Di cosa ho bisogno? Rivoltarla, agitarla?

Dio dice: "No, no, caro figlio Mio; quest'arte del voltare la mente all'interno è chiamata meditazione".

"Capisco. Non avevo questo concetto; fino ad ora ho pensato che meditare significasse concentrarsi sulla forma di Dio in un tempio, che volesse dire concentrarsi sul Crocifisso che trovo in una chiesa, sulla forma di Krishna costantemente e ripetutamente".

"No, figlio caro. Se ti concentri sulla forma di Krishna pensando che sia meditazione, chi garantisce che domani tu non ti concentri su una stella del cinema, su una attrice a tua scelta?"

Domani potrei concentrarmi su una attrice del cinema; posso dire che questa sia meditazione? No. Il costante pensiero, la costante concentrazione su un nome ed una forma è meditazione? Oggi potete pensare al Nome ed alla Forma di Dio ma domani potreste pensare al nome ed alla forma di un attore o di un leader politico. Questa non è meditazione; meditazione è il volgere la mente all'interno. Che cosa accade quando la mente si volge all'interno? Diventa silenziosa, inattiva. Quando vedo Bhagavan di fronte, seduto nel mandir, tutti i miei pensieri sono controllati, tutti i miei movimenti sono misurati; quando sono da altre parti, posso muovermi come mi pare. Quando siete seduti al lato di Swami, dovete sapervi comportare da persona disciplinata altrimenti correrete un rischio Divino. Dovete essere estremamente attenti al linguaggio del vostro corpo, alle parole che usate: il Divino Maestro è lì per cui dovete mantenere un controllo totale! Quindi, nel tradurre le Sue parole, avete bisogno di valutare quanto siete stati capaci di comunicare sulla stessa lunghezza d'onda, al livello che Egli si aspetta; la Sua stessa Presenza determina il vostro parlare, i vostri movimenti, i vostri gesti. Analogamente, la mente, attiva verso l'esterno, viene chetata quando si rivolge all'interno. Quando vado a Prashanti Nilayam, ah!, tutti sono amorevoli con me, tutti cooperano! Nel momento in cui mi salutano al cancello, dicono "Sai Ram". Ah, Sai Ram? (Risate) Che cosa è accaduto? Alla Sua Presenza siete così amorevoli e sorridenti "Sai Ram signore, si accomodi signore" mentre, quando sono all'esterno di Prashanti Nilayam, al mio "Sai Ram" sparite! (Risate) Similmente, la mente viene messa a tacere quando si rivolge all'interno, diventa inattiva, è annullata, vuota, un abisso, è deserta ed impotente. Allora cade il telone e voi potete avere la Visione del Divino. La Visione del Divino va sperimentata all'interno, si realizza all'interno; la consapevolezza è all'interno e quindi l'eliminazione della mente è la cartina al tornasole, l'assenza di pensieri è la prova decisiva . La passività della mente è lo scopo della meditazione; quest'ultima ci aiuta a volgere la mente all'interno in modo che essa possa essere dissolta e la Divinità sperimentata. Questo è ciò che ci insegna la filosofia Vedanta, questo è ciò che Bhagavan ci dice in moltissime Vahini. Egli non usa mezzi termini, ce lo dice chiaramente. Baba pone in risalto anche un altro argomento: io ora penso di condurre una buona vita, disciplinata e religiosa ma a volte arrivano dei pensieri cattivi, dei pensieri malvagi. Nonostante io sia ora una persona decente, nonostante la mia vita sia buona e disciplinata, continuano a nascere dentro di me dei brutti pensieri; perché? Facciamo un esempio: su un dischetto del computer sono registrate due cose importanti; un file contiene le mie vite passate e l'altro riguarda la mia vita presente. Ponete il floppy nel lettore ed esso presenterà ambedue i file sullo schermo. Lo schermo è la mente ed il dischetto sono i Samskara, le caratteristiche acquisite nelle vite passate ed in quella presente. Un pensiero si presenta sullo schermo della mia mente ed il computer lo registra aggiungendolo agli altri file; i samskara del passato sono tutte queste cose che io ho registrato e "salvato". Quindi, amici miei, tutto ciò che è contenuto nel computer della vita umana, registrato tra i file, sono i samskara delle vite passate; tutto ciò che voi battete ora sulla tastiera, tutto ciò che registrate, diventa samskara presente. Alcuni chiedono: "Signore, io mi comporto bene, sono molto religioso; perché mi arrivano pensieri cattivi?" Io rispondo: "Apri il file delle tue vite passate; è da lì che le cose appaiono sullo schermo". "Ed allora che cosa devo fare?" "Lascia che tutte le cose cattive passate appaiano sullo schermo e poi premi il bottone "cancella". Semplicemente "cancella" ed esse scompaiono, vanno nel cestino. "Signore, da lì a volte tornano indietro" (Risate) "Stai tranquillo! Svuota il cestino ed esse scompariranno per sempre! (Risate) Definitivamente eliminate!" Tutte le cose che ci vengono in mente dalla vita passata possono essere cancellate ed il pulsante "cancella" sulla tastiera della nostra vita è l'intelletto; cancellatele definitivamente! In quanto alle azioni che fate, voi le battete ora sulla tastiera e quindi state attenti a scrivere bene, con precisione, senza commettere errori; il margine destro e quello sinistro devono essere rispettati. Fate attenzione che le azioni presenti siano correttamente programmate; la vita presente è un programma, la vita passata è una registrazione. Questo va compreso. Come dice Bhagavan "Né i temperamenti né i comportamenti umani sono legati al passato, al presente o a tutti e due" per cui le cose passate non intervengono nel contesto; siamo noi che dirigiamo i nostri pensieri e le nostre azioni da qui in avanti. Come faccio a saperlo? Io sono una brava persona ma mi è appena venuto in mente un pensiero cattivo; viene dalla mia vita precedente! I pensieri che sorgono dentro di noi ci diranno sempre se vengono dal presente o dal passato; ve ne darò maggiori dettagli la prossima settimana. Vi ringrazio molto. Sai Ram. (Applauso)